Durante un'esplorazione...

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    Impero delle tenebre

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    CITAZIONE
    Siamo ad est della valle del Led, dodici leghe a nord delle catene innevate. E' mattino e sono circa le 10. Il sole è alto benché non sia alla sua massima inclinazione. E' una giornata calda e non tira un filo di vento, in cielo non c'è nemmeno una nuvola e, se non fosse per l'umidità traspirata dall'erba della valle, si morirebbe dal caldo. La temperatura è comunque rovente ma...sopportabile.

    0jew_zps8q0rsfkb
    Alistair;
    Alistair era ansioso di scoprire il mondo circostante. Gli era stato raccomandato di non lasciare l'isola su cui si trovava prima che le sue capacità non fossero sufficientemente aumentate per tanto spinse fino alle pendici delle montagne innevate senza procedere oltre. Il caldo di quel mattino era incredibile e sembrava aver letteralmente bruciato ed arso ogni nuvola che avesse la minima possibilità di offrire riparo e refrigerio. Non c'era nemmeno una minima brezza per portare via un po' di calore e di ventilare un po' la zona circostante.
    Viaggiava nella sua forma da licantropo ma come al solito teneva il naso sempre allerta, ben attento di percepire odori di qualcuno di senziente nelle vicinanze. Era ancora riluttante a far sapere in giro l'entità dei suoi poteri e desiderava che restassero segreti ancora per un po'.
    Correndo velocemente sulle quattro zampe poteva alleviare il calore vincendo la resistenza dell'aria e creando egli stesso una brezza sul suo viso e che gli correva attraverso il pelo. Ma la sua stessa pelliccia incrementava la sensazione del caldo nullificando il sollievo creato dal vento.
    La sensazione dell'erba sotto le zampe e l'eccitazione della corsa animalesca lo facevano sentire bene, colmo di un senso di libertà. Arrivato sulle rive di un laghetto si fermò ad abbeverarsi.
    Ad un tratto, qualcosa colpì la sua attenzione. C'era un'odore nell'aria. Era ancora molto lontano ma lo riusciva a percepire. Era ancora troppo lontano perché chiunque, di qualsiasi razza, persino elfica, riuscisse a vederlo perciò, prima che si riuscisse a scorgere qualcosa, ritornò in forma umana facendo apparire dei vestiti da mago e un mantello da viaggio, quindi si prestò sull'acqua riempiendo una sacca per l'acqua, anch'essa fatta apparire per magia.
    Ormai il suo fiuto era quello di un normale essere umano e non era in grado di percepire la presenza, la razza, la distanza da cui si trovava ma, calcolando quel poco che aveva potuto apprendere quando l'aveva fiutato prima, ora doveva essere in grado di vederlo. Non si alzò per guardarsi intorno per non tradire le sue facoltà sensoriali ma restò in attesa di qualunque segnale pronto a trasformarsi in qualsiasi momento se si fosse presentata la necessità.
     
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    Gladys;

    Ma che razza di caldo fa oggi?!
    ,pensò Gladys infastidita dopo essersi fermata un momento per riprendere fiato. Si prese un istante per osservare ciò che la circondava: si trovava ai piedi delle catene innevate ma,nonostante il nome di quella grande catena montuosa,non c'era proprio nulla in quella giornata che facesse pensare al freddo della neve.
    Gladys rivolse la testa verso il cielo posandosi una mano sulla fronte per ripararsi un po' gli occhi dalla luce del sole e sorrise: era proprio una splendida giornata nonostante quel caldo quasi soffocante. Il cielo era talmente limpido che nemmeno una timida e solitaria nuvoletta osava macchiarlo con la sua presenza.
    Certo se tirasse un po' di vento...
    ,pensò di nuovo Gladys sbuffando per il caldo e tornando a guardare la grande valle stesa davanti a lei. Sorrise: tutto quel verde le faceva venire una voglia incredibile di mettersi a correre e a saltellare come una bambina! Ma non poteva farlo perché,dietro di lei,un possente orso trasportava sulle spalle la sua arpa. Si voltò e notò che finalmente era quasi arrivato vicino a lei.
    Insomma,vuoi sbrigarti o no?! Sto morendo di caldo!
    A quel richiamo l'orso velocizzò il passo e Gladys riprese a camminare alla ricerca di un po' d'ombra anche se gli alberi,come le nuvole con il cielo,sembravano non voler macchiare la vastità di quella valle.
    Quella mattina la ninfa delle mele si era svegliata con la voglia di unire due delle sue passioni: passeggiare nel bosco e suonare l'arpa...e qual'era il luogo migliore dove starsene un po' in tranquillità se non ai piedi delle Catene Innevate? C'era un unico,piccolo,grande problema però: non aveva ancora visto un solo albero da quando era arrivata.
    All'improvviso però,come una sorta di miraggio,Gladys vide apparire davanti a sé una piccola radura al centro del quale c'era un delizioso laghetto. I suoi grandi occhi rossi si illuminarono: era il posto perfetto!
    Forza orso,sbrigati!
    ,urlò voltandosi verso l'orso e facendogli cenno di sbrigarsi...poi iniziò a correre. I suoi morbidi boccoli iniziarono a ballare nell'aria mentre lei si dirigeva a tutta velocità verso quel piccolo paradiso con un sorriso stampato sulle labbra.
    Una volta arrivata arrivata davanti al laghetto si inginocchiò e,prendendo un po' d'acqua con due mani,si abbeverò.
    Che meraviglia!
    Si voltò verso l'orso che fortunatamente stava arrivando con la sua arpa e,mentre osservava quell'angolo di refrigerio,si accorse di non essere sola. Guardò lo sconosciuto mentre sulle sue guance prendeva piede un lieve rossore.
    Accidenti che figuraccia.
    Aveva un bell'aspetto: indossava degli abiti da mago e un mantello da viaggio e stava riempiendo una sacca per l'acqua in tutta tranquillità. L'orso alle sue spalle grugnì appoggiando l'arpa dorata sull'erba e Gladys,senza staccare gli occhi dallo sconosciuto,schioccò le dita facendogli riprendere la sua vera forma: quella di una mela. Raccolse il frutto da terra e lo ripose nella piccola borsetta di stoffa che portava a tracolla dentro la quale erano riposte 3 belle mele rosse.
    Gladys sorrise e decise di avvicinarsi allo sconosciuto. Si chinò accanto a lui e gli rivolse un sorriso radioso offrendogli una delle sue mele. Non era sicura che fosse in grado di capirla ma provò ugualmente a rivolgergli un saluto.
    Ciao!
     
