Rompere la prigionia

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    Tichondrius;
    Dei nani corpulenti, stavano portando una enorme lettiga giù nelle segrete della città sotterranea di Maj'Krat. Pochi secondi prima, il dormiente carcerato, aveva subito un misterioso attacco mentale che aveva messo in pericolo la fase finale della missione che prevedeva l'arrivo dai nani di una scorta armata che proteggeva un messaggio da consegnare al Re in persona. Tutt'ora sono sconosciute le informazioni riguardanti il suo contenuto ma la cosa chiara è che era estremamente importante. Tanto che ciascuno dei membri era stato marchiato magicamente per impedire loro di compromettere il buon esito della missione. Fu proprio quest'applicazione magica a salvare la consegna del messaggio, per un soffio. L'uoma che ne era stato colpito era stato attaccato similarmente la notte prima ma, ora che non aveva altra possibilità di nuocere, tutto era tornato a tacere! Sia il patto magico, sia gli attacchi mentali.
    Fu destato dagli scossoni dei tozzi uomini che tentavano a fatica di trasportarlo, il suo profondo sospiro nel riprendersi, il suo alzarsi dalla lettiga e il conseguente cambio di baricentro, allertò i suoi portatori che lasciarono cadere in malo modo il trasporto e alzarono tutti le picche contro il guerriero.
    Erano quattro contro uno ma lo stordimento era ancora intenso e Tichondrius non si accorse ne della situazione a suo sfavore, ne del colpo subito dalla lettiga caduta.
    Per l'uo...cosa diavolo è successo?
    Non muoverti traditore... - sbraitò uno dei nani, il suo elmo aveva corna d'argento e bordature in filigrana dorata. Doveva essere il capitano della squadra dei carcerieri. I restanti tre compagni avevano elmi senza corna e bordature in filigrana d'argento.
    Tichondrius non vide di buon'occhio l'appellativo! Avrebbe voluto rispondere "Come osi" alla provocazione e ridimensionare ulteriormente quella pulce, di sicuro per uno del suo calibro non sarebbe stato un problema sbarazzarsi di tutti e quattro ma, prima di poter partire all'attacco, doveva essere sicuro che i suoi sensi tornassero perfettamente attivi, inoltre non credeva affatto che in una situazione ostile come quella potesse essere una buona idea per la sua figura, quella di contrariare gli ospitali nani, anche se ora si stavano dimostrando alquanto bellicosi.
    Non sono un traditore! - disse mostrando la spalla con il marchio magico che gli era stato impresso magicamente dal re degli elfi - Questo simbolo è stato tracciato da re Eledhwen in persona. Io e altre due umane scortato la messaggera elfica Elen Cross da re Duonhir. Il patto magico aveva il preciso compito di garantire l'assoluta riuscita della missione data la sua delicatezza ed importanza, ci avrebbe ucciso se fossimo stati traditori e io non sono morto!
    Intanto i sensi cominciavano a schiarirsi e l'uoma notò che una delle guardie brandiva la sua arma nervosamente e credeva di percepire un lieve tremore. La guardia che gli stava accanto faceva guizzare di tanto in tanto l'occhio verso il suo compagno, probabilmente nel tentativo di calmarlo con la presenza di gruppo. Era chiaro che qualcosa non andava e che non lo ritenevano un'amico anche se le ingiunzioni innalzate erano inattaccabili.
    Perché non guardi tu stesso il patto magico? E' stato sfigurato dalle fiamme, benché sia ancora attivo e intatto. Ai tuoi compagni è scomparso nel momento in cui hanno consegnato il messaggio mentre il tuo è ancora li. Ha bruciato per un motivo...stavi per assassinare il nostro re, vero? Voi uoma siete soltanto degli spilungoni vanagloriosi, pieni delle vostre insulse idee e del vostro credo tarchiato, tarato, inflessibile e retrogrado, una bella mascherata per nascondersi dietro ad un muro di falsa disciplina e onore e servendosene per occupare il suolo e le case della gente libera!
    Tichondrius accettò il consiglio del nano e si guardò la spalla destra...era ustionata! Anche la mano sinistra, anche se non allo stesso livello. Probabilmente aveva tentato di stringerla per contenere il dolore. La sua espressione era sincera e convincente. Era ripiombato nella confusione e tornava ad avere la mente annebbiata. Cosa diavolo era successo?
    Perdonatemi mastri nani! Capisco che l'accaduto deve indurvi a diffidare di me ma vorrei chiedervi di raccontarmi per filo e per segno cosa è accaduto! Ogni particolare!
    I nani sembrarono stupiti da quella richiesta, ma solo per qualche secondo. Sicuramente la diffidenza e il sospetto che fosse tutta una messa in scena prese il sopravvento e tornarono a rivolgerci minacciosi. Il nano dall'elmo cornuto puntò il dito in modo accusatorio verso l'Hellfalas e disse:
    La mezz'elfa aveva consegnato il messaggio e il re lo stava leggendo quando tutta la sala del trono è stata messa in allarme dalle tue urla e il tuo marchio sprizzava vampe scarlatte. Si è attivato perché stavi facendo qualcosa di losco, qualche trovata per mandare a monte tutto! Volevi avvicinare il re con la scusa del messaggio e assassinarlo! Confessa! Il re ha ordinato di sbatterti in cella e non provare ad opporre resistenza o assaggerai la punta delle nostre picche!
    Naturalmente!
    I nani furono di nuovo sorpresi ma questa volta molto intensamente.
    Tichondrius riprese calmo mentre si rialzava a fatica facendo indietreggiare e facendo assumere una posizione di guardia e di risolutezza alle guardie.
    Scortatemi sino alla mia prigione, vi seguirò volontariamente! Potete anche ammanettarmi se lo ritenete utile!
    Le guardie erano quasi impietrite, il che era estremamente comprensibile. Il comportamento del patto magico aveva indotto chiunque a diffidare dalle intenzioni del guerriero e a crederlo un traditore, un impostore...un nemico. E la sua arrendevolezza e la sua collaborazione era l'esatto contrario di ciò che si aspettavano da un ribelle. Ma i nani, si sa, sono come la pietra per tanto continuarono a nutrire diffidenza per l'arrestato e, senza abbandonare le armi e continuando a tenerle puntate contro di lui, lo scortarono fino alla cella. Uno dei nani disse al colmo della frustrazione:
