Ammutinamento!

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    LA STORIA FIN ORA
    Sbarco al porto di Donnkadh
    Finalmente le nostre avventuriere Bitterblue ed Esther, approdano sull'isola di Donnkadh, la prima tappa del mercantile sul quale si sono imbarcate clandestinamente.
    Notano il capitano scendere insieme alla ciurma, scortando una cassa che portano altri due marinai, così decidono di seguirlo. Le due sospettano che nelle casse si trovi il carico segreto di gemme blu che hanno scoperto.
    Dapprima l'uomo si ferma nella taverna del posto, ma viene subito raggiunto da un tale con cui si allontana insieme alla cassa. Le ragazze continuano a pedinarlo nel retrobottega e, mentre i due discutono nell'enoteca della taverna degna del nome “labirinto”, scoprono che i loro presentimenti erano infondati: la cassa conteneva solo libri.
    Uscite dall'enoteca in preda a strani presentimenti, le due vengono però attaccate a tradimento da un A'hondr. Il suo obiettivo sembra essere la gemma blu che Bitterblue ha rubato dal carico della nave.
    Mentre Bitterblue fa da esca tentando di farsi inseguire per tutta la città dall'A'hondr, Esther riesce a trovare l'aiuto di Scroop.
    Quando ritrovano Bitterblue, i tre ingaggiano una battaglia all'ultima forza per sbarazzarsi della famelica bestia, senza successo.
    Solo dopo che la rossa, in un ultimo tentativo disperato, lancia lo zaffiro contro il mostro, scoprono che la pietra è letale per quest'ultimo.
    In occasione della battaglia, Esther ha ritrovato i poteri magici che caratterizzano il popolo elfico a cui appartiene: probabilmente la gemma si era caricata di energia quando Esther aveva infuso forza a Bitterblue con la magia, per questo era stata letale contro l'A'hondr.
    Ritornano quindi sulla nave, in preda ai dubbi, mentre il mistero si fa sempre più intricato.


    CITAZIONE (Fextis :] @ 10/11/2012, 18:01) 
    Esther
    Esther;
    Le parole di Bitterblue non suonavano comprensibili alle orecchie dell'elfa, ma evitò di chiedere spiegazioni. Stava sicuramente macchinando qualcosa e provare ad entrare nella sua mente all'opera, sembrava quasi impossibile. Figurarsi capire le sue intenzioni.
    Però una cosa era certa: avrebbero lavorato insieme per scoprire ciò che stava accadendo loro, adesso era una priorità.
    Esther si limitò a sorridere, guardando l'altra con se stessa e poi decise di slacciarsi dal suo braccio perchè erano in prossimità della nave. Due mozzi a braccetto non erano uno spettacolo adatto a dei marinai e l'elfa non voleva rovinarsi la reputazione, era già abbastanza essere trattata come una pezza dall'equipaggio, sempre a lavorare.
    L'atmosfera era la stessa che avevano incontrato al loro imbarco, marinai che facevano rifornimento e che cominciavano le procedure per la partenza, altri che invece se ne stavano a chiacchierare, nominando uno strano mostro impazzito che sfondava le pareti.
    Spero solo che non ci abbia visto qualcun'altro senza cappello. pensò mentre si guardava in giro, alla ricerca di sguardi strani.
    Poi le venne un'illuminazione Chissà che fine ha fatto il capitano chiese all'altra, provando a riconoscerlo tra la marea di persone che occupavano il porto.