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    Alistair;
    Ci volle un po' prima che l'essere che si stava avvicinando potesse essere percettibile dai suoi "limitati sensi umani". Ma quando gli fu possibile venne sconcertato da una scoperta intrigante! Aveva percepito distintamente un solo essere. Ma ad avvicinarsi all'oasi erano ben due! Come aveva potuto commettere un simile sbaglio? Eppure l'odore degli orsi è molto più forte degli esseri senzienti. Qualsiasi animale dotato di pelliccia ha la particolarità che il pelo trattiene gli odori. Non poteva essersi sbagliato, aveva percepito un solo essere e di sicuro non era un orso. Eppure eccolo li, lo vedeva chiaramente. Un grande orso che trasportava dietro la sua schiena una grossa arpa dorata.
    Alistair ci pensò su...era probabile che quell'animale fosse magico, un'evocazione magari. Essendo un'incantesimo non aveva odore. Di sicuro c'era dietro qualcosa del genere.
    Quando i due furono più vicini, Alistair poté distinguere che l'essere di cui aveva percepito l'odore era una ninfa. In teoria doveva poter stare tranquille. Erano esseri benevoli, anche se storie particolarmente sfortunate potrebbero rendere l'essere più buono a scegliere strade buie e vendicative. Dall'atteggiamento della ninfa, alquanto semplice e allegro, sembrava che non c'era da preoccuparsi. Da un primo momento sembrò non averlo visto.
    La ninfa si chinò sull'acqua e, immergendo due mani sino a renderle una perfetta scodella e riempiendola del liquido rinfrescante, bevve avidamente.
    Si voltò verso l'orso, probabilmente per sincerarsi che stesse raggiungendo l'oasi senza difficoltà sebbene non vi fossero evidenti segnali di pericolo.
    Quando il suo sguardo tornò al laghetto si accorse finalmente del mutaforma. Alistair ricambiò il suo sguardo alzando il volto in sua direzione quando gli occhi della ragazza lo inquadrarono. Sulle guance della ninfa si rivelò un rossore. Alistair per sua natura non era in grado di rivelare esternamente cosa ciò potesse significare per lui. Per chiunque lo guardava, il suo volto non tradiva nessuna emozione.
    Quando l'orso giunse finalmente all'acqua, i dubbi del mago si rivelarono corretti e l'entità del presunto sbaglio cessò di avere un motivo d'esistenza. L'orso era, infatti, una trasfigurazione. Dopo aver posato l'arpa e aver lanciato un grugnito, la ninfa, schioccò le dita senza staccare gli occhi da Alistair. Questo gesto provocò una reazione immediata. L'orso divenne una mela che la giovane recuperò riponendola in una sacca che portava a tracolla. Come trasfigurazione era perfetta. Raramente Alistair aveva visto un frutto trasformato in un animale corporeo con la capacità di muoversi autonomamente. Era una magia di ottima fattura.
    A distanza di pochi secondi, la ragazza si avvicinò al mago e gli si chinò accanto. Sorrise radiosamente e gli offrì una mela e disse: Ciao! nella lingua delle ninfe chiare. Alistair era perfettamente in grado di capirla e anche in grado di parlarla. Tra gli studi magici effettuati con il suo mentore Amras aveva appreso anche le varie lingue delle razze principali che popolavano Eirydia. Non era bravissimo a parlarle, diventa difficile avere una perfetta dialettica di ogni lingua, specialmente quando se ne devono imparare molte, spesso gli accenti e le dizioni cambiano radicalmente, ad esempio per la lingua della ragazza era in grado di parlarla in modo impeccabile ma con accetti diversi, come avverrebbe per un dialetto locale della stessa lingua.
    Alistair rispose dunque nella sua stessa lingua:
    Ciao a te! E grazie per la mela!
    Così dicendo afferrò il frutto che gli veniva offerto. Voleva ricambiare il dono ricevuto, sarebbe stata una buona educazione e un buon modo per mostrare un vero apprezzamento per ciò che aveva appena ricevuto, inoltre sarebbe stato un buon modo per cominciare. Tuttavia non aveva nulla con se, non se ne preoccupava. In forma di licantropo gli bastava cacciare per nutrirsi e fiutare una fonte d'acqua per bere. L'unica cosa che aveva da offrire era la sacca d'acqua che aveva appena riempito ma non avrebbe avuto senso scambiarla con una mela dato che l'aveva vista bere poco prima e che, se voleva altra acqua, aveva il laghetto proprio dinanzi a lei.
    Non possiedo nulla che stabilisca un adeguato ringraziamento per questo, è un problema?
    Il linguaggio era formale, d'altronde non era la sua lingua, ma il suo tentativo era di apparire amichevole. Probabilmente in questo, giocava a sfavore il suo carattere impassibile. Si chiedeva infatti come avrebbe reagito nel vedere un essere che cerca di dimostrarsi gentile senza sembrarlo. C'era il rischio di diffidare e di ritenerlo ostile.
    Decise quindi di pulire una zolla di terreno dall'erba lasciando solo la terra per poi versare un po' d'acqua dalla sacca che aveva appena riempito. Ne alzò una parte tra le mani modellandola e aggiungendovi un po di terra asciutta per ottenere una mistura adeguata di terra umida e secca da renderla facilmente modellabile. Si ispirò all'orso che aveva trasfigurato la ninfa dalla mela. Lo lavorò per circa un minuto intero controllando periodicamente la sua consistenza ed umidità aggiungendo all'occorrenza, acqua o terra asciutta. Quando fu soddisfatto del risultato, mosse via tutta la terra in eccesso con la mano infondendogli un po' di magia per fare in modo che non variasse la sua forma e che lo rendesse abbastanza resistente quanto del legno silvano. Il suo piccolo incanto fu fatto con estrema discrezione in modo da non dare nessun'allusione e nessun dettaglio che potesse far pensare all'uso della magia.
    Lo rigirò con lo sguardo un'ultima volta e poi lo porse alla ninfa.
    E' mia premura tentare di rimediare con questo dono!
    E attese la reazione della sua interlocutrice mentre il modellino d'orso giaceva nella sua mano in attesa dei conseguenti avvenimenti.
     
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  4. ‚Eleonorinskiii
     
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    Gladys;

    Gladys rimase sorpresa quando il ragazzo le rispose: se era in grado di capirla molto probabilmente si trattava di uno studioso o qualcosa del genere. Decise così di osservarlo un po' meglio: indossava abiti da mago che facevano pensare,appunto,ad uno studioso...ma quella corporatura così muscolosa le faceva intendere che,forse,non bisognava basarsi solo sull'abbigliamento e sulla capacità di quel ragazzo di parlare nella lingua delle ninfe.
    Chi è questo ragazzo?
    ,iniziò a chiedersi la ninfa continuando ad osservarlo con i suoi grandi occhi rossi. Rispose con un sorriso al ringraziamento del ragazzo che,successivamente,parlò ancora. La sua espressione non era definita e il suo tono di voce era davvero strano: sembrava voler essere gentile con lei anche se in realtà non lo era. Gladys iniziò a sospettare,inevitabilmente,di lui. La corporatura troppo muscolosa per appartenere ad un mago o ad uno studioso,l'apparente finta gentilezza e quello strano linguaggio formale la facevano stare allerta. Tuttavia gli sorrise scuotendo la testa.
    No,non c'è nessun problema. Il mio era solo un gesto gentile! Sai,hai tutta l'aria di essere un viaggiatore e vedendoti riempire quella sacca con dell'acqua ho pensato che potessi avere anche fame
    ,gli spiegò lei. In realtà non gli aveva detto una bugia,lo aveva pensato davvero e comunque era nella sua indole essere gentile con gli altri...a meno che non si trattasse di gente proveniente dal Regno. No,quella l'avrebbe volentieri sterminata. Gli avevano portato via la sua adorata Elisabeth...come poteva perdonarli? Come poteva avere pietà di loro?
    Mentre il ragazzo iniziava a plasmare qualcosa con della terra e dell'acqua,Gladys iniziò a farsi delle domande. E se quell'individuo venisse dal Regno e fosse lì per spiare i Ribelli?
    Maledetto. Se scopro che vieni da quel mondo di esseri indegni giuro che ti torturo finché non sarai tu stesso a implorarmi di ucciderti.
    Gladys osservò ogni suo movimento senza però cogliere comportamenti sospetti nel ragazzo. In lui c'era soltanto...apatia. Sembrava del tutto indifferente a ciò che gli accadeva intorno,come se fosse minimamente preoccupato o turbato dal fatto di trovarsi in una terra di esiliati,di Ribelli appunto. Che fosse un Ribelle anche lui,allora? Gladys moriva dalla voglia di chiederglielo ma era chiaro che non poteva farlo.
    Quando il ragazzo terminò la sua opera,Gladys osservò stupefatta il modellino di orso che aveva creato semplicemente modellando della terra. Lo prese fra le mani e lo osservò per qualche istante: era identico a quello in cui aveva trasformato la mela solo pochi minuti prima.
    E'...è bellissimo,grazie!
    ,esclamò Gladys entusiasta: nessuno le aveva mai fatto un regalo a parte Elisabeth. Ripose il modellino nella borsa che portava ancora a tracolla,poi afferrò una nuova mela dalla sacca,la tenne in mano per qualche istante chiudendo gli occhi e un istante dopo il frutto di illuminò,cadde a terra e si trasformò nuovamente in un orso.
    Porta qui la mia arpa
    ,gli disse lei osservando l'animale che le obbediva senza protestare. L'animale sollevò lo strumento,lo portò vicino a Gladys,poi la ninfa schioccò le dita e raccolse la mela inanimata riponendola al suo posto. La ragazza si sedette sullo sgabellino,poi iniziò a suonare una dolce melodia continuando a guardare il ragazzo.
    Io sono Gladys e queste sono le mie mele e la mia arpa
    ,si presentò ridendo. Vedendola così nessuno avrebbe mai immaginato di avere a che fare con una ninfa ribelle sadica e maligna.
    Tu come ti chiami? Che cosa ti porta qui?
    ,gli chiese poi con un sorriso radioso sulle labbra. Era ancora sospettosa ma cercava in tutti i modi di non farglielo notare. Se avesse fatto anche un solo passo falso gli avrebbe scatenato contro...le sue mele.
     
