Menzogne e avventurieri

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    LA STORIA FIN ORA
    Messaggeri verso Maj'krat
    In missione per conto della regina Rori di Dwyn, diretta a Maj'krat per consegnare un messaggio di grande importanza al re dei nani, Älya si è trovata a udienza dallo stesso, con la fretta di raggiungere Zack, un ragazzino che ha deciso di prendere sotto la propria ala protettrice, dopo aver ucciso suo padre, che si trova in un villaggio poco lontano.
    Dopo aver scoperto che uno dei compagni che avevano viaggiato con lei, era stato attaccato dagli effetti del Patto Magico, la ragazza non si è preoccupata di rimanere a corte per testimoniare in suo favore, lasciando il compito alle altre due compagne.
    È partita, quindi, alla volta di Yel, per recuperare Zack e riportarlo a casa sua, a Sintad.



    Älya
    Älya;
    Viaggiò per due giorni, una volta uscita dalle porte di Maj'krat, sotto una bufera di neve che la accompagnò fino alle sponde del Led.
    L'inverno stava per arrivare e sembrava che le montagne di Honoth lo stessero accogliendo per prime, coprendosi di strati di candida neve.
    I nani le avevano fornito una pelliccia, per potersi coprire un po' di più nel viaggio, dato che il mantello che portava non era affatto adatto al clima freddo, e ad Älya non era dispiaciuto affatto: ricordava quanto avesse sofferto lungo il viaggio di andata verso la capitale dei nani.

    Il cavallo si stancava spesso, soprattutto a causa dello sforzo che la ragazza lo costringeva a fare, per questo fu obbligata a fare più di una pausa.
    Rimpiangeva di non essersi procurata un altro po' di mistura di erbe che le aveva fornito Tichondrius, così utile per evitare che il cavallo non si sfiaccasse e cavalcasse per ore, ma dovette rendersi conto di essere stanca anch'essa, sebbene avrebbe voluto raggiungere Yel nel meno tempo possibile: continuava a viaggiare di fretta, quasi non avesse tempo da perdere.
    Sapeva, però, che Zack l'avrebbe aspettata.

    La mattina del terzo giorno di viaggio Älya superò il confine del Led.
    Il clima si fece più favorevole, rendendo la cavalcata meno faticosa e alleggerendo un po' la tensione che premeva sulla ragazza: riusciva a vedere i bassi tetti di Yel, dalla lontananza.
    Ci sono quasi.

    Ricordava bene dove si trovava la comunità a cui aveva affidato il ragazzino: margine occidentale, le era stato detto, il che significava che avrebbe dovuto attraversare il paese.
    La ragazza scese da cavallo e proseguì tirandolo per le redini.
    Non si era resa conto, in quei tre lunghi giorni di viaggio, di quanto fosse stremata: aveva freddo, non aveva dormito abbastanza ed i muscoli indolenziti per la cavalcata le facevano male ad ogni movimento.
    Viaggiava senza sosta da quasi un mese, dopotutto.

    Ignorando gli sguardi straniti che la gente del paese le rivolse, appena entrò a Yel, Älya si fece strada nelle vie affollate del mercato; il cavallo le arrancava dietro, stanco quanto lei.
    Dovrei cambiarlo se voglio arrivare fino a Sintad. Questo cavallo è stremato. Pensò, quando passò davanti ad una stalla: ci sarebbe tornata più tardi.

    Quando vide la familiare struttura delle pareti chiare troneggiare alla fine della strada, affrettò il passo, cercando di scorgere il ragazzino tra la folla di bambini che giocavano nel cortile.
    Un gruppetto di ragazzini si sfidava con delle innocue spade di legno, creando una gran confusione: sembravano divertirsi, come si stavano divertendo le bambine poco più dietro, intente ad intrecciarsi rispettivamente i capelli.
    Di Zack nemmeno l'ombra.
    Dove sei? Mormorò innervosita, muovendo freneticamente lo sguardo da una parte all'altra del cortile, proprio mentre una voce acuta, proveniente dalle sue spalle, arrivava alle sue orecchie.

    Sapevo che saresti tornata.


    Edited by • Fextis • - 29/12/2014, 23:12
     
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    LA STORIA FIN ORA
    Minaccia pirata
    A bordo della Menarea, Leoven fa la conoscenza di Rakuen e della vera missione della nave, la caccia ad una nave pirata. Dopo aver rivelato le sue vere intenzioni, Leoven decide di aiutare l'uomo e attende l'arrivo della nave. Dopo aver eliminato il capitano della Nemesis, Leoven requisisce la nave, con l'idea di trasformarla in una nave da esplorazione e si allontana insieme ad uno dei pirati e cinque dei prigionieri.


