Un golem di magma. Incrociò le braccia e si poggiò con la schiena alla parte più stabile di muro dietro di lei. Non ne aveva mai visti e non aveva nessuna intenzione di farlo: sentiva dentro di sé che erano essere magici e di certo non erano creati dalla normale magia elfica. Si parlava di magia oscura e quella branca non piaceva a nessuno che fosse sano di mente.
Deve separarsi da quell'arma. Commentò, lanciando un'occhiata alla suddetta: se quella proveniva dal golem, era fonte di magia oscura anch'essa e non sarebbe stato saggio continuare a portarsela dietro fino a Maj'krat. Nessuno poteva sapere cosa sarebbe stata capace quell'arma così pericolosa. La questione è molto più importante di quanto pensassi. Continuò, guardando Elen Non mi stupisco che i cavalli abbiano timore di Tichondrius.
Con un sospiro si allontanò dal muro e si avvicinò al fuoco, annunciando alla mezz'elfa che avrebbe cominciato lei con il primo turno di guardia e sarebbe potuta andare a riposarsi come gli altri.
Portandoci quell'arma insieme probabilmente ci stiamo danneggiando da soli. Rifletté, guardando il limitare del bosco e concentrandosi sui rumori presenti , oltre al sibilare del vento tra la vegetazione. Molti più mostri ci verranno incontro se quella spada contiene davvero magia oscura. Non le piaceva affatto quella sensazione di imminente pericolo: probabilmente se non avesse saputo nulla del golem non si sarebbe preoccupata a tal punto, eppure se l'uoma, grande e grosso com'era, si sentiva a disagio, la situazione non era di certo delle più piacevoli.
Rifletteva nervosa, giocherellando ancora una volta col meccanismo delle lame celate, quando un ululato la fece voltare di scatto verso il castello: sembrava provenire dall'altra parte delle mura. Si alzò in piedi, coi sensi all'allerta, senza fare alcun rumore: se la creatura era solo di passaggio sarebbe stato meglio non disturbarla e passare inosservati. Ma la creatura non era sola ed Älya se ne accorse da un ulteriore rumore: un grido.
Ah! Aiuto! Una voce giovane provenne dalla stessa direzione dell'ululato, non era troppo acuta: doveva essere un ragazzino. Tichondrius! Elen! Svegliatevi! Chiamò, poco prima di correre in direzione della voce: sapeva che l'avrebbero seguita.
Sorpassò le mura di cinta in corsa e notò subito la figura minuta del ragazzino sovrastata da quella enorme di due Grulf. La ragazza non ebbe tempo di chiedersi perché i due mostri fossero lì o perché il ragazzino fosse da solo nel bel mezzo della campagna, perchè sfoderò in fretta entrambe le lame e si preparò a combattere.
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