in cammino verso il castello

Role Libera-Rilevante

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    Älya
    Älya;
    Älya stava prendendo il primo boccone del suo cibo, quando Shikaku le rivelò il suo segreto, che le permise di rimanere con le posate a mezz'aria e di assumere un'espressione visibilmente sorpresa sul viso.
    Un assassino che non sopportava la vista del sangue era un assassino davvero strano. E data questa sua fobia, la ragazza si chiese perché avesse scelto questa professione.
    Se se la fosse scelta da solo.

    Per questo i tasselli nella sua mente cominciarono a combaciare, per arrivare alla soluzione: lo sguardo che aveva visto in precedenza, quello di quando parlava del suo lavoro, non faceva altro che far pensare che alla fine non l'avesse deciso lui quel compito.
    Ma quale fosse la causa era un mistero.

    La ragazza si riscosse subito, cancellando quell'espressione stupida dalla faccia, preparandosi a parlare di nuovo.
    Un'isola al di sopra di Aluan, dici cominciò, subito dopo aver mangiato il boccone, che era rimasto a metà fuori da Eirydia, quindi.
    La verità era che questa isola la affascinava non poco, trovandosi addirittura fuori dal regno in cui abitava.
    Certo, aveva ancora così tanto d visitare a Eirydia, ma voleva comunque andarci lì, su quell'isola da dove proveniva Shikaku, anche se si trovava lontano.

    Mi hai parlato di una gilda disse poi, quando l'altro ebbe finito di raccontarle del suo popolo Che tipo di gilda era? chiese infine, senza riuscire a mettere a freno la sua curiosità invadente.

    Stava per aspettarsi una risposta, quando l'altro provò ad ipotizzare la sua provenienza, cosa che la fece ridere, perchè in realtà si sbagliava di grosso.
    Mi spiace, è tutto il contrario disse, evitando accuratamente di sembrare maleducata o offensiva Vengo da Knagwar, non so se la conosci. Si tratta di un'isola circondata dai monti, il caldo non è proprio all'ordine del giorno.
    Spiegò, senza riuscire ad evitare di indurire lo sguardo, ripensando al posto.
    Te la sconsiglio vivamente aggiunse, assumendo un tono quasi schifato, mentre fissava un punto imprecisato del tavolo, senza guardarlo realmente.
     
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    shikaku
    Shikaku;
    Come previsto alya rimase sorpresa ma non commentò la cosa, un sollievo per Shikaku che temeva di averla fatta ricredere sulla loro collaborazione. d'altro canto se quel dettaglio fosse stato abbastanza per farle sembrare una collaborazione impossibile allora il fattore fiducia scompariva e con lui la reale possibilità di collaborare.
    Alya fu tra l'altro così gentile da passare sopra quel dettaglio e cominciando a concentrarsi sull'isola citata dall'assassino, sembrava interessata e forse voleva visitare l'isola poichè come aveva accennato poco prima gli piaceva viaggiare.
    Peccato che potrò tornare lì solo fra 30 anni, magari il posto le sarebbe piaciuto
    Pensò l'assassino che avrebbe dovuto eventualmente rifiutare la proposta di un ritorno a casa prima di quel termine deciso dai suoi.

    La ragazza sembrava voler pure indagare sulla gilda citata dall'assassino la qual cosa fece pensare a Shikaku che sicuramente voleva scoprire il suo passato e il perchè della scelta di vivere a quel modo. se lo avesse chiesto l'avrebbe raccontato poichè non odiava la curiosità ma di certo avrebbe fatto del suo meglio per non far trasparire troppo del suo stato d'animo per non sembrare patetico alla sua nuova compagna di squadra.
    Stava per risponderle quando fu proprio la domanda posta poco dopo quella di Alya a scatenare la risata di Alya, considerando che fino a quel momento non aveva avuto molti dialoghi con delle ragazze non capiva come mai i suo padre gli dicevano sempre che le donne erano pericolose se non si possedeva delle buoni dote oratorie, chissà magari sua madre aveva un lato violento che lo stesso Shikaku non aveva mai visto.
    Doveva per tenere a bada uno come suo padre.
    Ascoltando la risposta della ragazza capì di aver toccato un punto delicato oltre ad aver sbagliato la sua diagnosi, l'unica cosa da fare per non evocarle ulteriori ricordi spiacevoli era una sola
    probabilmente ho toccato un punto delicato, scusa
    Le disse sperando che quello sguardo sparisse, considerando che fino a quel momento era apparsa come una ragazza perbene quel cambio faceva apparire un lato di lei che probabilmente nessuno avrebbe voluto affrontare in uno scontro.

