Posts written by Edgard Strolgher

  1. .
    malin dovrebbe andare via...perché non faccio da personaggio e moderatore contemporaneamente. Se volete faccio andare via malin visto che ha trovato la pirite e poi arrivano i cacciatori!
  2. .
    sarebbe un po' pericoloso affrontarli da sola, vuoi aspettare qualcuno che ti venga a dare manforte o vuoi farla in singolo?
  3. .
    br_zps6fe7144d
    Malin;
    Inizialmente la donna che Malin si era trovato di fronte non accennava ad abbassare l'arco. Il nano cominciava a preoccuparsi, specialmente perché non aveva nessuna voglia di combattere ma se era necessario non si sarebbe tirato indietro. Ci volle un po di tempo, ma alla fine l'arco venne abbassato e la ragazza fece le sue scuse dicendo che non voleva dargli fastidio.
    Si figuri, probabilmente mi aveva scambiato per un qualche pericolo in agguanto. Succede da queste parti e la prudenza non è mai troppa!
    Poi aggiunse anche che era sulla buona strada per trovare la pirite e che era a due giorni di cammino dall'attuale posizione verso sud. Beh, era pur sempre alta! Non poteva certo avere la stessa capacità minatoria di un nano.
    Mia cara ragazza, sono un nano! I nani sono minatori eccellenti e sono capaci di trovare dei minerali in posti che gli altri non riuscirebbero mai a trovare! Se vuole seguirmi glielo dimostro!
    Malin diede un'ultimo sguardo alla mappa e poi si diresse verso sud est fino ad una zolla di terra che andava a congiungersi con una roccia.
    Tirò fuori dal suo equipaggiamento una vanga e cominciò a togliere terra. Ne tolse parecchia fino a far emergere la parte sottostante della roccia che a causa della pressione e il continuò bagnare delle falde acquifere sotterranee aveva delle cristallizzazioni di quarzo. Prese allora un contagocce e lo intinse in un liquido contenuto in un'ampolla. Versò il liquido sul quarzo facendo brillare ed addensare una sorta di polverina gialla. Prese un'altro strumento e una piccola sacca e cominciò a raschiare quella polverina e a farla cadere nel sacchetto. Quando ne ottenne a sufficienza si alzò e disse alla ragazza:
    Ecco a lei! Pirite!
    E mentre lo diceva allargava il sacchetto per farle vedere che era esattamente il minerale che conosceva lei. Visto che l'aveva riconosciuta lungo la sua strada doveva essere in grado di riconoscerla anche ora. Nel mostrare il minerale mostrava anche un'ampio sorriso sotto la barba, se non fosse stato per le gote alzate non si sarebbe certo potuto vedere.
  4. .
    uomadied_zpse6b1384a
    Tichondrius;
    Tichondrius aveva fatto un bel volo in seguito al colpo subito dal golem ma non era la parte peggiore. Ciò che rappresentava il vero danno era l'ustione provocata dal contatto con la roccia incandescente. Quando l'uoma si rialzò con fatica a causa dello stordimento dovuto all'attacco subito, sentì il fastidiosissimo bruciore al volto mentre si massaggiava la parte dolorante.
    A distanza di pochissimi secondi la parte che bruciava cominciò a prudere e pizzicare. Una sensazione assolutamente anormale, considerata la situazione. Si toccò la parte ustionata e notò, a contatto, che era tornata normale. Voltandosi verso le due compagne vide che era stata opera della messaggera.
    Tichondrius, pur rimanendo molto serio, fece un cenno col capo...non per ringraziare, diciamo che non era proprio nel suo stile, ma per dire qualcosa tipo "ben fatto" oppure "ottimo lavoro". L'uoma aveva percepito che la ragazza era lontana anni luce dal beneficio dell'uo, non era sicura, non era determinata, non era audace, non era disciplinata e non credeva in se stessa. Per tanto magari avere un riconoscimento di aver fatto un buon lavoro da un tipo organizzato e addestrato come il gigantesco Hellfalas, poteva aiutarla ad imboccare la strada dell'illuminazione.
    Dopo aver subito la cura, l'uoma si rimise in piedi pronto a combattere. La mezz'elfa continuò la sua parte in quel combattimento ed evocò un'essere sovrannaturale con l'aspetto di una donna e grandi corna da cervo, aveva lo sguardo perso nell'oblio e braccia di una strana forma, come gli arus, degli esseri che facevano parte delle antiche leggende uoma. Si innestavano dei semi oscuri nelle braccia per ottenere poteri sovrumani.
    L'essere evocato dalla messaggera puntò le sue strane escrescenze verso il nemico lanciando sfere nere che andarono ad accecare il mostro. La giovane umana la afferrò quindi portandola al sicuro dietro uno degli alberi.
    Poi anche lei fece la sua parte.
    Evocò degli esseri d'acqua dal terreno che andarono ad unirsi formandone uno solo molto più grande anche se non era ancora al livello del loro nemico. Questo essere gigante d'acqua si andò a schiantare contro il golem che, accecato non poté reagire all'attacco. Subito dopo, armeggiando con la sua bacchetta, fece esplodere la roccia in minuscoli frammenti. L'uoma non era sicuro che ciò sarebbe bastato, ed effettivamente nemmeno l'umana aveva desiderio di fermarsi li.
    Evocò quindi due grosse mani che spuntavano dal terreno e afferrarono tutti i frammenti del golem e, sprofondando sotto terra li portarono con esse.
    Per diversi secondi tutto sembrò immobile e tranquillo, quasi a suggerire che ce l'avevano fatta ma nessuno osava muoversi o cantare vittoria.
    Dal centro del punto dove le mani di terra avevano affondato ciò che restava del golem si intravide una spaccatura che andava allargandosi ed espandendosi man mano. Dalla spaccatura ben presto uscirono delle fiamme e dopo vari secondi un'esplosione del terreno come se ci fosse un vulcano sotto di loro. Detriti e massi di ogni genere sbucarono da quelle fenditure.
    Di nuovo ci fu silenzio e quiete ma anche stavolta non durò molto. Le rocce e i detriti rotolarono verso un punto e, come era successo prima si fusero di nuovo tra loro e in men che non si dica, il golem di magma era di nuovo davanti a loro. L'uoma provò allora con una diversa strategia. Forse, in quel suo petto di lava pulsante c'era un cuore o un nucleo di magia che gli permetteva di vivere e ricomporsi all'infinito.
    Brandendo con forza e decisione la sua spada corse ruggendo verso il suo nemico. La sua arma gigante lasciava un taglio netto mentre si trascinava sul terreno e, in prossimità del suo avversario, tagliò l'aria con un fendente dal basso verso l'alto al centro del corpo del suo avversario con il desiderio di aprirlo in due superficialmente e liberare il magma che lo componeva. Il taglio andò a buon fine grazie alla forza dell'uoma e alla potenza della lama. Al centro del suo corpo c'era del magma ad altissimi livelli di incandescenza tanto che in quel punto il colore era bianco, proprio ad indicare temperature elevatissime. Tichondrius calciò il suo avversario con tutta la forza che aveva mandandolo indietro e facendolo cadere schiena a terra. Il tonfo fu talmente deciso da far tremare l'intera area. Hellfalas saltò dunque sulla roccia aperta del golem facendosi aiutare dalla forza di gravità che lo faceva cadere verso il cuore pulsante del golem in aggiunta della sua forza personale. Afferrò la spada con entrambe le mani per colpire quel nucleo di lava e sperare di mettere fine alla storia. La lama trafisse il magma sulla parte bianca incandescente e la muoveva per tentare di arrecare il maggior danno possibile. Il magma schizzava e sbuffava come se fosse sangue finché non esplose come un'eruzione e Tichondrius fu costretto ad allontanarsi.
    Il magma sembrò raffreddarsi. La parte bianca divenne gialla, poi rossa, poi molto lentamente dello stesso colore della roccia. Gli occhi rossi ardenti del golem erano spenti. Sembrava che il nemico fosse spirato. L'uoma abbandonò la sua posizione di combattimento. Ma il petto divenuto roccia solidificata stava solo richiudendo la parte tagliata e dopo molti più secondi di quanti c'erano voluti fino a quel punto durante le varie pause, il golem fu di nuovo in piedi. Sembrava imbattibile.

