Quest Primaria: Messaggeri verso Maj'krat

Fazione Regno

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    Elen;
    L'uoma spiegò al gruppo che potevano sostare in due luoghi diversi e lasciava la scelta a loro:il primo era un locale economico in cui si radunava ogni tipo di persona e la seconda meta era un base militare molto più sicura e costosa.
    Elen avrebbe scelto volentieri la base militare poichè, vista la natura della loro missione, dovevano evitare guai di ogni tipo e sostare in una locanda piena di potenziali minacce era un grave azzardo.
    Conclusione questa che l'uoma doveva aver fatto prima di lei, poco ma sicuro, e che non espresse lasciando in ultima analisi la decisione ad Alya mentre osservava il bambino entrare in quel rifugio accogliente notando l'espressione rassegnata di quel bambino prima così vispo.
    Alya scelse la base militare, facendo la gioia della piccola mezz'elfa, e nel prendere una tale decisione sembrava anche preoccupata riguardo qualcosa
    Probabilmente si tratta del bambino, forse si è affezionata a lui
    Pensò Elen osservando la ragazza, era quello il momento giusto per proporle la sua idea?nonostante il dubbio volle tentare lo stesso e chiedere alla ragazza se poteva accompagnarla nel momento in cui avrebberodeciso di riportare il bambino a casa.

    Si avvicinò ad Alya poco alla volta, cercando di non pensare al freddo e al fatto che non c'era nessuno per le strade come se si trovassero in una città fantasma, e le chiese abbozzando un sorriso timido e quasi tenero
    Se riaccompagneremo quel bambino a casa posso venire con te?
    Elen non trovò valide motivazioni che giustificassero quel suo desiderio poichè lei stessa nona veva alcun secondo fine, desiderava soltanto passare del tempo in più con la ragazza per conoscerla meglio e interagire con quel bambino senza che il sigillo magico limitasse le sue azioni.
    Dopo una pausa le sembrò brutto escludere l'uoma, che sicuramente non avrebbe accettato di fare nuovametne da scorta al ragazzino, così aggiunse come per dare una motivazione a ciò che stava per dire
    Potremmo riaccompagnarlo a casa tutti insieme senza essere limitati nelle azioni
    Con tutta probabilità adesso avrebbe ricevuto un rifiuto da parte dell'intero gruppo ma, con sua fgrande sorpresa, Rosalinda annuì e sorrise per confermare la sua presenza.
    Adesso mancavano allìappello Tichondrius e Alya che ancora doveva dare la loro risposta a quella innocente proposta, dettata unicamente dall'altruismo della mezz'elfa.

    Arrivati alla casa d'accoglienza Elen seguì il gruppo all'interno dell'edificio pieno di luci e di vita, c'erano molti soldati impegnati a bere e a raccontarsi storie di battaglie epiche, alcune decisamente poco credibili, e di scappatelle avute quando erano di stazza in altre città.
    Elen non avrebbe saputo dire se questi ultimi erano sposati ma il suo intuito le diceva che li erano al sicuro poichè, seppur ridendo e scherzando, nessuno era privo di un arma e, in caso di emergenza, sarebbe entrato in azione un piccolo esercito capace di scoraggiare chiunque.
    Da guerriero professionista era meglio che la loro guida gestisse la situazione, Elen e Rosalinda non sapevano cosa fare o dire così si limitavano a rimanere in silenzio mentre Alya non dava l'impressione di un vero e proprio soldato.
    Ciò detto l'interno era pieno di tavoli e solo una quarto di questi era libero mentre le pareti erano adorante di lanterne e in alcuni punti vi erano delle iscrizioni ntagliate nel legno di ogni tipo.
    La più particolare era un nome inciso con molta cura il cui significato sfuggiva alla mente della giovane mezz'elfa.
     
