La missione del mago

Quest Secondaria

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  1. Yxesio
     
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    Rosalinda;
    Finito di parlare , il mago sorrise dolcemente chiudendo gli occhi e , sfregando le mani , la sua risata si trasformò in un colpo di tosse secca .Quando smise di tossire il mago accettò la richiesta di Rosalinda a riguardo di quel libro che aveva suscitato in lei particolare fascino .Non aveva mai capito da cosa fosse nata la magia , come fosse nata e il perché .Dopotutto la magia poteva essere nata da uno svago nascosto dell’epoca oppure era nata per esperimento condotto da uno scienziato che poi divenne il primo mago .Quindi la risposta positiva data dal mago fece si che Rosalinda potesse provare , per le poche volte che la provava , la felicità interiore .Però , ovviamente , il libro poteva essere dato solamente quando Rosalinda avesse terminato la missione proposta .Era quasi pronta ad avventurarsi nella Selva magica , quando il vecchietto si avvicinò a lei e prese sulla sua mano la fata viola e disse lei di comportarsi bene .Poi le disse il nome , Usma .Molto strano come nome , anche se di nomi strani ne aveva sentiti miliardi nel corso del suo viaggio che poteva sembrare eterno .Poi Il mago le permise di andarsene garbatamente e lei si alzò uscendo dalla capanna diretta verso la Selva e pronta a tutto per terminare la sua missione .Sentì urlare dietro di se il mago che emise un “ conto su dite “ .

    Uscita dalla città di Aresmelle , Rosalinda decise di intraprendere la via che arrivava direttamente alla Selva magica , l’altra invece la aggirava ma era molto più lunga rispetto a quella che intraprese la ragazza la quale si guardava intorno ripetendosi in mente la missione .Entrik , entrika , corteccia , estratto , Entrik , entrika…e così via . Camminava a passo svelto guardandosi i piedi e , a volte , buttava un occhio nei dintorni per vedere dove stesse andando .Cercava di immaginarsi in mente la mappa che il mago le aveva mostrato e cercava di individuare il luogo in cui si trovavano i tre alberi secolari .Allora uno era verso centro-est , l’altro a centro-ovest mentre l’altro a nord .la via si faceva sempre più impervia mano a mano che gli altipiani salivano di altitudine .Il sentiero roccioso era molto ripido e Rosalinda decise di usare la magia per arrivare direttamente in cima all’altopiano .Ma poi ci ripensò e non volle più farlo perché le sembrava quasi barare .Quindi continuò a camminare lungo la via aspra ma finalmente arrivò in cima ritrovandosi direttamente nella parte iniziale della Selva .Prima di ripartire si riposò un attimo sotto l’ombra di un’albero molto grande , simile a una sequoia .Chiuse proprio un attimo gli occhi e si tuffò nel mondo dei sogni

    Dove…dove sono ? Era nel suo sogno che , fino ad allora , non pensò fosse premonitore .Era dentro una foresta con mille occhi che la fissavano .Non aveva la bacchetta ne la spilla .Si era alzata da teraa con un grande mal di testa .Poi vide qualcosa dagli occhi rossi avvicinarsi lentamente .Poi più veloce , e ancora più veloce .In quel momento Rosalinda iniziò a correre , ma la corse terminò dopo poco a causa di una radice sporgente di un albero .A quel punto la “belva dagli occhi rossi” saltò addosso a lei aprendo la bocca piena di denti aguzzi .E poi l’incubo divenne tutto bianco .

    Si svegliò di colpo e controllò che avesse tutto ciò che aveva prima .Poi si alzò guardandosi nei dintorni ancor spaventata per quel sogno strano .Si avventurò all’interno della Selva alla ricerca dei tre alberi secolari .Si guardò intorno e vide , su quei milioni di alberi , tantissimi esserini piccoli ed indifesi guardare dietro Rosalinda .A quel punto anch’essa si girò e prese alla svelta la bacchetta e gridò : Esci fuori !Contro un cespuglio che si muoveva a causa di un qualcosa dentro di esso .
     
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  2. Eirydia
     
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    Narratore;
    La Selva Magica era forse il luogo più pacifico dei boschi Withirfield, un lugo dove nulla avrebbe potuto turbare la quiete fatata di quegli alberi.
    O forse non proprio.

    Fin da quando Rosalinda aveva messo piedenella selva, gli animaletti non avevano fatto che osservarla. Non ricevevano visite umane da molto tempo e i forestieri incuriosivano sempre un po'.
    Perciò scoiattoli e piccoli stormi di merli canterini la scrutavano intimoriti ma contemporaneamente incuriositi, e la seguivano.

    Ma non solo le piccole e piacevoli creature del sottobosco erano interessate alla ragazza: nell'ombra, occhi iniettati di sangue la perseguitavano e indagavano i suoi movimenti, in attesa del momento giusto.
    La giovane si era addormentata, e il Grulf aveva pensato fosse il momento esatto per coglierla di sorpresa. Eppure la giovane umana si agitava nel sonno, a scatti, come se, nell'esatto momento in cui lui aveva preso la decisione di partire con l'offensiva, i suoi gesti potessero dissuaderlo.
    I Grulf erano stati umani in una vita passata, ma il loro stato animale impediva loro di cogliere meccanismi tanto complessi.

    I movimenti irregolari della ragazza erano bastati per fare in modo che il Grulf procrastinasse di poco l'attacco.

    Infatti, una volta sveglia, Rosalinda non ebbe il tempo di muovere un passo che un cespuglio tradì la posizione del Grulf.
    Le intimidazioni non raggiunsero l'orecchio della coscienza della persona che forse albergava ancora in quella creatura, fu soltanto recepito come un guaito lamentoso della preda che sa di essere vittima.

    Vistosi scoperto, il mostro saltò contro la ragazza, in un agguato. L'obiettivo principale era di bloccarle qualunque movimento finendole addosso per poi sbranarla nel più semplice dei modi.
    I Grulf non erano particolarmente intelligenti, seguivano l'istinto. La loro forza fisica non eccezionale, valorizzata solo dall'irragionevolezza animale, era compensata dalla loro stupefacente resistenza.
    Sembravano quasi non provare dolore per qualunque attacco subito, fino allo stremo delle forze.

    All'improvviso, però, un nuovo poderoso ruggito raggiunse Rosalinda. Il Grulf aveva portato con sé qualche compagno?




    Imprevisto!
    Alistair Morphos
    introdotto nella quest.


    Ordine del post: Alistair — Rosalinda — Narratore.
    La battaglia contro il personaggio inattivo controllato dal Narratore sarà sviluppata seguendo il metodo random descritto qui in "Sistema di Valutazione". Invito tutti a ricordare di evitare in ogni caso l'autoconclusività.


