Quest Primaria: Messaggeri verso Maj'krat

Fazione Regno

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  1. Edgard Strolgher
     
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    Tichondrius;
    Il mondo nasce avvolto nel caos e nella confusione ma, molte razze che lo popolano contribuiscono ad alimentare tali macchie disonoranti. Da quando il primo gruppo di uoma ha sbarcato sul suolo di Eirydia, la debolezza delle menti prive della determinazione e dell'ordine, ha richiesto a gran voce il loro contributo per risolvere le dispute che allontanano l'ordine. Gli infedeli di questo continente non comprendono l'uo e tutto ciò che ne deriva. Tuttavia gli uoma non sono contrari a condurre la gente che lo richiede sulla via dell'uo. Molti dei fratelli di Tichondrius avevano messo le loro corna e le loro spade al servizio degli uomini bassi che avevano consegnato il suolo sopra le montagne come loro spazio vitale, seppur riluttanti. Il volere dell'uo e stato da sempre disciplinare e portare ordine, e se ciò doveva avvenire attraverso gli uoma a vantaggio di altri popoli, restava pur sempre un sacro volere, che ogni uoma seguiva coscienziosamente.
    L'ultimo dei problemi di disputa degli infedeli derivava da un'aspa lotta tra il regno, che persino nel caotico mondo in cui gli uoma erano sbarcati rappresentava la legge, e i ribelli che si ostacolavano ad esso allontanandosi dal loro ruolo in questo sistema sociale. Pare che i ribelli avessero completato con un discreto successo una campagna di reclutamento nel suolo del regno. Ciò aveva rappresentato una grave onta per i regnanti. Alle cariche basse non era concesso sapere le decisioni che venivano prese da chi aveva il potere, un'altro grave pantano che ostacolava questa gente. Non vi è alcuna organizzazione se solo chi impartisce gli ordini è custode della conoscenza. Per tanto Tichondrius non sapeva come i re degli elfi e dei nani avessero preso la cosa e come intendevano reagire, tutto ciò che sapeva, era che la risposta a questa domanda era stata affidata ad una piccola mezz'elfa.
    Fare in modo che il messaggio arrivi a destinazione era una priorità ed una responsabilità assoluta. Per questo, alla giovane, era stata affiancata una scorta. Uno era Tichondrius, uoma esperto nel combattimento e nelle discipline marziali, addestrato e organizzato dallo stampo militare e dall'ordine dell'uo, poi c'era una maga dai capelli dorati, anch'essa era particolarmente minuta ma a quanto pare era una Lotav, un'essere pericoloso dotato di magia priva di un Eeme, un tutore che controlli i suoi poteri. A dire la verità in ciascuno dei suoi accompagnatori, Tichondrius sentiva su di loro l'odore della macchia della magia, ma a quanto pare alle razze inferiori non aveva alcun senso controllare i loro macchiati ed impedire che la serpe magica danneggi gli altri e se stessi. L'elfo maschio dai capelli corvini e gli occhi rossi sembrava il più portato all'uso marziale, i suoi muscoli avevano conosciuto in minima parte l'allenamento e la disciplina, anche se era lontano anni luce dalla perfezione dettata dall'uo.
    Tichondrius, la maga umana e l'elfo, dovevano scortare e proteggere la mezz'elfa portatrice del messaggio sino al re degli nani Duinhir per conto del re degli elfi Eledhwen. Sul bicipite sinistro, Tichondrius, aveva inciso il simbolo di un patto magico che li legava all'uso di ogni mezzo per il completamento della loro missione. Il gigante uoma si sentiva infettato dal tocco della magia ed era disgustato del fatto che gli elfi dubitassero dell'onore di un cultore dell'uo. Anche senza nessun patto magico come garante, il guerriero avrebbe dato la vita per completare la missione, l'uo non si compie magicamente ma con la volontà dei fedeli. Tuttavia, in quel momento era solo una pedina nel gioco del sistema di Eirydia e per tanto, l'uo esigeva da lui di piegarsi a tali regole. Dopotutto un re ricopre lo stesso ruolo di un Vorimos e per tanto è colui che disciplina l'ordine dei suoi guerrieri, anche se spesso il criterio delle sue scelte poteva non essere chiaro.
