Progetto Chimera - 2° parte

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    LA STORIA FIN ORA
    Progetto Chimera - 1° parte
    Alistair aveva scelto di partire per diventare una chimera, un mutaforma in grado di assumere le capacità di diverse creature in modo da essere all'altezza di qualsiasi ostacolo e di qualsiasi difficoltà, ma non prima di aver salutato i luoghi che significavano qualcosa per lui. Come prima cosa era andato a visitare la palude dove, baciato dalla fortuna, aveva trovato un esemplare di scarabeo raro, forse sconosciuto che sopravviveva con determinazione all'attacco di un predatore naturale. Il piccolo insetto aveva colpito in modo particolare Alistair, che aveva deciso di assimilare la sua essenza arcana e legarla all'elemento della natura e del controllo delle piante. L'assimilazione era avvenuta con successo dando vita ad un insetto gigante dotato di chele e corno pericolosissimi e dotato di un esoscheletro molto resistente. Alistair non avendo termini di riferimento adeguati in mitologia e letteratura aveva conferito a quella mutazione il nome di kerottero.


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    Alistair;
    Alistair aveva salutato la sua città e i luoghi a lui cari. Aveva salutato la palude dove andava ad allenarsi dopo aver assunto la sua prima mutazione in forma di licantropo. Era stata forse la tappa più importante, dopo quella che lo aveva portato a salutare Amras, il suo maestro, era stato lui a presentargli la proposta e l'idea che lo avevano spinto a mettersi in viaggio. Infatti, il suo maestro, aveva pensato a lungo, durante la sua assenza, a come potenziare le abilità del mutaforma. Si era dato estremamente da fare. Aveva progettato due nuove ricette alchemiche per le sue mutazioni e aveva pensato ad una strategia per legare una mutazione all'altra e creare un essere perfetto come il mitologico mostro noto come chimera, da cui deriva il nome del progetto. Per questo si sarebbe messo in viaggio, per questo doveva salutare i suoi luoghi preferiti vicino la sua dimora, poiché non li avrebbe rivisti per un lungo tempo, e fu questo a portarlo alla scoperta della sua terza mutazione.
    Aveva già testato, ogni volta che si accampava per la notte o quando si fermava per riposare, i poteri del kerottero. Le sue chele erano in grado di tagliare un albero e il corno era in grado di demolire le rocce e di creare seri danni alle montagne. Non osava pensare a cosa potesse fare contro delle ossa comuni. Il potere della natura, inoltre, aveva facoltà incredibili. La conoscenza della botanica da parte di Alistair non faceva altro che rendere ancora più tremendo quel potere. Poteva evocare pollini di ogni tipo, paralizzanti, velenosi, orticanti, allucinogeni, soporiferi... Poteva evocare piante con pericolosi sistemi di autodifesa topo piante carnivore, piante velenose, stritolanti, intrappolanti, che lanciano aculei velenosi, che rilasciano pollini dannosi... Aveva inoltre scoperto con sua somma sorpresa che nella forma kerottero, esattamente come per il mannaro, prevaleva in modo fortissimo l'olfatto ma che non sapeva per quale motivo, forse per la naturale esposizione degli insetti a piante e pollini di ogni tipo ma ne era completamente immune. La cosa più utile era quella di poter evocare piante con scopi benefici per se stesso o per gli alleati. C'erano alcuni tipi di erbe, radici e pianti che si utilizzavano per estrarre il veleno, per curare e disinfettare le ferite, per le ustioni, per i morsi o per cose simili. Tra i poteri del kerottero rientravano anche queste capacità ed era un gran bene visto che era la prima mutazione che gli consentiva di curare oltre che di attaccare e in un tentativo di diventare una chimera virtualmente imbattibile era un'abilità utile.
    Aveva testato anche per pura curiosità, gli effetti del volo. Riusciva a reggere perfettamente il suo peso con le ali e ad usarle per il volo, riusciva a volare discretamente veloce, ma non era agilissimo, specialmente nei bruschi cambi di direzione. Un combattimento il volo era possibile, ma non era la mutazione più adatta a questo scopo. Tuttavia, agitare le ali mentre si combatteva al suolo consentiva di fare salti più alti, movimenti più agili, spostamenti più veloci...era sicuramente utile e poi almeno adesso aveva la facoltà di andare in aria. Un'altro test aveva fatto era il suo esoscheletro. Aveva colpito una montagna con il suo corno ottenendo una frana, molti massi anche di grandi dimensioni gli erano crollati addosso e lui si era protetto solo contando sull'esoscheletro. Ne era uscito praticamente illeso. La corazza che lo rivestiva era resistente ai tagli, agli impatti e agli urti, praticamente per sfondare la sua difesa ci volevano pressioni e forze elevatissime e se anche sarebbero arrivate quelle, avrebbe potuto proteggersi con evocazioni di piante con cortecce e legno molto resistenti. Naturalmente, anche se non aveva provato, sapeva di essere vulnerabile al gelo e anche al fuoco. In quel caso sarebbe dovuto stare attento o passare ad un'altra mutazione. Il wendigo era perfettamente immune al gelo ma al fuoco era vulnerabile anche lui. Avrebbe potuto mettere in gioco il mannaro ma non aveva una vera resistenza al fuoco, semplicemente non ne era debole. In pratica aveva bisogno anche di qualcosa che fosse resistente al fuoco. Così arrivavamo a due: mutazione adatta al combattimento aereo, mutazione resistente al fuoco.
    Almeno si faceva un'idea di quali potevano essere le scelte più adatte per la selezione delle sue prossime trasformazioni. In realtà Alistair credeva che per poter essere una chimera in grado di poter servire ad ogni situazione, servissero moltissime mutazioni, ma stava notando, già durante le analisi del kerottero, che aveva già forza (wendigo), agilità (licantropo) e resistenza (kerottero), quindi dal punto fisico potevano rimanere poche altre mancanze alla sua collezione, ciò che invece urgeva era il fatto che ogni elemento primordiale era forte contro alcuni e debole contro altri e doveva avere una gamma abbastanza varia per poter reggere a qualunque situazione. In definitiva non aveva idea di quante mutazioni gli sarebbero volute per poter essere all'altezza di ogni difficoltà.
    Per questo la ricerca richiedeva di non perdere tempo, prima finiva e meglio era. Con questo concetto ben scolpito nella mente, Alistair viaggiava in forma di licantropo lungo le pianure poste a sud dei boschi di Aresmelle. La forma del lupo mannaro restava ancora la più adatta per gli spostamenti, come aveva appositamente testato, il volo era abbastanza veloce, poteva essere molto utile in molte situazioni, ma non era il vanto principale del kerottero. Sicuramente esistevano creature con una capacità di volo più adatta e certamente la spessa e pesante corazza non era di aiuto per favorire velocità, agilità e movimento in aria. Forse un aquila o un falco sarebbero stati punti di partenza ottimi per generare una mutazione adatta al volo. Sicuramente ora, con il Kerottero, era in grado di acciuffarli ma non si potevano trovare in quei luoghi, erano più che altro tipici di zone in prossimità di montagne entro qualche miglio. E nella valle in cui si trovava aveva le montagne a distanze molto molto maggiori, per tanto non guardava neanche il cielo.
    La giornata era molto soleggiata ma l'autunno si lasciava sentire in modo particolare, del resto a nord di Eirydia, di quei tempi non si potevano avere alte temperature in quella stagione, neanche con un sole libero da ogni nuvola e in giornate prive di vento. Comunque almeno contribuiva a rendere la temperatura piacevole. Non si sentiva freddo e ne caldo, ciò aiutava visto che il mutaforma si presentava in forma di licantropo, con la pelliccia che tendeva a sviluppare molto più calore del dovuto quando si mettevano in modo i muscoli per la corsa.
    Stava seguendo il fiume orientale della valle e si stava inoltrando tra le prime sporadiche presenze alberate della Foresta Alisan. Con le fronde che coprivano dal sole proiettando le loro ombre sul terreno, la temperatura bassa stagionale si percepiva di nuovo anche se col il pelo del mannaro non rappresentava ancora un problema.
    Gli alberi li erano molto più radi rispetto a quelli che circondavano Aresmelle, del resto era pur sempre un tipo di bosco tipico degli elfi. Loro basavano quasi tutto il loro potere e persino la loro cultura sulla natura, senza considerare che molti di loro, quelli che legavano la loro vita ai boschi, li utilizzavano anche come case e come rifugi. Ciò aveva creato molti attriti con gli umani in passato poiché, non essendo creature magiche, ma solo capaci di usare la magia in rarissimi casi, avevano cercato più volte di tagliare gli alberi per ottenere la legna necessaria per le loro costruzioni. Gli elfi, invece usavano la magia per estrarre il legno necessario senza uccidere o danneggiare la pianta. Il lavoro degli uomini invece non aveva rispetto, e lasciati fare senza controllo erano capaci di arrecare seri danni alla natura che li circondava. Il re degli elfi, infatti aveva creato disposizioni precise agli uomini che vivevano sotto la protezione degli elfi, in cambio di produzioni e forniture regolari di legno, anche se per la loro mania di crescita e di sviluppo era sempre troppo poco. Ma del resto gli umani non erano immortali come gli elfi quindi si riproducevano in numero molto maggiore e frequente e nuove vite richiedevano anche nuovi alloggi. Il sistema comunque, per quanto poco gradito ad elfi e uomini aveva creato un certo equilibrio tra l'immobilità e la stazionarietà degli elfi e la fretta e l'ingordigia degli uomini e i confini si allargavano a ritmi accettabili per entrambi.
    La foresta di Alisan invece, non aveva la protezione degli elfi, era a pieno regime territoriale del castello di Hollet, soli uomini quindi. La botanica antica, asseverava che la foresta fosse molto più estesa anni or sono ma, lasciati sotto la libera responsabilità degli umani era stata attaccata senza criterio per case, legna da ardere e per le armi. Ora probabilmente era troppo lontana dal castello e dai confini della città di Hollet. Servivano viaggi lunghi, carri robusti e anche una certa propensione al rischio per compiere una simile traversata, poi solo per avere della legna che concerne pochissime monete d'oro sul mercato attuale. Ciò ha finalmente scoraggiato i taglialegna, permettendo alla foresta un lungo periodo di pace e tranquillità.
    Erano ormai ore che correva in qualità di licantropo e si sentiva ormai stanco e desideroso di riposarsi un po'. Stava ancora seguendo il fiume, quindi continuò semplicemente sino a trovare un'area di suo gradimento, particolarmente adatta per riposare le membra. Era una piccola radura, compattata dagli alberi circostanti. Il fiume vi scorreva in mezzo e le fronde degli alberi rendeva il luogo un santuario di pace. L'era era alta e fresca, lasciata vergine dal tocco delle razze senzienti, o almeno quelle di tipo distruttivo. Perché non era impossibile trovare driadi, folletti e altre creature dei boschi che optavano maggiormente per la crescita e lo sviluppo della foresta che per lo sviluppo della civiltà. Gli alberi qui erano alti, probabilmente perché il fiume stava deviando verso la parte interna della foresta, quella più antica e inviolata.
    Alistair abbandonò la sua mutazione per riposare anche la mente da ogni pensiero ricoprendosi con dei vestiti. Si andò a sdraiare quindi sotto un albero appoggiando la schiena contro il tronco godendo la pace e la serenità che solo la natura poteva infondere in contrasto con il caos dei centri abitati e delle città.
    Fasci di luci penetravano morbidamente tra i rami degli alberi andandosi a tuffare nelle acque del fiume e andando a dipingere la superficie liquida di riflessi brillanti e di tutto un'arcobaleno di colori e sfumature. Guardando nell'acqua si potevano vedere pesciolini di acqua dolce sfrecciare o saltare fuori dall'acqua. Il silenzio era il sovrano assoluto da quelle parti rotto solo dal piacevole scroscio del fiume e dei rumori delle piccole forme di vita che abitavano la foresta. Era facile rilassarsi e riposarsi in un luogo così. Di questo passo sarebbe potuto ripartire presto.
     
