Missione incompiuta

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    LA STORIA FIN ORA
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    I tre assassini Älya, Zak e Shikaku approdano su Aluan, in un piccolo villaggio sugli Altipiani di Mamlid, alla ricerca dell'obiettivo del loro contratto: Edmund Glewer, un commerciante, rivale in affari del committente della missione dei tre.
    Dopo una rapida pausa in una locanda e dopo aver ricevuto le informazioni necessarie, i tre decidono di attendere la notte per agire nell'ombra e così individuare Glewer senza dare sospetti.
    Gli assassini si dividono le aree del villaggio ma nessuno riesce a trovare il loro obiettivo: questo si nasconde nella foresta, accompagnato da due guardie, con l'intento di allontanarsi il più lontano possibile e sfuggire a chi cercava di stroncare la sua fuga.
    Finisce, però, col fermarsi a causa di una ferita che rende claudicante uno dei suoi uomini e, grazie ad un incontro fortuito, chiede a Dorlas, un mago, di curare il compagno ferito.
    La sua attesa nella foresta, permette ai tre assassini di trovarlo ed ucciderlo, assieme ai suoi uomini, senza nessuna difficoltà, proprio sotto gli occhi dell'innocente mago, che fugge via.
    Dopo essere stati ricompensati in denaro, i tre scoprono che in realtà il vero obiettivo è un altro uomo, che si nasconde a Sintad e che quello che hanno ucciso è solamente una sua pedina.
    Per questo motivo, i tre si mettono in viaggio per portare a termine la loro missione.


    CITAZIONE
    Älya
    Älya;
    Älya stava ancora fissando la lettera quando la voce piatta di Zak le arrivò alle orecchie.
    Si voltò verso di lui, mentre Shikaku le si affiancava e leggeva la lettera che continuava a tenere in mano, e lo guardò come aveva fatto nei giorni precedenti, senza nessuna paura, con lo stesso sguardo un po' imbronciato che rivolgeva a tutti.

    Che diavolo mi è preso prima? si rimproverò, mentre alzava con la mano la lettera, per mostrarla anche all'Aske'viel, proprio mentre l'altro assassino spiegava quello che aveva letto.
    In realtà Glewer agiva per conto di qualcun altro. precisò Se il nostro obiettivo era fermare chi sta intralciando l'economia del nostro committente, non abbiamo ancora terminato il nostro contratto. Questo Marcus Tehnal non sembra il tipo che si ferma alla prima avversità. concluse, lanciando un'occhiata al corpo grasso del commerciante, mentre pronunciava l'ultima frase.

    Piegò la lettera e la conservò nella piccola borsa di pelle che portava al fianco, assieme ai sacchetti di monete, sicura che le sarebbe servita più avanti.
    Sarebbe stato sicuramente meglio che lasciarla lì o perderla.

    Dove si trova esattamente Sintad? Se possibile vorrei concludere il lavoro stanotte.
    Älya alzò lo sguardo verso Shikaku e sospirò.
    Sintad è a qualche giorno di viaggio da qui, mi spiace non potremo concludere la questione così facilmente.
    Detto ciò spostò lo sguardo verso i cadaveri, ancora immobili nell'erba.
    Portiamo a termine ciò che siamo venuti a fare e poi possiamo metterci in cammino.

    Potete continuare dalla mia risposta del topic precedente, magari facendo poi un salto temporale per il viaggio :3
     
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  2. Krigar
     
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    Zak
    Zak;

    A quanto pare il lavoro non era finito. Gelwer non era che un intermediario, il mandante era ancora vivo. Zak era stato ampiamente pagato in anticipo e non amava lasciare i lavori a metà. Sarebbero dovuti partire per Sintad e sistemare la faccenda. Non avevano indizi particolari su cui lavorare, sarebbe stata necessaria la massima abilità da parte di tutti e tre. Mentre i suoi compagni discutevano, Zak si inginocchiò di fronte a Gelwer e lo fissò dritto in quegli occhi ormai spenti. Rimase così, immobile, per diversi momenti.

    Chi eri tu, debole essere umano?
     
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    Shikaku;
    Alya informò l'assassino che Sintad era a diversi giorni di viaggio da dove loro si trovavano e la notizia non fu certo facile da digerire ma Shikaku aveva imparato, ormai, ad accettare l'inevitabilità di alcune cose.

    Zak d'altro canto stava analizzando il cadavere del mercante immerso in chissà quali pensieri; come al solito il suo sguardo non lasciava trasparire nulla e la cosa per certi versi era preoccupante.
    Quel tipo di persona era difficile da gestire per l'assassino che invece si trovava abbastanza a suo agio con Alya la cui mentalità era più viciina alla sua:ad entrambi non piaceva uccidere e facevano il possibile per evitarlo.

