Qualcosa è cambiato

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  1. evil-naraku
     
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    shikaku
    Shikaku;
    Il consiglio della collega era ottimo e considerando che l'assassino era cresciuto in un ambiente pieno di pescatori non avrebbe avuto problemi ad avviare un attività.
    Conosceva le basi della navigazione e alcuni metodi di pesca quindi in teoria era possibile senza contare che ciò avrebbe dato alla sua vita quella tranquillità che tanto desiderava.
    Potrei addirittura farmi assumere da qualcuno che è già sul campo, il resto lo imparerei lavorando
    Riflettè Shikaku per poi tornare alla realtà dei fatti:se passato il limite di tempo datogli non avesse raggiunto il suo obiettivo e la sua famiglia si fosse presentata ad Eirydia avrebbe avuto seri problemi ad uscirne vivo o anche solo vagamente sano.

    L'idea mi piace, se le isole non andranno bene potrei provare anche le montagne abitate dai nani. Durante i viaggi in barca ho sentito diverse storie sul loro carattere e mi stanno simpatici
    Rispose Shikaku mentre si assicurava che Alya non facesse movimenti avventati, era pur sempre su un tetto e un passo sbagliato poteva rivelarsi molto pericoloso.
    A quelle parole seguì un silenzio che Shikaku non seppe bene come interpretare, forse senza volerlo aveva detto più del dovuto lasciando trasparire il suo vero pensiero.
    Era raro che capitasse ma, quando succedeva, voleva dire che era nato un senso di fiducia nei confronti del suo interlocutore altrimenti un apertura del genere sarebbe stata impensabile sotto molti punti di vista.

    Scoprire che si stava aprendo di nuovo con qualcuno non era una cattiva cosa ma rendeva Shikaku inquieto tanto da costringerlo a riflettere sull'argomento lasciato in sospeso prima della domanda di Alya.
    Durante quella pausa si sarebbe allenato per rendere la materializzazione e il trasporto di oggetti e persone nel mondo delle ombre senza rimuovere lla benda e liberare i poteri del demone.
    Una volta compiuto quel passo sarebbe stato ancora più vicino ad un obiettivo abbastanza importante per lui:compiere missioni senza dover vedere una goccia di sangue o uccidere nessuno.
    Nel mondo delle ombre prima o poi si moriva di fame: l'unica cosa da fare era trasportare in quella realtà il bersaglio per non doversi preoccupare troppo dell'esecusione in se.

    Alya successivamente a quel silenzio, che aveva dato il tempo all'assassino di stabilire un altro obiettivo da raggiungere, centrò il punto che più era evidente dalle parole dell'assassino.
    Lui non aveva voglia di compiere quella missione ma era costretto da qualcosa, che fosse il terrore di essere rinnegato dai suoi, senso di responsabilità o altro ancora non sapeva ben definirlo.
    Sapeva che, se avesse ignorato la missione come suggerito da Alya, sarebbe stato scoperto una volta che la famiglia lo avesse raggiunto ad Eirydia.
    La madre poteva leggergli il pensiero e vedere i ricordi di tutto ciò che aveva fatto in quel periodo di tempo, il padre poteva tranquillamente immobilizzarlo e fargli patire le pene dell'inferno ed infine la sorella ne sarebbe stata oltremodo delusa.
    La madre sicuramente avrebbe accettato il suo desiderio, era un donna gentile e sapeva fin troppo bene quanto il figlio odiasse la violenza.
    Il padre l'avrebbe presa malissimo e ciò avrebbe significato chissà quali conseguenze sia fisiche che psicologiche sull'assassino.
    La sorella infine lo vedeva come una specie di eroe che avrebbe donato nuova vita all'intera famiglia e deluderla avrebbe fatto a pezzi,più del padre, la psiche dell'assassino.

    Le catene non erano solo fisiche ma anche psicologiche in quanto non compiere quella missione avrebbe significato deludere più di un mebro della famiglia ed era l'ultima cosa che l'assassino desiderava.
    Per ora, quando il mio tempo scadrà si trasferiranno qui ad Eirydia sapranno che non ho combinato nulla.
    Disse l'assassino alla collega cercando le parole giuste per esprimere il vero motivo dietro la decisione di compiere un impresa così ardua anche odiandola a quel modo.
    Le parole uscirono naturali dalle labbra dell'assassino che riusci in qualche modo a riflettere perfettamente il suo pensiero
    Non voglio distruggere le loro speranze, una volta che il loro sogno si sarà avverato potrò anche smettere di fare l'assassino ma fino a quel momento non posso smettere.

    Finita la frase Shikaku quasi non si riconosceva in quelle parole, Alya avrebbe sicuramente pensato di avere a che fare con una persona alquanto strana per accettare una cosa del genere e portarla avanti solo per amore della famiglia.
    Quell'idea tuttavia, l'idea di rendere fiera la sua famiglia, aveva anche i suoi lati positivi e all'assassino sfuggi un sorriso pensando che se ciò toglieva un peso dalle spalle della sorella allora valeva la pena di soffrire un pò.
     
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