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    Alistair;
    Quando Alistair ringraziò per la mela ricevuta, rispose con un sorriso e quando chiese alla ninfa se rappresentasse un problema il fatto che non possedesse nulla da poter donare in cambio, lei rispose sempre in lingua delle ninfe:
    No,non c'è nessun problema. Il mio era solo un gesto gentile! Sai,hai tutta l'aria di essere un viaggiatore e vedendoti riempire quella sacca con dell'acqua ho pensato che potessi avere anche fame
    Era più che ovvio che il mutaforma aveva errato nel suo camuffamento. Di certo un viaggiatore con tanto di mantello da viaggio non se ne va in giro con solo una sacca d'acqua e tanto meno senza nemmeno un'arma per cacciare. Fosse stato anche un mago provetto in grado di usare la magia per procurarsi una preda e per evocare un fuoco per cucinarla avrebbe avuto bisogno di un minimo equipaggiamento. Ma questo non saltò subito alla mente del giovane, piuttosto, si impegnò a fare il modellino di orso con la terra per sdebitarsi della gentilezza della ragazza.
    Quando fu finalmente finito e glielo porse. Era fatto interamente di terra e, non avendo attrezzi era stilizzato, non c'erano segni del pelo apparendo come un manto liscio, le forme erano ben proporzionate e non presentava spigoli, aveva delle forme armoniose che definivano e diversificavano il corpo dalle zampe e dalla testa, si vedeva una leggera protuberanza per la piccola coda e un piccola incisione d'unghia per la bocca. Non era certo il massimo della precisione e della manifattura, ma era il meglio che si potesse fare usando solo le mani.
    La ninfa guardò il modellino che aveva fatto Alistair e ne restò stupefatta. I suoi occhi rossi guardavano la figura quasi increduli.
    E'...è bellissimo,grazie!
    C'era entusiasmo nel suo tono di voce e, non appena prese il modellino, lo ripose con cura dentro la sacca che aveva ancora addosso. Era chiaro che il dono le era stato molto gradito.
    A quel punto, il giovane mago, ebbe modo di vedere all'opera l'alte della trasfigurazione della ninfa. Prese una male dalla sacca in cui giaceva ora ben custodito il modellino d'orso e tenendola in mano si concentrò. L'effetto che ne seguì fu meraviglioso da contemplare. La mela si illuminò sino a cadere a terra. Quando toccò il suolo sembrò che da quel frutto, che anatomicamente aveva quattro lembi che si distanziavano dal cuore, ne prendesse vita un orso. I quattro lembi divennero le zampe della creatura e il volume crebbe esponenzialmente, da una parte si definì in forma allungata il collo e la testa e quello stesso volume che si assottigliava sembrava compensata dall'estremità opposta sino a formare il suo ampio posteriore. Negli ultimi istanti della trasfigurazione, quando la luce lasciava l'animale, si definirono anche il pelo, gli occhi, i denti, gli artigli e la piccola coda. Era una magia splendida.
    Comunque, mandò la mela trasfigurata a prendere l'arpa. L'orso eseguì obbediente. Sollevò lo strumento sino a condurlo nella posizione in cui si trovavano i due in quel momento. L'arpa aveva una forma molto particolare ed essendo un unico pezzo aveva una postazione per consentire a chi la suonava di sedersi. La ninfa si mise comoda assumendo la posizione adeguata per suonarla e cominciò ad emettere delle splendide note.
    Alistair aveva studiato i precetti musicali e il loro significato ma trovava difficile decifrare quelle note. Avendo vissuto ad Aresmelle tutta la vita, si era abituato alla melodia degli elfi e sapeva distinguere le emozioni che voleva trasmettere ogni tipo di composizione. Per le ninfe era diverso, lo riusciva a percepire. I suoni ricordavano le stesse intonazioni della loro lingua e sembravano seguire gli stessi accordi musicali. Comparando queste due conoscenze, Alistair poteva azzardare che fosse una melodia dedicata ad infondere serenità a chi la ascoltava. Era una musica molto diversa da quella degli elfi ma era molto melodiosa e di sicuro apprezzabile anche da orecchi che non l'avevano percepita prima. Mentre la ninfa la suonava le sue mani sembravano danzare sicure sulle corde, il quale movimento sembrava armonizzarsi perfettamente con la melodia come una coreografia studiata appositamente per risultare una combinazione artistica di suono e movimento. I capelli bianchi della ragazza fluttuavano ritmicamente seguendo i movimenti delle braccia, nell'insieme sembrava davvero un'accordo per evocare bellezza.
    Una tale armonia, sembrava rendere necessaria la piena concentrazione e dedizione della ninfa, invece le risultava naturale, tanto che continuava a guardare il mutaforma mentre suonava e instaurò anche le basi per una conversazione.
    Io sono Gladys e queste sono le mie mele e la mia arpa. Tu come ti chiami? Che cosa ti porta qui?
    Alistair poteva dire il suo nome e cosa avrebbe dovuto presentare assieme a se stesso? La sua sacca per l'acqua? I suoi vestiti? Le mele e l'arpa erano un po' il potere e la passione della ninfa. Ma Alistair avrebbe dovuto trasformarsi per mostrare le sue doti e mostrare un libro per la sua passione di leggere. Poteva evocarne uno da sotto il mantello. Era anche auspicabile che vi fossero tasche da qualche parte e poteva anche essere plausibile che un viaggiatore si portasse un libro dietro. Non se la sentiva pienamente di svelare tutte le sue carte e dire tutto sulla sua capacità di mutazione, ma non voleva nemmeno mentire e continuare a tenere su una facciata.
    Io sono Alistair, non ho oggetti che possano mostra le mie arti o la mia passione. Ma se le avessi con me mostrerei dei libri! Amo leggere! Cosa che risulterebbe sminuita dalla tua musica, non è certo una produzione che possa favorire un'arte per chi mi ascolta...
    Prese qualche secondo ti tempo per rimpinguare qualche nota di quella dolce musica poi aggiunse.
    Sorgo da un'erudizione durata quasi tutta la mia vita, per tanto ho covato il desiderio di conoscere posti diversi da uno studio o una biblioteca. Tu invece, cosa ti ha condotto qui?
     
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    Gladys;