    leovenrole_zps15080a7d
    Leoven;
    Il fiume Led scorreva placido sotto la “Reedus”, l'ex nave pirata “Nemesis”. Leoven si trovava in piedi a prua immerso nei suoi pensieri. Era stato un bel viaggio fino a quel momento, pieno di cambiamenti improvvisi e decisioni prese all'ultimo minuto. Iniziò a ridere, mentre piano piano le scene di quelle ultime settimane riapparivano davanti ai suoi occhi.
    Dopo aver preso il controllo della “Nemesis” e aver lasciato Rakuen alla sua missione (Quanto tempo è passato! pensò mettendosi la mano davanti alla bocca, sorpreso.) si erano diretti, lui, Castor e i cinque prigionieri fino ad una piccola insenatura naturale nell'isola di Dwyn, verso nord. Leoven in quel momento aveva deciso di fidarsi di Castor, lasciandolo a custodire la nave.
    Non era sicuro fosse la scelta migliore, ma doveva essere lui stesso a cercare l'equipaggio.
    Dopo aver ricompensato forse troppo generosamente i cinque marinai prigionieri ed ignorato le proteste di Castor correlate, si era diretto al porto di Reania, distante solo qualche ora di cammino. Durante il viaggio aveva chiacchierato a lungo con uno di loro, un certo Kyle Negus, che si dimostrò particolarmente loquace e disposto a rispondere alle domande, a volte indiscrete, di Leoven. Kyle gli raccontò di sua moglie, di come l'aveva persa pochi giorni prima durante l'attacco del capitano Reus e di come non sapesse più dove andare. Aveva accettato il risarcimento dato da Leoven, ma non sapeva neppure dove portarlo. Il neo capitano non disse nulla, conscio di dover elaborare la cosa.
    Infine giunsero a Reania. I prigionieri tranne Kyle si dileguarono rapidamente, temendo in sadiche trappole da parte di Leoven, senza neppure ringraziare. Leoven e Kyle si misero d'accordo per rivedersi alla nave il giorno dopo e si separarono.
    Passò mezza giornata a girare per le locande, individuando e convincendo singoli o gruppi di marinai. A fine giornata Leoven era riuscito a procurarsi un equipaggio sufficiente per poter salpare senza problemi.
    Non impiegarono molto tempo per sistemare gli ultimi dettagli della nave, nome compreso.
    La “Nemesis” era diventata ufficialmente la “Reedus”.
    Capitano!
    Una voce allontanò Leoven dai suoi pensieri. Stizzito si girò di scatto. Castor lo stava raggiungendo a lunghi passi.
    Castor! Ma che diamine! Ti ho già detto di chiamarmi per nome!
    Castor rallentò il passo di colpo poi rispose:
    Mi scusi cap... Volevo dire Marker. Siamo vicini al porto. Magari dovresti toglierti quel cappello...
    Castor aggiunse l'ultima parte quasi con imbarazzo, temendo una reazione del capitano, magari pure violenta. Non aveva ancora capito come ragionasse Leoven e aveva dubbi anche solo sul fatto che il nuovo capitano ragionasse in generale.
    Leoven improvvisò una faccia rattristata e si portò una mano sul cappello. Lo aveva trovato nella stiva della nave, pochi giorni dopo la loro partenza dall'insenatura vicino Reania. Era un cappello da pirata, esattamente come i libri che aveva letto da ragazzo descrivevano, con tanto di teschio con le ossa incrociate. Aveva dedotto essere il cappello dell'ex capitano Reus e Castor non aveva detto nulla fino a quel momento al riguardo.
    Ehi! E' il mio cappello! Non lo tolgo neppure nella tomba!
    Ridendo appoggiò la mano sulla spalla di Castor.
    Caro amico, vai a dire a Kyle di iniziare con le manovre di attracco. Ci riposiamo qualche giorno poi se non troviamo nulla di interessante da esplorare, salpiamo nuovamente.
    Castor annuì, per poi dirigersi verso Kyle, intento a manovrare la nave al timone.
    Dopo circa un paio d'ore quasi tutto l'equipaggio si era disperso per la città, chi alla ricerca di birra e chi di dolce compagnia. Kyle e Castor invece avevano voluto rimanere sulla nave ancora un po', per ultimare le pratiche di approdo.
    Il posto non era particolarmente grande, ma neppure un classico paesino come quello in cui era nato. Mercanti, passanti e gente di ogni tipo. Leoven vide anche qualche ladro non troppo abile scappare da una guardia, correndo a rotta di collo. Anche il ladro capitano non si trattenne da rubare qualche frutto o qualche borsello da sprovveduti commercianti. Avrebbero dato la colpa al ladro inseguito, quindi perché non approfittarne?
    Camminò per almeno trenta minuti, ignorando gli sguardi di mercanti e curiosi che osservavano, intimoriti e a volte divertiti, il cappello pirata di Leoven. Attirava l'attenzione, ma per una volta non gli importava.
    Aspetta che vedano la Reedus ! Pensò divertito.
    Raggiunse un piccolo cortile, fuori da un edificio. Molti bambini stavano giocando tra loro, inseguendosi alcuni, giocando a palla altri, chiacchierando gli ultimi. Leoven si fermò qualche minuto ad osservarli. Iniziava come a sentire un leggero senso di nostalgia di casa quando qualcuno vicino a lui lo strattonò per la maglietta.
    Mi scusi signore, ma lei è un pirata?
    Tre bambini si erano avvicinati, curiosi e lo guardavano con gli occhi pieni di innocente curiosità. Leoven sfoderò uno dei suoi sorrisi più sfavillanti, poi disse:
    Ma certo che sono un pirata! Cattivissimo! Arrrrrr! Però di quelli buoni eh! rispose alzando le braccia al cielo in segno di sfida. Non vedete il cappello?
     
