Quest Primaria: Messaggeri verso Maj'krat

Fazione Regno

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  1. evil-naraku
     
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    Elen;
    Elen avrebbe voluto alleviare l'aria, carica di tensione, che percepiva intorno al gruppo, ma si rendeva conto che la presenza dell'uoma e del suo destriero rendeva la cosa impossibile.
    Era risaputo che i nani si trovavano a disagio con individui di alta statura e l'uoma poteva essere ocnsiderato un gigante anche fra gli umani che erano ben più alti dei nani.
    INtorno a lei percepiva voci bisbigliare qualcosa ma on aveva mai studiato la lingua dei nani quindi non potè cpaire se erano voci benevole,malevole o semplici lamentele sul loro gigantesco ospite.
    Seguìla guida nanica in silenzio cercando quantomeno di apparire rilassata, magari vedendo il membro del gruppo più debole tranquillo i nani si sarebbero calmati un poco.
    La qual cosa non era semplice:Elen era stanca morta a causa della pioggia e del vento quindi sicuramente sarebbe crollata appena si fosse stessa su qualcosa simile ad un letto.

    La loro guida li accompagni, evidentemente impressioanto e intimorito dalla stazza dell'uoma, finchè non comunicò al gruppo che l'indomani avrebbero visto il re in elfico.
    Elen ebbe l'impressione che, seppur per un attimo, il nano l'avesse guardata anche se non ne capiva il motivo, sorrise alla loro guida per non sembrare scortese e per ringraziarla di tutto il lavoro svolto.
    Elen si ritrovò a chiedersi ancora cosa potesse spingere nani ed elfi a collaborare, cosa poteva esserci nella lettera per il re? la tentazione di aprirla nacque e morì altrettanto velocemente cancellata dal patto magico. Quella magia ricordò alla mezz'elfa che soltanto il re poteva leggere la lettera con una bruciante sensazione ormai familiare alla piccola Elen, l'aveva percepita fin troppe volte durante la permenza di quel bambino.
    Comunicò in seguito che la cena sarebbe stata servita fra un'ora:un tempo troppo breve per permettere al fisico di riprendersi o alla mente di rilassarsi. Elen avrebbe tentato per poi riposare al meglio quella notte stessa.
    L'indomani avrebbero compiuto il loro dovere e compiuto un altro passo verso la pace, questa era la speranza di Elen e sperava vivamente di non sbagliarsi.

    La mezz'elfa seguì la nana, dalle trecce dorate, fino alla stanza in cui avrebbe riposato. Non vedeva l'ora di rilassarsi anche se soltanto per poco.
    Si trattava di una stanza il cui unico mobilio era foramto da un letto con della paglia, dall'aspetto morbido, e una sedia con un tavolo dove poter appoggiare gli averi degli ospiti.
    Vi era anche un armadio ma sembrava fatto su misura per un nano quindi sicuramente ospiti non naneschi avrebbero avuto difficolta ad usarlo.
    Si stese sul letto di paglia e sentì il corpo rilassarsi, la paglia era più comoda del previsto o lei era troppo stanca per fare caso a piccoli o grandi dettagli circa l'intera stanza. Il semplice fatto che avessero conservato quelle stanze per loro era un grande onore.
    Elen, per la prima volta da molto tempo, si sentiva importante o, per meglio dire, necessaria ad uno scopo. Era una bella sensazione che le faceva sperare di poter diventare qualcuno di necessario anche una volta finita quella missione.
    Tichondrius le aveva insegnato che con il dovuto impegno si poteva raggiungere la maggioranza degli obiettivi e questo non lo avrebbe mai dimenticato anche se dubitava che avrebbe fatto un incontro fortunato come quello tanto presto.
    Questo e tanti altri pensieri turbinavano nella mente della mezz'elfa, pensieri a cui diede una risposta anche se molto lentamente finchè non rimase soltanto il vuoto dato dalla sicurezza che non c'erano più faccende in sospeso.
     
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