    Mentre le dita di Gladys danzavano leggere e sicure nell'aria accarezzando le corde dell'arpa,il ragazzo si presentava. Gladys lo ascoltava senza smettere di suonare e soprattutto senza staccare gli occhi da lui: cercava di cogliere anche la più piccola informazione che potesse rivelargli da dove realmente veniva quel ragazzo. Ma ancora una volta in lui non vide altro che apatia.
    Che sia forse in grado di usare qualche incantesimo per mascherare le sue emozioni? O è proprio così di suo? Uff...non ci capisco nulla
    ,pensò Gladys senza fare nessun tipo di espressione. Si limitava a guardarlo in silenzio,attenta ad ogni minimo movimento del suo viso,del suo corpo e di qualsiasi altra cosa che potesse aiutarla in quella strana caccia all'indizio.
    Io sono Alistair, non ho oggetti che possano mostra le mie arti o la mia passione. Ma se le avessi con me mostrerei dei libri! Amo leggere! Cosa che risulterebbe sminuita dalla tua musica, non è certo una produzione che possa favorire un'arte per chi mi ascolta...
    Gladys sorrise a quelle parole e scosse la testa leggermente facendo danzare nell'aria gli splendenti e morbidi boccoli. Aveva sempre pensato che leggere fosse il modo migliore per nutrire la mente. Dai libri potevi imparare un sacco di cose leggendo dei manuali o potevi semplicemente lasciare spazio all'immaginazione leggendo un racconto.
    Le venne in mente Elisabeth: lei si che leggeva molti libri! Forse era per quello che sapeva così tante cose. Anche Gladys aveva letto parecchi libri ma preferiva di gran lunga passare il suo tempo suonando l'arpa,passione che le aveva trasmesso sempre Elisabeth. Ancora una volta fu come tornare indietro nel passato: perché l'avevano imprigionata? Cosa poteva mai aver fatto di male quella ninfa dalla bellezza sconvolgente e dalla dolcezza sconfinata? Più ci pensava e più aumentava l'odio per il Regno. Se almeno le avessero dato delle spiegazioni...se almeno le avessero permesso di vederla almeno qualche volta...invece no. L'avevano lasciata da sola,senza più una guida,senza più un punto di riferimento: come avevano potuto? E poi si sa,nelle prigioni la vita non è mai semplice...chissà come trattavano la sua Elisabeth? Chissà se stava bene? Chissà...chissà se era ancora viva? No,no,non doveva pensare a quello. Elisabeth era sicuramente viva.
    Gladys decise di concentrarsi su Alistair per allontanare quei pensieri: meglio evitare di farsi prendere dalla rabbia proprio in quel momento,le sarebbe anche potuto costare la vita visto che non sapeva bene con chi avesse a che fare in quel momento.
    Ho sempre pensato che leggere fosse il miglior nutrimento per la mente. Insomma...puoi imparare un sacco di cose dai manuali o puoi semplicemente far lavorare la tua fantasia con un racconto. Il potere dei libri è davvero grande!
    ,commentò Gladys con un sorriso. Poi Alistair parlò di nuovo.
    Sorgo da un'erudizione durata quasi tutta la mia vita, per tanto ho covato il desiderio di conoscere posti diversi da uno studio o una biblioteca. Tu invece, cosa ti ha condotto qui?
    Mentre Alistair parlava del suo desiderio di conoscere posti nuovi,gli occhi di Gladys si illuminarono: un viaggiatore! Quante cose doveva aver visto e conosciuto allora! Era davvero una cosa meravigliosa. Ma ciò che disse dopo....ecco,quello la fece incupire. E si incupì ancora di più non appena realizzò che cosa significasse ciò che il ragazzo aveva appena detto. Voleva conoscere posti nuovi...dunque quello non era il luogo in cui risiedeva: lui veniva da fuori se quello era un posto nuovo...lui...lui veniva dal Regno. Le sue dita smisero di rispondere ai suoi comandi e suonò qualche nota stonata sull'arpa prima di smettere del tutto di suonare. Fissò Alistair per qualche istante con i suoi grandi occhi rossi e riuscì a controllare la rabbia che le stava crescendo dentro.
    La vendetta. E' questo che mi ha condotto qui
    ,gli rispose lei con un tono di voce cupo,freddo. Non c'era più traccia della ninfa allegra e spensierata di poco prima e Gladys sapeva che quello non era un buon segno: se non fosse riuscita a controllare la sua rabbia lo avrebbe senz'altro attaccato. Lui non le aveva fatto nulla di male,anzi...le aveva perfino fatto un dono. Ma la sua provenienza...era quello il problema. Lui veniva dal Regno. Lui apparteneva a quel popolo di essere insensibili ed egoisti. Rimase seduta accanto alla sua arpa tenendo gli occhi fissi su di lui senza battere ciglio.
    Vieni dal Regno,non è così?
    ,gli chiese lei dominando ancora una volta la rabbia: solo pronunciare quella parola le faceva venire il voltastomaco.
     
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    Alistair;
    Mentre la ninfa suonava Alistair sedeva sulla riva del lago. Il cappuccio del suo mantello da viaggio era rimosso con quel caldo e posava delicatamente sulla sua schiena. I suoi occhi erano socchiusi cercando di godersi sia la temperatura che la dolce musica. Sembrava un duetto perfetto quello della ragazza e del suo strumento, pareva quasi che la stessa arpa cercasse di dare il meglio di se quando le sue dita sottili pizzicavano le corde per produrre ogni nota di quella beata composizione.
    Quando Alistair si presentò comparando la sua dedizione per la lettura con quella della ninfa di suonare l'arpa ottenne il curioso effetto di far sorridere la ragazza e di farle scuotere i capelli creando un movimento morbido e ondoso che fece vibrare nell'aria i suoi capelli bianchi.
    Alistair che aveva una risonanza con la magia arcana e sapendo che ogni essere vivente aveva una sua vibrazione di quella stessa magia. Sentiva che la sua nuova conoscenza, aveva delle variazioni sulle vibrazioni dentro di se. Nel corso dei suoi studi aveva imparato che l'umore poteva alterarle. Se diminuivano poteva esserci tristezza o malinconia. Possibile che quella musica la intristisse o la impensierisse?
    Più Alistair l'ascoltava e più si sentiva tranquillo ma non poté fare a meno di concentrarsi sulla strana sensazione che la ragazza stesse provando o pensando a malincuore qualcosa. In un primo momento sorse nella sua mente l'ipotesi che ad insegnarla a suonare fosse stata una persona che non c'era più o che magari suonasse per qualcuno che aveva perso. In quel momento, il mago, si sentì un usurpatore ad aver violato qualcosa che non avrebbe dovuto e che apparteneva ad altri. Non era esattamente vero, perché era stata una scelta della ninfa di suonare per lui, quindi era stata lei stessa a concedergli quel dono e a renderlo degno con la sua scelta.
    A far tacere le sue paure furono le parole di Gladys che ebbero anche l'effetto di far tornare regolare le vibrazioni arcane che era insite in lei.
    Ho sempre pensato che leggere fosse il miglior nutrimento per la mente. Insomma...puoi imparare un sacco di cose dai manuali o puoi semplicemente far lavorare la tua fantasia con un racconto. Il potere dei libri è davvero grande!
    Alistair, ovviamente non poteva che essere d'accordo. Tutto quello che sapeva veniva quasi interamente dai libri e naturalmente dal suo mentore Amras ma anche lui, a sua volta, lo aveva appreso dai libri anche se c'era anche molto che aveva scoperto tramite studi diretti, come quelli che aveva fatto sul mutaforma per comprendere il segreto delle sue trasformazioni. Ed ora era quello che voleva anche Alistair, voleva conoscere il mondo anche attraverso il contatto diretto lasciando perdere gli studi sui libri e, naturalmente, voleva anche coltivare il suo dono di sapersi mutare e di renderlo veramente utile. In un certo senso sentiva di doverlo fare anche per Amras. Potenziare le sue mutazioni e i suoi poteri avrebbero confermato tutto il tempo e la dedizione che l'elfo aveva speso per Alistair. Lo avrebbe ringraziato per i suoi sforzi e sarebbe stato anche una specie di compimento del suo lavoro di ricerca. In un certo qual senso lo scopo dei suoi viaggi era anche quello.
    Durante tutto questo pensiero e nel lento scorrere del tempo, Alistair era in quiete e sembrava esserlo anche Gladys. Ma...benché il mutaforma non ne avesse l'intenzione le parole che seguirono, per quanto innocue, distrussero la tranquillità che aveva così ben cullato i loro animi.
    Sorgo da un'erudizione durata quasi tutta la mia vita, per tanto ho covato il desiderio di conoscere posti diversi da uno studio o una biblioteca. Tu invece, cosa ti ha condotto qui?
    Non appena Alistair terminò questa frase, numerosi eventi si susseguirono in rapida successione. Da un primo momento, le vibrazioni arcane della ninfa, si scossero da un fremito. Sorpresa, eccitazione, meraviglia. Era stato già noto che la ninfa amava la conoscenza. Lo aveva dichiarato apertamente nel suo apprezzamento dei libri e del loro potere. Quindi era una reazione ovvia, naturalmente ciò che si conosce con un viaggio e con un'esperienza diretta è molto più forte di ciò che si può apprendere all'interno di un libro, fosse anche illustrato. Si conosce gente nuova, posti nuovi, esperienze dirette, buone o cattive che siano ti fanno crescere, temprano il tuo carattere e ti fanno diventare più forte. Alistair pensò per un momento che Gladys amasse l'idea del viaggio, ma questo pensiero venne bruscamente interrotto dalla serie di eventi che seguirono il primo momento d'eccitazione.
    Le vibrazioni arcane impazzirono, ci fu un'istante di fermo assoluto e poi in un moto vorticoso come se le parole di Alistair avessero colpito un punto cruciale della ragazza. Probabilmente il punto sbagliato. In parallelo con ciò, le dita della ninfa che tanto si erano mosse armoniosamente fin ora, stonarono alcune note e persino il loro movimento aveva seguito la stessa rottura che aveva subito il suo animo. Dopo di che smise completamente. Perfino lo sguardo con cui non aveva smesso un istante di guardare Alistair era cambiato ed era stato animato da un fuoco interiore che non era ancora in gradi di decifrare.
    La vendetta. E' questo che mi ha condotto qui!
    Il tono era freddo e distaccato oltre che per la percezione di una strana nota di velata ostilità. Non ci voleva un genio. Aveva detto la cosa sbagliata. Cosa poteva esserci stato di male nelle parole del mutaforma?
    Aveva detto che aveva vissuto per tutta la vita o in uno studio o in una biblioteca. Molte persone conducevano la propria vita allo stesso modo e non vedeva per quale motivo ciò dovesse rappresentare un problema. Aveva detto che viaggiava per scoprire posti nuovi ma era proprio la cosa che l'aveva entusiasmata all'inizio. Conoscere dal vivo non poteva essere peggio che conoscere da un libro. Allora cosa?
    Vieni dal Regno,non è così?
    Bingo! Ecco il problema! Alistair era in territorio d'esilio. Se era arrivato fino a li per conoscere posti nuovi probabilmente veniva dalla direzione opposta. Ma era anche un ragionamento errato. Alistair poteva venire da Knog stessa e non aver mai visto quel posto.
    Alistair non voleva arrivare allo scontro. Ma aveva deciso di essere sincero. Comunque era stato colpito negativamente dal tipo di reazione che aveva avuto la ninfa. Perciò, quando restituì lo sguardo alla sua interlocutrice, anche in lui era cambiato qualcosa. In un tipo come lui, incapace di dare un volto alle proprie emozioni, non si poteva dire cosa potesse significare ma aveva uno sguardo intenso e una grande forza nel tono di voce.
    E dovrebbe rappresentare un problema? Il luogo da cui provengo non determina la scelta del mio schieramento o della mia morale!
    Parole forti accompagnate da uno sguardo di fuoco e un volto privo di segnali. Cosa avrebbe pensato chi lo guardava dall'esterno?
    Patriottismo e piena appartenenza al regno? Nessuno schieramento e fedeltà solo ai propri principi morali? Intimidazione verso la ninfa? Avvertimento a calmarsi poiché la ninfa era entrata in contatto con forze superiori alle sue capacità? Pericolo? Oppure altro?
    Gli sguardi si contesero l'uno contro l'altro. In attesa...bandiera bianca o fuoco a volontà?
     