    Bitterblue Fon Fabre
    Bitterblue;
    Una grande confusione imperversava per il porto intorno alla nave. I marinai stavano caricando rifornimenti e presumibilmente nuova merce, mentre altri preparavano la nave allo sbarco. Le cime che loro due avevano precedentemente legate era le uniche ancora al loro posto: le altre erano state slacciate in attesa della partenza. Bitterblue individuò un rumorosissimo gruppo di marinai e con Esther si confuse con loro, attraversando la passerella di sbarco.
    Quasi quasi le fece piacere rimettere piede sul legno del ponte che aveva passato tanti pomeriggi a pulire: una sorta di familiarità la legava adesso a quelle assi.
    Si sorprese della somiglianza che il piacere di ritoccare terra le aveva dato con quello. Non le sembrava neanche che fossero sbarcati lì solamente quella mattina. Lei aveva immaginato di esplorare un po' il centro abitato dell'isola e magari riuscire anche a girare per i boschi, non di farlo inseguita da un mostro che minacciava di volersela mangiare.
    Tirò un sospiro di sollievo scendendo in sottocoperta: il mondo là fuori, in quel momento, era fin troppo pericoloso per loro due e per la gemma che avevano "rubato".
    A quel pensiero, Bitterblue si chiese se per caso il Ra'zac non fosse stato mandato apposta per fargliela restituire. Come se fosse stata una sorta di "tesoro maledetto", di cui nessun pezzo poteva esser portato via.
    Tentando di farsi notare il meno possibile sgattaiolarono subito in branda, voleva evitare di essere chiamata a lavoro non appena rimetteva piede sulla Lady Isabelle.
    La branda era deserta e Bitterblue ne approfittò per controllare subito la cassa con i loro averi. Vide subito lo scintillare della sua spada e l'afferrò all'istante, incurante del dolore alla mano. Quanto mi sei mancata. pensò, quasi come se si rivolgesse ad una persona. Mi saresti davvero servita oggi, non hai idea di come fosse scomoda quella sciabola da quattro soldi che mi ha rifilato Scroop.


    Edited by X a riel` - 28/7/2013, 13:37
     
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    Esther
    Esther;
    L'idea di fiondarsi sottocoperta fu ben accetta dall'elfa, adesso era troppo stanca per dover lavorare, ancora sentiva i postumi delle magie che aveva evocato prima.
    Aveva intenzione di esercitarsi a praticarla, voleva imparare ad usarla al meglio e a capire i suoi limiti perchè sapere di poterla usare era un aiuto, ma sapere come farlo lo era ancora di più.
    Si chiese quando lo avrebbe potuto fare, dato che praticare la magia su quella nave non la invitava affatto, con tutti quegli strani uomini che ci navigavano era meglio nascondere le sue capacità. E poi aveva l'impressione che la magia non fosse vista molto bene dagli umani.
    Si diresse direttamente sulla sua branda e quando ci si stese sopra, tirò un sospiro di sollievo: non l'aveva mai trovata così comoda come lo era in quel momento.
    Guardò Bitterblue tenere la sua spada tra le mani, come se fosse una sua vecchia amica, e desiderò sapere usare una spada. Forse quello lo avrebbe potuto imparare sulla nave: Scroop sapeva combattere, era probabile che anche il resto dell'equipaggio lo sapesse fare, quindi non sarebbe stato tanto strano agli occhi dei marinai.
    Aspetta, tu sei ancora ferita fece notare a se stessa, più che all'altra, mentre le guardava la mano sporca di sangue.
     
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    Bitterblue Fon Fabre
    Bitterblue;
    Quando la voce di Esther irruppe nel silenzio della stanza, Bitterblue saltò come una molla, guardandosi intorno, e il suo sguardo ritornò vigile.
    Ah, questa? Bitterblue stese la mano davanti a sé e la ispezionò con sguardo indagatore, come se avesse potuto scoprire qualcosa. Le faceva un po' senso guardare quella ferita e ancora un po' più sapere che se l'era inferta da sola, eppure non le pulsava più come prima. Quando ci faceva caso poteva avvertire un bruciore costante, ma se riusciva a distrarsi non era poi così terribile.
    Di solito non era impressionata dal sangue e dalle ferite, anche profonde. Una sua caratteristica, che a volte poteva ritornare come un pregio e altre come un difetto, era il distacco. Non che non riuscisse a provare emozioni vere e forti, ma perché le provasse c'era bisogno di più lavoro di quanto ne sarebbe potuto servire per qualcun altro. Era più facile vederla con uno sguardo dolce che con lacrime di gioia, con gli occhi spenti, piuttosto che tristi, con il viso di pietra invece di che di rabbia. Il suo animo estroverso e spiritoso, si ritrovava a diventare temprato quando si trattava di fatti dolorosi, fossero questi fisici o morali. Quasi una sorta di rifiuto della sofferenza, che tendeva ad ammassare e comprimere in un angolino. Insomma, soffrire non piaceva a nessuno, quindi perché non evitare di darci troppo peso e basta? Almeno era questo il ragionamento che si proponeva lei stessa.
    Guarirà presto. rispose noncurante. Avrebbe solo voluto qualche benda per evitare che si infettasse e risolse stracciando parte della sua camicia, che tanto le stava fin troppo grande.
     