    Non credere di incantarci demone dalla pelle bronzea, ora sembri tanto un bravo guerriero ma spiegaci un po' per quale motivo il patto magico avrebbe reagito rendendoti inoffensivo...perché volevi offendere, è chiaro!
    E' solo una teoria ma quando eravamo ancora all'interno dei boschi esterni di Aresmelle siamo stati attaccati da un demone di lava. I vostri testi li bollano come inconfondibili evocazioni di magia nera. E' stato un'avversario molto duro ma aveva lo scotto di una scarsa velocità benché sembrasse indistruttibile. Nel bel mezzo dello scontro le sorti sono sensibilmente cambiate quando ha estratto dal sottosuolo una spada come se l'avesse estratta da una pozza di lava che lui stesso aveva aperto dal terreno con un pugno. Nel momento stesso in cui ha brandito quell'arma la sua velocità era diventata tremenda oltre che resistentissimo e praticamente invulnerabile, la pietra lavica di cui era fatto si rigenerava sotto i nostri occhi e le mie compagne ne sono testimoni. Siamo riusciti a scamparla solo sottraendogli l'arma e portandola con noi. Non sappiamo se sia stato il patto magico ad aver interferito contro il buon senso, poiché il suo potere sarebbe potuto servire a garantire maggior successo alla missione ma nel corso del viaggio attorno a noi accadevano cose insolite e di cattivo presagio. Spaventati da eventuali qualità nascoste dell'arma volevamo disfarcene ma immaginate cosa sarebbe stato lasciare un manufatto del genere nelle mani del nemico. Non sarebbe stato saggio nemmeno distruggerla poiché porta incastonata una gemma sulla guardia crociata. Ad un'analisi approfondita sembrerebbe un frammento del leggendario cristallo pulsante. Per questo l'abbiamo tenuta con noi, benché l'uo ci prepari ad ogni disciplina dello scibile, non possiamo competere con la conoscenza metallurgica dei nani e delle varie pietre del mondo, quindi volevamo sottoporla al vostro giudizio e consegnarla a voi. Avreste potuto scegliere autonomamente di imbrigliarne i poteri, sfruttarla oppure distruggerla. Un segno della nostra buona fede e della nostra lealtà, insomma. Un'altro segno che dovrebbe farvi credere maggiormente alle mie parole è il fatto che, ritenendola pericolosa, non l'avessimo con noi al momento dell'udienza con il re. Se queste prove non vi sono ancora sufficienti potrete andare a prenderla voi stessi nella mia stanza mentre mi terrete in reclusione. Come sapete il cristallo è oltremodo magico e per tanto reagisce alle risonanze magiche, una creatura evocata può essere considerata come un incantesimo senziente quindi potrebbe aver iniettato nell'arma una volontà, le cose strane che ci accadevano e ciò che è successo nella stanza del trono potrebbero essere state volute da quella coscienza. Conoscete la temperanza degli uoma, mi sto sottomettendo senza storie per dimostrare al di la di ogni confutazione la mia completa innocenza. Non avete neanche da temere eventuali macchinazioni...le prove sono tutte qui, nella vostra fortezza e io sarò in cella...non ci saranno contaminazioni della verità da parte mia!
    E così lasciò i nani ai loro pensieri, sprofondando in un attonito silenzio. Dopotutto stava alzando un polverone non indifferente e doveva lasciare loro la libertà di risolvere l'intrico da soli. Il tempo passava velocemente mentre raggiungevano la cella a lui destinata e i nani sembravano quasi non accorgersi di lui mentre parlavano fitto in lingua nanica. Quando furono giunti a destinazione, il capo delle guardie disse:
    Informeremo il Re delle tue dichiarazioni, nel frattempo resterai qui! Procederemo da soli alle indagini, non ci fidiamo ancora di te!
    Con queste parole, non chiuse, sbatté letteralmente la porta della cella e il tondo riverberò nelle segrete come un'esplosione di catene. Dal soffitto cadeva una densa fuliggine, simbolo inequivocabile del degrado del posto e della bassissima qualità del lavoro che era stato eseguito per realizzarlo. In genere le segrete erano lavorate dai nani condannati o che non avevano accettato l'esilio e per tanto non vi era maestosità o segni della passione per il lavoro e lo scavo tipico della loro razza.
    Quando la calma si impadronì di quel luogo, Tichondrius si rilassò un poco. Due guardie erano rimaste a guardia della porta ma non c'era nessuno spiraglio per poter guardare dentro e ciò che doveva fare non avrebbe emesso nessun rumore ne altri segni riconoscibili.
    Tracciò con l'indice sul pavimento, il circolo magico che stava tracciando nella sala del trono ma questa volta lo completò con successo e senza imprevisti, del resto questa volta non era un pericolo ne per la missione, ne per nessun'altro. Era un circolo le lo collegava alla spada, ovunque essa fosse e quindi, alla stanza che gli era stata assegnata. Era dunque un piccolo portale da quale l'uoma estrasse la spada runica sottratta al golem. Dando fondo ad un'energia nuova che proveniva dalla spada stessa ne creò un duplicato, esatto sino all'ultimo particolare, l'ombra dell'originale, la sua identica gemella e la dotò del potere delle fiamme. Chiunque l'avesse brandita avrebbe potuto farla diventare infuocata a comando. Il potere partiva dalla gemma, esattamente come succedeva per l'originale! Rimise la copia al posto dell'originale servendosi dello stesso portale e lo richiuse. Subito dopo ne aprì un'altro che avrebbe nascosto l'arma in modo che soltanto un essere che fosse collegato ad essa avrebbe potuto reperirla, in questo momento, solo lui. Terminato il processo, richiuse tutti i portali. Le due guardie bisbigliavano concitate fuori dalla porta domandandosi se l'uoma fosse sincero o gli stesse prendendo in giro.
    Così Tichondrius si mise a sedere tranquillo, attendendo il naturale svolgersi degli eventi.
     