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    Adara;
    Adara aveva sentito un improvvisa nostalgia dei boschi vicino Hallet, non sapeva come quella voglia ma, vista la sua promessa, non doveva avvicinarsi alla scuola.
    Aveva promessa a se stessa e a suo nonno che sarebbe tornato dopo aver ritrovato i suoi genitori così da poter mettere al servizio di queluogo magnifico conoscenze non solo magiche ma di ogni tipo, voleva che la nuova generazione di maghi avesse un bagaglio culturale molto più vasto di un mago capace solo nell'uso di incantesimi.
    Bisognava insegnare fantasia ai giovani maghi poichè l'unico limite della magia era la mente del suo utilizzatore ed era un vero peccato non coprire anche quel campo nel periodo di apprendimento della scuola di Hollet.

    Il bosco dal canto suo era rigoglioso e verde come sempre:gli alberi coprivano quasi del tutto il cielo, con le loro ampie chiome, e la visuale, con i loro grossi tronchi che sembravano disegnare un labirinto naturale come se gli alberi stessi fossero vivi e decidessero chi era destinato a perdersi e chi a uscire vivo da quel luogo magnifico.
    Il terreno era asciutto quindi fu una passeggiata piacevole ma stava calando la notte quindi avrebbe dovuto trovare un posto dove ripararsi e riposare o almeno quello era il piano.
    Vide in lontananza un lupo mannaro correre anche se non si sentiva era certa di non sbagliarsi e il suo intuito le diceva di seguirlo, sembrava un suicidio ma ormai aveva imparato a fidarsi del suo sesto senso o, sotto altro nome, intuizione femminile.
    Seguì il lupo avvolgendo i piedi in venti molto veloci così da accelerare notevolmente e riuscire a tenere il passo senza essere scoperta o almeno così sperava.
    Apparentemente aveva perso di vista il mannaro ma forse era semplicemente ritornato alla sua forma umana e l'unico umano li nei paraggi era un uomo disteso sull'erba dai capelli neri e un viso duro, che si trattasse di lui?qualcosa non quadrava poichè un normale mannaro dopo la regressione non ha certo la facoltà di ricomporre i suoi abiti figuriamoci essere così rilassato.
    Adara sentiva puzza di magia in quella faccenda e di una notevole quantità di conoscenza, cosa di cui era ghiotta.
    decise quindi di approcciare quell'individuo avvicinandosi,stavolta con i piedi per terra, e osservandolo da una distanza disicurezza tale da permetterle una difesa se si fosse rivelato ostile.
    Non voleva nascondersi ai suoi occhi e nemmeno ci tento poichè aveva scopi pacifici e se il suo intuito era nel giusto quello sarebbe stato uno degli incontri più fortunati da quando aveva cominciato il viaggio alla ricerca dei suoi genitori.
     
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    Alistair;
    Mentre il mutaforma era ancora nella sua forma di licantropo avvertì un odore nell'aria. Non si poteva braccare un lupo mannaro senza rischiare grosso, avevano un fiuto molto sviluppato e, in quella forma era così anche per lui. C'era qualcuno che lo stava seguendo. A giudicare dall'odore era una donna di razza umana. Teneva una certa distanza e si muoveva molto rapidamente, quasi gli teneva testa pur non percependo nessun odore di cavallo o altri animali che potessero fungere da mezzo di trasporto. Doveva essere sicuramente una maga. Comunque non si sentiva minacciato da quella presenza. Aveva ben tre mutazioni a sua disposizione, se era qualcuna che braccava un lupo mannaro a causa del fatto che erano razze molto discriminate, avrebbe potuto seminarla facilmente cambiando forma in insetto e lasciando che la vegetazione la bloccasse per poi prendere il volo. Per questo, giunto alla radura, ritornò nella sua forma normale per poter fare una pausa andandosi a sdraiare all'ombra di un'albero. Alistair si stava godendo il suo meritato riposo dopo una lunga corsa che durava giorni ormai. Certo aveva fatto soste regolari da quando era partito da Aresmelle, ma comunque era bello fermarsi un po di più in un luogo come quello in cui era finito che dava un tale senso di pace. Si sentivano gli uccelli che cantavano e svolazzavano nell'aria, trattenendo un po' il respiro per concentrarsi sui rumori si poteva persino percepire il suono del vento, e non intendeva il suono dei rami e degli alberi mossi dalla brezza, ma proprio il suono dell'aria quando spirava, era un suono che si sentiva distintamente nei giorni molto ventosi ma, in quel giorno così calmo, era necessaria una certa sensibilità per poter percepire un suono così sottile. Era come una sinfonia scritta da un uomo innamorato e cantata o recitata per la propria donna. Quando si entrava in contatto con gli elementi della natura, esattamente come accadeva tra due amanti, il livello di sintonia determinava quanto dovesse essere alto il volume della voce altrui per poter essere percepito. Era un'analogia che il suo maestro Amras faceva spesso. Per gli elfi il contatto con la natura è molto simile ad un contatto di tipo amoroso. Diceva sempre: solo un uomo che ha ottenuto una alta sensibilità verso la natura può ascoltare il silenzio delle parole pronunciate dal vento. Era una frase acuta, che Alistair poté comprendere solo a 24 anni, benché l'avesse sentita da quando era bambino. Da wendigo perdeva un po' del suo senso profondo, poiché in quella forma percepiva facilmente e distintamente qualsiasi suono entro un certo raggio visto che aveva un udito sviluppatissimo.
    A quanto pare aveva perfettamente ragione a non temere la presenza della donna che lo seguiva a velocità non comune per un essere di quella razza. Ella si fece vedere nella radura, non cercava di nascondersi o di procedere con un agguato ma veniva semplicemente avanti. Quel particolare tipo di atteggiamento non faceva altro che sottolineare le sue intenzioni pacifiche. Aveva capelli bianchissimi capaci di riflettere il poco sole che riusciva a penetrare il manto delle foglie poste sulle cime degli alberi. Era una donna abbastanza piacente con occhi di un rosso intenso che donavano una capacità ammaliante al suo volto. Alistair non ne era particolarmente toccato. Era abituato a bellezze molto maggiori tra gli elfi, era un tipo di paragone che non si poteva sostenere e comunque non aveva mai provato particolare interesse neanche per loro, il suo interesse era sempre stato per la conoscenza e il sapere, anche se era convinto che da qualche parte esisteva la donna che avrebbe abbattuto anche la sua barriera e che avrebbe cambiato tutto. I suoi occhi rossi era due rubini incandescenti fissati all'interno di un manto bianco che era sia nel suo visto con il colore della pelle, sia nei capelli e sia nel chimono. Praticamente era completamente in bianco a parte quegli occhi che risaltavano in modo netto e assoluto, creando un contrasto totale.
    Alistair era stato educato ai più alti, eleganti ed educati modi degli elfi, quindi si alzò e fece un profondo inchino a mezzo busto. Rialzandosi disse:
    Prego mia signora, non abbia paura e si faccia pure avanti. Mi chiamo Alistair e non sono pericoloso se non ha cattive intenzioni!
    Alistair era, per sua natura, incapace di trasmettere una espressione facciale che comunicasse a qualsiasi interlocutore, anche il più esperto, cosa gli passasse per la testa in quel momento e se era davvero innocuo o terribilmente pericoloso. Tuttavia i suoi metodi erano incoraggianti per quanto potesse comunque trattarsi di una trappola. Alistair non poteva aggiungere altro visto che la donna manteneva una certa distanza di sicurezza e, per tanto, sarebbe stato consigliabile non insistere troppo a convincerla e a metterla a suo agio intimandole di avvicinarsi, altrimenti, sarebbe sembrata davvero una trappola tendente ad un immediato pericolo. Era anche vero, però, che la donna aveva seguito l'uomo mentre era ancora nella sua forma mannara, quindi Alistair, non avrebbe potuto preparare una trappola nel pochissimo tempo in cui non c'era alcun contatto visivo. Quindi, a suo parere doveva semplicemente tranquillizzarsi.
    Se Alistair non sapeva che la donna lo aveva visto in forma mannara, sarebbe stato tentato di mostrarle che non aveva armi. Ma neanche quello era un deterrente, poiché molti esseri erano in grado di essere altamente pericolosi pur non avendo nessun tipo di arma. I maghi ne erano un facile esempio e in giro se ne travano parecchi e di ogni razza. Alcune molto più di altre.
    Pertanto, per il mutaforma non vi erano molti punti utili di avvisaglie e di trattative, doveva semplicemente essere un processo interiore iniziato e concluso dalla stessa donna e, in fondo, l'unico elemento che le avrebbe permesso di decidere e di consentire a se stessa di fidarsi o meno di lui. Quindi il mutaforma attese silenzioso ed educato, che la donna reagisse in qualsiasi modo.
    Lui intanto restava li in piedi pronto ad ogni evenienza, era in grado di reagire al più pacifico degli approcci tanto quando lo era in grado di reagire al più ostile.
    Ora stava a lei determinarne il destino.
     