    Tra un boccone e un altro la discussione proseguiva ma quell'intoppo rischiava di creare un silenzio poco gradito a Shikaku che preferiva trovarsi, strano a dirsi, in mezzo a persone allegre così da copntrobilanciare il suo carattere calmo e talvolta pigro.
    Riguardo alla gilda so che i miei antenati ne facevano parte e successe qualcosa di grave...un incidente che la fece sparire e tutt'ora la famiglia hibishiki è l'unica che conservi questi ricordi.
    Le spiegò riallacciando il discorso alla domanda di poco fa per poi aggiungere un dettaglio in più con il quale probabilmente le avrebbe anche dato l'ultimo pezzo del puzzle che mancava
    era una gilda di assassini ma ora siamo solo in 3, forse in 4 a ricordare come quegli assassini compievano il loro dovere
    Uno stile più che particolare capace di far sparire cadaveri dal nulla, demoni nati in corpi umani che divoravano le loro prede trascinandole nell'ombra. Chissà forse in qualche storia per bambini ancora di narrava di come quegli assassini facevano sparire interi gruppi di persone senza lasciare la minima traccia.
     
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    Älya
    Älya;
    IL tuffo nel passato di Älya si interruppe bruscamente con le scuse dell'altro.
    La ragazza, quindi, alzò lo sguardo, ripuntandolo in quello dell'altro e cambiando subito espressione, in una meno fredda.
    Oh, non preoccuparti lo rassicurò poi, con un gesto della mano Non hai fatto niente di male.

    Sebbene parlare di quella città, ad Älya non piacesse affatto, anzi le portava a galla l'odio che provava verso la sua vecchia vita, non aveva voglia di rovinarsi la giornata in inutili reminiscenze, soprattutto partendo dal fatto che era per la prima volta in compagnia di qualcuno di cui credeva potersi fidare.

    Ringraziò il fatto che l'assassino in nero avesse cambiato argomento, ritornando alla questione della gilda, che da quello che diceva, era proprio una gilda di assassini.
    Come avevo pensato, ora tutto torna concluse mentalmente, una volta terminato il suo pasto.
    Quindi sei un assassino perché l'hanno voluto le tue tradizioni provò ad ipotizzare, cercando di mantenere un tono non troppo invasivo.
    L'ultima cosa che voleva era inimicarsi quel suo nuovo compagno.

    Fece una pausa, rendendosi conto che, in realtà, avevano parlato solamente del ragazzo e che lui dell'assassina sapeva ben poco.
    Il fatto era che Älya non amava granché parlare di sé (sebbene la sua curiosità verso gli affari altrui fosse evidente, a quel punto) ma voleva che Shikaku si fidasse almeno un po' di lei, dato che avrebbero dovuto lavorare insieme.
    Per questo motivo decise di raccontargli un po' di quello che succedeva ad Eirydia, collegandolo con la sua storia, sebbene avesse ancora molto da chiedere al ragazzo.
    Come per esempio cosa fosse quella cosa metallica che nascondeva tra le vesti.

    Da quello che ho capito ti trovi da poco a Eirydia sospirò, guardando il suo occhio dorato credo che tu non sappia quello che succede tra i diversi governi, non è vero?
     
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    Shikaku;
    Fortunatamente le scuse bastarono a far sparire quella espressione fredda dal volto di Alya, sicuramente l'avrebbe rivista durante le loro missioni ma preferiva evitare finchè si poteva.
    La ascoltò mentre finiva il pasto a sua volta e consumava la bibita ordinata, la ragazza aveva quasi indovinato nel mettere insieme tutti gli indizi ma c'era una cosa che aveva frainteso, solo in parte ovviamente poichè era vero che si trattava di una ttradizione di famiglia così l'assassino la corresse su quel punto
    in parte è così ma anche perchè sin da quando ricordi mi hanno detto di rifondare la gilda portandola al suo antico splendore.....è superfluo dire che analizzando la situazione adesso è stato egoistico da parte loro imporsi così sul loro stesso figlio
    La seconda parte era più una riflessione personale dovuta al fatto che odiava ricordare il motivo del suo viaggio così come diversi piccoli dettagli che adesso gli impedivano di vivere una vita diversa da quella a cui era stato abituato sin dalla sua nascita.
    La seconda parte della frase suonò un tantino ironica poichè vista e considerata la situazione era l'unico modo che aveva l'assassino di far sembrare quel dettaglio meno grave di quello che era in realtà. Un pò c'e l'aveva con se stesso per non essersi ribellato quando poteva ma ormai era fatta e se il suo destino era quello non c'era modo di opporsi.
    scusa per lo sfogo, non mi capita mai di dover spiegare il perchè del mio lavoro
    disse alla ragazza, sapeva di aver in parte torto e non aveva il diritto di lamentarsi ma da un altro punto di vista forse lei avrebbe saputo almeno comprendere cosa significava essere nei suoi panni, ciò non significava che voleva pietà ma solo comprensione.