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  2. Eirydia
     
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    Narratore;
    Ricevuti dal re, i nani lo informarono di ciò che il prigioniero aveva comunicato loro. Non risparmiarono toni sprezzanti che avrebbero portato il sovrano a non credere ad una sola parola di ciò che Tichondrius aveva detto, ma, a fine discorso, Re Duinhir si massaggiò la barba.

    Dirigetevi all'alloggio ad egli assegnato e verificate quanto detto. Non ho interesse nello scatenare una guerra contro Eledhwen, né gli Uoma. Se fosse un traditore, di certo la discordia scenderebbe fra i nostri popoli.
    Con gli elfi abbiamo visto numerose guerre. Non intendiamo accenderne altre né con loro, né con il nuovo popolo approdato sulla nostra terra. Non posso dichiarare di essere felice della presenza di estranei sulle mie montagne, ma neanche desidero guerra. Le nostre terre hanno visto fin troppo sangue.
    Eviterò le discordie, fintanto sia possibile.


    Quando i due nani lasciarono la sala del trono dopo aver salutato con reverenza il re, Duinhir si rivolse alla mezz'elfa Elen, rimasta ad udienza per testimoniare in favore di Tichondrius. Confermate quanto i miei nani hanno riportato, messaggera?

    Intanto i nani di Duinhir salirono verso gli alloggi degli ospiti. Le altre due donne della scorta erano già andate via e portato con loro tutti i loro effetti, ma i locali di Tichondrius ed Elen erano ancora così come li avevano lasciati prima di essere ricevuti dal re.
    Il gruppo di nani di diresse subito nell'alloggio dell'Uoma, alla ricerca della spada di cui egli aveva parlato.
    Non potevano infatti negare che le stupefacenti caratteristiche che il presunto traditore aveva elencato non facessero loro gola. I nani conoscevano la pietra e i metalli meglio di loro stessi e mai si sarebbero lasciati l'occasione di apprendere qualcosa che non sapevano. Non era concesso che nei loro manuali sulla lavorazione del metallo mancassero le caratteristiche di quella spada. In più, se quello che l'Uoma aveva detto era vero, se davvero lì ci fosse stato un frammento del cristallo pulsante... be', come lasciarselo perdere?
    Erano rimasti infatti assai sorpresi della rivelazione, e lo stesso era stato per il re.
    Forse nessun popolo sapeva quanto quella gemma fosse importante per loro, nonostante potesse essere considerata mera leggenda. Un nano non avrebbe mai rivelato se esistesse o meno e quasi erano gelosi di tale conoscenza. Che qualcun altro sapesse di quel magico cristallo scaturiva innata gelosia nel nano che ascoltava. Senza contare che si trattasse di un tesoro tanto prezioso quanto fondamentale per la vita su Eirydia. Nessuno doveva immischiarsi fra loro e il prezioso cristallo pulsante.

    Quando uscirono dalla stanza, avevano già l'arma fra le mani. La diffidenza per l'Uoma passò velocemente in secondo piano, nonostante non potesse essere tanto facilmente cancellata. Ora, però, l'interesse principale era per quel manufatto tanto raro e pregiato, che aspettava di rivelare tutti i suoi segreti nelle loro fucine.
    Questi erano i loro desideri, ma i nani dovettero prima portare al cospetto del re l'oggetto conferma delle parole del prigioniero.
    Un paggio li preannunciò e poco dopo furono convocati da Duinhir.


