Compagnia indesiderata

Role Rilevante

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    LA STORIA FIN ORA
    Ritrovata felicità
    Lilithan, Esther e Bitterblue giungono finalmente ad Aresmelle, dopo il lungo e faticoso viaggio a cavallo.
    A corte, la soldatessa si ricongiunge con la sua protetta: la principessa Lys, che la credeva morta, ed il trio aggiorna la principessa sulla storia di Esther, promettendo di parlarne anche con il re.
    Bitterblue ed Esther escono dal castello per visitare la città degli elfi ed inaspettatamente incontrano un soldato all'elfa molto familiare: Heissen, suo fratello.
    I due si raccontano tutto quello che è successo durante l'assenza e finalmente Esther capisce della morte dei due genitori.
    I due fratelli lasciano Bitterblue al castello e si dirigono a visitare il luogo dove tempo prima abitavano e proprio lì, quando Heissen si allontana per tornare a lavoro, Esther viene a contatto con un misterioso elfo, che si introduce nella sua mente promettendole di rivelarle la verità sul suo passato.
    Incuriosita e insoddisfatta, Esther lo insegue e, senza volerlo, si ritrova teletrasportata via con lui.


    Seanah Dorchadas
    Seanah;
    CITAZIONE (Kiramor @ 24/8/2015, 23:30) 
    Si sentì chiamare ma non vi badò. Si stava già avviando per la via, pensando a come avrebbe agito. Le parole della giovane elfa gli pervenivano come una lontana eco che nemmeno ascoltava.

    Non voleva passare dalle porte principali e protese una mano in avanti: da quando aveva il sigillo del patto magico sul corpo aveva imparato simpatici giochetti magici. Si sarebbe teletrasportato quel poco che bastava per fare rapporto.

    La sua mano si illuminò di magia ed anche il suo corpo prese a farlo in ritardo.
    Proprio in quel momento sentì la voce dell'elfa vicinissima, come se la sentisse per la prima volta.

    Si voltò subito allarmato in sua direzione, ma era già tardi: il bagliore del teletrasporto aveva coinvolto anche lei.

    Successe tutto in un solo attimo: il bagliore si intensificò impercettibilmente ed un attimo dopo erano lì, nel bosco intorno al lago di Honorth. Un lago forse di origine vulcanica, incastonato fra le montagne del regno dei nani e immerso nella loro foreste.

    L'incappucciato rimase fermo per un lungo secondo con lo sguardo abbassato sul suo braccio, che l'altra aveva afferrato.
    Era impossibile dire se fosse un secondo in più per realizzare cosa fosse successo o per misurare le reazioni.

    Sta di fatto che, un attimo dopo, l'elfa si trovò un pugnale teso sotto il mento.
    Anche se poteva non sembrare, era percepibile il fiato grosso della figura incappucciata.
    Hai fatto male a seguirmi. Non ti riporto indietro.


    Edited by • Fyan • - 30/8/2015, 11:09
     
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    Esther;
    Di sicuro non se l'era aspettato.
    Esther voleva solo fermare la figura incappucciata, avere spiegazioni. Guardarlo in faccia.
    E adesso era finita chissà quanto lontano da casa.

    Boccheggiò, guardandosi intorno, non riconoscendo nulla del posto in cui era stata portata senza la sua volontà.
    Come?! Dove..?! Chiedeva più a se stessa che all'altra figura. Gli teneva ancora il braccio.

    Stava per voltarsi verso di lui, nemmeno aveva razionalizzato cosa chiedergli, che si ritrovò un pugnale alla gola.
    Sussultò lasciando la presa ed alzando le mani in segno di resa.

    I-io non volevo. Balbettò.
    E adesso? Come torno a casa? Cosa penseranno? Sono sparita nel nulla!
    Non si accorse nemmeno che aveva cominciato di nuovo a boccheggiare.

    Era indifesa in un posto lontano da casa con un individuo che si rifiutava di parlarle se non per minacciarla.
    Esther era di certo in preda al panico.
     
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    Seanah Dorchadas
    Seanah;
    Nessuno poté vedere l'espressione esasperata quando il figuro incappucciato alzò gli occhi al cielo.

    Quella ragazza lo aveva seguito senza la vera volontà di farlo, ma in quella maniera si era messa in guai più grossi di lei. E, sopratutto, rischiava di mettere nei guai anche lui.

    Non era previsto. Cosa doveva farci con quella palla al piede?

