Quest Primaria: Messaggeri verso Maj'krat

Fazione Regno

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  1. Edgard Strolgher
     
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    Tichondrius;
    Quando furono davanti a Re Duinhir, Elen fu impeccabile nel tipo di procedura e di circostanze che avrebbe dovuto seguire al cospetto regale. Sebbene si percepisse ancora distintamente un elevato senso di nervosismo nella giovane elfa, le parole, il tono, la postura e la dizione erano corrette. Se fosse stata anche un po' più tranquilla sarebbe stata perfetta.
    Il prezioso carico era quindi finalmente nelle mani del re e la loro missione era completa. Era chiaro che non potevano voltarsi e andarsene almeno fino a che il re non avrebbe concesso loro di essere liberi di andare e ciò probabilmente stava a significare che la compagnia avrebbe dovuto aspettare che la lettera venisse aperta e magari anche letta. Non sapevano il contenuto, ne tanto meno l'entità del messaggio benché comprendessero che aveva un'importanza di ripercussioni globali, visto ciò che era significato per tutti loro. Da questo però non si riusciva ad evincere se sarebbero stati messi al corrente del suo contenuto, questo era una faccenda che dipendeva, non solo dal messaggio contenuto nel pacchetto, ma anche alle personali discrezioni del re.
    Tichondrius poteva riuscire a scorgere nei volti delle tre donne che lo avevano accompagnato sino a li, l'enorme curiosità che avevano. Era chiaro che dopo tanti pericoli e peripezie, uno volesse sapere per cosa si aveva rischiato la pelle.
    L'uoma, naturalmente, era fatto di un'altra pasta e non aveva la ben che minima curiosità di sapere cosa ci fosse nella lettera. Per lui la cosa più importante era che la sua missione era conclusa con il migliore dei risultati. Nessun morto e nessun ferito sotto il suo comando, nessun oggetto smarrito, rubato o andato distrutto, obbiettivo principale portato a termine, insubordinazioni e mancanze di rispetto assenti... era stato un pieno successo. L'uniche cose che premevano sul suo senso di soddisfazione erano domande a cui non aveva e a cui non riusciva a trovare alcuna risposta.
    Chi era esattamente il golem di lava?
    I golem di lava sono creature artificiali che non si trovano in natura nel nostro mondo. Sono esseri generati dalla magia, dalla magia oscura e spesso evocati da un mago di enorme potere. Tichondrius non credeva affatto che qualcuno sapesse della lettera che trasportavano ne tanto meno il suo contenuto, visto che non lo sapevano nemmeno loro. Quindi come poteva il nemico, chiunque esso sia, ad avere interesse ad ostacolare il cammino della compagnia e la consegna della lettera? Tutte le difficoltà che aveva incontrato avevano perfettamente senso: gli aguzzini al ponte, i grulf che attaccano un bambino indifeso, una preda facile insomma...tutto appariva regolare, tranne il golem.
    Inoltre non convinceva neanche la spada. Benché il marchio che era stato applicato loro spingeva magicamente ogni componente a portare a termine la loro missione con qualunque mezzo, la spada non pareva essere comune. In qualche modo il marchio non vedeva in quell'arma un pericolo, o almeno, non lo vedeva ai fini della missione. In realtà poteva essere pericolosissima fuori dallo scopo per cui il marchio era stato applicato.
    Un'altro dilemma era la strana sensazione avvertita dall'uoma, il cambio del suo destriero, la reazione insolita degli altri cavalli e per ultimo, ma forse più importante di tutti, come mai l'uoma che avversava tanto la magia non fosse riuscito a liberarsi di un oggetto dai poteri magici enormi quanto sconosciuti e misteriosi.
    Chi c'era dietro a tutto questo rimaneva un mistero, anche perché la mente acuta dell'Hellfalas non riusciva a credere che fosse tutto avvenuto per caso. Secondo lui ogni singolo tassello di quel puzzle era un pezzo di qualcosa più grande...solo che ancora non riuscivano a decifrarne i pezzi e ancora non capivano come andavano ad incastrarsi tra di loro.
    La cosa, comunque, che maggiormente impensieriva il guerriero era cosa o chi aveva provato ad attaccarlo mentalmente da quando erano arrivati li. E per quale motivo lo aveva fatto. Era sicuramente un attacco potentissimo, di una magia portentosa e nessun nano aveva poteri magici tanto grandi, specialmente per una razza che da sempre ha sviluppato una naturale resistenza, oltre che repulsione per gli interventi magici.
    L'uoma si sentiva ancora perfettamente se stesso anche se c'era il dubbio. Quando un nemico smette di lottare, è per due motivi: o ha vinto; o si è arreso. Ma nel suo caso, quale delle due?