    Ordine di risposta: Tichondrius - Narratore - Elen.
    Ora tocca ad Elen ^^
     
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    Elen;
    Elen rimase in attesa ripassando mentalmente il viaggio itnrapreso con Tichondrius e il resto della squadra.
    Al'inizio l'elfo che faceva parte della scorta se n'era andato e il gruppo si era ridotto a tre persone:lei, Tichondrius e Rosalinda.
    Quel piccolo contingente di forze era bastato a sconfiggere il Golem di lava comparso dal nulla e aveva anche segnato l'inizio del viaggio con quella spada maledetta di cui la mezz'elfa aveva tanto timore. Forse l'aggettivo per definirla meglio era oscura ma non poteva certo dire di averla analizzata come avrebbe dovuto, l 'uoma non l'aveva permesso poichè non l'aveva mai abbandonata.
    Ripassò mentalmente lo scontro con i briganti sul ponte e la scoperta che quella enorme lama assorbiva il fuoco e forse lo controllava anche chissà? Se aveva altri effetti benefici li ignorava poichè meno appariscenti ma l'uoma li conosceva sicuramente se esistevano.
    In quell'occasione si era unita al gruppo Alya e si erano accampati nella foresta vicino la scuola di magia venendo assaliti da un gruppo di bestie feroci, attirate peraltro da un ragazzino conosciuto da Alya.
    Concluso lo scontro con quegli animali non erano riusciti a dormire ma ciò non aveva influito sul viaggio poichè nessun'altro ostacolo si era posto dinanzi a loro.
    A questo punto vi era l'arrivo nella fortezza dei nani e gli avvenimenti che avevano portato l'elfa a difendere l'uoma che aveva ispirato in lei fiducia e una profonda stima oltre hce un obiettivo per il futuro:voleva diventare forte come l'uoma ma in modo diverso.
    Sapva di non potersi imporre fisicamente vista la sua statura ma poteva cercare di sviluppare una forza mentale capace di ottenere un effetto simile apparendo gentile e rassicurante al tempo stesso ma c'e l'avrebbe fatta davvero?.

    Poco dopo arrivò un nano e riferì quanto il gruppo sapeva della spada raccolta dall'uoma. Tichondrius si era ripreso e aveva raccontaot tutto? se così fosse stato lei doveva soltanto confermare la natura oscura e periclosa dell'arma e tutto si sarebbe risolto con la liberazione dell'uoma
    Speriamo bene
    Pensò Elen mentre sentiva il racconto del nano e, successivamente, il re chiedere ocnferma di quanto appena udito:quella era la verità quindi stavolta la mezz'elfa ebbe minori difficolta nel non far tremare la sua esile voce
    esatto, durante il viaggio non abbiamo potuto analizzarla in maggior dettaglio ma confidavamo che qui avreste potuto occuparvene in modo più efficace e liberarcene una volta per tutte
    Si sentì quasi rincuorata nel sentire la sua voce sicura e ciò le fece pensare, per la prima volta, che forse non era un caso disperato. C'era ancora speranza per lei e con gli insegnamenti dell'uoma avrebbe potuto fortificare ancora di più il suo spirito seppur non limitandolo come sembrava fare l'uo, con la sua rigida disciplina militare.

    In seguito ci fu l'annuncio che l'arma in questione sarebbe stata portata al cospetto del re anche se Elen ignorava a che scopo. Voleva forse capire se era il caso di sfruttare o distruggere quell'arma?.
    Spero la distruggano
    Pensò Elen trovandola una fonte di calamità la cui esistenza non doveva e non poteva essere accettata.
     
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    Tichondrius;
    Il tempo scorreva con una lentezza esasperante. Da quando Tichondrius era stato chiuso in cella, tutto taceva. Persino le due guardie davanti alla sua prigione dopo averlo divertito con mille supposizioni e congetture sui tradimenti dell'uoma avevano finito la fantasia e avevano continuato a svolgere il loro ruolo in silenzio. Mentre se ne stava seduto sulla sua posizione non aveva praticamente nulla da fare, un atto quasi sacrilego per l'uo. Anche nelle situazioni di calma assoluta, un uoma disciplinato occupava il tempo con qualcosa affilava le armi, eseguiva manutenzione al suo equipaggiamento si preparava per una missione, per un viaggio imminente, istruiva i propri commilitoni...ma l'Hellfalas non aveva possibilità di eseguire nessuna di queste azioni.
    Immaginava che i restanti due nani, fossero andati a riferire al re le sue parole e che ora stessero eseguendo le indagini necessarie ad appurare la sua innocenza o colpevolezza e, a tal proposito, non poteva intervenire in alcun modo e per tanto era bloccato li con l'unica e sola possibilità di attendere un punto di svolta alla situazione e alle indagini.
    L'unica cosa che poté distrarlo dall'attesa, fu chiudere gli occhi e addestrarsi mentalmente cercando di immaginare nella sua testa, delle situazioni di pericolo agli stati limite e da cui doveva uscirne fuori. In questo modo poteva mettersi in gioco in situazioni virtualmente pericolose senza correre reali rischi.
    Il primo allenamento mentale riproponeva la situazione del combattimento contro il golem, questa volta però, le sue facoltà combattive non dipendevano dalla squadra, ma erano proprie della creatura e Tichondrius doveva trovare il modo di contrastarlo. Con questo nuovo passatempo, il tempo passò molto più in fretta e si trovò presto a preparare mentalmente scenari diversi, come trovarsi da solo contro un battaglione di maghi, o dover combattere un avversario in stato di azzoppamento o braccia ferite. Benché mentalmente non si potesse creare chiaramente il senso di stanchezza e di limite fisico che dalla ferita si espande al resto del corpo, l'uoma contava mentalmente dei limiti in potenza e velocità per cercare di simularlo.
    L'utilità di tale allenamento era evidente e memorizzando quegli schemi avrebbe potuto con un minimo sforzo comparativo, riportarli nella realtà se mai dovessero verificarsi, persino la sua prigionia gli suggerì, dopo un po' di simulare una fuga di prigione, trovò infatti diversi elementi che sarebbero potuti servire per un'evasione e parte di essi erano proprio basati sulla scadente architettura delle segrete. Se fossero fatte dai mastri nani e non da condannati ed esiliati e quindi avessero avuto le stesse qualità del resto dei manufatti di questa razza, fuggire sarebbe stato impossibile, ma sapeva bene che qualsiasi nano si sarebbe offeso a dover ricevere dei consigli da un essere alto come lui. Avrebbe tenuto le sue considerazioni per se!
     