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    Adara;
    Dal comportamento dell'uomo Adara capì che era stta scoperta già molto prima del riposo sulla radura, non c'era da stupirsi visto lo svoluppato olfatto dei lupi mannari ma, ancora, non era certa che il giovane appartenesse a quella razza.
    Non avrebbe ocmunque espresso quel suo pensiero per ora e si sarebbe limitata a dialogare con quel singolare individuo che sembrava pacifico oltre che estremamente educato:che avesse ricevuto un educazione di alto livello come era accaduto con lei?avrebbe stabilito la risposta a questa domanda con il tempo.

    Il mio nome è Adara. Stia tranquillo, solitamente non ho mai tendenze aggressive.
    Rispose la donna con un tono calmo e pacato, se il peggio fosse accaduto poteva innalzare immediamente una barriera o usare mlti altri trucchi per darsela a gambe quindi non aveva mai veramente visto la morte in faccia.
    Mi deve scusare se l'ho pedinata ma il mio intuito mi ha suggerito, quando l'ho vista correre nel bosco, che le vostre apparenze nascondono qualcosa di più di un semplice mannaro. Vi ho seguito per semplice curiosità
    Le spiegò la maga non avendo motivo di mentire a quel punto, era stata scoperta e poteva darsela a gambe in qualsiasi momento ma voleva almeno tentare di capire se quell'uomo poteva essere una preziosa fonte di sapere da aggiungere a quello a quello della maga o se il suo intuito, per la prima volta, si era sbagliato.
    In attesa di una reazine del suo interlocutore Adara si godeva la brezza serale che spirava in quella radura, era un buon posto per passare la notte e la mattina dopo se ne sarebbe probabilmente andata.
    La visita al bosco l'aveva fatta e, per quanto lo desiderasse, non poteva e non voleva visitare il nonno prima di aver compiuto la sua missione.
     
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    Alistair;
    La presentazione di Alistair sembrava in qualche modo aver incoraggiato la donna e anche incuriosito. Ormai il giovane mago si stava abituando al fatto che chiunque incontrasse si incuriosisse a lui. Praticamene lui si spacciava per mannaro ma era anche vero che aveva livelli di controllo e particolarità molto molto insolite per un comune licantropo. La maggior parte delle persone con cui si incrociava, sia amici che nemici, notavano quella particolarità e ne rimanevano straniti. Alistair cominciava a temere per quella situazione perché sempre più persone venivano a sapere della sua natura di mutaforma e questo non era proprio ciò che il mago voleva, anzi, era esattamente ciò che desiderava evitare.
    Tuttavia era anche conscio e consapevole che man mano che i suoi poteri e la sua forza cresceva si sarebbe fatto anche un nome, sia da parte del regno, fiero di uno dei suoi guerrieri, e sia tra i membri dei ribelli che avrebbero man mano conosciuto ciò che rappresentava il mutaforma.
    Intanto la donna rispondeva alla presentazione di Alistair. Si chiamava Adara e stava asseverando, tranquillizzando il suo interlocutore, che di solito non tendeva ad essere pericolosa. Il suo tono era particolarmente cauto, ma Alistair riusciva a percepire anche un alto livello di prudenza. In fondo non conosceva ancora chi aveva di fronte ed era più che giusto che si tenesse pronta a reagire qualora si fosse presentato un qualsiasi pericolo.
    Come Alistair aveva già immaginato, Adara aveva trovato singolare già quelle pochissime cose che aveva visto mentre il mannaro stava correndo per attraversare la foresta. L'aveva pedinato per curiosità poiché il suo intuito suggeriva che Alistair nascondesse qualcosa di più che un semplice mannaro.
    Alistair non aveva una voglia estrema di rivelarsi ad ogni persona che incontrava. Ma la donna sembrava particolarmente colta dalla dizione e dal suo modo di parlare e non avrebbe potuto raggirarla con una bugia o con una attenuazione della verità.
    Il suo intuito non sbagliava! Io non sono un lupo mannaro. Io sono un mutaforma!
    Visto che aveva scelto di dire la verità, per il momento non intendeva aggiungere altro a questo riguardo. Per tanto lasciò che le parole appena pronunciate seguissero il loro corso senza la necessità di fornire altre informazioni.
    Intanto la sera stava scendendo su di loro. Probabilmente avrebbero dovuto passare la notte li. Tanto valeva fare la dovuta conoscenza e capre con chi si aveva a che fare per regolare il giusto livello di cautela necessaria.
    La vostra curiosità vi ha spinto a seguirmi, ma immagino che eravate nella foresta per altri motivi, no?
     
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    Adara;
    Il suo intuito non l'aveva tradita nemmeno quella volta anzi, era incappata in una razza del tutto nuova di cui non sapeva nulla nonostante i numerosi libri che aveva letto e il tempo passato a viaggiare.
    Il nome stesso, mutaforma, probabilmente indicava la peculiare capacità di mutare forma di quella razza ad una prima analisi ma le domande che più interessavano Adara erano:possono avere una sola forma?come mai è una razza di cui non si è saputo nulla finora? e infine ottengono la loro mutazione tramite una qualche strana magia o nascono con quei poteri sin dalla nascita e non sono in grado di aumentare le loro forme?.
    Ogni domanda era come un grande mistero che la maga voleva risolvere a qualsiasi costo, la sua natura avida aveva preso la meglio su di lei anche se ciò non traspariva al'esterno poichè era ormai un esperta nel mascherare quel tipo di emozioni.
    La cosa che più di tute voleva conoscere era la risposta alla terza domanda poichè le implicazioni di quest'ultima davano spazio a molte ipotesi interessanti e spaventose al tempo stesso.

    D'altro canto anche il suo interlocutore sembrava bravo a nasocndere le sue intenzioni oltre che un buon osservatore, in fin dei conti non era difficile ipotizzare che la sua presenza nel bosco era dovuta a qualche altra ragione.
    Sono solo di passaggio, volevo semplicemente rivedere il posto dove sono cresciuta. Sicuramente domani mattina mi rimetterò in viaggio
    Spiegò la maga al mutaforma mentre si sedeva sull'erba ad osservare il cielo, se c'era una cosa che l'aveva sempre affascinata era quel manto stellato.
    Si chiedeva cosa fossero quelle luci che vedeva in lontananza e tutt'ora non aveva una risposta a quella domanda.
    Mentre rifletteva sulla natura di quel cielo stellato la luce lunare inondò metà del campo, sembrava quasi opera di una magia elfica poichè il risultato combinato della luce lunare e il riflesso che questa dava luogo incontrando i capelli e i vestiti di Adara, dotati di un bianco purissimo, era stupendo.
    Sembrava quasi un quadro stupendo dipinto dal più capace dei pittori.

    Voi invece cosa fate in questo bosco?l'unico motivo valido che mi viene in mente è che abbiate qualche affare in sospeso con qualcuno alla scuola di magia oppure seite solo di passaggio come me
    Chiese la maga, si augurava vivamente che il suo intelocutore non avesse intenzione di danneggiare la scuola o chissà quale altra azione di quel tipo.
    Sentiva che non era così, non sembrava una cattiva persona ma le maschere indosate dalle persone potevano nascondere molte cose e questo Adara la sapeva meglio di chiunque altro.