    La figura invisibile che sovrastava il campo di battaglia. Aveva visto a sufficienza. La sua scelta era avvenuta.
    Era il momento di far entrare in azione il suo piano ma bisognava mascherarlo per bene.

    Il golem di magma diede un pugno verso il terreno, con i suoi poteri sembrava ci fosse lava incandescente sotto il minimo strato di terra. I suoi movimenti sembravano significare che sotto la terra, piena di magma, ci fosse un oggetto che solo lui percepiva e che ora aveva afferrato e stava estraendo fuori. Era una spada gigante che nella mano del golem sembrava un semplice gladio ad una mano ma per l'uoma era della stessa dimensione del suo spadone, per altri esseri invece era una spada gigante impossibile da brandire. Aveva strani simboli runici su tutta la lama e uno strano cristallo scuro tra l'elsa e il metallo dell'arma.
    Nessuno poteva sapere cosa significasse per il golem avere una spada ora che stava già avendo la meglio sul gruppo che cominciava a terminare le idee su come sconfiggerlo. Forse poteva significare altri guai e, forse questa volta, guai da cui i guerrieri non si sarebbero mai ripresi. L'unica cosa che venne in mente al leader della missione era proteggere i suoi compagni da quell'arma e forse il modo migliore per farlo era non lasciarla nelle mani del loro nemico.
    Si scaglio nuovamente contro il nemico brandendo la spada. La sua lama andò a cercare il braccio del golem per potergli sottrarre l'arma ma con somma sorpresa di Tichondrius, il suo avversario si muoveva con una forza e una velocità perfino superiore a quella avuta fin ora. Era sicuramente colpa di quell'arma.
    Fino a quel momento non era stato abbastanza veloce da reagire agli attacchi, li aveva praticamente subiti tutti, compensando questo problema con la sua formidabile capacità rigenerativa. Ora invece parava con prontezza e velocità ogni fendente e ogni colpo dell'uoma senza lasciargli lo spazio per colpirlo e per recuperare quel cimelio mortale.
    I colpi si sferravano violenti e nessuno dei due contendenti sembrava raggiungere una posizione di vantaggio sull'altro. Non potevano sperare di sconfiggerlo se davvero quel vigore veniva dalla spada. Immortalità e potenza erano due cose che non andavano bene in un unico nemico. Fu allora che l'uoma, mentre stava subendo una stoccata, decise di farse la passare sotto il braccio, quella mossa non lo fece ferire ne gli causò brutte conseguenze ma, nel momento in cui afferrò la spada del golem con il braccio, mentre il nemico cercava di riprendersela, cominciò a tagliarsi su vari punti. Continuando in quel modo avrebbe dovuto dire addio al braccio e, per tanto occorreva reagire celermente. Con la sua spada diede un fendente sul braccio del golem che si frantumò appena sulla parte superiore, era perfino più resistente di prima. Conscio che quell'oggetto non doveva per nessuna ragione restare nelle sue mani, provò il tutto per tutto continuando e colpire e martellare ripetutamente con la lama e con l'elsa sulla parte dove aveva dato il colpo di spada nella speranza di riuscire a staccargliela e a recuperare quell'oggetto infernale.
    Il suo braccio sinistro era in pessime condizioni e i colpi continui e sfrenati lo avevano fatto stancare più del dovuto ma, per fortuna, la spada del mostro di magma era nelle sue mani.

    Alla figura in nero non servì vedere altro. Voltandosi alla battaglia ancora in corso andò via, guardando un'ultima volta indietro al grande uoma che respirava ansante in stato di protesa stanchezza.

    Il braccio del suo avversario, si poteva dire che sanguinava visto il magma che scorreva dall'apertura. La mano di roccia che stringeva la spada del golem sembrava voler tornare la sui proprietario, allora Tichondrius, costringendosi a riprendersi dalla fatica, staccò l'arma dalla sua presa lasciando cadere la propria e solo quando l'ebbe in pugno permise al braccio del nemico di tornare al suo proprietario.
    Erano pochi istanti che Tichondrius brandiva l'arma che aveva sottratto al loro avversario che qualcosa in lui sembrò accadere senza che lui facesse nulla per farlo succedere. Si sentiva rinvigorito e per niente stanco. Si sentiva più forte anche e anche una serie di altre piacevolissime sensazioni. Strinse con decisione la mano sull'elsa della spada e si sentì pervadere da uno strano calore che andò a diffondersi sul braccio ferito e sui vari tagli che si era procurato. Sotto il suo sguardo incredulo si stavano richiudendo davanti ai suoi occhi. Ora che il suo braccio sinistro era a posto, riprese la sua spada brandendo ora due spadoni. Forse quell'arma avrebbe cambiato le sorti della battaglia.
    Hellfalas si lanciò contro il golem sferrando un fendente con la spada che gli aveva sottratto, basto un colpo per far volare il mostro all'indietro di un paio di iarde. L'uoma non si aspettava una tale forza, doveva essere opera dell'arma. Il golem , per la prima volta emetteva un suono grottesco, quasi un grido, come se gridasse di dolore. Incoraggiato a continuare, Tichondrius usò sempre la stessa spada per tagliarlo in due e, come aveva fatto prima senza successo colpirlo al nucleo interno.
    Quando la lama colpì il punto desiderato, il golem smise letteralmente di gridare e muoversi, il magma si spense ma, diversamente da prima, le varie parti di pietra che lo componevano si disgregarono lasciando solo una serie di rocce inanimate che giacevano inermi sul terreno.
    Nessuno osava credere con facilità che fosse finita. Tutti aspettavano trepidanti che in qualche modo quel colosso dovesse riprendere vita da un momento all'altro. Ma ormai i secondi diventarono minuti e nulla accadeva.
    Stavolta era veramente finita.
    Tichondrius stingeva la spada che si era appena guadagnato. Era davvero qualcosa di formidabile. Venne colpito da uno strano senso di indecisione. Era un oggetto magico e per la sua cultura era di per se malvagio, l'uo non apprezzava la magia, ma erano salvi grazie a quella spada. L'uo diceva che bisogna dare un tutore agli uoma che nascono con la magia, quell'oggetto aveva bisogno di qualcuno che guidasse i suoi poteri verso il bene e non facessero del male a qualcuno.
    Essendo un'arma unica forse aveva bisogno di un nome, probabilmente chiunque glie l'avrebbe dato. Ma gli uoma a stento danno nomi alle persone e sono soliti chiamarsi per grado o per razza, se non sono uoma, quindi non avrebbe avuto senso dare un nome ad una spada.
    La compostezza e la disciplina degli uoma tornò a farsi sentire. Si riscosse da ciò che era successo come se nulla fosse, riprendendo la sua posizione al centro della radura con braccia conserte ma, questa volta, al posto di una sola spada piantata nel terreno ce ne erano due una alla sua destra e una alla sua sinistra. Non serviva la riunione tattica, ora sapeva come agivano i suoi compagni sarebbero dovuti ripartire ma voleva che le sue compagne si riprendessero.
    Vi lascerò del tempo extra non previsto. Partiremo tra mezzo giro di clessidra!
    E così attese rimuginando sullo scontro e sulle azioni delle maghe per costruire tutte le tattiche necessarie sulla base di ciò che aveva visto. Se si sarebbe presentata nuovamente l'occasione di uno scontro sapeva come muoversi in combinazione con loro. Erano evocatrici entrambe di cui una capace di curare. Non serviva che entrassero nel vivo dello scontro e con due spade aveva la portata dei suoi attacchi ampliata e poteva proteggerle meglio. Forse, da un certo punto di vista non avrebbe potuto chiamare intoppo quell'avvenimento, anche se l'avevano spuntata per il rotto della cuffia.
  5. .
    io posso anche andarmene, nel post ho scritto che cerco la pirite, posso anche salutarla e andare via e ti inserisci tu!
  6. .