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    Gladys;

    E dovrebbe rappresentare un problema? Il luogo da cui provengo non determina la scelta del mio schieramento o della mia morale!
    LA TUA GENTE MI HA PORTATO VIA LA PERSONA CHE MI HA CRESCIUTA E CHE MI HA INSEGNATO TUTTO CIò CHE SO! MI HA PORTATO VIA L'UNICA PERSONA CHE MI ABBIA MAI VOLUTO BENE!
    ,gridò Gladys alzandosi in piedi e fissando con i suoi occhi di fuoco Alistair,stessi occhi che un istante dopo si riempirono di lacrime mentre il corpo della giovane si accasciava a terra reggendosi solo sulle ginocchia.
    Mi vergogno di venire da quel posto. Mi vergogno di essere una di loro...una di voi
    ,sibilò la ninfa stringendo le mani a pugno. Aveva la testa bassa,gli occhi puntati sul terreno e i capelli che le coprivano quasi completamente il volto. Stava per esplodere,se lo sentiva. Stava per perdere il controllo come le succedeva ogni volta che aveva a che fare con gente del Regno...ma c'era qualcosa che la frenava,qualcosa che le impediva di scoppiare liberando tutto l'odio represso: quel ragazzo non le aveva fatto del male,non l'aveva insultata e addirittura le aveva fatto un regalo. Sapeva che se fosse esplosa non avrebbe avuto alcuna pietà di lui e avrebbe addirittura dimenticato il modellino di orso che lui aveva modellato appositamente per lei. Dentro alla sua testa e al suo cuore ci sarebbe stata solamente la voglia di togliere la vita lentamente e nel modo più doloroso che le venisse in mente a un essere proveniente dal Regno,la terra che le aveva strappato via senza nessuna pietà la sua Elisabeth.
    Alzò gli occhi verso Alistair e lo guardò in silenzio mentre alcune lacrime scivolavano leggere e pesanti allo stesso tempo sulle sue guance: quelle lacrime sapevano di rabbia e di dolore e a Gladys parve quasi che le stessero ustionando la pelle per quanto bruciavano.
    Fu proprio in quel momento però che si mise a riflettere su ciò che aveva detto il ragazzo: aveva ragione. Anche Gladys proveniva dal Regno eppure non apparteneva a quello schieramento,non condivideva i loro principi.
    La ninfa mise una mano dentro la sacca e ne estrasse una mela rigirandosela tra le mani ma non staccò mai gli occhi da Alistair. Era pronta a mettere da parte la sua personalità dolce e spensierata per dare spazio al rovescio della sua personale medaglia: la sete di sangue.
    In che cosa credi? Per che cosa lotti?
    ,gli chiese lei con un filo di voce: la sua era dunque una domanda per chiarirsi meglio le idee. Non sapeva se attaccare o meno quel ragazzo ancora,ma il fatto che le avesse fatto un regalo e comunque non l'avesse ancora attaccata la portava,seppur in minima parte,a fidarsi di lui. Dopotutto era una ninfa chiara,era la sua natura a portarla a fidarsi quasi subito di tutti.
    Non mi lascerò ingannare. Anche se sul tuo volto leggo pura e semplice apatia io non mi lascerò ingannare
    ,disse a se stessa senza staccare gli occhi da lui e senza battere ciglio. Lo osservava in modo avido,affamata di nuove informazioni e anche di piccoli indizi che le rivelassero le reali intenzioni del ragazzo: no,non si sarebbe lasciata ingannare.

     
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    Alistair;
    Le parole di Alistair innescarono una reazione immediata in Gladys. Avvampando di tutto ciò che di irrequieto si potesse raccogliere dentro al suo animo inveì sul mutaforma con parole di pura ed infuocata rabbia.
    LA TUA GENTE MI HA PORTATO VIA LA PERSONA CHE MI HA CRESCIUTA E CHE MI HA INSEGNATO TUTTO CIò CHE SO! MI HA PORTATO VIA L'UNICA PERSONA CHE MI ABBIA MAI VOLUTO BENE!
    Le lacrime cominciarono a versarsi nei suoi limpidi occhi rossi, riempiti delle gocce del pianto, si svuotarono lungo le sue guance e il dolore la fece precipitare sulle sue ginocchia, a terra ed in preda alla rievocazione del motivo del suo cambiamento aggiunse:
    Mi vergogno di venire da quel posto. Mi vergogno di essere una di loro...una di voi
    Mentre pronunciava queste parole serrava le mani a pugno. Aveva la testa bassa e, benché i capelli le coprissero gli occhi, si poteva immaginare benissimo che fossero puntati fissi al suolo. Stava probabilmente cercando di riprendere il controllo, o almeno era quello che Alistair ipotizzava ma dentro della ragazza vibrava un'energia sinistra che sembrava indecisa se scatenarsi o no.
    Alistair cominciava a comprendere che la ninfa era sopraffatta dal dolore e dall'odio verso la gente del regno che le avevano portato via una persona per lei indispensabile. Era ormai chiaro che la dolce ninfa che suonava l'arpa era la vera Gladys, quella che sarebbe stata se nessun dramma le avesse scosso l'esistenza. Purtroppo però, qualcuno appartenente al regno le aveva sottratto la serenità e quindi aveva generato una seconda versione di lei che Alistair era sul punto di risvegliare. Sebbene la ragazza stesse visivamente cercando di controllarsi era combattuta sull'onta del mostro interiore che voleva emergere e chiamare a se la sua vendetta, come ella stessa aveva asseverato.
    Alistair desiderava che Gladys restasse fedele al suo cuore e al suo animo. L'avrebbe combattuta sicuramente se avesse perso il controllo, sarebbe stata anche una buona occasione per mettere in pratica i suoi poteri con qualcuno che ne fosse all'altezza ma, così facendo, non avrebbe concesso alla ninfa l'occasione di dare pace a ciò che le infuriava dentro.
    Gladys alzò di nuovo lo sguardo spostando gli occhi dal terreno ad Alistair e, abbandonando il suo torpore, mise una mano nella sua tasca afferrando una mela e rigirandosela tra le mani. Ormai era chiaro per la mente allenata e colta del mutaforma, che il potere della ninfa veniva dalle sue mele e, per tanto, sapeva che erano sull'orlo dello scontro.
    Le parole che emersero dalla giovane, diedero ulteriore conferma del combattimento interiore che la ninfa stava facendo, probabilmente incoraggiata dal fatto che il primo contatto dei due, era stato particolarmente incoraggiante e che avesse segnato in qualche modo un legame che aveva spinto Alistair a smettere di mentire e di coprire la sua identità segreta di mutaforma e che stava spingendo lei a capire il mago che aveva di fronte al di la della sua provenienza, e che le stava impedendo di essere partita già all'attacco. Perché qualcosa dentro Alistair gli suggeriva che, in condizioni diverse e normali, la ninfa avrebbe già attaccato nel momento in cui aveva smesso di suonare l'arpa.
    In che cosa credi? Per che cosa lotti?
    Dentro di lei le vibrazioni erano molto accelerate, Alistair sentiva che erano arrivate all'ultimo ostacolo che le separava dall'esplosione. Il giovane mutaforma, socchiuse gli occhi e cercò di mettersi nei panni di Gladys. Il suo mentore Amras era per lui lo stesso rispetto a ciò che rappresentava per Gladys le persona che aveva perso. Se qualcuno avrebbe portato via da lui Amras ora poteva esserci un mutaforma pronto a trasformarsi in attesa della risposta di una dolce e allegra ninfa. In pratica erano esempi diversi di una situazione che potrebbe essere la stessa.
    Conscio di questa consapevolezza, Alistair tornò ad allacciare il suo sguardo con quello di Gladys. L'intensità del suo sguardo era ancora maggiore di quella di prima benché la ragione fosse diversa. Alistair decise, dunque, di prendere insegnamento da Amras non solo per la sua erudizione, ma anche per il fatto che era stato, per il giovane mutaforma, il miglior padre che avesse mai avuto.
    Senza staccare lo sguardo dalla ragazza si avvicino e posò la sua mano destra sulla mano sinistra di Gladys. Sapeva bene di non essere in grado di mostrare ciò che provava dentro con le espressioni facciali, allora decise di servirsi della magia per farlo.
    Lasciò scorrere la magia arcana dentro la ninfa manipolandola e facendo in modo che si legasse a lei. Ciò che sentiva il mutaforma lo avrebbe sentito direttamente anche lei.
    Era affranto per la perdita che lei era stata costretta a vivere.
    Si sentiva spaventato da ciò che avrebbe potuto sopportare lui se avesse perso Amras.
    Era del tutto indifferente allo schieramento tra Regno e Ribelli.
    Per lui contava solo il giusto in assoluto.
    Non voleva mentire a Gladys.
    Provava pena per lei.
    Era curioso di sapere se la faccia oscura della ninfa impensierisse o infastidisse la faccia allegra e dolce.
    Non voleva combattere e se avesse dovuto farlo non l'avrebbe ne ferita ne uccisa.
    Voleva aiutarla, se ci riusciva.
    Non ho ancora uno scopo! Credo che uno scopo darebbe un senso ai miei poteri rendendoli davvero utili e maggiormente potenti. Sono in viaggio anche alla ricerca di uno scopo! Per adesso, lotto per sopravvivere e per fare qualcosa di buono!
    Le parole di Alistair erano piatte come le sue espressioni. Ma Gladys, avrebbe percepito qualsiasi cosa sarebbe avvenuta dentro il mutaforma per tutto il tempo in cui le avrebbe tenuto la mano.
     