    Edited by evil-naraku - 12/6/2014, 20:17
     
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    Alistair;
    La donna, come praticamente tutti quelli che avevano saputo della sua peculiarità, era rimasta attonita e stupida a sentir parlare del mutaforma. Praticamente nessuno di loro ne aveva mai sentito parlare, e come potevano? Lui era praticamente l'unico, ed era talmente discostante da un essere umano che ogni volta che pensava o pronunciava "l'unico mutaforma" non sapeva se aggiungere della mia specie, della mia razza, poiché non sapeva il suo essere un mutaforma quanto lo rendeva diverso da un normale essere umano. Probabilmente considerando che aveva passato tutta la vita assieme alla comunità elfica poteva dire con sicurezza che non aveva nulla in comune nemmeno con loro. Persino con una razza adita alle scienze e alle arti come loro era stato reso necessario di doversi nascondere, di doversi guardare intorno ogni volta che si trasformava, di doversi spacciare per un mago ogni volta che rifiutava un'arma poiché poteva contare su armi che poteva uscire dal suo stesso corpo. Comunque ebbe almeno la singolarità di non mostrare nessun segno che suggerisse che quella donna voleva usare i poteri del mutaforma per scopi personali, anche se si percepiva che desiderava tantissimo sapere.
    Comunque rispose anche alla domanda di Alistair sul perché si trovasse li asseverando che era li per caso. Era venuta per vedere il posto dove era cresciuta e sarebbe ripartita all'indomani. Dette quelle parole si sedette sull'erba volgendo lo sguardo verso il cielo. Anche il mago lo alzò vedendo il firmamento costellato di quelle lontanissime fonti luminose. Diede un ulteriore sguardo alla donna notandone l'intensità con cui le guardava. Disse allora con un tono particolarmente sereno:
    Sono dei corpi di fuoco, come il sole. Bruciano a distanze molto superiori al sole oppure sono molto più piccole. L'albero millenario della sapienza che si trova sul suolo di Aresmelle sostiene che sono fatti di gas che prendono fuoco ad un ciclo infinito e sostiene anche che le distanze che ci separano dalle stelle sono talmente elevate che molte di esse potrebbero essere già estinte ma noi continuiamo a vederne la luce
    Quando Alistair terminò di parlare, Adara attese alcuni secondi in cui si permeava di quella magnifica vista cercando di apprenderne il profondo significato. Dopo che lo spettacolo fu ben assaporato dal suo desiderio, si rivolse nuovamente al mutaforma. Chiedeva la stessa cosa del mago, cioè cosa ci facesse nella foresta, aveva lanciato supposizioni su conti in sospeso con la scuola o se era di passaggio. Alistair allora rispose:
    Sono solo di passaggio, ho intrapreso un viaggio per portare a termine una missione personale. Mi sono fermato solo per riposare e sicuramente anche io sarò in viaggio domattina. In realtà la mia missione non prevede nemmeno una meta precisa per tanto sono divorato dal dubbio di quale sia la mia prossima tappa
    Naturalmente non erano parole dette solo per fare due chiacchiere. Alistair non sapeva davvero dove sarebbe andato, in realtà tutto girava attorno alla decisione di quale sarebbe stata la prossima mutazione da cercare e su quale tipo di specie concentrarsi. Sapeva che doveva cercare una specie adatta al volo prolungato, correre come lupo mannaro era estremamente facile e l'insetto era anche in grado di combattere nel volo anche se sapeva che se avesse avuto al suo seguito la mutazione in kerottero durante lo scontro con il corvo non sapeva se sarebbe riuscito a tenere testa al suo volo. Nonostante l'imbrunire della sera, i suoi sensi erano riusciti perfettamente ad analizzare i dettagli del suo moto aviario, ed era molto più veloce di quanto non fosse l'insetto. Volare avrebbe certamente aiutato a prenderlo, ma doveva anche aggiungere che la sua magia naturale aveva anche difficoltà a germogliare in pura aria senza il supporto della terra o di altre piante. Quindi non era proprio quello che si suggerirebbe come il top in ambito di combattimenti aerei.
    Sapeva anche di avere una certa debolezza al fuoco, non che fosse l'unica debolezza che aveva al momento, ne aveva sicuramente molte altre, ma quella era in grado di mettere in difficoltà tre mutazioni su tre, e per uno che aspirava all'invincibilità della chimera questo non era concepibile. Aveva anche portato il suo pensiero a chiedersi se doveva spingersi verso una specie che aveva un qualche nesso folcloristico o mitologico, o se aveva una qualche affinità magica, fisica, leggendaria o fantasiosa con il fuoco oppure se doveva scegliere semplicemente una specie che aveva delle caratteristiche che interessavano a lui e fornirgli semplicemente l'elemento del fuoco.
    Doveva anche aggiungere, e ricordare a se stesso, che acquisire il potere del fuoco non era nemmeno una reale soluzione, perché diventare immune al fuoco non lo rendeva capace di battere con facilità un nemico che possedeva quell'elemento perché in quel caso doveva puntare maggiormente su qualcosa tipo acqua o terra o sabbia. Erano tutti e tre validissimi elementi che spegnevano facilmente il fuoco e che, associati ad una mutazione, gli avessero conferito la possibilità di affrontare un abile e pericoloso utilizzatore delle arti piromantiche. Tuttavia non aveva ancora la più pallida idea di cosa cercare. Poteva forse concentrarsi sull'elemento acqua e cercare una qualche specie di pesce, la sua unica paura è che l'acqua legata ad una specie ittica sarebbe stata perfetta e forse imbattibile contro nemici acquatici ma inutile sulla terra ferma. Forse, a questo proposito, doveva cercare di selezionare una specie anfibia ma il tarlo del dubbio continuava a martellargli in testa. Con l'elemento della terra invece, poteva forse creare una sorta di casa fatta con la roccia quando andava in giro e poter dormire al sicuro senza dover fare turni di guardia, o forse potevano esserci ottimi modi per viaggiare sfruttando la terra...forse creando uno scivolo gigante usando la manipolazione terreste, o forse c'erano particolari specie animali che potevano viaggiare benissimo sulla terra, ma venivano in mente solo corridori e scattisti nati che, analizzandogli, chissà perché gli davano tutti l'idea dell'elemento fuoco: giaguari, ghepardi, puma...i puma forse potevano anche avere elementi primordiali diversi, ma quali???
    Il suo cervello stava macchinando troppo e si stava anche bloccando in un veicolo cieco. Man mano che stava pensando alle specie trovava sempre idee più assurde. Forse era il momento di staccare un po' la spina da quei pensieri, probabilmente pensare alle stelle per la serata e per la notte avrebbe aiutato la sua mente a lavare via le idee inadeguate e obsolete. Intanto era il caso di accendere un fuoco.
    Alistair si era già esposto dicendo cos'era, quindi non aveva voglia di mantenere uno stato di segretezza ed evitare la comodità di creare un fuoco di campo agitando solo qualche mano. Innanzitutto usò la magia arcana per spostare qualche pietra disponendole in cerchio per domare ed impedire la diffusione di fiamme libere.
    Poi accadde la magia, era probabilmente il caso che la donna di nome Adara guardasse verso di lui anziché verso il cielo. Le stelle dipingono il firmamento tutte le sere e tutte le notti ma era un evento unico di vedere un uomo diventare un kerottero. Cominciò ad emettere i versi che si fanno solitamente in seguito ad uno sforzo, come se dovesse alzare qualcosa di pesante ma il suono della sua voce cambio in fretta di pari velocità al procedimento della trasformazione diventando simile ad una percussione vibrante ad altissima frequenza dovuta all'apparato comunicativo degli scarabei, dal quale proveniva la forma del kerottero. Era formato dalle chele interne dell'apparato digerente. Sfregando tra di loro creavano un rumore stridulo. Dalla schiena, riducendo a brandelli i vestiti si alzarono due placche ossee che andarono a formare le elitre e sotto di loro le ali. Dalla faccia oltre alle chele interne che facevano quel suono ne spuntarono altre due, molto più grandi a partire dalla mandibola e un corno a partire dal naso, grosso e potente. Il resto del corpo divenne varie placche di esoscheletro e mani e piedi erano flagellati da artigli possenti. Completata la trasformazione, il kerottero usò i suoi poteri per far crescere il tronco di una pianta adattissima per il fuoco, una corteccia vegetale resistente che brucia molto più a lungo della legna normale. Lo fece crescere per circa due metri per poi tagliarlo con chele ed artigli creando accanto all'area destinata al fuoco una piccola catasta di questo legno pregiato. Ne afferrò due lembi scorticando la corteccia esterna con gli artigli e sfregando con forza e decisione presero subito fuoco, aiutati anche dalla forza amplificata della mutazione che generò un attrito notevole per dare subito vita alla fiamma. Gettò quindi i due tronchetti nel circolo di pietre curando il fuoco fino a che la fiammata fu stabile.
    Fatto ciò aprì le elitre e spiccò il volo.
    Tornò circa dieci minuti dopo, forse anche di meno, con un cervo tra le mani. Atterrò accanto al fuoco e creò facendo crescere degli arbusti direttamente dal terreno una tripletta di fusti, due per tenere un terzo che avrebbe trafitto il cervo per cucinarlo. Il kerottero, con le lame affilatissime dei suoi artigli, scuoiò la bestia togliendo la pelliccia e tutto ciò che non serviva. Fu particolarmente attento a togliere la pelliccia senza rovinarla. Difatti, poco dopo, la trattò con la terra lavandola più volte nell'acqua per farla usare in seguito ad Adara come coperta. Lui avrebbe dormito in forma di mannaro coprendosi del suo stesso folto pelo da mannaro.
    Quando la preda fu scuoiata completamente la infilzò e la mise a girare sullo stabile appena creato. Fu allora che non avendo più bisogno della forma di insetto, tornò lentamente alla sua forma originale. Prima che si vedesse nudo perdendo la copertura animale, evocò dal nulla i vestiti, facendoli materializzare a partire da una nube di denso fumo.
    Tornato Alistair e completata la ritrasformazione in umano, si mise a curare la cena arrostendo il cervo sulle fiamme e attizzando il fuoco con un'altro pezzo di legno...come se nulla fosse, come se quello che aveva appena fatto fosse la cosa più normale e naturale del mondo.
     
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    Adara;
    Il mutaforma spiegò alla maga la natura delle stelle che stava osservando dicendo che la sua fonte era l'albero millenario della sapienza ad Arasmelle.
    Quella luce proveniva da palle di fuoco?il come e il dove lasciavano alquanto perplessa la maga ma probabilmente si trattava di argomento che loro ancora non potevano comprendere appieno con il loro livello di conoscenza.
    Sapeva che essendo il caso di palle di fuoco poteva tentare di ricrearle prima o poi sperimentando come apparivano le stelle da vicino e questi si che sarebbe stato un ottimo esperimento da osservare.
    Oltre a ciò si disse mentalmente che avrebbe dovuto visitare Arasmelle uno di quei giorni e fare una chiaccherata con quell'albero millenario:avrebbe sicuramente apprezzato dialogare con una entità tanto saggia e antica.

    In seguito un altra domanda di Adara trovò risposta, una buoan risposta in quanto anche lui era di passaggi come lei quindi la scuola era al sicuro.
    Adesso che era così vicina a quel luogo la tentazione di fare visita a suo nonno era forte ma avrebbe resistito a quella dolce tentazione, principalmente perchè sapeva che entrando in quella scuola sarebbe stata assorbita quasi subito dalla biblioteca.
    Si sarebbe chiusa li dentro a leggere libri su libri fino a che i morsi della fame non l'avrebbero costretta a uscire o fatta collassare a terra.
    LA sau sete di conoscenza era talmente intensa da poter arrivare a quei livelli se non addirittura peggio quindi c'era sempre qualcuno a controllarla ai tempi in cui era una studentessa della scuola di Hollet.
    Alistair di sse anche di non avere una meta fissa e questo fece venire un idea ad Adara, che comunque voleva analizzare meglio quella razza conosciuta come mutaforma.
    Dal momento che non sembri avere una meta, e neanche io, potremmo viaggiare insieme. In ogni caso voglio saperne di più sulla razza cui appartieni e so che non mi basterà una semplice spiegazione.

    Fece una piccola pausa riflettendo su come meglio esprimere le sue intenzioni senza venire fraintesa in alcun modo e, dopo un attenta scelta di parole riprese dicendo al suo interlocutore
    Se rifiuterai l'offerta non mi opporrò ma ci tengo a precisare che qualsiasi potere abbiano i mutaforma l'unica cosa a cui sono interessata e conoscere ogni dettaglio circa la razza in se.
    In seguit a queste parole vide Alistair trasformarsi in un insetto enorme,troppo grosso per poter pensare a voli prolungati, con due ali e chele affilate intorno alla bocca.
    Aveva acnhe altri dettagli come zampe utili in battaglia, sembrava quasi che lo scopo principale di quella mutazione fosse il combattimento e ciò convinse la maga che mai avrebbe desiderato un potere del genere.
    Solo osservare la trasformazione di alistair e immaginarla proiettata su se stessa era un esperienza alquanto rivoltante, Adara come molte ragazze, non amava stare a contatto con gli insetti e averne uno così vicino era una cosa alquanto singolare.