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    Tichondrius;
    Il gruppo espresse la preferenza di andare al complesso di accoglienza militare. Alya lasciò che fosse l'uoma a guidarli verso l'ubicazione di quel posto, quindi, tutti insieme con Tichondrius in testa alla fila cominciarono a muoversi verso la loro destinazione. Il villaggio era in pieno fermento a quell'ora, le botteghe iniziavano a chiudere e c'erano sempre i clienti dell'ultima ora che si affaccendavano cercando di completare gli acquisti prima della chiusura serale. La struttura schematica della disposizione degli edifici nel villaggio era pessima, gli edifici erano molto vicini, quasi accavallati e in caso di incendio il disastro era inevitabile, ma l'uoma sapeva bene che quella soluzione era pensata per poter rallentare le incursioni nemiche e impilare gli assalitori in stretti vicoli che permettevano di essere affrontati pochi alla volta anche in inferiorità numerica e permetteva ai residenti di ciascuna abitazione di lanciare dalla finestra acqua o olio bollente sui nemici, o magari vasi di piante, pietre o altri oggetti contundenti.
    Naturalmente Tichondrius, forte della sua disciplina e del suo addestramento con la saggezza dell'uo, sapeva che pozzi ad intervalli più frequenti e una copertura esterna delle abitazioni fatte mischiando alla normale copertura del pietrame con polvere di argilla essiccata avrebbe permesso una certa resistenza al fuoco almeno per il tempo necessario a recuperare l'acqua dal pozzo più vicino e ad usarla direttamente sulla fonte del rogo. Se tutto il mondo abbracciasse la filosofia dell'uo avrebbe potuto vivere in modo migliore. Più organizzati, più preparati, più protetti, più pronti...
    Mentre si spostavano per raggiungere il complesso militare, Tichondrius si ricordò di un particolare e ne parlò subito al gruppo:
    Badate ad una cosa...dove stiamo andando ora le regole sono un po' diverse a quelli a cui siamo abituati. Tra avventori le armi non sono mai in vista, proprio per celare intenzioni ostili. Tra i soldati di leva le cose sono diverse! Le armi devono essere in buona vista, perché nessuno è tanto incosciente da viaggiare disarmato e celare le proprie armi o le proprie intenzioni, equivale a dire di non averne di buone. Quindi tenete l'arma principale in bella vista - poi sottolineò con foga - ...solo l'arma principale! Dobbiamo rendere chiare le nostre intenzioni, ma questo non vuol dire che dobbiamo scoprirci!
    A tal proposito si sfilò dalla cintura il suo coltello da caccia e lo diede ad Alya.
    Non puoi andartene in giro con le lame celate sguainate, sarebbe pericoloso e probabilmente una minaccia di attacco. Legatela alla cintura e fingeremo che sia la tua arma!
    La dimensione del coltello da caccia di Tichondrius era proporzionata alla sua mole, come tutto il suo equipaggiamento. Nelle mani di Alya, il coltello sembrava una spada ad una mano e mezza.
    Giunti a destinazione, aggirarono il locale per lasciare le loro cavalcature nella stalla. L'uoma pagò una guardia e stalliere per porre attenzione ai loro cavalli che avevano anche importanti equipaggiamenti e provviste per il viaggio e che non potevano portarsi nella locanda a causa della loro mole, e parlando di mole, lo stalliere per poco non ebbe un colpo nel vedere il mastodontico destriero che cavalcava la guida del gruppo. Quando l'uoma varcò la soglia, vennero accolti da una chiassosa combriccola di guardie e qualche avventore che avevano avuto la loro stessa idea. L'aria era difficilmente respirabile, a causa dell'olezzo di birra e alcool, presente nell'aria. Tutto sommato era un'atmosfera incoraggiante, chiasso e risate sottolineavano uno stato di serenità generale anche se non mancarono sguardi allarmati e preoccupati all'ingresso di Tichondrius che dovette letteralmente farsi piccolo per entrare nell'uscio su misura umana.
    Il resto del gruppo aveva seguito il suo consiglio. Spade, aste e bacchette magiche erano tutte in vista. L'uoma aveva lasciato lo spadone del golem con le bisacce sul cavallo. Era molto meglio che nessuno vedesse quella spada, non potevano correre rischi inutili. L'Hellfalas trattò personalmente con l'oste, un ex miliziano di nome Volund, dalla barba ispida e bianca. I due avevano combattuto insieme diversi anni prima, quando l'uoma non era ancora stato messo a capo di un battaglione e in quel frangente era stato mandato in un manipolo di guerrieri umani per difendere una città di interesse dei nani che offrivano asilo alla tribù uoma di stazione sulle montagne. Grazie ai loro precedenti contatti, Tichondrius e Volund non ebbero problemi a contrattare e la compagnia ottenne anche un piccolo sconto, che marcò sensibilmente il vantaggio che avrebbero avuto nel scegliere quel posto come sistemazione notturna. Il gruppo avrebbe consumato da bere gratuitamente, massimo due boccali a testa comunque, il resto l'avrebbero dovuto pagare e avevano due camere al secondo piano (non c'era una camera abbastanza grande per tutti e quattro, soprattutto considerando la dimensione del guerriero). Una tripla in cui avrebbero dimorato Tichondrius ed Elen, e un'altra in cui sarebbero state Alya e Rosalinda. L'uoma aveva calcolato tutto in modo che le due maghe avessero una scorta di un membro fisico, che avrebbe potuto tenere lontani i nemici dai membri magici per il tempo necessario a formulare i dovuti incantesimi. Anche se li erano al sicuro, relativamente, era sempre meglio prendere buone precauzioni. Tichondrius non aveva alcuna scelta se non trovarsi almeno con una donna, a meno che non voleva lasciare le tre donne nella tripla e dormire lui da solo nella doppia, ma non riusciva a zittire il suo senso di dovere e dell'onore, mancando di sorvegliare il messaggero elfico, membro chiave della loro missione.
     
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    Älya;
    Non prenderla come per una questione personale, Elen, ma penso che dopo Maj'krat dovremmo separarci tutti. Voi dovreste tornare dal Re degli Elfi ed io a Dwyn a confermare la buona riuscita della missione. Non sappiamo se poi Re Duinhir vorrà affidarci compiti.
    Non aveva nulla contro la mezz'elfa, ma conosceva se stessa: non sopportava rimanere troppo a contatto con così tanta gente e quella missione la stava mettendo a dura prova.
    Sentiva, inoltre, di avere lei sola la responsabilità di prendersi cura di Zack, soprattutto perché era lei la causa della sua partenza: il ragazzino non si sarebbe mai mosso da Sintad, se suo padre non fosse morto.
    Non voleva che altri interferissero, era il dovere che aveva deciso di prendersi.
    Per quello declinò l'offerta senza tante cerimonie e poi seguì l'uoma nell'edificio, accettando di portare il suo enorme pugnale.

    Una volta che il gruppo si fu diviso, Älya si avviò verso la stanza a lei assegnata assieme a Rosalinda, portandosi dietro Zack, che la seguì nello stesso silenzio che l'aveva accompagnato da quando avevano raggiunto Yel.
    Continuava a fissarla, imbronciato, e per quanto Älya fosse maestra nell'ignorare gli sguardi altrui, non poté fare a meno di sentirsi in colpa per lui.
    Nei suoi occhi non vedeva solamente la delusione per l'aver interrotto sul più bello la sua missione, ma anche uno sguardo accusatorio, come se avesse capito che fosse proprio la ragazza dalle lunghe trecce l'assassina di suoi padre.

    Ma cosa mi prende? Si rimproverò, una volta chiusa la porta della camera alle proprie spalle.
    Non può sapere che sono stata io, avrebbe tentato di uccidermi.
    Sospirò e poi lasciò in un angolo le borse che aveva recuperato dal suo cavallo, lasciato prima nelle stalle; Rosalinda si era seduta su un letto e Zack stava in piedi, come se si trovasse a disagio.

    Zack, va a dormire, è tardi. Gli disse, dirigendosi verso il proprio letto e sganciando le armi dai propri avambracci.
    Lui non diede segno di volerla ascoltare, anzi le si avvicinò fermandosi davanti a lei.
    Älya lo guardò interrogativa, proprio come stava facendo Rosalinda nello stesso momento.
    Perché vuoi lasciarmi qui? Perché non mi porti con te? Le chiese: era risoluto, ma sembrava anche che fosse sul punto di piangere.
    Non possiamo portarti con noi, Zack. Rispose lei, fredda.
    Allora perché non mi lasci andare?! Io devo vendicarmi! Gridò Ce la faccio da solo!
    Älya lo fissò, senza dire niente: sapeva di averlo deluso ma non pensava che si sarebbe sfogato in quel modo e non pensava nemmeno che l'avrebbe colpita tanto.
    Le dispiaceva.