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    Älya
    Älya;
    Älya si voltò, lasciandosi guidare dalla voce del ragazzino.
    Zack le sorrideva, con le mani sui fianchi, quasi come avesse appena vinto una scommessa con qualcuno; aveva i capelli spettinati, identici a come li aveva lasciati, e la luce nei suoi occhi era cambiata: sembrava più allegro.
    Me l'hai fatto promettere. Rispose lei piatta, incrociando le braccia.
    Benché cercasse di non darlo a vedere, era contenta di vederlo sano e salvo, dopo essersi preoccupata tanto per lui nell'ultima settimana.
    Una cosa decisamente non da lei.

    Non ebbe nemmeno il tempo di rendersi conto della spada di legno che lui aveva allacciata al fianco, che questo corse ad abbracciarla, cingendole solamente le gambe per la sua bassa statura.
    Uhm, Zack. La ragazza gli diede un paio di pacche sulla testa, cercando di allontanarlo: era affezionata a lui, ma ancora non tollerava i contatti fisici.
    La infastidivano e basta.
    Forza, devo avvisare che sono venuta a prenderti.

    Quando il ragazzino si allontanò dall'abbraccio, Älya distese i muscoli, sicura che sarebbe stata seguita senza fiatare, ma non appena vide che gli occhi di Zack erano concentrati su qualcos'altro, si voltò a guardare il cortile pieno di bambini.
    C'era un ragazzo con un cappello pirata sulla testa, accerchiato da tutti i ragazzini che prima aveva visto giocare con le spade.
    Woah! Un pirata vero! Zack si allontanò correndo, con la luce negli occhi, raggiungendo il gruppetto di bambini attorno al ragazzo, ignorando completamente i richiami di Älya.

    Signor pirata! Zack chiamò, alzando le braccia per farsi notare Signor pirata! Dov'è la sua nave? Io la voglio vedere!
    Mentre il ragazzino si sbracciava, incantato dalla presenza del nuovo arrivato, Älya alzò gli occhi al cielo, maledicendo l'impulsività dei bambini.
    Bastava qualsiasi cosa a distrarli, anche un potenziale fuorilegge con un singolare cappello in testa.
    Gran bel compagno di viaggio mi sono trovata. Pensò, avvicinandosi al gruppo di bambini eccitati.
    Non che anche il ragazzo avesse comportamenti adulti, con quei suoi versi pirata.

    Zack. Lo chiamò, con voce ferma e con le braccia incrociate. Andiamo.
    No! Io devo vedere la nave del Signor Pirata!
     
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    Leoven;
    Dopo i primi tre bambini, attirati dalle sue parole, un altro piccolo gruppo lo circondò rapidamente. C'era chi cercava di attirare la sua attenzione strattonandolo, chi chiamandolo con vari nomi pirateschi, chi cantando o improvvisando canzoni piratesche.
    Ci racconti una sua avventura, signor Pirata!
    Quante navi ha derubato signor Pirata!
    Posso venire con lei Signor Pirata?
    Le domande iniziavano a farsi assillanti e continue e iniziarono a stancarlo un po'.
    Ehi, calma voi tutti! Non tutti insieme!
    Con un rapido movimento si mise in posa, con la gamba sinistra dietro la destra, entrambe leggermente piegate e lo sguardo serio verso l'alto
    Sono in missione esplorativa! Annunciò fiero ai bambini Cerchiamo tesori nascosti, non derubiamo le altre navi!
    Poi abbassò lo sguardo, rimetendosi in posizione normale ed esclamando:
    Non tutte almeno eh! Altrimenti che pirati saremmo?
    Un po' si divertiva anche lui. Da bambino non aveva mai avuto modo di essere al centro dell'attenzione, se non durante le sue fughe, spesso senza alcun senso e spinte solo dalla paranoia.
    Se i pirati fossero davvero così belli... Pensò intristendosi leggermente. Durante il viaggio aveva avuto modo di constatare come i tradimenti fossero all'ordine del giorno, soprattutto con capitani come lui, non autoritari o spietati come doveva essere il capitano Reus. Non se la sentiva però di reprimere i sogni di quei bambini e continuò a reggere il gioco, fingendosi pirata. Un altro bambino gli corse incontro, attirando la sua attenzione in maniera abbastanza plateale.
    Signor pirata! Dov'è la sua nave? Io la voglio vedere!
    Leoven mosse un passo verso di lui, sorridendogli. Il bambino aveva due enormi occhi azzurri e dei capelli molto scuri spettinati, in netto contrasto con la lucentezza che partiva dai suoi occhi. Vide anche una giovane donna venirgli incontro, forse preoccupata per il ragazzino. Leoven lanciò solo una occhiata curiosa alla donna. Non assomigliava per niente al bambino, soprattutto l'espressione. La donna aveva un'aria severa e corruciata, mentre il bambino pareva eccitato all'idea di trovarsi a parlare con un pirata.
    Certo che posso farti vedere la nave! Però... rispose al bambino Tua madre non mi sembra molto contenta dell'idea!
    Poi si avvicinò all'orecchio del ragazzino, sussurrando:
    Complimenti comunque, perché hai davvero una bella mamma!
    Si rialzò, senza attendere la risposta, mettendo una mano sulla testa del ragazzo e scombinandogli i capelli ancora di più.
     