    1 2 3 4
  7. .
    br_zps6fe7144d
    Malin;
    Malin si era alzato di buon mattino, il mastro forgiatore dei suoi proiettili gli aveva dato una nuova lista per progettare qualcosa di nuovo. Per lui era una cosa molto spassosa, inoltre per tutta la durata del tragitto, della ricerca e della estrazione dei materiali era sempre colmato dalla curiosità su cosa mai potesse inventare di nuovo. I proiettili creati fin ora erano talmente soddisfacenti che più andava avanti e più il vecchio Danderfluff si chiedeva dove tirasse fuori certe idee.
    La ricerca odierna l'aveva portato sull'isola di Dwin. Ultimamente era quasi sempre per le isole che si trovavano i materiali migliori. A lui non dava fastidio il fatto che si trovasse su un'isola dava fastidio il fatto che dovesse prendere una barca.
    Bah...cose da gente alta! Prendere un mezzo che traballa in acqua! Per la barba di Laufnir, ma la terra è troppo ferma per loro? C'è già il rischio di essere risucchiati verso il cielo!
    Si perché i nani che vivono da tutta una vita sotto le montagne e sono abituati ad avere il tetto coperto sopra le loro teste, sono colpiti da una bizzarra fobia quando vanno all'aria aperta. Sono convinti che il cielo sia come una grande voragine messa al contrario, e hanno paura di cadere di sopra.
    Giunto finalmente sull'isola, Malin attese qualche minuto di riprendersi dalla nausea di quel movimento ondeggiante.
    Quando fu finalmente in grado di muoversi si diresse verso l'entroterra dove doveva recuperare un minerale chiamato pirite. Aveva una specie di mappa su dove trovarlo, gliel'aveva fatta un viaggiatore della gente alta. Superò un tronco che era stato abbattuto e si trovò un arco puntato contro.
    La mossa fu rapida!
    Recuperò lo scudo e l'ascia-martello coprendosi dietro il baluardo temprato.
    C'è un valido motivo per puntarmi il tuo arco o sono stato scambiato per qualcun'altro? Perché se non sei un minerale chiamato pirite non ho nulla contro di te!
    Come al solito Malin pareva essere un burlone anche quando parlava seriamente. Non voleva mica combattere in fondo, cercava solo i materiali per i proiettili.
  8. .
    Devo aggiungere una nuova mutazione:

    Molclaw:
    Una mutazione generata partendo dall'essenza arcana di una talpa e aggiungendo l'essenza primordiale della sabbia. Ha artigli poderosi che superano in dimensione e potenza gli artigli di qualsiasi altra forma. Ha una grandissima velocità sia di movimento che di attacco potendo colpire sino a dieci volte al secondo. E' in grado di scavare buche e di muoversi sottoterra e di controllare la sabbia come elemento e anche di creare forme fatte di sabbia che siano utili in combattimento. Ha la percezione tattile enormemente sviluppata.
    —Abilità:
    Avatar di sabbia La debolezza di questa forma è la forza fisica e la difesa che vengono facilmente compensati dalla velocità, se ciò non dovesse bastare, però, Alistair è in gradi di ricoprire di sabbia il corpo del molclaw facendolo diventare gigante e con una forza e difesa enormi a discapito della velocità che viene enormemente ridotta.
    Egida del deserto Alistair crea un duplicato della forma molclaw fatto di sabbia. Può usarlo per subire un attacco al posto suo, come diversivo o per portare a segno un potente attacco combinato.
  9. .
    0jew_zps8q0rsfkb
    Alistair;
    Alistair non poté subito rispondere alla sua compagna, poiché era completamente preso dai suoi pensieri sulle facoltà che nascondeva la forma della talpa. Anche il nobile stava dando un sacco di pensieri al mutaforma che desiderava staccargli la testa a morsi o tritarlo con le chele, o magari congelarlo o dargli un pugno talmente forte da farlo a pezzi, avrebbe potuto anche separarlo dalla sua essenza arcana e lasciarla li a vagare come uno spirito perduto tra le anime delle guardie che avevano dato la vita per lui. Quest'ultima era talmente allettante che dovette fare uno sforzo enorme per mandarla giù. L'unica cosa che lo manteneva calmo era l'eccitazione di avere ben chiaro il suo prossimo obiettivo. Una talpa, una semplice, piccolissima talpa sarebbe stato il suo prossimo bersaglio. Come l'insetto era un essere piccolo. Ad Alistair piaceva molto quando la fortuna gli permetteva di assorbire le essenze arcane senza uccidere nessuna creatura. Per quanto il processo fosse utile aveva sempre una strana stretta allo stomaco quando condannava una vita solo per incrementare i suoi poteri.
    Quando finalmente Adara si era sfogata con il nobile quello voltò la testa stizzito. Sapeva di dipendere dai suoi due salvatori ma a quanto pare non aveva voglia di addolcirsi. In ogni caso c'erano argomenti più importanti da trattare.
    Dobbiamo muoverci! Non so se siamo seguiti o spiati, ma c'era qualcuno tra gli alberi. Un essere molto più forte di semplici banditi. Non riesco a percepirlo ne con il fiuto del licantropo ne con quello del kerottero. Non so dire nemmeno se fosse solo o se avesse compagnie da qualche parte. Ma se vogliamo scortare vostra signoria sano e salvo sino al villaggio dovrà fidarsi di me e fare a modo mio. Mi trasformerò in lupo e la porterò a cavallo sino al villaggio. Se siamo seguiti e procediamo a passo d'uomo potremmo avere visite poco piacevoli!
    Ma dico?! Ti è andato di volta il cervello? Hai forse la testa grande quanto quella di un insetto, guarda che io...
    L'aveva fatta grossa!
    Alistair assunse un'espressione poco piacevole sul volto, cosa che divenne ancora meno piacevole quando il suo sguardo educato e signorile sfigurò nello sguardo omicida e sanguinario della belva. Ringhiando di rabbia si avvicinò minaccioso all'uomo che stava davvero esagerando. Quando fu a pochi centimetri dalla testa, ruggì con tutta la forza che possedeva. Il nobile fu assolutamente terrorizzato coprendosi il volto con le mani forse credendo che oltre a ruggire l'avrebbe sbranato.
    Quando si costrinse a guardare, trovò il mannaro relativamente calmo ma con lo sguardo minaccioso. Senza aggiungere altro, capendo anche che rischiava la pelle sia con lui che con la maga e che non erano pezze da girare come voleva e che i suoi soldi e la sua posizione non l'avrebbero salvato da eventuali criminali, anzi, lo rendevano un'ambita preda, capì che era meglio tenerseli buoni prima di essere lasciato ad elementi meno affidabili, salì in groppa al mannaro stringendosi alla spalle avendo paura a tirargli i peli e provocare la sua ira. Già la sua ignoranza in materia gli faceva rendere alquanto difficile il fatto che un essere potesse diventare mannaro e viceversa con relativa facilità e che in forma alterata era anche in grado di controllarsi e di decidere se attaccare o meno qualcuno.
    Quando il nobile fu ben saldo in groppa, il mannaro fece un cenno ad Adara e scattò rapidamente verso il villaggio. Se prima correva per viaggiare, ora correva con il preciso intendo di correre, facendo avvertire il senso della fretta nella sua stessa velocità.
    Il nobile gridava dalla paura, nessun animale, infatti, a parte i brocchi di Mithlond, cavalli elfici tra i più rapidi al mondo, correva più veloce di un mannaro. La cosa che spaventava di più l'uomo era il fatto che ogni volta gli sembrava di andare a sbattere contro un'albero mentre l'Alistair-Licantropo scansava agilmente ogni ostacolo all'ultimo secondo. Dovettero correre per circa quaranta minuti quando arrivarono nei pressi del villaggio.
    Quando il mannaro si fermò, l'uomo si gettò praticamente giù dalla creatura.
    Pazzi, folli, scatenati...rimpiangerete questo giorno, convincerò gli abitanti a darvi la caccia, siete dei mostro dopotutto e i mostri vanno...
    Alistair mutò la sua forma in kerottero ed evocò una pianta con un baccello scarlatto. La corolla era di colore giallo e lungo l'asse di quest'ultima si trovava un pistillo arancione simile quasi alla bocca di una sanguisuga. Si attaccò al polso dell'uomo che esclamò:
    Ehi ma che dia...va...lu...la...
