In fuga dalla verità

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    LA STORIA FIN ORA
    Menzogne e avventurieri

    Leoven giunge nella Valle del Led spinto semplicemente dalla sua voglia di esplorare, insieme alla sua nave, Ex Nemesis ora "Reedus". In un piccolo paesino incontra il ragazzino Zack e la misteriosa Alya.
    Dopo essersi finto un pirata anzichè un avventuriero, Leoven scopre la storia della strana coppia. Infine, sperando inizialmente di lucrarci, offre loro un passaggio. Curioso però di scoprire le abilità della donna, la sfida a duello con una piccola scommessa. Dopo essersi arreso in fretta permette ai due di viaggiare gratis con loro, alla volta di Ferrins.



    leovenrole_zps15080a7d
    Leoven;

    Mancava poco. L’isola di Ferrins era visibile molto alla lontana, ancora troppo piccola per poter essere ammirata nella sua interezza. Leoven si trovava al timone insieme a Kyle, intenti a chiacchierare. L’argomento della discussione era lo stesso da alcuni giorni.
    Io continuo a pensare che le sirene abbiano i piedi Riprese Kyle.
    Leoven lo guardò storto in volto. Non ricordava minimamente come fossero arrivati su quel argomento, ma la cosa gli importava relativamente.
    Ma secondo te? Certo che non hanno i piedi! Hai mai studiato un minimo?
    Leoven non aveva mai incontrato una sirena e quindi non poteva saperlo con certezza, ma ne aveva spesso sentito parlare, più che altro in storie di marinai. Non che gli importasse poi molto.
    Certo che ho studiato! Ma come fanno a stare a bagno così a lungo?
    Sono dei CAZZO di pesci, Kyle! I pesci stanno a bagno, no?
    Sicuro, fino a che non li mangiamo.
    Leoven ridacchiò per la battuta quasi decente del suo timoniere. Kyle riprese a parlare fittamente, ma in quel momento il capitano non aveva la minima intenzione di parlare. Iniziò ad osservare la vita di bordo davanti a se. Nessuno aveva più protestato apertamente, dopo la loro partenza, per la presenza di Alya a bordo, e tutto era filato liscio come l’olio.
    Dubito che però si siano calmati pensò.
    Nessuno si era fatto male, il rum scorreva abbondante tutte le sere e nessuno si era rivolto ad Alya come Wiker aveva fatto. O almeno nessuno glielo aveva detto fino a quel momento. Il naso del marinaio era guarito in fretta ed ora era tornato arzillo e attivo come i primi giorni.

    Durante il viaggio Leoven era stato spesso in compagnia della donna, più per paranoia che altro.
    Non avevano parlato chissà quanto, ma non si fidava particolarmente della donna.
    Dopo la partenza il ladro aveva ospitato Alya e Zack nella sua cabina, come annunciato, mentre lui aveva dormito con il resto dell’equipaggio in una sorta di brandina trovata chissà dove. In pochi giorni avevano approntato una sorta di cabina privata per la donna e il ragazzino e Leoven fu lieto di poter quindi riprendere possesso della sua cabina. La maggior parte dei marinai russava, la notte.

    Dopo una settimana di viaggio aveva smesso di seguire Alya in maniera più o meno implicita, lasciandola girovagare libera per la nave. La voce eccitata di Zack era udibile ovunque e spesso il ragazzino era rimasto a cantare coi marinai durante la sera, tranne quando Alya si imponeva per mandarlo a dormire. Leoven aveva ignorato il ragazzino, delegando Castor come mentore sulla nave.

    Era stata una idea GENIALE e vantaggiosa, per Leoven. Meno per Castor, che aveva dovuto subirsi ogni genere di domanda. Ma il quartiermastro sapeva che a volte un ruolo importante comportava anche simili cose.
    Ora però aveva tutto pareva avere meno importanza. In una giornata o due sarebbero arrivati al porto. Leoven doveva ancora decidere quanto tempo dare alla ciurma per i loro affari, ma pensava di lasciare loro una settimana almeno, in modo da poter far man bassa di oggetti preziosi.
    Continuando ad ignorare Kyle, lo salutò con un semplice gesto. Il ladro scese fino sotto coperta, con l'intenzione di parlare con Alya. Incredibilmente non sentiva da nessuna parte la voce di Zack. Si era come abituato al suo vociare. Incrociò Castor verso il magazzino merci.
    Ehi amico, hai visto Alya e Zack?
    Castor salutò il capitano con un semplice gesto del capo.
    No Marker, credo siano ancora nella loro cabina
    Leoven annuì, lasciando stare il suo secondo. Si diresse con passo tranquillo fino alla “cabina” di Alya. Nonostante la grandezza, più piccola della cabina del capitano ma più grande di molte camere alle locande, possedeva tutte le comodità che Leoven poteva offrire loro a bordo.
    Raggiunse la “porta”, composta da assi di legno bloccate insieme in maniera efficiente, e bussò.
    Ehi, voi due! Sveglia!

