Posts written by Edgard Strolgher

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    Tichondrius;
    Tichondrius, che aveva a cuore solo la salvezza del ragazzino e non gli interessava altro sull'argomento, tipo: chi fosse, come mai Alya sembrava conoscerlo, come si fosse messo in quella situazione e robe simili, fu semplicemente lieto di avergli salvato la vita e, una volta terminato il pericolo, rinfoderò la sua spada personale e si mise in piedi a braccia conserte accanto alla spada del golem di magma senza toccarla con un solo dito.
    Non sapeva quanto tempo avrebbe sottratto al gruppo la questione del ragazzino e lui voleva permettere loro di occuparsene pienamente, ma c'erano questioni più urgenti di cui aveva necessità di parlare con l'intero gruppo. Così disse:
    Squadra! Vorrei... - Condizionale non imperativo, Tichondrius stava ancora cercando di dimostrarsi un leader diplomatico, pronto a mettere il bene della missione e la collaborazione e la stima del gruppo nei suoi confronti sopra ogni cosa, persino sopra il suo stesso credo e la sua disciplina, certo l'avrebbe ripresa a salde mani non appena sarebbe rientrato nei ranghi degli uoma, ma fra creature diverse da lui, avrebbe anche potuto continuare in quel modo - ...indire una consulta della massima urgenza. Quindi vi chiedo di riunirvi tutti in cerchio attorno questa spada! Tichondrius, CHIEDEVA, alla sua squadra la loro collaborazione per quello che intendeva fare. Non era espertissimo di cultura umana ed elfica, ma non sapeva se sarebbe in grado di rendersi più malleabile di così, per l'uoma era arrivato veramente al massimo del massimo, e sperava in cuor suo di non doversi sforzare ulteriormente. Sapeva per sua esperienza che un capo troppo morbido non otteneva l'obbedienza da parte dei suoi uomini e spesso, una decisione autonoma contravvenendo agli ordini, specialmente se erano ordini dettati da un abile stratega poteva costare perdite di valorosi guerrieri, uno sbaglio che il guerriero non intendeva lasciarsi addosso. La missione non era delle solite a cui lui era abituato. Non c'erano i nani o gli uoma a beneficiarne, ma l'intera fazione del regno e, benché gli uoma partecipassero per il regno come debito rispetto ai nani che offrivano loro ospitalità sulle loro montagne, era un loro personale interesse.
    L'Hellfalas attese pazientemente che tutto il gruppo fosse attorno all'arma, incurante di quanto tempo ci sarebbe voluto per scollarsi momentaneamente del ragazzo e metterlo comunque in sicurezza, poteva essere una buona idea usare l'evocazione per proteggerlo, oppure averlo accanto durante la consulta.
    Quando tutti gli furono accanto e ottenne da loro la piena attenzione cominciò a parlare:
    Un buon capo deve valutare pienamente ogni implicazione di una missione guardando ben oltre il muro delle successive mosse, prevedendo gli effetti delle sue decisioni a lunga andata, ma ascolta sempre il parere del consiglio!
    Attese qualche altro secondo per far capire a tutti che non intendeva continuare la sua linea di azione, specialmente per una cosa tanto delicata senza l'adesione, se non unanime, almeno della maggioranza della squadra.
    Innanzitutto, vi ho chiesto di riunirvi attorno alla spada perché vorrei che l'analizzaste con ogni mezzo fisico o magico abbiate a vostra disposizione e mi diciate le vostre impressioni su questo artefatto!
    Attese nuovamente che tutti analizzassero l'arma e che a turno esponessero le loro impressioni sulla spada. Benché essa fosse sicuramente magica, cosa che capiva persino l'uoma, che non ne sapeva niente di magia, ogni altro effetto secondario, a parte che conferiva enorme forza e velocità e che conferisse il controllo sull'elemento magma, era completamente celato o assente.
    Quando tutti l'ebbero analizzata e detto ciò che avevano da proferire sulla questione, Tichondrius proseguì:
    Comincerò col confessarvi che l'uo condanna a pieno la magia e chi ne porta il seme. Dal conferimento del grado di guerriero leggendario secondo i canoni della nostra tribù, sono stato in grado di comprendere la posizione delle altre razze verso la magia e per tanto la mia avversione non è totale, tuttavia, se dovessi essere scoperto in possesso di abilità magiche, visto che non sono registrato tra la mia gente come mago, verrei condannato con gravi conseguenze. Non è a cuor leggero che affronto le mie decisioni! Tenere o no questa spada lo è ancora di più visto che mette in pericolo addirittura me stesso oltre che la nostra missione e il futuro di Eirydia.
    Fece un'ulteriore pausa affinché tutti potessero acquisire pienamente quelle informazioni e comprendere il personale pericolo che correva nel lasciar fiorire dentro di se il seme della magia, sempre se esso sarebbe perdurato anche con l'allontanamento dalla spada. Era essenziale che l'intero gruppo comprendesse quanto saggio e oculato fosse l'uo, una saggezza che ogni arshaad, cioè ogni leader, ogni capitano, ogni comandante, doveva avere per condurre i propri uomini alla vittoria e alla salvezza anche nelle battaglie più pericolose.
    Quando il messaggio fu assimilato a dovere continuò:
    Un'altro particolare, questa volta non personale che vorrei porre all'attenzione di questo consiglio è che come ben sapete, il marchio magico ha la duplice funzione di impedirci di aprire il messaggio, in quanto contenente informazioni confidenziali e sensibili per il futuro di Eirydia, e che spinge ciascuno di noi a perseguire il bene della missione con ogni mezzo possibile e al di la delle nostre volontà. Ho letto le vostre preoccupazioni, come voi avete letto le mie, segno che la compattezza della squadra si fortifica in modo incoraggiante, ma a parte questo vi invito a considerare la questione ponendovi queste domande: Credete che il patto magico avrebbe permesso di portare con noi quest'arma se fosse realmente pericolosa per la missione? A causa della mia avversione alla magia e dell'alto rischio che corro verso la mia gente nel portare in me il seme della magia, non riesco a liberarmi della lama, quindi non potrebbe essere che la sua presenza nelle mie mani potrebbe essere determinante per il successo? Al patto magico non importa del mio credo e di cosa succederà a me dopo questa missione, importa solo della missione!