    La salvezza arrivò poco dopo con il racconto della storia di Alya.
    Le loro condizioni erano simili da un certo punto di vista mentre da un altro erano diversi poichè, se aveva inteso bene il suo racconto, Alya e i suoi genitori avevano cominciato per sopravvivere mentre lui avrebbe potuto farne a meno considerando la vita pacifica che molte persone conducevano sull'arcipelago da cui proveniva.
    L'assassina gli chiese se sapeva cosa accadeva in quel luogo. Shikaku aveva ascoltato qualcosa ma le sue uniche fonti erano pochi marinai e qualche voce di porto così si limitò a dire quello che sapeva
    So che la situazione è instabile a causa di un tiranno, tutt'ora è in corso una guerra anche se mi sembra di aver capito che non siamo ancora ad un punto di non ritorno
    Spiegò l'uomo in nero per poi chiederle
    sicuramente c'e molto che non conosco, hai qualche informazione in più circa la situazione attuale?
    Le chiese osservando che dal momento in cui si erano incontrati non aveva fatto altro che analizzarlo e questo implicava una personalità piuttosto curiosa. Sorgeva spontanea una domanda:perchè non gli aveva ancora chiesto della benda, delle catene che avea sicuramente sentito oppure delle ali dietro la sua schiena piegate con estrema cura e mimetizzate con il vestito?.
    La benda era il bersaglio più in vista quindi sicuramente sarebbe stata l'ultima domanda ma la catena era sicuramente qualcosa che aveva voglia di chiedere. Per quanto riguarda le ali poteva tranquillamente averle non notate poichè scure come la notte esattamente come gli abiti che indossava.


    Edited by evil-naraku - 28/10/2013, 21:50
     
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    Älya;
    Älya ascoltò attentamente la spiegazione del ragazzo, notando che in fondo, avevano un passato affine: entrambi erano andati via dal proprio paese d'origine, anche se per diversi motivi, ed erano stati costretti, se così si può dire per la ragazza, a diventare assassini.
    Con una certa insofferenza di Shikaku, dato che aveva la fobia del sangue e, da quello che diceva, non sembrava essere d'accordo con le decisioni dei suoi genitori.

    Älya accavallò le gambe e appoggiò la guancia su una mano, mentre guardava la figura del ragazzo in nero e pensava all'importanza di quella gilda di cui le aveva parlato.
    Doveva essere davvero importante pensò fra sé, subito prima di cercare una risposta ad un'altro dubbio: Se era stata così importante, chissà perchè è stata distrutta; dubbio del quale preferì non accennare.
    Magari quelli erano segreti di stato.

    Quando l'altro le spiegò quello che sapeva della situazione di Eirydia, Älya annuì sospirando.
    Le dicerie correvano in una maniera assurda tra la gente, soprattutto quelle inventate, per questo chi non era del posto, come Shikaku, finiva per non conoscere la verità.

    Hai ragione solamente da una parte cominciò sperando di essere il più comprensibile possibile Le tensioni sono evidenti tra le due fazioni: Il Regno, che è la fazione di Eolirin, il regno degli elfi e di Jairtas, quello degli umani cerca di contrastare gli attacchi dei Ribelli, coloro che, sulla scia del loro capo deceduto Knog, cercano di rivendicare i loro diritti, diciamo così.
    Fece una pausa per lasciare che l'altro elaborasse.
    La guerra non c'è ancora e molti popoli si sono dichiarati neutrali, come per esempio quello dei mari. Credo, comunque, che ci sarà presto sospirò Io stessa che vengo da Knagwar, la terra dei Ribelli per eccellenza, non sono certa di quello che stiano architettando. Spero solo che non finisca nel peggio.
     