     
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    Älya
    Älya;
    La settimana a bordo della Reedus passò in fretta per Zack, che non aveva perso l'entusiasmo nemmeno per un solo giorno; il fatto che Castor gli fosse stato affidato come mentore, gli aveva dato l'opportunità di avere risposte su qualsiasi cosa gli fosse passata per la mente.
    Era stata una gioia per lui, ma non così tanto per le orecchie dell'equipaggio e di Älya, che doveva sopportarsi tutti i suoi resoconti della giornata.

    Per la ragazza invece, non era stata una settimana estremamente piacevole: non le aveva dato fastidio che parte dell'equipaggio la evitasse, un po' per quello che era successo a Wiker, un po' per le dicerie dei marinai, ma non era abituata a vivere con così tanta gente, soprattutto uomini, in uno spazio circoscritto come una nave.
    Non era riuscita nemmeno una volta a raggiungere la cima dell'albero maestro: c'era sempre qualcuno sul ponte, quando l'impulso di arrampicarsi la catturava.
    Per non parlare del fatto che Marker la seguisse quasi ovunque.
    Aveva pensato che, negli ultimi giorni che le rimanevano a bordo, avrebbe provato ad andarci di notte, mentre tutti dormivano.

    Quando il capitano bussò alla porta della cabina che le era stata affidata, Älya era già sveglia e si stava godendo quei minuti di silenzio che Zack avrebbe presto spezzato con le sue chiacchiere, se non stesse ancora dormendo.
    Lanciò un'occhiata di sfuggita al bambino, sentendolo mugugnare: non dava segno di volersi alzare.

    Riconosciuta la voce dall'altra parte, andò ad aprire la porta, chiedendosi cosa avesse da dire il capitano di così importante.
    Ha ancora intenzione di pedinarmi?
    Ero sveglia. Salutò, notando il suo solito atteggiamento tranquillo. Lo stesso non si può dire di Zack. Si voltò per guardare ancora il suddetto dormire tranquillamente.
    Il che è un bene, o prenderà a sommergerci di chiacchiere. Aggiunse, tornando a voltarsi verso Marker.
    Dunque, avevi qualcosa da dirci?
     
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    Leoven;

    Leoven sorrise, in risposta allo sguardo stanco e seccato di Alya. Tutto l'equipaggio si era abituato a ricevere quello sguardo, in ogni singolo istante della vita di bordo. Tuttavia a Leoven metteva allegria. Non concepiva come una persona potesse essere costantemente imbronciata e mai provare a divertirsi, neppure per un istante. Era quasi diventata una questione di principio, rompere quello sguardo severo e castigatore della donna. Alya non si era mai rilassata e mai aveva provato a chiacchierare con gli altri membri dell'equipaggio, neppure nelle serate di svago. Ogni volta si era ritirata nelle sua cabina, raramente seguita da Zack. Il bambino aveva riprovato ad assaggiare gli alcolici, ma Castor, prontamente, lo aveva sempre fermato. Tranne quando era stato Leoven, di nascosto, a farglielo provare. Per poco non aveva vomitato l'anima, sotto le risate del capitano.

    Zack non ha ancora capito cosa sia successo pensò, trattenendo le risate. Tornò a concentrarsi sul momento attuale.

    Mancava poco al loro arrivo e Alya si comportava ancora come alla partenza. Leoven piegò la testa di lato, osservando Zack steso sulla branda a dormire, come un angioletto.
    Wow, allora si stanca anche! Pensò sorridente. Tornò a guardare Alya, esclamando con voce più bassa:

    Nulla di particolare, solo comunicarti che siamo in vista dell'isola. Ancora pochi giorni e saremo a destinazione.