    Cominciò a barcollare e andò verso il villaggio come se fosse ubriaco.
    Alistair tornò quindi normale ricoprendosi di vesti da mago. Parlò quindi alla sua compagna e disse:
    Ora anche se dovesse parlare non lo crederà nessuno. Comunque...non so se vuoi attendermi qui o vuoi venire con me ma ho una piccola faccenda da sbrigare, non dovrei metterci molto...
    Senza aggiungere altro, e senza preoccuparsi del fatto che Adara lo seguisse o meno, in modo da darle la libertà di andare con lui, se lo desiderava, o restare ad aspettarlo se preferiva, si trasformò di nuovo in licantropo e cominciò a correre per la foresta annusando il terreno di continuo. Quasi come se stesse seguendo delle tracce. Ogni volta che fiutava la terra in una certa zona riprendeva a correre spostandosi altrove senza mai coprire distanze elevate. Ogni spostamento era non più di qualche iarda per poi mettersi a fiutare di nuovo il terreno. Sembrava davvero che stesse cercando qualcosa.
    Questo tipo di ricerca durava pochi secondi per ogni zona, se non percepiva nulla si spostava su un'altra. Questo procedimento, andò avanti per diversi minuti finché, ad un certo punto, non cominciò a fiutare avidamente nello stesso punto e ad aumentare il raggio d'azione per dare fondamento a ciò che aveva percepito. Ad un certo punto cominciò a ruggire e a scavare balzando spesso da una parte all'altra. Sembrava stesse combattendo ma con qualcosa che non si riusciva a distinguere, forse poiché troppo piccolo. Ad un certo punto si sentivano grida stridule, forse stava combattendo con un topo?
    Ma che senso aveva combattere contro un topo?
    Ad un certo punto emerse da terra e fango con qualcosa tra le mani. Appena la polvere si diradò e Alistair si spostò da quel groviglio di terra e fango si poté notare che tra le mani aveva una piccola talpa.
    A quel punto si trasformò nuovamente diventando antropomorfo.
    Le venature sul suo corpo erano inattive. Grige o nere, come sempre. Con un lento movimento della mano, estrasse l'essenza arcana dalla talpa. Non provava dolore e ne stava correndo un pericolo ma il processo l'avrebbe fatta sentire molto molto debole. Quando una piccola sfera di luce si staccò da corpo del piccolo essere, Alistair la poggiò delicatamente al suolo accarezzandola. La talpa allora, anche se più lentamente di quel che si aspettasse, scavò nel terreno sino a sparire dalla vista. Appena l'essenza arcana fu libera di splendere, anche le venature del corpo di Alistair divennero completamente gialle e luminose.
    Alistair evocò nella mano che teneva libera un'ampolla dal contenuto marrone, non era ne liquido e ne gassoso, sembrava energia pura. Appena tolse il tappo, il contenuto fuoriuscì come una nuvola di gas ma andava a cercare avidamente la sfera luminosa. Cominciarono a mischiarsi in un turbinio di forme e colori poco distinte. Ad un certo punto l'energia contenuta sembrò impazzire generando forme strane, quasi se fosse pronta ad esplodere, divenne più grande, di parecchio e sembrava sul punto di fare il botto quando una luce accecante irradiò completamente l'intera zona.
    Nel giro di alcuni secondi la luce si affievolì e si poteva distinguere un globo di luce marrone chiaro e le venature della forma che aveva assunto Alistair che pulsavano dello stesso colore. Da una fessura posta più o meno all'altezza del volto, si poté intravedere una bocca dentata che si spalancò inghiottendo la sfera. Il corpo di Alistair, a partire dalle venature, poi al petto e poi su tutto il corpo emanò luce propria e la luce diminuì solo mentre iniziava la mutazione.
    jpg
    Attorno ad Alistair cominciò a formarsi un tornado di sabbia...sabbia venuta da dove? Dal nulla? All'interno del tornando di sabbia si distinguevano due occhi rossi. Dopo circa una quindicina di secondi, la sabbia cessò di muoversi cadendo al suolo e posandosi formando un netto contrasto con il resto dell'erba. Al posto della strana forma umana in cui era diventato Alistair ora c'era una grande forma indistinta di sabbia. La creatura scrollò un braccio e tutta la sabbia cadde rivelando un arto particolarmente muscoloso, il palmo era molto più grande dell'avambraccio ma al posto delle dita c'erano artigli giganti. Circa trenta centimetri di lunghezza ciascuno per cinque centimetri di diametro. Scrollando l'altro braccio si mostrò la stessa identica cosa. Scrollando il resto del corpo si poteva notare un fisico del torace mediamente robusto che andava a fare da punto di passaggio ai muscoli delle gambe che erano longilinei e piccoli. A giudicare dalla struttura muscolare sembrava una mutazione adatta a movimenti scattanti e molto veloci, la velocità sembrava contraddistinguerlo anche in attacco e non solo in movimento. Con quei muscoli alle braccia i fendenti e le artigliate dovevano essere veramente fulminei. Inoltre, Alistair avvertì immediatamente che il suo battito cardiaco era accelerato. I suoi studi sapevano per certo che molte creature piccole, per reggere il ritmo di movimenti frenetici e rapidi, hanno battiti molto veloci. Quindi era facilmente ipotizzabile che in combattimento doveva essere un fulmine sia a spostarsi che ad attaccare, il tipo di avversario che te lo trovi davanti un secondo e alle spalla pronto a colpirti nel secondo successivo. In più, con un solo movimento delle dita, riusciva a muovere la sabbia e a farne arrivare dell'altra, ma da dove arrivava?
    Alzò entrambe le braccia e fece sollevare tutta la sabbia presente. Anche la terra normale sembrò essere attratta da quel richiamo ma si muoveva debolmente. Aumentato l'entità del potere legato al suo comando, i minerali si sgretolarono e la terra si separò dalle particelle d'acqua formando altra sabbia. Era così dunque che funzionava? Estraeva la sabbia dal terreno e dai minerali!?
    Provò subito un paio di test. Era in grado di far aggregare la sabbia e renderla rigida e compatta, quindi esattamente come per il wendigo, era in grado di creare forme con il suo elemento. Il solito globo di magia arcana si rivelò essere una sfera di sabbia. La mandò contro un tronco per vederne gli effetti. Le particelle di sabbia non aggregate non erano in gran che ma avevano provocato al tronco dell'albero una miriadi di minuscolissimi tagli superficiali, tanto che la corteccia si vedeva ancora, non era stata rimossa. Tuttavia provato sulla pelle umana o di qualche creatura si poteva immaginare che tutti quei tagli erano particolarmente fastidiosi.
    Usando i suoi nuovi artigli giganti cominciò a scavare una buca nel terreno, come immaginava riusciva ad agitare le braccia e a muoverle ad una velocità sorprendente tanto che sembravano un unico colore marrone chiaro di forme indistinte. Bastarono pochissimi secondi a celarlo completamente sotto terra e gli artigli fendevano praticamente tutto, anche forme più dure, ad esempio la roccia, che si incontravano scavando. Gli artigli del licantropo e del kerottero non arrivavano nemmeno lontanamente a quel livello di potenza. Inoltre sotto terra riusciva a sentire attraverso le vibrazioni trasmesse al terreno conigli che zampettavano, cervi, il fiume, tutto...a quanto pare questa mutazione era sensibile al tatto. Continuando a scavare notò che poteva spaziare da un'angolo all'altro del campo di battaglia in pochi istanti. Poteva anche essere usato per viaggiare sottoterra effettivamente, ma era più lento della corsa del mannaro. Tuttavia, fretta a parte, poteva essere utile viaggiare più lenti ma impossibili da percepire. Data la natura della talpa (mole) e gli artigli giganti (claw), Alistair sbucò dal terreno con la precisa decisione del nome per quella mutazione: molclaw! Sbucato dal terreno tornò normale, per poi raggiungere Adara (vicino a lui se lo aveva seguito o davanti all'entrata del villaggio se lo aveva aspettato).
    Scusa l'attesa. Sono pronto!
  10. .