    Edited by Eirydia - 23/4/2014, 00:24
     
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    Alistair;
    Era mattina presto e, Alistair, stava compiendo una delle sue primissime uscite di caccia da quando aveva lasciato lo studio del suo mentore nell'interno e nella protezione della città elfica di Aresmelle.
    Si muoveva veloce nella sua forma licantropo, le quattro zampe lavoravano meglio di due e, in questo stato, poteva passare facilmente per un lupo se manteneva un profilo basso o per un Grulf se visto di sfuggita. L'elemento discordante della sua trasformazione era quello di non avere affinità con altre creature. Se veniva visto, sarebbe stato scambiato per un mostro e richiesto indagini approfondite da parte dei cacciatori di taglie e dei bracconieri. Era troppo grande per essere un lupo e aveva le forme alquanto diverse da un Grulf. Nelle notti di luna piena nessuno, nemmeno i veri lupi mannari, si accorgerebbero della differenza, ma di mattina...rappresentava un'anomalia capace di allertare l'ignara popolazione.
    Di solito i cacciatori battevano lungo i tracciati e i sentieri di quei luoghi anche di buon mattino. Nel tentativo di ghermire qualche preda non era raro vederli abbandonare le rotte comuni e setacciare piede per piede un'intero bosco, per questo, Alistair doveva cercare di farsi vedere il meno possibile.
    Certo, poteva viaggiare e cacciare in forma umana ma perdere il vantaggio del fiuto e della velocità, senza tener conto che i normali predatori, non essendo in grado di riconoscerlo da un mannaro solo perché era mattino, evitavano di avvicinarlo, quindi, in quella forma, l'unico vero predatore era lui, salvo l'inconveniente di allarmare cacciatori e di conseguenza i cittadini delle località civili.
    Tra i cespugli e l'erba alta, non era difficile per lui correre tra i ripari della selva, conosceva l'abissale differenza tra i suoi sensi attuali e quelli di un normale essere umano e sapeva, che se rimaneva concentrato e non si lasciava distrarre dall'istinto animalesco che offuscava una limitata porzione del suo raziocinio, era perfettamente in grado di percepire sguardi, umani e non, indesiderati, prima che potessero farlo loro.
    Ad occhio e croce doveva essere due leghe internamente nella selva magica di Chadosia, all'interno del regno delle fate.
    Fiutando l'aria in cerca di prede scorgeva una minima presenza di animali. Una cosa alquanto strana. Con rapidi ed ampi balzi, raggiunse la sommità di un albero, scrutando da falcale altezza le attività circostanti.
    Senza l'intenso odore di muschi e licheni nelle radici, Alistair-licantropo, riusciva a percepire che una discreta quantità di creature era ammassata in un luogo a dodici battute in direzione sud, sud-ovest. Ne fiutava l'odore.
    Nell'aria li attorno riusciva a sentire anche qualcos'altro ma non era chiaro. La distanza era eccessiva, e in un bosco fitto molti odori si sovrappongono. Balzò agilmente di ramo in ramo, sino a coprire la distanza di otto battute, e riuscì a percepire che l'odore era di un umano di sesso femminile. Una giovane donna. Gli animali erano sicuramente incuriositi dalla sua presenza. Sembrava una situazione normale.
    In un primo momento, per non creare trambusto e non allertare inutilmente la donna che aveva fiutato, Alistair decise di mirare oltre in cerca di una preda soddisfacente, fu all'ultimo i stante, quando i suoi muscoli erano già pronti a guizzare verso est che percepì qualcos'altro. Era a nord-est rispetto alla posizione della ragazza. Circa quattro battute di distanza. Una creatura dotata di pelo, per il suo fiuto, era più facile percepire le creature con pelliccia in quanto portatori di massicce quantità di odori. Dovette avvicinarsi di circa due battute per comprendere meglio. L'odore era acre, una creatura scarsamente senziente in quanto non marcatrice di territorio, solitamente il tipo di evoluzione terminare delle creature maledette che partono da un'origine umana. Considerando l'ora era sicuramente un Grulf.
    Rimase all'erta, indeciso sul da farsi per qualche secondo. Una donna nel folto del bosco non può essere una donna comune, sicuramente è qualcuno che sa il fatto suo. Ma se gli animali con i loro sensi non lo sentivano sopraggiungere, come poteva sentirlo un'umana. Decise di accorrere in suo aiuto. Procedette speditamente balzando di albero in albero, da un ramo all'altro in direzione della ragazza.
    A circa una battuta di distanza, scese al suolo e appiattendosi come un predatore a caccia si avvicinava lentamente scegliendo una traiettoria che non avrebbe allertato animali, tradendo la sua presenza.
    Il Grulf era, come lui in agguato nascosto in un cespuglio e la giovane era addormentata, anche se sembrava sul punto di risvegliarsi. Alistair aveva entrambi di fronte e si trovava alle spalle della belva.
    La ragazza si era svegliata in modo inquieto, probabilmente i suoi sensi o le sue facoltà l'avevano messa in guardia da imminenti pericoli. Il Grulf era pronto a balzare e l'eccitazione della caccia proclamò un tradimento dei suoi muscoli anteriori, uno scossone più del necessario che agitò le fronde del cespuglio annunciando la sua presenza.
    La ragazza puntò il cespuglio con bacchetta alla mano e gridò:
    Esci fuori!
    Bacchetta di legno di crino spinato, polvere di artemisia, archengemma...gli odori di una bacchetta magica. Una maga! I Grulf, tuttavia, erano creature resistenti e pericolose. Alistair decise quindi di aiutare la ragazza.
    Essendo stato ormai scoperto, l'essere balzò verso la maga cercando di chiudere la caccia con il classico sbranamento ferale.
    Essendo a mezz'aria, il licantropo non poteva fare molto se non attirare su di se l'attenzione della belva. I Grulf sono molto territoriali e, sapendo di un'altro predatore nelle vicinanze avrebbe compreso sicuramente che non poteva consumare la sua preda con calma ma doveva fare i conti con lui. Questo avrebbe dato modo di interrompere l'attacco e di fornire tempo a sufficienza per incalzare lo scontro e proteggere la ragazza. Balzò anche lui, quindi, raggiungendo la radura in cui predatore e preda si contendeva l'esito di un banchetto. Giunto allo scoperto ruggì poderosamente attirando su di se l'ira del mostro.
    Ringhiava minaccioso mentre i suoi occhi gialli dalle pupille ferali scorgevano la ragazza suggerendole di scappare. Certo per la poveretta poteva sembrare una strana situazione. Alistair gli appariva come un licantropo e nel nervosismo del pericolo poteva anche credere che facessero parte dello stesso branco visto che era pratica comune di entrambe le specie. Poteva pensare di essere accerchiata da due predatori che volevano solo una cosa: lei! E che collaboravano per averla con maggiore facilità.
    Invece Alistair era dalla sua parte, benché non era sicuro che lei potesse capirlo a meno che non sapesse decifrare il ringhio di un mannaro.
    Muoveva le zampe con passo attento e minaccioso nell'interno della radura dove il Grulf fronteggiava la situazione, era pronto allo scontro tanto che mostrava intimidatorio le zanne e raschiava il terreno ad ogni passo. Il ringhio soffocato scattava ogni tanto con un possente ruggito, prima di qualsiasi attacco doveva farlo allontanare dalla ragazza o artigli e zanne avrebbero potuto ferirla.
     
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  4. Yxesio
     
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    Rosalinda;
    I suoi occhi scrutavano il cespuglio da cui lentamente spuntava una coda grigia a cerchi marroni .Poteva ben essere una belva assetata di sangue pronta a balzare contro di lei e sbranarla mordendola più volte il collo , ma poteva anche essere un normale animale delle foreste che non voleva far altro che guardarla .Ovviamente Rosalinda si tenne pronta ad affrontarla nel caso in cui fosse una belva feroce , mentre nel caso in cui fosse una normale creatura dei boschi si doveva solo tranquillizzare e continuare nel suo intento .Ma il destino le andò controvento .Infatti , pronto a balzare contro di essa e ad atterrarla brutalmente , fu un grulf di grossa statura che balzò sulle zampe anteriori e , aprendo le sue enormi fauci con denti aguzzi e affilati , atterrò sulla ragazza che sbatté la testa e perse conoscenza per qualche secondo , proprio 2 secondi che si dimostrarono minuti e minuti .

    Cosa ? Di nuovo qui ? Non è possibile , perché mi ritrovo sempre qui ? ... Hey , ma cos…cos’è quella luce ? Si ritrovò sempre nella stessa foresta del sogno di prima , ma adesso era più strana .Non vi erano animali o forme di vita , non si udiva nessun rumore , era molto più calmo di prima .Quella cosa che aveva aperto le fauci nel sogno precedente non c’era più , sparito .Ci ripensò un attimo fino a che .Quell’essere era … ! E allora capì che tutto quello che aveva sognato , tutto ciò che aveva fatto era collegato da un unico filo conduttore : la realtà .Tutto ciò che era successo si era ripercosso nella realtà .Che sia un sogno premonitore anche questo ? Allora decise di scoprire se lo fosse veramente e continuò a camminare , ma quella luce non si avvicinava mai .Camminava e camminava fino a che …

    Si risvegliò di colpo sotto la belva che guardava qualcosa un po' lontana da lei.Somigliava quasi del tutto a quella belva che l’aveva atterrata ma era più snella e di un colore più scuro .Approfittò del momento in cui si guardavano per prendere in mano la spilla .Quando la belva ,che era sopra di lei, si voltò verso la ragazza , Rosalinda inclinò la spilla verso i suoi occhi e un raggio di sole rimbalzò sulla spilla e colpì un occhio del grulf .In quell’istante Rosalinda rotolò di lato e iniziò ad andare a nascondersi dietro ad un albero .Quelle due belve minacciose potevano essere alleate .Ma qualcosa negli occhi della bestia dagli occhi gialli le suscitò quasi una specie di sicurezza tanto che la bestia sembrava quasi indicarle con gli occhi di scappare .Allora si nascose dietro ad un albero e vide che la bestia dagli occhi gialli era pronta a fronteggiare l’altro grulf . A quel punto Rosalinda salì sopra all’albero, dietro al quale era nascosta, arrampicandosi sui rametti che spuntavano da esso .Si fermò su un ramo abbastanza robusto e di diametro largo e prese la bacchetta , pronta ad intervenire in aiuto della “bestia dagli occhi gialli” .Ovviamente lei non voleva fare del male a nessuno , infatti era vissuta a contatto con la natura e non voleva affatto ferire nessuno dei due animali .
     