    C'è pericolo là fuori, l'hai visto anche tu. Per poco non ti facevi ammazzare da quel G...
    Mio padre è morto! Perché non lo capisci? La mamma sta male ed io voglio aiutarla! La interruppe, mentre le lacrime cominciavano a scendere sulle sue guance.
    Il ragazzo aveva ragione, Älya non poteva capirlo: lei non aveva mai avuto una famiglia.
    ...Non piangere. Provò a consolarlo, ma sapeva bene che non ne era in grado.

    Rimasero in silenzio, uno un piedi difronte all'altra, mente la maga li guardava da lontano.
    Älya non sapeva cosa fare e il ragazzino continuava a piangere: doveva odiarla per per come si era comportata con lui e le non poteva affatto biasimarlo.
    Ascolta. Disse poi la ragazza, facendo alzare all'altro lo sguardo.
    Dopo Maj'krat torno a prenderti e poi andremo insieme a vendicare tuo padre, d'accordo?
    Promettimelo. Disse lui, asciugandosi gli occhi, ormai completamente arrossati.
    Te lo prometto.
     
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    Elen;
    Appena furono entrati nel locale tutti i presenti sembrarono venire distratti dalla mole dell'uoma a capo del gruppo, era difficile ignorare un guerriero tanto grande e potente, e questo permise ai membri più piccoli, o comunque meno imponenti, di passare inosservati.
    Tichondrius aveva lasciato la spada del golem con il suo destriero, facendo la felicità della mezz'elfa, e aveva prenotato una stanza tripla e una doppia.
    Sembrava essere, inolte, riuscito ad ottenere degli sconti un pò su tutto ma come avesse operato un tale miracolo era un mistero per la piccola mezz'elfa.
    Forse era andato li da altre volte e il proprietario gli doveva un favore? Elen decise che la risposta era questa in modo da non perdersi in altre teorie altrettanto valide.

    L'uoma aveva preso la stanza tripla per se stesso ed Elen mentre la dobbia era per Alya e Rosalinda, doveva aver pensato che in caso di assalto bisognava combinare un mago e un guerriero ma la presenza del bambino preoccupava Elen.
    Lei e Tichondrius erano al sicuro poichè la mezz'elfa aveva una certa esperienza nel difendere, fuggire e talvolta contrattare, seppur entro certi limiti, ma Alya e Rosalinda arebbero dovuto occuparsi anche del bambino e ciò rendeva davvero nervosa la mezz'elfa.
    A parte questo l'odore di birra che aleggiava nell'aria non venne apprezzato molto da Elen che amava i luoghi tranquilli e puliti, quello era caotico e fin troppo chiassoso, anche se allegro, per i suoi gusti.
    Seguì l'uoma nella stanza tripla un pò più a suoagio sapendo che la lama del golem era molto lontana da loro e non avrebbe più potuto influenzare l'uoma, se davvero questo era il suo scopo.
    La magia poteva essere infida e ingannare anche l'occhio più esperto quindi si poteva dire che quella lama nascondeva sicuramente qualche fine sinistro ma se fosse una minaccia per il gruppo era ancora un mistero.
    Elen si sedette sul letto e cominciò a riflettere, se veramente alla fine del viaggio avrebbe esplorato il mondo aveva bisogno di una cavalcatura ma un semplice cavallo poteva venire rubato o non fornire l'adeguata protezione per un essere delicto quanto lei.
    Venne subito in mente l'immagine di Frost, il cavallo glaciale che lei usava durante i periodi invernali, e altrettanto velocemente ipotizzò che da qualche parte doveva esistere un cavallo con la peculiarità opposta da poter cavalcare nei periodi estivi o in climi caldi.
    Avrebbe dovuto cercare a lungo ma se riusciva nell'impresa poteva dire di aver trovato un modo sicuro di viaggiare anche da sola, per quanto la tigre fosse utile nei boschi con la sua agilità all'aperto era più adatto qualcosa di veloce che potesse tenere testa ad un ampio gruppo di nemici.

    Elen pensò anche che nei suoi viaggi Tichondrius poteva aver visto qualcosa di simile, magari poteva indirizzarla verso il luogo in cui si trovava la mitica creatura da lei immaginata
    Nei tuoi viaggi ti sei mai imbattuto in un cavallo di fuoco? pensavo di stipulare un contratto con lui dopo il viaggio e forse tu sai dove posso trovarne uno
    Il fatto che quella domanda riguardasse la magia fece subito pensare ad Elen che l'uoma non avrebbe risposto ma almeno aveva provato ad intavolare una discussione con il mastodontico compagno di stanza, cosa che dal'inizio del viaggio le era risultato difficile per diversi motivi.
    Inizialmente la sua stazza l'aveva spaventata e, superata quella paura, la spada del golem aveva contribuito a emanare vibrazioni negative che spaventavano a morte quella piccola e indifesa ragazza.
    Con quella domanda inoltre dava l'implicito suggerimento di raccontare qualche storia sulle sue imprese militari legate al cavallo di fuoco ma non sapeva se l'uoma aveva afferrato anche quell'altra frase nascosta dalla prima.
     