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    Älya
    Älya;
    Älya si irrigidì e strinse le labbra in un'espressione innervosita.
    Non sono sua madre. Rispose glaciale, fissando il ragazzo negli occhi ed ignorando le urla contente dei ragazzini.
    Non sapeva spiegarsi il perché, ma sentirsi comparata ad una madre le sembrava un'accusa: si sentiva più vecchia, per non parlare del fatto che non aveva mai avuto intenzione di fermarsi un paese per tutta la vita ad accudire figli.
    Non sapeva stare ferma e non sopportava i bambini.
    Ma sono finita a badare un bambino.

    Ignorando il fatto che Älya si stesse innervosendo, Zack fu entusiasta della risposta del suo nuovo eroe pirata.
    Non vedeva l'ora di salire a bordo di una nave vera: non aveva mai avuto modo di farlo e l'idea gli sembrava semplicemente l'esperienza più bella del mondo.
    Oh, no, Älya non è la mia mamma. Rispose, guardando prima negli occhi il pirata e poi voltandosi a guardare la ragazza.
    Le voglio bene. Però a volte è antipatica. Commentò, guadagnando un'occhiataccia spazientita dalla suddetta.

    Sebbene Zack lo desiderasse tanto, Älya non aveva voglia di seguirlo sulla nave di quel pirata.
    Sapeva, purtroppo, che il ragazzino non si sarebbe fatto comandare, come suggeriva l'entusiasmo nei suoi occhi.
    Dai, Älya! Andiamo! Ha detto che mi porta sulla nave! Lo sentì esclamare, ricordandosi che il pirata non gli aveva mai detto che sarebbe salito a bordo.
    Rimase in silenzio, a guardare i due sussurrarsi qualcosa, trattenendo la voglia di andarsene, mentre Zack la guardava ridendo e si voltava per rispondere al pirata qualcosa come Non ci ho mai pensato.

    D'accordo. Facciamo presto. Assentì, guardando il ragazzo scompigliare i capelli a Zack, curiosa di sapere cosa si fossero detti.
     
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    Leoven;
    La donna, chiamata dal ragazzino Alya, rispose in maniera fredda alla sua affermazione. Non sembrava apprezzare particolarmente i suoi modi. Questo lo poteva dedurre, oltre dal tono, dal come lo guardava. Era seria e chiaramente disturbata dalla presenza di Leoven.
    Ora si che la cosa si fa divertente! pensò sfoderando un sorriso a trentadue denti.
    Le voglio bene. Però a volte è antipatica disse il ragazzo, con l'innocenza di tutti i bambini. Leoven iniziò a ridere sguaiatamente:
    Mi piaci ragazzo! Questo è lo stimolo giusto! Io sono Marker, anzi... Si rimise nella stessa posa precendente, esclamando:
    Il capitano della “Reedus”, Capitan Marker!
    Poi sorrise e fece un semplice cenno col capo alla donna per salutarla.
    Come minimo mi stacca una mano se gliela porgo! Pensò ridendo. Si rimise dritto, aspettando il termine della breve conversazione tra il ragazzino e Alya. Poi si rivolse alla donna, sorridendo:
    Stai tranquilla, non ti mangio anche se sorridi!
    Poi si riabbassò verso il ragazzino, sussurrando:
    Essì, è proprio antipatica!
    Iniziò a fare strada, considerando poco la ragazza.
    Riattraversò il mercato camminando con un buon passo e ritornò verso il porto. Quando raggiunse la banchina, Leoven ebbe modo finalmente di osservare le navi attraccate. Erano per lo più navi commerciali , piccole, nulla a che vedere con la maestosità della “ Reedus” e i sue tre alberi e la bellissima polena, una sirena intenta a suonare una lira, in roccia bianca. Era una delle poche cose che non aveva voluto cambiare assolutamente della nave.
    E' troppo una figata! Pensò
    In lontananza sulla nave intravide Castor e Kyle intenti a discutere tra loro.
    Uff, quando iniziano quei due non la finiscono proprio! E dire che io cerco proprio di farli lavorare insieme! pensò.
    Si schiarì la gola, poi disse al ragazzino:
    La vedi quella? E' la “Reedus”! La più potente nave pirata maaai creata! Può abbattere qualunque nave! Ce l'aveva un potentiiissimo pirata, ma io l'ho sconfitto e ho preso la nave! E ora è mia!
    Continuavano a restare fermi vicino alla banchina, senza avvicinarsi troppo alla “Reedus”. Non voleva farlo salire a bordo, Castor e Kyle avrebbero avuto da ridire, come solito, e non aveva particolare voglia di discutere. Si chinò sulle ginocchia, mettendosi all'altezza del ragazzino, poi indicò i due uomini in lontananza:
    Li vedi? Loro due sono il mio secondo e il nostro pilota! Sono braaaaavissimi anche loro! Anche loro però sono a volte antipatici. Andrebbero sicuramente d'accordo con... tua sorella? disse indicando nuovamente Alya con un cenno di capo, cercando di indovinare nuovamente cosa ci facesse la donna con lui.
     
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    Älya;
    Dopo essersi presentato a sua volta e dopo aver scatenato l'invidia degli altri bambini, che non potevano allontanarsi dalla comunità, Zack proseguì accanto al pirata, ridendo delle sue battute sulla ragazza, che li seguiva silenziosamente dietro.

    Non appena la Reedus troneggiò davanti a lui, il ragazzino rimase a bocca aperta e col naso all'insù, incapace di spiccicare parola.
    Non sapevo si potessero spegnere le sue chiacchiere. Pensò Älya, fermandosi dietro di lui.