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  5. Eirydia
     
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    Narratore;
    Il Grulf aveva appena aperto le fauci sulla ragazza quando la sua attenzione fu attirata dal nuovo giunto. Al Grulf non importava che fosse uno della sua stessa razza o una qualsiasi altra creatura: si trattava di un rivale che con grande probabilità pretendeva la sua stessa preda.

    Si voltò dunque con furia animale e si concentrò senza scrupoli sul nemico, lasciando incustodita Rosalinda. Se ce ne fosse stato bisogno, sarebbe andato a recuperarla in seguito, era più importante occuparsi del rivale prima.

    Si scrutarono vicendevolmente per lunghi momenti. Una battaglia di sguardi in cui il Grulf avrebbe potuto leggere qualsiasi intenzione dell'altro. Gli animali riescono a capire molto meglio degli umani i momenti di paura che l'altro prova e sempre attraverso lo sguardo leggono la superiorità o l'inferiorità di chi sta loro di fronte.

    Eppure, gli ambrati occhi ferali del nemico sembravano diversi da quelli che avrebbe potuto normalmente leggere.
    Il Grulf era una creatura troppo ingenua e devota alla forza bruta per chiedersene il motivo, e partì direttamente all'attacco.
    Con un fulmineo scatto dei muscoli delle zampe anteriori, si slanciò verso l'intruso e spalancò le fauci mostrando i denti aguzzi. Per istinto gli animali sanno fin troppo bene dove si trovano i punti vitali degli esseri viventi ed infatti era quello l'obiettivo del Grulf: la carotide.
     
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    Alistair;
    L'intento di Alistair fu perfettamente ottenuto. Benché la ragazza avesse tentato di divincolarsi dal pericolo del Grulf, esso non ebbe una grande considerazione della morbida e succulenta carne che si trovava a portata di fauci. Per lui l'unica cosa che importava è che il suo territorio era stato invaso da una creatura rivale. Essendo creature territoriali, non avrebbe permesso ad un'altro predatore che coesistesse entro i suoi luoghi di caccia.
    Il cambio di oggetto della sua attenzione, permise alla giovane umana di togliersi dalla vicinanza del mostro, andò dunque ad arrampicarsi su un'albero. La sua bacchetta era ancora con lei e probabilmente poteva ancora usarla per essere di supporto ma Alistair decise di non contarci, probabilmente mosso dall'istinto del mannaro che martellava nella sua testa, desiderava far vedere al suo avversario chi era che comandava, desiderava ucciderlo a suon di artigliate e morsi, voleva farlo a brandelli e reclamare la sua legittima superiorità.
    Un Grulf è un parente lontano del lupo mannaro ma è molto più resistente e difficile da uccidere o da mandare al tappeto. Per Alistair si prospettava davanti una sfida impegnativa. Aveva una velocità notevolmente maggiore ma avrebbe dovuto ferirlo parecchio prima di metterlo in difficoltà. Il mutaforma inoltre, godeva di un'istinto parziale da predatore e non aveva certo le stesse doti assassinie di una vera bestia feroce. Tuttavia era esperto in anatomia, ricordava i suoi studi con Amras alla perfezione, più volte l'avevano studiata insieme per cercare di comprendere il collegamento tra la magia arcana e le mutazioni all'interno del proprio essere. Era in grado di colpire i punti vitali con una discreta precisione, superata solo da chi la cerca per "mestiere", come il suo avversario.
    Uno dei dati più importanti che la sua conoscenza e i suoi studi poterono fornirgli, fu che con la resistenza che il suo avversario possedeva, sarebbero state necessarie all'incirca una trentina di ferite semplici, quelle che poteva creare con le sue artigliate, o una decina di ferite profonde che poteva fare con i denti. Non poteva servirsi in gran parte della magia, poiché la trasformazione ne riduceva sensibilmente la capacità di utilizzo. Però aveva notato, nei vari test compiuti assieme al suo maestro, che riusciva ad usare la magia arcana per creare delle aure di potenziamento. Supponendo che se ne fosse servito per creare una sorta di arma per rendere gli artigli ancora più letali, avrebbe potuto avere un serio vantaggio sul suo nemico. In quello stato però la magia non era proprio il suo forte, quindi doveva giocare d'astuzia.
    Studiò con attenzione l'avversario e la situazione. Gli risultava difficile pensare, l'istinto del mannaro intaccava in parte la sua razionalità, quindi non era al pieno delle sue capacità cognitive. Tuttavia ne serbava abbastanza da riuscire ad avere un'intuizione. La magia arcana ha una sua natura intrinseca vibrante. Poteva utilizzarla a suo favore. Fece una piccola ricostruzione mentale, generando un'aura, diciamo protettiva, attorno agli artigli con la magia arcana, avrebbe potuto fare in modo di alimentare ed incrementare la vibrazione naturale di quel tipo di elemento. Se riusciva a creare delle vibrazioni sufficientemente corte e veloci, poteva creare un effetto seghettante capace di squarciare una ferita molto ma molto più ampia rispetto al diametro dei suoi artigli.
    L'idea sembrava molto buona e anche facile da mettere in pratica, per tanto, decise di optare per quel tentativo.
    Il Grulf lo stava guardando con la furia cieca che solo una bestia del suo calibro poteva riuscire a mettere insieme ma anche gli occhi di Alistair erano in grado di produrre lo stesso effetto senza nessuna difficoltà. Il mutaforma sapeva bene che nelle lotte tra belve, lo sguardo è essenziale e uno sguardo che lascia tradire l'emozione sbagliata può costare lo scontro ma in questo, il giovane, era bravissimo. Poteva mascherare qualsiasi emozione, a maggior ragione se ce n'era un vitale bisogno.
    La lotta di sguardi stava spazientendo il suo avversario, che probabilmente non corrispondeva agli occhi che poteva riscontrare nei mannari normali e con lo scarso livello di controllo celebrale di cui disponeva, ciò avrebbe sicuramente portato ad un rapido abbandono di quel particolare tipo di contesa e passare immediatamente all'attacco.
    Le analisi di Alistair sembrarono precedere di poco gli eventi effettivi. Infatti, il Grulf, caricò con deliberata energia le sue zampe posteriori balzando agilmente in direzione del mutaforma. Le sue fauci si spalancarono mostrando una fila di denti aguzzi, in tutta risposta, il licantropo mostrò le sue zanne.
    L'intento della bestia era ovvio e scontato, voleva azzannare il collo dell'avversario, una pratica comunissima tra li scontri ferali. Alistair aveva una marcia tattica in più. Il suo sguardo lampeggiò per un'istante in vari punti dell'ambiente circostante studiando il modo migliore di agire.
    Probabilmente, la sua possibilità migliore e con il maggior contingente di successi, era quella di sfruttare l'agilità del suo avversario come un'arma da ritorcergli contro. Il balzo era stato sufficientemente alto da lasciare una discreta apertura sotto di lui. Uno scatto ben assestato poteva garantirgli un rapido capovolgimento della situazione trovandoselo nuovamente davanti mentre copriva una posizione alle sue spalle. Ciò sarebbe stato possibile grazie alla velocità di un mannaro che supera quella del Grulf in sfavore di una resistenza che i licantropi si vedevano superare dai loro parenti stretti (i Grulf appunto), tale spinta in rapidità poteva portarlo a roteare rapidamente di 180° piantando gli artigli sul terreno e utilizzando come vincolo per rigirarsi e avendo, dinanzi ai suoi occhi, la schiena inerme dell'avversario.
    Gli sembrava una cosa fattibile e con buone possibilità di successo. Decise di procedere.
    Come aveva visto nel Grulf poco prima, caricò la tensione muscolare nelle zampe posteriori, compiendo un guizzo rapidissimo in avanti e appiattendosi più che poteva per restare oltre la portata del nemico. Gli artigli della mano destra affondarono nel terreno incontrando una discreta resistenza, grazie alla presenza di numerosi ciottoli e di resti vegetali che cercavano di incorparsi con la madre terra. Si girò quindi su se stesso ed estrasse la zampa dal terreno sino ad avere destra e sinistra libere.
    Le circondò con un'aura di energia arcana facendola risuonare in modo sussultorio aumentando di circa dieci volte l'ampiezza di vibrazione naturale dell'elemento arcano. In teoria la sua agilità superiore rispetto a quella del Grulf e la sua posizione di vantaggio avrebbero dovuto consentirgli di portare a segno sicuro una doppia artigliata ad "X" sulla schiena del mostro. L'energia vibrante avrebbe dovuto allargare il lembi della carne e scuotere le fibre interne con cui entravano a contatto rendendole profonde e creando probabilmente delle emorragie gravi. Poteva essere anche mortale risolvendo facilmente la situazione.
    L'aura arcana circondò gli artigli di entrambe le zampe anteriori, balzò quindi verso il suo obbiettivo, doveva trovarsi dinanzi a lui, ancora voltato di spalle e segnato da uno stato confusionale per via del contropiede, la distanza doveva essere non più di sette piedi, quindi era un colpo virtualmente sicuro, ma non si sa mai.
    L'artigliata avrebbe mirato al centro della schiena lungo due secanti che incontravano lungo la loro strada le scapole. In questo modo, se il colpo fosse andato a segno gli artigli avrebbero reciso le pleure polmonari.
    Al termine di quell'attacco, per scrutare gli effetti della sua strategia e per stare lontano da eventuali contrattacchi, avrebbe spiccato un balzo all'indietro portandosi a trenta piedi di distanza in posizione appiattita di guardia, pronto a ricevere il suo avversario qualora avesse attaccato.
     