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    Tichondrius;
    All'interno della locanda, nessuno dei compagni si unì a lui per la bevuta gratuita, probabilmente per Elen e Rosalinda non era minimamente di interesse il bere mentre Alya aveva sicuramente pensieri diversi. Era alquanto ovvio che era emotivamente presa dal ragazzo, non erano consanguinei e Tichondrius era quello che meno di tutti quanti si era interessato alla storia che si celava dietro quello strano comportamento ma, proprio per questo, non sarebbe stato in grado di decifrare a pieno ciò che si celava dietro quel bizzarro quanto significativo cambio di atteggiamenti nella ragazza. Era stata alquanto indomita e risoluta prima che il giovane facesse la sua comparsa, ora sembrava sprofondata in un gorgo interiore che l'aveva assorta in uno specchio di pensieri che la rendeva irraggiungibile, ma per quanto riguardava l'uoma, fino a che la conoscenza di quei dettagli personali non si sarebbe resa necessaria ai fini della missione o ai fini di dovere, avrebbe continuato a non importarsene e a non immischiarsi. Ognuno ha le sue storie e i suoi segreti ed è naturale nonché frequente che le intrusioni vengano scarsamente gradite.
    Comunque rimise in conto i sei boccali gratis non riscossi, potevano essere utili in altri momenti e l'uoma voleva evitare di bere tutto da solo per mantenere la mente lucida. Reggeva perfettamente l'alcool, specialmente perché due boccali per lui erano due bicchieri di media dimensione ma la prudenza, specialmente per i cultori dell'uo non è mai troppa. Terminata in breve la sua bevuta, si diresse verso la sua stanza assieme ad Elen. La lasciò entrare per prima aspettando fuori per circa mezzo giro di clessidra, in modo da lasciarle il tempo di sistemarsi in comodità e per lasciarle la sua privacy. Era in un certo senso seccante essere l'unico uomo con tre donne ma aveva tutto l'autocontrollo necessario a permettere a questa disparità di sesso di serpeggiare tra loro in piena autonomia e senza il minimo disagio per nessuno. Quando il tempo fu passato, bussò per sicurezza, poi si accinse ad entrare anche lui e ad eseguire a sua volta la preparazione per la notte. Nel frattempo Elen sollevò una questione per conversare, ma era ovvio che voleva sapere qualcosa che le sarebbe stato utile in futuro.
    Non in natura! I cavalli di fuoco sono esseri creati dalla magia o magari cavalli naturali corrotti dalla magia. Parliamo comunque di magia oscura. Prima del consiglio dei regnanti, indetto dai draghi, gli stregoni di Knog stavano cercando di creare una creatura artificiale creata direttamente dalla magia e che traesse forza dall'energia stessa provocata dalla sua esistenza. L'unica energia capace di alimentare e di disperderne un eccesso è il fuoco, e in queste creature, provarono a servirsi di questa caratteristica elementale per fare in modo che le creature generate attingessero all'energia stessa in eccesso per il costo magico al mantenimento del loro stato materiale. E' per questo che il golem di magia oscura che abbiamo affrontato aveva, guarda caso affinità con il fuoco. Quanto alla tua domanda...i cavalli di fuoco si chiamano "castighi". Non sono mansueti e collaborativi, anzi sono notoriamente pericolosi e sono imbrigliati nelle fucine Morgoth dell'isola di Knog e sono subito sotto la landa di Morquaith. Se vuoi un consiglio che ha a cuore la tua incolumità: non cercare di stipulare un contratto con un castigo! Se vuoi una cavalcatura da evocare e che possa gestire temperature elevate ci sono scelte molto migliori!
    Come al solito Tichondrius era andato molto oltre le parole che venivano espresse. Era un suo compito come generale e stratega elaborare e trovare ciò che non veniva espressamente detto. E naturalmente, anche se non era necessario dare tutte quelle spiegazioni, l'uo preservava la santità della vita per chi segue il proprio uo interiore, che veniva scritto tanto per gli uoma e per i cultori della vera saggezza che per gli infedeli. Elen era una donna che faceva del suo meglio con le qualità che gli erano state donate, anche se non apprezzava a sufficienza se stessa, e l'uo proteggeva coloro che erano come lei. Quindi anche se ne mancava l'utilità, Tichondrius si sentì in dovere di informare più che esaustivamente la giovane per evitarle, così, di cacciarsi in pericoli inappropriati e inutili. Se avrebbe voluto sapere di più o magari consigli su cavalcature più affidabili avrebbe potuto chiedere. Tichondrius era pronto a mettere le sue conoscenze a sua disposizione, se era necessario e se poteva servire a preservare la sua incolumità, se invece avesse voluto sapere qualcosa che non aveva alcuna utilità o a scopo di semplice curiosità o conoscenza, non avrebbe potuto estrarre parola dall'uoma, e ormai doveva sapere bene che era perfettamente in grado di tenere la bocca sigillata, se lo riteneva necessario o anche semplicemente utile.
     
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    Älya;
    Älya notò che, dopo avergli concesso la propria compagnia nelle sua personale missione, Zack si calmò e si decise finalmente ad andare a dormire.

    La ragazza sospirò e finalmente si stese nel proprio letto: era davvero stanca, non solo fisicamente, dopo non aver dormito più di tanto nell'ultimo periodo, ma soprattutto mentalmente.
    Era tanto che rifletteva su quanto la sua vita fosse cambiata e soprattutto quanto fosse cambiata lei stessa, dopo lo spiacevole incidente di Sintad: prendere un ragazzino sotto la propria ala protettrice? Tempo prima non avrebbe mai accettato di farlo.
    Ciò che le pareva più strano, era proprio il fatto di essere riuscita ad affezionarsi a qualcuno e a mentire per renderlo contento.
    Decisamente non da lei.

    Mi chiedo cosa succederà non appena scoprirà l'identità dell'assassino di suo padre. Pensò, lanciando un'occhiata all'addormentato Zack, poco prima di addormentarsi definitivamente.

    Quando si svegliò, per i raggi del sole che entravano nella stanza dalla finestra, Älya non ricordò affatto di aver sognato qualcosa, probabilmente per il sonno pesante.
    Rosalinda si era alzata prima di lei e si muoveva per la stanza, preparandosi per la partenza e Zack dormiva ancora, ma non nel proprio letto: l'aveva raggiunta nel bel mezzo della notte e lei non se ne era neppure accorta.
    Crede di essere grande eppure ha ancora bisogno di sentirsi protetto.

    Älya si alzò, allontanandosi dal ragazzino e raggiungendo Rosalinda per il preparativi per il viaggio; ringraziò che la maga non avesse voglia di chiacchierare, soprattutto dopo quello che era successo la sera prima e poi, una volta preparata, tornò da Zack.
    Svegliati, Zack. Stiamo per andare via. Lo svegliò, facendolo mugugnare.
    Lui si mise a sedere, stropicciando gli occhi e poi la guardò, con un'espressione contenta: la promessa della ragazza doveva avergli sollevato di molto il morale.
    Sembrava tornato allegro proprio come giorno prima.
     