    La notte cominciava a calare sul gruppo di sicari, rimanere in giro oltre sarebbe stata una perdita di tempo ed energie.
    Posso occuparmi dei cadaveri?so come farli sparire abbastanza velocemente
    La domanda nasceva dal desiderio di non scavare o trasportare i cadaveri nel bosco.
    Questo per due motivi:il primo era l'innata pigrizia dell'assassino che, per quanto negativa fosse, gli permetteva di risparmiare molte energie, e il secondo motivo, molto più logico, era legato al fatto che prima o poi qualcuno avrebbe scoperto i cadaveri indipendentemente da quanto bene e dove fossero stati nascosti.


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    Älya
    Älya;
    Sì, certo. disse, lanciando un'occhiata all'assassino in nero Fa pure quello che vuoi. Io torno alla locanda, prendo una stanza per me. aggiunse, voltandosi definitivamente verso la città e lasciando gli altri due assassini assieme ai cadaveri.
    Erano usciti già da un bel po' e, da quello che pensava l'assassina, non sarebbe mancato ancora molto all'alba; se avevano intenzione di partire presto il giorno seguente, avrebbero dovuto recuperare un po' di forze.
    Almeno questo era quello di cui Älya era sicura, per questo non esitò a lasciare i compagni, per andare via.
    Ci incontriamo domani, all'entrata della locanda. disse poi, senza voltarsi: non sapeva dove avrebbero voluto passare la notte gli altri due.

    Come annunciato, il giorno dopo il gruppo si riunì presto e si incamminò verso quella che, a detta di Älya era la direzione per Sintad.
    Il viaggio fu noioso e soprattutto silenzioso, proprio come lo era stato sulla nave diretta a Mamlid; non ci furono notevoli scambi di parole, se non per lo stretto indispensabile.
    Sembrava che si fossero riuniti per uno scherzo del destino: tutti e tre non abituati a parlare ed erano schivi nei confronti del prossimo, o almeno questo era quello a cui Älya pensava lungo tutto il tragitto, per tenere occupata la mente.
    Non pensò più allo strano episodio che era accaduto nella foresta, decidendo di rimuoverlo dalla sua vita: era decisa a non voler apparire debole e così sarebbe stato.

    Dopo qualche giorno di cammino a piedi, i tre decisero di noleggiare dei cavalli, per arrivare prima alla destinazione, anche perchè di denaro ne avevano in abbondanza, così non mancò molto che i tre furono quasi alle porte della città.

    Notando gli agglomerati di edifici nelle prossimità, Älya scese dal proprio cavallo e poi gli diede una botta, in modo che tornasse indietro al proprietario.
    Fece qualche passo per sgranchirsi le gambe indolenzite e poi si rivolse finalmente ai propri compagni.
    Ecco, quella è Sintad. disse, indicandola con un dito.


    Edited by • Fextis • - 14/5/2014, 18:08
     
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  5. Krigar
     
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    Zak
    Zak;

    Il viaggio fu tranquillo e silenzioso, cosa a cui Zak non badò particolarmente. La notte prima della partenza Shikaku si era occupato magistralmente dei cadaveri per cui non temevano che qualcuno li seguisse, almeno per il momento. L'Askei'viel era anche riuscito a nutrirsi prima di mettersi in cammino e durante il viaggio si era affidato al contenuto della fiaschetta. Ora che erano giunti a destinazione sentiva il bisogno di nutrirsi, ma avrebbe potuto tranquillamente aspettare la notte, non era un'esigenza immediata. Quando giunsero in prossimità della città, Zak scivolò giù dal cavallo e osservò gli edifici.

    Sembra anonima....

    Mormorò a mezza voce. In realtà il luogo non gli interessava, se non per le implicazioni che poteva avere sul loro incarico.

    Cosa preferite: ci mettiamo subito in caccia o aspettiamo il buio?

    Chiese rivolto ai due compagni, in un insolito slancio di dialogo.