    Le ci vollero pochi secondi per abituarsi all'idea anche se la sua epsressione non cambiò per tutto il tempo, era una maestra nel nascondere i suoi veri sentimenti quindi sicurametne Alistair non avrebbe saputo decifrare quello che era un rebus umano come la maga.
    Il suo collega aveva evocato un tronco e poi l'aveva lavorato così da creare un falò e dargli fuoco con le scintille create dalle chele per poi sparire.
    Nel tempo che l'insetto gigante fu via Adara riflettè tuttavia su cosa potesse aver causato la nascita di quella razza:che fossero in origine dei mannari colpiti da magia nera?questo avrebbe spiegato le mutazioni e molte altre cose.
    In quel caso forse era possibile invertire il processo con una qualche magia curativa o, se si trattava di una maledizone, spezzarla con qualche incantensimo apositamente creato per quello scopo.
    Adara tenne questi pensieri per se poichè alistair non sembrava vivere quella condizione in senso negativo ma era pronta a proporre quella soluzione se lui avesse espresso personalmente la volontà di liberarasi di quelle abilità.

    Al ritorno dell'insetto Adara notò subito la preda che aveva fra le mani, un cervo che avrebbe permesso loro di cenare abbondantemente per quella sera peccato che la maga non avesse con se le sue spezie o altri attrezzi da cucina.
    Quel cervo sarebbe potuta diventare una leccornia con i giusti preparativi e la cosa rattristava un pò la maga.
    Dopo che il cervo fu sminuzzato Alistair le preparò anche una coperta per la notte, davvero gentile da parte sua.
    Talmente tanto che la maga si sentì in colpa per la sua, seppur naturale, prima reazione al kerottero.

    In seguito ritornò normale ma durante la reversione Adara fu veloce abbastanza da concentrarsi sul fuoco, se era quello un altro effetto delle mutazioni allora non avrebbe mai e poi mai desiderato una similea bilità.
    Era troppo in contrasto con la sua personale idea di come una donna dovrebbe comportarsi e combattere, di come la donna ideale manipola il mondo senza perdere la classe e la modestia che la contraddistinguno.
    Accettò con gratitudine la coperta offertagli dall'uomo gli chiese
    Cosa mi dici della mia offerta di prima?in caso di una risposta positiva preferirei occuparmi personalmente dei pasti. Conosco molte spezie che apprezzerai sicuramente
    Attese una risposta da parte del mutaforma mentre osservava la carne di cervo cuocersi a puntino sotto la fiamma scoppiettante accesa poco prima dal collega.
    rimpiangeva ancora la mancanza di spezie ma per quella sera si sarebbe accontentata del semplice sapore della carne arrostita.
     
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    Alistair;
    Quando Alistair spiegò alla donna che passava di li per caso, dopo qualche secondo ottenne una proposta da parte della stessa. Visto che nessuno dei due aveva una meta prefissata, avanzò la possibilità di viaggiare insieme. Il motivo di tale scelta era l'interesse di Adara verso la razza a cui apparteneva Alistair. Una cosa più che ovvia. La donna era un'abile schermo di emozioni, come lo era il mutaforma e non era facile capire quale fossero le sue reali intenzioni. Per Alistair, però, non c'era alcuno problema. Per lui sarebbe stato anche comodo di poter viaggiare assieme a qualcuno che gli guardasse le spalle. Non è che ne avesse un reale bisogno, dato che manteneva quasi sempre la forma licantropo per fiutare la presenza di qualche essere ostile e considerata anche la grande quantità di combinazioni che era in grado di elargire con le tre mutazioni che aveva acquisito nonché il fatto che passare da lupo mannaro ad un'altra mutazione per chiunque non conoscesse la reale natura del mutaforma, creava grande confusione e spiazzava qualunque nemico fornendo aperture decisive alle fasi dello scontro.
    In ogni caso andava anche specificato che, da quando aveva iniziato il suo viaggio alla ricerca delle mutazioni, e anche prima, quando aveva lasciato Amras e la sua casa per andare alla ricerca di uno scopo, di un obiettivo, aveva sempre incrociato persone diverse senza legare con nessuno. Forse era arrivato il momento di trovare qualcuno di cui fidarsi e con cui combinare le forze. Certo era presto ed immaturo puntare queste ambizioni su Adara considerando che l'aveva appena conosciuta ma di certo viaggiare insieme avrebbe aiutato a valutare le sue intenzioni, la sua natura e le sue potenzialità. Per questo, dopo un'attenta riflessione, rispose:
    Non ho nessun problema o obiezione a riguardo!
    Dopo quelle parole, Adara continuò cercando di mettere bene in chiaro le sue intenzioni ed evitare che ci fossero fraintendimenti. Precisò che qualunque fosse il potere dei mutaforma, il suo interesse era solo ed esclusivamente relativo alla razza e non era interessata a come imbrigliare e sfruttarne il potere. Quelle parole in un certo senso rincuoravano il mutaforma, ma non era mai stato scoraggiato dagli incontri e le conoscenze che si erano rivelati avari a tal punto da essere interessati al suo potere perché comunque non erano imbrigliabili, non potevano essere estratti dal suo corpo, erano irriproducibili, non era il tipo che metteva i suoi poteri al servizio di cause che non approvava e la sua unicità si sarebbe estinta con la sua morte. Queste sicurezze lasciavano ben poco spazio a chiunque desiderasse le sue facoltà di poterle sfruttare, inoltre più il suo potere aumentava e più era impossibile domarlo da fonti esterne. Per tanto assimilò quella frase solo per pura rassicurazione.
    Dopo di che, Alistair compì la mutazione in kerottero per preparare il fuoco. Come era facilmente ipotizzabile la mutazione stupì Adara e gli fece anche un po' di ribrezzo. Era pur sempre un insetti gigante e lei era pur sempre una donna ed era risaputo da chiunque che le donne non sono buone amiche degli insetti. Comunque Alistair non avrebbe scelto quella mutazione se non avesse avuto bisogno di legna e se non avesse avuto l'intento di risparmiare gli alberi che li circondavano. Sapeva già che il disboscamento senza rispetto creava grandi danni e che gli uomini di Hollet aveva già fatto la loro buona parte in questa vicenda e lui, ovviamente, non voleva dare il suo contributo. Perfino il mannaro o il wendigo sarebbero bastati per abbattere un albero e ottenere legna alla vecchia maniera, anche se la loro legna non bruciava bene come quella evocata dalla forma insetto.
    Allo stesso identico modo, sia il mannaro che il wendigo avrebbero potuto cacciare il cerve senza dover spaventare Adara.
    Comunque, una volta tornato con la preda e messa sul fuoco e una volta scuoiato dando la pelliccia alla sua compagna. La giovane desiderò una risposta. Tornando normale, Alistair ebbe finalmente modo di parlare e disse in risposta:
    Accetto l'offerta! Faremo la strada insieme. Del resto è già stato dimostrato che la velocità del mannaro non rappresenta un problema.
    La questione delle spezie e della possibilità di mangiare carne ben insaporita era molto allettante anche se ormai Alistair non ne era più abituato. Già il fatto di arrostire la carne quella sera era un fatto insolito per lui, da quando possedeva le sue mutazioni cacciava e mangiava come un qualsiasi predatore. Quindi carne cruda, sbranata sulla stessa carcassa. Un ritorno alla civiltà era un'ulteriore motivo per vedere di buon occhio la proposta di viaggiare con lei.
    Cotto a puntino il cervo, Alistair evocò un piccolo pugnale con la magia arcana e fece delle porzioni da poter mangiare comodamente. Fece emergere dal suolo altri due massi mettendoli direttamente nel fuoco sulla legna ardente. Dopo qualche minuto, quando erano diventare roventi, posò la carne su di esse in modo che fosse cucinata anche la parte interna. La mano sinistra divenne scura, come la forma wendigo e la temperatura del sasso scese di colpo in modo da poterlo usare come piatto rudimentale e mangiare con garbo. Diede quindi la sua porzione ad Adara. Era forse poco abituato all'uso civile ma anche a mangiare alla maniera confacente se la cavava bene. Se non fosse che la maga aveva sicuramente doti culinarie migliori poteva occuparsene anche lui.
    La cena, è servita! Furono le ultime parole che precedettero un silenzioso lavoro di mascelle per consumare il loro pasto.
     
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    Adara;
    Il mutaforma accettò l'offerta della maga, almeno avrebbe potuto studiare la natura di un essere tanto insolito e Adara avrebbe approfittato di ogni momento per capire quale fosse l sua fonte di potere e come la sfruttava oltre anche allo sviluppo di un eventuale cura qualora Alistair ne avesse sentito il bisogno.
    Ciò detto il pensiero della ragazza torno alla carne che, nonostante la mancanza di qualsivoglia forma di condimento, sembrava avere un ottimo aspetto dopo essere stata tagliata dal suo compagno di viaggio.
    Il mutaforma si occupò anche di altri dettagli come dei piatti, a quanto pare poteva usare i poteri delle mutazioni anche senza trasformarsi e ciò si rivelava molto utile nella vita di tutti i giorni.
    Non era poi così diverso da un normale mago quando era in forma umana anche se il discorso cambiava durante le mutazioni che potevano avere gli aspetti più disparati e non tutti piacevoli alla vista.

    Adara, dopo aver ringraziato della cena Alistair, riflettè sulla frase circa la velocità del mannaro.
    Era sicuramente una cosa positiva avere quel ivello diabilità ma desiderò anche qualcosa che potesse nasconderla ai sensi di esseri più vicini alla natura come i mannari o comunque persone dall'olfatto estremamente sviluppato.
    Il fatto di non essere mai individuabile era importante per lei in quanto non aveva alcuna competenza di corpo a corpo e venire individuata da un geurriero era n problema, le barriere che poteva erigere avrebbero si protetto la maga ma anche impedito n offensiva efficace e ciò era fastidioso.
    In quei momenti consumò la carne che, come previsto, aveva un sapore buono ma migliorabile.
    Era comunque tenera e rappresentava un ottimo pasto quindi non c'era alcun problema.