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    Gladys;

    Alistair si mosse e Gladys aprì di più gli occhi,come se quel gesto l'avesse potuta in qualche modo aiutare a catturare più dettagli,più informazioni utili a capire quali fossero le sue reali intenzioni. Il ragazzo si avvicinò a lei ma la ninfa rimase immobile trattenendo addirittura il respiro. Smise di giocare con la mela ma non la lasciò cadere: era pronta ad usarla nel caso fosse stato necessario.
    Ma Alistair sembrava tutt'altro che intenzionato a scontrarsi con lei,anzi. Sembrava quasi volerla tranquillizzare,rassicurare,aiutare.
    Perché mai un estraneo potrebbe volermi aiutare?
    La ninfa tuttavia non abbassò la guardia. La verità era che dentro di lei era in corso una battaglia molto dura fra le sue due personalità: quella "buona" voleva fidarsi di Alistair,ma quella "cattiva"...beh,quella non vedeva l'ora di scatenarsi,di strappare ogni singolo brandello di carne da quel corpo proveniente da un mondo fatto solo di bugie.
    Controllati Gladys,controllati
    ,si disse la ninfa ritrovando un briciolo di controllo. Non poteva lasciarsi sopraffare così dall'istinto: doveva controllarsi,almeno su quello non c'era dubbio.
    Alistair si avvicinò a lei e,con incredibile sorpresa della ninfa,le posò la mano destra sulla sua sinistra. Gladys ebbe un brivido a quel delicato contatto e fissò ad occhi spalancati le loro mani sovrapposte. La ninfa alzò meccanicamente la testa verso di lui alla ricerca di una qualsiasi espressione sul suo viso che potesse rivelarle qualcosa,ma niente. Quella sua apatia la innervosiva e l'affascinava allo stesso tempo: chi era in realtà quel ragazzo? E perché lei,accanita osservatrice,non riusciva a cogliere nessun tipo di emozione sul suo volto?
    Chi sei,Alistair?
    Poi successe qualcosa di strano,qualcosa che Gladys non aveva mai provato prima e qualcosa di cui non aveva mai sentito parlare.
    Di colpo ebbe la netta sensazione di percepire dentro di sé delle emozioni che non le appartenevano,delle emozioni del tutto estranee alla sua mente: lei non le stava provando in prima persona,eppure le percepiva. Affranto per la perdita per cui lei stessa soffriva,paura per ciò che avrebbe potuto comportare la perdita di una persona cara,pena verso la ninfa,volontà di essere sincero con lei e soprattutto...indifferenza verso la distinzione fra Regno e Ribelli.
    La mano sinistra di Gladys si rilassò e la stessa cosa fece quella destra; la mela cadde a terra accanto a lei e la mano sinistra della ninfa strinse quasi inconsciamente quella di Alistair mentre lo ascoltava.
    Non ho ancora uno scopo! Credo che uno scopo darebbe un senso ai miei poteri rendendoli davvero utili e maggiormente potenti. Sono in viaggio anche alla ricerca di uno scopo! Per adesso, lotto per sopravvivere e per fare qualcosa di buono!
    Gladys aprì la bocca per parlare ma in realtà non ne uscì alcun suono. Rimase semplicemente lì,ferma,a fissare quel ragazzo senza dire una sola parola per qualche minuto. Abbassò poi la testa sulle loro mani e vedendo che stava stringendo la sua la ritirò mentre le sue guance si coloravano di rosso: non poteva comportarsi in quel modo,dopotutto lui era un ragazzo...e in più era un estraneo.
    Elisabeth. Lei si chiama Elisabeth
    ,disse la ninfa con lo sguardo perso nel vuoto. Circondò le propria ginocchia con le braccia,vi posò sopra una guancia e rivolse lo sguardo verso il lago. Sentiva che la sua anima cattiva si era placata e,almeno per il momento,aveva battuto in ritirata.
    Quando...quando mi hai preso la mano...io...beh,non so come tu abbia fatto ma ho sentito delle emozioni strane...credo fossero le tue ma non ne sono del tutto sicura,per quel che ne so potrebbe anche essere un trucco per ingannarmi ma la mia natura di ninfa chiara mi porta a fidarmi di te.
    Gladys prese la mela accanto a sé e la osservò.
    Ho sentito che...beh,anche tu hai una persona che non vorresti mai perdere. Io non so chi sia ma vedi...
    La mela nella sua mano iniziò a modellarsi fino a prendere la forma di una piccola statuetta raffigurante una ninfa bellissima: Elisabeth.
    ...tienila stretta. Se dovessero portartela via...beh,ti garantisco che soffriresti tanto quanto soffro io
    ,disse lei chiudendo gli occhi mentre la mela riprendeva la sua forma originaria. La ripose poi nella sua sacca e a quel punto sollevò la testa per osservare i lineamenti del ragazzo.
    Ma dimmi...quali sono i poteri di cui parli? Me ne hai dato un assaggio poco fa ma...di che cosa sei capace realmente?
    ,gli chiese lei continuando a osservarlo quasi avidamente: si,quel ragazzo la affascinava e la innervosiva allo stesso tempo. Le venne in mente che Elisabeth,quando vivevano ancora insieme,incontrava spesso un ragazzo e la piccola Gladys non riusciva a capacitarsi come lei potesse essere attratta da un essere di sesso maschile: era ancora troppo piccola per capire le dinamiche dei sentimenti.
    Gladys non sapeva se si sentiva attratta o meno da Alistair,sapeva solo che le piacevano i suoi lineamenti.
     