    0jew_zps8q0rsfkb
    Alistair;
    Dopo che Alistair aveva fatto emergere i banditi che si nascondevano e aveva fatto in modo che fossero di numero pari lasciò che quelli attaccassero ma non fu una cosa molto saggia visto che sembravano tutti impauriti dal vedere un insetto gigante. La sua compagna maga non aiutò certo a far svegliare quelle pappe molli. Evocando dei fulmini globulari uccise sei uomini su sette, contando quelli che le spettavano una volta divisi in parti eque.
    Dopo che circa metà del loro contingente era stato ucciso senza nessuno sforzo e considerando che non conoscevano e temevano le facoltà dell'insetto abbandonarono il campo di battaglia disperdendosi e scappando a più non posso cercando di mettere in salvo la pelle e a conservare la loro vita. Erano otto in tutto. C'erano i sette uomini che avrebbe dovuto uccidere Alistair più l'uomo che Adara non aveva ucciso.
    Le loro grida echeggiavano terrorizzate e persino le loro armi e protezioni erano state abbandonate, segno che ormai la loro capacità di giudizio era stata completamente rimpiazzata dalla paura.
    Dopotutto era una pessima situazione per loro. Semplici banditi senza doti combattive particolari, ne abilità di rilievo, ne poteri magici di spicco che assalivano un nobile sperando di riempirsi le tasche e di fare il colpaccio di una vita.
    Erano anche discretamente preparate ad esseri sinceri, anche se necessitava calcolare l'handicap dell'inferiorità numerica. Sei guardie, infatti, erano state massacrate da quindici banditi.
    Sicuramente avrebbero rintracciato il nobile arrogante e gli avrebbero spillato tutti i soldi che possedeva, se erano abbastanza furbi riuscivano anche ad organizzare un bel pagamento di riscatto.
    Ma gli era andata male!
    Poiché sulla loro strada avevano trovato due esseri fuori dal comune. Ora che scappavano come topolini Alistair non era molto sicuro di ucciderli, ma dentro il suo cuore pensava alle guardie. Potevano avere mogli, e figli. Ora solo vedove e orfani. Magari un lavoro così pericoloso era necessario per combattere eventuali situazioni di miseria e povertà.
    Con quei pensieri nella mente, non se la sentiva di farli vivere.
    Con una mossa rapidissima Tirò due pugni al suo mentre stringeva gli artigli in modo da creare grosse punte che perforavano il terreno.
    Da li fece immettere nel sottosuolo una grande quantità di energia naturale che garantì una crescita rigogliosa di piante che bloccarono e si attorcigliarono attorno a tutti e otto i sopravvissuti.
    Alistair fece emergere quindi le mani dal terreno. Non sapeva cosa voleva fare tanta era la rabbia verso quegli assassini e il dolore verso le eventuali famiglie che avevano stroncato. Si chiedeva se li avrebbe stritolati con le piante o se li avrebbe sminuzzati uno ad uno con le sue chele.
    Pensandoci, aveva già avuto modo di rendersi macabro e di colpire nel vivo la sua nuova compagna di viaggio. Inoltre aveva percepito che la forma di kerottero le faceva senso. Quindi evitò di rendersi ancora più inguardabile usando le sue chele come una bestia immonda desiderosa di morte.
    Aprì le mani e le braccia come se dovesse contenere un enorme abbraccio. Poi strinse a pugno entrambe le mani con estrema rapidità e violenza. Nello stesso istante in cui le mani si strinsero e le dita toccarono i palmi, gli otto viticci che tenevano imprigionati i briganti doloranti per la stretta morsa in cui erano caduti, si strinsero ulteriormente ad un livello che non lasciava spazio per altro da aggiungere alla questione.
    Gli otto briganti sopravvissuti morirono schiacciati dalle pianti stritolatrici di Alistair.
    Fu a quel punto, quando l'odore di sangue cominciava a diventare un abitudine che il fiuto del kerottero distinse un altro essere nei paraggi. Molto diverso dai precedenti, molto diverso da una semplice nullità. Qualcosa di molto di più.
    Seguendo la fonte dell'odore, vide in lontananza una specie di uomo talpa o una talpa gigante. L'odore suggeriva un ourthugal. Alistair usò la sua magia neuroadditivo per muoversi più veloce che poté in modo da intercettarlo. Ma quell'essere percepì di essere stato scoperto. Scavò con velocità impressionante nel sottosuolo scavandosi una buca. Quando Alistair nella forma insetto vi arrivò trovò un tunnel scavato nella terra coperto dalla terra stessa. Una sorta di via di fuga bloccata per impedire ai suoi nemici di essere seguito. E a quanto pare funzionava. Per quanto il kerottero annusasse l'aria, traslando la sua trasformazione anche al mannaro per vedere se un diverso tipo di fiuto ottenesse effetti migliori, non riusciva più a sentire l'ourthugal ne a capire in che direzione fosse andato.
    Ciò impensierì molto Alistair...forse una simile mutazione poteva avere grandissimi risvolti. Enormi davvero. Inoltre poteva essere perfetta per l'elemento primordiale della sabbia. Scavando le buche poteva uscire da una situazione, fuggire, far perdere le tracce come aveva appena fatto l'ourthugal e poteva persino utilizzarlo in combattimento per evitare attacchi i per attaccare silenziosamente alle spalle.
    Pensò anche all'anatomia della talpa unita a quella dell'uomo. Muscoli leggeri, affusolati, molto piccoli, utilissimo in velocità, non adatto a correre su quattro zampe e forse poco adatto al viaggio su terra ferma, ma se mai si dovesse viaggiare sottoterra era impareggiabile. Inoltre possedeva gli artigli più grossi e possenti che avesse mai visto in vita sua. Le talpe infatti aveva gli artigli che non partivano dalle unghia, ma sostituivano integralmente le falangi.
    Era inutile girarci attorno...doveva assimilare l'essenza arcana di una talpa.
    Tornò indietro, suo malgrado a mani vuote. Si fece vedere da Adara per poi liberare il nobile. Era ora! Razza di bifolchi! Non sapete chi sono io! Ora, se volete redimere le vostre vite e salvarvi la pelle vi esorto a prendere il posto di quegli incapaci da quattro soldi che ho assoldato e scortatemi sino al mio villaggio. Dopo il trattamento che mi avete riservato non avrete un centesimo, però...siete stati avvertiti. Ora in marcia!
    Alistair tornò normale e non fece una piega alle parole provocatorie dell'uomo. L'avrebbe ucciso per aver dato degli incapaci a degli uomini che avevano dato la vita per lui. Ma per quanto antipatico era un civile, disarmato, influente e senza crimini. Quindi non poteva ucciderlo.
    Per farselo andare a genio si concentrò con tutte le sue forze sul suo prossimo obbiettivo. L'essenza arcana di una talpa! Era meglio non perdere d'occhio il villano, all'assimilazione ci avrebbe pensato a missione conclusa!
  11. .
    ma farete la quest dei cacciatori di taglie?
  12. .
    0jew_zps8q0rsfkb
    Alistair;
    Dopo che entrambi i maghi esplicarono tutte le dovute misure di risveglio e di igiene personale, come lavarsi il viso con la gelida acqua del fiume, lavarsi i denti e le altre procedure di rito, si prepararono a partire. Per Alistair era tutto praticamente pronto, quindi si era preso il disturbo di assumere la forma kerottero per andare in avanscoperta e dare un'occhiata a ciò che avrebbero incontrato davanti la loro strada. Più avanti c'era trambusto e un certo numero di persone, il fiuto dell'insetto poté asseverare che erano tutti umani.
    Scendendo di nuovo al suolo, allertò la sua compagna di ciò che aveva visto. Sarebbe stato meglio fare attenzione. A quelle parole Adara disse che poteva rendere entrambi invisibili e allora Alistair rispose:
    Potrebbe essere utile. Tieniti pronta ad usarla se c'è qualcuno in pericolo potresti usarla per salvare qualche anima innocente. Una delle mie mutazioni potrebbero mettere in fuga gli assalitori senza spargimento di sangue. Bene...andiamo!
    A quelle parole la maga si fece circondare dalla magia del vento, come inglobata in una tromba d'aria che le conferiva la stessa velocità di un ciclone e le avrebbe concesso la facoltà di stare dietro alla velocità del mannaro.