    Sentì un bruciore dietro la schiena e abbassò l'arma. Non doveva ucciderla.

    Fece cenno verso il bosco.
    Vai via e non farti più vedere.
     
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    Esther;
    Esther si voltò terrorizzata verso il bosco.
    Non sapeva nemmeno da che parte andare. Non sapeva nemmeno dove fosse.
    E non aveva con sé nemmeno l'arco.

    N-non so dove andare! Esclamò terrorizzata, facendo un passo indietro. Non so tornare ad Aresmelle! Non so dove siamo!

    Tornò a guardare lui, cercando di vedere la sua espressione sotto il cappuccio.
    N-non lasciarmi sola...
     
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    Seanah Dorchadas
    Seanah;
    L'incappucciato sospirò impercettibilmente, pensando a come comportarsi.
    Quell'elfa sarebbe tranquillamente riuscita a morire nel bosco se l'avesse lasciata da sola, e non poteva lasciare che succedesse. Se fosse successo sarebbe andato a monte tutto.
    Ma allo stesso tempo...

    Seanah, sei tornato?? si sentì una voce femminile provenire dalle spalle dell'incappucciato. Era ancora lontana, ma quest'ultimo si girò ugualmente per controllare che chiunque l'avesse chiamato non si stesse avvicinando.

    Doveva agire velocemente, prima che i suoi compagni potessero sapere di quel disastro. Una volta chiusi i conti con loro, avrebbe pensato con calma a come risolvere la situazione con l'elfa.

    Preso dall'abitudine, tirò fuori un pezzo di stoffa imbevuto di pozione soporifera che era solito utilizzare per altre occasioni e coprì velocmente le vie respiratorie di Esther.

    La sostenne per prevenire un'eventuale caduta improvvisa e la condusse fin sotto un albero, dov'era ben nascosta anche dal verde dei cespugli.
    Le lanciò un'occhiata fredda prima di allontanarsi verso la voce che l'aveva chiamato.

    Si avviò con disinvoltura al bivacco dove erano soliti ritrovarsi quelli della sua squadra. Erano solo in tre e cambiavano postazione ogni settimana. Era il terzo giorno che si trovavano in riva al lago.

    I compagni con cui collaborava al momento erano una Ourthugal e un Uoma.
    Non sopportava nessuno dei due. Ma almeno l'Uoma aveva la decenza di starsene sempre zitto.

    L'altra invece...
    SEANAH! Gli corse incontro a braccia aperte, stringendolo con la foga con cui un cane avrebbe travolto il padrone appena tornato a casa. Forse non a caso l'animale in cui poteva trasformarsi era il lupo.
    Lo travolse talmente che il cappuccio scivolò giù sulle spalle.

    Karen. Rispose lui con poco entusiasmo, attendendo con pazienza che lei lo lasciasse andare. Ho un compito per te. Sono tornato a fare rapporto.

    Lei si allontanò con un gemito lamentoso e si piazzò le mani sui fianchi. Aw mi tratti come se fossi una sottoposta. Avanti, cos'hai scoperto?

    L'ubicazione di Aresmelle. fece lui con indifferenza. Non apprezzava essere interrotto e stava già cercando di proseguire quando Karen lo interruppe con esclamazioni concitate.

    Lei sembrò infatti gioire e prese a fremere sul posto. Non posso crederci! Hai sentito, Tsadock? Aresmelle!

    Seanah strinse le labbra ma riprese a parlare per evitare che la compagna monopolizzasse quello che era già un monologo.
    Già. Partite subito ad informare la gilda. Io devo tornare in città.

    Poteva trovarli incompetenti e capricciosi, ma per fortuna quei due ultimi compagni che gli avevano affibbiato erano obbedienti.
    Quasi subito entrambi raccolsero le loro cose e dopo essersi scambiati gli ultimi dettagli, partirono subito.

    Seanah attese di trovarsi completamente da solo prima di decidersi ad alzarsi e tornare circospetto dalla sua "prigioniera". Non sapeva neanche come chiamarla.

    Impiastro, è questo il suo nome. si disse tornando dove l'aveva lasciata.
    La vide lì addormentata contro l'albero, chiedendosi cosa accidenti avrebbe dovuto farsene di lei.
    Per un attimo gli tornarono in mente le ultime parole che le aveva sentito dire poco prima.

    "Non lasciarmi sola."

    Certo che aveva del coraggio a chiederlo a chi le aveva puntato un coltello alla gola.