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    Alistair;
    Quando le emozioni di Alistair confluirono dentro Gladys, gli occhi di quest'ultima penetrarono in quelli del mutaforma. Mentre parlava, la ninfa si rilassò a poco a poco, il mago lo poteva sentire dal tocco della mano. Facendo rilassare le mani, la ragazza perse la presa sulla mela che cadde rotolando appena sull'erba asciutta.
    Le parole di Alistair scorrevano e, la ninfa, gli strinse la mano. Il suo desiderio di aiutarla e di tranquillizzarla le permise di tenergliela. Quando il movimento delle labbra intento a parlare cessò, Gladys rimase a fissare Alistair per qualche minuto e lui le lasciò tutta la possibilità di farlo. Nel rispetto di quella persona, evitò di invadere la sua intimità allacciando le emozioni della ninfa a se stesso, permise solo a lei di sentire i suoi.
    Come se non se ne fosse neppure accorta, la giovane, abbassò lo sguardo sino a scrutare le loro mani e, quando vide che lei stringeva la mano di Alistair, si riscosse.
    Fece quasi guizzare via la sua mano. Quella del mutaforma era appena poggiata sulla sua, quindi quando la presa della ninfa si dissolse e il suo braccio si ritirò non ci fu nulla ad impedirglielo, il rossore comparve nuovamente sulle guance della ninfa. Dentro di lei le vibrazioni erano calme ora, e anche agitate da un certo punto di vista, anche se non c'era più traccia di energia sinistra ne di pericolo.
    Elisabeth. Lei si chiama Elisabeth!
    Ora doveva stare a parlare, probabilmente, della persona cara che aveva perso. Sua madre forse, o comunque qualcosa del genere. Ciò non fece altro che rafforzare l'idea che Anche Alistair poteva trovarsi nella medesima situazione se si fosse trovato al posto suo.
    Ora lei sedeva a terra raccogliendosi le gambe tra le braccia con le ginocchia rivolte verso l'alto e con la guancia poggiata su di esse. Lo sguardo era rivolto verso il lago e l'espressione persa nei suoi pensieri o in qualche ricordo.
    Quando...quando mi hai preso la mano...io...beh,non so come tu abbia fatto ma ho sentito delle emozioni strane...credo fossero le tue ma non ne sono del tutto sicura,per quel che ne so potrebbe anche essere un trucco per ingannarmi ma la mia natura di ninfa chiara mi porta a fidarmi di te.
    Alistair la guardò, ormai il contatto era interrotto e di nuovo non poteva trasmetterle nessuna emozione e le sue espressioni, il suo volto, i suoi occhi non erano in grado di farlo anche se, ora, voleva farlo.
    Nessun trucco, te lo assicuro. Era autenticamente quello che provavo! Non mi è venuto altro modo in mente per fartelo conoscere e come probabilmente già sai, la bocca è una brava ingannatrice, come anche le parole!
    Alcuni istanti di attesa, poi Gladys riprese:
    Ho sentito che...beh,anche tu hai una persona che non vorresti mai perdere. Io non so chi sia ma vedi...
    Nella pausa che seguì, Gladys recuperò da terra la sua mela. Fece nuovamente uso della trasfigurazione per farle assumere la forma di una statuetta di una ninfa molto bella. Doveva essere Elisabeth di cui parlava prima.
    ...tienila stretta. Se dovessero portartela via...beh,ti garantisco che soffriresti tanto quanto soffro io
    Alistair capiva perfettamente, era certo che sarebbe stato così. Amras era sicuramente un'elfo potente e dai grandi poteri, ma nulla vietava che anche Elisabeth potesse esserlo. Alistair si era inoltre messo in viaggio per realizzare se stesso, incrementare i suoi poteri e dare compimento al suo ruolo nel mondo. Così facendo, però aveva lasciato Amras da solo e ciò favoriva la sorte toccata a Gladys. Nessuno può vivere una vita schiacciato dal peso della paranoia e della eccessiva prudenza ma di certo doveva garantire ad Amras una certa protezione, nel suo caso, il suo mentore, era protetto da Aresmelle e dalla comunità dei mastri incantatori elfici ma una visita di tanto in tanto per vedere se stava bene avrebbe dovuto farla.
    La mela riassunse la sua forma legittima e Gladys la ripose nella sua sacca. Tornò quindi a guardare Alistair e chiese:
    Ma dimmi...quali sono i poteri di cui parli? Me ne hai dato un assaggio poco fa ma...di che cosa sei capace realmente?
    Questa era una di quelle domande che richiedevano di rimuovere un ulteriore strato di velo dalla cortina di segretezza a cui Alistair si era votato da tutta la vita. Al giorno d'oggi, a parte Alistair e l'albero millenario della sapienza, nessuno sapeva della sua capacità di metamorfosi. Alistair si soffermò a lungo sulla riflessione di ciò che poteva dire e di ciò che l'eventuale risposta poteva significare. Si disse, alla fine, che prima o poi qualche alleato avrebbe visto le sue capacità e che prima o poi qualcuno lo doveva venire a sapere.
    Principalmente sono un mago arcano. Riesco a percepire e manipolare le essenze arcane. Sono forze invisibili legate ad ogni essere vivente. Assorbendo con la magia arcana le essenze di alcune specie di animali sono in grado di assimilare le loro fattezze fisiche e le loro caratteristiche. Quest'ultima cosa la conosceva solo il mio maestro, Amras...quella persona che non vorrei perdere!
    Lo sguardo di Alistair si perse per un istante per poi concentrarsi di nuovo su Gladys. I suoi studi gli avevano permesso di identificare già da prima i poteri della ninfa e non gli serviva di chiederlo, inoltre non aveva serbato, sin'ora, lo stesso livello di segretezza che Alistair si portava dietro. Attese quindi pazientemente che la sua interlocutrice potesse portare avanti la direzione della conversazione.
     
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    Gladys;

    Principalmente sono un mago arcano. Riesco a percepire e manipolare le essenze arcane. Sono forze invisibili legate ad ogni essere vivente. Assorbendo con la magia arcana le essenze di alcune specie di animali sono in grado di assimilare le loro fattezze fisiche e le loro caratteristiche. Quest'ultima cosa la conosceva solo il mio maestro, Amras...quella persona che non vorrei perdere!
    Gladys spalancò i suoi grandi occhi rossi che divennero luminosi nell'udire quelle parole: aveva già sentito parlare di persone che erano in grado di assumere le sembianze di animali o di altri tipi di creature e adesso aveva la possibilità di conoscerne uno!
    Woooow! E dimmi,in quali animali puoi trasformarti? Prendi tutte le caratteristiche dell'animale o solo alcune? E come fai a trasformarti? Cioè...devi uccidere l'animale prima? E poi come fai a tornare normale? E i vestiti? Come fai con quelli? Ti rimangono addosso anche durante la trasformazione o si lacerano?
    ,domandò Gladys più curiosa che mai. Dopo essersi resa conto che effettivamente gli aveva posto troppe domande nello stesso momento scoppiò a ridere ancora prima che lui potesse risponderle.
    Scusa,sono troppo curiosa e forse dovrei lasciarti il tempo per rispondermi!
    ,esclamò la ninfa continuando a ridere. Non c'era dubbio,era proprio lunatica. Un istante prima stava pensando di fare a pezzi Alistair e ora rideva e scherzava con lui come se lo conoscesse da sempre. Era per quello che la gente la riteneva pazza probabilmente: insomma...devi avere proprio una doppia personalità per cambiare umore così facilmente e repentinamente.
    Prima di rivolgere la sua attenzione ad Alistair qualcosa catturò la sua attenzione: a pochi metri da dove i due stavano conversando si trovava un maestoso e bellissimo melo al quale erano appese delle meravigliose mele rosse. Gli occhi di Gladys si riempirono di meraviglia.
    Per farmi perdonare ti offro qualcosa da bere!
    ,disse lei rivolta ad Alistair mentre tendeva le braccia verso il melo. Un istante dopo due grosse mele rosse si staccarono dall'albero e iniziarono a volteggiare verso la ninfa. Gladys osservava quei due lucenti e succosi frutti avvicinarsi sempre di più a lei e,quando furono vicini,li afferrò con le mani. Chiuse gli occhi,le mele si illuminarono e un istante dopo un piccolo foro si creò sulla parte superiore del frutto. Gladys vi sbirciò all'interno e,dopo essersi assicurata che tutto fosse come doveva essere,ne porse una ad Alistair.
    Ecco,bevi! Ti assicuro che è il succo di mele più buono che tu possa trovare!
    ,gli assicurò lei prendendo la sua mela tra le mani e iniziando a sorseggiare il dolce e fresco nettare.
    Su,racconta!
    ,lo incitò poi lei sempre più curiosa: se Alistair non avesse pensato che era pazza in quel momento allora non lo avrebbe pensato mai più.