    Lasciò riflette per qualche minuto la sua squadra restando in attonito silenzio, ognuno di loro doveva ponderare bene la cosa. L'uoma aveva avuto tutto il tempo dall'istante in cui aveva preso con se la spada per giungere alle sue conclusioni ed era più che giusto che gli altri avessero lo stesso tempo. Tuttavia, in una missione come quella che si trovavano ad affrontare, la tempistica era un fattore fondamentale e non avevano nessuna possibilità e nemmeno potevano permettersi di indugiare in simili riflessioni per due giorni, prima di prendere una decisione...sebbene fosse esattamente il tempo che aveva impiegato l'uoma. Quando riprese la parola, il tono della sua voce venne marcato da una nota solenne ostentando una certa autorità.
    Vorrei che uno ad uno, ora, mi diciate se ritenete che sia saggio o meno che io porti questa spada con noi!
    E tacque, attendendo il parere del consiglio da lui indetto. Non sapeva se il patto gli avrebbe lasciato la possibilità di abbandonare quell'arma se il consiglio si sarebbe rifiutato, ma in fondo il patto agiva sinergicamente per la stessa causa, quindi alla luce di tutte le implicazioni avrebbero dovuto accettare tutti. Tichondrius ovviamente, come aveva confessato, non voleva la magia e aveva il timore di perdere tutto a causa di ciò che sarebbe potuto accadere se in lui la magia, avrebbe continuato a scorrere per sempre e per tanto, desiderava liberarsi di quella spada più di tutti, ma per il bene della loro terra, anche se non apparteneva agli uoma, avrebbe affrontato il destino dei Sareebas se sarebbe servito a garantire per la loro impresa.
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    Tichondrius;
    Quando la voce alta di Alya strappò bruscamente l'uoma dal suo sonno, Tichondrius si alzò di scatto estraendo il suo spadone da sotto le coperte, era ancora a metà tra l'uoma di tutti i giorni che tornava in se da un sonno maldestro e il cavaliere nero sul destriero gigante che era stato nel suo sonno. Si alzò di scatto e, grazie alla sua mole, balzò al di là delle mura come un giovanotto salta una siepe mettendosi accanto all'umana, ultimo acquisto del gruppo. Dinanzi a se, a circa duecento iarde di distanza c'era un ragazzino inseguito da due grulf. Una delle lezioni più grandi che si insegnava agli uoma era di agire d'istinto assecondando le forze di ogni cosa attorno a se quando la mente è scarsamente lucida a causa del sonno, di droghe, di liquori, di effetti sorpresa, di ferite e di stanchezza. Fu esattamente questo a muovere l'uoma in quel preciso istante dove essendosi svegliato di soprassalto aveva ancora la testa che gli ronzava non potendosi separare così velocemente dal torpore. La disciplina ferrea del loro addestramento, tuttavia, lo rendevano molto più preparato di qualsiasi essere che non accettava di aprire il suo cuore alla suprema saggezza dell'uo. Fu così che, seguendo gli insegnamenti di tutta una vita, e che lui stesso aveva tramandato ai suoi guerrieri dal giorno che fu messo per la prima volta a capo di un battaglione di uoma, estrasse la spada del golem di magra dal suo fodero dietro la schiena e la scaglio come se fosse una lancia lasciandola conficcare al suolo a metà tra i grulf, che tentavano minacciosi di raggiungere la loro preda, e il ragazzo che tentava disperatamente di distanziarli. Dal momento che la spada passò davanti alle belve, arrestarono la loro carica e, con una corsa impetuosa, l'uoma approfittò di quegli istanti per frapporsi tra loro e il ragazzo permettendogli di raggiungere la salvezza dietro le mura dove si erano accampati.
    In questo modo il gruppo avrebbe potuto occuparsi dei due mostri in tranquillità sapendo che il ragazzino era al sicuro. Tichondrius decise di non servirsi della spada dai poteri magici, ma sperava che quelle bestiacce non fossero in grado di brandirla. Il golem, che era lentissimo, quando aveva afferrato la spada, riusciva a pareggiare in forza e velocità con l'uoma ed era anche teoricamente imbattibile, cosa sarebbe successo a creature pericolose come i grulf se avessero avuto tra le zampe quella spada?
    Per evitare di scoprirlo, Tichondrius si lanciò in una carica forsennata nel tentativo di braccare uno dei due con una spallata, il suo spadone naturale era stretto nella mano destra ed era pronto a gestire efficacemente l'altra bestia, se il resto del gruppo ricordava bene lo schema di combattimento avrebbe saputo che Elen e Rosalinda dovevano restare indietro a curare ed usare magie. Alya avrebbe dovuto cercare di approfittare del baccano e del combattimento corpo a corpo di Tichondrius per cercare di aggirare i loro nemici e colpire con le sue lame in modo da creare l'apertura per un colpo mortale, il loro numero, con l'evocazione di Elen, era salito virtualmente a cinque, che comunque era un modesto vantaggio, due avversari e mezzo per ogni grulf, un bel risultato se non si considerava che l'uoma ne poteva valere cinque se accettava di usare la spada del golem. Il fatto che l'uoma non abusasse di quella lama e la sua riluttanza verso la magia, senza considerare che la disciplina, la strategia e la saggezza di Tichondrius lo spingevano a tenere conto di ogni minima implicazione e compromesso in qualsiasi cosa faceva. Per tanto gli altri membri del gruppo dovevano come minimo intuire che doveva esserci come un motivo validissimo per permettere a se stesso di tenere quell'arma e rischiare di diventare un Saarebas tra la sua gente.