     
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    Esther;
    Il suo nome era Seanah allora e non era solo come aveva pensato.
    Questi furono gli ultimi due veloci pensieri dell'elfa, prima che la pozione soporifera le confondesse vista e udito e le facesse perdere i sensi.

    Non seppe mai se avesse sognato qualcosa, ma quando finalmente i sensi tornarono a funzionare nel suo corpo ebbe la sensazione di star immaginando tutto.
    Doveva ancora essere ad Aresmelle, magari era solo crollata di stanchezza nel comodo letto della sua stanza.
    Quel misterioso individuo incappucciato non l'aveva mai incontrato, era tutto solamente un brutto sogno.

    Ed invece no.

    Quando aprì gli occhi, cercò di mettere a fuoco cosa avesse intorno.
    Sentì di essere poggiata ad una superficie ruvida, ma non era stesa; attorno a lei verde e marrone si alternavano per chissà quante miglia.
    Era in un bosco. Non era ad Aresmelle.

    Alzò lo sguardo ancora confuso verso la figura scura che aveva davanti, togliendosi dalla testa la terribile sensazione di aver già vissuto quel risveglio.
    Era ancora l'incappucciato, Seanah, che adesso la guardava a viso scoperto.
    Un elfo, come lei.

    Gemette, staccandosi dell'albero e mise a fuoco i suoi occhi verdi.
    Ti chiami Seanah allora.
     
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    Seanah Dorchadas
    Seanah;
    Seanah emise un basso ringhio fra sé quando la giovane elfa gli fece notare di conoscere il suo nome. Maledì mentalmente Karen per l'utilizzo sconsiderato che faceva dei loro veri nomi. Che razza di spia era?

    Forse. rispose solo, scocciato.
    Quasi si chiedeva perché avesse aperto bocca. Non gli interessava intrattenere una conversazione con lei, anzi. Se ne sarebbe volentieri liberato.

    Eppure non poteva fare diversamente se aveva intenzione di risolvere la questione in modo indolore.

    Come poteva fare? Lasciarla andare da sola era fuori discussione. Ma nemmeno portarsela dietro lo entusiasmava.

    Fece un leggero cenno verso il bosco con la testa, senza particolare espressione in volto.
    Siamo ad Honorth, il regno dei nani. Ti porto sulle montagne a confine, così arrivi ad Eolinir. Poi te la vedi da sola.
     
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    Esther;
    Aiutandosi con il tronco dell'albero Esther si alzò in piedi.
    Osservò per un secondo in più l'elfo, prima di rispondergli.

    Non era così cattivo, infondo. Certo, le aveva puntato un coltello alla gola e l'aveva addormentata col sonnifero, però almeno si era offerto di riportarla a casa.

    Lo sentiva che era scocciato di averla intorno. Lo vedeva anche dalla sua espressione fredda, però aveva deciso di non abbandonarla.

    Accennò quello che poteva sembrare un sorriso e poi finalmente rispose.
    Grazie Seanah.
     
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    Seanah Dorchadas
    Seanah;
    Grazie Seanah.
    Quella dimostrazione di gratitudine gli mise disgusto. Non doveva affatto ringraziarlo per averla allontanata da casa di miglia e miglia. Qual era il problema di quella ragazza?

    Si avviò nella vegetazione per dirigersi alle montagne. Il confine segnato sulle mappe era appena dopo la catena montuosa. La stagione per fortuna non era delle peggiori per valicarle.
    Gli sarebbe piaciuto usare il teletrasporto, ma c'era un problema che gli impediva di farlo.

    Cammina. Rispose soltanto, con nessuna intenzione di dilungarsi ulteriormente.
    Se continua così l'ammazzo prima di raggiungere i piedi delle montagne.

     
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    Esther;
    Niente, non voleva assolutamente parlarle.
    Sembrava una persona completamente diversa da quella che le era entrata nella testa solamente qualche ora prima: questo elfo che le aveva appena comandato di camminare era freddo. Troppo freddo.

    Esther si morse le labbra, cominciando a seguire Seanah nel bosco.
    Mi chiedo se passeremo tutto il viaggio in silenzio.

    Eppure doveva esserci del buono in lui. Gli fissò la schiena mentr lo guardava camminare silenzioso.
    Le faceva pena? Per quello aveva deciso di accompagnarla a metà strada?
    O c'era qualcos'altro dietro?