    Non aveva poi tutti i torti.
    Era stata su molte navi nella sua vita, a causa degli spostamenti per le varie missioni che le erano state affidate, ma una nave pirata non l'aveva mai vista.
    Gli alti alberi con le le vele ammainate sembravano invitarla a raggiungerli: desiderava arrampicarsi da così tanto che non ne aveva più memoria.
    Non si accorse nemmeno di essere rimasta ferma nella stessa posizione di Zack, con lo sguardo ben puntato in alto ad ammirare la nave; anche la sua espressione innervosita si era leggermente distesa.
    Non abbassò lo sguardo nemmeno per guardare Marker indicare al bambino il suo equipaggio.
    Sebbene sopportasse poco il suo capitano, la Reedus le piaceva.

    Questa è la nave più bella del mondo! Esclamò Zack, senza staccare gli occhi dalla polena bianca, una volta che il capitano gli ebbe spiegato come si fosse impossessato della maestosa nave.
    Woah! Se tu hai battuto un pirata potentissimo, allora sei più potentissimo! Aggiunse, tornando a guardare Marker negli occhi.
    Aveva una voglia matta di salire a bordo.

    Älya non è mia sorella. Disse poi, lanciando alla ragazza un'occhiata di sfuggita, notandola fissare l'albero maestro della Reedus. Io ho solo un fratello, però è rimasto a Sintad con la mamma. Si rabbuiò un momento, ricordandosi delle lacrime di sua madre.
    Älya mi ha promesso che andremo a cercare l'assassino di mio padre! Disse poi, cambiando nuovamente atteggiamento, senza pensare nemmeno una volta alle conseguenze delle sue parole.
     
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    Leoven;
    Il ragazzino si presentò come Zack e lo seguì felicissimo fino alla banchina. Leoven sorrise quando vide il ragazzino rimanere a bocca aperta fissando la sua nave. Con la coda dell'occhio, senza dire una parola nel frattempo per dare il tempo a Zack di godersi la “Reedus”, Leoven vide Alya rimanere anche lei incantata a guardare la nave.
    La “Reedus” si riconferma un'ottima nave da abbordaggio. E non solo per abbordare altre navi! Prese a ridere improvvisamente e rumorosamente, a causa di quel suo pensiero. Non era particolarmente interessato alla ragazza, però una donna in più non faceva certo male, soprattutto dopo tutto il tempo della traversata, in cui si erano mossi uomini sudati e grossi.
    Non che Alya gli paresse tanto meno in forma!
    Quando Zack parlò la prima volta, facendolo riprendere dai suoi ragionamenti e rispondendo al suo piccolo racconto, Leoven gli rispose:
    Certo che sono il più potentissimo! Ma non sono da solo! CASTOR! urlò volgendo lo sguardo verso la nave. L'uomo in lontananza non reagì minimamente e Leoven si mosse in avanti, avvicinandosi di una ventina di metri a balzoni.
    CASTOR! MA CHE DIAVOLO! STAPPATI LE ORECCHIE!
    In quel momento, Leoven vide Kyle girarsi verso di lui e fare un cenno al suo secondo, che salutò con la mano e prese a scendere dalla nave con calma, intento ad avvicinarsi al suo capitano.
    Eh saluta pure, sordo! pensò storcendo il naso. Raggiunse nuovamente Alya e Zack. Ascoltò la seconda risposta di Zack, riguardo alla loro missione.
    Aah, ma se stai andando alla caccia di un assassino devi essere forte anche tu! Altrimenti Alya come farebbe?
    Era l'ennesima frecciatina nei confronti della ragazza, cercando di distrarla dal suo guardare l'albero della nave.
    Qual'è allora la prossima destinazione? chiese, incuriosito da quella storia, sempre rivolto a Zack.
     
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    Älya;
    Quando Zack cominciò a raccontare delle proprie faccende personali ad Älya venne un colpo, che la portò ad abbassare lo sguardo su di lui, con un'espressione tra l'innervosito ed il sorpreso.
    Possibile che non sappia stare zitto? Deglutì, posando le mani sui fianchi.
    Ancora non gli aveva detto la verità: non sarebbero andati da nessuna parte.

    Io sono fortissimo! Lo sentì esclamare, notandogli la stessa aria fiera che aveva assunto quando l'aveva incontrato ad Hollet, solo dopo essere stato attaccato da dei Grulf.
    Alzò gli occhi al cielo, avvicinandosi di più ai due.
    Non era una ragazza molto socievole, ma per evitare guai non si metteva contro nessuno, eppure quel capitano pirata sembrava fare di tutto per stuzzicarla.
    Io me la cavo benissimo anche da sola. Aggiunse, guardandolo corrucciata.
    Sapeva di essere avventata, perciò cerco di evitare di giocherellare col meccanismo delle lame celate, come faceva sempre quando era nervosa.

    Zack, incurante della sua reazione, ammaliato dai complimenti di Marker, cercò una risposta alla domanda del capitano, aggrottando le sopracciglia: non aveva idea di dove sarebbero andati, la ragazza non gli aveva detto nulla.
    Hey, Älya, dov'è che andiamo ora? Chiese curioso, voltandosi verso di lei.