    Il gruppo si trovava ad affrontare una missione tanto delicata ed importante da fare si che il re degli elfi o la regina degli umani mettessero in dubbio il loro valore e la loro lealtà imprimendo sulla loro pelle il patto magico che, non solo impediva loro di aprire il messaggio che stavano portando, ma li obbligava anche ciascuno di loro a fare qualunque cosa per portare a termine la missione. Quello che probabilmente dovevano chiedere a se stesse, allo stesso modo come Tichondrius se lo stava saggiamente chiedendo da un bel po' ormai, era questo: nonostante ci siano molte ragioni più che valide per gettare via la spada, come mai Tichondrius che era preoccupato dalla magia che gli scorreva dentro, che poteva costargli il suo onore e la sua libertà, che temeva della natura del potere della spada non riusciva a liberarsene? E nel mentre brandiva la spada, come mai il patto magico che agiva al solo scopo di garantire il pieno successo della missione, glielo permetteva?
    La domanda era arguta e la risposta possibile era una sopra, la spada aveva un ruolo determinante per la riuscita della missione.
    Benché la certezza e la sua conseguente pace interiore non erano state ancora raggiunte da Tichondrius, lui a questa possibile eventualità era già arrivato.
    Mentre questi pensieri imperversavano nella mente dell'uoma, la sua furia battagliera, dimostrava a pieno la sua ferocia e la natura del suo nome.
    Dopo aver colpito con una spallata il primo grulf, senza fargli tuttavia un danno degno di nota, aveva sovrastato gli artigli e le zanne lanciati in attacchi rapidi e ripetuti da entrambe le belve con grande maestria. Benché i movimenti dei loro assalitori fossero ferali e privi di qualsivoglia tecnica e disciplina marziale, l'Hellfalas dimostrava tutto il suo talento e la sua preparazione militare tenendo a bada entrambi e una tale dimostrazioni di complessi schemi di scherma e arte di spada a due mani da sembrare coinvolto in una danza micidiale al ritmo di clangori metallici che si abbattevano su zanne di duro osso stregato dalla medesima maledizione che colpiva gli esseri mannari, sebbene insita di un percorso evolutivo differente.
    La sola arte della spada non riusciva ad avere la meglio su quaranta artigli e sessantaquattro zanne. Per tanto la danza cambiò il suo motivo nel momento in cui il braccio sinistro terminò di brandire il suo spadone a due mani e colpì uno dei due mostri con un pugno nel punto esatto in cui l'osso della mascella si incontra con la placca latero-temporale. Nelle creature dalla calotta cranica allungata, quali i canidi, compresi i grulf che seguono l'aspetto basilare delle iene, quell'esatto punto viene attraversato da una compatta fascia di nervi che se colpiti con forza, e Tichondrius ne aveva da vendere, era capace di stordire un mannaro e di ridurre le loro capacità orientative per diverse ore, come un cane ubriaco. La pellaccia dura dei grulf faceva discorso a parte, ma comunque un simile colpo avrebbe avuto effetti malevoli anche su di loro, in questo modo, la danza della spada, rimaneva su soli venti artigli e trentadue zanne, un numero sufficiente da permettere all'uoma lo spazio necessario a provare un fendente portato a segno rotolando di lato e colpendo orizzontalmente il fianco della belva cercando di recidere il muscolo crucibolare responsabile del corretto funzionamento dell'arto inferiore destro del suo avversario. Dopo quella serie di colpi, doveva aver creato abbastanza spazio per permettere un'azione rilevante all'evocazione di Elen e ad Alya con il supporto di Rosalinda, in modo da segnare la massima efficienza della tattica da lui studiata.
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    Tichondrius;
    Tichondrius era chiuso nel suo silenzio già da un po' quando fu raggiunto da Alya, era chiaro che il suo comportamento aveva attirato anche troppo la sua attenzione anche se era sicuro che non fosse poi così diverso da quello che un uoma farebbe in presenza di altri uoma. Non c'erano contatti per chiacchiere o per starsene attorno al fuoco a cincischiare e per tanto ognuno restava da solo a coltivare le proprie priorità. Il fatto che Tichondrius si comportava diversamente con loro era solo per cercare di assottigliare il divario con la loro concezione di compagnia. Quindi era più probabile che il suo sudore e le sue preoccupazioni avessero sfondato le linee della sua difesa e si fosse manifestate attraverso il suo volto e alcuni dei più semplici atteggiamenti, di sicuro c'era lo zampino di quel fastidioso sudore freddo che continuava ad imperlargli la fronte. La domanda arrivò alla mente dell'uoma prima ancora che Alya aprisse bocca, avrebbe voluto sapere se l'uoma stava bene e voleva conoscere la ragione del suo disagio. Anche quando la domanda fu posta ad alta voce l'uoma non rispose subito, ma comunque rispose prima che anche Elen giungesse a lui.
    La risposta alla tua domanda implicherebbe che io sappia se ciò che sta avvenendo è un bene o un male. Il mio corpo non conosce la magia ne le conseguenze di un flusso magico. Una persona che ha avuto la magia nel suo corpo troverebbe il suo stato normale e anormale il mio, una persona che non ha mai avuto dentro di se un flusso magico non saprebbe nemmeno di cosa sto parlando, per tanto la risposta è celata nelle sabbie della grande clessidra!
    Le parole dell'uoma erano complicate e risuonavano in maniera molto più marcata del modo di parlare dettato dalla conoscenza e dalla disciplina dell'uo, per tanto non sarebbe stato facile capire. Tuttavia il messaggio era chiaro, percepiva la magia dentro al suo corpo, benché non sapesse controllarla, e a causa del suo credo non era in grado di dire se era un bene o un male.
    Quando anche Elen gli fu vicino, si offrì di dargli sollievo con la magia, il problema sostanziale era che la magia rappresentava proprio ciò che stava impensierendo così tanto Tichondrius, non sapeva se era mosso dal marchio del patto magico o dalla magia oscura, ma stava accogliendo e coltivando la magia della spada all'interno del suo corpo. Ne sentiva il flusso, sempre più presente, sempre più forte.