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    Esther
    Esther;
    Esther rimase semplicemente a guardare l'altra che si fasciava la mano, senza emettere un suono.
    Suppose che la ferita non era tanto grave, dato che Bitterblue non ci faceva nemmeno caso, e decise di lasciarla ai suoi pensieri, tornando ai suoi invece.
    Fissare la parte di legno che aveva difronte, si rivelò davvero utile, riuscì a concentrarsi talmente tanto tra i suoi pensieri, che quasi ignorò quello che le accadeva attorno.
    Aveva bisogno di mettere ordine alla confusione che aveva in testa. Maledisse il momento in cui aveva cominciato a farsi delle domande e quasi rimpianse il vuoto mentale con cui si era svegliata nel bosco.
    Il risveglio. Poteva cominciare da quel momento per diramare le domande che la assillavano.
    Ritornò mentalmente a quel giorno e cominciò a pensare ai suoi dubbi. Forse sarebbe stato meglio scriverseli da qualche parte, ma non c'era carta nei dintorni, quindi dovette accontentarsi della sua memoria.
    Le prime domande che le vennero in mente furono quelle riguardanti la sua memoria: il perchè le era stata cancellata, chi gliel'aveva cancellata e il motivo per cui Bitterblue sembrasse in parte possederla.
    Andando avanti con gli avvenimenti, rincontrava lo strano mago dagli occhi ambrati: chi era quell'uomo? Perchè diceva di conoscerla? E perchè l'aveva definita una sua macchina da guerra?
    Proseguì il suo elenco con l'imbarco sulla nave: perchè si comportavano tutti in modo strano? Cosa era successo al capitano precedente? Perchè trasportavano gemme dai poteri magici? E soprattutto dove era diretta la nave?
    Concluse il suo elenco con i recenti avvenimenti: Chi aveva mandato il Raz'ac? E perchè?
    Erano fin troppe domande a cui rispondere, ma da un punto di vista aveva scoperto qualcosa: sapeva che era stata rapita, e che probabilmente i suoi rapitori erano quegli stregoni del sogno di Bitterblue.
    Sapeva che era stata rapita per qualche esperimento, che forse coincideva con la domanda 'Perchè era stata definita una macchina da guerra?'.
    Rammaricata, pensò che non era nemmeno alla metà del lavoro che si era prefissata di concludere. Era ottimista, ma l'impazienza era davvero dolorosa da sopportare.
     
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    Bitterblue Fon Fabre
    Bitterblue;
    Erano ancora laggiù mentre sentivano che la nave salpava. Nessuno si curò di loro, nessuno sembrò accorgersi dell'assenza di due mozzi. Si sentiva lo spesso e stanco silenzio della branda e in lontananza il rumore dell'equipaggio che fra ordini di qua e urli di là, aveva potuto benissimo fare a meno di loro. La rossa si domandò se Scroop non le avesse scusate, evitando di chiamarle come aveva fatto i giorni precedenti, in un attacco di bontà.
    Solo un attimo Bitterblue si riscosse nell'udire la porta della cabina del capitano aprirsi, riuscendo a scorgere la sua ombra salire calma in coperta. Poi più nulla, solo il chiasso della coperta e il piacevole scricchiolio delle assi della nave che aveva ripreso ad ondeggiare. Solcava i mari alla volta di posti sconosciuti.
    Bitterblue si guardò intorno rendendosi conto che la luce era sempre di meno, tutto d'un tratto si chiese da quanto stesse viaggiando. Aveva decisamente perso il conto.
    Ma in qualche modo l'idea non la fece star male: l'isola di Saudra era sempre più vicina.
    Dopo un po' Mozzo A Vita scese per chiamarle per la cena, e la ragazza si chiese se davvero Scroop avesse trovato la forza di cucinare, per di più da solo. Il marinaio, infatti, o era un eccellente attore o era la persona migliore del mondo, perché quando fece il suo ingresso dalle cucine era allegro e baldanzoso come sempre, riuscendo a contagiare i suoi compagni di mare.
    Anche Bitterblue riuscì a farsi prendere abbastanza dall'aria festosa, ma mangiò ben poco. Non sentiva esattamente il bisogno di riempirsi lo stomaco, che era ancora un po' annodato per tutto quello che continuava a succedere.
    Alla fine della serata schizzarono in branda e, prima che potessero accorgersene erano già sotto le coperte.
    Bitterblue si assopì sperando di sognare qualcos'altro, adesso che sapeva come comportarsi, ma non accadde. Passò una notte senza sogni, svegliandosi di tanto in tanto.
     