    Edited by Krigar - 2/6/2014, 12:44
     
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    shikaku
    Shikaku;
    Shikaku, come ogni volta, dopo essersi occupato dei cadaveri pensava a come cambiare o migliorare il suo vestiario.
    Pensare, per quanto strano possa sembrare, a quale decorazione gli si addiceva e quale colore fosse quello più adatto a lui lo rilassava e puliva la sua mente dalle facce delle sue vittime che sparivano nell'oblio lasciando solo un vago ricordo delle azioni commesse insieme ad un vago senso di colpa.
    La mattina dopo si misero in viaggio, un viaggio che risultò essere silenzioso come il primo, non che Shikaku fosse un tipo silenzioso ma con Zak intorno non riusciva a trovare argomenti decenti.
    La sola presenza dell'assassino sembrava smorzare l'atmosfera a volte e uccideva il dialogo dovendo essere del tutto onesti ma era certo che il loro collega non lo facesse apposta, era il suo carattere e nessuno aveva il diritto di criticarlo per questo.

    la città al loro arrivo, dopo un paicevole viaggio a cavallo, sembrò normale in senso positivo.
    Non era attiva come la prima che l'assassino aveva visitato quindi non doveva preoccuparsi di venire assalito da mercanti o di sguardi sospetti, troppe poche persone in giro per le strade.
    Dipendeva forse dall'ora?no, quella città era cresciuta col tempo quindi aveva visto molti individui singolari percorrere le sue strade. Talmente tanti da no nfare più caso a facce nuove a meno che non si fosse nuovi del posto e ancora abituati a prestare attenzione ad ogni singolo viaggiatore.
    concordo con zak, rispetto alle altre città ha edifici meno elaborati. Se siamo fortunati anche le strade avranno poche diramazioni
    Disse Shikaku spiegando ai due, oltre al suo punto di vista, una sua speranza.
    Non voleva passare più tempo del dovuto in quella città apparentemente priva di decorazioni artistiche senza contare che se avessero trovato una fitta trama di strade e vicoli ad attenderli anche solo trovare il loro bersaglio sarebbe stato non poco difficoltoso.

    Suggerirei il buio, di giorno troppe cose possono andare storte
    Osservò l'assassino alla proposta di Zak che, soprendentemente, sembrava più socievole del solito e la cosa non potè che fare felice Shikaku:forse per un pò non avrebbe avvertito quell'atmosfera che si trovava sempre intorno alla figura del collega.
    La cosa migliore era cercare informazioni, in fin dei conti il lavoro di un assassino era ripetitivo e noioso ma questo era un pensiero che Shikaku tenne per se.

    direi di informarci su dove si trova il nostro bersaglio e appostarci per un agguato se per voi va bene
    Propose l'assassino pensando a diverse strategie che avrebbero potuto utilizzare, c'e n'erano un infinità collegando le sue capacità all'agilità dei due colleghi oltre ai vantaggi e svantaggi che il posto poteva fornire al gruppo.
    I fattori erano tanti da non poter essere tutti simulati quindi per ora Shikaku si accontentava di simulazioni incomplete basate unicamente su quel poco che la città mostrava dall'entrata.


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    Älya
    Älya;
    Arrivata alle porte della città, Älya si voltò finalmente verso i suoi compagni, ai quali non aveva ancora rivolto uno sguardo.
    Li squadrò mentre si scambiavano commenti sulla città, nella quale Älya era stata già più volte.
    Certo, non è come Tenar, ma è molto più grande di quanto pensiate. commentò.

    Il fatto era che quella città le piaceva, era sempre piena di gente e soprattutto forestieri, era così abituata al commercio, che gli abitanti non si preoccupavano di vedere gente nuova per le strade e tanto meno gente sui tetti.
    Älya odiava essere osservata: nei paesini più piccoli questa era un'abitudine che sembrava far parte dell'uso comune dell'esigua popolazione; non si faceva nemmeno in tempo a mettere piede in un vicolo, che già tutti ti avevano inquadrato.
    Certo, l'assassina non faceva nulla per evitare di rendersi riconoscibile, con quell'abbigliamento singolare e quella sua mania di camminare sui tetti, eppure le sarebbe piaciuto molto che la gente non commentasse tutto quello che capitava a tiro.
    Era davvero un'abitudine così difficile da eliminare?

    Sospirò, ritornando alla conversazione tra i due compagni e capì per caso che avevano intenzione di cercare l'obiettivo di notte.
    Il buio è perfetto. disse, scambiando sguardi tra i due e mettendo fine alla conversazione.

    L'idea di cominciare la caccia al calar delle tenebre le piaceva molto, non solo perché il buio nascondeva ogni movimento (qualcosa che ogni assassino deve sapere, se vuole agire indisturbato) ma anche perché era ancora mattino e ciò voleva dire passare una giornata per conto proprio, senza necessariamente fare qualcosa.
    Se poi l'assassina fosse riuscita a scoprire informazioni utili, sarebbe stato meglio ancora.
    Älya attendeva il momento di rimanere sola già da un bel po': ancora non si era abituata alla compagnia e rimpiangeva i giorni un cui passava le proprie giornate in solitudine.
    Salire su un campanile ad ascoltare il vento le avrebbe fatto davvero bene.