    A Sintad. Rispose lei secca, provocando una reazione offesa del ragazzino.
    Me l'avevi promesso! Avremmo cercato l'assassino! Non voglio tornare a casa! Cominciò a protestare, pestando i piedi a terra.
    Älya sbuffò, nonostante si fosse aspettata una risposta del genere.
    Se dobbiamo cercare l'assassino, dobbiamo partire dal luogo del suo delitto. Recitò Potrebbe aver lasciato dei segni.
    Aveva sempre agito in maniera pulita e non aveva mai lasciato tracce durante le sue missioni, era sicura che Zack non l'avrebbe riconosciuta come l'assassino.

    Evvai! Andiamo a Sintad! Esclamò Zack, rivolgendosi al capitano, proprio mentre Älya ricordava di aver perso il vecchio pugnale, proprio a Sintad.
     
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    Leoven;
    La frecciatina che aveva lanciato in direzione di Alya aveva perfettamente colpito. Si era ripresa già solo quando Zack aveva iniziato a parlare, mentre con la sua frase aveva semplicemente ottenuto il risultato di far corruciare il suo sguardo ancora di più. Sorrise fissandola negli occhi e ascoltando con attenzione tutta la piccola discussione che c'era stata tra Zack e lei. Subito, una frase di Alya lo colpì.
    Potrebbe aver lasciato dei segni.
    Ma... pensò sorpreso. La frase aveva spento il suo sorriso, facendo diventare il suo sguardo serio. Stava per aprire bocca per ribattere quando una voce dietro di lui lo fermò.
    Capitano, mi cercava?
    Castor lo aveva raggiunto in fretta. Non aveva neppure degnato di uno sguardo Alya e Zack. Fissava dritto il capitano, in attesa. Senza sorridere, ma guardando fisso solo lui, disse:
    Amico mio, perché non porti il nostro giovane ospite a fare una visita sulla “Reedus”?
    Castor annuì, senza ribattere. Le volte che aveva visto Leoven serio erano state poche, ma non le avrebbe dimenticate in fretta. Soprattutto quando il capitano aveva buttato il traditore in mare, senza pensarci due volte e con l'aiuto di Kyle, giusto una settimana prima.
    Sforzando un sorriso, Leoven si rivolse a Zack.
    Zack, lui è il mio secondo, Castor. E' fortissimissimo anche lui! Goditi il giro della nave! Io ti raggiungo subito!
    Guardò un'ultima volta Castor, poi si girò verso Alya. Posò una mano sulla sua spalla, facendogli capire con lo sguardo di aspettare. Attese che Zack si allontanasse e non potesse ascoltare, poi disse:
    Non sono affari miei. Ma perché devi mentire così spudoratamente? Se c'è stato un omicidio, non è certo stato ieri, o non sareste qui. Ci vuole il suo tempo sia per nave che via terra, per arrivare sopra Tenar. Le tracce sono quindi di sicuro scomparse. Attenta quando parli.
    Lo sguardo di Leoven era serio, mentre parlava con Alya. Non era il problema del mentire, ad innervosirlo, e neppure il mentire al bambino. Lo aveva fatto anche lui, delle volte. I bambini sono veloci e nessuno sospetta mai di loro.
    Non era quello il punto. Quello che faceva innervosire Leoven erano le false speranze, così plateali. Alya non aveva la minima intenzione di trovare l'assassino del padre del ragazzo, ma solo di sbarazzarsi di lui riportandolo a casa. E questo aveva risvegliato dolorosi ricordi, dentro di lui. Aveva reagito d'istinto, evitando però di causare troppi problemi alla ragazza.
    Le cose sono due. O stai coprendo l'assassino o ti diverti a rompere così le speranze altrui. Non posso dire di appoggiare nessuna delle due scelte.
    Poi aggiunse:
    Non lo dirò al ragazzo. Ma smettila. tolse la mano dalla spalla di Alya velocemente, fissandola seria.
     
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    Älya;
    Mentre guardava Zack allontanarsi tutto contento col marinaio, Älya si chiese perché Marker la stesse trattenendo.
    Si irrigidì, quando la toccò sulla spalla, ma non se lo scrollò di dosso: aveva un'espressione completamente diversa, il che le fece pensare che si trattasse di una questione seria.
    Lo guardò con le sopracciglia aggrottate, mentre lui la rimproverava su quello che aveva fatto.
    Continuava a mentire ed il ragazzo se ne era accorto: non era un bambino, dopotutto.

    Ecco il senso di colpa che ritorna.
    Non pensava che il ragazzo avrebbe avuto quella reazione: sembrava quasi toccarlo personalmente e la cosa non fece affatto piacere ad Älya.
    Aveva ragione: stava proteggendo l'assassino, ma solamente perché lo era lei stessa e perché ancora non aveva fatto i conti con i suoi errori.
    Era paura quella che provava nei propri confronti.

    Puntò lo sguardo per terra, incapace di reggere quello di Marker.
    Non voglio infrangere le speranze di Zack. Non lo farei mai. Disse a bassa voce Non dopo tutto quello che ho fatto. Aggiunse, senza dare alcuna spiegazione.
    Ci teneva a Zack, non voleva che soffrisse ancora, dopo avergli tolto un padre.
    Doveva tornare nella sua famiglia e viverci, a differenza di Älya, che non aveva mai potuto farlo.