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    Esther
    Esther;
    L'elfa passò la fine della giornata continuando a pensare ai suoi problemi, non parlò molto nemmeno con Bitterblue, che sembrava pensierosa anch'essa.
    Andò a dormire con la speranza che l'amica, sognando qualcos'altro, potesse rivelarle altri ricordi, aiutandola nella sua ricerca.
    Era così stanca della giornata che si addormentò subito e lo riposò senza sogni, nonstante le domande continuassero a vagarle per la testa.
    Il risveglio si dimostrò essere uguale a tutti i precenti giorni sulla nave. Scroop che urlava ai marinai di alzarsi e mandava i suoi due mozzi a lavorare, ancora una volta le toccava il lavaggio del ponte.
    Ecco che si ricomincia a lavorare. Pensò stanca, almeno il lavoro la teneva occupata e le impediva di pensare.
    Le due furono mandate sovracoperta e furono fornite dei loro inseparabili spazzoloni e secchi.
    Esther si mise all'opera, cominciando a sfregare le assi di legno, che ora quasi conosceva a memoria. Guardò Mozzo a Vita che lavava con loro e canticchiava felice. Doveva proprio piacergli il suo lavoro.
    Aspettò che si fossero allontanati tutti, compreso il vecchietto e poi chiese sorridendo a Bitterblue Sognato qualcosa?
     
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    Bitterblue Fon Fabre
    Bitterblue;
    Bitterblue si stiracchiò sbadigliando, mentre sfregava il ponte con lo spazzolone, senza essere completamente presente a quello che faceva. La sua mente era ancora nella sua amaca.
    Guardandosi in giro riusciva a vedere il ponte non troppo affollato, con la giusta quantità di gente che svolgeva tranquillamente i propri compiti, sentendosi come se non avessero mai fatto scalo all'isola di Donnkadh e quasi quasi si chiese se non l'avesse per caso sognato.
    A proposito le giunse la domanda dell'amica, che stava lavando insieme a lei.
    Bitterblue scosse la testa, crucciata. Purtroppo no. disse con una smorfia concentrandosi meglio sul suo lavoro. Credo che fossimo così stanche da non aver sognato niente.
    Rimase un altro po' in silenzio, senza pensare precisamente a qualcosa. Il suo cervello era ancora troppo intorpidito per farlo. Dopo poco, però, sorrise da sola e diede di gomito alla compagna, senza smettere di lavorare. Ti interessa, eh? fece con un sorriso sornione.
    Ovviamente non poteva essere diversamente, lo sapeva. Era impossibile che a Esther non importasse se qualche sogno le suggerisse qualcosa sul suo passato, ma semplicemente aveva voglia di sollevare gli animi. Erano troppo stanche e tese, non era il caso stare anche giù di morale.
    Alzò lo sguardo e guardò il profilo dell'isola ancora visibile e piena di vegetazione. Però, che iella, e io che volevo visitarla pacificamente. Ah, comunque stavo pensando che la... e accennò alla sua tasca con la pietra dentro. ... sia carica della tua magia. Quando mi hai "ricaricato", diciamo. Da quando è successo invece di essere blu notte e diventata di un bel blu oltremare. senza accorgersene, stava già parlando a bassa voce, per evitare che qualcuno potesse ascoltare.
     
