Alla volta del valico

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    LA STORIA FIN ORA
    Compagnia indesiderata
    Senza averlo voluto, Esther si ritrova teletrasportata nei pressi del lago vicino alle montagne del regno di Honort, in compagnia del misterioso elfo incappucciato che aveva incontrato ad Aresmelle.
    Sebbene Seanah sia riluttante, acconsente ad accompagnare la supplicante elfa fino a metà strada, nascondendole che sarebbe comunque tornato nella città degli elfi.
    Lungo il cammino, l'elfo si rende conto di essere pedinato da una sua compagna orthugal, Karen, che pare abbia il compito di sorvegliarlo.
    Seanah è nei guai: anche i suoi compagni ora sanno che ha compromesso la missione, portandosi dietro il suo obiettivo e generando il caos nella capitale degli elfi.



    CITAZIONE (• Fyan • @ 29/8/2015, 11:41) 
    zuwci_zpsxltpowtj
    Esther;
    Senza aprire bocca, Esther continuò a seguire l'elfo dagli occhi verdi, osservando di tanto in tanto la sua schiena.
    Era frustrante seguirlo passivamente, lo sentiva che lui non aveva nessuna intenzione di parlarle.
    O di considerarla fisicamente con lui.

    Nonostante tutto, non disse niente per tutto il tempo.
    Non perchè non avesse da dire, anzi, aveva così tante domande da fare a Seanah, sul suo passato e sul proprio, ma anche su dove fosse andato.
    E su cosa stesse nel bosco.
    Però parlare con lui era inutile: più che qualche parola, l'elfo si limitava a prenderla in giro.

    Nemmeno si rese conto di quanto tempo avesse passato camminando: le sembravano passate ere da quando gli aveva detto del Andiamo., non ce la faceva proprio a reggere ancora.

    Seanah Dorchadas
    Seanah;
    Spesso aveva sentito gli abitanti di Honorth denominare amichevolmente "Verdelago" la porzione di bosco che circondava il lago.
    Giravano un sacco di leggende su quel posto. Alcuni dicevano che le ondine del lago rapissero gli ignari, trascinandoli sul fondo, altri parlavano invece delle creature misteriose della vegetazione circostante. C'era chi avesse giurato di vedere gli alberi muoversi o chi parlava di miniere piene di minerali preziosi.

    Nani, gente superstiziosa. Commentò Seanah nella sua mente, mentre proseguiva.

    Il bosco sembrava tranquillo: passarono sotto un coreografico albero, piegato quasi ad arco dal vento, intorno alla cui chioma aleggiavano nardilli e lucciole. A detta di molti sembrava proprio quello il confine fra Verdelago e le Foreste Sempreverde.

    D'un tratto, però un rumore diverso spezzò il filo dei pensieri dell'elfo. Per un attimo credette si trattasse ancora di Karen, perché il rumore era lo stesso. Eppure non poteva essere lei: quello che sembrava muoversi fra gli alberi era qualcosa di più grosso.

    Non sembrava nemmeno nascondersi, in realtà. Qualcosa si stava muovendo verso di loro dal folto del bosco.
    Di nuovo si sentì un ululato, come quello precedente, ma questa volta era più vicino.

    Seanah rallentò il passo per ascoltare i rumori e non coprirli coi suoi passi, guardando in direzione del rumore. Fece cenno all'altra elfa di non proseguire, con un braccio.


    Edited by • Fyan • - 22/9/2015, 11:09
     
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    zuwci_zpsxltpowtj
    Esther;
    Come Esther aveveva pensato, non avevano affatto parlato.
    Seanah aveva proseguito serio e in silenzio, facendole strada nel bosco, sicuro di dove stesse andando.
    Esther non aveva idea di dove si trovasse, ma continuava a camminargli dietro.

    Non seppe nemmeno quanto tempo dopo, che un rumore la distrasse. Non era lo stesso che aveva sentito tutto il tempo, quello del bosco di notte e nemmeno era un rumore che facevano loro calpestando le foglie.
    Qualcosa si avvicinava.

    Si voltò allarmata verso la fonte del rumore, proprio mentre Seanah la faceva fermare. Doveva averlo sentito anche lui.

    Istintivaments portò la mano a stringere il pugnale che lui le aveva dato, ancora con lo sguardo fisso sul buio del bosco.

    C-cos'è? Sussurrò, talmente a bassa voce che forse nemmeno Seanah l'avrebbe sentita.
     
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    Seanah Dorchadas
    Seanah;
    Improvvisamente qualunque rumore di bosco nella notte suonò inquietante alle orecchie di Seanah.
    Quella situazione gli ricordava fin troppo diverse situazioni sulle montagne di Knagwar. Notti innevate in un bosco desolato si prestavano ad attacchi notturni.

