Quest Primaria: Messaggeri verso Maj'krat

Fazione Regno

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  1. Edgard Strolgher
     
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    Tichondrius;
    Quando la voce alta di Alya strappò bruscamente l'uoma dal suo sonno, Tichondrius si alzò di scatto estraendo il suo spadone da sotto le coperte, era ancora a metà tra l'uoma di tutti i giorni che tornava in se da un sonno maldestro e il cavaliere nero sul destriero gigante che era stato nel suo sonno. Si alzò di scatto e, grazie alla sua mole, balzò al di là delle mura come un giovanotto salta una siepe mettendosi accanto all'umana, ultimo acquisto del gruppo. Dinanzi a se, a circa duecento iarde di distanza c'era un ragazzino inseguito da due grulf. Una delle lezioni più grandi che si insegnava agli uoma era di agire d'istinto assecondando le forze di ogni cosa attorno a se quando la mente è scarsamente lucida a causa del sonno, di droghe, di liquori, di effetti sorpresa, di ferite e di stanchezza. Fu esattamente questo a muovere l'uoma in quel preciso istante dove essendosi svegliato di soprassalto aveva ancora la testa che gli ronzava non potendosi separare così velocemente dal torpore. La disciplina ferrea del loro addestramento, tuttavia, lo rendevano molto più preparato di qualsiasi essere che non accettava di aprire il suo cuore alla suprema saggezza dell'uo. Fu così che, seguendo gli insegnamenti di tutta una vita, e che lui stesso aveva tramandato ai suoi guerrieri dal giorno che fu messo per la prima volta a capo di un battaglione di uoma, estrasse la spada del golem di magra dal suo fodero dietro la schiena e la scaglio come se fosse una lancia lasciandola conficcare al suolo a metà tra i grulf, che tentavano minacciosi di raggiungere la loro preda, e il ragazzo che tentava disperatamente di distanziarli. Dal momento che la spada passò davanti alle belve, arrestarono la loro carica e, con una corsa impetuosa, l'uoma approfittò di quegli istanti per frapporsi tra loro e il ragazzo permettendogli di raggiungere la salvezza dietro le mura dove si erano accampati.
    In questo modo il gruppo avrebbe potuto occuparsi dei due mostri in tranquillità sapendo che il ragazzino era al sicuro. Tichondrius decise di non servirsi della spada dai poteri magici, ma sperava che quelle bestiacce non fossero in grado di brandirla. Il golem, che era lentissimo, quando aveva afferrato la spada, riusciva a pareggiare in forza e velocità con l'uoma ed era anche teoricamente imbattibile, cosa sarebbe successo a creature pericolose come i grulf se avessero avuto tra le zampe quella spada?
    Per evitare di scoprirlo, Tichondrius si lanciò in una carica forsennata nel tentativo di braccare uno dei due con una spallata, il suo spadone naturale era stretto nella mano destra ed era pronto a gestire efficacemente l'altra bestia, se il resto del gruppo ricordava bene lo schema di combattimento avrebbe saputo che Elen e Rosalinda dovevano restare indietro a curare ed usare magie. Alya avrebbe dovuto cercare di approfittare del baccano e del combattimento corpo a corpo di Tichondrius per cercare di aggirare i loro nemici e colpire con le sue lame in modo da creare l'apertura per un colpo mortale, il loro numero, con l'evocazione di Elen, era salito virtualmente a cinque, che comunque era un modesto vantaggio, due avversari e mezzo per ogni grulf, un bel risultato se non si considerava che l'uoma ne poteva valere cinque se accettava di usare la spada del golem. Il fatto che l'uoma non abusasse di quella lama e la sua riluttanza verso la magia, senza considerare che la disciplina, la strategia e la saggezza di Tichondrius lo spingevano a tenere conto di ogni minima implicazione e compromesso in qualsiasi cosa faceva. Per tanto gli altri membri del gruppo dovevano come minimo intuire che doveva esserci come un motivo validissimo per permettere a se stesso di tenere quell'arma e rischiare di diventare un Saarebas tra la sua gente.
    Il gruppo si trovava ad affrontare una missione tanto delicata ed importante da fare si che il re degli elfi o la regina degli umani mettessero in dubbio il loro valore e la loro lealtà imprimendo sulla loro pelle il patto magico che, non solo impediva loro di aprire il messaggio che stavano portando, ma li obbligava anche ciascuno di loro a fare qualunque cosa per portare a termine la missione. Quello che probabilmente dovevano chiedere a se stesse, allo stesso modo come Tichondrius se lo stava saggiamente chiedendo da un bel po' ormai, era questo: nonostante ci siano molte ragioni più che valide per gettare via la spada, come mai Tichondrius che era preoccupato dalla magia che gli scorreva dentro, che poteva costargli il suo onore e la sua libertà, che temeva della natura del potere della spada non riusciva a liberarsene? E nel mentre brandiva la spada, come mai il patto magico che agiva al solo scopo di garantire il pieno successo della missione, glielo permetteva?
    La domanda era arguta e la risposta possibile era una sopra, la spada aveva un ruolo determinante per la riuscita della missione.
    Benché la certezza e la sua conseguente pace interiore non erano state ancora raggiunte da Tichondrius, lui a questa possibile eventualità era già arrivato.
    Mentre questi pensieri imperversavano nella mente dell'uoma, la sua furia battagliera, dimostrava a pieno la sua ferocia e la natura del suo nome.
    Dopo aver colpito con una spallata il primo grulf, senza fargli tuttavia un danno degno di nota, aveva sovrastato gli artigli e le zanne lanciati in attacchi rapidi e ripetuti da entrambe le belve con grande maestria. Benché i movimenti dei loro assalitori fossero ferali e privi di qualsivoglia tecnica e disciplina marziale, l'Hellfalas dimostrava tutto il suo talento e la sua preparazione militare tenendo a bada entrambi e una tale dimostrazioni di complessi schemi di scherma e arte di spada a due mani da sembrare coinvolto in una danza micidiale al ritmo di clangori metallici che si abbattevano su zanne di duro osso stregato dalla medesima maledizione che colpiva gli esseri mannari, sebbene insita di un percorso evolutivo differente.
    La sola arte della spada non riusciva ad avere la meglio su quaranta artigli e sessantaquattro zanne. Per tanto la danza cambiò il suo motivo nel momento in cui il braccio sinistro terminò di brandire il suo spadone a due mani e colpì uno dei due mostri con un pugno nel punto esatto in cui l'osso della mascella si incontra con la placca latero-temporale. Nelle creature dalla calotta cranica allungata, quali i canidi, compresi i grulf che seguono l'aspetto basilare delle iene, quell'esatto punto viene attraversato da una compatta fascia di nervi che se colpiti con forza, e Tichondrius ne aveva da vendere, era capace di stordire un mannaro e di ridurre le loro capacità orientative per diverse ore, come un cane ubriaco. La pellaccia dura dei grulf faceva discorso a parte, ma comunque un simile colpo avrebbe avuto effetti malevoli anche su di loro, in questo modo, la danza della spada, rimaneva su soli venti artigli e trentadue zanne, un numero sufficiente da permettere all'uoma lo spazio necessario a provare un fendente portato a segno rotolando di lato e colpendo orizzontalmente il fianco della belva cercando di recidere il muscolo crucibolare responsabile del corretto funzionamento dell'arto inferiore destro del suo avversario. Dopo quella serie di colpi, doveva aver creato abbastanza spazio per permettere un'azione rilevante all'evocazione di Elen e ad Alya con il supporto di Rosalinda, in modo da segnare la massima efficienza della tattica da lui studiata.
     
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