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  5. Eirydia
     
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    Narratore;
    Re Duinhir ascoltò la risposta di Elen per quel che riguardava la conferma della storia raccontatagli. I nani avevano riferito fedelmente le parole di Tichondrius ed Elen confermava candidamente quella versione. La donna ispirava fiducia, ma nonostante ciò il re non poteva fare a meno di essere inquieto.
    Da dove diavolo è saltata fuori un'evocazione di magia nera? si chiese, allarmato. La magia nera era bandita da Eirydia e tutti i maghi che venivano scoperti a praticarla erano esiliati e spediti a Knagwar senza tanti complimenti.
    Il re fremette alla tremenda idea che dall'Isola di Knog potesse nascere una nuova minaccia.

    Ammetto che non ci fossero altre soluzioni, ma non è saggio impugnare un'arma di un nemico maledetto. Tanto meno portarlo in un regno alleato. Il manufatto sarà di certo più sicuro nelle nostre mani, ma in futuro diffidate di oggetti persi da una creatura oscura.
    Il re rifletté sul da farsi. Era già un po' che teneva lì convocata la messaggera ed anche imprigionato l'Uoma e le prove sembravano a loro favore.

    Farò sapere a Re Eledhwen dell'accaduto, per indagare meglio sulla magia oscura che avete incontrato nei suoi domini.
    Alzò poi la voce, rivolgendosi alle guardie. Lasciate andare il prigioniero. Che raccolga i suoi effetti e lasci la mia città.
    Messaggera, siete congedata.
    concluse poi.

    Non voleva avere nulla a che fare con quella storia. Se Eledhwen aveva problemi poteva risolverli per conto suo. Lui, come alleato, avrebbe fatto la sua parte informandolo dell'accaduto.
    Se dovesse chiedermelo, invierò i miei nani.
    È tutto.


    I nani che avevano indagato sul caso dell'Uoma scesero di nuovo giù nelle segrete per informare gli altri componenti della squadra la decisione del re.
    Calmi, fratelli, il re ha ordinato di liberarlo. disse il capitano della squadra dei carcerieri. I due nani a guardia della cella sussultarono, stupiti. Avevano già dato per scontato che fosse un traditore.
    Il nano dall'elmo cornuto estrasse un mazzo di chiavi e con una di quelle aprì la porta dove era rinchiuso l'Uoma.
    Sei fortunato che il nostro re sia magnanimo. gli disse, mentre la luce sfrigolante delle torce entrava improvvisamente dalla porta e illuminava parzialmente l'Uoma, seduto in un angolo. Vieni fuori, raccogli le tue cose e andiamo. Ti scorteremo sino alle porte della città. Vedi di non crear disagio.
     
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    Elen;
    Elen, ascoltando l'avvertenza del re di diffidare dei manifatti nati dalla magia oscura, annuì trovandosi completamente d'accordo con lui. Prendere quella spada era stato un errore ma fortunatamente erano riuscit a strappare l'uoma dall'influenza di quel pericoloso artefatto.
    Annunciò che Tichondrius era libero di lasciare la città e, presumibilmente, anche al disopra di ogni sospetto adesso che Elen aveva confermato le sue parole. La mezz'elfa progettava di aspettarlo all'uscita e ringraziarlo del suo aiuto prima di partire per il suo viaggio perosnale.
    girovagando per il mondo sarebbe diventata più forte e avrebbe fortificato il suo spirito o almeno questo era il suo piano ed era solamente merito dell'uoma se adesso aveva la determinazione necessaria a compiere un simile passo.
    Il re la congedò dopo qualche breve parola sui provvedimenti da prendere e la mezz'elfa si congedò a sua volta dal re non vedendo l'ora di trovarsi da sola e rilassarsi.
    Stare in compagnia di un re era stressante poichè bisogna va controllare ogni movimento con la massima attenzione e fare caso a tanti piccoli dettagli che solitamente venivano ignorati con perosne del proprio rango.
    Raggiunse rapidamente l'uscita di quella fortezza, scavata con maestrai dai mastri nani nella montagna, e attese Tichondrius così da poterlo salutare degnamente e assicurarsi che non l'avessero ferito o maltrattato in alcun modo. Sempre che questo fosse possibile ovviamente.
    Lungo la strada aveva anche preso con se il cavallo affidatogli alla partenza, avrebbe viaggiato con lui finchè non avesse trovato un evocazione più adatta al compito oppure avrebbe trovato lei stessa il modo di rendere quel cavallo un'evocazione simile ma diversa da Frost.
    Nel fare ciò avrebbe evitato il fuoco poichè l'idea di cavalcare un castigo non la eccitava per niente ma c'eranoaltri elementi oltre al ghiaccio da considerare come la terra o l'elettricità. Entrambi erano un'ottima scelta.
     