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    Esther
    Esther;
    Esther non rimase delusa dalla risposa di Bitterblue, se l'era aspetto che non avesse sognato niente, era troppo facile ricordarsi qualcosa ogni giorno. E poi nemmeno l'elfa aveva sognato niente, quindi le diede ragione quando l'altra accusò la stanchezza.
    Tornò a concentrarsi sul suo lavoro, che oramai le veniva quasi spontaneo, come se lo spazzolone fosse un prolungamento del suo braccio, suppose che un guerriero dovesse sentirsi così con la sua spada.
    In realtà non ho nemmeno fatto caso a quello che facevo le confidò, quando Bitterblue interruppe i suoi pensieri. Mi sono solo concentrata su di voi e dato che tu la tenevi, dev'essere stata colpita anch'essa. concluse, mentre interrompeva il suo spazzolare e la guardava.
    L'argomento la interessava. Quelle strane pietre blu erano più importanti di quanto avesse immaginato.
    A prima vista sembravano semplici pietre di valore, come zaffiri o smeraldi, ma nascondevano qualcosa al loro interno, era come se contenessero qualche carica magica, o meglio ampliassero di potere le magie altrui.
    Non pensavo potessero avere tanto potere disse dando voce ai suoi pensieri.
     
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    Bitterblue Fon Fabre
    Bitterblue;
    Be'... altrimenti non sarebbe stato un carico tanto importante e segreto. Concluse Bitterblue, convinta di quello che Esther aveva detto. Ora che ci pensava, non era ancora riuscita a sapere se l'equipaggio sapesse o no di quel carico. Sembrava che solo il capitano lo sapesse, dato che era stato ricoperto di libri per far parere il contrario.
    Eppure... Scroop era presente quando lei aveva lanciato la pietra con il Ra'zac, no? O stava guardando da un'altra parte perché era caduto? Forse aveva pensato che fosse stata opera della magia di Esther e basta... eppure. Qualcosa non quadrava. Scroop doveva necessariamente aver visto qualcosa. Cosa era un'altra storia.
    Forse la ciurma non sa davvero niente di tutto ciò. Potrebbe essere una ragione per cui Scroop non ha notato la gemma. Eppure... non si è neanche chiesto perché il Ra'zac ci abbia attaccato.
     
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    Esther
    Esther;
    Sei sicura che non se ne sia accorto? le chiese di rimando.
    Non era proprio certa di quello che le aveva chiesto, se avesse notato la gemma, ne avrebbe sicuramente parlato al momento.
    Oppure non aveva disturbato, per quel momento e aveva intenzione di discutere con loro più tardi.
    Ma doveva essersi chiesto necessariamente il motivo dell'attacco del Raz'ac, non era qualcosa che accade tutti giorni, soprattutto con due ragazze che, fino a poco prima, non avevano fatto altro che lavorare su una nave.
    Secondo me Scroop sa qualcosa. ipotizzò guardando l'altra negli occhi Non vorrei peggiorare la nostra situazione, che già è abbastanza critica, ma secondo me dovremmo chiedergli se sa delle gemme.
    Era qualcosa di rischioso, Scroop avrebbe potuto buttarle giù senza battere ciglio, ma non potevano continuare a non sapere niente di quella strana nave.

     
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    Bitterblue Fon Fabre
    Bitterblue;
    Bitterblue sostenne il suo sguardo annuendo. Sì. Sapeva che Esther aveva ragione, ma non sapeva come fare. Non poteva andare da Scroop e chiedergli candidamente se sapesse qualcosa riguardo delle gemme blu che, guarda caso, la Lady Isabelle stesse giusto trasportando. E poi lei non avrebbe dovuto saperlo.
    Quindi avrebbe dovuto rivelargli anche la loro scampagnata nella stiva. Oh, certo. si disse sarcastica.
    Si era riuscita a fidare di lui, in qualche modo... ma quello era troppo.
    Pensò subito a Mozzo A Vita, ma data l'esperienza passata sarebbe stato davvero rischioso. Mr Tibbs non sapeva quale fosse il significato della parola "riservatezza". Era mezzo sordo, e quando parlava sembrava sbandierare le cose ai quattro venti. Non poteva certo parlare con lui del prezioso e forse segreto carico che trasportavano.
    Forse quel tipo che l'aveva aggredita quella volta... non ricordava neanche più come si chiamasse, ma se davvero la ciurma non sapeva niente il suo comportamento sarebbe stato fin troppo ingiustificato.
    Accidenti. Sentiva che qualche tassello mancava, ma ancora non riusciva a capire bene dove si trovasse. Maledetto quel giorno in cui ho deciso di imbarcarmi! pensò. Perché non poteva stare lontana dai guai, una buona volta?
    Troveremo il modo. promise, però. Non ho idea di come, ma lo troveremo.
     