    Tornò a guardare in direzione di Zack. Il ragazzino si mosse lievemente, ma non diede cenno di volersi svegliare.
    Hai fame? Stamattina stiamo dando fondo alle scorte! Disse con un sorriso a trentadue denti. Il pane era stato corretto con del Rum, su idea del cuoco e in qualche strana maniera, e Leoven si sentiva eccitato all'idea di provare il risultato.
    Meeeeglio non dirlo! pensò. La voglia di fare scherzi a qualcuno non passava mai di moda.



    Edited by • Fextis • - 23/2/2015, 21:11
     
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    Älya
    Älya;
    Älya ignorò volutamente l'allegria mattutina del capitano, chiedendosi come la gente potesse essere di buon umore appena svegli, poi si lasciò distrarre dalle sue parole.
    Erano in vista dell'isola di Ferrins e quello voleva dire che avrebbe avuto pochissimo tempo per architettare qualcosa.

    Annuì, guardando Zack, assieme a Marker, nascondendo la sua preoccupazione dietro al solito broncio .
    Sveglio la pulce e vi raggiungiamo. Annunciò, quando il capitano le ebbe chiesto se avesse fame; non ne aveva molta, in realtà, ma sapeva che il bambino avrebbe presto cominciato a fare i capricci.
    DI solito aveva il sonno pesante, ma la corta conversazione tra i due bastò a farlo svegliare.

    Ancora cinque minuti. Mugugnò, girandosi nel letto, senza alcuna voglia di alzarsi.
    Älya si allontanò dalla porta della cabina, avvicinandosi al letto. Non hai fame? Chiese, incrociando le braccia ed attendendo la sua reazione.
    Reazione che giunse fulminea: Zack si alzò a sedere, stropicciandosi gli occhi con le mani, una specie di sorriso sulle labbra.
    Sì! Andiamo a mangiare! Esclamò, alzandosi dal letto, con un'energia completamente fuori luogo, contando che solo fino a qualche attimo prima se ne stava completamente abbandonato tra le lenzuola.

    Älya lo guardò allontanarsi, tirando le labbra in un mezzo sorriso, ancora con le braccia incrociate.
    Ah! Buongiorno Capitano! Esclamò, sgattaiolando fuori, tutto contento, mentre la ragazza tornava da Marker.
    A volte mi chiedo dove la prenda tutta quella energia. Pensò ad alta voce, guardando il bambino correre via, con un sopracciglio alzato. Andiamo a recuperarlo o comincerà ad infastidire Castor. Aggiunse poi, rivolgendosi al capitano.
     
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    Leoven;

    Leoven osservò incuriosito tutta la scena, ridendo tantissimo nel vedere il vispo quanto improvviso risveglio di Zack e nel vederlo sgattaiolare via. Lo osservò dileguarsi, per poi concentrarsi su Alya.

    Naaaah, lascialo stare. Castor al limite lo butterà fuori bordo.

    Poi senza dire altro si girò, facendo strada ad Alya fino alla zona mensa. Si poteva udire in ogni dove la voce squillante del ragazzino, ma a Leoven la cosa non importava particolarmente. Era diventata una voce di casa.
    La sua mente era già volata verso quei curiosissimi panini al Rum e non accennava a staccarsi da quel pensiero. Senza voltarsi, ignorando se Alya fosse li o meno, parlò:

    Ma tanto se Zack volasse fuori bordo, Kyle si butterebbe a ripescarlo. E poi butterebbe fuori bordo Castor. Poi io butterei fuori bordo il primo che capita, giusto così.

    Si fermò, osservando le scale davanti a lui, come colto da una illuminazione.

    Cavolo! E' una grande idea! Mi piace! Potrei già farlo subito...

    Poi così, come si era fermato, riprese a camminare, tornando a concentrarsi su quei panini al Rum.
    Quando giunsero alla sala mensa la trovarono quasi del tutto vuota. Molti dei marinai avevano finito in fretta il loro pasto ed erano subito ripartiti con le loro faccende, lasciando la sala ai pochi marinai tiratardi. Quando videro Leoven subito questi si alzarono, salutando il capitano e correndo fuori, temendo una punizione. Si girò verso di loro, divertito:

    Attenti, potrei lanciare voi fuori bordo!

