Quest Primaria: Messaggeri verso Maj'krat

Fazione Regno

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  1. Edgard Strolgher
     
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    Tichondrius;
    Tichondrius si erse in tutta la sua autorità nel portare ordine e disciplina nel gruppo, non si era certo comportato da dittatore conoscendo gli usi e le abitudini delle altre razze fuori dalla comunità degli uoma. A loro bisognava far comprendere l'essenza e la necessità delle cose, delle scelte e degli obbiettivi per poterne comprendere l'importanza ma, come si aspettava perfettamente il suo intervento non fu affatto approvato dal resto della compagnia. L'uo rappresentava una disciplina ferrea che veniva vista di cattivo occhio dalle razze che proclamavano con eccessivo ardore il concetto di libertà. Le regole per loro sono una riduzione alle scelte di un individuo senza comprendere che la forma verbale "regolare" significa "regolo" tradotto "righello", uno strumento che consente alle menti sperdute ed insicure una strada e un tracciato che aiuta loro ad andare diritto e vivere la vita in maniera giusta. Non essendo cultori dell'uo non sapevano cosa ciò volesse dire e cosa ciò poteva comportare, tutto ciò che catturava la loro attenzione in quel momento era la salute dei cavalli. Eppure Tichondrius non aveva mica detto di volerli spronare oltre il loro limite, ma aveva appunto fatto un piano accurato che girava proprio attorno alla salute e al benessere dei cavalli. Le marce forzate richiedono sempre di sforzare i cavalli, ma non è che i cavalieri non subiscano la stanchezza di stare molto tempo in sella ad un destriero considerando gli scossoni dovuti alla galoppata, le mani che stringono le redini, la postura senza schienale tenuta a lungo tempo, i muscoli delle gambe che si stringono saldi sulla sella, il resto del corpo che sostiene il suo stesso peso.
    L'uoma si voltò con lo sguardo decisamente irritato e disse alzando anche un po' la voce:
    I cavalli, come ogni essere vivente seguono il loro ruolo nel mondo. Ogni essere che segue il proprio destino ha il pieno rispetto dell'uo e di ogni uoma vivente. Non ho mai detto e nemmeno pensato di intaccare minimamente la salute dei nostri destrieri, ho infatti parlato di soste regolari per la loro incolumità! Loro hanno importanza per la missione tanta quanta ne ha il messaggero. E' mio dovere assicurare ogni mezzo che abbia effetto sull'efficienza dell'impresa. Spero che sia l'ultima obbiezione!
    L'uoma era abituato a conferire con i membri della sua stessa specie. Tra cultori dell'uo e della disciplina non succedevano mai queste cose. Di solito veniva scelto un membro di grande rilievo morale e tattico per dirigere un'intero comando, che poteva essere di un solo membro o anche di un centinaio ma l'ordine a cui tutti erano abituati dava la piena consapevolezza che ogni decisione di chi era al comando era presa nell'interesse di ogni uomo come di ogni spada. Qualsiasi membro, qualsiasi mezzo, qualsiasi strumento che serviva per la missione era un braccio del gruppo, perderlo significava mutilare l'intera impresa. Per questo i cavalli avrebbero avuto la massima cura di Tichondrius e lui esigeva che anche le due maghe avessero la stessa cura. Il successo della missione dipendeva ma molteplici fattori: velocità di marcia (meno tempo ci mettevano ad arrivare meno rischi avevano possibilità di incontrare), spirito di squadra (dovevano aiutarsi vicenda e fare gruppo compatto), qualità del comando (se il gruppo obbediva fidandosi del leader, le sue decisioni e la sua capacità di giudizio segnavano un elemento fondamentale), capacità di combattimento complessiva (se nel gruppo c'erano membri eccessivamente deboli che richiedevano continuo supporto per la sopravvivenza, l'efficienza dell'intero gruppo veniva minata) infine, e non poteva mancare, un minimo di fattore fortuna (se attraversavano una zona braccata dai banditi mentre erano impegnati ad assaltare una diligenza, potevano fare una missione simile ad una scampagnata).
    Tichondrius sapeva che la sua razza, specialmente il loro tenore di vita e la loro disciplina era malvista dalle altre razze. Il dubbio dell'uoma è che le due compagne di missione non fossero portate e non fossero pronte per l'uo a causa della negativa influenza della società in cui hanno vissuto la cui mancanza di un obiettivo ultimo e maggiore spezza la spada di volontà che fende le difficoltà e gli sbandamenti della vita. Tichondrius, come ogni uoma, non era tipo da dare spiegazioni e da perdersi in chiacchiere inutili, ma aveva già contravvenuto agli usi ed abitudini per sforzarsi di far comprendere a razze meno ferrate la grandezza e l'utilità, nonché l'affidabilità delle dottrine che seguiva l'uo e che egli stesso seguiva. Se le due donne avessero collaborato e sarebbero state abbastanza aperte di mente avrebbero potuto accogliere ed imparare molto da quella esperienza che li aveva condotti ad incrociare le loro vite. Tichondrius avrebbe fatto il bene di ogni singolo elemento e mezzo di quella squadra. Se n'era assunto la responsabilità, proprio perché tra gli uoma il comandante non vomita e impartisce ordini, ma ha la responsabilità della sicurezza e della riuscita generale di tutto ciò che rientra sotto la sua giurisdizione.
    Con questi pensieri nella testa, la compagnia stava attraversando la fascia alberata che segnava la metà del percorso che li avrebbero portati nella pianura prima di Hollet. La collina continuava impennandosi in una leggera salita. Il sentiero si faceva più impervio e i fiumi più radi, era chiaro che gli elfi di Aresmelle non si spingevano così lontano solo per disciplinare il territorio e per rendere l'immensa foresta che li circondava adatto al passaggio di una compagnia a cavallo.
    Formazione in linea!
    Gridò Tichondrius a causa della necessità di procedere uno dietro l'altro per il nuovo andamento del sentiero. Dovevano almeno ritenersi fortunati che ce ne fosse ancora uno e che non venisse completamente inghiottito dalla vegetazione. Intanto il sole si faceva alto, si stava avvicinando il momento di fare la prima sosta. I cavalli avevano ancora energia ma il loro fiato si stava facendo secco. Forse dopo aver visto i metodi logistici del gigantesco guerriero le due donne si sarebbero cominciate a fidare della sua capacità di giudizio. Giunti alla prima radura con corso d'acqua, Tichondrius alzò il pugno e chiamò l'alt.
    Fermi qui! Facciamo una pausa!
    Smontò dal mastodontico cavallo, reso così grosso dalla magia elfica. E gli tolse l'imbracatura e la sella. Glie diede un colpetto sul sedere e lui andrò trotterellando a bere dal corso d'acqua.
    L'uoma piantò quindi il suo spadone enorme a terra al centro della radura e si mise a braccia conserte all'erta, con ogni senso teso all'arrivo di intrusi.
    Speriamo non debba dire loro anche che possono distendersi e riposarsi...
    Il sole era lungo la congiungente del Tenar, descrivendo un angolo di 48°, l'ombra proiettata al terreno mettendosi di fronte al sole a a circa ore sette.
    Erano in orario sulla tabella di marcia. L'uo gli accompagnava!
     
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