    Si ritrovò ad osservare le cime delle case, alla ricerca di una torre che svettasse più in alto delle altre, in attesa di potercisi arrampicare sopra.
    Ci avanza tempo, quindi. disse, tornando a guardare Shikaku e Zak Ci incontriamo qui, alle porte della città al calar del sole, siete d'accordo? domandò, cercando di far capire che le sue intenzioni erano quelle di dividersi.
     
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  8. Krigar
     
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    Zak
    Zak;

    A quanto pare erano tutti d'accordo sul muoversi di notte. Alya in particolare sembrava ansiosa di separarsi dagli altri due e prendere la giornata per sé.

    Allora siamo d'accordo. Qui al calare del sole...

    L'Askei'viel avrebbe approfittato di quel tempo per prendere informazioni e per rifornirsi di sangue, caso mai più tardi non ce ne fosse stato il tempo. Gettò un'occhiata a Shikaku per sapere cosa ne pensasse lui.
     
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    Shikaku;
    Alya si intromise nel piccolo dialogo dei due assassini dicendo che in quel caso le apparenze ingannavano e che la città era molto più vasta di quanto apparisse dall'esterno.
    Shikaku non escludeva questa possibilità ma, se Alya aveva ragione, ai due aspettava un duro pomeriggio tra i tentativi di orientarsi e la ricerca di informazioni e la cosa non entusiasmava l'uomo in nero davanti a quei possenti cancelli.

    Il primo istinto di Shikaku era quello di trovare un posto dove sonnecchiare e rimanerci un oretta per poi cercare informazioni ma era in compagnia quindi avrebbe cambiato il suo modus operandi e si sarebbe adattato a quello dei due.
    Una cosa su cui erano tutti e 3 d'accordo era che il lavoro andava svolto di notte, di giorno non si lavorava bene oltre ad essere soggetti a incidenti di diversa natura.

    L'assassino osservò Alya ipotizzando che non vedesse l'ora di arrampicarsi sugli edifici e osservare la città dall'alto, era passato abbastanza tempo da far capire all'assassino come ragionava la collega e questo voleva dire che, nel bene o nel male, avevano stretto un legame anche se non era certo che si potesse parlare di amicizia.
    Alla proposta di dividere temporaneamente il gruppo Zak accettò subito così rimaneva solo Shikaku:non gli andava di passare la giornata da solo,nonostante le apparenze gli piaceva la compagnia altrui, così rispose
    Non ho piani precisi, immagino che vagherò per la città in cerca di informazioni
    Rispose vago, aveva già un idea su come fare che di solito funzionava benissimo ma non sempre otteneva ciò che voleva:in ultima analisi ci voleva anche un pò di fortuna poichè non tutte le informazioni erano utili e pochissime erano pertinenti alla missione in che si stava svolgendo.


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    Älya
    Älya;
    Non appena i due compagni furono d'accordo con la sua proposta, Älya annuì e si voltò, dando loro le spalle, incamminandosi senza fretta nel via vai di gente.
    Non si curò di nessuno dei due, felice finalmente di poter passare un po' di tempo da sola coi suoi pensieri.
    Aveva bisogno di riflettere, dopo tutto quello che era passato con Shikaku e Zak: era certa di essersi lasciata il passato alle spalle, manifestando soltanto ribrezzo per Knagwar e la sua infanzia, senza rendersi conto che in realtà il ribrezzo era solamente una copertura.
    In realtà Älya aveva paura di dover rivivere la vecchia vita.

    Si guardò intorno, con la solita espressione imbronciata, cercando un luogo abbastanza alto da non sentire la confusione della strada, ma non riuscì a trovare nessuna torre, soltanto tetti spioventi di tegole rosse.
    Si accontentò di uno di quelli e girò intorno all'edificio per crearsi un percorso d'arrampicata, su qualche cornicione, per esempio.
    Non avrei mai dovuto accettare di lavorare in gruppo. pensò, mentre si arrampicava su una scala, che collegava la strada ad un sottotetto Non pensavo di dover fare i conti col passato.

    Salì più in cima che poté e si sedette sulle tegole, cingendosi le ginocchia ed appoggiando il mento su di esse; guardò i tetti che si estendevano oltre il suo sguardo ed ascoltò il vento che soffiava e muoveva i suoi capelli.
    Aveva paura di poter cambiare: fino a quel momento era stata sicura di potersela cavare da sola e di essere una persona forte, indifferente al mondo, ma la verità era che da quando aveva visto lo sguardo glaciale di Zak, aveva provato paura.
    Dopo quel momento, non era stata più sicura del suo atteggiamento degli ultimi anni.