    In ogni caso non aveva importanza per il momento. Il messaggio era nelle mani del re, in una sala ghermita di gente e di guardie armate. Le sue compagne non aveva una forza tanto elevata da resistere ad un attacco come quello senza mostrare nessun segno. Quindi doveva essere un attacco singolo mirato esclusivamente a lui. Avrebbero dovuto uccidere Elen se volevano evitare che il messaggio giungesse a destinazione, non lui. Forse qualcuno aveva seguito il gruppo da lontano, o magari celato dalla magia, e avevano pensato che un membro potente come Tichondrius fosse il candidato perfetto per custodire la lettera. In tal caso avevano fatto male i conti. La lettera ce l'aveva Elen per tutto il viaggio, nonostante questo l'attacco contro l'uoma per ucciderlo era fallito e il messaggio era nelle mani del re. Anche la morte del guerriero non avrebbe cambiato nulla.
    Ad un tratto, nella sua mente proruppe una risata chiassosa.
    Tichondrius si guardò in giro...le orecchie non avevano percepito la vibrazione acustica nonostante fossero estremamente sviluppate. Quindi il suono non era venuto da fuori. Inoltre nessuno pareva turbato o che avesse mosso ciglio. L'aveva sentita solo lui!
    "Davvero sei così sciocco da pensare che era un attacco mosso a toglierti la vita? No! Per prenderla!"
    Di nuovo ci fu un attacco mentale ma questa volta non fu una stretta che cercava di assumerne il controllo. Sembrava qualcosa di molto diverso. Sentiva che qualcosa era messo in dubbio e cominciò a domandarsi che cosa ci fosse di così poco sicuro. L'insicurezza non era qualcosa che faceva parte di lui ne del credo che serbava nel suo cuore. Ognuno era nato per un motivo e per tracciare una linea nel mondo sulla guida di un disegno più grande e l'uoma stava seguendo quella linea in modo impeccabile. Il dubbio cominciò ad essere palpabile.
    Che disegno c'era davanti a ciò a cui non riusciva a dare un senso?
    Il golem, la spada, il suo cavallo, il fatto che la spada sembrava destinata a lui in un modo che nemmeno lui stesso riusciva a contrastare o allontanare. Che fosse il disegno dell'uo? Ma allora qual'era lo scopo di quella spada. Anzi, no...qual'era lo scopo di Tichondrius, cosa doveva compiere con quella spada?
    Fu allora che dentro di lui qualcosa cambiò...superata quella soglia una potente energia cominciò a crescere. Gli occhi dell'uoma si tinsero di un rosso acceso e dentro la sua mente, riusciva a sentire un contatto doppio con una mente estranea. Non era ostile ed era anche semplice. Era beatamente ferma a riposare, conscia del contatto che si stava creando. Quando fu completo, l'Hellfalas lo vide, era il destriero che gli era stato donato. Era nelle stalle, attendeva il suo padrone...Tichondrius. L'energia stava montando dentro di lui e, quasi come se lo avesse sempre saputo fare, tracciò con il dito dei segni sul terreno. Un cerchio con una stella a dodici punte concentrica e una runa diversa dentro ciascuno degli spazi presenti tra una punta e l'altra. Nessuno si era accorto di nulla, dato che nulla era ancora successo e l'uoma era perfettamente capace e addestrato in moltissimi anni di disciplina a non dare nell'occhio. Prima che poté terminare quel marchio magico, e prima che qualsiasi cosa avesse in mente poté palesarsi, il patto che gli era stato impresso sul braccio dal re degli elfi cominciò a bruciare con un vigore incommensurabile. Qualcosa che non aveva nulla a che vedere con ciò che avevano visto fare nel corso della missione. Da verde smeraldo, il marchio era diventato color cremisi e dall'inchiostro magico usato per tracciarlo uscivano fiamme altissime che gli stavano ustionando il braccio e lo stavano anche facendo urlare di dolore, visto il violento impatto che avevano avuto nell'infrangere la più tenace delle sue barriere, quella che impediva a chiunque di mostrare vulnerabilità o debolezza. Eppure, quel bruciore era talmente forte da vincere persino Tichondrius. Non riuscì a premersi una mano sul braccio per cercare di tamponare il bruciore perché, non appena la posò, si scottò anche quella. Al culmine della sofferenza, i sensi dell'uoma collassarono svenendo sul posto e sotto lo sguardo incredulo dei presenti. Nessuno avrebbe mai potuto capire cosa fosse successo, solo che era passato.
    Per impedire che l'incidente e la presenza del colosso, che giaceva a terra svenuto, ostacolavano le fasi conclusive e il decreto da parte del re di missione compiuta, oltre che un brutto spettacolo da vedere. Un gruppo di inservienti nani, senza aspettare nessun ordine e mossi direttamente dal buon senso, trasportarono l'uoma sino alle sue stanze. Sarebbe ripartito insieme alla squadra alla conclusione della vicenda.


    Da questo momento non rispondo fino a quando la transazione con il re non sarà terminata e tornerete anche voi nelle vostre stanze, ma questo non per impossibilità a rispondere ma solo perché, essendo svenuto, il mio personaggio non può interagire in alcun modo
     
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20 replies since 9/12/2014, 18:52   238 views
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