    Il rumore proveniva dalle loro ore due, così Seanah indicò all'altra di allontanarsi lentamente verso la sinistra, in direzione opposta.
    Intanto estrasse piano un pugnale.

    Per quanto la tensione facesse sembrare tutto lento e scandito, ci volle meno di un secondo perché la creatura uscisse allo scoperto e si mostrasse alla luce della luna.
    Dagli alberi spuntò fuori un grande lupo nero, fin troppo grande per essere normale.
    Le membra erano stranamente allungate e gli occhi due tizzoni ardenti e pazzi.

    Seanah lo guardò assottigliando lo sguardo.
    Ironico. pensò, al vedere il grande lupo proprio sotto l'immagine della luna che era alta sulle chiome degli alberi.
    Luna piena: era un lupo mannaro.

    Attese, spingendo con la schiena Esther ad arretrare lentamente. Se fossero stati abbastanza silenziosi, forse avrebbero potuto passare inosservati.
     
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    Esther;
    La mano di Esther si serrò con più forza sull'elsa del pugnale, mentre terrorizzata arretrava.
    Se non la stesse spingendo Seanah, sarebbe rimasta lì, immobile, a fissare gli occhi luminosi di quell'enorme lupo.

    L'elfo non aveva parlato e la stava allontanando di soppiatto e allora Esther capì, per quanto fossero pericolosamente vicini alla creatura, che ancora non li aveva notati.

    Ti prego va via. Va via. Ripeteva nella testa, quasi a voler stupidamente implorare il lupo di allontanarsi.
    Non aveva nemmeno il coraggio di tirare fuori l'arma: le era così estranea.
    Ma doveva pur difendersi. Seanah non avrebbe perso tempo a pararle le spalle, per quanto avesse il solo ordine di controllarla.

    Deglutì il più silenziosamente possibile e poi, mentre ancora arretrava verso sinistra, cominciò a tirare fuori il pugnale.
    Per la prima volta dopo tanto tempo, capì di essere completamente indifesa.
    Senza l'arco o Bitterblue non sapeva fare niente.
     
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    Seanah Dorchadas
    Seanah;
    Seanah continuò ad arretrare estremamente lentamente, rimanendo per lunghe pause fermo, ascoltando il suo stesso respiro.

    Il lupo mannaro si guardò intorno circospetto e annusò l'aria. Un rivolo di saliva gli colò incontrollata sul letto ti aghi e foglie secche sotto i loro piedi.

    Seanah era quasi sicuro che non fosse riuscito ad accorgersi di loro, ma in un attimo la sua speranza crollò: sentì dietro di sé, sotto i piedi di Esther, un rametto spezzarsi sonoramente.

    La creatura emise un ringhio minaccioso, localizzandoli con i suoi occhi bramosi.
    Il ringhio crebbe nel fondo della sua gola, crescendo sempre di più. Poi, un paio di balzi: fu già loro addosso.

    L'azione fu rapida: percepito lo scatto dei muscoli del nemico, estrasse incrociati e contemporaneamente i pugnali avvelenati.
     
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    Esther;
    Ci aveva sperato davvero di riuscire a nascondersi ed evitare l'attacco del lupo mannaro, ma quando sentì il rumore del ramoscello da lei stessa calpestato, le si gelò immediatamente il sangue nelle vene.

    No, no, no no! Pensò terrorizzata, incapace di far uscire un solo fiato dalla bocca, mentre la mostruosa creatura si fiondava su di loro con un inquietante verso.

    Esther vide Seanah sfoderare i pugnali e si chiese per un secondo se da solo ce l'avrebbe fatta. Lei era terrorizzata, non sarebbe riuscita a muovere un dito, nemmeno volendolo.
    Il suo corpo si rifiutava di fare qualsiasi cosa che non fosse arretrare o stringere la presa sul pugnale sfoderato.

    Voglio il mio arco. Pensò in un attimo di lucidità. Almeno così avrebbe potuto aiutare l'elfo.
    Anche se forse lui stesso se la sarebbe presa con lei per averli fatti scoprire.

    Tutto quello che poteva fare era continuare ad allontanarsi.
     
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    Seanah Dorchadas
    Seanah;
    Ancor prima che il nemico li raggiungesse, Seanah s'era preparato al contraccolpo.
    Non aveva dubbi che il lupo mannaro si sarebbe scagliato su di loro senza una vera strategia. Il loro istinto era quello di mordere per far trasformare altri viventi in mannari, quindi un morso valeva l'altro.

    Seanah puntò i pugnali in avanti per contrastare il peso della bestia, ma questa fu sorprendentemente veloce: per evitare di finire infilzata dalle lame e non potendo fermare la foga della sua carica, menò una zampata al braccio di Seanah deviando i pugnali verso destra.