    A cena terminata Adara ricordò che entrambi non avevano ancora deciso dove si sarebbero spostati, sia la maga che il mutaforma avevano ammesso non avevano una meta precisa quindi anche la loro prossima destinazione era un punto interrogativo.
    Un luogo valeva un altro in quei casi poichè, anche se cercavano cose diverse, sicuramente le avrebbero trovate nei posti più strani come spesso avveniva in quei casi.
    Hai qualche idea sulla nostra prossima meta?
    Chiese al mutaforma mentre lei stessa pensava ad una possibile meta e non le venne in mente nulla che potesse suggerire una meta.
    Le serviva qualche utensile per cucinare e un cestino o qualcosa di simile per le erbe che avrebbe raccolto di volta in volta e questo le diede un idea di dove andare se il compagno fosse stato d'accordo.
    La cosa più logica da fare era percorrere il fiume fino a trovare un villaggio, quella zona ne era piena, e rimediare tali oggetti e qualche abito da viaggio poichè con quel vestito bianco attirava fin troppo l'attenzione su di se.
    L'unica cosa che la preoccupava era di trovare materiale di scarsa qualità o troppo caro ma, considerando che era un villaggio piccolo, non avrebbe dovuto trovare quel tipo di problemi.


    In mancanza di idee potremmo percorrere il fiume qui vicino fino al villaggio, ci sono alcune cose necessarie se stiamo cominciando un lungo viaggio
    Spiegò la maga ad Alistair, serviva qualcosa per contenere le erbe, poche padelle per i pasti e altri utensili da cucina essenziali anche se solo per pasti frugali in mezzo al nulla.
    Attese una risposta da parte dell'uomo sperando di non doversi arrangiare con mezzi di fortuna ogni volta che si fermavano, sapeva farlo ma spesso a risentirne era la qualità del cibo a cui lei teneva molto.
    Era una delle cose che sapeva di fare bene e il suo orgoglio le impediva di produrre prodotti di una qualità inferiore a quella che lei considerava passabile.


    Edited by evil-naraku - 14/6/2014, 19:33
     
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    Alistair;
    Dopo aver accettato la proposta di Adara, i due maghi cenarono tranquilli. Il cervo era venuto molto buono, arrostito al punto giusto e con la carne divenuta tenera e croccante all'esterno. La pelle del cervo era servita per diventare una copertina per la maga. Alistair non ne avrebbe avuto bisogno tramutandosi in mannaro e sfruttando la stessa pelliccia della mutazione per tenersi al caldo. Inoltre era utilissimo per impedire a se stesso e all'intero gruppo di restare sveglio a fare i turni di notte. Se qualcuno di malintenzionato si sarebbe avvicinato al campo, il fiuto del licantropo l'avrebbe subito percepito svegliandosi e avrebbero avuto la possibilità e il tempo necessario di prepararsi almeno della grossa a riceverli.
    Una strana cosa che aveva scoperto con le sue mutazioni era che ognuna avesse un senso che si sviluppava enormemente e non sapeva dire se era già intrinseco della specie che aveva assorbito o veniva potenziato dalla fusione e combinazione dei due esseri. In entrambi i casi, comunque, non era stato molto fortunato perché al momento aveva la forma wendigo che era sensibilissima nell'udito e sia il kerottero che il licantropo sensibili nel fiuto. Non era una cosa molto utile, lo sarebbe stata sicuramente di più se il kerottero avrebbe coperto una percezione sensoriale che non avevano ancora le due trasformazioni già in suo possesso.
    Mentre il silenzio godeva della cena che stavano consumando poiché le bocche erano occupate a masticare per riempirle con le parole, Alistair provò nuovamente a pensare al suo prossimo obiettivo.
    Quale animale assorbire?
    Aveva definito di voler coprire la difficoltà di dover sostenere un combattimento aereo. Uno scarabeo sapeva volare ma non era un maestro del volo. Esistevano invece molti altri insetti creati appositamente per il volo. Api, colibrì, vespe, zanzare...solo che gli sembrava poco utile cercare un'altro insetto senza considerare che avrebbe marcato ancora di più la sua debolezza al fuoco.
    Sapeva inoltre di dover coprire quella debolezza elementale e sapeva che la poteva correggere sostanzialmente in tre modi: con una mutazione di fuoco che ne sia immune, con un elemento resistente al fuoco o con un elemento che spegne facilmente il fuoco. Ancora non sapeva su quali di queste puntare ma aveva un'idea degli elementi resistenti e di quelli che spegnevano facilmente il fuoco. Se voleva procedere con la risoluzione di questo punto doveva solo selezionare la specie più adatta da assorbire per legarla a quell'elemento.
    Un'altro punto che gli sembrava dover avere una certa attenzione era quella di aggiungere alla sua collezione, una mutazione tattica. Aveva un licantropo agile, un wendigo forte, un kerottero resistente. Ma immaginava che una mutazione capace di sparire e riapparire, di far perdere le tracce se battesse in ritirata, che sapesse divincolarsi da una situazione complicata fosse stata un'aggiunta utilissima.
    Tra tutte queste idee non sapeva quale seguire per prima e soprattutto sapeva che abilità o elementi cercare ma non sapeva mai quali animali assimilare. Era una situazione alquanto snervante.
    Purtroppo fin ora, a parte il lupo che era stata una selezione di prova, rivelatasi poi azzeccatissima, sia il wendigo, sia il kerottero erano state selezioni avvenute per caso. Alistair cercava qualcosa e quasi per magia, l'ispirazione arrivava per caso e quando meno se l'aspettava. Forse doveva riporsi anche il quel caso alla provvidenza e vedere cosa il fato avrebbe predisposto per lui. Poteva anche essere di vedere un animale avere un atteggiamento insolito ed incoraggiante e spingere Alistair a sceglierlo, come era avvenuto per il kerottero. Non restava altro che tenere gli occhi aperti sui movimenti degli animali e dei nemici, magari di ourthugal nemici. Nello scontro con il battaglione dell'organizzazione dei cacciatori di taglie c'erano tre ourthugal che avevano capacità specifiche e poteri legati ad una specie animale. Magari se un ourthugal corvo mostrava determinate abilità, lui avrebbe potuto selezionare la stessa specie per emularle.
    Intanto il pasto si stava finendo anche se c'era ancora molta carne sulla sua preda. Probabilmente qualche predatore della foresta avrebbe gradito gli avanzi, quindi non si sarebbero dovuti preoccupare di questo. Anche Adara aveva finito la sua porzione e aggiunse un argomento alle sue indecisioni che, troppo occupato a pensare alle mutazioni, Alistair non aveva tenuto conto.
    Idee per la prossima meta.
    Effettivamente, Alistair, non aveva nessuna idea, ma inizialmente, senza nessun motivo, si era lasciato guidare dall'istinto del lupo seguendo un percorso verso sud dal suo luogo di partenza ad Aresmelle che lo potesse tenere sufficientemente nascosto senza allertale qualcuno della presenza di lupi mannari. A causa della loro tendenza a tramandare la maledizione, venivano spesso cacciati e massacrati sul nascere. Alistair poteva cavarsi facilmente da una mandria di uomini male organizzati, specialmente se faceva sottozero con il wendigo, ma non voleva sterminare degli innocenti per la sua sola salvezza ne tanto meno far elargire la notizia che esisteva un mutaforma. Per questo si era mosso per quanto possibile coperto dagli alberi sino alla foresta, e in seguito verso il fiume per la possibilità di rinfrescarsi, abbeverarsi e trovare facilmente prede. Ma questo non voleva certo dire avere una meta.
    Ulteriori idee, scaturirono sempre da Adara. Propose di percorrere il fiume sino ad un vicino villaggio per recuperare qualcosa di utile per il viaggio.
    Effettivamente in forma di lupo aveva percepito un piccolo centro abitato. Ed inoltre era un'ottima idea.
    Mi sembra un'idea eccellente. Inoltre le zone limitrofe al fiume sono ricche di vita e di prede. Potremmo anche incappare in nemici però. Anche loro vanno a caccia e traggono giovamento dal corso d'acqua. Tuttavia potrebbe essere un buon modo per recuperare qualcosa di utile senza doverla comprare, magari siamo fortunati. Quanto a me, date le mie mutazioni non ho bisogno di nulla, niente corazze, niente armi, niente di niente. Questo renderà più facile raccattare l'indispensabile per il viaggio.
    Infatti trovare roba per una persona, anche addosso a dei banditi era più facile che trovare roba per due. I bifolchi di bassa leva consumavano sempre i loro furti in taverne e bordelli. Non era mai facile trovare somme adatte a sfamarsi. Anche da quel punto di vista essere un mutaforma aiutava. In ogni caso l'idea di seguire il fiume sino al villaggio era perfetta. E avrebbero seguito quel piano.
     
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    Adara;
    Alistair accettò la proposta della maga accennando a metodi non proprio pacifici per ottenere quello che gli serviva.
    Adara aveva in mente di rimediare quello che serviva loro per i pasti in modo pacifico ma se il collega aveva idee diverse avrebbe dovuto tenerne conto.
    Conservò nella sua mente anche quella informazione, ovvero la natura tendenzialmente violenta, nei confronti dei nemici e sconosciuti, del suo compagno di viaggio e si disse di tenerla sempre a mente così da poter evitare guai in futuro.
    Aggiunse anche la totale mancanza di esigenze da quel punto di vista, non aveva bisogno di nulla poichè le sue mutazioni gli permetevano di vivere e nutrirsi come un animale selvaggio.
    Adara avrebbe tentato di correggere quella sua natura ma se non ci fosse riuscita non se ne sarebbe fatta una colpa, chi viveva così a lungo in quel modo tendeva ad avere non poche difficolta ad abbandonare abitudini e comportamenti animaleschi.

    Allora è deciso, domani partiremo per il villaggio. Non ci resta che riposare inoltre dubito che ci sia qualche malintenszionato nei paraggi. Questa è una zona pacifica ma pericolosa
    Disse la maga che sapeva della presenza di numerosi spiriti in quella zona e non tutti pacifici ma una cosa positiva c'era:i malintenzionati che entravano in quella selva veniva studiati da suddetti spiriti e poi uccisi se tentavano di ferire il bosco o compire azioni malvagie.
    Quella era la protezione migliore che una scuola potesse desiderare anche se a volte capitava che uno spirito perdesse il controllo e toccava a chi di dovere sottometterlo e fargli ritrovare la ragione.

    La maga si stese sul manto erboso coprendosi con la pelliccia fornitagli dal mutaforma e chiuse gli occhi cercando di prendere sonno.
    Non fu una cosa immediata poichè le domande sui mutaforma erano ancora li senza una risposta ma avrebbe avuto tempo per studiare quella razza e questo la aiutò ad addormentarsi abbastanza in fretta.
    Sapeva che Alistair non avrebbe fatto nulla di male, non sembrava quel genere di persona e se ci avesse provato Adara sapeva come soffocarlo senza troppa fatica.
    Dalla formulazione di quel pensiero passò mezz'ora di dormiveglia da parte della maga prima che quest'ultima cadesse in un sonno profondo senza sogni, un oscurità completa di cui non avrebbe ricordato nulla la mattina successiva.