    Lo disse dando per scontato che avessero sentito le sue parole di poco prima, chiaramente sbagliando. Il cuoco, sentendo la voce di Leoven, lo raggiunse a grandi passi ed esclamò, con la sua voce baritonale:
    Capitano! Che bello vederla! Ha fame? Le ho tenuto una montagna di panini speciali!


     
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    Älya
    Älya;
    Älya seguì Marker senza proferire parola, chiedendosi come potesse una persona tanto strana e gioconda essere diventata capitano di una nave tanto grande.
    Insomma, quale uomo pensava di lanciare fuori bordo membri dell'equipaggio senza un motivo sensato e pensare che fosse anche un'idea geniale?

    Sospirando, raggiunse la sala mensa con lui, notando la presenza di Zack, già seduto ad un tavolo e scalpitante.
    Si allontanò dal capitano, ascoltando il saluto con il cuoco, e si sedette accanto al bambino.
    Ho fame!! Stava esclamando, mentre allungava una mano verso il cesto di panini che era rimasto al centro, prendendone più di quanti potesse mangiare.

    Panini speciali. Ripeté Älya nella mente, alzando un sopracciglio proprio mentre Zack mordeva il primo e ne rimaneva leggermente deluso.
    Hanno uno strano sapore... Lo sentì mormorare, senza però smettere di addentarli.

    La ragazza prese un pezzo dai suoi e lo assaggiò, sentendo subito il sapore dell'alcol.
    C'è Rum dentro. Constatò, voltandosi poi verso Marker, con le labbra strette.
    Ricordava quanto fosse stato male Zack quando gliel'avevano riportato in cabina ubriaco: era solamente un bambino e l'alcol non lo reggeva, ma quell'equipaggio si ostinava a farglielo bere.
    Di certo, i panini non erano tanto forti come poteva essere un boccale di sidro, ma non gli facevano molto bene, soprattutto se aveva solamente sette anni e non aveva mai bevuto.

    Volete farlo ubriacare di nuovo? Chiese con un tono tra il sorpreso ed il frustrato, lanciando prima un'occhiata al cuoco e poi al capitano.
    Chissà di chi è la colpa.
     
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    Leoven;

    Il cuoco fu di parola e portó a Leoven una pila di panini corretti al Rum, tanto alta da far impallidire i più. Consapevole del fatto che non sarebbe riuscito a mangiarli tutti, addentó il primo. Il sapore di Rum urtó tutte le papille del ladro, mandandolo in estasi.
    Questi panini... Sono una meraviglia! disse, tra un morso e l'altro, al cuoco.
    L'uomo si sentì cogliore da un moto d'orgoglio e i suoi occhi si fecero lucidi in un istante.
    Mi fa piangere capitano!
    Quasi si soffocó il capitano, ingoiando un pezzo troppo grosso e scoppiando a ridere. Non si era ancora abituato al cuoco di bordo. Vedere un uomo grande e grosso come Jerroy e poi piangere per un complimento era una cosa troppo strana.
    Si riprese quando sentì Alya lamentarsi in loro direzione.

    A bordo a volte si mangia anche di peggio! Comunque basta chiedere e credo che Jerroy possa portargli della frutta! Gli avevi detto che oggi erano speciali i panini no?

    L'ultima parte Leoven la disse guardando torvo il cuoco, che abbassó lo sguardo immediatamente
    Ehm, veramente... sussurró il cuoco, con un filo di voce.
    Sorridendo, Leoven lo rassicuró
    Mah, pazienza! Dai, portagli della frutta!
    Il cuoco annuì debolmente, girando i tacchi e dirigendosi alla dispensa.
    Leoven si alzó da suo posto, avvicinandosi ad Alya
    Scusatelo, è un ragazzone!
    Rubó un panino dal tavolo di Alya, iniziando a morderlo voracemente.

     
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    Älya
    Älya;
    Älya guardò il cuoco allontanarsi, alzando le spalle alle parole di Marker.
    Hey! Io lo reggo! Esclamò il bambino, mordendo un altro panino, contemporaneamente al capitano.
    No che non lo reggi. Commentò piatta la ragazza, distogliendo lo sguardo e guardando oltre la porta di ingresso alla sala, pensando all'immensa distesa d'acqua che separava la Reedus dall'isola di Ferrins.
    Ancora non aveva avuto modo di uscire sul ponte principale quella mattina.

