Posts written by Edgard Strolgher

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    Nuova mutazione:

    Garuda: E' la prima mutazione a mettere in pratica il progetto messo a punto da Amras per le mutazione di Terzo Grado, un connubio dell'essenza arcana di una specie, di un elemento primordiale e di abilità passive che ne controbilanciano le debolezze o ne affinano i punti di forza. Il garuda è un'eccellente creatura volante capace di surclassare in velocità qualsiasi cosa, ben oltre la portata del licantropo. Possiede in se l'essenza primordiale dell'aria, le sue piume sono simili a lame da combattimento che può lasciare contro il nemico con un semplice battito d'ali per vederle poi ricrescere in pochissimo tempo. Ha la vista enormemente sviluppata e non soffre le variazioni luminose.

    Vorrei aggiungerli anche una tecnica:
    Freccia ciclonica Combinando le sue capacità di volo e le forze dei venti, ruota su se stesso circondandosi di venti impetuosi, l'effetto è simile a quello di un trapano e può trapassare le difese magiche e quelle non temprate.

    mantenendo la stessa formattazione delle altre mutazioni naturalmente!
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    Alistair;
    Il ritrovamento dell'asta della madre di Adara indicava che almeno stavano proseguendo nella giusta direzione ma il fatto che uno strumento tanto vitale potesse essere abbandonato così rappresentava una pessima notizia. I dettagli che stavano raccogliendo nel corso della loro ricerca rendevano le cose sempre meno incoraggianti e, ormai, Alistair nutriva ben poche speranze di poter trovare i suoi genitori liberi e illesi, e nutriva speranze leggermente più alte sul fatto che, anche se imprigionati potessero essere vivi, seppure anche questa ipotesi trovava possibilità molto scarse.
    Il tempo stringe, non possiamo permetterci di perdere altro tempo...aspettami qui!
    Alistair mutò assumendo le sembianze del Kerottero, le grandi elitre della forma di insetto gli consentirono di alzarsi in volo, anche se manteneva una velocità alquanto scarsa. Benché le quote non fossero molto alte, c'erano alcuni rapaci che andavano a caccia delle varie prede che potevano battere la superficie rocciosa, nel suo stato non poteva competere in velocità e altezza con quei volatili e, a tal punto, aveva due alternative: agganciarne uno e colpirlo con un attacco a distanza quale poteva essere un dardo acuminato di legno oppure generare un'esca che ne potesse attirare uno. La seconda era la più probabile ma restava il fatto che la sua mole non aiutava. Era praticamente un insetto volante gigante, come poteva sperare che aquile o falchi, rapaci di notevole intelligenza, potessero avvicinarsi tanto. Benché non fossero prede per nessuno, non erano tanto sciocche da farsi avvicinare da qualcosa di così grosso, il senso di salvaguardia della propria incolumità è insito in ogni specie, anche in quelle che di norma non dovrebbero temere nulla. Di questo passo avrebbe dovuto trovare un'altra strategia...probabilmente stanarne una mentre era ancora nel nido.
    Potendo contare sull'olfatto come senso maggiormente sviluppato, l'insetto andò ad appoggiarsi su un pendio roccioso e vi si piantò immobile. L'esoscheletro violaceo lo rendeva sgargiante, ma sperava comunque di apparire una bizzarra deformazione della roccia stessa, in fondo gli occhi delle aquile hanno retini molto larghe per lasciar passare molta luce all'interno ad avere una chiara percezione del luogo circostante e questa caratteristica rende molto accentuati i riflessi e i bagliori per tanto una porzione di roccia calcarea mista ad arenaria poteva produrre un effetto luminoso simile alla sua corazza naturale e poteva essere facilmente confusa da un uccello che, in quanto ad intelligenza non potevano comunque superare quella di un uomo, men che meno di uno come Alistair ed in fondo, nel suo piano, era semplicemente necessario che potesse assumere la sua posizione sulla roccia per il tempo necessario ad individuare la preda ideale.
    Dalla sua posizione, restò fermo per qualche minuto attendendo che tutto si calmasse. Sapeva che Adara aspettava, ma era un tipo di lavoro che non poteva accelerare più di tanto. L'arte della caccia è una pessima amica della fretta e l'una tende a compromettere l'altra, specie contro predatori che hanno le doti per non essere predati. Il suo olfatto aveva difficoltà a fissare con chiarezza uno di quei maestosi pennuti, ma riusciva a sentire chiaramente l'odore dei nidi incastonati nella roccia. La presenza di piume, penne e anche escrementi li rendeva facilmente individuabili, ma i loro forti odori rendevano complicato determinare con esattezza se dentro ci fosse anche l'animale che cercava. Probabilmente la sua ricerca doveva eliminare i nidi che avevano scarse possibilità di essere occupati e di concentrarsi, invece, su quelli che aveva possibilità di ospitare uccelli al suo interno. Su una base di logica, i nidi che avevano tracce di odore di uova rotte e di mucose non molto vecchie determinavano giacigli di piccoli nati da poco. Li la mamma doveva fare capolino molto spesso. Ne riuscì ad individuare solo uno ma non aveva modo di verificare altro, una vita molto giovane non aveva le potenzialità arcane per produrre un'essenza favorevole al combattimento e nemmeno a legarsi perfettamente ad un elemento, senza considerare che, in quel caso, c'era il rischio di doversi legare anche a qualcos'altro...