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  7. Yxesio
     
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    Rosalinda;
    Rosalinda era ancora stordita per il sogno fatto pocanzi , i sogni premonitori , come le aveva detto un anziano mago di Maj’Krat nel 411 , sono soltanto delle coincidenze che , andandosi a sovrapporre con la realtà , sembra quasi che siano proprio la realtà , ma possono anche essere soltanto fatti perché sei tu a decidere il futuro .Questa parole non se le scordò mai in tutto l’anno tanto che , qualora avesse avuto tempo per pensarci , ci avrebbe pensato un po’ per capirla al fondo .E adesso , aveva la possibilità di pensarci ben perché ne aveva appena fatto uno .Così cercò , in fretta e furia sperando che lo scontro tra le bestie potesse iniziare il più tardi possibile .Lei cercò di pensarci , cosa poteva mai significare quella luce così lontana che non s’avvicinava mai .Poteva essere un tipo di futuro oppure poteva coincidere con l’avvenimento che stava succedendo .Non riusciva proprio a vedere una luce a parte il Sole … ma certo , il Sole ! Un antico incantesimo imparato diversi anni prima , un incantesimo che ... come si chiamava ? Ixatus , l’incantesimo aiuto che permetteva di creare una specie di sfera luminosa molto grande ,ad una certa altezza , per far trasportare una persona o un’altra qualsiasi cosa da un’altra parte .Però per far si che si potesse creare bisognava aspettare qualche minuto e doveva cercare ogni forma di energia , che poteva essere quella del Sole , dell’acqua o della terra .Perciò decise di lasciare il grulf e l’altro a vedersela per qualche tempo .

    Doveva fare alla svelta , così richiamò Usma , l’essere viola dato dal mago , e le indicò la direzione nella quale doveva prendere diversi ingredienti fonti di energia .Allora da quella parte devi andare molto veloce e portarmi qui queste piante .Prese il suo diario dove aveva scritto le piante che potevano trovarsi nella zona circostante .Allora prendi : una radice di salice piangente , un petalo di fiore muffola e delle spine di piante carnivore della palude .Io vado a prendere l’acqua cristallina del ruscello , un pelo di animale dal pelo scuro e l’energia del sole .Potrebbero bastare questi elementi per fare l’incantesimo . Bene , al lavoro .Rosalinda notò che le due bestie erano circondate da 4 alberi su cui uno vi era Rosalinda .Perciò creò un portale bidimensionale in tutti e 4 gli alberi per spostarsi velocemente e poter alimentare la sfera da tutte e 4 le parti . Però non era più il momento di stare ferma , ma bisognava andare alla ricerca degli elementi .Perciò partirono in direzioni diverse, in fretta e furia .

    Rosalinda guardava da tutte le parti in cerca di un punto in cui il Sole batteva profondamente per prendere più energia del Sole possibile , che sarebbe poi stata quell’energia che avrebbe alimentato la sfera .Arrivata nel pieno centro della foresta vide uno spiraglio di Sole piccolo ma allo stesso tempo intenso , molto intenso .Avvicinò la punta della bacchetta allo spiraglio e iniziò a risucchiare l’energia fino a che quelle parte di luce si prosciugò e così riuscì a prendere il primo elemento .Ora toccava al ruscello dall’acqua più pura possibile .Ne trovò molti di ruscelli ma erano pieni di alghe o sporcizia .Quello dall’acqua più pura non si riusciva proprio a trovare .Sembrava quasi che le sue speranze crollassero quando , attorno ad un grande albero , vide un ruscello molto stretto ma allo stesso limpido e pulito .Finalmente ! Prese un po’ di energia proveniente da quell’acqua attraverso una piccola fiala e la mise nella tasca destra .Stava quasi per andarsene e ad andare a cercare l’ultimo elemento quando ricordò il motivo per cui era venuta nella Selva Magica , doveva prendere la corteccia degli alberi secolari .E quella era uno di essi .Rosalinda si avvicinò a quel maestoso albero dall’aura immensa .Era fantastico vederlo in modo diretto .Gli occhi le sembrarono quasi bruciare di fronte a quell’albero .Ma comunque non poteva rimanere immobile per molto tempo .Perciò prese qualche pezzo di corteccia e lo mise nella tasca .Poi ripartì per prendere l’ultimo elemento ovvero un ciuffo di peli , e sapeva ben dove trovarli .Spiccò il volo e , ad una velocità molto alta , arrivò nel punto in cui era partita , dove le due belve stavano già cominciando a combattere .

    Prese alla veloce un po’ di peli della bestia dagli occhi gialli senza che se ne accorgesse .Ritornò sull’albero di prima e vide che Usma era già tornata e , fortunatamente , con tutto ciò che aveva richiesto .Iniziò a maciullare e a frammentare i peli e le piante e creò un infuso viscoso e denso che poggiò sull’albero .Poi iniziò a far emettere dalla bacchetta l’energia del Sole creando la sfera luminosa .Poi prese la fiala che conteneva l’energia dell’acqua del ruscello la quale , appena tolse il tappo , uscì dalla fiala ed andò a circondare la sfera luminosa creando una specie di copertura .Poi prese l’infuso e lo buttò dentro la sfera da tutti e 4 gli alberi fino a che la sfera potesse finalmente crearsi .L’intento di Rosalinda , attraverso questa sfera, era quello di non far male al grulf e trasportarlo in un posto più sicuro .


    Edited by Yxesio - 25/4/2014, 19:03
     
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  8. Eirydia
     
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    Narratore;
    Il momento del salto durò poco più di un secondo, che però parve interminabile. Il senso di vuoto nello stomaco, il controllo di ogni singola fibra muscolare comandato dall'istinto insito nel cervello del Grulf. Salti e mosse di battaglia compiute milioni di volte.
    Eppure qualcosa andò diversamente dalle altre, in cui aveva affrontato diverse quantità di altre creature del bosco, dalle più grandi alle più piccole.

    Con uno scatto inaspettato vide il mannaro suo rivale saltare proprio nella sua direzione, appiattendosi sotto l'arco che lui stava descrivendo in aria.
    Ringhiò innervosito, le orecchie basse e il muso arricciato intorno al naso per sollevare il labbro e mostrare il ringhio più aggressivo che aveva. Nel momento in cui aveva visto il nemico scivolare sotto di lui aveva già capito di essere stato ingannato, ma la dinamicità del momento e lo slancio esagerato dei suoi muscoli gli impedì di reagire come avrebbe voluto.