    Sospirò, passandosi una mano sugli occhi.
    Devo andare a vedere quanto dista. Pensò, alzandosi in piedi ed allontandosi dal tavolo.
    Non aveva poi tanta fame.
    Se mi cercate, sono sul ponte. Disse, in tono stanco.

    Si allontanò dalla stanza, salendo le scale per raggiungere l'esterno.
    L'odore salmastro del mare le riempì le narici: all'interno lo sentiva sempre, ma fuori era molto più forte.
    Adorava quell'odore: la faceva sentire libera.
    Tirò un prodondo sospiro di sollievo e si mosse in direzione dellla balaustra, lanciando di sfuggita un'occhiata alla cima dell'albero maestro.

    I marinai si affacendavano attorno a lei, ma Älya li ignorò, appoggiandosi con i gomiti al bordo della balaustra, a guardare il mare.
    La sagoma scura dell'isola di Ferrins era visibile all'orizzonte: non era poi così lontana.

    Manca poco. Pensò. Manca troppo poco.
     
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    Leoven;

    Jerome non tardó troppo nel portate la frutta per Zack. Il ragazzino tentó di addentare un'altra volta il panino corretto, ma fu fermato dallo sguardo fulminante di Leoven. Zack abbassó lo sguardo, prendendo una mela con la mano destra e addentandola mogio.
    Leoven sorrise. Non pensava di guadagnare autorità col ragazzino così in fretta.
    Ah, il fascino dei gradi... pensó, iniziando a ridacchiare.
    Ringrazió Jerome con un cenno di mano, che tornó nella sua cucina rasserenato. Per un paio di minuti nessuno disse nulla e nessun rumore disturbó i due.
    Improvvisamente Leoven inizió a sentire passi crescenti nella loro direzione. Alzó lo sguardo, incrociandolo con quello sempre serio di Castor.
    Capitano, ha un momento?
    Leoven annuì, deglutendo il boccone velocemente ed alzandosi in piedi. Si avvicinó al suo secondo con calma, sorridendo a Zack. Castor parló per primo, quasi sussurrando :

    Leoven, il tesoro è praticamente a secco. Dobbiamo farci pagare comunque da Alya

    Leoven mosse impercettibilmente la testa in un diniego e posó il braccio sulla spalla di Castor.

    Ho detto che non avrebbero pagato, non posso certo rimangiarmi la parola.

    Castor alzó un sopracciglio, sorpreso:

    E da quando ti fai di questi problemi?

    Il capitano sorrise. Era vero che derubava, s'infiltrava, eliminava qualcuno quando necessario senza preoccuparsi troppo dei danni. Peró una promessa era una promessa. Possodeva anche lui un onore, seppur strano.
    Un onore da ladro.

    Da quando sei così intraprendente nelle parole, caro Castor? Comunque no, non deruberó Alya. Ho peró una mezza idea a Ferrins.

    Alzó il tono di voce, come per chiudere il discorso, voltandosi verso Zack:
    Castor, tieni d'occhio tu il piccolo pirata, come solito!

    Pattó sulla spalla opposta Castor, volando via di corsa prima che il suo secondo potesse ribattere. Rallentó il passo dopo una decina di metri, ridacchiando.
    Salì sul ponte, coprendosi gli occhi con un braccio a causa dell'esposizione improvvisa alla luce del sole. Se non fosse stato per il vento, presente a tratti, sarebbe stata una giornata stranamente calda.
    Quando i suoi occhi si adattarono alla luce, si guardó attorno, individuando subito la figura di Alya, appoggiata ad una balaustra con lo sguardo fisso sull'isola. Con calma si avvicinó, posizionandosi alla sua destra, senza dire nulla e guardando a sua volta l'isola.
    Aspettó un minuto buono prima di parlare:
    Allora? Cosa pensi di fare?

     
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    Älya;
    Älya era rimasta in silenzio, a fissare la spuma bianca che si formava al contatto delle onde con la Reedus.
    Pensava a cosa fare, una volta sbarcati sull'isola: come poteva cercare un assassino che non esisteva, tra tutta quella gente? Ferrins era talmente trafficata che qualsiasi ricerca sarebbe stata impossibile.
    Chiunque avrebbe potuto darle ragione.
    Eppure non poteva permettere che venisse scoperta: doveva scaricare la colpa su qualcuno.