    Quando l'incantesimo fu pronto, fece cenno ad Alistair che era pronto. Lui d'altro canto, fece sfoggio di uno dei fiori all'occhiello della sua capacità di mutazione. Era in grado di eseguirla solo nel tentativo di diventare licantropo perché era l'unica forma che possedeva già da qualche anno e con cui aveva maggiore dimestichezza. Compiva un balzo e quando toccava terra era un lupo mannaro. Una mutazione istantanea che era utilissima sia nei combattimenti in cui serviva un effetto sorpresa sia nelle fughe rapide.
    Del resto, essendo il mannaro una mutazione non elementale e bilanciata, era solito cominciare con quella forma per rincarare la dose con mutazioni più pesanti e più potenti. Il mannaro correva avidamente sulle quattro zampe seguito fedelmente da Adara, la percepiva dietro di lei grazie al suo olfatto. Il mannaro si costrinse a guidare lui la direzione poiché il suo fiuto poteva percepire ciò che stava accadendo davanti a loro.
    Tutto d'un tratto, Alistair si arrestò di colpo. Si rizzò sulle sue zampe posteriori e riassunse la sua forma normale con tanto di vestiti. Aveva percepito una persona non ostile che si avvicinava correndo verso di loro e non voleva obbligarlo a cambiare rotta per correre ancora non appena si vedeva un mannaro addosso. Adara invece non avrebbe dovuto avere problemi, non era spaventosa quindi avrebbero potuto rendersi conto di cosa stava succedendo.
    L'uomo che arrivava verso di loro sembrò incredibilmente rincuorato di vedere i due maghi dinanzi a lui e vi si precipitò.
    Messeri incantatori, sia ringraziata la sorte. Io e la mia scorta siamo stati attaccati, i miei uomini hanno messo a repentaglio la loro vita per farmi fuggire, non so quale sia stata la loro sorte a questo punto ma dobbiamo fare qualcosa!
    Benché le sue parole sembravano molto ben educate c'era qualcosa di strano. Un tono un po' troppo autoritario ed arrogante. Alistair non era uno dei suoi uomini. Ma poteva anche essere esortazione e preoccupazione per i suoi uomini fedeli che stavano rischiando la vita e poteva essere già troppo tardi.
    Alistair si rivolse ad Adara e disse:
    Dobbiamo cercare di salvarli... - Poi si rivolse all'uomo che aveva richiesta il loro aiuto - ...ora stia fermo qui, la proteggerò in modo che nessuno la possa trovare ne possa farle del male!
    Si trasformò in kerottero sotto lo sguardo impaurito e sempre più terrorizzato man mano che la trasformazione avanzava. Evocò quindi una formazione di alberi che lo difesero efficacemente nascondendolo completamente alla vista. Anche l'invisibilità di cui parlava prima Adara avrebbe potuto fare la stessa cosa, la sola differenza era che le piante che aveva evocato erano di quelle che sapevano difendersi, quindi avrebbero protetto l'uomo che in massima riconoscenza, da dentro il suo nascondiglio disse: Ehi!! Ma come osate?! Felloni dispensatori di arti subdole! Liberatemi subito! Ve lo ordino!!!
    Com'era gratificante salvare persone che non lo sapevano apprezzare. Per non perdere tempo nel cambiare forma, Alistair si diresse verso la fonte degli odori con il preciso presentimento di fare troppo tardi a causa di un brutto particolare: l'odore di sangue nell'aria che l'olfatto sviluppato del kerottero percepiva distintamente. Quando giunsero al luogo dell'odore non c'era più niente da fare per la scorta. Sei uomini erano a terra in un lago di sangue. Dei loro aggressori non se ne vedeva neanche uno, ma Alistair ne percepiva la puzza. Allargò le braccia controllando ogni singola pianta dietro cui cercavano di nascondersi facendo in modo che gli afferrassero con i loro rami e li mandassero allo scoperto, dove lui e soprattutto Adara potevano vederli. Erano quindici uomini in tutto. C'erano cinque uomini con archi, sei uomini con spade, asce e qualche scudo tondo di legno e quattro uomini con pugnali adatti sia per il corpo a corpo sia per lanciarli. Una combriccola penosa per l'entità dei poteri di Alistair, poteva stringerli tutti in una morsa di piante stritolatrici e gli sarebbero bastati pochi secondi. Però voleva anche vedere come se la cavava Adara. Il problema era che erano dispari.
    Caricò un arciere con il suo corno mentre agitava le ali come se volesse volare ma, sfruttando le zampe in corsa, favoriva ad aumentare di circa il doppio la sua velocità di movimento, e lo piantò contro un albero. Sentì le ossa dello sterno rompersi all'impatto. Ma almeno erano pari.
    Sette alla maga e sette al mutaforma. Lei avrebbe potuto vedere di cosa era capace lui e lui avrebbe potuto vedere cosa era in grado di fare lei.
    Il mutaforma non si mosse, Aveva appena mandato all'altro mondo uno dei banditi. Voleva almeno lasciare loro la possibilità di rispondere in qualche modo.
  13. .
    se volete fare uno degli squadroni dei cacciatori di taglie sn io a dirigerli :)

    Fatemi sapere! ;)
  14. .
    Con l'autorizzazione di Xariel per il piano, e con l'autorizzazione di Fextis per il procedimento del post muoverò all'interno del mio post sia Tichondrius che il nostro avversario.


    uomadied_zpse6b1384a
    Tichondrius;
    Tichondrius aveva volutamente deciso di lasciare alle due signorine, il tempo di riposarsi e di scambiare due chiacchiere magari per conoscersi meglio, per stabilire un legame, una fiducia reciproca e una stima l'una verso l'altra. Tutte queste qualità sarebbero state utili durante la loro missione e durante i combattimenti facendo in modo che almeno loro due sarebbero state capaci di stringersi e di aiutarsi a vicenda. Con un po' di fortuna, in questo modo, la squadra sarebbe divenuta maggiormente capace e consapevole e per l'uoma sarebbe stato meno necessario dover intervenire continuamente per badare a loro due. Tuttavia per il bene della missione e per la sicurezza di tutta la squadra, non poteva lasciare loro moltissimo tempo. Avrebbero dovuto studiare e pensare un piano di attacco, un piano di difesa ed una serie di strategie tattiche da utilizzare in combattimento. Ciò li avrebbe sicuramente rallentati sulla tabella di marcia ma sicuramente avrebbe giovato in maniere decisiva sul buon andamento della missione. Dopotutto era quello che l'uo insegnava a tutti i credenti, sia uoma che non. Pianificare e stare attenti ai dettagli creando una attenta strategia che spazia ogni possibile ipotesi di ingaggio contribuisce a tenere il plotone e ogni singolo membro preparato a qualsiasi evenienza.
    L'uoma stava già facendo i suoi calcoli e pianificando le sue strategie cercando anche di trovare le parole per motivare le sue scelte e i suoi piani. Il fatto che le due donne non fossero cultrici dell'addestramento, dell'ordine e della disciplina rendeva le cose un pochino più difficili. Differentemente dai cultori dell'uo, non avrebbe accettato senza obiezioni ogni strategia del loro arishock, ma avrebbero sicuramente provato ad obiettare e, a tal motivo, servivano anche spiegazioni e motivazioni apportate da casi ed esempi concreti, magari di schemi da incidere sul terreno per poterle convincere. Tutte chiacchiere inutili che l'uo non approvava. Ma di certo, l'uo diceva anche che in ogni situazione bisogna essere anche disposti a tutto per il bene di una missione, specialmente quelle estremamente importanti, come in cui si trovavano ora. Quindi la stessa disciplina dell'uo forniva un'adeguata quanto noiosa scappatoia per consentire il fatto di perdersi eccezionalmente in chiacchiere e spiegazioni superflue.
    Il tempo per le due donne di conoscersi era scaduto!
    Avevano cose più importanti di cui discutere.
    Bene serah, rimanderemo le chiacchiere mentre riprenderemo a cavalcare. Nessuno ci vieta di parlare durante il viaggio. Ora, però, tratteremo argomenti con un maggior livello di priorità! Dobbiamo preparare delle strategie e degli schemi di combattimento nel caso in cui...