    Sospirò e poggiò la fronte sulle ginocchia.
    Sono un'idiota. mormorò tra sé: era possibile rimanere talmente turbati da un evento del genere? Perché per lei era stato così?
    Alzò nuovamente lo sguardo e guardò la gente passeggiare ignara sotto di lei e poi si alzò in piedi.
    Aveva voglia di sidro e poi doveva cominciare con qualche ricerca: Sintad era grande ed il posto migliore per avere informazioni era sicuramente una taverna.

    Scese dall'edificio e cercò di immaginare il suo obiettivo, ma tutto ciò che le venne in mente fu un volto nascosto nell'oscurità: non sapeva perché ma se li immaginava tutti così.
    Entrò nella prima locanda che trovò e si guardò intorno: non si era ancora riempita totalmente; si diresse al bancone, dove un oste baffuto versava del vino ad un uomo e ci si appoggiò.
    Sidro, per favore.
     
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    Shikaku;
    Il gruppo si era separato e ognuno era andato per la sua strada cercando informazioni o il bersaglio stesso.
    L'assassino dal canto suo era abituato a piccole città e non a quei labiritinti artificiali che sembravano caratterizzare Eirydia.
    Le strade erano tutte uguali con piccolissime differenze e anche i volti si somigliavano un pò tutti cosa che rendeva molto difficile all'ourtgal trovare anche solo un briciolo di informazioni utili.
    La fortuna lo aiutò quandò provò un vicolo e sentì alcune voci in lontananza parlare di un uomo dall'aspetto importante e minaccioso al tempo stesso, dicevano che girava nei pressi di un deposito per le merci.
    Sembrava interessante anche se non era possibile vedere come si deve i volti di quei generosi donatori di conoscenza, ad ogni modo adesso aveva un luogo da controllare.

    Generò un piccolo uccello con una piccola porzione dell ombre proiettate dai muri e o fece deccolare, il nero volatile salì sempre più in alto fino a che non ebbe una visione completa, o quasi, della città.
    Shikaku usò a quel punto i uoi poteri per vedere attraverso le ombre di quel volatile:si vedeva la zona descritta da quegli uomini ascoltati prima.
    Non era poi così lontano in linea d'aria ma arrivarci attraverso le complicate strade di quella città era un altro conto.
    In questo momento mi farebbe comoda la presenza di Alya, sicuramente lei saprebbe come arrivarci in poco tempo
    Pensò l'assassino che rimpiangeva, per la prima volta da quando viaggiava con la donna, la sua presenza.

    Decise di affidarsi al suo amico in aria e usaro come guida.
    Non sarebbe stata una cosa veloce ma almeno avrebbe sempre saputo quando si stava dirigendo nella direzione sbagliata o se doveva cambiare strada e guardarsi le spalle da imprevisti.
    Cambiò più volte strada ma,tentativo dopo tentativo, si avvicinava sempre più alla sua destinazione sperando di star seguendo la posta giusta, sarebbe stato non poco irritante trovare il post e non il bersaglio.
    Il viaggio complessivamente prese un paio di orette anche se volando ci sarebbero voluti al massimo 10 minuti e ciò la diceva lunga sul senso dell'orientamento dell'uomo in nero.
    Shikaku era davanti ad una motitudine di magazzini e alcuni grossi contenitori contenenti chissà quali merci legali e non ma non era a quello che era interessato.
    Adesso cominciava la ricerca dell'uomo che i tre dovevano uccidere anche se sul posto solo una persona era presente e sapeva di poter fare il suo dovere anche in quelle condizioni.


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    Älya;
    Älya era appoggiata coi gomiti al bancone della locanda e sorseggiava di tanto in tanto dal boccale che le era stato servito poco prima.
    Era di mal umore e quando si trovava in quella situazione non faceva caso a quello che aveva intorno: le chiacchiere dei clienti, che a poco a poco si erano alzate, le volavano attorno senza catturare la sua attenzione.

    Voci maschili di disparate tonalità si mescolavano nell'aria accogliente della taverna, aumentando sempre di più e segnando il passare del tempo: con l'arrivare della sera era frequente che più gente entrasse a passare del tempo in bevute.
    E più si beveva più si alzava il volume della voce, soprattutto se si stava parlando di nani: sapevano essere molto rumorosi anche da sobri, figurarsi dopo aver alzato un po' il gomito.