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    Tichondrius;
    Mentre procedevano gli allenamenti e gli schemi mentali dell'uoma, nella toppa della sua prigione si sentì scattare il chiavistello e la porta si spalancò mostrando il nano capitano delle guardie.
    Gli venne detto che l'avrebbero accompagnato a recuperare la sua roba e poi fino alle porte della città esortandolo a non creare problemi. Tichondrius rispose con un secco cenno della testa e si fece guidare dalla scorta, sebbene i loro modi erano un po' più mansueti, continuavano a brandire strette le loro armi e a guardare continuamente il colosso dagli anfratti dei loro elmi. Come avevano annunciato, la prima tappa fu la camera che era stata affidata all'uoma. La spada non c'era più, dovevano averla recuperata per le loro indagini, e inoltre Tichondrius aveva la piena intenzione di lasciarla a loro. Una volta recuperati i suoi averi, con le armi addosso, i nani sembravano ancora più a disagio. Si diressero quindi verso le stalle dove c'era il cavallo che gli era stato prestato dagli elfi. Appena lo stalliere lo vide gli andò incontro concitato.
    Una strana creatura la vostra, sapete? Non sembra lo stesso di quando è venuto, persino il suo carattere è diventato meno collaborativo. Se volete il mio parere forse dovremmo sopprimerlo. Non è neanche normale che sia così grosso!
    Il cambiamento è stato fatto dagli elfi per permettergli di sostenere la mia mole. Comunque lo porterò con me, grazie per esservene presi cura!
    Così dicendo andò lui stesso a prenderne le redini. Non appena gli posò la mano sul muso il loro legame sembrò allacciarsi ancora di più. Lo stalliere aveva ragione, stava cambiando, ormai non sembrava più lo stesso cavallo che era partito da Aresmelle. Probabilmente il cambiamento che stava subendo l'uoma lo stava subendo anche il cavallo che era stato a contatto prolungato con la spada. Questo avrebbe potuto spiegare anche perché una volta creato il collegamento con l'arma, automaticamente si era creato anche con lui.
    L'ultima tappa della scorta fu verso l'ingresso della fortezza, mentre vi andavano passarono dinanzi all'ingresso della sala del trono ma le porte erano sbarrate. Era più che ovvio che nonostante credessero alle sue parole preferivano non correre rischi e per tanto non avrebbero permesso di avvicinarsi ulteriormente. Tuttavia non aveva interesse ad avvicinare nuovamente il re e nessuna presenza esterna o stretta mentale sembrava spingerlo a farlo.
    Giunto all'ingresso trovò Elen ad aspettarlo.
    Serah...cosa ci fai ancora qui? Non sei andata via con le altre al termine della missione?
     
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    Elen;
    L'uoma chiese alla mezz'elfa il perchè della sua presenza in quel luogo ora che la missione era stata compiuta. Lei riuscì ad abbozzare un sorriso, l'assenza di quella malefica lama oscura aiutava molto a tal proposito, e rispose
    Sono rimasta a testimoniare in tuo favore nel caso la tua parola non fosse bastata
    Dopo questa spiegazione controllò con lo sguardo se c'erano ferite o lividi ma, come prevedibile, l'uoma era in perfetta salute. Se avesse voluto avrebbe potuto fuggire dalla sua prigione in qualsiasi momento.
    La sua enorme forza fisica e il suo intelletto sicuramente gli avrebbero permesso di trovare una via di fuga e sbaragliare qualsiasi avversario gli si sarebbe potuto parare davanti.
    Un'altro fattore da tenere in cosiderazione era anche la lama oscura, potente com'era sicuramente avrebbe nullificato ogni tentativo di resistenza nanesca e portato a numerosi morti ma tutto ciò non era accaduto.
    La realtà era ben più piacevole:la spada era ora nelle sapienti mani dei nani e Tichondrius era libero dalla sua nefasta influenza senza contare che in quel modo Elen poteva parlare senza venire intimorita dalla sua presenza.

    Ti aspettavo anche per ringraziarti per avermi dato un pò di fiducia in me stessa. Abbastanza da cominciare un viaggio, mi piacerebbe esplorare meglio eirydia prima di tornare a casa
    Spiegò la mezz'elfa illustrando al mastodontico uoma i propri piani e mettendolo a conoscenza del fatto che la Elen di inizio viaggio non avrebbe mai potuto prendere una decisione tanto coraggiosa.
     