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    Shikaku;
    Shikaku fu grato alla ragazza per non aver approfondito ulteriormente quell'argomento poichè lo faceva sentire a disagio parlare dei suoi dubbi circa la missione affidatagli.
    Lo stesso assassino si concentrò presto sulla situazione presente ad eirydia ma a quanto pare le dicerie sentire erano in gran parte inventate dalla gente del posto che non sapeva cosa accadeva veramente nel loro paese. Una cosa abbastanza triste da constatare ma adesso era il momento di capire esattamente cosa accadeva in quel paese:sembrava una situazione complicata poichè se la corono era interessata a fermare i ribelli ancora animati dagli ideali del loro vecchio capo ma i rapporti fra i diversi componenti del regno dovevano essere molto più profondi di quello che poteva sembrare poichè era difficile immaginare diverse razze collaborare avendo come unico obiettivo quello di respingere il nemico. Qualcuno stava lavorando nell'ombra per interessi personali ma questa era un ipotesi di Shikaku che per il momento avrebbe tenuto per se.
    fece cenno con la testa ad Alya per farle capire che poteva proseguire, apprese che c'erano altri popoli che avevano preferito nascondersi sperando che la tempesta passasse senza investirli. Se la situazione era così instabile potevano essere solo dei folli ma a loro tempo probabilmente lo avrebbero capito da soli.
    capisco, ora come ora basterebbe una cosa da nulla per scatenare la guerra ed entrambe le parti non stanno aspettando altro ma c'e anche da considerare che nessuna delle due farà la sua mossa. Mi viene da pensare che la situazione esploderà a causa di un pesce piccolo, di solito è così che queste situazioni si evolvono
    Osservò Shikaku ragionando sul fatto che nessuna delle due fazioni voleva rischiare di scatenare un conflitto senza avere la certezza di poter vincere e dato che questa certezza non ci sarebbe mai stata era difficile stabilire come le cose si sarebbero evolute.

    Appresa la situazione effettiva Shikaku optò per un cambio di argomento poichè sapeva che probabilmente la sua collega avrebbe trovato piacevole scoprire il perchè di tanti piccoli dettagli ormai evidenti riguardanti l'assassino come la benda o l'oggetto metallico che aveva sicuramente sentito e ormai convinto che le ali fossero passate del tutto inosservate così le disse guardandola negli occhi come a lanciare una sfida poichè ancora non riusciva a sbilanciarsi troppo con il tono di voce:l'unica persona che fino a quel momento era riuscito a strappargli un sorriso o uno scherzo era stata la sorella. Probabilmente l'unico membro della famiglia che davvero gli mancava.
    Sono certo che a questo punto almeno un paio di dettagli sui miei vestiti ti avranno incuriorita. Se lo desideri posso spiegarti il perchè della loro presenza
    Con quella frase le dava campo libero per fare domande che fino a quel momento, probabilmente, aveva trattenuto oltre al fatto che dicendo "almeno un paio" aveva incluso le ali che l'assassino credeva essere passate inosservate. In altre parole era un modo per soddisfare la sua curiosità e farle sapere fino a che punto poteva essere affidabile e allo stesso tempo una sfida riguardante il dettaglio nascosto che era perfettamente mimetizzato alle spalle dell'assassino.
     
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    Älya;
    La ragazza ascoltò le parole di Shikaku e si ritrovò ad annuire, per dargli ragione.
    Esattamente commentò, sicura che quello che dicesse fosse tristemente vero: bastava davvero un piccola scintilla per far scoppiare il fuoco e sebbene si trovassero in un clima prevalentemente pacifico, la guerra poteva scoppiare in qualsiasi momento.
    Anche senza nemmeno accorgersene.

    Che situazione assurda si ritrovò a pensare, riflettendo sulle intenzioni della gente: perchè cercare la guerra e seminare caos, se alla fine entrambe le parti volevano vivere in pace?
    Certo, i ribelli volevano rivendicare i propri diritti, ma dovevano necessariamente ricorrere alla violenza? Non c'era nessun'altra soluzione possibile?

    Älya si stava ancora una volta perdendo nella propria mente, quando il ragazzo la fece ritornare alla realtà, distraendola con una domanda che la incuriosiva non poco.
    Quasi ad averle letto nella mente, Shikaku le aveva chiesto se volesse sapere del suo abbigliamento, soprattutto di quel materiale metallico (che aveva scoperto essere una grossa catena) che portava sul petto.
    L'assassina si rizzò di scatto, con una luce di curiosità che le illuminava gli occhi scuri.

    Da un bel po' mi sto chiedendo cosa sia quella grossa catena e perché la porti cominciò, senza contenere il tono curioso della voce, felice di poter finalmente chiedere.
    Insomma, le aveva dato il permesso diretto!
    Invece quella benda, presumo sia per nascondere una cicatrice. Mi sbaglio?
     
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    Shikaku;
    La ragazza confermò le ipotesi di Shikaku. Almeno stavolta sembrava aver compreso bene la situazione e si augurava che quel tipo di incidente non si verificasse ma sapeva che ciò era inevitabile con il passare del tempo che avrebbe fatto venire in mente qualche malsana idea ad una qualsiasi testa calda di un odei due regni.