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    Elen;
    Tichondrius sconsigliò alla mezz'elfa di mettere in atto quell'idea spiegandole che i castighi, così si chiamavano i cavalli di fuoco a quanto pare, avevano una natura incontrollabile e violenta quindi inadatti a lei.
    La cosa dispiacque molto ad Elen che comunque non voleva mettere in pericolo la sua vita in un impresa suicida, se l'uoma diceva che era troppo pericoloso doveva essere per forza così.
    Si offrì anche di consigliarle una scelta migliore qualora lo avesse ritenuto necessario, possibilità che venne accolta subito dalla mezz'elfa. Tichondrius doveva essere un esperto e sicuramente poteva dirle cosa meglio si adattava a lei e al viaggio che aveva in mente
    Dai racconti avevo intuito che fossero molto forti ma credevo anche che esistessero dei castighi diversi e più pacifici, tendo ad essere troppo ingenua a volte. Secondo te cosa andrebbe bene per me? mi piacerebbe viaggiare dopo la missione e sentirmi sicura al tempo stesso
    Chiese la mezz'elfa all'uoma con un timido sorriso, in fondo cominciava ad affezionarsi ai compagni di viaggio e anche quei dialoghi non rappresentavano uno stress per lei come spesso accadeva con gli estranei.

    Ascoltata la risposta dell'uoma Elen Decise che era il momento di riposare, la sera prima non aveva dormito molto bene e adesso si sentiva più stanca del solito.
    L'uoma sembrava invece non aver bisogno di riposo, anni di addestramento lo avevano reso, probabilmente, immune alla stanchezza o comunque molto resistente ad essa.
    Questa era un ottima qualità in missioni urgenti come quella ma il fatto che l'uoma fosse il capo perfetto faceva risaltare l'inespierienza di Elen e degli altri membri del gruppo che sicuramente stavano apprendendo nozioni di sopravvivenza molto utili soltanto viaggiando con lui.
    Nozioni che Elen avrebbe messo a frutto in un prossimo futuro anche se non sapeva ancora ne come ne quando le sarebbero tornate utili.

    Elen sognò sicuramente qualcosa quella notte, qualcosa di stupendo, ma al mattino seguente ogni ricordo di quella esperienza, vissuta nella sua mente, era sparita nel nulla lasciando soltanto il vuoto e un vago senso di felicità dietro di se.
    Si guardò intorno con gli occhi ancora mezzi addormentati e notò che l'uoma si era già svegliato e preparato, questo da solo basto a far credere ad Elen di aver dormito troppo e ritardato la partenza di qualche minuto se non peggio.
    Mi auguro che non sia così, l'unico motivo della mia stanchezza è stato l'assalto di ieri sera e il non essere riuscita a seguire il consiglio di Tichondrius
    A parte lei c'erano altre due o tre persone nella sua stessa situazione ma non sapeva se loro erano riuscite a svegliarsi in tempo, ammesso che la teoria della mezz'elfa fosse corretta.
    La colpa, in ultima analisi, di una partenza ritardata sarebbe stata soltanto di Elen o da dividere fra tre persone, il che non rendeva la cosa più facile da digerire.
    Di positivo c'era che si sentiva riposata e pronta ad almeno mezza giornata di cammino, nonostante fosse piccola aveva molte energie da spendere e questo era uno dei pochi pregi di cui fosse a conoscenza.
     
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    Tichondrius;
    Per quanto Tichondrius fu onesto ed esaudiente non poté fare a meno di generare una certa quantità di delusione nella giovane Elen ma non bastò a scoraggiarla, il che era una buona cosa e significava che stava cominciando a prendere coraggio e consapevolezza. Sarebbe stato sciocco pensare che ciò che stava ottenendo non era in parte dovuto alla sicurezza che le dava stare con una persona come Tichondrius che era pienamente dalla sua parte, era anche chiaro che eventuali cose che potevano intimidirla, come ad esempio pericoli o fonti di incertezza erano ora fuori portata, in pratica, era per una serie di fattori che la giovane elfa stava uscendo dal suo guscio e, a contatto con persone diverse avrebbe dovuto compiere nuovi sforzi per mantenere quello stesso stato, ma almeno il lavoro non sarebbe stato da zero, poiché ciò che stava conquistando ora sarebbe rimasto dentro di lei e in futuro avrebbe solo dovuto tirarlo fuori nuovamente. A questo proposito, l'uoma doveva infonderle anche una certa dose di supporto con la sua sicurezza ed esperienza, il che la aiutava nel vincere le sue debolezze.
    Chiese quindi un parere all'uoma su quale potesse essere un mezzo di trasporto adeguato che potesse anche renderla sicura. Tichondrius restò a riflettere per qualche momento, e sebbene non fosse un periodo particolarmente lungo, fu anche abbastanza da far trepidare nell'attesa. Quando tornò a parlare cominciò chiarendo una cosa:
    Noi uoma non amiamo la magia, ma visto che molti dei nostri nemici la usano dobbiamo conoscerla per poterne comprendere gli effetti, i punti deboli e le contromisure necessarie. Da questi studi, è emerso che i maghi che usano la magia bianca, come te, e che possiedono la facoltà di potenziare le doti degli alleati sono in grado di incantare magicamente delle specie per adattarle alle proprie esigenze. Se hai bisogno di un compagno fedele adatto sia per viaggiare sia per supportarti in battaglia potresti selezionare un animale adatto al viaggio e adeguato per essere cavalcato o comunque a trasportarti e poi lo puoi potenziare esattamente nello stesso medesimo modo con cui potenzi gli alleati in battaglia. L'unica differenza e che dovrai studiare preventivamente un sistema magico che gli consenta un cambiamento permanente, ad esempio potresti legare l'effetto dell'incantesimo a qualche oggetto con una elevata capacita conservativa dell'energia, oppure potresti eseguire un rituale di trasfigurazione, di metamorfosi o di potenziamento in modo che il cambiamento sia fisico e che le doti che gli offri vengano legate al cambio della forma. Esattamente come è successo per il frisone da guerra che mi hanno dato gli elfi. Dovrebbe essere la soluzione più idonea e che ti garantirà il minimo pericolo e al contempo il massimo rendimento nel risultato. Ciò che non conosco sono i processi di stipulazione del patto di evocazione. Per un guerriero è meglio saper valutare e studiare ogni singolo essere evocato che comprendere gli ingranaggi che si nascondono dietro alla magia di richiamo. Una volta che avrai reso adeguata la creatura da te scelta dovrai vedere tu se è possibile legarla a te per evocazione e, naturalmente, dovrai scoprire anche come farlo eventualmente!
    La risposta doveva rispondere perfettamente alle esigenze della giovane mezz'elfa, per tanto, raggiunto l'obbiettivo di quella conversazione, dopo essersi scambiati pochi altri convenevoli si misero a dormire. Tichondrius dormiva diagonalmente su due letti messi vicini e, anche in quel modo, aveva le gambe che fuoriuscivano all'altezza della coscia e che scendevano sino al pavimento della camera. Elen invece, dormiva comodamente e negli spazi previsti sul letto rimasto. La nottata fu tranquilla e Tichondrius non si preoccupò di rimanere particolarmente vigile. Sia perché si fidava di Volund e delle guardia di stazione nella locanda, sia perché aveva appoggiato lo scranno della porta sui cardini, se qualcuno avrebbe provato ad entrare di soppiatto evitando di far rumore avrebbe fatto cadere i cardini di nuovo nella loro cerniera provocando un rumore sufficientemente grande da destare chiunque e avrebbe messo subito l'Hellfalas in allarme. Inoltre il suo spadone era come sempre al suo fianco, nascosto sotto la coperta mentre dormiva e, per ciò, sarebbe bastato pochissimo per essere perfettamente operativo e in grado di difendersi dagli assalitori.
    Con una notte tanto serena quanto segnata da un sonno privo di vigilanza, il mattino arrivò molto presto e, naturalmente, le abitudini dell'uoma lo fecero saltare giù dal letto prima degli altri. Lasciò che Elen dormisse e recuperasse il sonno mancato nella notte precedente, quindi si mise a sistemare la roba per riprendere il viaggio concedendole altri minuti preziosi di riposo. Nonostante la sua determinazione a svegliarla se si fosse fatto troppo tardi, ella si destò spontaneamente quando il sonno l'aveva completamente ridestata quindi non ci furono ritardi degni di nota. Il resto del tempo fu impiegato nei preparativi e nella rigenerazione delle loro scorte. Restava solo da aspettare il verdetto di Alya sulle sue intenzioni definitive riguardo al ragazzo. Sebbene si fosse deciso ad accompagnarlo dalle beretrici, l'emotività e l'attaccamento tra i due poteva spingerla a cambiare piano. Tichondrius non se la sentiva di mettere a rischio la missione e se il ragazzo doveva continuare a stare con loro avrebbe almeno potuto pensare a qualcosa di adeguato per proseguire la loro missione in sicurezza, sia per quanto riguarda le informazioni riservate che riguardavano l'intero regno, sia per quanto riguardava la ragguardevole possibilità di incappare in pericoli che avrebbero preteso dal gruppo una attenzione per se stessi, per la missione, per i loro nemici e anche per un giovane inesperto da difendere, il che poteva anche essere troppo per uno di loro e spingere l'intera missione verso un destino fatale. Tuttavia restava comunque una decisione di Alya e bisognava interfacciarsi con lei prima di qualsiasi altra cosa. Per tanto, recuperati i cavalli dalle stalle, prima di dirigersi verso il centro della comunità attese di sentire da Alya quale fossero le sue intenzioni più prossime.
     