    Doveva assimilare un adulto forte e prestante. Cercò di restare fermo sulla roccia aspettando qualche segnale distinto. Ma non riusciva a percepire nulla. L'unica cosa che poteva sbloccare la situazione era quella di usare la percezione tattile della talpa attraverso il contatto diretto con la montagna per sentire adeguati movimenti che potevano tradire la presenza di un adulto. Ma le mutazioni parziali erano estremamente complesse, specie quelle che non traslavano in parte da umano e in parti in una delle sue forme, ma quelle che prendevano alcuni elementi di una forma e alcuni elementi di un'altra. In questo caso, infatti, avrebbe dovuto mantenere la stessa forma attuale di kerottero, ma avrebbe dovuto anche trasmettere alle mani, la capacità tattile della talpa.
    Pur sapendo che una simile cosa era assolutamente impossibile da fare in combattimento, cercò di concentrare le basi del molclaw nelle mani. Il risultato non fu dei migliori...riusciva a percepire una area ristretta e solo movimenti e vibrazioni distinte. Dovette subito eliminare l'idea dei piccoli poiché si agitavano molto e non riusciva a sentire altro, se non loro. Ciò poteva mettere fine a piccoli inadatti alla sua mutazione senza prendere nessun adulto. Doveva piuttosto puntare agli altri ma anche in quel caso era difficile. Le aquile raggiungevano i nidi per riposare, restando essenzialmente immobili, non si mettevano certo a muoversi tanto da creare vibrazioni che poteva sentire in quella mutazione imperfetta. Ad un certo punto la fortuna volse lo sguardo al giovane mutaforma. Un'aquila grande e forte atterrò volando sul suo nido e lo sbatter d'ali e il contraccolpo dell'atterraggio crearono vibrazioni soddisfacenti che testimoniavano la sua forza di volo. Fu allora che l'energia elementale della natura, corse dalle mani del kerottero attraverso la roccia sino al nido, ghermendo la preda in un viticcio che poté recuperare tranquillamente in volo.
    Non poteva lasciare vivo quell'esemplare visto che doveva combinare tre globi arcani e non voleva commettere errori, per questo l'essenza doveva essere al pieno della potenza. Estrasse quindi l'energia dall'animale lasciandolo al suolo in modo che il ciclo della sua vita potesse dar vita ad un nuovo viaggio.
    Discese quindi sino ad Adara e, una volta atterrato, poté riassumere le sue sembianze.
    E' la prima volta che assumo un'essenza arcana con l'intento di giungere al terzo stadio della mutazione, potrebbe essere un'esperienza pericolosa, quindi sta attenta!
    Si mise in posizione meditatoria e dando fondo a tutta la sua concentrazione, fissò l'essenza arcana dell'aquila al centro, sopra la sua testa. Richiamò quindi nel palmo destro l'essenza primordiale dell'aria e nel palmo sinistro creò egli stesso, con i suoi poteri, un adeguamento a quella che sarebbe stata la forma finale della sua mutazione. Le piume sarebbero dovute essere affilate e rigide come coltelli e una adeguata contrazione muscolare poteva rendere facile il distacco della piuma dal corpo, doveva essere inoltre sicuro che la crescita delle piume fosse estremamente rapida in modo da rimpiazzare quelle perdute. Quando fu soddisfatto della formula di potenziamento che aveva studiato, andò a congiungere contemporaneamente i due globi nelle mani, a quello centrale che aveva su di se. Le tre energie crearono eccessi vorticanti che sferzarono l'area circostante con onde sinusoidali. I vortici si muovevano impetuosi creando devastanti forza che cercavano di prendere il sopravvento le une sulle altre. Questa volta, differentemente dalla mutazione di primo grado in lupo dove c'era solo l'animale, e quelle di secondo grado dove l'animale incontrava un elemento primordiale, queste energie non trovarono autonomamente un punto di equilibrio, ma Alistair, dovette ricorrere ai suoi studi di alchimia per livellare, arginare, controllare e regolare i tre flussi distinti, sino a far trovare loro il perfetto equilibrio. Non poté far a meno di lasciar disperdere alcune delle energie eccedenti, poiché l'incontro di tre essenze arcane, generava un potere instabile molto complesso da controllare e per tanto ci furono rocce spaccate o tagliate dalle onde che si riverberavano dal globo che si andava lentamente formando. Ad un certo punto l'energia sprigionata entrò in risonanza con il corpo di Alistair, forzando la trasformazione in antropomorfo, non riuscendo a contenere e livellare adeguatamente quelle tre furie scatenate che cercavano di convivere nello spazio di una, il suo corpo, sensibile a quelle energie, provò una estrema affinità e il suo corpo brillava intensamente, come non mai.