    Normalmente, un qualsiasi cultore dell'uo lo avesse sorpreso ad usare la magia lo avrebbe bollato come Saarebas, un uoma mago disertore che non si è consegnato ai suoi superiore e che ha tenuto in segreto i suoi poteri. Gli uoma invece che si denunciavano o costituivano come portatori della magia venivano chiamati Lotav, esseri pericolosi. Essi venivano sempre associati ad un Eeme, colui che respinge il male. Per gli Eeme, i Lotav erano solo strumenti, non avevano una libertà propria e venivano tenuti prigionieri tramite verghe di controllo, capaci di ucciderli se avessero disobbedito ai loro Eeme. L'uo condannava i portatori del seme malvagio della magia, e ancor di più di coloro che la nascondevano nella loro stessa comunità, gli avrebbero spezzato le corna, e lo avrebbero incatenato e drogato per impedirgli l'uso delle arti magiche, nel peggiore dei casi avrebbero anche potuto cucirgli la bocca...cucirgliela fisicamente e non un semplice modo di dire per indurlo al silenzio. Le labbra superiori e quelle inferiori sarebbero state perforate da ago e filo in più punti e strette tanto da provocare grande dolore in ogni tentativo di proferir parola. Avrebbe portato tatuato in fronte il simbolo del tradimento e perso il suo onore di guerriero leggendario che ha ottenuto l'indipendenza e la libertà dalla tribù.
    Non poteva accettare di mantenere dentro di se la magia, eppure qualcosa interferiva. Che fosse la magia nera che avevano visto con l'evocazione del golem di lava o che il patto magico sapeva che quella magia serviva per il successo della missione non lo sapeva, ed era proprio quello che voleva scoprire. Ma la cosa che lo tormentava di più era questo:
    Sarebbe stato in grado di abbandonare la spada appena la magia che gli imponeva di tenerla con se lo avrebbe lasciato libero?
    E se avesse lasciato la spada, sarebbe tornato il nobile e rispettato guerriero senza la magia?
    O sarebbe diventato il Saarebas, il mago disertore?
    Non poteva sopportare di essere trattato come un abominio dalla sua gente e nemmeno voleva passare la sua vita da esiliato per partire e allontanarsi dalla sua gente senza mai più tornarvi. Doveva sapere...
    Non sono nemmeno sicuro di star male. Non so se è così che si sente ogni mago. Ad ogni modo, se sentirò gravare su di me oltremodo questo peso e avrò bisogno di un sollievo sarò lieto di accettare cure mediche, non magiche! E' la magia che mi rende nervoso!
    Tichondrius era stato molto distillato nel dire ciò che lo preoccupava, già non era di per se il tipo, poi anche il suo addestramento verteva per dire solo lo stretto necessario. Forse per far capire bene cosa lo tormentava avrebbe dovuto dire dei suoi sospetti sulla possibilità di essere stato colpito dalla magia nera, visto anche il comportamento dei cavalli, avrebbe dovuto dire che non sapeva se il suo attaccamento alla spada e alla magia che stava facendo scorrere dentro di lui fossero dettate dal patto magico e dall'importanza della missione o se il suo contatto era necessario per continuare a trasmettergli una sorta di veleno magico che lo avrebbe consumato del tutto, avrebbe dovuto dire di come veniva trattati i maghi tra gli uoma e della sua preoccupazione di fare la stessa fine. Ma restò in silenzio e per non destare altri sospetti sulle sue preoccupazioni rinfoderò la spada e si rivolse verso i suoi compagni si missione a braccia conserte mentre torreggiava su di loro con la sua mole. Si avvicinò al fuoco e si mise seduto con la schiena contro il muro di cinta, avrebbe dormito così, in quella posizione, con la sua spada fedele al suo fianco, nascosta da un lembo di coperta, per il momento era meglio limitare al minimo i contatti con la spada del golem. Forse se la toccava solo in casi di necessità i suoi influssi sarebbero stati interrotti, l'indomani mattina era meglio avvolgerla in qualche bisaccia e tenerla addosso al cavallo, sempre ammesso che non avrebbe corrotto lui facendolo diventare una sorta di destriero malvagio fiammeggiante. Mentre scivolava nel sonno, non sapeva neanche perché, sognò di diventare una sorta di cavaliere nero dotato di immensi poteri magici in sella ad un mastodontico destriero da guerra con zoccoli simili a roccia lavica con crepacci di magma incandescente pulsante, le narici che emettevano fumo mentre dentro le loro fessure sembrava ribollire fuoco liquido, la criniera e la coda erano di pure fiamme, ma il suo cavaliere le poteva afferrare come i più normali e setosi crini di stallone, una visione sontuosa, pervasa e dominata dal potere con occhi rossi fiammeggianti che brillavano dagli anfratti di un elmo nero, benché non vi fossero iridi ne pupille, qualcosa suggeriva che quello sguardo stava guardando proprio Tichondrius, era uno strano sguardo...era come se lo chiamava, ma non sarebbe stata l'interpretazione più esatta. Aspettava! Paziente! Voleva...diventare...
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    Alistair;
    Da ciò che aveva mostrato ed indicato Adara, del campo che avevano incontrato lungo il loro cammino c'era qualcosa di strano. I segni parlavano chiaro, qualcuno, sicuramente un gruppo numeroso, e per tanto di sicuro gli inseguitori dei genitori di Adara, si era accampato li. Le rune indicavano che nel loro gruppo c'erano dei nani della casta dei magi. Le rune recavano il segno Gunthéra, un incantesimo di protezione molto potente.
    Non so come hanno fatto a sorprenderlo o come è morto quell'uomo. Ma dubito che un mago potente della terra sia stato tanto sciocco da attaccare una protezione come questa. Non conterei sull'idea di un contrattacco...forse un diversivo...magari hanno cercato di chiuderli nelle loro stesse difese per guadagnare tempo e terreno. Sicuramente la loro situazione doveva essere drammatica, senza un vantaggio sufficiente non avrebbero potuto attraversare il mare al di la dei monti in tempo per seminare i loro inseguitori. Dovevano per forza aumentare il distacco. La domanda ora è: ci sono riusciti? Anche se mi piacerebbe anche sapere com'è morto quest'uomo. Tuttavia nessuno dei miei poteri lo può dire!