    Sorso dopo sorso, la ragazza finì il suo boccale, solo per rendersi conto di quanto tempo avesse passato seduta sullo sgabello, con lo sguardo fisso sull'impiego dell'oste.
    Si voltò e notò che la gente nel locale era cambiata ed era soprattutto molta più di quella che aveva incontrato al suo arrivo.
    Quanto tempo è passato?
    Lasciò una moneta sul bancone e poi si avviò fuori dalla locanda, squadrando i clienti presenti e soprattutto i movimenti esagerati di un nano dalla barba bionda.
    Dovrei passare del tempo a Majkrat. pensò, rendendosi conto di non capire quello che dicevano: non conosceva ancora il nanico.

    Uscì dalla locanda e guardò il cielo, per capire che momento della giornata fosse: c'era ancora luce ma stava per tramontare, sebbene non si vedessero ancora i raggi di luce arancione illuminare i tetti.
    Älya pensò che fosse ora di tornare alle porte della città, dato che la si era allontanata un bel po', in modo da poter incontrare i suoi due compagni.
    Non aveva scoperto un bel niente sul loro obiettivo, anzi, nemmeno si era impegnata a fare qualcosa e dover stare a riferirlo agli altri la innervosiva.
    Se fosse stata da sola si sarebbe presa i suoi tempi ed avrebbe agito senza rendere conto a nessuno.
    Spero solo che loro abbiano scoperto qualcosa.

    Si avviò per le stradine intricate, senza pensare effettivamente qualcosa, quando delle voci catturarono la sua attenzione: sembravano uomini adulti, che ridevano assieme.
    Decise di non farci caso, solamente poco prima di sentire un nome.
    Scommetto che non riesci a berla tutta quella bottiglia, Marcus!
    Älya si voltò di scatto e guardò il gruppo che si allontanava rumorosamente.
    Marcus?
     
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    Shikaku;
    Davanti agli occhi di Shikaku c'era una zona vuota con un piccolo magazzino a destra, uno grosso e largo davanti a lui e un a sinistra delle stesse dimensioni.
    I colori erano tutti uguali:un bianco pallido che rifletteva in modo quasi sinistro la luce del sole che sembrava morire sul terreno invece che poggiarsi delicatamente come avrebbe fatto in una giornata primaverile degna di questo nome.
    Non sapendo dove era il suo bersagli decise di controllare prima il magazzino più piccolo e spiò il contenuto attraverso le ombre gettate daigli scatoli e da eventuali esseri viventi al suo interno.
    IL posto era abbatanza angusto ma quelle due guardie di esile statura e dalle banali quanto scarse armature non stavano sorvegliando nessuno:forse erano li per tendere una trappola ad eventuali attentatori.
    Ci sarebbero riuscit se non avessro avuto a che fare con Shikaku che poteva osservare ogni luogo in raggio ampissimo senza la reale sigenza di entrarvi.
    L'assassino fece un analisi veloce della loro pericolosità e decise che sarebbero stati un impiccio durante la fuga così decise di elminarli.
    Passò dietro il muro dell'edificio, era da li che avrebbe continuato ad avanzare e mentre camminava delle lame d'ombra spuntavano fuori dalle ombre degli oggetti che circondavano idue sfortunati soldati che furono trafitti a morte.
    Shikaku era certo che fossero morti e non ci teneva a vedere due pozze di sangue fresco così avanzò ma tornò indietro appena avvertì delle voci umane:guardie anche dietro le mura del magazzino-trappola.
    Non doveva assolutamente farsi vedere da quegli individui altrimentichissà quanti soldati gli sarebbero piombati addosso e il bersaglio se la sarebbe data a gambe.

    Si immerse nelle ombre generate dalle pallide mura di quel luogo e nuotò, poichè all'interno del mondo delle ombre tutto era fatto di un oscurità liquida che davà un ottima idea del colore dell'acqua negli abissi più profondi e inacessibili.
    UN luogo perfetto per lui che così poteva affogare chiunque senza il pericolo che i corpi venissero scoperti.
    Attese paziente finchè i due bersagli non entrarono nel suo raggio d'azione:le ombre dei muri.
    Si tolse la benda liberando il suo vasto potenziale e mutando il suo corpo in una neraombra senza faccia alcuna, solo due luci gialle erano visibili e molto più brillanti del solito sguardo dell'assassino.
    Bastarono due mani che tirarono giù i due soldati che sorpresi, chi non lo sarebbe stato?, non ebbero il tempo di urlare ne chiedere aiuto.
    Quell'essere nero e senza volto materializzò due lame d'oscurità nell'acqua che trafissero i loro cuori facendoli affondare in un abisso oscuro senza ritorno alcuno.