    Fu allora che l'istinto prevalse e, aprendo le fauci tipiche di quella forma, inghiottì l'essenza ancora incompleta. All'interno del suo corpo la luce usciva dalle venature che si potevano vedere esternamente come se fossero crepe incapaci di contenerla e, ciò che stava imperversando dentro di lui emerse fuori in maniera prorompente ed inarginabile. Un violento tornado cominciò a vorticare nel punto in cui si trovava Alistair, ma a differenza di qualsiasi normale tromba d'aria, questa era estremamente concentrata. Avrebbe potuto uccidere chiunque se avesse provato ad attraversarla e quindi i danni al di fuori dell'occhio del ciclone erano alquanto minimi. Dal suo corpo cominciarono a puntare una serie foltissima di piume che avevano le proprietà fisiche di pugnali da combattimento benché mantenessero tutte la loro forma naturale, la sua faccia dovette letteralmente deformarsi per avere un becco e un naso incassato al suo interno, anche le gambe e le mani dovettero diventare prevalentemente ossei mentre dalle scapole si fecero largo due paia di protuberanze scheletriche che si definirono man mano in due possenti ali.
    Poi, tutto d'un tratto, il vento cessò mostrando al suo interno un garuda perfetto e con tutte le proprietà che il mutaforma voleva che avesse. Difatti dovette dare un semplice colpo d'ala con la giusta pressione dei muscoli per lanciare una raffica di piume affilate che si persero nella roccia della montagna tagliando i suoi legami con la stessa facilità con cui fendevano l'aria e dai punti in cui erano partite, ne nacquero altrettante nel giro di pochi secondi. Un grido del tutto simile a quello dei rapaci fu l'urlo di gloria che testimoniava il compimento delle ricerche di Amras...il terzo stadio della mutazione era stato sperimentato ed era risultato compiuto con successo. La sua vista continuava ad avere gli ingressi luminosi di un uomo ma poteva cambiare la messa a fuoco con un margine molto più ampio di prima e con un movimento dei muscoli oculari simile, ma sostanzialmente diverso, poteva aumentare o diminuire l'ingresso della fonte luminosa. Con una simile percezione visiva giorno e notte non avrebbe fatto differenza e avrebbe potuto vedere a distanze e precisioni elevatissime. La ricerca dei genitori di Adara aveva trovato nel garuda una nuova e fresca ondata di speranza!
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    il mio personaggio tichondrius si è liberato in seguito al termine della quest "Rompere la prigionia"
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    fatto! Solo che credo che ora dobbiamo cambiare le due miniature, quella del topic e quella per le role, vero?
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    Con la trasformazione di Tichondrius starebbe completamente da stravolgere la scheda...come si fa? La modifico e poi passate voi per la conferma?
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    anche io ho finito qui...
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    Tichondrius;
    La giovane mezz'elfa disse che era rimasta per testimoniare in suo favore e che voleva avere l'occasione di ringraziarlo per gli sforzi che aveva fatto per farle maturare un po' di fiducia in se stessa, cosa che le aveva dato la forza necessaria a decidere di cominciare un viaggio all'espolrazione di Eirydia prima del suo rientro a casa.
    Ti sono grato per la tua testimonianza. E non c'è bisogno di ringraziarmi. Il coraggio e la determinazione sono un dono che l'uo fa ad ogni essere vivente, sono le persone che non credono nelle tue capacità che ti hanno impedito di riconoscerlo e ritrovarlo in te stessa. Io non ho fatto niente di più di ciò che farei per un qualsiasi guerriero da addestrare...devi sapere che la risorsa numero uno nella vita è proprio quello che si ha da offrire a se stessi! Non bisogna necessariamente credere nell'uo per credere nell'importanza della disciplina, ma ti basterà credere alle parole che ti ho dato nel corso del nostro viaggio per trovare la forza necessaria a perseguire ogni obbiettivo che ti prefisserai nella vita. Ora le nostre strade si separano ma finché ricorderai ciò che ti ho insegnato porterai una parte di me nei tuoi viaggi. Geath lohcke serah Elen, hawke in arishock! Significa "Buona fortuna umana Elen, procedi nella luce", luce intesa come fortuna, è un augurio per il tuo viaggio!