    Tsk.
    Alla sua velocità inaspettata, Seanah cercò subito di contrattaccare con l'altro pugnale, nella mano sinistra, mentre il licantropo spalancava minacciosamente le fauci con l'intento di avvicinarsi il più possibile.
    La mano dell'elfo fu veloce nell'infliggergli una leggera ferita nel fianco e approfittare per scansarsi da sotto la sua presa.
    Il lupo mannaro cadde prono guaendo leggermente, ma fu lesto a ritornare sulle zampe. Questa volta alzò gli occhi iniettati di sangue sulla figura dell'elfa che gli stava davanti.
    Poco importava al suo cervello di canide chi avrebbe morso: l'importante era farlo.

    S'alzò ringhiando e veloce si fiondò su Esther.


    Edited by Kiramor - 31/8/2015, 12:53
     
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    Esther;
    Bastò un solo secondo con gli occhi fissi in quelli iniettati di sangue del lupo mannaro per far reagire la terrorizzata elfa.
    Si sentì improvvisamente avvampare e capì che se non avesse fatto nulla e fosse rimasta lì impalata dietro a Seanah, il lupo l'avrebbe uccisa.

    Sussultò e prima che questo potesse fare qualsiasi cosa, Esther si spostò in fretta sulla destra, correndo fuori dalla portata dei suoi attacchi.

    Si nascose dietro ad un albero il più in fretta possibile, mentre ancora teneva stretto il pugnale nella mano destra.
    Rimase lì in attesa, col fiato grosso, sperando di non doverlo mai usare.

    Fa qualcosa Seanah.
     
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    Seanah Dorchadas
    Seanah;
    L'attacco del mannaro fu troppo lento per riuscire a cogliere impreparata l'elfa.
    Questa infatti si nascose dietro un albero, ed il licantropo si ritrovò a scorticare leggermente con i denti soltanto qualche pezzo di corteccia.

    Seanah intanto approfittò della distrazione del nemico per cercare di coglierlo di sorpresa alle spalle: non aveva fatto a meno di notare che i movimenti della creatura erano improvvisamente rallentati da quando l'aveva colpito.
    Dentro di sé si lasciò andare ad un minuscolo sorriso soddisfatto: il veleno sulle lame doveva essere entrato in circolo.

    Non era però momento di perdere tempo.
    Lanciò il primo pugnale verso la creatura. Se fosse riuscito a colpirlo anche solo di striscio, il veleno avrebbe potuto fare effetto ancora più velocemente. Era uno dei piccoli vantaggi che amava delle sue armi: non doveva per forza decapitare un nemico per sconfiggerlo.

    Il pugnale volò roteando rapido, colpendo alle spalle il nemico, che stava per aggirare l'albero. Un ululato di dolore si alzò nel bosco oscuro.
    Seanah s'avvicinò dunque per colpirlo di nuovo. Corse verso di lui brandendo il secondo pugnale avvelenato ed estraendo l'ultimo normale che gli rimaneva.
    Con un tondo sentiva già la vittoria in pugno, quando il lupo si voltò su sé stesso, rapido. Colpì l'elfo con gli artigli proprio durante lo stesso movimento.

    Seanah strinse i denti, ignorando il dolore della ferita. Contrastò la forza di inerzia per non lasciarsi allontanare dal colpo ed afferrò saldamente il polso della creatura. Velocemente lo tirò verso il basso, lasciando che cadesse sul terreno. Il mannaro si dimenò disperatamente, e diverse foglie secche s'alzarono in aria.
    Senza lasciarlo andare, Seanah lo fermò ulteriormente con un piede e in nemmeno un secondo gli affondò il pugnale nella nuca.
     
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    Esther;
    Esther aveva ancora il fiato grosso, ma si sporse a guardare l'enorme figura del lupo mannaro sovrastata da quella agile dell'elfo, il pugnale ben piantato nella nuca.

    Lentamente uscì anche dal nascondiglio improvvisato e inconsciamente lasciò andare la forte presa che aveva sul pugnale.
    Osservò il corpo immobile del mostro e fece un passo incerto verso Seanah.

    È morto? Chiese, anche se la risposta la conosceva già.
    Era incredibile quanto in fretta fosse riuscito a uccidere quell'enorme mostro, da solo, e con il solo uso di pugnali.

    Non riattaccò il pugnale alla cintura, ma si avvicinò di più l'improbabile compagno, osservando il sangue che gocciolava dalla ferita che il lupo mannaro gli aveva inferto.
    Sei ferito... Commentò a bassa voce, senza spostare lo sguardo.
     