    Al suo risveglio la prima cosa a colpirla furono i raggi solari sul viso ancora abituato al buio tanto che la maga si coprì gli occhi per un paio di secondi prima di abituarsi alla luce solare.
    La seconda cosa a cui fece caso fu la piacevole sensazione della rugiada che si formava di prima mattina, insieme all'erba emanava un odore naturale più che apprezzato dalla ragazza.
    La terza cosa che notò fu un mannaro dormire poco distante da lei, era sicuramente Alistair così non si preoccupò troppo e osservò quella razza così strana: sembrava in tutto e per tutto un mannaro.
    Dal punto di vista antomico non c'erano differenze, ad uno sguardo più attento ne noto una.
    Aveva tratti più umani di un licantropo normale e, ora che ci pensava, anche l'insetto aveva qualcosa di umano nel suo aspetto. Che fosse quello il loro segreto? una magia che permetteva loro di immagazzinare varie forme?.
    L'unico modo di saperne di più era fare un analisi complessa, completa e approfondita ma quell'uomo non l'avrebbe mai permesso quindi si sarebbe limitata ad osservare il suo stile di vita per capire cosa comportasse essere un mutaforma e non escludeva la possibilità di riportare tutta quella conoscenza in forma cartacea per le generazioni future.
    Attese quindi, finite le osservazioni su quella razza, il risveglio del mutaforma cominciando a programmare la giornata e il modo di evitare di derubare poveri passanti.
     
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    Alistair;
    Alistair, anche se la sua compagna di viaggio Adara non disse nulla e tramite la sua capacità di schermare emozioni e pensieri non lasciasse trapelare alcun che, riuscì a percepire forse tramite l'intuito o forse tramite la sua mente acuta e penetrante di aver scelto le parole sbagliate nel proferire il discorso riguardo ai banditi. Effettivamente ripensandoci e ripercorrendo mentalmente le sue parole sembrava che scendesse egli stesso ai livelli di un ladro, inoltre la storia del fatto che non avesse bisogno di nulla grazie alle mutazioni lo faceva sembrare un selvaggio quando invece evocava ciò che gli serviva. In pratica come presentazione si stava dipingendo davvero come un poco di buono. Avrebbe dovuto fare più attenzione alla scelta delle parole in futuro.
    Tuttavia ormai il danno era fatto e dato che con le parole aveva ottenuto effetti discostanti da ciò che avrebbe voluto trasmettere decise di tacere. In fondo Alistair era da sempre stato accolto ed educato da elfi dei più alti ranghi di Aresmelle. Non aveva mai avuto bisogno di sottrarre nulla ai banditi proprio perché con i suoi poteri era pienamente autosufficiente ma spesso gli incassi dei banditi erano privazioni di gente per bene e tramite l'acquisto di merce o di baratti poco convenienti per lui, restituiva alla comunità ciò che i banditi avevano sottratto loro. Era possibile che non era riuscito ad emettere un concetto tanto semplice e che era uscito quell'obbrobrio di discorso. L'ultima speranza di Alistair è che i suoi modi di fare avrebbero rimarcato ciò che era in realtà e non ciò che appariva con le sue parole.
    Intanto Adara disse che l'indomani sarebbero partiti e che era meglio andare a riposare. Disse anche che non c'erano banditi ma pericoli. Per tanto Alistair avrebbe dormito in forma di mannaro, come faceva sempre. Inoltre non gli costava nulla ed era certamente più prudente di ogni altra cosa.
    Così facendo Adara si adagiò sotto la coperta che Alistair le aveva fatto e lui si trasformò in licantropo. La massa muscolare crebbe mandando i suoi vestiti in brandelli, il pelo crebbe su tutto il suo corpo e da mani e piedi uscirono artigli affilati e letali. Il muso si allungò e il naso cambiò forma in quello tipico dei canidi. Dalle fauci del muso allungato c'era una folta fila di denti aguzzi che coprivano l'arcata superiore e quella inferiore. Lo sguardo perse ogni segno dello sguardo di un uomo studioso e bramoso di sapere e divenne quello di una bestia assetata di sangue. Tuttavia la differenza sostanziale tra un mannaro e un mutaforma era che, nonostante il lupo lasciasse un impronta istintiva sul mutaforma, nel mannaro lo dominava completamente. Alistair, infatti, pur avendo quello sguardo era docile da mannaro tanto quanto lo era da uomo, a meno che non volesse essere feroce egli stesso, magari contro chi lo meritava.
    Molto docilmente, infatti, la forma di licantropo girò due o tre volte in circo per prepararsi un giaciglio sull'erba della foresta e trovare la posizione più comoda per trascorrere la notte e per dormire serenamente. La difficoltà a prendere sonno è una prerogativa del cervello umano che si è discostato dalla natura radicandosi nella civiltà per troppo tempo. Infatti gli animali si addormentano quasi subito non appena decidono di farlo. Un'altra particolarità degli animali è che dormono esattamente quando serve e all'occorrenza sanno svegliarsi subito. Per tanto se il fiuto del mannaro avesse percepito qualcosa anche mentre dormiva, l'avrebbero saputo e, almeno lui, sarebbe stato immediatamente pronto a rispondere.
    Così, scivolò in fretta nel mondo dell'oblio. Quando dormiva durante una mutazione i suoi sogni erano sempre strani. Era come proiettarsi nel mondo circostante come essenza arcana, forse proprio perché la stava rievocando dentro di se per compire la mutazione. Riusciva a vedere gli alberi come delle energie di luce enormi. In quanto esseri viventi, anche loro avevano delle essenze arcane, anzi, loro ne erano ricolmi. Ogni foglia, ogni minuscolo insetto, ogni minuscola vita dell'albero, compresi funghi e licheni, erano una minuscola luce. E guardarne così tante nel loro insieme era come guardare un imponente faro di luce. Attorno a lui era circondato da fari, ogni albero lo era. Guardando verso Adara poteva vedere la sua essenza. Era agitata ed estremamente curiosa. Ecco un tipo di emozione che il suo viso non poteva nascondere e il suo autocontrollo non poteva tenere segreto. Era preoccupata dei modi di fare di Alistair, della sua tendenza ad attaccare gli altri e a comportarsi come un selvaggio, probabilmente perché era stato troppo segnato dal fatto di passare troppa parte del suo tempo come animale che come uomo. Peccato che lui fosse quasi sempre uomo. Si trasformava solo per combattere, per viaggiare o se gli serviva qualcosa che poteva ottenere solo con le mutazioni. Per il resto del tempo era un mago estremamente posato ed educato. Quanto al fatto dei banditi era solo il suo desiderio di restituire alla società ciò i banditi gli avevano portato via.
    Comunque, per quanto utile potesse essere, lo considerò un'invasione di ciò che la donna aveva scelto di tenere per se. Ma tra l'altro Alistair lo aveva ipotizzato già da solo. Sin da quando aveva detto quelle parole si era reso conto che non erano state pronunciate nella maniera corretta e che avevano dato l'impressione sbagliata.
    Distolse quindi l'attenzione da Adara e notò che la foresta era piena di spiriti non legati agli esseri viventi, ma vere entità che dimoravano nella foresta. Esse si avvicinavano ad Alistair curiose, lo osservavano, desideravano toccarlo ma non osavano avvicinarsi oltre un certo punto. Alistair restò li dov'era come un cucciolo che si lascia guardare curioso anche lui di sapere a cosa porterà quel reciproco studio di entità estranee. Gli spiriti vedevano Alistair come un'anomalia ma sentivano che non era un'anomalia sbagliata o pericolosa. Sentivano che era come un qualsiasi altro essere solo che era stato toccato da un'unicità, da un'esclusiva, da un dono che solo lui possedeva.
    Non si avvicinarono mai oltre la lega di distanza, ma si ammassarono tutti intorno ad osservarlo. In quanto essenza arcana, Alistair riusciva a sentire quello che provavano, lo si poteva capire dal tipo di vibrazione che ogni essenza emetteva. E chissà perché riusciva a sentirle solo nel sogno quelle cose. E solo quando dormiva trasformato. Quando l'anima che sembrava la più intensa comprese vagliando tutte le ipotesi che non era pericoloso, tutti loro andarono via, come se magicamente avessero perso ogni interesse verso la creatura.
    La notte passò senza altri dettagli di rilievo. Adara si sveglio per prima ma il naso ne sentì l'odore che era stato coperto fino a prima dalla coperta che lasciava una cerca copertura di odore di cervo. Percepì anche che lo stava studiando e la lasciò fare, in modo che potesse districare da sola il fraintendimento che il mutaforma aveva creato. Poco prima che finisse, però la sua pupilla ferale si aprì e il mannaro ringhiò per qualche secondo per stiracchiarsi, non era certo in atteggiamento da combattimento. Si alzò quindi sulle quattro zampe e distese ogni muscolo del suo corpo per salvarlo dall'intorpidimento e dall'immobilità notturna. Si alzò sulle due zampe posteriori e nel tempo necessario a tornare eretto, riassunse la forma umana ed i suoi abiti.
    Buongiorno
    Disse in modo calmo ed educatissimo, come sempre.
    Si avvicinò al fiume e fece uso dell'acqua per rinfrescarsi e svegliarsi completamente. Inoltre evocò un piccolo utensile che gli permise di dare un'accurata lavata ai suoi denti. I lupi non hanno oggetti per pulirsi e hanno un'azione batterica e parassitaria che rimuove dalla loro bocca gli avanzi di cibo e i batteri nocivi. Solo che Alistair, trasformazione o non, aveva l'abitudine ereditata dall'elevata e civilizzata comunità degli elfi di curare l'igiene personale in modo molto più marcato degli umani.
    Quando terminò con gli usi lavatori dell'acqua avrebbe voluto parlare e dire chissà cos'altro per incominciare nel modo migliore la giornata instaurando anche un certo dialogo con Adara. Ma, forse per un'ancora forte mancanza di fiducia verso le parole che la sera prima aveva fatto un danno, restò in silenzio e si mutò in kerottero volando sopra la cima di un albero per controllare la situazione limitrofa.
    Il fiume continuava verso sud, sud-est sino ad incontrare un villaggio a circa cinque miglia e mezzo. Un ora di corsa come licantropo. Adara aveva già dimostrato di saper tenere il passo. Sentiva anche delle presenze umane lungo la via, dato che anche il coleottero, come il mannaro aveva come senso più sviluppato il fiuto. Scese con un balzo e arrivando al suolo era di nuovo Alistair e vestito.
    C'è qualcosa più avanti lungo la nostra direzione. Per ora non posso dire se c'è qualche pericolo ma consiglio prudenza.
    Dette quelle parole, visto che lui era già pronto e non aveva bisogno d'altro attese la sua compagna. Avrebbero preso il cammino insieme appena avrebbe finito le sue cose.
     