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    Tichondrius;
    La giovane mezz'elfa disse che era rimasta per testimoniare in suo favore e che voleva avere l'occasione di ringraziarlo per gli sforzi che aveva fatto per farle maturare un po' di fiducia in se stessa, cosa che le aveva dato la forza necessaria a decidere di cominciare un viaggio all'espolrazione di Eirydia prima del suo rientro a casa.
    Ti sono grato per la tua testimonianza. E non c'è bisogno di ringraziarmi. Il coraggio e la determinazione sono un dono che l'uo fa ad ogni essere vivente, sono le persone che non credono nelle tue capacità che ti hanno impedito di riconoscerlo e ritrovarlo in te stessa. Io non ho fatto niente di più di ciò che farei per un qualsiasi guerriero da addestrare...devi sapere che la risorsa numero uno nella vita è proprio quello che si ha da offrire a se stessi! Non bisogna necessariamente credere nell'uo per credere nell'importanza della disciplina, ma ti basterà credere alle parole che ti ho dato nel corso del nostro viaggio per trovare la forza necessaria a perseguire ogni obbiettivo che ti prefisserai nella vita. Ora le nostre strade si separano ma finché ricorderai ciò che ti ho insegnato porterai una parte di me nei tuoi viaggi. Geath lohcke serah Elen, hawke in arishock! Significa "Buona fortuna umana Elen, procedi nella luce", luce intesa come fortuna, è un augurio per il tuo viaggio!
    Al termine di quelle parole, Tichondrius montò con uno slancio issandosi sulla staffa del suo mastodontico destriero e con un piccolo colpo di talloni lo spronò al trotto di bassa velocità. Mentre si allontanava continuava a seguire con lo sguardo la giovane cercando di mostrare i più sinceri auguri per tutto. Cadeva una neve leggera ma fitta e le temperature umide in seguito alla tormenta rendevano l'aria alquanto nebbiosa e per tanto ne l'uoma fu in grado di distinguere la sagoma della ragazza ne lei quella del colosso, anche se vista la sua mole fu distinguibile un po' più a lungo. Quando continuare a guardare la fioca nebbia bianca non aveva più alcun senso, Tichondrius si voltò e proseguì per la sua strada. Non sapeva come mai aveva preso il sentiero che conduceva a sud-est ma sembrava che dentro di lui ci fosse più di un motivo per farlo. Da un lato il patto magico strepitava perché prendesse quella direzione e si allontanasse più possibile alla fortezza dei nani, al re Duinhir e a qualsiasi membro del regno ritenendolo pericoloso per la loro incolumità e dall'altro lato sembrava che il compimento del suo destino e la maggior parte delle risposte che lo attendevano e che ancora attendevano risposte cercavano giustizia nella direzione che stava intraprendendo.
    Alle domande che si faceva se n'era aggiunta una: come mai il patto magico era ancora attivo in lui mentre agli altri era sparito? Forse lo stava ancora difendendo...
    O forse cerca vanamente di difendere altri da te...da noi...
    Sentì Tichondrius in una voce dentro la sua testa...era ormai abbastanza lontano dalla fortezza e non sarebbe potuto rientrare neanche dimostrando di essere il guerriero mandato dagli elfi e mostrando il patto magico visti gli eventi accaduti quindi, non essendoci più pericolo, il potere del patto andò scemando. Man mano che si indeboliva sentì una sensazione curiosa, come se la magia del patto stesse arginando un potere enorme che ora stava cominciando a scuotersi nel tentativo di liberarsi. Quando la magia si fu completamente dissolta, una nube di fuoco oscuro esplose dalla sua posizione portando con se anche il suo cavallo, un cambiamento sia fisico sia metafisico aveva alterato i due esseri che ora avevano cominciato una nuova vita.
    Il cavallo era diventato una sorta di essere a metà tra uno stallone da guerra e un castigo. Naturalmente non era un vero e proprio castigo poiché non era una creatura magica e non era fatto interamente di fuoco ma la sua criniera era come se fosse fatta di fumo e in un momento in cui l'animale sembrò sbuffare e nitrire essa divenne fiammeggiante. Gli zoccoli era fatti di pietra lavica con venature da cui sembrava uscire magma incandescente, le rune che sembravano intravedersi sul suo collo ora si vedevano perfettamente e ne aveva anche altre sul corpo. Lui invece era ancora sommariamente lo stesso nell'aspetto, cosa alquanto strana, non riusciva a capire cosa potesse renderlo tanto diverso da non subire una mutazione, specialmente se pensava al cavaliere nero.
    Il cavallo che ti è stato dato ha subito un'alterazione magica che gli ha donato quelle dimensioni innaturali, si è trasformato poiché c'erano già degli incantesimi di alterazione dell'aspetto su di lui e la magia che vi ha appena preso ha dato il suo tocco personale a ciò che aveva già addosso...
    Disse una voce nella nebbia...
    Chi sei? Fatti vedere! - Fu la risposta concitata di Tichondrius.
    Sono Apokarimal, ti basti sapere che sono uno dei membri di un concilio dei maghi e bada che è l'ultima cosa che ti sarà dato sapere di me! - Disse l'essere mentre, facendosi avanti, mostrava la sua figura. Era un mago in nero, incappucciato, e dal suo cappuccio fuoriusciva solo una maschere di un teschio caprino, uno dei simboli oscuri a cui era stato sempre messo in guardia.
    Che cosa vuoi?
    Te, in effetti...ma se ci pensi attentamente e guardi dentro il tuo animo, potrai convenire con me che anche se non sono riuscito a piegare la tua volontà e resti sostanzialmente "libero" la tua lealtà è cambiata!
    E cosa vorresti esattamente da me?
    Sono stato incaricato di scovare, valutare e convertire i membri più idonei dei campioni del regno e di rivoltarli contro il regno stesso. Un nuovo ordine che rovescerà le sorti della guerra
    Non riesco a mettere a tacere ciò che sono sempre stato e ciò in cui ho sempre creduto, voglio abbandonare le spoglie di ciò che ero!
    Hai il potere per farlo, il magma è versatile! Ha il potere e l'energia latente del fuoco e il cuore e la durezza della roccia. Entrambe le forze combinate generano una sostanza plasmabile che può essere raffreddata per assumere una forma che si ritiene definitiva. Il resto, dipende solo dalla tua volontà!
    Tichondrius si concentrò facendo emergere da se stesso il potere del magma incandescente, benché poteva avvertirne l'intenso calore non ne fu scottato perché stava agendo direttamente su se stesso. La sostanza ribolliva e modellava il suo aspetto e quando finalmente il calore si andava assiepando restò l'immagine del cavaliere che aveva visto, forgiato dallo stesso potere che aveva ricevuto. Un nuovo Tichondrius
    Un aspetto interessante...molto bene, mio primo cavaliere maledetto, è giunto il momento di venire a conoscere il tuo nuovo destino
    Così, Tichondrius e Apokarimal, si diressero verso un nuovo destino. Per forgiare una nuova identità, l'uoma non avrebbe più usato con leggerezza il suo nome, anche se era impossibile per se e per il suo cavallo essere riconosciuti e ricollegati a ciò che erano un tempo, decise quindi di chiamare il cavallo Rovina e quanto a se, avrebbe mantenuto il nome poiché non gli era stato semplicemente dato, ma se lo era guadagnato con il suo modo di combattere, sarebbe riemerso o riforgiato con ciò che avrebbe compiuto in futuro.
    Un nuovo magna ha cominciato a bruciare!
     