    Tichondrius non ebbe la possibilità di finire la frase, ne tanto meno di affrontare l'importante problema di definire un piano di combattimento poiché la loro sosta tranquilla nella radura stava per essere disturbata diventando, molto poco tranquilla.
    Un essere in nero coperto da una veste da mago e una maschera dalla forma di un teschio caprino, una delle più malvagie rappresentazioni del male, che rappresentavano cultori della magia più oscura che potesse mai esistere stava seguendo la scena del terzetto di guerrieri da un'altura di quel luogo collinare. Nessuno, fosse stato anche dotato dei più grandi e potenti sensi e abilità percettive ne avrebbe potuto avvertire la sua presenza. Le magie occulte lo rendevano praticamente impercepibile. Ma infatti non era certo di lui che bisognava preoccuparsi. Il suo intento era osservare, esaminare e valutare.
    Indisturbato e non visto, tracciò in aria una serie di simboli infuocati che tracciarono un circolo fiammeggiante sul terreno, alle spalle dell'uoma, all'interno della radura dove si erano fermati. Dal circolo fiammeggiante si continuarono a tracciare linee e simboli. In pochi secondi, il procedimento fu completo e il circolo rappresentava un maschio di magia nera. Un portale di evocazione per essere più precisi.
    L'uoma si voltò riconoscendo i simboli e allertando le sue compagne di missione:
    In guardia serah! Siamo sotto attacco!
    In pochi secondi, la zona di terreno pervasa dalle fiamme, ma ancora integra si sgretolò, all'interno al perimetro del cerchio tracciato sul suolo, la terra cadde come in una pozza circolare di magma. Un braccio di roccia e fiamme sbucò dal liquido incandescente afferrando la parte di terra ancora integra e issandosi su di essa emerse dal portale di evocazione.
    Era un essere mostruoso, persino più grande e massiccio dell'uoma. Un mostro di roccia incandescente con vari anfratti e crepature dal quale si riusciva a sentire l'energia pulsante del magma vulcanico. Una creatura oscura con i propositi più neri: un golem di magma.
    Riuscito ad emergere e raggiungere la superficie verdeggiante della terra, il portale alle sue spalle si chiuse, in questo modo non avrebbero nemmeno potuto rispedirlo da dove era arrivato. I suoi piedi fiammeggianti rilasciavano piccoli schizzi di magma ad ogni passo minaccioso verso la compagnia mentre quel liquido incandescente cominciava a bruciare l'erba e, se non stavano attenti, gli alberi che delimitavano la radura in cui si trovavano. Se le cose non sarebbero state adeguatamente trattate e domate, anche vincendo il golem sarebbero stati uccisi dalle fiamme. Tichondrius imbracciò il suo spadone pronto a combattere mentre il golem decise di ruggire sonoramente proprio contro di lui emettendo dalla sua bocca un getto di aria caldissima che avrebbe potuto anche ustionarlo se fosse stato più vicino e c'erano anche scintille di fuoco che guizzavano di tanti in tanto.Serah... - Disse rivolgendosi a Rosalinda - ...sta vicina al messaggero e proteggila! Copritemi e supportatemi dalle retrovie e non avvicinatevi al mostro per nessun motivo! Non è un'avversario comune!
    Quelle ultime parole le disse più a se stesso che al gruppo, anche se era detto a voce sufficientemente alta affinché potessero sentirlo.
    Intanto lo stregone osservava dall'alto la scena. Stanco di tanto teatro eroico, tracciò nell'aria altri simboli. Gli occhi del golem si accesero e divenne quasi impazzito. Furioso e completamente fuori di se attaccò con l'uoma con una coppia di pugni dall'alto verso il basso cercando di schiacciarlo immediatamente, ma rispose con prontezza balzando indietro. Poi lanciò due grosse zolle di terra che infiammò con una sola pressione delle mani dirette contro le due donne sulle retrovie. Tichondrius però balzò in aria e con due fendenti possenti le taglio entrambe in quattro parti ciascuna. A discapito della stazza aveva una preparazioni fisica notevole, tutto ciò grazie alla disciplina e alle ferree dottrine militari che molte altre razze consideravano troppo dure.
    Una persona comune avrebbe detto al golem che avrebbe toccato quelle donne solo dopo essere passato sul suo cadavere. Ma le chiacchiere e le parole inutili non erano ben viste dall'uoma. Tuttavia le sue azioni la stavano dicendo al posto della sua lingua.
    Si lanciò con foga indescrivibile e spaventosa persino per i suoi stessi compagni di squadra ruggendo come solo un uoma può fare. Colpì il golem direttamente con una gomitata dritta al petto, ben coperta dalla sua spessissima corazza. Il suo avversario andò all'indietro barcollando. Poi usando la spada da vero dispensatore di morte, la abbassò contro il mostro con la forza di cento uomini super agguerriti. La terra stessa tremò di fronte al colpo che si abbatte sul golem ma riversò la sua violenza al suolo mandando la roccia di cui era composto in frantumi.
    Ritraendosi indietro tirò su un verso di stizza per la delusione su quanto fosse stato facile mandarlo al tappeto.
    Tichondrius si voltò quindi di spalle per tornare dalle sue compagne quando si sentì il sinistro rumore di ciottoli e pietre che rotolavano. Stavano tornando al loro posto sull'immenso e ampio corpo del golem. Secondo dopo secondo che i frammenti tornavano al loro posto. Il loro acerrimo nemico riprendeva vita rialzandosi da terra e risultando ancora più arrabbiato e furiosi di prima. Troppo sconvolto da ciò che stava vedendo, l'uoma non poté scansare ne evitare il violentissimo manrovescio che gli diede il golem facendolo volare all'indietro mandando in frantumi la roccia su cui, poco prima, stavano comodamente sedute le due ragazze.
    L'Hellfalas si rialzò lentamente e dolorante massaggiandosi la mascella che era ora segnata dalle ustioni e recuperò il suo spadone. L'attacco, e tanto meno, lo scontro, non erano ancora finiti.
    Il golem era capace di rigenerarsi dalle ferite fisiche e l'uoma non possedeva alcuna magia che potesse influire positivamente su roccia e fuoco. Non restava altro da fare che proteggere le ragazze e sperare che la loro magia potesse fare qualcosa in più di ciò che aveva fatto lui. Se non lo mettevano al tappeto avrebbe avuto la forza di schiacciare tutti e tre.


    CITAZIONE
    • Un losco figuro impossibile da vedere o da percepire poiché è occultato dalla magia nera ha evocato un golem di magma
    • Il golem ci attacca
    • Tichondrius sembra averlo steso ma sembra ricomporsi dagli effetti degli attacchi fisici
    • Vediamo che succede con la magia...
  15. .
    0jew_zps8q0rsfkb
    Alistair;
    Alistair, anche se la sua compagna di viaggio Adara non disse nulla e tramite la sua capacità di schermare emozioni e pensieri non lasciasse trapelare alcun che, riuscì a percepire forse tramite l'intuito o forse tramite la sua mente acuta e penetrante di aver scelto le parole sbagliate nel proferire il discorso riguardo ai banditi. Effettivamente ripensandoci e ripercorrendo mentalmente le sue parole sembrava che scendesse egli stesso ai livelli di un ladro, inoltre la storia del fatto che non avesse bisogno di nulla grazie alle mutazioni lo faceva sembrare un selvaggio quando invece evocava ciò che gli serviva. In pratica come presentazione si stava dipingendo davvero come un poco di buono. Avrebbe dovuto fare più attenzione alla scelta delle parole in futuro.
    Tuttavia ormai il danno era fatto e dato che con le parole aveva ottenuto effetti discostanti da ciò che avrebbe voluto trasmettere decise di tacere. In fondo Alistair era da sempre stato accolto ed educato da elfi dei più alti ranghi di Aresmelle. Non aveva mai avuto bisogno di sottrarre nulla ai banditi proprio perché con i suoi poteri era pienamente autosufficiente ma spesso gli incassi dei banditi erano privazioni di gente per bene e tramite l'acquisto di merce o di baratti poco convenienti per lui, restituiva alla comunità ciò che i banditi avevano sottratto loro. Era possibile che non era riuscito ad emettere un concetto tanto semplice e che era uscito quell'obbrobrio di discorso. L'ultima speranza di Alistair è che i suoi modi di fare avrebbero rimarcato ciò che era in realtà e non ciò che appariva con le sue parole.