    Al termine di quelle parole, Tichondrius montò con uno slancio issandosi sulla staffa del suo mastodontico destriero e con un piccolo colpo di talloni lo spronò al trotto di bassa velocità. Mentre si allontanava continuava a seguire con lo sguardo la giovane cercando di mostrare i più sinceri auguri per tutto. Cadeva una neve leggera ma fitta e le temperature umide in seguito alla tormenta rendevano l'aria alquanto nebbiosa e per tanto ne l'uoma fu in grado di distinguere la sagoma della ragazza ne lei quella del colosso, anche se vista la sua mole fu distinguibile un po' più a lungo. Quando continuare a guardare la fioca nebbia bianca non aveva più alcun senso, Tichondrius si voltò e proseguì per la sua strada. Non sapeva come mai aveva preso il sentiero che conduceva a sud-est ma sembrava che dentro di lui ci fosse più di un motivo per farlo. Da un lato il patto magico strepitava perché prendesse quella direzione e si allontanasse più possibile alla fortezza dei nani, al re Duinhir e a qualsiasi membro del regno ritenendolo pericoloso per la loro incolumità e dall'altro lato sembrava che il compimento del suo destino e la maggior parte delle risposte che lo attendevano e che ancora attendevano risposte cercavano giustizia nella direzione che stava intraprendendo.
    Alle domande che si faceva se n'era aggiunta una: come mai il patto magico era ancora attivo in lui mentre agli altri era sparito? Forse lo stava ancora difendendo...
    O forse cerca vanamente di difendere altri da te...da noi...
    Sentì Tichondrius in una voce dentro la sua testa...era ormai abbastanza lontano dalla fortezza e non sarebbe potuto rientrare neanche dimostrando di essere il guerriero mandato dagli elfi e mostrando il patto magico visti gli eventi accaduti quindi, non essendoci più pericolo, il potere del patto andò scemando. Man mano che si indeboliva sentì una sensazione curiosa, come se la magia del patto stesse arginando un potere enorme che ora stava cominciando a scuotersi nel tentativo di liberarsi. Quando la magia si fu completamente dissolta, una nube di fuoco oscuro esplose dalla sua posizione portando con se anche il suo cavallo, un cambiamento sia fisico sia metafisico aveva alterato i due esseri che ora avevano cominciato una nuova vita.
    Il cavallo era diventato una sorta di essere a metà tra uno stallone da guerra e un castigo. Naturalmente non era un vero e proprio castigo poiché non era una creatura magica e non era fatto interamente di fuoco ma la sua criniera era come se fosse fatta di fumo e in un momento in cui l'animale sembrò sbuffare e nitrire essa divenne fiammeggiante. Gli zoccoli era fatti di pietra lavica con venature da cui sembrava uscire magma incandescente, le rune che sembravano intravedersi sul suo collo ora si vedevano perfettamente e ne aveva anche altre sul corpo. Lui invece era ancora sommariamente lo stesso nell'aspetto, cosa alquanto strana, non riusciva a capire cosa potesse renderlo tanto diverso da non subire una mutazione, specialmente se pensava al cavaliere nero.
    Il cavallo che ti è stato dato ha subito un'alterazione magica che gli ha donato quelle dimensioni innaturali, si è trasformato poiché c'erano già degli incantesimi di alterazione dell'aspetto su di lui e la magia che vi ha appena preso ha dato il suo tocco personale a ciò che aveva già addosso...
    Disse una voce nella nebbia...
    Chi sei? Fatti vedere! - Fu la risposta concitata di Tichondrius.
    Sono Apokarimal, ti basti sapere che sono uno dei membri di un concilio dei maghi e bada che è l'ultima cosa che ti sarà dato sapere di me! - Disse l'essere mentre, facendosi avanti, mostrava la sua figura. Era un mago in nero, incappucciato, e dal suo cappuccio fuoriusciva solo una maschere di un teschio caprino, uno dei simboli oscuri a cui era stato sempre messo in guardia.
    Che cosa vuoi?
    Te, in effetti...ma se ci pensi attentamente e guardi dentro il tuo animo, potrai convenire con me che anche se non sono riuscito a piegare la tua volontà e resti sostanzialmente "libero" la tua lealtà è cambiata!
    E cosa vorresti esattamente da me?
    Sono stato incaricato di scovare, valutare e convertire i membri più idonei dei campioni del regno e di rivoltarli contro il regno stesso. Un nuovo ordine che rovescerà le sorti della guerra
    Non riesco a mettere a tacere ciò che sono sempre stato e ciò in cui ho sempre creduto, voglio abbandonare le spoglie di ciò che ero!
    Hai il potere per farlo, il magma è versatile! Ha il potere e l'energia latente del fuoco e il cuore e la durezza della roccia. Entrambe le forze combinate generano una sostanza plasmabile che può essere raffreddata per assumere una forma che si ritiene definitiva. Il resto, dipende solo dalla tua volontà!