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    Älya;
    Il trio uscì dalla propria stanza, equipaggiato di tutto punto, con le chiacchiere di Zack che facevano da sottofondo nella quiete mattutina.
    Era una fortuna che Rosalina lo stesse a sentire gentilmente, perché Älya non faceva che perdere il filo del suo discorso, per non parlare della solita poca voglia di chiacchiere.

    Una volta fuori ed una volta recuperati i cavalli, la ragazza raggiunse Elen e Tichondrius, che l'avevano preceduta e li salutò con un cenno della testa.
    Accompagniamo Zack alla comunità di beretici e poi proseguiamo il viaggio. Disse, tirando le briglie del proprio cavallo nella direzione dalla quale erano arrivati: era poco più lontano che si trovava l'edificio dove avevano intravisto le donne occuparsi dei ragazzi a loro affidati.

    Il tragitto fu silenzioso: il ragazzino aveva smesso di parlare e camminava affianco alla ragazza, ma il suo non era un silenzio offeso, bensì serio.
    Sembra più grande. Pensò, lanciandogli un'occhiata di sbieco.

    Allora, Zack. Gli disse, una volta che una delle donne della comunità si fu avvicinata a loro Rimani qui a Yel e non andartene da solo. Io tornerò il prima possibile.
    Il ragazzino la guardò, con un sorriso convinto, mettendosi le mani sui fianchi.
    Ricorda che me l'hai promesso. Le disse, facendo sfuggire alla ragazza un sorrisetto appena accennato.
    Me lo ricordo. Älya gli scompigliò i capelli e poi si voltò verso i compagni, mentre il piccolo Tehnal salutava tutti da lontano con un gesto della mano e poi si faceva accompagnare dalla signora all'interno dell'edificio.

    Possiamo andare, Tichondrius.
     
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    Elen;
    Elen preparò tutto il necessario per il viaggio appena la sua mente si riprese dal risveglio, cercò di essere veloce ed efficiente non riuscendo ad escludere la possibilità di aver dormito troppo.
    L'uoma l'avrebbe sicuramente svegliata in quel caso ma non doveva essere necessariamente così quindi stava alla mezz'elfa cercare di non rallentare il gruppo anche se, come aveva intuito, si era svegliata più o meno allo stesso orario di Alya, Rosalinda e del ragazzino.
    Si incontrarono nella locanda, incredibilmente silenziosa, ma prima di partire la maga e la donna si allontanarono per portare il bambino al luogo visitato il giorno prima, Alya doveva tenere moltoal bambino inoltre Elen ebbe l'impressione che i legame fra i due fosse ancora più forte della sera prima.
    Cosa fosse successo era un mistero ed Elen non avrebbe chiesto nulla, quando Alya aveva respinto la sua proposta aveva fatto intendere che non apprezzava persone troppo curiose e/o testarde.