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    Esther
    Esther;
    Già le rispose interrompendo la sua pausa e tornando al lavoro.
    Stavano rischiando un po' troppo ultimamente, se non stavano attente qualcuno si sarebbe accorto delle loro piccole avventure e avrebbero sicuramente passato guai.
    Esther si chiese se sarebbero mai riuscite a venire a capo di qualcosa e sperò che la fortuna tornasse dalla loro parte. Magari facendo venire Scroop a parlare da loro. Come no... pensò subito dopo, ritenendo stupido e impossibile il suo precedente pensiero.
    Decise che si sarebbe immersa nel lavoro, con la mente concentrata solo su quello, tutto quel pensare le faceva venire il mal di testa.

    Effettivamente la giornata trascorse in fretta, le due furono mandate da una parte all'altra della nave a compiere lavoretti, ebbero solo una pausa per il pranzo.
    Incontrarono Scroop solo a termine di un lavoro, per poi venire mandate a compierne altri, e all'ora di pranzo. In entrambe le situazioni non diede alcun segno di voler chiarire le cose, come se non si fossero mai incontrati al di fuori della nave.
    Arrivò presto la sera e con essa la cena. I due giovani mozzi, al contrario degli altri, non avevano ancora finito di lavorare: le cucine le attendevano ancora.
    Mentre la ciurma si godeva quel poco tempo prima di andare a mangiare, Esther e Bitterblue scesero in cucina; furono accolte dal cuoco che le mandò in fondo alla sala a pelare altre patate.
    Penso di cominciare ad odiare le patate. pensò l'elfa.


    Edited by Fextis :] - 11/11/2012, 20:29
     
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    Bitterblue Fon Fabre
    Bitterblue;
    Bitterblue era semplicemente fusa, ma non appena le mandarono a chiamare, una luce le si accese nella mente. Arrivava decisamente troppo presto trovandola impreparata, ma quella poteva essere un'occasione per far sputare il rospo. Non aveva idea di come, ma avrebbe avuto un po' di tempo per organizzare una maniera decente.
    Una volta in cucina, si sedette accanto ad Esther esattamente com'erano state la prima volta che avevano aiutato Scroop in cucina. All'improvviso la ragazza si rese conto di aver avuto freddo, lì sul ponte, una volta calata la sera. Nella cucina, invece, c'era un accogliente tepore che la fece percorrere da un brivido di piacere; tepore che forse presto si sarebbe trasformato in calore insopportabile, considerando che la fronte del cuoco era imperlata di sudore.
    Si sedette cominciando a pelare patate, anche quel giorno sembravano non finire mai, ma Bitterblue si mise di tanto in tanto ad osservare il lavoro del cuoco, che come sempre canticchiava mescolando, scolando e tagliuzzando. Sembrava divertirsi un mondo.
    Avevano quasi finito con le patate quando qualcuno portò una cesta di mele e Scroop pensò bene di assegnarle alle due, per sbucciare anche quelle.
    Bitterblue non aveva la minima idea di cosa ne avrebbe fatto, ma colse l'occasione al volo.
    Sai, queste mele somigliano molto a quelle che mi descriveva mio nonno quando mi parlava della guerra fece con noncuranza. A Knagwar. Ci sei mai stato?
    Hah, temo proprio di no, ragazzo. Rispose lui senza un minimo di esitazione nella voce continuando a cucinare. Sembrava quasi che si fosse dimenticato davvero che quelli che si ritrovava davanti non erano veri mozzi.
    Perché sai riprese allora la rossa non contenta della magra risposta. giusto prima di partire un mio amico mi ha parlato di una magica pietra blu. E dopo qualche giorno è sparito, dicendo di volerla usare.
    Davvero?
    Sì. Uhm, com'è che si chiamava...?
    la ragazza fece finta di pensarci su, come se non fosse uno dei suoi amici più stretti. Ah, sì. Kreiss. Yasil Kreiss.
    Kreiss? Fece Scroop di tutto rimando mentre scolava qualcosa da un calderone. Kreiss...? ripeté. No, non mi dice proprio niente. Chissà, forse le ritroverà quelle pietre... dopodiché tirò una fune accanto ai fornelli e una campana radunò i marinai nella sala da pranzo. Su, andate voi due. Vi meritate una buona cena per il lavoro svolto oggi. Disse spintonandole gentilmente con un sorriso.
    Bitterblue lo guardò un attimo in più, come ad assicurarsi che non stesse mentendo, mentre si incamminava verso l'uscita. Non si era mai accorta prima che il cuoco avesse due splendidi occhi ambrati.
     