    Dando le spalle al suo avversario, non era riuscito a vedere cosa stesse architettando per formulare una mossa in contrattacco, ma di nuovo l'istinto sopraggiunse in suo aiuto.
    Le sue orecchie percepirono un forte movimento d'aria ed una strana aura non ben identificata. Sembrava quasi che la realtà dietro di lui si fosse deformata.
    Si voltò nella fase di atterraggio, usando una zampa come perno per voltarsi su sé stesse, ma quella deformazione d'aria sembrava inseguirlo.

    Quando si voltò verso l'opponente lo vide con la zampa in aria, come se avesse appena tentato di ferirlo, ma effettivamente gli sembrava troppo lontano perché potesse riuscirci.
    Eppure, cos'era quel bruciore improvviso sulla schiena? Si sentiva mancare il fiato.
    Guaì appena quando si accorse che il suo manto grigio era macchiato di sangue. Una diagonale cremisi partiva dalla scapola sinistra raggiungendo quasi l'estremo opposto sulla parte alta della schiena.

    Era riuscito a girarsi in tempo per non ricevere entrambi i colpi che avrebbero formato la "X" lanciata dal mannaro, ma la velocità e recettività del pericolo non erano stati sufficienti a schivarlo completamente.
    Con piccoli balzi si fece indietro sulle zampe posteriori ed incurvò la schiena in atteggiamento difensivo. Qualunque movimento dell'opponente sarebbe stato motivo di reazione.

    La difficoltà della situazione lo portò a rivalutare l'importanza della sua preda. Avrebbe potuto tramortirla e portarla altrove, lontano da quel nemico che si era rivelato più impegnativo di quanto avesse pensato, ma quando alzò lo sguardo sulla cima dell'albero dove si era arrampicata non la vide. Dove diamine era finita?
     
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    Alistair;
    L'attacco congegnato dal mutaforma ebbe solo in parte gli effetti desiderati. Si percepiva chiaramente che la creatura era dotata di un potente, nonché perfezionato dall'esperienza, istinto per la battaglia. Anche se il mutaforma gli era di spalle mentre stava eseguendo il suo attacco e il nemico era in posizione svantaggiosa per poter eseguire una qualsiasi difesa, era riuscito a muoversi appena in tempo per impedire all'attacco sferrato dal mannaro di risultare mortale.
    Tuttavia, il colpo alla scapola sinistra, era andato a segno. Nel giro di una manciata di secondi, la quantità d'aria emessa dai polmoni avrebbe percorso la parte lacerata della pleura sinistra. Era solo questione di tempo prima che il Grulf si stancasse a velocità elevata a causa della insufficiente ossigenazione del sangue.
    Fiutando l'aria senza compiere spostamenti ma restando concentrato sul suo nemico, Alistair cercò di identificare lo stato e la posizione della ragazza. La sentiva lontana dal luogo dello scontro. E lui che pensava che avrebbe voluto essere di supporto. Comunque non gli dispiaceva affatto, uccidere il Grulf era una prova di forza che voleva superare da solo.
    Con la ferita che aveva subito il suo avversario, bastava lasciarlo a se stesso per fargli segnare la sua sconfitta, ma in forma di licantropo, le variazioni di personalità dovute alla mutazione, non lo avrebbero soddisfatto. Voleva infierire sulla situazione e soffiare sul fuoco già acceso per portare la situazione maggiormente a suo vantaggio.
    Tornò un'altra volta in fase di analisi per consentire di sviluppare la strategia per il suo prossimo attacco, visto che la belva si era messa in posizione di difesa e non si accingeva ad attaccare. Probabilmente stava già sentendo gli effetti deleteri del colpo che aveva subito. Oppure, resosi conto che il mutaforma era più forte e duro del previsto, voleva assicurarsi la preda senza mettere a repentaglio la sua vita. Intanto però, non poteva sperare di sfuggire ad Alistair, era sicuramente più resistente della mutazione in licantropo, ma meno veloce, e non gli avrebbe permesso di lasciare lo scontro o di fare del male alla maga.
    Attualmente la radura era abbastanza larga, usare gli alberi in modo propulsivo non era una grandissima idea, sarebbe stata più utile se fosse riuscito ad incastrarlo tra alberi vicini, li non avrebbe avuto scampo. Tuttavia, vista la loro resistenza, i Grulf non sono soliti muoversi dalle loro posizioni se non per attaccare. Doveva quindi pensare a qualcos'altro.
    Rifletté per qualche secondo e poi giunse ad una bizzarra ispirazione. Il suo avversario aveva già visto l'entità di uno scatto del licantropo alla sua massima spinta. Quindi doveva aver già calibrato le distanze e le aree di influenza degli attacchi del mannaro. Probabilmente se avesse usato la magia per potenziare le zampe inferiori ed eseguire un guizzo bestiale molto più forte di quello che aveva fatto lo avrebbe colto di sorpresa, così facendo, la nuova velocità che sarebbe stato capace di raggiungere non avrebbe lasciato al mostro, tempo sufficiente per nessun tipo di reazione difensiva o evasiva. Tuttavia, aveva già visto il suo avversario all'opera nell'utilizzo del suo istinto e della sua esperienza negli scontri quindi poteva essere una buona idea nascondere il suo intento in un diversivo.
    Calcolò mentalmente lo spazio che lo circondava e decise il da farsi.
    Si alzò sulle zampe posteriori guardandolo con sguardo di assoluta furia e ruggendo vigorosamente spalancando le sue fauci e mostrando l'intera serie di zanne che ornavano la sua bocca.
    Terminata l'intimidazione, tornò sulle quattro zampe e balzò lateralmente con uno scatto al massimo delle sue naturali possibilità portandosi ad una battuta di distanza dal suo oppositore, subito dopo caricò il massimo della magia arcana all'interno dei suoi muscoli posteriori. Essendo un potenziamento interno, non si sarebbe percepito nulla e Alistair avrebbe avuto la possibilità di stupire e confondere il suo nemico dandogli la possibilità di portare a segno il suo attacco.
    La magia scorreva fervida e feroce nelle zampe superiore, impaziente e pronta a scattare come la corda di una balestra.
    Quando Alistair eseguì il guizzo verso il suo avversario, la velocità fu talmente più alta rispetto al colpo di prima che si sarebbe trovato naso a naso con la bestia in un battito di ciglio. Specialmente dopo aver visto già lo scatto massimo un secondo prima, il Grulf non avrebbe avuto la possibilità di prevedere l'entità e la portata del secondo, aggiungendo l'immediata repentinità dello scatto, non doveva avere il tempo di far nulla.
    A peggiorare le cose ci sarebbe stato il fatto che, se Alistair non voleva colpire semplicemente il suo avversario con una spallata o una testata, che avrebbero causato ben pochi danni, doveva anche frenare la sua avanzata piantandosi per terra, il che avrebbe sicuramente alzato la terra verso gli occhi del nemico. In ogni caso non era un elemento che faceva parte del suo piano. Il mutaforma, voleva colpire subito, senza lasciare spazi temporali di reazione, per tanto avrebbe tentato di azzannare il trapezio, tra la spalla e il collo in modo da saldare una presa con il suo avversario, se ci fosse riuscito, avrebbe artigliato il petto del Grulf, una o due volte per quando possibile. Poi, senza mollare la presa sul trapezio, si sarebbe allontanato ferendolo anche nel punto del morso.
    Così facendo si sarebbe assicurato una distanza di circa tre balzi all'indietro mettendosi anche lui in posizione difensiva, pronto a ricevere eventuali attacchi da parte del nemico.
    Nel frattempo si chiedeva cosa stesse facendo la ragazza, non sembrava essersi allontanata in modo normale, percepiva il suo odore sull'albero e dove si era spostata in quel preciso istante, non sembrava che si fosse mossa, lasciando una scia del suo spostamento, sembrava un teletrasporto. Odore in un punto e poi in un altro punto. Senza passaggi intermedi. Forse al di la di quello che poteva sembrare stava architettando qualcosa.
    Intanto, Alistair, si chiedeva come stesse il mostro e se la situazione respiratoria stava già mostrando i suoi frutti.
     