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    Seanah Dorchadas
    Seanah;
    Seanah scoccò un'ultima occhiata alla nuca del licantropo, ormai inerme ed immobile a terra.
    È morto? la voce dell'elfa era così spaventata che per un attimo la associò inconsciamente a quella di un bambino.
    Non rispose nulla e nemmeno la guardò, estraendo il pugnale con un unico movimento secco.
    S'alzò in piedi e girò sulla schiena il nemico con la punta di uno stivale. Poteva sempre valutare se i denti del licantropo gli avrebbero fatto guadagnare qualche soldo.

    Sei ferito...
    A quel punto alzò lo sguardo su di lei, ancora col pugnale in mano. Non sembrava molto pratica con quel genere di armi.

    E allora? rispose pacatamente, coprendo di istinto la ferita con la mano.
    Non era molto pratico con le attenzioni. Anzi, alle sue orecchie a punta quella specie di appunto suonava come un'accusa.

    Pulì velocemente con un panno i pugnali usati.
     
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    Esther;
    Esther strinse le labbra, osservando il modo in cui l'elfo nascondeva la ferita con la mano.
    Ormai l'aveva vista, perchè la nascondeva?
    Non c'era nulla di cui vergognarsi, anzi sarebbe stato meglio medicarla: non era un graffietto quello.

    Dovresti bendarla. Disse soltanto, levando lo sguardo dall'elfo e alzandolo verso il buio della foresta.
    Chissà quante altre creature si nascondevano lì dentro.

    Esther si morse le labbra e lo sguardo ricadde sulla mano stretta al pugnale.
    Non sapeva se metterlo a posto o tenerlo in mano per paura che qualcos'altro li attaccasse.
    E Seanah le aveva anche detto di tornarsene da sola ad Aresmelle.

    Credi che ce ne saranno altri? Chiese incerta, alludendo al grosso cadavere del lupo mannaro.
     
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    Seanah Dorchadas
    Seanah;
    A sentire il suggerimento quasi gli sembrò strano. Non ricordava neanche che Belenther gli avesse mai detto qualcosa del genere. Normalmente a Knagwar se qualcuno si faceva male, il massimo che potevano dirgli era che fosse colpa sua.

    Alzò un sopracciglio senza dire niente. Il punto della ferita, appena sulle costole laterali, era piuttosto seccante da medicare a suo modo di vedere.
    Abbassò lo sguardo, non sapendo come reagire a ciò che lei disse.

    L'elfa però cominciò a guardarsi in giro. I rumori del bosco erano proprio cessati. Tutto era silenzioso e sospeso. Non era una bella sensazione, associato al nero del bosco.
    Seanah non seppe più se ringraziare la presenza della luna o no.

    Ce ne saranno altri? Non finì di dirlo che un nuovo ululato si udì in lontananza.
    Seanah non si voltò, ma lo sguardo virò appena in quella direzione.

    Sea. concluse, indeciso se il suo stesso tono fosse ironico o no.
    Proprio la notte di luna piena dovevamo beccare? si disse.

    Sarebbe meglio trovare un nascondiglio. suggerì, senza particolare entusiasmo. Aveva pensato di proseguire, ma temeva si sarebbero fatti scoprire di nuovo. Contando la la compagnia che si ritrovava.
     
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    Esther;
    L'ululato in lontananza fece rabbrividire Esther, tanto che avrebbe seguito l'elfo senza battere ciglio.
    Non potevano continuare a camminare o si sarebbero fatti uccidere, per quanto Seanah fosse abile coi suoi pugnali.

    Mise finalmente il proprio a posto e scavalcò il lupo mannaro morto ai suoi piedi.
    Cerchiamo un nascondiglio. Disse, facendo segno di aver capito.

    Guardò ancora una volta la ferita sanguinante di Seanah e strinse le labbra.
    Se vuoi ti aiuto io a medicare. Se la lasci così perderai un sacco di sangue. Non sapeva nemmeno come sapesse quelle informazioni, ma le venne naturale dirglielo.
     
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    Seanah Dorchadas
    Seanah;
    Anche Seanah oltrepassò il cadavere del mannaro per proseguire spedito nel bosco. Non conosceva la zona, ma gli sarebbe bastato anche arrampicarsi su un albero per non farsi trovare.

    Tsk, lascia. disse solo, puntando una mano sulla ferita. Perse solo qualche secondo a concentrarsi mentre camminava e la sua mano si illuminò leggermente, mentre la ferita si richiuedeva contro il suo tocco.

    A te va tutto bene? Ti ha ferita? chiese poi, senza nemmeno guardarla, mentre rievocare il momento in cui il lupo avrebbe potuto colpirla se non si fosse nascosta. Aveva la visuale un po' occultata dalla schiena stessa del licantropo in quel momento e non aveva visto bene.

    Proseguì intanto verso la posizione delle montagne, cercando di stare attento a qualche potenziale nascondiglio e contemporaneamente ai rumori che li circondavano.
    Nemmeno i grilli frinivano più.
     
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