    Intanto Adara disse che l'indomani sarebbero partiti e che era meglio andare a riposare. Disse anche che non c'erano banditi ma pericoli. Per tanto Alistair avrebbe dormito in forma di mannaro, come faceva sempre. Inoltre non gli costava nulla ed era certamente più prudente di ogni altra cosa.
    Così facendo Adara si adagiò sotto la coperta che Alistair le aveva fatto e lui si trasformò in licantropo. La massa muscolare crebbe mandando i suoi vestiti in brandelli, il pelo crebbe su tutto il suo corpo e da mani e piedi uscirono artigli affilati e letali. Il muso si allungò e il naso cambiò forma in quello tipico dei canidi. Dalle fauci del muso allungato c'era una folta fila di denti aguzzi che coprivano l'arcata superiore e quella inferiore. Lo sguardo perse ogni segno dello sguardo di un uomo studioso e bramoso di sapere e divenne quello di una bestia assetata di sangue. Tuttavia la differenza sostanziale tra un mannaro e un mutaforma era che, nonostante il lupo lasciasse un impronta istintiva sul mutaforma, nel mannaro lo dominava completamente. Alistair, infatti, pur avendo quello sguardo era docile da mannaro tanto quanto lo era da uomo, a meno che non volesse essere feroce egli stesso, magari contro chi lo meritava.
    Molto docilmente, infatti, la forma di licantropo girò due o tre volte in circo per prepararsi un giaciglio sull'erba della foresta e trovare la posizione più comoda per trascorrere la notte e per dormire serenamente. La difficoltà a prendere sonno è una prerogativa del cervello umano che si è discostato dalla natura radicandosi nella civiltà per troppo tempo. Infatti gli animali si addormentano quasi subito non appena decidono di farlo. Un'altra particolarità degli animali è che dormono esattamente quando serve e all'occorrenza sanno svegliarsi subito. Per tanto se il fiuto del mannaro avesse percepito qualcosa anche mentre dormiva, l'avrebbero saputo e, almeno lui, sarebbe stato immediatamente pronto a rispondere.
    Così, scivolò in fretta nel mondo dell'oblio. Quando dormiva durante una mutazione i suoi sogni erano sempre strani. Era come proiettarsi nel mondo circostante come essenza arcana, forse proprio perché la stava rievocando dentro di se per compire la mutazione. Riusciva a vedere gli alberi come delle energie di luce enormi. In quanto esseri viventi, anche loro avevano delle essenze arcane, anzi, loro ne erano ricolmi. Ogni foglia, ogni minuscolo insetto, ogni minuscola vita dell'albero, compresi funghi e licheni, erano una minuscola luce. E guardarne così tante nel loro insieme era come guardare un imponente faro di luce. Attorno a lui era circondato da fari, ogni albero lo era. Guardando verso Adara poteva vedere la sua essenza. Era agitata ed estremamente curiosa. Ecco un tipo di emozione che il suo viso non poteva nascondere e il suo autocontrollo non poteva tenere segreto. Era preoccupata dei modi di fare di Alistair, della sua tendenza ad attaccare gli altri e a comportarsi come un selvaggio, probabilmente perché era stato troppo segnato dal fatto di passare troppa parte del suo tempo come animale che come uomo. Peccato che lui fosse quasi sempre uomo. Si trasformava solo per combattere, per viaggiare o se gli serviva qualcosa che poteva ottenere solo con le mutazioni. Per il resto del tempo era un mago estremamente posato ed educato. Quanto al fatto dei banditi era solo il suo desiderio di restituire alla società ciò i banditi gli avevano portato via.
    Comunque, per quanto utile potesse essere, lo considerò un'invasione di ciò che la donna aveva scelto di tenere per se. Ma tra l'altro Alistair lo aveva ipotizzato già da solo. Sin da quando aveva detto quelle parole si era reso conto che non erano state pronunciate nella maniera corretta e che avevano dato l'impressione sbagliata.
    Distolse quindi l'attenzione da Adara e notò che la foresta era piena di spiriti non legati agli esseri viventi, ma vere entità che dimoravano nella foresta. Esse si avvicinavano ad Alistair curiose, lo osservavano, desideravano toccarlo ma non osavano avvicinarsi oltre un certo punto. Alistair restò li dov'era come un cucciolo che si lascia guardare curioso anche lui di sapere a cosa porterà quel reciproco studio di entità estranee. Gli spiriti vedevano Alistair come un'anomalia ma sentivano che non era un'anomalia sbagliata o pericolosa. Sentivano che era come un qualsiasi altro essere solo che era stato toccato da un'unicità, da un'esclusiva, da un dono che solo lui possedeva.
    Non si avvicinarono mai oltre la lega di distanza, ma si ammassarono tutti intorno ad osservarlo. In quanto essenza arcana, Alistair riusciva a sentire quello che provavano, lo si poteva capire dal tipo di vibrazione che ogni essenza emetteva. E chissà perché riusciva a sentirle solo nel sogno quelle cose. E solo quando dormiva trasformato. Quando l'anima che sembrava la più intensa comprese vagliando tutte le ipotesi che non era pericoloso, tutti loro andarono via, come se magicamente avessero perso ogni interesse verso la creatura.
    La notte passò senza altri dettagli di rilievo. Adara si sveglio per prima ma il naso ne sentì l'odore che era stato coperto fino a prima dalla coperta che lasciava una cerca copertura di odore di cervo. Percepì anche che lo stava studiando e la lasciò fare, in modo che potesse districare da sola il fraintendimento che il mutaforma aveva creato. Poco prima che finisse, però la sua pupilla ferale si aprì e il mannaro ringhiò per qualche secondo per stiracchiarsi, non era certo in atteggiamento da combattimento. Si alzò quindi sulle quattro zampe e distese ogni muscolo del suo corpo per salvarlo dall'intorpidimento e dall'immobilità notturna. Si alzò sulle due zampe posteriori e nel tempo necessario a tornare eretto, riassunse la forma umana ed i suoi abiti.
    Buongiorno
    Disse in modo calmo ed educatissimo, come sempre.
    Si avvicinò al fiume e fece uso dell'acqua per rinfrescarsi e svegliarsi completamente. Inoltre evocò un piccolo utensile che gli permise di dare un'accurata lavata ai suoi denti. I lupi non hanno oggetti per pulirsi e hanno un'azione batterica e parassitaria che rimuove dalla loro bocca gli avanzi di cibo e i batteri nocivi. Solo che Alistair, trasformazione o non, aveva l'abitudine ereditata dall'elevata e civilizzata comunità degli elfi di curare l'igiene personale in modo molto più marcato degli umani.
    Quando terminò con gli usi lavatori dell'acqua avrebbe voluto parlare e dire chissà cos'altro per incominciare nel modo migliore la giornata instaurando anche un certo dialogo con Adara. Ma, forse per un'ancora forte mancanza di fiducia verso le parole che la sera prima aveva fatto un danno, restò in silenzio e si mutò in kerottero volando sopra la cima di un albero per controllare la situazione limitrofa.
    Il fiume continuava verso sud, sud-est sino ad incontrare un villaggio a circa cinque miglia e mezzo. Un ora di corsa come licantropo. Adara aveva già dimostrato di saper tenere il passo. Sentiva anche delle presenze umane lungo la via, dato che anche il coleottero, come il mannaro aveva come senso più sviluppato il fiuto. Scese con un balzo e arrivando al suolo era di nuovo Alistair e vestito.
    C'è qualcosa più avanti lungo la nostra direzione. Per ora non posso dire se c'è qualche pericolo ma consiglio prudenza.
    Dette quelle parole, visto che lui era già pronto e non aveva bisogno d'altro attese la sua compagna. Avrebbero preso il cammino insieme appena avrebbe finito le sue cose.
233 replies since 9/2/2007
.