    Compiuto il lavoro ri rimise la benda, era stata un emergenza ma non poteva usare così facilmente quel potere poichè usava troppe delle sue energie.
    Riemerse dalle ombre come se nulla fosse decidendo come gestire la situazione:dando un occhiata in giro aveva capito che il bersaglio era stato furbo e si era collocato in una zona aperta e circondato di guardie.
    Avrebbe trovato un modo di distrarle ma ciò non rappresentava un problema per lui che era abile anche i nquel genere di trucchi, in un certo senso amava giocare tiri mancini ai nemici e poi farci quattro risate sopra.
    Quasi quanto provocare Alya ma sapeva che quel piccolo gioc prima o poi avrebbe avuto una sua fine mentre quest'altro no.


    lista veleni:sleep poison, siero della verità,paralixing poison X2,cecity poison
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    Älya;
    Seguire quel gruppo di uomini fu molto facile, grazie al rumore delle loro risate, che copriva perfettamente qualsiasi movimento: si muovevano tra le stradine facendo battute e sfidandosi l'un l'altro a bere quanto più potessero, senza fare caso alla ragazza che li seguiva da poco lontano.
    Possibile che la gente cominciasse ad ubriacarsi già dal pomeriggio?

    In realtà ad Älya non importava molto quale fosse il programma di quel gruppo di uomini, aveva solamente intenzione di scoprire se quel Marcus di cui avevano parlato fosse veramente l'uomo che stava cercando assieme a Shikaku e Zak.
    Certo, era assai improbabile che fosse proprio quel Marcus Tenhal, dato che quello era un nome assai frequente, soprattutto in una città con così tanti abitanti, ma la curiosità era sempre la più forte a dominare: se poi fosse stato proprio lui?

    Älya si muoveva silenziosa, nascondendosi dietro gli angoli e tendendo l'orecchio sulla loro conversazione, nel caso in cui avessero dato un indizio in più per farle capire se stesse seguendo la pista giusta o meno.
    Era riuscita a capire, tra le varie risate, che il gruppo stava festeggiando qualcosa, ma di cosa si stesse parlando non lo sapeva.
    Qualche piano andato a buon fine? La sparizione di qualche nemico importante?
    L'assassina poteva solamente fare ipotesi e ricordare le fredde parole della lettera che aveva trafugato dal corpo della loro prima vittima.
    Sembrava che si stesse parlando di due persone completamente diverse: quello che aveva davanti agli occhi sembrava una persona talmente comune da passare inosservata, con quel modo di fare gioviale e l'assenza di comportamenti sospetti; mentre quello della lettera, Älya se l'era immaginato come un uomo freddo e calcolatore, nulla a che vedere con le risate felici degli uomini che stava pedinando.

    Nonostante le contraddizioni, la ragazza continuò a seguirli: era possibile che Marcus fosse molto bravo a nascondere il suo vero modo di essere e poi l'alcol stava di sicuro aiutando.
    Datemi un indizio! pensò, guardando il cielo e le luci del tramonto che stavano per estinguersi: aveva mancato l'appuntamento con i compagni.

    Intanto il tempo passava ed il gruppo ancora non dava segni di essere interessante; Älya stava cominciando a stancarsi di seguire una pista che ancora non portava a niente, sebbene sentisse dentro di sé di non dover lasciar perdere.
    Dopo ancora qualche minuto, quando ormai cominciavano a vedersi le prime ombre, il gruppo sembrò volersi separare, per tornare dalle famiglie.
    Marcus fu il primo: si allontanò salutando i compagni e l'assassina ritenne che quello fosse l'ennesima occasione di scoprire qualcosa.

    Lo seguì, mentre camminava solo per le strade e poi lo vide alzare una mano, per salutare qualcuno che arrivava.
    Buonasera signora Sanders.
    L'aspetto domani in bottega, signor Tenhal!
     
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    Shikaku;
    Comiciava a avvicinarsi il tramonto così come l'orario concordato dai tre assassini per incontrarsi davanti alla città ma in quel momento Shikaku non poteva proprio andarsene:aveva trovato il bersaglio e sicuramente non avrebbe rischiato più del dovuto a quel modo sapendo di essere un potenziale bersaglio di assassini.
    Doveva scegliere se ripulire il magazzino davanti a se o quello che portava allo spiazzo:controllo il primo attraverso le ombre e calcolo che poteva diventare un ostacolo per la sua fuga al contrario dell'altro che, se faceva tutto come si deve, poteva risultare innocuo.