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  10. Yxesio
     
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    Rosalinda;
    Così Rosalinda era pronta a scagliare la sfera luminosa contro il grulf che stava lottando contro l’altro animale che sembrava molto strano .Ma così strano , che le sembrò un’altra volta di averlo visto .Non riusciva proprio a toglierselo dalla mente tanto che rimase qualche minuto a fissarlo mentre scagliava un attacco contro il grulf balzando sugli arti posteriori .Lo fissava , cercava di ricordare dove avesse potuto incontrarlo .Rosalinda era caratterizzata da una strana memoria .Ovvero poteva “guardare” all’interno della mente e scavare fino a che possa trovare ciò che cercava .Le era successo più volte di aver cercato all’interno di essa , ma questa volta non riusciva proprio .per farvi un esempio più significativo di ciò che accadeva in quel momento , ve lo spiegò così : Una mente , piena di tanti bauli ognuno con un etichetta diversa per ogni argomento ( ricordi , pensieri .. ) .Su un baule c’è un etichetta con scritto : aprimi .Uno di quei bauli pieni di ricordi all’interno , e che vibra e non riesce a stare fermo per quanto è pieno .Il riempimento di quel baule è determinato dalla curiosità di sapere cosa ci sia al suo interno .Così ti avvicini .cerchi la chiave per aprirlo , ma non la trovi .Quindi tenti il tutto per tutto per aprirla e , ad un punto riesci ad aprirla .Quel momento in cui si aprì il baule Rosalinda svenne lentamente cadendo a terra dall’albero .Ecco cosa successe dentro allo svenimento .

    Non era più la foresta piena di alberi con occhi che la fissavano .Era una piazza di notte , senza alcuna persona .Vuota .Silenziosa .In mezzo alla piazza c’era una bambina da sola ed impaurita .Stava vagando da sola per la piazza .Ad un certo punto , su di una casa abbastanza alta , spunta un essere dagli occhi gialli come la luna sopra la sua testa .Fissava la bambina con quei suoi occhi terrificanti .Ad un certo punto emise un ululato e dal retro di quella casa spuntarono almeno una decina di esseri come quello .La bambina , sempre più impaurita , inizia a correr per le vie della città sentendo ululare dietro le sue spalle , sempre sul tetto di prima , l’animale .poi sentì la corsa di quegli animali che la rincorrevano .era alle sue calcagna .Stavano quasi per penderla quando arrivò qualcuno .l’immagine era sfocata .Non vedeva nulla a parte la sua immagine contorta .Poi quell’immagine tirò fuori un qualcosa e il sogno svanì di colpo .Quella bambina era proprio Rosalinda , e quello era un episodio della sua infanzia .Aveva 8 anni quando successe , e non se lo scordò più .

    Si svegliò lentamente da quell’incubo e quando alzò la testa notò che si ritrovava sopra l’albero .Usma la guardava davanti agli occhi preoccupata per lei .Ma , quando si alzò senza fatica , si tranquillizzò .Rosalinda scosse la testa un attimo per poi guardare cosa fossa successo al grulf e l’altro . Rosalinda si ritrovò terrorizzata a guardarlo .sembrava avere buone intenzioni , se no perché avrebbe salvata ? Ma la ragazza non riusciva a dimenticarsi di lui .Perciò cercò di non guardarlo più , e continuò nel suo intento .Forza , dobbiamo riprendere .metti tutto l’infuso dentro la sfera .Sperò che riuscirà ad aumentare le dimensioni , se no … non so’ proprio che fare .Detto ciò prese l’infuso e lo mise dentro la sfera la quale continuò a crescere .Perfetto .. è l’ora .Così riprese la bacchetta e , puntando verso la sfera che era cresciuta ad una misura che bastava per farvi entrare il grulf , cominciò ad allontanarla mettendola ad un altezza parallela al grulf .Se la sfera , cadendo , avesse beccato il grulf , esso sarebbe riuscito a scampare il pericolo .
     
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  11. Eirydia
     
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    Narratore;
    Il Grulf attese una mossa nemica.
    Il precedente attacco del mannaro lo aveva già debilitato, ma madre natura l'aveva dotato di un istinto che l'avrebbe preservato da atti stupidi. S'era dunque spostato in atteggiamento difensivo per captare qualunque movimento dell'avversario, nella speranza di riuscire a prevedere l'offensiva.

    Non fu purtroppo così: percepì qualcosa come uno spostamento d'aria ma, qualunque cosa fosse, non avrebbe fatto in tempo a muoversi abbastanza velocemente da evitarla.
    Il tempo di percepire quella sensazione e puntare con più attenzione lo sguardo verso il suo avversario, che non lo vide più.
    Il mannaro sembrava essersi volatilizzato, come se non ci fosse mai stato, mentre la bassa erba della radura frusciava inconsapevole nel leggero venticello levatosi.
    Dopo meno di un attimo si vide spuntare davanti i due occhi ambrati esattamente di fronte ai suoi, così vicini da poter osservare con attenzione tutte le sfumature a raggera dell'iride dorata.
    L'impulso che passò dal cervello ai muscoli, sebbene dettati dall'istinto di lotta e sopravvivenza, non furono sufficienti: c'era qualcosa di superiore ed incalcolabile in quell'attacco. Qualcosa che il Grulf non riusciva a spiegarsi e ora temeva, temeva più che mai.

    Non gli importava più nulla della preda, quello scontro si stava rivelando fin troppo per un semplice essere umano con cui sfamarsi.
    Si era comandato di spostarsi non appena sgranò gli occhi sul muso avversario, ma non ce ne fu il tempo materiale.
    In più respirare era difficile come quando ci si trova ad alta quota e contemporaneamente i contorni del mondo si facevano sfocati a tratti.
    Prima ancora che i suoi muscoli potessero reagire perché si salvasse, i denti del mannaro affondarono all'altezza del trapezio, fra collo e spalla.

    Guaì, ululando il suo dolore. Si dimenò nella speranza di divincolarsi e ancora ringhiò contro il nemico, ma questi si era assicurato una presa salda.
    Dimenticò allora la voglia di fuga e passò all'attacco, senza più contare di poter evitare lo scontro.
    Sebbene fosse azzannato, utilizzò l'altra zampa nella speranza di usare le unghie. Descrisse un semi ellisse in aria puntando le unghie verso il collo avversario. Avrebbe volentieri mirato agli occhi, così vicini ed indifesi, ma la posizione non lo consentiva. Di certo non era un felino, ma le sue zampe erano pur sempre armate per situazioni come quelle. Si sarebbe risparmiato molto più dolore e sangue rimanendo immobile, ma l'istinto vitale gli impediva di abbandonarsi alla fine, senza lottare fino all'ultimo. La capacità dei Grulf stava proprio nel combattere fino all'ultimo, finché l'ultimo alito di vita non abbandonava il loro copro. Persino con ingenti danni fisici, avrebbero continuato a lottare fino all'ultimo, per poi spirare all'improvviso. In questo consisteva la loro grande sopportazione, che li inseriva nella lista di creature più resistenti che Eirydia conoscesse.
     