    L'eterogenea composizione del gruppo andava sopperita da un'attenta organizzazione come l'uo comandava. Solo un uoma era in grado di portare in quella squadra i mezzi necessari all'ordine e forse Tichondrius ne doveva assumere tutte le responsabilità.
    A parte questo, il viaggio per ora procedeva senza intoppi, ciascuno di loro aveva ricevuto un cavallo. Bestie tra le migliori delle stalle reali degli elfi ma che non bastavano a reggere il peso di un uoma adulto. Per tanto, Tichondrius aveva ricevuto un Frisone barocco potenziato da uno strano rituale magico applicato da uno degli stallieri. In quelle condizioni aveva la mole quasi doppia rispetto agli altri ronzini ma almeno riusciva a sostenere senza problemi il peso di Hellfalas, nelle sue condizioni naturali sarebbe stato allo stremo già da diverse battute.
    La cavalcata metteva in risalto il paesaggio autunnale che si estendeva in lungo e in largo dinanzi ai loro occhi, erano ancora nel territorio appartenente al regno degli elfi tra le colline a sud di Aresmelle. Da poche miglia, avevano superato il confine dei Boschi Withirfield la vegetazione tipica dei boschi continuava a seguirli anche se si faceva man mano più rada. Gli zoccoli dei cavalli calpestavano le foglie dai colori tipicamente autunnali, staccatesi dagli alberi giunti al loro stato di secchezza e provocando il tipico rumore scricchiolante dei tessuti vegetali privati della loro ninfa vitale quando si spezzano. L'intero orizzonte che rientrava nel loro campo visivo mostrava gli stessi segni dell'arrivo della morte del ciclo vitale delle piante, il ciclo racchiuso nell'arco di un anno e che preannunciava i giorni freddi. Il sole calava in fretta in quel periodo e i cavalli dovevano spronare i loro muscoli per compiere almeno ottocento miglia prima di fermarsi per fare una pausa. Tichondrius, che aveva condotto numerosissime marce forzate prima d'ora, riteneva che avrebbero galoppato per cinque ore fermandosi solo per abbeverare e far riposare i cavalli sino all'ora di pranzo dove avrebbero riposato tutti. L'elfo e l'uoma, avrebbero cacciato qualcosa, l'elfo doveva esserne in grado mentre le donne accendevano il fuoco, con la loro magia applicata ad un minimo di esperienza di viaggio, doveva essere un giochetto da bambini. Avrebbe concesso loro due ore, poi avrebbero galoppato per altre quattro ore sino al crepuscolo per poi accamparsi per la notte. Supponendo di riuscire a mantenere questa andatura senza intoppi e senza difficoltà dovrebbero riuscire ad arrivare al castello di Hollet in due giorni. Osservando attentamente il gruppo si poteva notare che le due donne avevano una massa muscolare quasi inesistente, con ogni probabilità erano maghe, mentre l'elfo, anche se era un cultore della magia, possedeva comunque un certo tono muscolare allungato, ciò voleva dire che il suo stile di lotta, prevedeva colpi veloci e non duraturi, era sicuramente una qualche versione di assassino applicato alla magia, pochi colpi portatori di morte. L'uoma invece era un guerriero da mischia, il loro gruppo poteva sicuramente essere coordinato strategicamente.
    Il masso che avevano appena superato, dimostrava che erano in aperta collina ben allineati con il loro percorso e soprattutto, considerando l'inclinazione del sole, in tempo con i calcoli di marcia. Con il favore dell'uo sarebbero arrivati a metà della congiungente tra Aresmelle e Hollet prima che faccia buio.
    Che l'uo ci assista!
     
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