    Durante l'attesa Elen ripensò alle parole dell'uoma, trovare un cavallo e incantarlo in modo permanente per aumentarne prestazioni fisiche, legarlo ad un elemento senza renderlo crudele, e poi stringere un patto con lui richiedeva molto lavoro e conoscenze che la mezz'elfa non possedeva.
    Avrebbe dovuto studiare l'argomento a fondo o vedere un esperto e farsi insegnare tutto il necessario, in entrambi i casi era un'impresa ardua per lei e non andava sottovalutata in alcun modo.
    Per tutto il tempo rimuginò su cosa fare e come farlo per raggiungere quell'obiettivo affrontando meno pericoli possibili ma da sola non riuscì a raggiungere nessuna conclusione utile.
    Questi pensieri vennero interrotti dal ritorno di Alya e Rosalinda pronte e a riprendere il viaggio, durante il tempo rimanente poteva chiedere a rosalinda se sapeva qualcosa sull'argomento.
    Alya e Tichondrius quasi sicuramente non potevano insegnarle la teoria che stava dietro la pratica per motivi diversi ma una maga come lei forse poteva aiutarla con informazioni utili come il luogo migliore per il rituale o il tipo di oggetti più adatto a quel tipo di compito.
    La mezz'elfa seguì il gruppo chiedendosi cosa li aspettasse dopo la fine diquel viaggio, erano a un giorno di distanza dal regno dei nani e fra poco lei si sarebbe trovata a viaggiare da sola senza la protezione di quel gigante buono di nome Tichondrius.

    Un brutto momento per Elen fu il ritorno della lama del golem vicino l'uoma, l'aspetto sinistro di quella lama la intimoriva, quando tornarono in sella ai cavalli tenuti, fra l'altro, in modo perfetto.
    L'unica cosa che distrasse Elen dalla lama mastodontica fu la reazione delle persone alla vista del destriero di Tichondrius:intimorite e al tempo stesso spaventate, per un pò basto a far dimenticare della nefata presenza di un arma tanto oscura nei suoi immediati paraggi.


    Che ne dite di far piovere un pò?^^ fino ad ora c'e stato soltanto tempo sereno e un cambio in senso negativo mi sembra una buona idea
     
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    Tichondrius;
    In definitiva, Alya optò per seguire il programma così com'era stato deciso, cioè di lasciare il giovane dalle beretrici. Il ragazzo sembrava particolarmente collaborativo e sebbene regnasse nello stesso silenzio che lo aveva contraddistinto dal momento in cui aveva saputo di non poter perseguire nella sua missione di vendetta personale, non sembrava animato dallo stesso stato di sconforto. Dovevano aver parlato in camera la sera prima e, qualunque fossero stati i discorsi effettuati, dovevano aver soddisfatto almeno in parte il ragazzo.
    Alla luce di questa decisione, la compagnia fece a cavallo il breve tratto che lo separava dalla sede della comunità. Il passaggio di Tichondrius con il suo mastodontico destriero colpiva le persone che se lo vedevano a poca distanza e aveva anche il vantaggio di dissipare la folla sul loro cammino lasciando libera la strada davanti a loro. Dalle beretrici l'uoma entrò e scambiò una breve conversazione con la direttrice spiegandole la situazione, se non dovevano accompagnarlo ma tenerlo solo con loro per un periodo di pochi giorni non avrebbero dovuto pagare. Quando lui e la donna uscirono per accogliere il ragazzo, quest'ultimo e Alya si scambiarono poche semplici parole che diedero fondo alle supposizioni del guerriero...c'era stato una promessa, una promessa a cui il ragazzo teneva particolarmente e si stava assicurando che venisse mantenuta. Perfino le esalazioni chimiche che emanavano dalla pelle della donna erano cambiate, quando entrava in vigore un istinto di protezione che colpiva il lato materno di una donna, il cervello tendeva sempre a smuovere diversamente gli ormoni. Ciò dimostrava che non era solo il ragazzo ad aver cambiato atteggiamento, l'insofferenza della donna si era trasformata in un affetto molto particolare.
    La direttrice accolse il giovane con una mano sulla spalla in segno di un semi abbraccio e lo accompagno dentro, Alya a quel punto confermò all'uoma di dover partire.
    Molto bene! Usciremo dalla porta sud-est del villaggio di Yel così da allinearci già verso la nostra destinazione, la deviazione ci è costata mezza giornata a galoppo, quindi... - Tichondrius lanciò a ciascuna di loro un sacchetto contenente delle erbe aromatizzate con alcune scaglie secche di fiori di paracelso. - ...date questa mistura ai vostri cavalli ogni due giri di clessidra, ho dato ordine allo stalliere di riempire al massimo le borracce e di aggiungerne una per ogni cavallo aggiuntivamente. Con questo accorgimento i cavalli dovranno bere il doppio perché la mistura farà venire loro sete ma correranno più veloce e avvertiranno di meno la fatica... - Assicurandosi che nessuna di loro sospettasse che fosse un maltrattamento si affrettò a precisare - ...i cavalli soffrirebbero di più con una cavalcata normale che con questo metodo. Non si usa spesso perché alcuni degli ingredienti di questo composto sono estremamente rari, ma abbiamo seria necessità di recuperare il ritardo accumulato. Con la mistura presa agli intervalli che vi ho detto, arriveremo prima della sera inoltrata dinanzi al re. In mancia!
    Con un colpo di redini, incitò il suo cavallo e presa una adeguata porzione della mistura gliela fece mangiare, il cavallo pulì la mano di ogni briciola servendosi della lingua. Intanto la compagnia raggiunse i cancelli sud-orientali, gli effetti del composto si fecero sentire e la respirazione del cavallo si fece molto regolare, come un trotto tranquillo, mentre la velocità ebbe una percettibile impennata. Il fatto di arrivare dal re prima della sera inoltrata non era l'unico motivo. I nani, se non potevano ricevere l'autorizzazione del guardia cancello per lasciar entrare qualcuno, sbarravano i cancelli e avrebbero dovuto incontrare il re l'indomani mattina, una cosa che voleva evitare soprattutto considerando il fatto che si stavano addensando pesanti nuvoloni all'orizzonte e il vento spirava violentemente verso ovest, il che significava che se non sarebbero riusciti a trovarsi entro la congiungente del fiume Led prima del pomeriggio di quello stesso giorno avrebbero dovuto cavalcare dentro la tempesta per due miglio fino ad incontrare il cuore dell'intemperia ed essere costretti a fermarsi. Un'altra cosa che lo preoccupava, era che una volta guadato il fiume avrebbero trovato sicuramente banditi e ogni genere di spiacevole incontro e avrebbero potuto evitarli solo se si sarebbero trovati a percorrere il fianco della montagna quando la tempesta stava già imperversando. Per tanto Tichondrius sperava di riuscire ad essere estremamente precisi nei tempi, se tutto andava bene non avrebbero avuto nessun intoppo, se sbagliavano i tempi di anche una sola tappa, si sarebbero trovati la tempesta o i banditi ad aspettarli.
     