    Tichondrius si concentrò facendo emergere da se stesso il potere del magma incandescente, benché poteva avvertirne l'intenso calore non ne fu scottato perché stava agendo direttamente su se stesso. La sostanza ribolliva e modellava il suo aspetto e quando finalmente il calore si andava assiepando restò l'immagine del cavaliere che aveva visto, forgiato dallo stesso potere che aveva ricevuto. Un nuovo Tichondrius
    Un aspetto interessante...molto bene, mio primo cavaliere maledetto, è giunto il momento di venire a conoscere il tuo nuovo destino
    Così, Tichondrius e Apokarimal, si diressero verso un nuovo destino. Per forgiare una nuova identità, l'uoma non avrebbe più usato con leggerezza il suo nome, anche se era impossibile per se e per il suo cavallo essere riconosciuti e ricollegati a ciò che erano un tempo, decise quindi di chiamare il cavallo Rovina e quanto a se, avrebbe mantenuto il nome poiché non gli era stato semplicemente dato, ma se lo era guadagnato con il suo modo di combattere, sarebbe riemerso o riforgiato con ciò che avrebbe compiuto in futuro.
    Un nuovo magna ha cominciato a bruciare!
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    Tichondrius;
    Mentre procedevano gli allenamenti e gli schemi mentali dell'uoma, nella toppa della sua prigione si sentì scattare il chiavistello e la porta si spalancò mostrando il nano capitano delle guardie.
    Gli venne detto che l'avrebbero accompagnato a recuperare la sua roba e poi fino alle porte della città esortandolo a non creare problemi. Tichondrius rispose con un secco cenno della testa e si fece guidare dalla scorta, sebbene i loro modi erano un po' più mansueti, continuavano a brandire strette le loro armi e a guardare continuamente il colosso dagli anfratti dei loro elmi. Come avevano annunciato, la prima tappa fu la camera che era stata affidata all'uoma. La spada non c'era più, dovevano averla recuperata per le loro indagini, e inoltre Tichondrius aveva la piena intenzione di lasciarla a loro. Una volta recuperati i suoi averi, con le armi addosso, i nani sembravano ancora più a disagio. Si diressero quindi verso le stalle dove c'era il cavallo che gli era stato prestato dagli elfi. Appena lo stalliere lo vide gli andò incontro concitato.
    Una strana creatura la vostra, sapete? Non sembra lo stesso di quando è venuto, persino il suo carattere è diventato meno collaborativo. Se volete il mio parere forse dovremmo sopprimerlo. Non è neanche normale che sia così grosso!
    Il cambiamento è stato fatto dagli elfi per permettergli di sostenere la mia mole. Comunque lo porterò con me, grazie per esservene presi cura!
    Così dicendo andò lui stesso a prenderne le redini. Non appena gli posò la mano sul muso il loro legame sembrò allacciarsi ancora di più. Lo stalliere aveva ragione, stava cambiando, ormai non sembrava più lo stesso cavallo che era partito da Aresmelle. Probabilmente il cambiamento che stava subendo l'uoma lo stava subendo anche il cavallo che era stato a contatto prolungato con la spada. Questo avrebbe potuto spiegare anche perché una volta creato il collegamento con l'arma, automaticamente si era creato anche con lui.
    L'ultima tappa della scorta fu verso l'ingresso della fortezza, mentre vi andavano passarono dinanzi all'ingresso della sala del trono ma le porte erano sbarrate. Era più che ovvio che nonostante credessero alle sue parole preferivano non correre rischi e per tanto non avrebbero permesso di avvicinarsi ulteriormente. Tuttavia non aveva interesse ad avvicinare nuovamente il re e nessuna presenza esterna o stretta mentale sembrava spingerlo a farlo.
    Giunto all'ingresso trovò Elen ad aspettarlo.
    Serah...cosa ci fai ancora qui? Non sei andata via con le altre al termine della missione?
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    Tichondrius;
    Il tempo scorreva con una lentezza esasperante. Da quando Tichondrius era stato chiuso in cella, tutto taceva. Persino le due guardie davanti alla sua prigione dopo averlo divertito con mille supposizioni e congetture sui tradimenti dell'uoma avevano finito la fantasia e avevano continuato a svolgere il loro ruolo in silenzio. Mentre se ne stava seduto sulla sua posizione non aveva praticamente nulla da fare, un atto quasi sacrilego per l'uo. Anche nelle situazioni di calma assoluta, un uoma disciplinato occupava il tempo con qualcosa affilava le armi, eseguiva manutenzione al suo equipaggiamento si preparava per una missione, per un viaggio imminente, istruiva i propri commilitoni...ma l'Hellfalas non aveva possibilità di eseguire nessuna di queste azioni.
    Immaginava che i restanti due nani, fossero andati a riferire al re le sue parole e che ora stessero eseguendo le indagini necessarie ad appurare la sua innocenza o colpevolezza e, a tal proposito, non poteva intervenire in alcun modo e per tanto era bloccato li con l'unica e sola possibilità di attendere un punto di svolta alla situazione e alle indagini.
    L'unica cosa che poté distrarlo dall'attesa, fu chiudere gli occhi e addestrarsi mentalmente cercando di immaginare nella sua testa, delle situazioni di pericolo agli stati limite e da cui doveva uscirne fuori. In questo modo poteva mettersi in gioco in situazioni virtualmente pericolose senza correre reali rischi.