    Ormai quasi ai piedi della montagna, non aveva senso per lui tramutarsi in lupo mannaro. Era sicuramente più consigliabile trasformarsi in kerottero per vincere facilmente l'altezza del monti con un volo. Sicuramente scalarla sarebbe stato peggio. La madre di Adara però era una maga dell'aria. Forse aveva avuto modo di trasportare se stessa e il marito su con il potere dei venti. Questo avrebbe potuto creare il distacco necessario a separarli dalle forze inseguitrici e far guadagnare loro tempo prezioso. Alistair non era sicuro che esistesse un mago tanto potente da permettere ad un gruppo numeroso come quello del campo che avevano appena passato, di superare la montagna senza scalarla o senza prendere il sentiero, circa quattro miglia ad ovest dalla loro posizione.
    L'ipotesi di un diversivo sembrava davvero la più valida. Era certo che Adara cercava conforto nell'idea che i suoi genitori erano riusciti ad uccidere un membro alla volta i loro assalitori. Ma il mare non lascia tracce ne odori, quindi se erano riusciti a prendere un'imbarcazione prima dei loro inseguitori, doveva essere stato facile per loro seminarli, magari con una caravella di piccole dimensioni, molto più veloce di una chiatta per un folto gruppo di uomini.
    Questa, e altre ipotesi simili, affollavano la mente del mutaforma mentre la lenta ascesa procedeva. Gli dispiaceva per Adara, che aveva potuto sostenere una velocità elevata fino a quel momento e ora doveva sopportare il volo lentissimo delle ali del kerottero. Un altro motivo per voler aggiungere alle sue possibilità quella di avere una mutazione in un volatile decente. Ma più ci pensava e più riteneva che un aquila o un falco erano senz'altro la decisione migliore. Un'aquila era anche meglio del falco. Il signore dei cieli, inteso in semplici animali e non creature di diverso tipo. Un predatore eccellente che non veniva mangiato da nessuno a sua volta. Draghi esclusi!
    Quando dopo quattro giri di clessidra, furono sui monti. Alistair abbandonò la sua trasformazione ridiventando umano.
    Ora da qui non ho nulla per seguire una traccia...dobbiamo inventarci qualcosa. Per prima cosa potremmo cercare gli uoma. Se Zero fosse con noi avrebbe potuto chiedere a quello che gli doveva un favore, ma noi avremo sicuramente grane a conquistarci la loro collaborazione!
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    Tichondrius;
    In prossimità del castello, quando ormai indugiare era diventato particolarmente inutile, Tichondrius alzò il braccio per indicare un punto nelle mura di cinta esterne del castello.
    Ci accamperemo nel punto in cui si incontrano i due maschi delle mura in modo da avere un riparo dagli elementi atmosferici ed evitare rischi di cedimenti nella struttura!
    Il suo cavallo mastodontico non era minimamente affaticato, mentre le altre bestie sentivano i postumi della fatica. L'uoma non ci aveva ancora pensato, ma la forza dello stallone era rimasta la stessa nonostante le sue falcate fossero aumentate di circa il doppio, quindi quello che per il suo cavallo dalle dimensioni soprannaturali era un galoppo relativamente tranquillo, per gli altri era una marcia forzata. La sua disciplina e la sua esperienza non avevano a che fare con l'uso delle cavalcatura ed era stato un vero sciocco a non accorgersene prima. Il mutamento radicale del paesaggio sconvolse nuovamente il gruppo, un tempo quel castello viveva nello splendore e per tanto era stato opportunamente spianato il terreno per accogliere la sua magnificenza. Il tempo del declino non era stato sufficiente a permettere alla vegetazione di riprendere piede in quelle lande, ma di sicuro, le rampicanti e l'edere più tenaci avevano già dichiarato la loro avanzata sui resti morenti dei tempi ormai andati.
    A sud-est della loro posizione, si stagliava nitida dinanzi a loro la foresta Alisan. Le creature che vi dimoravano non erano mai state un problema per la scuola nel fiore dei suoi anni, ma non sarebbe stato lo stesso in quel frangente. La posizione delle mura consentiva loro di dormire serenamente senza montare turni di guardia pur prendendo qualche accorgimento, come quello di legare i cavalli nella parte più interna dell'angolo ottenuto dall'incontro delle mura e facendo in modo che ciascuno della compagnia dormisse con le proprie armi addosso. In quello spazio non potevano essere accerchiati, quindi potevano reagire prontamente, specialmente considerando l'udito sensibile dell'uoma.
    L'orizzonte aveva già inghiottito gli ultimi raggi disperati del sole quando la compagnia raggiunse il punto dell'accampamento.
    Quando furono arrivati e l'uoma smontò dal suo destriero gigante tutto il peso della sua strana sensazione gli piombò addosso. Eppure non c'era più il caldo torrido che aveva segnato la loro cavalcata. Nonostante questo il sudore freddo continuava ad imperlare la sua fronte e, ad alcuni tratti, si sentiva montare dentro una strana rabbia. La cosa strana era che anche il suo cavallo reagiva pressappoco nella stessa maniera ogni volta che accadeva nitrendo e scalciando. Tuttavia bastava una affettuosa pacca sul collo robusto, degno di un cavallo da guerra, per tenerlo tranquillo.
    Tichondrius non era uno stupido, sapeva che c'erano troppe strane coincidenze.
    Da quando aveva imbracciato la spada sottratta al golem, essa aveva avuto effetti benefici su di lui. Lo aveva curato velocemente delle sue ferite, lo aveva reso ancora più forte e veloce, eppure stava facendo anche qualcos'altro. Aveva avuto strani fenomeni legati all'elemento fuoco accanto a lui durante il viaggio, e ora sudava...forse il golem di lava prendeva il suo elemento dalla spada e ora quel calore regnava dentro di lui, pronto ad essere sprigionato non appena avrebbe imparato a controllarlo.
    Comunque, cancello dal suo viso, per quanto possibile, gli strani segni di quella eredità magica. Avrebbe dovuto interpellare una qualche esperienza in fatto di magia per saggiarne gli effetti non appena il campo fosse messo al sicuro.