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    Älya;
    Cavalcavano da tempo e sotto la pioggia: una volta varcati i confini di Yel, ed essersi lasciati, quindi, alle spalle l'ultima cittadina prima del regno di Honorth, la pioggia aveva cominciato a scendere.
    Aveva cominciato a scendere leggera, ma il galoppare veloce dei destrieri della compagnia li aveva allontanati dal cielo terso, facendoli finire nel bel mezzo di un acquazzone.

    Älya era rimasta in silenzio per tutto il tragitto, come aveva sempre fatto prima di allora, cercando di trovare un modo, al suo ritorno a Yel, per portare Zack a Sintad, invece che in giro per Eirydia alla ricerca di un ipotetico assassino.
    La pioggia sferzava tra i suoi capelli, per colpa della velocità della loro marcia, ma a lei non importava più di tanto: l'importante era recuperare il tempo perso e raggiungere Maj'krat il prima possibile.
    Non era esattamente l'ideale cercare un riparo per la notte con tutta quella pioggia.

    Mi chiedo se continueremo a cavalcare sotto la pioggia ancora per molto. Pensò, rendendosi conto di quanto fosse più stanca lei del proprio cavallo: quel misto di erbe che Tichondrius aveva fornito loro gli permetteva di non stancarsi quasi per nulla.
    Gliene diede un'altro po', sporgendosi verso il suo muso.
    Non aveva mai sentito parlare di quella mistura fino a quel giorno, anche se sapeva di quali miracoli fossero in grado gli erboristi, assieme ai loro intrugli.

    Non riesco a vedere oltre questa pioggia. Urlò all'uoma, che precedeva tutti nella galoppata, cercando di sovrastare il rumore degli zoccoli e del temporale.
    Quanto manca ancora per raggiungere il Led?
     
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    Elen;
    Prima di ripartire Tichondrius distribuì alcuni sacchetto con delle erbe spiegando al gruppo che dovevano darle ai cavalli.
    Questo avrebbe favorito le loro prestazioni fisiche ma avrebbero dovuto bere più del solito, specificò anche che era un modo per far sentire di meno al fatica a quei poveri animali il che era dovuto sicuramente alla discussione avuta all'inizio del viaggio sulle condizioni dei cavalli.
    Elen prese il sacchetto, che l'uoma gli aveva dato, e annuì spronando il cavallo a partire insieme agli altri con un gesto gentile ma deciso, cominciava a capire come cavalcare e gestire un lungo viaggio e quelle conoscenze sarebbero sicuramente tornate utili in futuro.
    Se questa era una notizia positiva c'era da aggiungere anche un gruppo di nuvole nere all'orizzonte che minacciavano una tempesta in piena regola con tano di fulmini ed era nella direzione in cui loro dovevano andare.
    Se richondrius l'aveva vista non sembrava preoccuparsene affatto visto l'atteggiamento calmo e concentrato che esibiva, Elen non poteva che sperare in un miracolo che facesse sparire quel fastidioso fenomeno meteorologico.
    Miracolo che non avvenne poichè ben presto si ritrovarono a viaggiare sotto la pioggia battente, fortunatamente niente fulmini, ed Elen giurò di aver visto Alya dire qualcosa ma le parole di lei furono divorate dal vento che le portò via con se.
    Per tale motivo Elen non provò nemmeno a parlare sapendo che la sua debole voce non avrebbe mai avuto la meglio su un nemico tanto potente, sperò soltanto di trovare presto un riparo o di vedere la loro meta all'orizzonte.

    A parte questo riusciva a gestire le razioni d'erba e d'acqua per il suo cavallo, che sembrava meno disturbato da quell'aquazzone, e procedeva con una velocità più alta rispetto a quella di inizio viaggio per merito delle erbe.
    Elen al contrario cominciava a risentire del tempo sentendosi stanca e combatteva col vento per non essere sbalzata via dal cavallo, era estremamente leggera e l'eventualità che una folata la facesse volare via non era da scartare a priori.
    L'unica cosa che le venne in mente era di posizionare una barriera davanti a lei così da non dover combattere il vento e la pioggia e fece lo stesso con i compagni di viaggio notando una certa stanchezza in Alya.
    Compiuta questa operazione avvertì comunque stanchezza poichè doveva mantenere attive la barriere ,a almeno gli altri avrebbero potuto riprendersi e combattere al meglio in caso di pericolo.
    Ho pensato che riparandoci dal vento e dalla pioggia potevamo recuperare energie, potrebbero tornarci utili in caso di pericolo
    Disse la mezz'elfa ora non più ostacolata dal vento ma la sua voce piccola e delicata sarebbe arrivata alle orecchie dei compagni di viaggio? anche se così non fosse stato avrebbero percepito la barriera e commentato la sua utilità o inutilità.
    In entrambi i casi sperava di non star sprecando delle energie poichè ciò, oltre all'imbarazzo di aver commesso un errore, avrebbe minato quella piccola dose di fiducia che l'uoma a capo della spedizione aveva inspirato in lei.

    In attesa di una risposta guardava davanti a lei ma non riusciva a vedere niente per colpa della pioggia che di fatto impediva di capire dove stessero andando e addirittura se stavano seguendo un percorso dritto o irregolare facendoli viaggiare, di fatto, alla cieca.
    Il rock in quella situazione sarebbe tornato estremamente utile ma era stato stabilito che i cavalli erano la scelta migliore quindi si poteva soltanto sperare in un miglioramento del tempo o qualche altro evento di natura positiva.
    A quel ritmo chiunque dei membri avrebbe potuto prendersi un malanno per colpa del tempo, tutti tranne Tichondrius che forte com'era non poteva certo venire influenzato da una cosa del genere.
    Nella mente della mezz'elfa l'uoma era un guerriero imbattibile e inattaccabile, quasi intoccabile e protetto contro ogni tipo di male ma sapeva che un immagine tanto perfetta e grandiosa non poteva essere veritiera.
     
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    Continua qui: Messaggeri verso Maj'krat
     
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