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    Adara;
    Il mannaro aprì gli occhi e, con il comportamento tipico di un canide, cerco di svegliare gli arti intorpiditi dal lungo sonno.
    A parte alcuni dettagli che la maga, al posto dell'uomo, non avrebbe sopportato di quell mutazioni doveva essere comodo poter disporre di una così comoda protezione naturale dal freddo della notte e chissà in quante altre situazioni tornava utile quel tipo di caratteristica.
    Buongiorno
    Rispose la maga al mutaforma con un sorriso cordiale, che la sua prima impressione fosse sbagliata? se fosse stato quello il caso l'avrebbe capito durante i primi giorni di viaggio.
    Il mutaforma andò a lavarsi al ruscello così Adara cominciò a piegare la coperta di pelle e si diresse anche lei vicino quel corso d'acqua così da dedicarsi alla sua igiene personale.
    Quel fiume bastò allo scopo anche se la maga già rimpiangeva la capanna che aveva tirato su con tanta fatica sule montagne di Dwyn ma quel viaggio era necessario a trovare i suoi genitori e tornare con loro alla scuola di magia.
    Sperava solo che non si fossero cacciati in qualche guaio poichè, anche se aveva l'aiuto del mutaforma, non voleva essere lei il motivo dell'inizio della guerra.
    Sarebbe stata una macchia terribile che avrebbe infangato il nome della sua famiglia per sempre.

    L'acqua del ruscello era fredda e la svegliò del tutto, l'acqua di quei ruscelli aveva sempre un effetto benefico sui viaggiatori quasi fosse incantata.
    Probabilmente non era solo l'effetto dell'acqua in se ma l'ambiente che rendeva il tutto così naturale e spontaneo.
    Ad ogni modo ciò che la fece ritornare alla realtà fu la comparsa del kerottero e il suo decollo, avrebbe dovuto farci l'abitudine prima o poi o sperare che il mutaforma trovasse una mutazione volante diversa e più adatta al volo.
    Ritornò a terra in forma di umano e dichiarò di aver visto qualcosa lungo la strada e di stare attenti.
    In caso di pericolo posso rendere entrambi invisibili ma un pò di attenzione in più non può farci che bene
    Osservò la maga sperando di non dover ricorrere all'inizio del loro viaggio ad usi violenti della magia, non le piaceva usare un dono magnifico come quello per combattere.
    Nella visione del mondo di Adara del mondo la magia veniva usata solo per scopi pacifici atti alla crescita e allo sviluppo della società civile.
    Fece segno al compagno che lei era pronta facendosi sollevare dal vento, appena il mutaforma si sarebbe trasformato in licantropo sarebbero stati pronti a partire e leidi certo non sarebbe rimasta indietro visto la velocità che il vento poteva darle.
    I venti avvolsero il corpo di Adara completamente facendo volteggiare i suoi lunghi capelli bianchi quasi fossero dotati di una propira coscienza.
    Questi venti erano velocissimi assimilabili a quelli di ciclone tanto che avvicinarsi troppo avrebbe significato venire tagliuzzati dalle lame d'aria che avvolgenvano il corpo della maga.
    Ciò ovviamente le conferiva anche una velocità notevole e, in combattimento, la facoltà di usare il proprio corpo come una lama e uno scudo contro attacchi troppo deboli per attraversare lo scudo naturale formato da quelle così violente correnti.
     
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    Alistair;
    Dopo che entrambi i maghi esplicarono tutte le dovute misure di risveglio e di igiene personale, come lavarsi il viso con la gelida acqua del fiume, lavarsi i denti e le altre procedure di rito, si prepararono a partire. Per Alistair era tutto praticamente pronto, quindi si era preso il disturbo di assumere la forma kerottero per andare in avanscoperta e dare un'occhiata a ciò che avrebbero incontrato davanti la loro strada. Più avanti c'era trambusto e un certo numero di persone, il fiuto dell'insetto poté asseverare che erano tutti umani.
    Scendendo di nuovo al suolo, allertò la sua compagna di ciò che aveva visto. Sarebbe stato meglio fare attenzione. A quelle parole Adara disse che poteva rendere entrambi invisibili e allora Alistair rispose:
    Potrebbe essere utile. Tieniti pronta ad usarla se c'è qualcuno in pericolo potresti usarla per salvare qualche anima innocente. Una delle mie mutazioni potrebbero mettere in fuga gli assalitori senza spargimento di sangue. Bene...andiamo!
    A quelle parole la maga si fece circondare dalla magia del vento, come inglobata in una tromba d'aria che le conferiva la stessa velocità di un ciclone e le avrebbe concesso la facoltà di stare dietro alla velocità del mannaro.
    Quando l'incantesimo fu pronto, fece cenno ad Alistair che era pronto. Lui d'altro canto, fece sfoggio di uno dei fiori all'occhiello della sua capacità di mutazione. Era in grado di eseguirla solo nel tentativo di diventare licantropo perché era l'unica forma che possedeva già da qualche anno e con cui aveva maggiore dimestichezza. Compiva un balzo e quando toccava terra era un lupo mannaro. Una mutazione istantanea che era utilissima sia nei combattimenti in cui serviva un effetto sorpresa sia nelle fughe rapide.
    Del resto, essendo il mannaro una mutazione non elementale e bilanciata, era solito cominciare con quella forma per rincarare la dose con mutazioni più pesanti e più potenti. Il mannaro correva avidamente sulle quattro zampe seguito fedelmente da Adara, la percepiva dietro di lei grazie al suo olfatto. Il mannaro si costrinse a guidare lui la direzione poiché il suo fiuto poteva percepire ciò che stava accadendo davanti a loro.
    Tutto d'un tratto, Alistair si arrestò di colpo. Si rizzò sulle sue zampe posteriori e riassunse la sua forma normale con tanto di vestiti. Aveva percepito una persona non ostile che si avvicinava correndo verso di loro e non voleva obbligarlo a cambiare rotta per correre ancora non appena si vedeva un mannaro addosso. Adara invece non avrebbe dovuto avere problemi, non era spaventosa quindi avrebbero potuto rendersi conto di cosa stava succedendo.
    L'uomo che arrivava verso di loro sembrò incredibilmente rincuorato di vedere i due maghi dinanzi a lui e vi si precipitò.
    Messeri incantatori, sia ringraziata la sorte. Io e la mia scorta siamo stati attaccati, i miei uomini hanno messo a repentaglio la loro vita per farmi fuggire, non so quale sia stata la loro sorte a questo punto ma dobbiamo fare qualcosa!
    Benché le sue parole sembravano molto ben educate c'era qualcosa di strano. Un tono un po' troppo autoritario ed arrogante. Alistair non era uno dei suoi uomini. Ma poteva anche essere esortazione e preoccupazione per i suoi uomini fedeli che stavano rischiando la vita e poteva essere già troppo tardi.
    Alistair si rivolse ad Adara e disse:
    Dobbiamo cercare di salvarli... - Poi si rivolse all'uomo che aveva richiesta il loro aiuto - ...ora stia fermo qui, la proteggerò in modo che nessuno la possa trovare ne possa farle del male!
    Si trasformò in kerottero sotto lo sguardo impaurito e sempre più terrorizzato man mano che la trasformazione avanzava. Evocò quindi una formazione di alberi che lo difesero efficacemente nascondendolo completamente alla vista. Anche l'invisibilità di cui parlava prima Adara avrebbe potuto fare la stessa cosa, la sola differenza era che le piante che aveva evocato erano di quelle che sapevano difendersi, quindi avrebbero protetto l'uomo che in massima riconoscenza, da dentro il suo nascondiglio disse: Ehi!! Ma come osate?! Felloni dispensatori di arti subdole! Liberatemi subito! Ve lo ordino!!!
    Com'era gratificante salvare persone che non lo sapevano apprezzare. Per non perdere tempo nel cambiare forma, Alistair si diresse verso la fonte degli odori con il preciso presentimento di fare troppo tardi a causa di un brutto particolare: l'odore di sangue nell'aria che l'olfatto sviluppato del kerottero percepiva distintamente. Quando giunsero al luogo dell'odore non c'era più niente da fare per la scorta. Sei uomini erano a terra in un lago di sangue. Dei loro aggressori non se ne vedeva neanche uno, ma Alistair ne percepiva la puzza. Allargò le braccia controllando ogni singola pianta dietro cui cercavano di nascondersi facendo in modo che gli afferrassero con i loro rami e li mandassero allo scoperto, dove lui e soprattutto Adara potevano vederli. Erano quindici uomini in tutto. C'erano cinque uomini con archi, sei uomini con spade, asce e qualche scudo tondo di legno e quattro uomini con pugnali adatti sia per il corpo a corpo sia per lanciarli. Una combriccola penosa per l'entità dei poteri di Alistair, poteva stringerli tutti in una morsa di piante stritolatrici e gli sarebbero bastati pochi secondi. Però voleva anche vedere come se la cavava Adara. Il problema era che erano dispari.
    Caricò un arciere con il suo corno mentre agitava le ali come se volesse volare ma, sfruttando le zampe in corsa, favoriva ad aumentare di circa il doppio la sua velocità di movimento, e lo piantò contro un albero. Sentì le ossa dello sterno rompersi all'impatto. Ma almeno erano pari.
    Sette alla maga e sette al mutaforma. Lei avrebbe potuto vedere di cosa era capace lui e lui avrebbe potuto vedere cosa era in grado di fare lei.
    Il mutaforma non si mosse, Aveva appena mandato all'altro mondo uno dei banditi. Voleva almeno lasciare loro la possibilità di rispondere in qualche modo.
     
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51 replies since 11/6/2014, 17:07   430 views
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