    Gli camminò dietro in silenzio, per non dargli ancora fastidio. Ebbe il tempo di rendersi tristemente conto di non avere assolutamente nulla con sé, se non per le gemme blu che nascondeva tra gli abiti. Nemmeno l'arco per difendersi le era rimasto.
    Era tutto in stanza con Bitterblue.

    Chissà cosa penseranno... Rifletté con rammarico.
    Heissen sarebbe impazzito. E pensare che gli aveva promesso che si sarebbero visti il giorno dopo.

    Sospirò tesa. Prima sarebbe tornata e prima si sarebbe risolto tutto.

    Io sono Esther, comunque. Disse poi, incapace di reggere ancora il silenzio. Ma forse lo sai.
     
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    Seanah Dorchadas
    Seanah;
    Continuarono a camminare nella foresta finalmente in silenzio. La ragazza doveva aver finalmente capito che non avrebbero dovuto conoscersi. Che il loro incontro era un dannato errore e che lei non avrebbe mai dovuto sapere niente di tutto quello che stava succedendo.

    Nonostante l'orgoglio, doveva ammettere di aver commesso un errore: non avrebbe mai dovuto parlarle nella mente per poter indagare. Doveva farlo e basta, velocemente e altrettanto velocemente lasciarla. Che importava dei dubbi e delle domande che lei si sarebbe posta?

    La gentilezza non paga. concluse, chiedendosi dove mai avesse imparato cosa fosse la gentilezza e per quale motivo avesse deciso di usarla quella volta.

    Per me sei esperimento 000. rispose allora alla presentazione dell'elfa. Eppure aveva indovinato, lo sapeva già il suo nome.
     
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    Esther;
    Esperimento 000 Ripeté dopo di lui, con un'aria triste.
    Le venne in mente la cella con le catene dentro Hollet. Le pergamene che non aveva avuto modo di capire. L'umidità, il dolore.

    Si riscosse scuotendo la testa. Quello non era il momento di pensarci: doveva tornare a casa.
    E magari capire qualcosa di più di quello strano elfo.

    Non è molto comodo chiamarmi Esperimento 000. Aggiunse, con tono basso, nient'affatto sarcastico.
    Era solo una constatazione.
    Per non parlare del fatto che essere riconosciuta come un numero non era poi tanto carino.
    Non che gli importi poi tanto.

    Ce ne sono altri? Io ero la prima sembra...
     
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    Seanah Dorchadas
    Seanah;
    La ragazza rifletté sulla denominazione con cui lui l'appellava. Non era comodo chiamarla Esperimento 000, eh? In realtà non aveva affatto intenzione di chiamarla, quindi il problema era già risolto.

    All'ultima domanda poi, fu inondato dei ricordi di tutti quelli che aveva visto e aveva sorvegliato per lo stesso scopo di Esperimento 000. In realtà ne aveva avuto poco bisogno. Non erano durati tanto.
    Ce n'erano altri. corresse. Nessuno di loro ha funzionato.

    Un brivido gli attraversò la colonna vertebrale. Perché stava dando informazioni?
    Era che in realtà nemmeno la considerava una minaccia, tanto ingenua ed indifesa era.

    Per la prima volta di girò a guardarla da sopra una spalla, senza smettere di camminare.
    Non dovrebbe interessarti di loro. Non ci sono più.
     
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    Esther;
    Esther fissò gli occhi verdi di Seanah mentre si voltava a guardarla.
    Gli altri non c'erano più.
    Era sopravvissuta solo lei e chissà per quale motivo.

    Si morse ancora le labbra e ancora la lastra di vetro di Knagwar le tornò in mente.

    Saprò mai cosa mi hanno fatto? Chiese quasi in un sussurro.
    Le aveva detto che avrebbe saputo la verità, ma in realtà non era stato così.
    Aveva solo tirato fuori altri ricordi, Esther era più confusa di prima.

    Non sapeva ancora la verità su quello che era successo.
    Temeva, però, che Seanah sapesse molto di più. Forse era anche dalla parte dei suoi rapitori.
     
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    Seanah Dorchadas
    Seanah;
    Seanah alzò le spalle e tornò a guardare davanti a sé.
    Perché vuoi saperlo? sentenziò camminando. Non hai bisogno di un passato per avere un futuro.

    Fece una smorfia alle sue stesse parole. Non intendeva darle speranza, ma forse lo avrebbe fatto involontariamente.
    Sei stata tu a scegliere di perdere la memoria, fuggendo. Che senso ha ricordare, ora?
     
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