    Venne poi il momento delle domande e, come previsto, gli argomenti furono la catena e la benda. La cosa più facile da spiegare era la catena oltre che la meno dolorosa da ricordare così l'assassino cominciò a parlare spiegandole il perchè di quell'ingombrante peso
    è un modo per mantenere il corpo in allenamento o così mi hanno detto i miei, incrementando sempre più il suo peso con il passare degli anni ha rafforzato il mio corpo senza che avessi bisogno di esercizi particolare....oltre allo stile di famiglia. Attualmente il peso è di 30 chili ma non aumenterò ancora poichè se diventa troppo pesante può portare più svantaggi che vantaggi
    fece una pausa per assicurarsi che la collega avesse ben inteso cosa implicava portare quella catena giorno e notte per poi aggiungere, non volendo nascondere cose che sarebbero comunque state scoperte durante il corso di missioni
    posso toglierla solo quando vado a dormire e durante le missioni ma ormai non ne noto neppure più la presenza
    Le spiegò, il motivo di quella concessione era semplice:durante la notte un peso del genere poteva non essere retto dal letto che avrebbe ospitato l'assassino e durante le missioni doveva poter agire senza limitazioni di alcun tipo per ottenere il massimo risultato nel minor tempo possibile.

    Adesso era il momento di spiegare le benda e quello sarebbe stato più spiacevole da spiegare ma andava fatto, l'ipotesi di Alya era quella a cui tutti avrebbero pensato ma almeno lei doveva sapere il vero scopo che la benda aveva
    quella è la storia che racconto a chi me lo chiede, funziona bene ma la benda ha uno scopo più importante...l'altro mio occhio è perfettamente sano ma deve rimanere sigillato poichè senza la benda i poteri del demone che ospito si scatenerebbero e non riesco a mantenere a lungo quella forma per quanto sia utile in situazioni di emergenza
    Le spiegò rendendosi conto che forse era meglio delineare anche il perchè avesse dentro di se un demone così continuò
    Il demone è entrato nel mio corpo dopo essere stato evocato dai miei e successivamente sigillato in modo tale che la sua personalità non esca mai, tuttavia ne sfrutto i poteri quando è necessario. Sicuramente lo vedrai quando inizieremo la nostra prima missione
    Con questo le speigazioni erano concluse anche se prima o poi avrebbe dovuto spiagargli in cosa consisteva il suo stile di combattimento e un altro paio di cose circa la sua natura di ourthugal ma per ora andava bene che sapesse quanto bastava per considerarlo un compagno affidabile in ogni tipo di situazione.

    Dopo poco la cameriera che aveva preso le ordinazioni tornò per il conto con la solita aria apatica.
    L'assassino pago la sua parte del conto e, se avesse potuto, avrebbe offerto anche per Alya ma così facendo non avrebbe avuto il denaro per pagare il pernottamento la qual cosa era abbastanza triste poichè non voleva fare l'impressione di una persona tirchia.


    Edited by evil-naraku - 30/10/2013, 17:04
     
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    Il fatto che il ragazzo avesse confidato una caratteristica così importante ad Älya, sebbene l'avesse conosciuta da davvero pochissimo tempo, fece sbalordire quest'ultima.
    Shikaku si fidava talmente tanto che era disposto a raccontare così tanto di sé.
    Io non l'avrei mai fatto pensò, immaginandosi ad inventare una qualsiasi scusa per entrambe le caratteristiche del ragazzo, se fosse stata nei suoi panni.

    Ma la cosa che di più la turbò, fu l'aver saputo che dentro il ragazzo risiedesse un demone e che fossero stati proprio i suoi genitori ad imprigionarcelo.
    Nei suoi viaggi, aveva avuto l'opportunità di osservare la magia, ma quella che aveva davanti a sé non si avvicinava nemmeno lontanamente a quella che aveva visto.
    Un po' le ricordava la figura di Knog e tutti i terribili crimini che aveva compiuto, crimini di cui le era stato raccontato solamente dai bardi, nelle loro canzoni.
    Dovevano essere somiglianti a quello che era successo al ragazzo.

    Era a di poco sbalorditivo, inoltre, che una coppia di genitori potesse dare un tale peso (per non parlare di quello fisico della catena) al proprio figlio, per motivi che Älya non riusciva nemmeno ad immaginare.
    Che cosa crudele commentò nella sua mente, per evitare che il ragazzo potesse offendersi.

    Cercò di provare ad immaginare come si sentisse Shikaku a convivere con un demone intrappolato dentro di sé, ma con scarsi risultati.
    Per questo rimase in silenzio a fissare la sua benda nera, con una faccia quasi sconcertata.