    Lo sto riportando a Sintad perché è scappato di casa. Alzò lo sguardo, quando la mano dell'altro si fu allontanata dalla sua spalla. Ho visto le lacrime di sua madre. Se dovesse perdere anche lei non potrei sopportarlo.
    Non sapeva nemmeno perché si stesse giustificando con quel perfetto sconosciuto. Chi diavolo era per entrare a far parte delle sua vita e dei suoi problemi? E perché lei gli dava corda?
    Zack è ancora un bambino. Non deve nemmeno conoscerla la vendetta.
     
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    Leoven;

    Tsk.

    Qualcosa continuava a non tornare a Leoven.
    Se è una perfetta sconosciuta, perché è così in pensiero per il ragazzo? pensò, dubbioso. All'inizio, preso dai suoi momenti paranoici aveva pensato fosse perché la donna voleva sfruttare il ragazzo. Ma in quel momento, ascoltando le frasi della donna, si era convinto. Era davvero preoccupata per lui.
    Stava per domandare, spinto dalla curiosità, chi fosse lei per lui. Poi si trattenne.
    Anche lui si stava preoccupando del ragazzo. Aveva già passato una situazione simile, quindi sapeva bene come si dovesse sentire.
    La conoscerà. E la conoscerà contro di te disse inizialmente. Dopo essersi fermato un attimo, come per valutare bene le parole da usare, proseguì:
    Se lo riporti a casa così, lui ti odierà. E vuoi sapere una cosa? Non mi interessa minimamente della tua scelta. Se dovrà odiare qualcuno, e lo farà, odierà te o l'assassino, se verrà beccato. Cosa di cui dubito fortemente.

    All'inizio aveva pensato di proporre un passaggio ai due. Nonostante avrebbero dovuto aspettare un paio di giorni avrebbero comunque impiegato meno che viaggiando via terra, e soprattutto Zack avrebbe rischiato molto meno. Ma si trattenne dal proporlo. Alya gli piaceva sempre meno, almeno per quel comportamento. Le voltò le spalle, muovendosi con calma in direzione della nave, ignorando se Alya lo volesse seguire o meno.
    Che diamine. L'ultima volta che mi sono sentito così ho tenuto il muso per giorni. Cos'è? Frustrazione? Si, forse si. Dannato Oscar...
    Gli tornò alla mente la notte del tradimento, quando Oscar, uno dei marinai che aveva arruolato a Reania, aveva cercato di eliminare Leoven nel sonno. Il ladro non si era accorto di niente. Quella notte aveva deciso di ignorare la paranoia e dormire senza preoccuparsi, almeno per una notte.
    Oscar si era infiltrato nella cabina di Leoven, armato di un coltello.
    Era stato Castor a salvare Leoven. Come gli disse successivamente, aveva una lamentela da riportare al capitano, riguardo la carenza di alcolici ( IL RUM! MALEDETTO RUM! Devo fare scorta, stavo per dimenticarmelo. Perchè i pirati devono bere Rum, santo iddio! pensò distraendosi un secondo).
    Castor aveva trovato la porta aperta della cabina ed era entrato, appena in tempo per vedere Oscar avvicinarsi alla branda di Leoven, armato. Si era gettato con forza sul traditore, atterrandolo.
    Il giorno dopo Leoven non era stato molto clemente con Oscar.
    Capitano lo fece riavere una voce.
    OOH, che palle! Kyle... pensò. Si era oramai avvicinato alla nave
    Dimmi Kyle rispose secco Leoven.
    Marker, il ragazzino chiede di te!
    Leoven annuì, salendo sulla nave passando dalla passerella.
     
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    Älya;
    Älya sospirò e lasciò il capitano allontanarsi, guardandolo da lontano.
    Quel ragazzo era la voce della verità, quella che aveva cercato di evitare negli ultimi due mesi, da quando si era resa conto dell'errore che aveva commesso.
    Come biasimarlo? Zack l'avrebbe odiata in ogni caso, che avesse saputo o meno la sua vera identità.
    Non riusciva, però, ad evitare di pensare alle parole di quel ragazzo: erano state così serie e così accusatorie che non avevano potuto fare a meno di colpirla.
    Improvvisamente si rese conto di quanto tenesse a Zack, tanto da non volere che lui provasse odio nei suoi confronti: era abituata alla vendetta, alla furia e alla violenza, ma non voleva che provenissero da quel ragazzino.
    Era innocente ed era solo colpa sua se la sua vita era cambiata.
    Codarda. Si rimproverò, riscuotendosi ed avviandosi silenziosamente dietro Marker, che raggiungeva Zack ormai a bordo.
    Sono una cordarda.

    Zack intanto, guidato dal serio Castor, aveva fatto visita di tutte le sale comuni della Reedus ed il suo entusiasmo non era scemato di una sola virgola: aveva continuato a domandare senza sosta informazioni al marinaio, che con una pazienza innata gli rispondeva in tono piatto.
    Quanto, poi, erano tornati entrambi sul ponte principale, il ragazzino aveva chiesto di poter guardare i tesori della nave.
    Dov'è il capitano Marker? Aveva domandato ad ogni membro dell'equipaggio, chiedendo di vederlo, saltando di gioia, non appena lo vide mettere piede a bordo.

    Gli corse incontro, senza rendersi conto della sua espressione seria, sorridendogli felice.
    Capitano! Voglio vedere i tesori! Voglio vedere i tesori! Esclamò saltellando, notando poi che anche Älya lo aveva raggiunto.
    Älya! Vieni anche tu a guardare i tesori! La chiamò, tutto contento.