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    Alistair;
    Mentre il Grulf attendeva la mossa del suo avversario, Alistair ebbe il tempo di preparare un'adeguata azione di attacco. In quegli istanti di trepidazione in attesa di un attacco avversario, il mutaforma, ebbe modo di constatare con i suoi stessi occhi l'entità della resistenza di quella creatura. Era sicuramente una resistenza razziale e non legata ad essa in quanto individuo. Nonostante la ferita che gravava sulla recisione della pleura polmonare riusciva a stare in piedi accusando il colpo solo come una semplice difficoltà respiratoria d'aria rarefatta. Il lupo mannaro ne fu positivamente stupito.
    In lui cominciò a maturare l'idea di una potenza che potesse banalizzare una turgida resistenza.
    Il fatto che il Grulf avesse deciso di attendere in posizione di difesa anziché contrattaccare diede modo ad Alistair di preparare un'attenta strategia. Il suo balzo laterale fu rapido e il suo avversario non riuscì a seguirlo con lo sguardo, ma i sensi che gli erano stati donati dalla natura gli permisero di prevedere tramite gli spostamenti dell'aria e tramite acutissimi sensi ferali, l'entità e la direzione del balzo. La mossa che segui, tuttavia, fu enormemente più rapida e non vi era nulla nei sensi della bestia, che gli avrebbero permesso di cavarsela.
    La magia nei muscoli posteriori del licantropo gli portarono come risultato una propulsione di indicibile intensità e il guizzo che ne seguì fu impossibile da evitare o da parare per la belva. Il tempo necessario a coprire tale distanza fu talmente poco che non gli diedero alcun tempo di reazione e la salda presa delle fauci di Alistair nella sua mutazione affondarono con decisione nel trapezio del Grulf, proprio li dove aveva puntato.
    Guaiti e ululati laceranti sferzarono l'aria mentre il mostro tentava di dimenarsi e di scrollarsi di dosso il mannaro ma la presa era salda e, Alistair, sentiva strappare e lacerare la carne sotto i suoi denti provocato dagli stessi scossoni che tentavano di far guadagnare al Grulf la salvezza.
    Gli scossoni cessarono e Alistair capì che il suo avversario stava ponderando l'idea che non poteva più guadagnarsi la salvezza scappando ma probabilmente, l'induzione a quel pensiero gli avevano dato anche la consapevolezza che stava affrontando un essere decisamente fuori alle sue possibilità e che l'ambito premio di un lauto pasto con la ragazza che aveva braccato prima di scontrarsi con il mutaforma non giustificavano affatto il rischio che stava correndo.
    Una persona qualsiasi avrebbe potuto pregustare la vittoria con pensieri di giubilo al fatto che il nemico avesse potuto pensare queste cose, in un certo qual senso era come ammettere la superiorità del mutaforma.
    Ma Alistair, anche offuscato dagli istinti del lupo che gli permeavano nella testa, era pur sempre una mente ben ponderata e istruita, anche alla battaglia benché fosse ancora solo teoria. Sapeva infatti che, specialmente le menti semplici, quando sentono l'odore della fine, tendono ad essere ancora più pericolosi.
    Le ragioni possono essere due, distinte e separate, ma entrambe verificabili con assoluta frequenza e facilità.
    La prima era che la vittima che si sente con le spalle al muro, colto da reazioni chimiche dovute all'istinto di sopravvivenza insite in ogni sistema complesso, generi meccanismi di difesa capaci talvolta di ribaltare le sorti di uno scontro.
    La seconda era che, sapendo di aver l'acqua alla gola e poche possibilità di sopravvivenza, ci si gioca il tutto per tutto smettendo di valutare i pro e i contro di ogni mossa e decisi solo a portare quanto più danno possibile all'avversario per non regalare la vittoria e, possibilmente portare il nemico con se nell'abisso.
    In entrambi i casi, c'era da stare attenti. Se riusciva a giocare bene le sue carte, poteva chiudere lo scontro nel tempo più breve possibile senza subire danni, ma ciò era scarsamente ipotizzabile, Alistair stava combattendo la sua prima battaglia, il Grulf invece era un veterano, sebbene il suo stile e la sua strategia erano praticamente inesistenti e dettati solo dall'istinto, era come combattere contro un guerriero impulsivo e mosso dalla voglia di uccidere e danneggiare, ora però, questo istinto portato all'estrema conseguenza poteva anche creare qualche sorpresa e qualche problema.
    Le azioni che seguirono confermarono ancora una volta le analisi mentali di Alistair. Il Grulf abbandonò l'idea della salvezza e pensò solo ad attaccare nel desiderio di combattere sino alla fine. Anche questa particolarità contrassegnava la sua razza.
    Con la zampa libera, sferzò l'aria con un'artigliata ben mirata e veloce che mirava al collo del mutaforma. Alistair nella sua posizione aveva gli occhi che guardavano la schiena del suo avversario e un campo visivo poco adeguato a vedere un'attacco. Questo gli fu chiaro quasi dall'inizio. Le sue artigliate furono persino anticipate dal suo avversario senza sortire alcun effetto, ma almeno, la presenza della sua zampa sinistra gli permise di avvertire gli spostamenti corporei e le contrazioni muscolari che gli suggerivano l'arrivo di un attacco ostile.
    Alistair fece del suo meglio per evitare gli artigli e lasciare che colpisse solo l'aria. Ma la scarsissima vicinanza non gli fu d'aiuto, nemmeno con una velocità maggiore rispetto a quella del suo avversario. Nel tentativo di andare all'indietro per evitare il fendente si alzò leggermente facendo forza sulle zampe inferiori, questo portò il suo collo, molto più prezioso e vitale fuori tiro, ma il suo petto venne lacerato da quattro righe d'artiglio che le attraversavano il torace. I tagli erano mediamente profondi e il sangue che ne sgorgava copioso. Non era un ferita grave che avrebbe potuto impensierire il giovane, ma il dolore si faceva sentire e per Alistair, suo malgrado era anche nuovo.
    L'intero processo di accusa del dolore, però, ebbero effetti positivi sulla mutazione in corso. L'aggressività della specie di cui aveva preso le sembianze permise allo stato di ferita sia nel fisico che nell'orgoglio di lasciare il campo alla furia cieca e alla collera. Per la prima volta dall'inizio dello scontro il suo colpo fu davvero mosso solo dall'istinto, come un vero e proprio licantropo.
    La sola cosa che separò il colpo subito dal contrattacco, furono gli occhi gialli ferali del licantropo che guardarono con furia cieca e omicida il Grulf.
    Poi la reazione...
    La velocità del mannaro era ancora molto più elevata rispetto a quella del suo avversario, e la scarsissima distanza d'ingaggio non avrebbe permesso storie. Con così poca distanza, proprio come Alistair non era riuscito ad evitare nulla, lo stesso sarebbe successo al Grulf, peggio ancora se dopo aver appena sferrato il colpo e senza che passasse nemmeno un secondo per valutare gli effetti della sua azione.
    La prima volta era stata solo una prova, ora però sapeva bene cosa doveva fare e come doveva farlo. Nella sua testa si era formata l'immagine mentale e la perfetta consapevolezza nell'esecuzione necessaria per la sua prossima mossa. L'energia arcana questa volta non sarebbe stata boriosa ma discreta, andando ad occupare il volume dei suoi artigli per liberarsi solo al momento opportuno, cioè quello dell'impatto!
    Gli artigli stavano già falciando quando vennero letteralmente pervasi dalla magia arcana. Con quel potere a quella distanza avrebbero deturpato il corpo della bestia dividendola in due. Mirando al ventre, inoltre, non vi era spazio sufficiente ne per un balzo ne abbassandosi, data la portata del colpo e il tempo di reazione, non aveva il tempo nemmeno di balzare all'indietro. L'unica cosa che avrebbe potuto salvarlo era una barriera protettiva, ma a quanto risultava al mutaforma i Grulf non ne erano capaci.
    Se il colpo diretto al ventre sarebbe andato a segno, il busto sarebbe stato separato dagli arti inferiori con tutte le ovvie conseguenze che ciò comportava.
     
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  13. Eirydia
     
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    Narratore;
    Il Grulf sembrò esultare internamente della piccola vittoria ottenuta sul suo avversario, sebbene la sua non avesse ottenuto poi granché. Per come si trovava nella sua situazione, tutto quello che poteva fare era scappare.
    Ci aveva pensato, ma la fatica nel respirare sempre maggiore non gli avrebbe sicuramente consentito di percorrere più di una lega di distanza e a quel punto non avrebbe fatto altro che peggiorare la sua situazione.
    Quello che poteva fare era resistere al combattimento corpo a corpo, nella speranza vana di poterne uscito vincitore. Diversamente, non ci sarebbe stato un lieto fine per lui in nessun altro caso.

    Una sfera magica calò dall'alto, ma atterrò proprio accanto alla coppia di predatori che si fronteggiava a morte. Troppo di lato perché la magia di Rosalinda potesse aiutare Alistair in battaglia.

    Il Grulf non sgattaiolò però via, con in più il rischio di causarsi maggiori danni, ma tentò subito di rincarare la dose verso il mannaro nel punto dove era riuscito a colpirlo in precedenza. Il suo tentativo fu però vano: i suoi movimenti erano rallentati senza che lui lo volesse e in più l'avversario sembrava cambiato radicalmente.
    Aveva lasciato la presa su di lui ma, con la stessa sorprendente velocità che aveva usato in precedenza, tentò di colpirlo con una zampata, sfoderando i robusti artigli, esattamente come aveva fatto lui.

    “Non riuscirà mai a colpirmi da questa distanza. Dov'è il trucco?” avrebbe pensato se avesse conservato la razionale mente umana. Ma così non fu: il suo istinto gli comunicò soltanto di indietreggiare debolmente per tener d'occhio l'azione nemica, ma essenzialmente non si mosse.
    Si limitò a ringhiare e mostrare i denti nei confronti di qualunque cosa stesse facendo, per caricare i muscoli e saltare all'attacco. Si preparò assestandosi sulle zampe posteriori, bilanciò con fatica il peso del corpo e si gettò contro il mannaro.