    Il primo allenamento mentale riproponeva la situazione del combattimento contro il golem, questa volta però, le sue facoltà combattive non dipendevano dalla squadra, ma erano proprie della creatura e Tichondrius doveva trovare il modo di contrastarlo. Con questo nuovo passatempo, il tempo passò molto più in fretta e si trovò presto a preparare mentalmente scenari diversi, come trovarsi da solo contro un battaglione di maghi, o dover combattere un avversario in stato di azzoppamento o braccia ferite. Benché mentalmente non si potesse creare chiaramente il senso di stanchezza e di limite fisico che dalla ferita si espande al resto del corpo, l'uoma contava mentalmente dei limiti in potenza e velocità per cercare di simularlo.
    L'utilità di tale allenamento era evidente e memorizzando quegli schemi avrebbe potuto con un minimo sforzo comparativo, riportarli nella realtà se mai dovessero verificarsi, persino la sua prigionia gli suggerì, dopo un po' di simulare una fuga di prigione, trovò infatti diversi elementi che sarebbero potuti servire per un'evasione e parte di essi erano proprio basati sulla scadente architettura delle segrete. Se fossero fatte dai mastri nani e non da condannati ed esiliati e quindi avessero avuto le stesse qualità del resto dei manufatti di questa razza, fuggire sarebbe stato impossibile, ma sapeva bene che qualsiasi nano si sarebbe offeso a dover ricevere dei consigli da un essere alto come lui. Avrebbe tenuto le sue considerazioni per se!
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    Tichondrius è impegnato nella role rilevante: Rompere la prigionia
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    Tichondrius;
    Dei nani corpulenti, stavano portando una enorme lettiga giù nelle segrete della città sotterranea di Maj'Krat. Pochi secondi prima, il dormiente carcerato, aveva subito un misterioso attacco mentale che aveva messo in pericolo la fase finale della missione che prevedeva l'arrivo dai nani di una scorta armata che proteggeva un messaggio da consegnare al Re in persona. Tutt'ora sono sconosciute le informazioni riguardanti il suo contenuto ma la cosa chiara è che era estremamente importante. Tanto che ciascuno dei membri era stato marchiato magicamente per impedire loro di compromettere il buon esito della missione. Fu proprio quest'applicazione magica a salvare la consegna del messaggio, per un soffio. L'uoma che ne era stato colpito era stato attaccato similarmente la notte prima ma, ora che non aveva altra possibilità di nuocere, tutto era tornato a tacere! Sia il patto magico, sia gli attacchi mentali.
    Fu destato dagli scossoni dei tozzi uomini che tentavano a fatica di trasportarlo, il suo profondo sospiro nel riprendersi, il suo alzarsi dalla lettiga e il conseguente cambio di baricentro, allertò i suoi portatori che lasciarono cadere in malo modo il trasporto e alzarono tutti le picche contro il guerriero.
    Erano quattro contro uno ma lo stordimento era ancora intenso e Tichondrius non si accorse ne della situazione a suo sfavore, ne del colpo subito dalla lettiga caduta.
    Per l'uo...cosa diavolo è successo?
    Non muoverti traditore... - sbraitò uno dei nani, il suo elmo aveva corna d'argento e bordature in filigrana dorata. Doveva essere il capitano della squadra dei carcerieri. I restanti tre compagni avevano elmi senza corna e bordature in filigrana d'argento.
    Tichondrius non vide di buon'occhio l'appellativo! Avrebbe voluto rispondere "Come osi" alla provocazione e ridimensionare ulteriormente quella pulce, di sicuro per uno del suo calibro non sarebbe stato un problema sbarazzarsi di tutti e quattro ma, prima di poter partire all'attacco, doveva essere sicuro che i suoi sensi tornassero perfettamente attivi, inoltre non credeva affatto che in una situazione ostile come quella potesse essere una buona idea per la sua figura, quella di contrariare gli ospitali nani, anche se ora si stavano dimostrando alquanto bellicosi.
    Non sono un traditore! - disse mostrando la spalla con il marchio magico che gli era stato impresso magicamente dal re degli elfi - Questo simbolo è stato tracciato da re Eledhwen in persona. Io e altre due umane scortato la messaggera elfica Elen Cross da re Duonhir. Il patto magico aveva il preciso compito di garantire l'assoluta riuscita della missione data la sua delicatezza ed importanza, ci avrebbe ucciso se fossimo stati traditori e io non sono morto!
    Intanto i sensi cominciavano a schiarirsi e l'uoma notò che una delle guardie brandiva la sua arma nervosamente e credeva di percepire un lieve tremore. La guardia che gli stava accanto faceva guizzare di tanto in tanto l'occhio verso il suo compagno, probabilmente nel tentativo di calmarlo con la presenza di gruppo. Era chiaro che qualcosa non andava e che non lo ritenevano un'amico anche se le ingiunzioni innalzate erano inattaccabili.