    Sapeva che non poteva più occuparsi dei cavalli, a parte il suo frisone, gli altri avevano cominciato a temerlo in maniera alquanto strana e Elen sembrava dotata di un'innata capacità di legare con gli animali.
    Le si avvicinò consegnandole le erbe con cui si prendeva cura dei cavalli e, nel farlo, il suo cavallo si ritirò allontanandosi da lui per quanto possibile. Stizzito, Tichondrius, gli lanciò il sacchetto e disse poi al gruppo.
    Prepariamo... - aveva accuratamente evitato di usare l'imperativo per dimostrarsi un buon leader anche nei confronti di Alya - ...un campo per la notte. Elen, con te i cavalli dovrebbero essere più collaborativi... - ancora aveva espressamente evitato un ordine diretto - ...io andrò a procurarmi la cena. La nostra posizione non è favorevole...quindi niente fuoco, ne bivacchi! Per una questione puramente strategica bisognerà sistemare i cavalli della parte più interna del muro in modo da dover difendere un solo fronte!
    Senza aggiungere altro e, correndo a buona velocità, tenendo testa ad un cavallo comune grazie alle ampie falcate, Tichondrius sparì nella foresta. Gli uoma non erano creature che usavano i cavalli e la loro stazza gli permetteva di resistere a lunghe ore di sosta, ma non poteva certo dire di non aver apprezzato il fatto di conservare le energie durante il viaggio e usarle in pieno durante gli scontri. Per lo stesso motivo, un contingente di uoma faceva circa il triplo della pause e delle fermate, in ciascuna delle quali doveva mangiare pasti consistenti e ricchi di energia.
    Fu la sua natura a consentirgli di tornare al campo con una quantità di funghi, tuberi e erbe aromatiche adatte a sfamare un piccolo battaglione e con una famigliola intera di cervi dopo appena un giro di clessidra. Al suo ritorno il campo era pronto e sistemato e ogni riguardo strategico era stato preso a sufficienza. Per mangiare carne, a meno che non fosse secca e salata avrebbero dovuto cuocerla. Probabilmente la compagnia avrebbe visto un controsenso nella presenza dei cervi a tal proposito. Ma gli uoma avevano i loto metodi.
    Tichondrius scavò una buca nel terreno alta circa cinque piedi e larga tre. Vi infilò dentro una delle bisacce d'acqua e prese una pietra di dimensioni adeguate. La spaccò in quattro parti colpendola con un unico pugno vigoroso e tratto ciascuna di esse con uno sfregamento circolare con un po di terra sotto il primo strato superficiale. Durante una giornata torrida come quella passata, i granelli di terra, sabbia e silicati, conservavano energia che disperdevano durante la notte, sfregandole in modo circolare su una pietra piatta di roccia metamorfica, l'energia veniva ceduta alla pietra diventando sufficientemente calda da permettere uno stufato freddo per mangiare in maniera adeguata i cervi.
    In quel modo la carne era insapore e l'uoma sapeva che umani ed elfi non erano temprati come l'uoma e che si lasciavano condizionare da roba inutile come il gusto di un pasto. Per questo aveva recuperato le erbe aromatiche.
    Con il suo coltello da caccia, scuoiò e pulì la carne con la stessa maestria e precisione di un macellaio esperto e lasciò affogare la carne nell'acqua resa calda dalle pietre, gettandovi dentro le erbe aromatiche.
    Intanto servì a tutti i funghi e i tuberi per ingannare l'attesa, tagliandoli a fette, cubetti o striscioline per ogni esigenza alimentare. Per quelli non poté fare molto e avrebbero dovuto mangiarli freddi. Una precauzione scomoda ma necessaria visto che il castello poteva essere un covo alquanto comodo per qualsiasi forza che poteva rivelarsi ostile e, accendere un fuoco, equivarrebbe a rivelare la loro posizione e chiedere loro di essere attaccati.
    L'uoma mangiò in silenzio e trangugiò la maggior parte delle provviste prese, calcolando accuratamente, comunque, ciò che sarebbe dovuto bastare agli altri sulla base delle informazione acquisite nei pasti precedenti, quindi tutti avrebbero avuto la loro razione.
    Quando anche la carne fu pronta, vi spruzzò sopra altre erbe e poi le servì al centro, non sapendo chi avrebbe voluto mangiarla e chi no. Così facendo, avrebbero potuto servirsi autonomamente qualora avessero gradito la portata.
    Quando tutti ebbero finito di pranzare, Tichondrius si allontanò di circa tre battute e sfoderò la spada sottratta al golem richiudendosi in se stesso e su una profonda analisi dell'arma e dei segreti che celava.
    Era un'arma magica, lo sapeva...ma gli sembrava molto strano che il suo credo accettasse quella spada, possibile che il marchio, che agiva magicamente su di lui per anteporre il bene della missione avanti a qualunque cosa, potesse zittire così tanto i suoi insegnamenti? Forse avrebbe dovuto accettarne il potere e quella strana sensazione che dava. Una doppia presenza dentro di lui, una che non gli apparteneva, la presenza della magia? Del potere della lama? I circoli di evocazione del golem era magia nera, e se lui stesso e quella spada fossero vittime di una stregoneria? Allora come mai il marchio sul suo braccio gli permetteva di tenerla e di non scagliarla via?
    E' per questo che noi uoma ripudiamo la magia e tutto ciò che è legato ad essa, è una serpe in senso che agisce di propria iniziativa e solo le creature magiche dovrebbero averci a che fare, chi non è parte della magia stessa non può sperare di averne il controllo. E' una scienza caotica e che con gode dell'ordine dell'uo. Al termine di questa missione mi separerò da questo artefatto degli abissi oscuri!
    E intanto continuò a restare fermo, assorto nei suoi pensieri...
  6. .