    Entrò in quel magazzino entrando e uscendo dalle ombre che ormai stavano ricoprendo gran parte del terreno permettendogli di infilarsi in quell'edificio così pallido senza aprire la porta.
    Era circondato da scatoloni e le pareti interne erano in uno stato pessimo ma non voleva concetrarsi su pensieri di quel tipo, doveva liberasi delle guardie che si trovavano li dentro prima di passare oltre e occuparsi del prossimo passo.
    Ad una prima occhiata aveva scoperto che due guardie erano sul lato sinistro mentre una sola in quello destro:avrebbe attaccato prima quell'uninco individuo che aveva deciso di controllare un angolo vicino la porta dell'edifcio.
    Sguciò rapido tra un contenitore e l'altro nascosto nelle ombre, si fermò solo quando trovò una buona posizione dietro l'individuo:non gliavrebbe dato il tempo di urlare o fare qualsiasi altra cosa.
    Saltò fuori dalle ombre alle spalle dello sfortunato bersaglio che non vide chi l'aveva attaccato, solo due mani apparse alle sue spalle piegargli e spezzargli il collo.
    Il rumore in se fu appena percepibile ma per sicurezza l'assassino nascose il cadavere dell'uomo dietro uno scatolo così che nessuno potesse vederlo.
    Era adesso il turno degli altri due che richiedevano un procedimento leggremente diverso ma ugualmente efficace:l'assassino agganciò grazie alla sua tecnica di spinaggio le ombre dei due per poi attivare il pungiglione e conficcarlo in terra, almeno in apparenza.
    Quel pungiglione era entrato nella dimensione delle ombre e avrebbe iniettato il sonnifero contenuto nel pungiglione destro negli aculei cche punserò le due guardie.
    Quando ritirò il pungiglione sentì due tonfi sordi, il sonnifero aveva funzionato. L?assassino si diresse verso le due guardie dai visi anonimi e spezzo ad entrambi il collo per assicurarsi che non gli facessero qualche brutta sorpresa più tardi.

    I sensi di colpa stavano già cominciando a comparire ma era lavoro e non poteva venire catturato per nulla al mondo:avrebbe solo significato più vittime.
    Stava solo limitando il più possibile la perdita di vite umane e questo lo aiutava ad andare avanti poichè senza quella convinzione avrebbe smesso tempo addietrodi fare l'assassino diventando probabilmente una semplice spia.
    Ad ogni modo aveva liberato anche quel magazzino e riutilizzò per la terza volta il procedimento di osservazione all'esterno per capire come era meglio muoversi:uscire avrebbe significato esporsi alla vista del bersaglio e di un altro gruppo di guardie quindi la porta d'uscita era buona solo per il ritorno.
    L'unica soluzione, dal momento che era da solo, consisteva nel prendere l'atra strada e usare lo stesso metodo utilizzato con il gruppo di quel magazzino.
    Uscì dalla porta da cui era entrato mentre controllava, attraverso l'occhio bendato, i movimenti del secondo gruppo di guardie:non aveva più sonniferi quindi dovevano trovarsi molto vicini ad un muro se voleva sperare di farli fuori in fretta.

    I tre si divisero controllando ognuno un corridoio formato dalla posizione dei magazzini ma questo aiuto a suo modo l'assassino che fece secco il primo appena si avvicinò troppo ad un muro trafiggendolo al cuore con l'ennesima lama d'ombra evocata dall'ombra stessa del bersaglio.
    La stessa sorte seguì il secondo e poi il terzo poichè ognuno di loro fece la stessa identica cosa ma in fondo chi avrebbe mai avuto paura della sua stessa ombra?solo conoscendo le abilità di Shikaku forse quel terrore sarebbe potuto nascere.
    Gli sfortunati soldati di quel piccolo contignente tuttavia non ne erano a conoscenza e ciò signifcava per loro una morte certa.

    L'assassino si diresse verso l'ennesimo magazzino sapendo per certo che stavolta sarebbe stato coperta alla sua uscità da altissimi contenitori.
    Ignorò, per il suo stesso bene, i cadaveri e duante il cammino ricaricò il pungiglione destro con una delle due fialette di veleno paralizzante, aveva un piano per l'ultimo gruppo ma gli sarebbero servite entrambe le cariche di paralizzante per attuarlo.
    Entrò nelò terzo magazzino come aveva fatto con ilsecondo pronto ad agire e ripulire anche quel posto, era anche coperto alla vista da un contenitore alla sua destra quindi avrebbe potuto ragionare con calma e pensare al modo migliore di liberarsi delle due guardie presenti nel modo più veloce ed efficiente possibile.


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