    Non un altro innocente, però.
    Non era nemmeno certa che sarebbe stata in grado di uccidere un uomo: non l'aveva più fatto da quando aveva assassinato Marcus Tehnal.

    Quando Marker la raggiunse sul ponte, affiancandosi a lei, la ragazza si drizzò, poggiando entrambe le mani sulla balaustra, invece che i gomiti.
    Non disse niente e nemmeno il capitano lo fece.
    Non c'è modo di rimanere da sola.

    Il silenzio, però, era destinato a spezzarsi.
    Älya non guardò il capitano, quando le chiese cosa avesse intenzione di fare, limitandosi a fissare l'isola lontana e stringendo la balaustra con le mani.
    Bisogna cercare l'assassino. Cominciò, conscia del fatto che sarebbe stato praticamente impossibile. Ricordo il suo aspetto, ma nulla di più. Non abbiamo molto da cui partire.
    Non aveva tutti i torti: cos'altro avevano se non il finto ricordo di un uomo?

    Sospirò, proprio mentre dei passi da bambino raggiungevano i due.
    Di che parlate? Chiese Zack contento, affacciandosi alla balaustra accanto al capitano.
     
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    Leoven;

    Leoven annuì senza dire nulla in risposta. Non c'era nulla di dire, e probabilmente non gli interessava neppure. Continuava a non capire perché avesse offerto il viaggio ai due. Non aveva alcun interesse verso loro. Non voleva derubarli, non aveva legami, non aveva nulla.

    Ma allora perchè li aiutava?

    Umanità, caro Leoven. Umanità. pensó.
    Ma neanche! ripensó subito dopo Umanità così a caso? Ma figurati.

    Non potè né continuare il suo flusso di pensieri nè parlare. Zack li raggiunse di corsa, avvicinandosi al capitano.

    Mah, nulla di che. Guardavamo l'isola. Ogni tanto piace anche ai capitani eh!

    Sorrise, scompigliando i capelli di Zack con una mano. La proposta da fare ad Alya, di collaborazione per il suo piano, era rimandata.
    Un marinaio richiamó la sua attenzione e Leoven sfruttó il momento per allontanarsi.

    A dopo! Godetevi gli ultimi giorni di viaggio!

    Si allontanó, rispondendo al marinaio senza prestare attenzione alle parole e alle risposte automatiche che dava.

    E perchè Alya dovrebbe aiutarmi nel furto? Anche lei non ha motivo! Uff, devo pensare!

    Finì il discorso col marinaio, poi si diresse al timone, per dare il cambio al timoniere e distarsi un po'.


     
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    La ragazza si voltò verso il bambino, contemplando la sua solita espressione allegra.
    Fece poi un cenno al capitano, in segno di saluto, quando questo si allontanò verso il timone. Aveva risposto per lei, troncando la conversazione.

    Zack però non era contento di essere stato liquidato senza troppi complimenti.
    Non mi dite mai niente voi grandi. Commentò, lanciando uno sguardo imbronciato ad Älya, che era rimasta poggiata alla balaustra.
    I grandi parlano di cose da grandi. Rispose lei in tono monocorde, voltandosi nuovamente a guardare il mare.
    Sentì Zack fremere sul posto ed avvicinarsi a lei.
    Anche io sono grande! Esclamò, andando contro quanto appena detto. Anche io ho le armi come voi!

    La ragazza gli diede finalmente corda, voltandosi con un sopracciglio alzato.
    È una spada di legno, Pulce.
    Sapeva che continuava a portarsela dietro, ancora legata al fianco, proprio come faceva lei stessa, con le lame agli avambracci, sebbene non avesse motivo di temere un attacco.
    Non sapeva, però, che non era alla spada di legno che Zack si stava riferendo.

    Il bambino la guardò col broncio, cercando qualcosa tra i vestiti, sotto lo sguardo curioso di Älya.
    Ho questo. Annunciò serio, tirando fuori un pugnale che la ragazza conosceva fin troppo bene.
    Non era più sporco di sangue, probabilmente il bambino l'aveva pulito, ma non era stato lucidato e cominciava a rovinarsi per questo.
    Una cosa era certa, però: Älya lo avrebbe riconosciuto tra mille. Quello era il suo pugnale. Quello che aveva ucciso Marcus.