    Solo la cameriera riuscì a rompere il suo silenzio, con la richiesta del conto, alla quale l'assassina pagò la propria parte, chiedendo, inseguito, di poter prenotare due stanze per la notte, una per sé e una per l'altro.
    Quando quella se ne fu andata, Älya si rivolse nuovamente al ragazzo.
    Come ci si sente? Intendo, a sopportare tutto ciò? chiese, alludendo alla catena, al demone e all'arduo compito che gli era stato affidato.
     
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    La ragazza gli chiese cosa si provava ad essere in quella situazione, Shikaku era cresciuto in quell'ambito similmente ad un animale nato e cresciuto in cattività che non conosceva la natura quindi il quesito dal punto di vista dell'assassino era semplice così rispose
    Mi hanno cresciuto in questo modo quindi non è terribile come sembra....anche se lo fosse probabilmente non potrei saperlo poichè non ho mai avuto l'occasione di sperimentare qualcosa di diverso
    Le disse facendo intuire che quella per lui era la normalità, era normale portare quella catena così pesante come era normale dover gestire il demone dentro di lui.
    Ci conviveva da quando aveva 9 nove anni e prima ancora era stato addestrato con l'obiettivo della rinascita del clan Hibishiki di conseguenza chiedergli cose come il motivo per cui non si era mai ribellato era come chiedersi perchè animali nati e cresciuti in gabbia non avessero mai provato a scappare. Ormai quella condizione era impressa nel suo essere e la sua vita serviva a quello scopo.
    Avrebbe sicuramente trovato qualcosa altro durante il suo viaggio ma per ora era presente unicamente l'obiettivo di cui ora Alya era a conoscenza.

    Che ne dici se domani facciamo un pò di pratica? per capire meglio come adattare i nostri modi di combattere e combinarli al meglio
    Gli propose Shikaku non sapendo ancora in cosa consistessero le abilita di Alya e sapendo che probabilmente quello anormale era lui per più di un motivo ma su questo punto sperava di sbagliarsi. Non voleva che la collega ad allenamento finito lo vedesse come un mostro, anche se probabilmente quella era la definizione che la maggior parte della gente gli affibbiava, ma come una persona capace di svolgere il suo dovere e dare un ottimo supporto sia terrestre che aereo.


    scusa se è corto xd
    direi che tra poco possiamo mandarli al castello oppure dedicare un topic a questo allenamento e si potrebbe avviare una quest come loro prima missione.
    sempre se per te va bene^^
     
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    Non è corto, non preoccuparti xD
    Comunque, direi di continuare nello stesso topic, dato che siamo sempre a Dwyn, continuiamo la role fino alla giornata dopo, dove possiamo fare l'allenamento.
    Dopo, per continuare ho comunque un'idea, basta che tu mi segui xD


    Älya
    Älya;
    Älya annuì tristemente alla spiegazione del ragazzo.
    Non ci aveva mai pensato, infatti, lui non poteva conoscere una vita diversa da quella che gli era stata donata, quindi viveva nell'inconsapevolezza.
    La ragazza si chiese se fosse peggio non conoscere una vita diversa (e magari migliore) e continuare a vivere nell'ignoranza, oppure conoscerla e non poterla vivere.

    Proprio come era capitato a lei, che aveva sempre sognato di nascere in un posto diverso: probabilmente non sarebbe diventata un'assassina, ma le possibilità, a quel punto, erano infinite.

    Älya sospirò, convinta che entrambe le alternative a cui aveva pensato avevano aspetti negativi ed altri positivi e poi guardò inconsciamente fuori dalla finestra, per poi puntare lo sguardo attorno a sé.
    Non passava più nessuno per la strada e la gente nella locanda era diminuita in gran numero, eccezion fatta per un paio di ubriachi che, finita l'euforia dell'alcol si erano appisolati su un tavolo, in maniera davvero bizzarra.

    Stava osservando l'oste che si avvicinava a quel tavolo quando Shikaku le propose una sessione di allenamento, per il giorno dopo.
    Certo, per me va bene gli rispose senza guardalo Anche se, in generale, non amo combattere. Preferisco finire i mie lavori velocemente e in silenzio.
    Ripuntò lo sguardo verso l'assassino, alzandosi dal tavolo.
    Credo sia ora di andare, è tardi e sono stanca. disse, incrociando le braccia E credo lo sia anche tu sorrise.
     