    Il tempo parve fermarsi.
    Aveva calcolato tutto alla perfezione, ma improvvisamente non riusciva più a respirare. La zampata che credeva non sarebbe riuscita a colpirlo per la troppa distanza era riuscita inspiegabilmente a ferirlo e non solo: i tagli nel suo petto erano così profondi che il sangue sgorgava persino sulla schiena.
    Vertigine e un guaito. L'ultimo che il Grulf avrebbe mai emesso prima di cadere a terra, inerme.
     
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    Alistair;
    La rabbia montava dentro il mutaforma ad ogni pulsazione di dolore che avvertiva nelle artigliate che avevano segnato il suo petto, la cui carne scoperta bruciava e dava la sensazione di fastidio attorno alla parte lacerata a causa della reazione negativa dell'apparato nervoso in seguito ad un evidente danneggiamento.
    In quei fasci di carne e di fibre muscolari recise, milioni di conduzioni nervose erano state portate via dal passaggio dell'artiglio. Un simile imprevisto generava fitte e bruciore sulla parte danneggiata e formicolio e scarsa sensibilità attorno.
    Gli occhi del Grulf cambiarono un poco quando riuscì a portare a termine il colpo, magari stava esultando in fondo a se stesso per la vittoria, pur piccola che sia. La resistenza che aveva dimostrato era eccezionale. Solo adesso cominciava a mostrare segni evidenti del cedimento della pleura. Il suo respiro era irregolare e i movimenti erano meno definiti e più lenti...al contrario di quelli di Alistair.
    Il processo di mutazione in licantropo aveva sortito già un effetto contrastante con la personalità di Alistair in quello scontro...desiderare di fare a pezzi il Grulf con zanne e artigli senza l'aiuto della giovane che stava cercando di salvare. E anche ora si stava ripetendo quella stessa situazione. Una ferita non grave e non mortale contro un avversario di quel calibro doveva essere ovvia e scontata e, per tanto, non avrebbe dovuto accecarlo così tanto da una furia animale devastante che gli faceva ribollire il sangue e voleva restituirgli il colpo mille volte più doloroso.
    Fu proprio questa alterazione della personalità dovuto all'istinto predatore del lupo, dell'orgoglio fiero che contraddistingue l'animale e del suo comportamento, quello che assume come lupo solitario in distinzione con il lupo del branco. Potendo contare solo sulle proprie forze, il lupo non accetta volentieri di essere ferito e risponde energicamente rendendolo decisamente più pericoloso.
    Lo stesso era avvenuto ad Alistair. La sua personalità venne schiacciata e aveva lanciato una rapidissima artigliata verso il suo avversario. Niente strategie, niente riflessioni...solo una cosa. La consapevolezza di volerlo far male molto più di quanto non avesse fatto a lui, lo portò ad utilizzare la magia per potenziare l'artigliata e renderla letale.
    Il colpo fu rapido e direzionato ben al centro del corpo della belva. Con le sue condizioni moto-respiratorie che si aggravavano e con l'attenta scelta della direzione dell'attacco in un punto dove i movimenti non erano facili per poterlo evitare, il mostro non ebbe alcuna possibilità. In più, il suo cervello limitato, non riuscì a comprendere cosa il mutaforma volesse fare con un attacco da una certa distanza che non raggiungeva il contatto diretto necessario a poterlo ferire.
    Il suo movimento fu appena percettibile, si mosse di pochissimo all'indietro e subito sembrò voler passare al contrattacco.
    Proprio in quel momento il suo corpo doveva aver accusato l'entità di ciò che era successo.
    Il guaito che fuoriuscì dalla sua bocca fu qualcosa di effimero, inversamente proporzionale a quanto risultò indecoroso. Si accasciò a terra privo di vita e la parte di licantropo del cervello di Alistair godettero della vittoria appena ottenuta. Era la prima seria vittoria che compiva con i suoi poteri e con le sue capacità.
    Abbandonò la posizione di combattimento e guardò sul ramo dell'albero dove si era rifugiata la maga che aveva cercato di aiutare. Sembrava stesse bene fisicamente. Dopotutto, lo scontro lo aveva sostenuto praticamente solo Alistair.
    Il licantropo guardò negli occhi la ragazza per qualche secondo, voleva trasmettergli la sua felicità e il senso di sollevamento per essere riuscito ad aiutarla.
    Poi si voltò e con rapidi scatti sparì nella foresta tornando suoi suoi passi.
    Si era avvicinato, dopotutto, solo per andare in suo soccorso e per tanto, il suo ruolo li era finito!
     
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  15. Yxesio
     
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    roleRosalinda_zps1e617f3f
    Rosalinda;
    Tutto troppo in fretta .Non aveva potuto fare niente per quel grulf .lei … lei odiava procurare del male a persone o , soprattutto animali .Cosa era successo veramente .non poteva essere quello .Lei doveva impedire che il lupo lo uccidesse ma … era accaduto troppo in fretta .Notò ogni mossa che fecero : dal balzo d’inizio alla graffiata finale .Comunque sia , non aveva impedito che accadesse .Vedeva come la lotta , sempre più ardente , doveva certamente finire male .Sembrava una specie di lotta di sopravvivenza ma … se non fosse arrivato se …. Se il lupo non fosse intervenuto , cosa sarebbe successo alla ragazza ? poteva essere un bene o un male l’intervento fatto ? Comunque non poteva più pensare , a cosa serve pensare se le cose sono già successe perché l’evento era successo ed era finito .Il corpo del grulf giaceva a terra .Immobile , steso sulla terra piena di sassolini .Intanto il “vincitore” lanciò uno sguardo sincero verso la ragazza che lo guardò e pensò : perché l’hai fatto , non dovevi intervenire ! Ma , dopotutto , era intervenuto per salvarla , forse , perciò aveva soltanto compiuto quell’aiuto che , se non fosse stato svolto , forse ora Rosalinda si ritrovava distesa sul terreno .Grazie .Disse sussurrando guardando il lupo correre dentro la foresta .Intanto decise di avvicinarsi al grulf che non osava proprio muoversi .

    Si avvicinava scendendo dall’albero e andando lentamente verso il corpo disteso che , pochissimo tempo prima , si muoveva scattante ringhiando e spaventando il lupo di prima .Se proprio devo essere sincero , a Rosalinda scese una lacrima sulla guancia .Respirava lentamente e si avvicinava a scatti lenti .Usma , intanto , era sparita volando verso la direzione del sentiero che portava fuori dalla Selva .C’erano soltanto loro due in quel momento .Rosalinda deglutiva qualche volta per poi assestarsi a pochi passi dal grulf .La vide gli occhi chiusi dell’animale .Sembrava quasi dormisse .Ne aveva visti molti morire , soldati , civili o anche semplici bestie .Ma nessuno sembrava dormire come lui .Era speciale era..strano , come se c’era un legame tra loro due .Non poteva lasciarlo lì da solo , lì …. Senza nessuno che lo aiutasse .Rosalinda si fece coraggio e arrivò dinanzi al grulf .Bene , devo .Mise la mano nella tasca dove era contenuta la fiala del mago e la fece bere al grulf .Ti prego fa che funzioni .. ti prego , ti prego , ti prego , ti prego … Disse facendo ingerire il contenuto della fiala al grulf .Dai dai dai …. Bevi …. BEVI !!! Urlò appoggiandosi sul pelo del grulf .Oramai sembrava non risvegliarsi più da quel sonno .neanche la fiala del mago non era servita a nulla .Così decise di continuare la sua missione , quella del mago Schimdt .Era per quello che era venuta .Perciò si alzò .Guardò il grulf per l’ultima volta e si avviò a prendere il resto dei tre alberi .

    Si addentrò dentro la foresta dove tutto sembrava scuro dopo l’evento successo poco prima .però cercò di dimenticare e si ricordò il luogo in cui aveva visto gli alberi secolari .Allora ne avevo visto uno prima … E camminò a ovest .Scostò qualche cespuglio che copriva l’orizzonte e finalmente vide un albero .Era l’albero numero due che gli serviva .Si avvicinò , prese qualche pezzo di corteccia e se lo mise in tasca assieme agli altri pezzi presi prima .Così gliene mancava solo uno .Decise di marciare verso sud questa volta .Durante questa camminata vide tante immagini nella mente che somigliavano a tutto per tutto agli eventi successi poco tempo prima .ma doveva andare avanti perciò , trovato l’ultimo albero e la corteccia , decise di tornare ad Aresmelle per consegnare ciò che era dovuto al mago .
     
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