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    Elen;
    L'oma sminuì, come previsto da Elen, il suo ruolo nell'intera faccenda alludendo agli insegnamenti dell'uo e dando la colpa alle persone che aveva avuto intorno.
    Il suo punto di vista consisteva nella tesi che nessuno aveva fatto nulla per ispirare la mezz'elfa a credere in se stessa tentando, al contrario, di distruggerla come persona a adombrando le sue qualità ma Elen non poteva accettare completamente quello scenario.
    Ammettevva che non molte persone erano gentili con lei e aveva molti limiti su dove poteva andare e cosa poteva fare ma non avrebbe mai dato la colpa agli altri anche nell'ipotetico caso che l'avessero davvero.
    Successivamente saluto la mezz'elfa dirigendosi lontano partendo per chissà quale altro viaggio a cui la mezz'elfa non avrebbe partecipato, lei aveva altri piani e adesso poteva saguirli poichè l'uoma era fuori pericolo.
    Buon viaggio, magari ci reincontreremo da qualche parte, vagando per eirydia potrebbe succedere
    Disse Elen salutando l'uoma e dirigendosi anch'ella, in sella al suo cavallo bianco, verso l'ignoto e qualsiasi avventura e incontro il destino le riservasse.
    Quel viaggio le sarebbe stato utile e forse tornata a casa sarebbe riuscita a imporsi di più sulla famiglia del padre così da ottenere un trattamento più rispettoso rispetto a quello da schiava che sapeva di non voler più sopportare in silenzio.
    Questo non dopo che aveva ricevuto tanti buoni insegnamenti dall'uoma e dal resto di quella spedizione, doveva molto a quelle persone e sarebbe diventata forte anche per proteggere loro se l'evenienza si fosse mai verificata e, più importante ancora, avrebbe dedicato le sue doti mediche a chi ne aveva bisogno senza limitarsi ai soli membri della sua famiglia.
    La nebbia sembrò accoglierla con piacere con la sua pesante e fredda coltre che tutto avvolgeva come l'abbraccio di una madre. Non era una brutta sensazione anche se qualcosa diceva alla mezz'elfa di non abituarcisi troppo.
    La metà non era stata ancora decisa e andava bene così, per ora avrebbe raggiunto un villaggio e rimediato una cartina di eirydia per orientarsi meglio durante i propri spostamenti inoltre poteva guadgnare qualche soldo offrendo i suoi servigi di curatrice.


    Elen ora esce dal topic ma rimane libera^^ non conto di aprire un topic con una nuova destinazione per ora xd

    ps scusate per i post corti, farò il possibile per allungarli
     
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    anche io ho finito qui...
     
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    Dichiarate la role terminata nel topic apposito e liberi i personaggi che lo sono ^^
    Buon gioco (:
     
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11 replies since 8/1/2015, 21:03   157 views
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