     
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    Alistair;
    Alistair confessò a Gladys ogni dettaglio dei suoi poteri e delle sue capacità. In un primissimo momento, sospettò che avrebbe aizzato di nuovo la diffidenza della ninfa incoraggiandola a credere di avere dinanzi un mostro. Dopotutto le razze trasformiste esistevano, c'erano anche maghi in grado di alterare la loro forma come un'illusione, ma dei veri mutaforma in tutto e per tutto, capaci di assumere diverse forme concrete tramite l'assorbimento, non se ne sentiva da nessuna parte.
    Differentemente da quanto il giovane umano si aspettava, la ragazza sembrò avidamente incuriosita dalle informazioni ricevute.
    Woooow! E dimmi,in quali animali puoi trasformarti? Prendi tutte le caratteristiche dell'animale o solo alcune? E come fai a trasformarti? Cioè...devi uccidere l'animale prima? E poi come fai a tornare normale? E i vestiti? Come fai con quelli? Ti rimangono addosso anche durante la trasformazione o si lacerano?
    Alistair fu inizialmente confuso dalla raffica di domande, non sapeva da dove cominciare ed era li fermo con il fiato sospeso domandandosi mentalmente quale domanda doveva rispondere per prima.
    Stava quasi per aprire bocca, che Gladys si mise a ridere fragorosamente impedendogli di proseguire con le spiegazioni.
    Scusa,sono troppo curiosa e forse dovrei lasciarti il tempo per rispondermi!
    Rispose la ninfa continuando a ridere. Benché era un'atteggiamento che Alistair non si aspettava, era comunque sollevato dal fatto che non era spaventata dalla singolarità della strana creatura che aveva di fronte e anche che non era ritornata alla carica con intento ostile.
    Non è che fosse esattamente un comportamento comune quello di cambiare umore repentinamente e così in fretta, tranne che in alcuni individui squilibrati. Ma Alistair aveva già compreso la doppia natura che si celava dentro al cuore della giovane ninfa e comprendeva anche che era una cosa normale vista la gravosa situazione che era stata costretta a vivere.
    Ad un certo punto, l'attenzione di Gladys fu catturata da un'albero di mele a poca distanza da dove stavano parlando in quel preciso momento.
    Per farmi perdonare ti offro qualcosa da bere!
    Senza alzarsi ne muoversi ma, solo tendendo le braccia verso l'albero da frutto, fece fluttuare due mele verso le sue mani. Utilizzò i suoi poteri per mutare il semplice frutto in una bevanda praticando un foro sulla sommità e liquefacendo, probabilmente, il succo e la polpa contenuta in esse.
    Vi controllò il contenuto, sicuramente per sincerarsi che fosse tutto a posto, chissà...magari potevano esserci vermi o altre spiacevoli anomalie. Evidentemente così non era, poiché porse una mela al mutaforma dicendo:
    Ecco,bevi! Ti assicuro che è il succo di mele più buono che tu possa trovare!
    Alistair lo prese e ne svuotò il contenuto in diverse sorsate. Il liquido scendeva giù facilmente, sia per la sua bontà sia per il caldo e la conseguente sete che ne derivava.
    E' veramente buonissimo!
    Disse lui portando via un po' di succo che gli era rimasto sulla barba.
    Subito dopo fu impazientemente incoraggiato dalla giovane a rispondere alle domande a raffica che aveva fatto prima. Alistair posò l'involucro vuoto del frutto a terra, vicino a lui e ripercorse mentalmente per pochi istanti tutte le domande che gli erano state lanciate.
    Parlò quindi subito, senza indugiare oltre, anche per accontentare e saziare un tipo diverso di sete che sembrava affliggere la sua interlocutrice, la sete di conoscenza che per anni aveva segnato anche Alistair e Amras, suo maestro.
    Attualmente posso trasformarmi solo in licantropo e in antropomorfo!
    Appena terminò la parola "antropomorfo" si rese conto, che Gladys non poteva sapere cosa fosse quindi si apprestò a spiegare.
    A quanto pare quest'ultima è la mia trasformazione originale. E' una creatura che ha vagamente le fattezze di un uomo, per questo il nome di antropomorfo! Ma si distingue per avere dei luminosi occhi gialli, una struttura fisica di consistenza simile a gelatina ma compatta come un normale muscolo, epidermide semitrasparente e venature interne molto evidenti anche dall'esterno. In condizioni normali le venature sono scure, di un grigio tendente al nero, quando mi trovo vicino ad essenze che posso assorbire, le venature si illuminano anch'esse dello stesso colore degli occhi...
    Ci rifletté per un'istante e pensò che un'esperienza diretta fosse molto più esaustiva di un racconto. Chiuse un'attimo gli occhi come per battere le palpebre e, quando li riaprì, erano gialli luminosi senza ne iride e ne pupilla, solo interamente una luce gialla. La pelle si bruciò istantaneamente, ma non come se prendesse fuoco, come ustionata e corrosa da un'acido che non ne lasciava più nessuna traccia assieme ad essa evaporarono anche i vestiti in una sorta di fumo, lo stesso avvenne per i muscoli e per i vari organi sino a lasciare solo il tessuto nervoso. Fu in quel momento che ogni nervo del suo corpo venne pervaso da una specie di energia che diedero nuova forma alle varie venature nervose conferendole l'aspetto descritto poco prima da Alistair. Solo in ultima fase, venne ricoperto da una strana sostanza sino a dargli la forma definitiva.
    Il giovane lasciò che Gladys osservasse la forma per una manciata di secondi, poi...
    La strana sostanza che definiva il suo corpo si addensò sino a diventare del colorito e della consistenza umana, persino le forme umane cominciarono a definirsi, compresi i muscoli che erano stati bruciati poco fa. Prima che si potessero manifestare le sue nudità, dal nulla apparvero gli stesso vestiti che aveva a trasformazione non avvenuta.
    Al termine del processo guardò Gladys come se nulla fosse accaduto.
    Fin ora, avendo assimilato solo l'essenza di un lupo per la forma licantropo, ho assimilato le caratteristiche di un lupo mannaro. Credo che, in teoria, per ogni animale che assimilo, le caratteristiche sono una combinazione perfetta tra quelle umane e quelle della specie. Ci sono caratteristiche come forza, agilità e aggressività che sono superiori sia ad un uomo che ad un lupo. Lo stesso vale per le dimensioni. Si sviluppa notevolmente anche il fiuto ma perdo gran parte della mia capacità magica. E' difficile da spiegare come avvengono le trasformazioni...dentro di me sento delle energie pulsanti. E' simile alla sensazione di bere un brodo caldo, percepisco il calore e di conseguenza la sua posizione, lo sento compresso, come un fiume in piena bloccato dagli argini che fanno i castori, tolgo un ramo e l'energia dell'acqua invade tutto dando vita alla mutazione. Le essenze arcane sono legate al corpo che abitano donandogli la vita, per staccarle dal corpo devo stroncare quel processo vitale. Tali essenze mantengono la memoria di ciò che erano per alcuni giorni, in rari casi poco più di una settimana. Se le assorbo entro quel limite acquisisco le caratteristiche contenute in questa specie di ricordi. Le mutazioni mi lasciano uno stato di intensa attività interiore, come eccitazione o euforia. Per tornare normale mi è sufficiente calmarmi. I vestiti, come hai notato, vanno via con la trasformazione, li evoco con la magia quando torno normale!
    Alistair era di nuovo preoccupato di spaventare Gladys e di ottenere reazioni poco piacevoli, non si spiegava perché ma riteneva che le sue mutazioni fossero materiale che scotta. Una rivelazione capace di far scappare chiunque a gambe levate oppure di innalzare le armi contro di lui. La ninfa si era già mostrata incline a prosperosi cambiamenti di stato d'animo. Una reazione violenta non era poi così fuori luogo. Il mutaforma attese in trepidazione, anche se apparentemente era calmissimo. Ma era pronto a tutto!
     
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