    Perché non guardi tu stesso il patto magico? E' stato sfigurato dalle fiamme, benché sia ancora attivo e intatto. Ai tuoi compagni è scomparso nel momento in cui hanno consegnato il messaggio mentre il tuo è ancora li. Ha bruciato per un motivo...stavi per assassinare il nostro re, vero? Voi uoma siete soltanto degli spilungoni vanagloriosi, pieni delle vostre insulse idee e del vostro credo tarchiato, tarato, inflessibile e retrogrado, una bella mascherata per nascondersi dietro ad un muro di falsa disciplina e onore e servendosene per occupare il suolo e le case della gente libera!
    Tichondrius accettò il consiglio del nano e si guardò la spalla destra...era ustionata! Anche la mano sinistra, anche se non allo stesso livello. Probabilmente aveva tentato di stringerla per contenere il dolore. La sua espressione era sincera e convincente. Era ripiombato nella confusione e tornava ad avere la mente annebbiata. Cosa diavolo era successo?
    Perdonatemi mastri nani! Capisco che l'accaduto deve indurvi a diffidare di me ma vorrei chiedervi di raccontarmi per filo e per segno cosa è accaduto! Ogni particolare!
    I nani sembrarono stupiti da quella richiesta, ma solo per qualche secondo. Sicuramente la diffidenza e il sospetto che fosse tutta una messa in scena prese il sopravvento e tornarono a rivolgerci minacciosi. Il nano dall'elmo cornuto puntò il dito in modo accusatorio verso l'Hellfalas e disse:
    La mezz'elfa aveva consegnato il messaggio e il re lo stava leggendo quando tutta la sala del trono è stata messa in allarme dalle tue urla e il tuo marchio sprizzava vampe scarlatte. Si è attivato perché stavi facendo qualcosa di losco, qualche trovata per mandare a monte tutto! Volevi avvicinare il re con la scusa del messaggio e assassinarlo! Confessa! Il re ha ordinato di sbatterti in cella e non provare ad opporre resistenza o assaggerai la punta delle nostre picche!
    Naturalmente!
    I nani furono di nuovo sorpresi ma questa volta molto intensamente.
    Tichondrius riprese calmo mentre si rialzava a fatica facendo indietreggiare e facendo assumere una posizione di guardia e di risolutezza alle guardie.
    Scortatemi sino alla mia prigione, vi seguirò volontariamente! Potete anche ammanettarmi se lo ritenete utile!
    Le guardie erano quasi impietrite, il che era estremamente comprensibile. Il comportamento del patto magico aveva indotto chiunque a diffidare dalle intenzioni del guerriero e a crederlo un traditore, un impostore...un nemico. E la sua arrendevolezza e la sua collaborazione era l'esatto contrario di ciò che si aspettavano da un ribelle. Ma i nani, si sa, sono come la pietra per tanto continuarono a nutrire diffidenza per l'arrestato e, senza abbandonare le armi e continuando a tenerle puntate contro di lui, lo scortarono fino alla cella. Uno dei nani disse al colmo della frustrazione:
    Non credere di incantarci demone dalla pelle bronzea, ora sembri tanto un bravo guerriero ma spiegaci un po' per quale motivo il patto magico avrebbe reagito rendendoti inoffensivo...perché volevi offendere, è chiaro!
    E' solo una teoria ma quando eravamo ancora all'interno dei boschi esterni di Aresmelle siamo stati attaccati da un demone di lava. I vostri testi li bollano come inconfondibili evocazioni di magia nera. E' stato un'avversario molto duro ma aveva lo scotto di una scarsa velocità benché sembrasse indistruttibile. Nel bel mezzo dello scontro le sorti sono sensibilmente cambiate quando ha estratto dal sottosuolo una spada come se l'avesse estratta da una pozza di lava che lui stesso aveva aperto dal terreno con un pugno. Nel momento stesso in cui ha brandito quell'arma la sua velocità era diventata tremenda oltre che resistentissimo e praticamente invulnerabile, la pietra lavica di cui era fatto si rigenerava sotto i nostri occhi e le mie compagne ne sono testimoni. Siamo riusciti a scamparla solo sottraendogli l'arma e portandola con noi. Non sappiamo se sia stato il patto magico ad aver interferito contro il buon senso, poiché il suo potere sarebbe potuto servire a garantire maggior successo alla missione ma nel corso del viaggio attorno a noi accadevano cose insolite e di cattivo presagio. Spaventati da eventuali qualità nascoste dell'arma volevamo disfarcene ma immaginate cosa sarebbe stato lasciare un manufatto del genere nelle mani del nemico. Non sarebbe stato saggio nemmeno distruggerla poiché porta incastonata una gemma sulla guardia crociata. Ad un'analisi approfondita sembrerebbe un frammento del leggendario cristallo pulsante. Per questo l'abbiamo tenuta con noi, benché l'uo ci prepari ad ogni disciplina dello scibile, non possiamo competere con la conoscenza metallurgica dei nani e delle varie pietre del mondo, quindi volevamo sottoporla al vostro giudizio e consegnarla a voi. Avreste potuto scegliere autonomamente di imbrigliarne i poteri, sfruttarla oppure distruggerla. Un segno della nostra buona fede e della nostra lealtà, insomma. Un'altro segno che dovrebbe farvi credere maggiormente alle mie parole è il fatto che, ritenendola pericolosa, non l'avessimo con noi al momento dell'udienza con il re. Se queste prove non vi sono ancora sufficienti potrete andare a prenderla voi stessi nella mia stanza mentre mi terrete in reclusione. Come sapete il cristallo è oltremodo magico e per tanto reagisce alle risonanze magiche, una creatura evocata può essere considerata come un incantesimo senziente quindi potrebbe aver iniettato nell'arma una volontà, le cose strane che ci accadevano e ciò che è successo nella stanza del trono potrebbero essere state volute da quella coscienza. Conoscete la temperanza degli uoma, mi sto sottomettendo senza storie per dimostrare al di la di ogni confutazione la mia completa innocenza. Non avete neanche da temere eventuali macchinazioni...le prove sono tutte qui, nella vostra fortezza e io sarò in cella...non ci saranno contaminazioni della verità da parte mia!