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    Shikaku;
    La ragazza accettò la proposta dell'assassino anche se specificando che non amava combattere, altro punto che avevano in comune ma andare in missione senza conoscere come combattevano i propri compagni era un suicidio poichè si doveva come minimo avere un piano di emergenza nel caso la missione fallisse o in caso di accerchiamento.
    Era anche d'accordo sul finire li la serata poichè, come aveva detto Alya, era stanco e una notte libero dalla pesante catena che portava sarebbe stato un toccasana per lui.
    Finalmente potrò far respirare un pò le ali, è da stamattina che non le muovo
    Pensò avendo un terribile voglia di fare un volo serale, progetto che sarebbe stato rimandato poichè non gli pareva davvero il caso di rischiare di diventare famoso prima del tempo, in senso negativo fra l'altro.

    Già, domani mattina penseremo alla nostra prossima mossa
    Le rispose shikaku usando un tono amichevole ma non riuscendo a fare lo stesso per il suo viso, probabilmente era li che, incosciamente, accumulava lo stress di una giornata anche se in quel caso il carico era stato notevolmente allegerito dal fatto di aver trovato una collega con cui fare squadra.
    Si alzò dal tavolo per poi dirigersi verso le scale, se aveva capito bene le loro stanze erano al secondo piano.
    Per essere precisi quella di Shikaku era la terza porta a destra e quella di Alya la quinta a sinistra. Una cosa che l'assassino doveva riconoscere al locale era che l'aspetto esterno non era nulla paragonato ai dettagli inseriti negli interni che sembravano finemente lavorati dalla mano di un esperto falegname per anni e anni come se avesse cercato la perfezione e l'avesse trovata dopo un lungo viaggio fatto di decorazioni floreali con rose dai petali fiammeggianti e colonne più simili ad alberi imponenti che troneggiavano le persone che si fermavano alla loro ombra così da far sembrano insignificanti qualsiasi forma d'arte importata dall'esterno.

    L'assassino notò tutti quei dettagli solo salendo le scale con passo moderato, certo che Alya fosse dietro di lui, e quando arrivò in cima alle scale si girò per dire
    Mi sarebbe piaciuto conoscere l'artefice di questi dettagli, sono davvero stupendi
    Il fatto che vestisse di nero non voleva dire che non apprezzasse l'arte. Anzi proprio per quel motivo gli piaceva poiche in quel modo aveva sempre nuove idee per rimodellare le decorazioni del vestito che molte persone non notavano e che invece erano opera della mente dell'assassino.


    ok xd
    qualsiai idea tu abbia in mente mi va bene^^
     
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    Älya;
    Già annuì, senza guardarlo, mentre fissava quei ghirigori sugli stipiti delle porte che le erano stati fatti notare.
    Non era masi stata in una locanda del genere: preferiva pernottare in locande economiche, che erano specialmente spoglie di ogni dettaglio, per risparmiare denaro, nel caso si fosse trovata senza.
    Le bastava avere un tetto sulla testa e qualcosa di commestibile da mangiare.
    Ma dato che lì, nei dintorni non c'era altra locanda e all'assassina non andava di cercare a lungo, aveva optato per quella.

    Non è male concedersi un po' di lusso, a volte pensò. Se quello lusso poteva chiamarsi.
    In ogni caso, quella Fenice danzante non le dispiace affatto: il cibo era ottimo e l'ambientazione addirittura artistica.
    Stava pensando che quasi nessun locandiere faceva decorare in quel modo la propria locanda (per risparmiare, suppose) quando si ritrovò davanti alla porta della camera dell'altro.

    Era stanca e non aveva voglia di continuare la chiacchierata in inutili saluti, quindi si limitò a fare un cenno con la mano, accompagnato da quello che doveva somigliare ad un mezzo sorriso, per salutare Shikaku.

    Dopodiché si diresse verso la quinta porta sulla sinistra, quella che le era stata assegnata e, dopo averla aperta con la chiave che le aveva dato la cameriera poco prima, ci entrò.
    Era una stanza di piccole dimensioni. Un solo letto era appoggiato alla parete destra ed era sovrastato da una finestra quadrata, piccola anch'essa.
    Un comodino decorato come le pareti della locanda, era stato messo proprio accanto al letto, difronte alla parete legnosa del muro alla sinistra della porta, che era spoglio.

    Älya lasciò il pugnale che portava sempre con sé, sotto il cuscino, come era abituata a fare, in previsione di un qualsiasi pericolo e poi si buttò di schiena sul letto, dove quasi subito si addormentò.
     