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    Tichondrius;
    Tichondrius lasciò i cavalli liberi di tornare ai loro legittimi proprietari, almeno per la durata della missione, il suo cavallo da guerra non reagiva come gli altri alla sua presenza e al suo tocco. Si avvicinava volentieri e portava spesso il muso in avanti per farsi accarezzare. Probabilmente, dato che la magia degli elfi lo avevano reso grande quanto un rinoceronte e quindi adeguato alle dimensione dell'uoma, si sentiva a suo agio in vicinanza del colossale guerriero, differentemente dagli altri che erano come poni in prossimità di un gigante. I suoi occhi lo scrutavano pieni di intelligenza e Tichondrius, che non aveva mai posseduto una cavalcatura a causa della sua stazza, provava un sempre crescente desiderio di domandare agli elfi di poter tenere quel cavallo una volta terminata la loro missione...in un certo senso stava nascendo una certa affinità tra i due, Tichondrius lo riusciva a sentire e a percepire.
    Non fu necessario dare l'ordine di rimettersi in marcia, vedendo l'uoma che si preparava per il viaggio, anche Elen e a seguire le altre si prepararono a partire. In meno di un giro di clessidra, la squadra era di nuovo in marcia.
    Il paesaggio cambiò di nuovo e le rocce che spuntavano sul terreno diventarono sempre più rade mentre la vegetazione cominciava a lasciarli completamente per una buona decina di miglia a nord-ovest. In compenso, nella tarda mattinata, cominciava a scorgersi all'orizzonte una barbuta coltre vegetale che si innalzava dalla linea in cui cielo e terra di confondevano creando una verdeggiante massa di barbigli. La foresta Alisan, che da secoli proteggeva il fianco della scuola di Hollet dagli attacchi che venivano al di la del fiume. La vista di quei punti di riferimento, conferivano alla compagnia la notizia di essere arrivati a metà del loro viaggio.
    Con ogni probabilità di marcia, avrebbero raggiunto il castello in serata e, a quel punto, sarebbe stato sciocco procedere oltre, ma sarebbe stato una buona idea di sostare nei loro meandri.
    Il sole splendeva focoso allo zenit rendendo afosa la loro cavalcata e, nel frattempo, le guglie svettanti del castello cominciavano a farsi vedere. Tichondrius cominciava a sentirsi strano, stava sudando anche se stava semplicemente cavalcando, la sua pelle era un po' pallida, molto probabilmente era opera del caldo e del fatto che le otri d'acqua cominciavano a svuotarsi. Il loro punto di ristoro sarebbe stato la scuola, oppure una brusca deviata ad est verso il fiume che scorre nella foresta, una mossa che avrebbe costretto la compagnia a marciare più del dovuto per raggiungere la meta del castello. Un'allungata inutile che rendeva necessario uno sforzo di volontà per mantenere quella traiettoria e proseguire verso Hollet.
  7. .
    io direi di ruolare per ancora un paio di giri descrivendo che siamo in vista della città e poi spostarci nell'altra sezione!
  8. .
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    Tichondrius;
    Dopo all'incirca tre ore di guardia ininterrotta passata a dividere il territorio dinanzi a lui in quadranti mentali che consentissero di esaminarne in maniera perfetta pezzo per pezzo bene attento che nulla si muovesse in quell'aria, una pratica da sempre utilizzata anche nell'addestramento fra gli uoma e che rendeva anche relativamente facile mantenere la mente lucida e lontana dal torpore dei sensi accompagnato dal senso del sonno, Alya venne a dare il cambio a Tichondrius.
    l'uoma la sentì sopraggiungere quindi non ebbe sussulti quando gli disse che era venuta per il cambio e per tanto estrasse le due spade dal terreno e andò ad aprire il suo giaciglio per la notte e stringendo una delle due spade sotto alle coperte per essere subito pronto in caso di assalto si lasciò guidare nella via del riposo.
    Tuttavia dormire per lui fu quasi impossibile. Quando i suoi sensi furono trascinati nell'oblio ebbe un sogno agitato e difficile da spiegare. Non era solito rimuginare sugli eventi della giornata o sulle proprie preoccupazioni, per tanto la maggior parte degli uoma che avevano seguito un addestramento adeguato non avevano problemi durante il sonno ne tanto meno incubi poiché sono segni subconsci di pensieri, paure e sensi di colpa sfuggiti al proprio controllo, una cosa che un uoma ben addestrato non può incappare.
    Nonostante questo tuttavia, il suo sonno fu costellato da una strana sensazione, in se, proprio quando la sua coscienza era più debole e inghiottita dalle tenebra sentiva distintamente una seconda coscienza dentro di lui una coscienza calda dal punto di vista energetico, profonda e molto potente, anche se distante, eppure la riusciva a sentire come se venisse da dentro di lui. Combatteva per spezzare la sua volontà ma veniva contrastata dalla forza del guerriero e dalla potenza degli insegnamenti dell'uo dove ogni azione fa parte di un quadro molto più ampio che mira alla disciplina e all'ordine. Nessuna delle azioni di un uoma votato al proprio credo poteva mettere in discussione tali dogma e disobbedirvi, inoltre sentiva anche una sorta di barriera che gli faceva formicolare il braccio e, man mano che il formicolio aumentava, sentiva che la seconda coscienza, quella che non gli apparteneva, risultava sempre più debole, sempre più distante sino a quando non si sentì di nuovo solo con se stesso e poté finalmente lasciarsi trasportare dal senso cullante della nebbia notturna.
    Quando il sole cominciava a spiare timidamente all'orizzonte e il cielo era tinto dei primi colori del mattino, Tichondrius si alzò stiracchiandosi per eliminare ogni residuo del sonno che aveva preso controllo del suo corpo e lasciando che un fremito muscolare rimettesse in circolo il sangue ad una decente velocità per garantire un pieno e completo risveglio. Più avanti, la messaggera Elen, era seduta per il suo turno di guardia e a quanto pare la notte era stata tranquilla. L'idea di un bivacco di fuoco basso era stata utile nel proteggere la compagnia da eventuali attacchi indesiderati. Ma ormai il peggio era passato. Era ancora presto per rimettersi in viaggio ma il guerriero, come ogni uoma doveva occuparsi dei vari preparativi per l'imminente ripartenza e per la garanzia dell'incolumità di ciascun membro e per tanto controllò personalmente tutte le selle, tutti i ferri dei cavalli e tutto l'equipaggiamento.