    Lei gli si avvicinò e si piegò alla sua altezza.
    Doveva rimediare a quello che aveva fatto, anche se questo avrebbe tenuto il bambino lontano da casa e dalla famiglia.
    Ascolta. Guardò gli occhi azzurri, che tanto l'avevano terrorizzata al suo primo incontro Lasciamo stare il capitano Marker, ha da fare. Guardò il capitano, di sfuggita: aveva impressione di non essere tanto gradita a bordo.
    Ho cambiato idea, non andremo più a Sintad: probabilmente non troveremo più tracce dell'assassino lì. Lo cercheremo da qualche altra parte.


    Edited by • Fextis • - 30/12/2014, 21:19
     
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    Leoven;
    Il malumore di Leoven scomparve rapidamente quando il ragazzino gli corse incontro, voglioso di vedere i tesori della “Reedus”. Finse un sorriso e guardò preoccupato Castor.
    Quanto è rimasto? pensò fissando il suo secondo, preoccupato.
    Quando aveva visitato la sala del tesoro, settimane prima, erano rimasto sorpreso per la pienezza di merci ed oggetti preziosi. Gli pareva quasi che quel tesoro sarebbe durato per sempre.
    Però con il passare dei giorni aveva dovuto pagare i marinai, i carpentieri, le sarte per la bandiera con il suo volto.
    Il porto, il cibo, il rum...
    Piano piano quel tesoro era andato ad assottigliarsi e Leoven aveva paura di sapere quanto oramai fosse rimasto.
    Mi toccherà andare a salutare qualche ricconaccio... A Tenar magari?
    Questo gli diede una idea sul come sfruttare la situazione.
    Magari Alya mi da una mano! No, manco per il cazzo. Ma perché non provarci? pensò sogghignando al pensiero.

    La ragazza non aveva propriamente iniziato bene con lui, ma Leoven non era il tipo da marchiare le persone.
    Almeno non con ferri di cavallo mal arroventati.
    Il ladro ascoltò le parole di Alya in silenzio. Poi la guardò e le sorrise
    Ma come, e chi viene a rubare con me? pensò divertito. Si abbassò fino all'altezza di Zack, esclamando:
    Visto che la tua non-madre finta sorella non sa dove andare, bisogna pur pensare ad una nuova destinazione. Questo cappello se lo tolse di dosso, tenendolo stretto fra le mani è il segreto di tutti i pirati! Permette di pensare alle prossime mosse! E i risultati sono sempre ottimi!
    Con un rapido gesto Leoven mise il cappello da pirata sulla testa di Zack
    E ora ragazzo, pensa!
    Si rialzò in piedi, sospirando.
    Tanto per due giorni siamo fermi qui!
    Si girò verso Castor prima e poi verso Alya
    Qualcuno vuole una birra? Offre quel mercante laggiù! disse indicando un mercante all'inizio della via trafficata che avevano passato pochi minuti prima. Lo aveva addocchiato già da un po' e pareva essere molto distrato. Non sarebbe stato un problema prendere il suo borsello.


     
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    Älya;
    Con il cappello pirata in testa, Zack poté finalmente proclamare di aver vissuto la giornata più bella della sua vita: non era solamente arrivata Älya a prenderlo, mantenendo la sua promessa, ma sembrava anche che avrebbe viaggiato su una nave pirata, con il cappello del capitano in testa!
    Sì Capitano Marker! Penserò ad una mossa fortissima! Esclamò, tenendosi il capello con le mani e guardando con la luce negli occhi il giovane capitano.
    Peccato che non avesse nessuna conoscenza della geografia di Eirydia per dare una risposta sulla destinazione, ma rimase comunque soddisfatto, facendo credere di aver assunto capacità sovraumane di riflessione, grazie all'influsso benefico di quel cappello.
    Aveva anche dimenticato di voler ammirare i tesori della Reedus.
    Grazie Capitano Marker!

    Älya si alzò e guardò il bambino che saltellava entusiasta, lanciando un'occhiata a Marker, che sorrideva.
    Gli fece un cenno con la testa, ringraziandolo tacitamente, un po' per aver dato loro un passaggio sulla nave, un po' perché le aveva dato un'altra possibilità.
    Lei non l'avrebbe mai fatto, ma fu stranamente grata che il capitano non avesse il suo stesso carattere: doveva cominciare a smettere di non fidarsi di nessuno.

    Sospirò e cominciò a pensare a dove dirigersi per la ricerca del fantomatico assassino.
    Sapeva che sarebbero dovuti partire senza nessun indizio, soprattutto perché Zack non aveva idea di come fosse l'assalitore, convinto che Älya se lo ricordasse, e sapeva che nemmeno avrebbe dovuto tradirsi con qualche passo falso, facendo capire al ragazzino la verità delle cose.
    Marker aveva ragione: l'avrebbe odiata.
    Crede ancora che sia stata attaccata anche io da quell'assassino. Rifletté, guardando Zack con aria seria, sentendo improvvisamente il richiamo del capitano.

    Qualcuno vuole una birra?
    Una birra. Erano settimane che non ne beveva, costretta a viaggiare instancabilmente per conto della Regina Rori.
    Aveva anche una voglia pazzesca di risposarsi.
    Io sì, grazie. Rispose, ignorando le intenzioni di furto del capitano: aveva rubato anche lei talmente tante volte, che aveva perso il conto.
    Le brutte abitudini sono dure a morire.
     
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