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    Esther
    Esther;
    Esther ascoltò la conversazione tra i due. Aveva l'impressione che fosse una conversazione completamente falsa, entrambi intendevano qualcosa di diverso dal quello che dicevano.
    Bitterblue cercava di convincerlo a parlare della gemma e di Knagwar, senza darlo troppo a vedere, e il cuoco sembrava nascondere la verità, come se sapesse ma non volesse raccontare. Abbastanza ovvio. pensò.
    Non riusciva a capire, però, perchè continuasse ad ignorare il loro incontro a Donnkadh, per lui continuavano ad essere due semplici mozzi al servizio della Lady Isabelle.
    La conversazione non ebbe nessun risultato, il cuoco negò tutte le affermazioni della ragazza, e questo dava un enorme fastidio a Esther: loro si erano fidate di lui e Scroop non le aiutava affatto dissimulando.
    Furono mandate via dalla cucina, per andare a mangiare assieme agli altri, ma poco prima di varcare la soglia, Bitterblue si fermò a guardare il cuoco.
    L'elfa la imitò e si rese conto di una cosa: gli occhi ambrati.
    Le sembrò di sudare freddo all'improvviso, anche se non ne aveva ragione dato che il cuoco non le aveva mai fatto niente di male, anzi le aveva aiutate.
    Ma quegli occhi erano così somiglianti a quelli del suo aggressore, che la intimorivano, o meglio, la spaventavano.
    Non è possibile. pensò mentre si allontanava, con ancora i brividi addosso non possono essere la stessa persona!
    Non avevano ragione di esserlo, erano due persone completamente diverse.
    Ma perchè, allora, aveva paura?
    Quando arrivò nella sala da pranzo e si sedette accanto all'amica, fissò il cuoco che arrivava dopo di loro, con le portate fumati, appena pronte.
    Hai visto i suoi occhi?


    Edited by Fextis :] - 12/11/2012, 15:26
     
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    Bitterblue continuava a camminare, salì le scale e si stava dirigendo in sala da pranzo, meditativa.
    Quando le parole di Esther le giunsero all'orecchio si sentì attraversare da un brivido. Allora non sono stata solo io a notarlo. rispose, sollevata.
    Proprio in quel momento, infatti, stava tentando di ricordare quante altre volte aveva guardato così bene Scroop negli occhi. Forse neanche una. Ma, un colore così insolito non poteva certo passare inosservato, si disse.
    L'idea che l'aggressore di Esther le stesse pedinando poteva essere una spiegazione per l'attacco del Ra'zac, ma in fondo, ad essere onesti... insomma, chi mai aveva visto Scroop fare cose malvagie?
    Sì, poteva essere antipatico, autoritario, scontroso, ironico e talvolta insopportabile... si poteva accusarlo di molte cose, ma non di malvagità.
    Quasi si era convinta di esserselo sognato, ma le parole di Esther lo rendevano reale.
    Però non credo di averlo mai visto così. aggiunse, e di questo poteva essere abbastanza sicura. Da quel momento si ripromise di controllare ogni volta il colore dei suoi occhi, per essere sicura di non sbagliarsi.
    In compenso abbiamo scoperto altro rise sommessamente sedendosi a tavola, e ringraziò il fracasso degli altri marinai che copriva la sua voce. Scroop sa delle gemme.
     
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