    E così lasciò i nani ai loro pensieri, sprofondando in un attonito silenzio. Dopotutto stava alzando un polverone non indifferente e doveva lasciare loro la libertà di risolvere l'intrico da soli. Il tempo passava velocemente mentre raggiungevano la cella a lui destinata e i nani sembravano quasi non accorgersi di lui mentre parlavano fitto in lingua nanica. Quando furono giunti a destinazione, il capo delle guardie disse:
    Informeremo il Re delle tue dichiarazioni, nel frattempo resterai qui! Procederemo da soli alle indagini, non ci fidiamo ancora di te!
    Con queste parole, non chiuse, sbatté letteralmente la porta della cella e il tondo riverberò nelle segrete come un'esplosione di catene. Dal soffitto cadeva una densa fuliggine, simbolo inequivocabile del degrado del posto e della bassissima qualità del lavoro che era stato eseguito per realizzarlo. In genere le segrete erano lavorate dai nani condannati o che non avevano accettato l'esilio e per tanto non vi era maestosità o segni della passione per il lavoro e lo scavo tipico della loro razza.
    Quando la calma si impadronì di quel luogo, Tichondrius si rilassò un poco. Due guardie erano rimaste a guardia della porta ma non c'era nessuno spiraglio per poter guardare dentro e ciò che doveva fare non avrebbe emesso nessun rumore ne altri segni riconoscibili.
    Tracciò con l'indice sul pavimento, il circolo magico che stava tracciando nella sala del trono ma questa volta lo completò con successo e senza imprevisti, del resto questa volta non era un pericolo ne per la missione, ne per nessun'altro. Era un circolo le lo collegava alla spada, ovunque essa fosse e quindi, alla stanza che gli era stata assegnata. Era dunque un piccolo portale da quale l'uoma estrasse la spada runica sottratta al golem. Dando fondo ad un'energia nuova che proveniva dalla spada stessa ne creò un duplicato, esatto sino all'ultimo particolare, l'ombra dell'originale, la sua identica gemella e la dotò del potere delle fiamme. Chiunque l'avesse brandita avrebbe potuto farla diventare infuocata a comando. Il potere partiva dalla gemma, esattamente come succedeva per l'originale! Rimise la copia al posto dell'originale servendosi dello stesso portale e lo richiuse. Subito dopo ne aprì un'altro che avrebbe nascosto l'arma in modo che soltanto un essere che fosse collegato ad essa avrebbe potuto reperirla, in questo momento, solo lui. Terminato il processo, richiuse tutti i portali. Le due guardie bisbigliavano concitate fuori dalla porta domandandosi se l'uoma fosse sincero o gli stesse prendendo in giro.
    Così Tichondrius si mise a sedere tranquillo, attendendo il naturale svolgersi degli eventi.
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    Per risolvere la questione di Tichondrius devo aprirla io la role rilevante? Si era detto che doveva essere fatto dallo staff ma se può essere utile faccio io...

    Nel caso apro sempre in maj'krat? Che scrivo come titolo, sottotitolo e tutto il resto? Ci sono eventualmente altri parametri e regole da seguire?
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    Ok allora procediamo con la strada della convocazione!
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    Secondo te quale sarebbe la soluzione migliore per uscire dalla situazione?
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    Una decisione un po' difficile! Perché in pratica io volevo recuperare e tenere con me il cavallo degli elfi che è stato reso mastodontico. Sarebbe complicato e inverosimile fuggire da una fortezza di nani ghermita di guardie andando anche a prendermi il cavallo. Inoltre credo che, anche tentando la fuga svegliandosi mentre lo portano via, sia tutto a discrezione del narratore, giusto?
233 replies since 9/2/2007
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