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    Shikaku;
    Shikaku salutò la collega per poi entrare nella sua stanza avendo preso le chievi subito dopo di lei.
    Si trattava di un posto abbastanza ben arredato ma un pò piccolo, certo non si aspettava una stanza troppo lussuosa ma nemmeno così piccola.
    C'era un letto sulla destra e un comodino vicino ad esso il tutto con lo stesso tipo di decorazioni visibili all'intern e all'esterno
    Qualcuno doveva avere una passione enorme per il fuoco quando ha progettato il posto
    Pensò 'assassino che prese la chiave da una tasca interna della sua giacca e si liberò della catena sbloccando il lucchetto che permetteva a quel pesante accessorio di non cadere a terra.
    L'oggetto metallico non fece rumore poichè fu poggiato a terra dall'assassino, non voleva che qualcuno si lamentasse per il rumore o danni al pavimento poichè non poteva permettersi di pagare suddetti danni.
    Sistemata la Catena si stese sul letto sentendosi molto più libero nei movimenti, anche se ci era abituato il senso di libertà derivato da quella liberazione era comunque una sensazione che lo assaliva senza mai fallire nel suo obiettivo:fargli sognare una vita libero da tutto e da tutti.
    Estese le ali di poco così da sgranchire un pò anche quei muscoli che, sfortunatamente, dovevano rimanere quasi fermi tutta la giornata. Era una gran bella sensazione poichè anche quelle erano parte del suo corpo forse la parte che preferiva poichè gli permetteva di librarsi in volo.
    Psicologicamente parlando quando volava si sentiva libero e assaporava la libertà che desiderava da molto tempo ormai.

    Cominciò a chiudere gli occhi lasciando che le ali si stendessero naturalmente, limitatamente allo spazio disponibile, poichè almeno di notte non voleva preoccuparsi di tali dettagli.
    Il soffitto diventava sempre più piccolo finchè non ci fu solamente il buio ad accompagnarlo nel mondo dei sogni. Sogni che quella notte non gli fecero visita lasciandolo in pace mentre il suo corpo riposava liberandosi dello stress della giornata.

    Quando aprì gli occhi l'assassino aveva ancora le ali dispiegate, una più dell'altra considerando che il letto si trovava sul lato destro della stanza ma nulla di scomodo. Fece tornare le ali nella loro posizione originale così da nasconderle ad occhi indiscreti per poi rimettersi anche la catena chiedendosi che ore fossero. La sua stanza non aveva finestre quindi l'unica luce veniva dall'esterno e filtrava dall'estremità inferiore della porta.
    Giudicando dal silenzio doveva essere presto oppure molto tardi, quale delle due non lo sapeva e probabilmente avrebbe dovuto fare un controllo per assicurarsi di quale delle due situazioni si trattasse.
     
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    Älya;
    La cosa che di più piaceva ad Älya, solamente dopo l'arrampicarsi, era dormire.
    E proprio per questo motivo odiava alzarsi presto la mattina, per compiere i suoi doveri.
    Certo, se aveva qualche missione importante, era costretta, suo malgrado, ad alzarsi molto presto, condendo sempre il tutto con sbuffi e borbottii.
    Ma se, come in quel caso, seguiva solamente i propri interessi, poteva benissimo rimanere a poltrire nel letto.

    La finestra della sua stanza, comunque, non era dotata di battenti, quindi la luce del sole entrò quasi con violenza nella stanza, facendo svegliare l'assassina.
    Stava per girarsi dall'altra parte, per evitare di farsi accecare, quando improvvisamente si ricordò del nuovo collega che si era trovata la sera prima.

    Dovrei alzarmi pensò, una volta messa in posizione supina, a guardare il soffitto di legno sulla testa.
    Nonostante l'ordine che si era appena data, nessun muscolo del suo corpo aveva evidente voglia di seguirlo, dato che Älya rimase in quella posizione per un altro bel po' di tempo, combattuta se seguire la sua pigrizia mattutina oppure il dovere di incontrare l'altro.

    Senza volerlo, il dovere vinse la battaglia, infatti, l'assassina si alzò di malavoglia, stiracchiando vistosamente i muscoli.
    Fece uno sbadiglio e recuperò il pugnale, nascondendolo sotto ai vestiti.

    Pensò alla giornata che si prospettava davanti ai suoi occhi e all'eventuale spedizione al castello di Dwyn, dove avrebbero dovuto chiedere qualche contratto.
    Sebbene la sera precedente avesse accettato la proposta del ragazzo, adesso quell'idea le sembrava più inverosimile: trovare lavoro era già complicato, ma se si provava a cercarlo proprio a palazzo, l'impresa risultava addirittura più difficile.
    In ogni caso, si sarebbe fatta trovare un'idea.

    Sospirò e poi si preparò ad uscire, sperando di non essere troppo in ritardo.
     
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