    La ragazza si irrigidì, facendo un passo indietro.
    Dove l'hai trovato quello? Chiese allarmata.
    Come poteva mantenere la calma? L'unico indizio che avrebbe potuto incastrarla era tra le mani di chi la stava cercando.
    No, non può essere.

    Zack la squadrava. Aveva un'espressione seria, come se la vista dell'arma gli stesse facendo venire in mente qualcosa di importante.
    L'ho trovato quando è morto mio padre. Alzò lo sguardo, puntandolo agli occhi scuri di una tesissima Älya.
    Quello sguardo. Ancora quello sguardo.
    È quello che ha ferito anche te, vero?
     
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    Leoven;

    Al timone, Leoven si rinchiuse nei suoi pensieri
    Quindi? Cosa vogliamo fare, ladruncolo? Gli offriamo il nostro aiuto e poi ci facciamo aiutare in qualche furto? Non penso gli interessi!
    Sospiró rumorosamente, tanto da attirare l'attenzione di Castor
    Qualche problema, capitano?

    Cosa? Ah, no no. Tutto tranquillo. Stavo solo pensando

    Castor non aggiunse altro. Si appoggió accanto al timone, osservando il ponte dall'alto della postazione.
    Come mai li aiuta, capitano?

    Cosa? Ti ho detto che... Va bene. rispose Leoven non so perchè li aiuto. Stavo pensando proprio a questo. E ...
    Non terminó la frase, interrotto da Castor
    Intanto che ci pensa, potrebbe ricordare loro che è vietato portare armi sul ponte.
    Armi? pensó sorpreso
    Lasció il timone a Castor e corse a raggiungere il duo.

    Ehi, perchè portate armi sul ponte? Vi ho detto che sono vietate. Esordì storcendo il naso Perchè hai un pugnale con te, Zack?
     
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    Älya
    Älya;
    La ragazza era rimasta immobile e scioccata a fissare l'arma in mano al bambino.
    Credeva fosse in quello stato perché ne era stata ferita.
    Cosa può saperne lui?! Pensò in preda al panico, mentre metteva un passo indietro.
    Nemmeno si accorse del sopraggiungere del capitano. Che cosa aveva detto?

    Calmati. Controllati. Si ripeteva, mentre con la mente annebbiata vedeva Zack girarsi verso il capitano.
    I-io. Disse, cercando di schiarirsi la voce contemporaneamente; che poteva dire? Quel pugnale l'aveva completamente presa alla sprovvista.
    Scusatemi. Le uscì infine incontrollato, mente le sue gambe decidevano da sole di portarla sottocoperta.

    Zack era rimasto ad osservarla confuso, senza rispondere alla domanda del capitano, solamente voltato verso di lui con il busto.
    Alzò il pugnale della ragazza verso Marker.
    Questo l'ho trovato la sera che fu ucciso mio padre. Sono sicuro che sia dell'assassino.
     
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    Leoven;

    L'occhio di Leoven si posó sul volto di Alya e ció che vide lo confuse. La donna era visibilmente terrorizzata dalla vista di quel pugnale. Leoven piegó leggermente la testa a lato, osservandola.
    Ma cosa...
    Alya scappó via velocemente, boforchiando rapide scuse. Leoven la seguì con lo sguardo fino a quando non scomparve sottocoperta.
    Alzando lo sguardo incroció gli occhi di Castor, incuriositi. Leoven gli fece cenno di raggiungerlo, poi si voltó verso Zack.
    Quando sentì le parole del giovane, sorrise
    Potrebbe essere un aiuto interessante! Peró le regole sono regole!
    Prese dalle mani del bambino il pugnale, consegnandolo a Castor, appena giunto
    Quando scenderemo a terra, Castor te lo riconsegnerà. Siamo pirati onorevoli disse autorevolmente a Zack
    Castor annuì e nascose il pugnale dietro la sua schiena, ugualmente con fare autorevole.
    Leoven si voltó in fretta e scese sottocoperta.
    Alya nasconde qualcosa pensó
    Dove sei? esclamó, iniziando a cercarla


    Edited by Nebbia Cinerea - 23/8/2015, 23:31
     
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