    Tutti gli animali, a parte il suo destriero mastodontico continuavano a reagire male al suo tocco e persino le canzoni in lingua antica che avevano sempre fatto comprendere agli animali che esseri spaventosi e grossi come gli uoma erano amici, in quanto potentissimo metodo rassicurante, cominciava a non funzionare più.
    Unito al ricordo delle sensazioni provate durante la notte, e considerando che anche Rosalinda era strana da dopo l'incontro con il golem, non poteva fare a meno di pensare che fossero caduti vittime di un qualche tipo di magia oscura. Era chiaro che il golem era mossa dalla magia più nera, lo dimostravano i segni di evocazione sotto di esso durante la sua apparizione, inoltre il magma è un elemento oscuro. Tutti i pilastri elementali facevano parte delle magia della natura, ma unire fuoco e roccia per formare il magma era una violenta deturpazione della natura. Solo gli esseri che avevano completamente votato la loro essenza alla magia nera con un patto di sangue ne potevano fare uso.
    Per ulteriori sviluppi futuri era meglio non occuparsi lui dei cavalli, a quanto pare, il segno dello scontro con il golem aveva fatto cambiare qualcosa. Non era normale che gli stessi cavalli che si erano fidati di lui quando aveva dato loro da mangiare la prima volta, ora avessero tanta difficoltà a lasciarsi perfino toccare. Inoltre se la vista non lo ingannava, il manto del suo frisone barocco stava sbiadendo, e gli sembrava di scorgere una macchia sul suo collo che aveva la strana forma di una runa. Tuttavia, gli bastò passare una mano sul suo manto per ottenere subito un colore più chiaro li dove l'aveva passata. A causa della dimensione spropositata e innaturale del guerriero e del cavallo avevano urtato molti rami e ostacoli. Era molto probabile che si fossero sporcati durante il viaggio.
    Il sole si stava alzando, presto la luce sarebbe stata abbastanza alta da destare tutti dal loro sonno, dopo di che sarebbero potuto ripartire.


    CITAZIONE
    • I turni di guardia sono stati fatti da tutti i presenti
    • Giù dal letto, il sole sta per sorgere, descrivete i preparativi
    • Al termine di questo giro di turno si riprenderà il cammino
  9. .
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    Alistair;
    Alistair e Adara rimasero pronti in attesa che Zero si muovesse a salire in groppa al mutaforma nella sua trasformazione da lupo mannaro, ma mentre i secondi passavano sembrava non avere voglia ne la forza necessaria a sopportare un'altro viaggio in groppa al mago dalle fattezze mutevoli. Intanto in sottofondo cominciava a sentirsi il cupo ringhio del mannaro che stava odiando l'attesa. Era stato abbastanza chiaro sul fatto che la tempistica era una questione di assoluta e massima importanza in quel caso, e per tanto, non potevano permettersi di indugiare così a lungo.
    Quando il limite fu abbondantemente oltrepassato, e Zero ancora non era salito in groppa all'uomo lupo, Alistair fece tremare l'aria assieme ad ogni singola pianta nella zona con un sonoro ruggito, poi con un ultimo ringhio di cola stizzito diede l'ultima possibilità all'elfo di salire e quando anche questa non ebbe alcun esito di risposta, il mannaro si spronò al galoppo in direzione delle montagne, avevano perso già fin troppo tempo, senza considerare tutto il lavoro perso a causa delle piogge e della varie intemperie che potevano aver reso già oltremodo difficile rintracciare i genitori di Adara. Alistair poteva capire quanto doveva essere importante per lei sapere che fine avevano fatto, se erano ancora vivi, e per avere la possibilità di ristabilire un contatto o magari di rivendicarli.
    In cuor suo anche Alistair avrebbe fatto lo stesso se sapeva chi o cosa cercare e se la sua infanzia era stata accanto dei suoi genitori, in quel caso avrebbe voluto ripristinare il contatto perso per opera della sfortuna o di forze avverse. Nel suo caso erano stati i suoi poteri e le sue mutazioni non proprio normali a fargli guadagnare il rifiuto e l'abbandono da parte di coloro che lo avevano generato, certo dopo aver assunta la forma di antropomorfo doveva averli spaventati a morte, ma se fosse stato Amras a sparire, e le sue tracce segnalavano che era stato rincorso da qualcuno e costretto a fuggire anche lui, come Adara avrebbe cercato di salvarlo e di cercarlo. Per questo a lui, più che a Zero, premeva moltissimo di utilizzare ogni fibra delle sue energie per ritrovarli.
    La sua corsa lo stava spingendo sempre più lontano dal villaggio verso nord-est in modo da raggirarlo e da non spaventare la popolazione ignara. Occorse molto più di un'ora con la loro velocità per superare il villaggio mantenendo una distanza sufficiente da essere sicuri di non essere visti e, in quel caso, il fiuto della forma mannara di Alistair aiutava la loro causa ad essere sicuri che non venivano individuati per sbaglio da qualcuno. Grazie a tali abilità il villaggio era alle loro spalle dopo tre giri di clessidra e ormai potevano mirare dritti verso le montagne.
    La vegetazione era verdeggiante e molto folta nelle zone che fiancheggiavano il fiume, il cui gorgoglio riempiva l'intera zona e aiutava entrambi ad orientarsi poiché stavano seguendo la strada giusta sinché si mantenevano a circa duecento leghe di distanza dal corso d'acqua. Le piante della zona erano molto diverse da quelle che circondavano Aresmelle, la sua città, gli alberi non erano grandi quanto quelli della zona degli elfi ma avevano molte liane, rampicanti e pendenti che conferivano un'aria selvaggia al paesaggio attorno a loro.
    Comunque in altri due giri di clessidra furono fuori dalla vegetazione.
    Nell'ampia radura in cui si trovavano e che restava pressoché invariata sino alle montagne, dimore dei nani, Alistair ricominciò a fiutare il terreno per percepire una traccia. Diversamente dal suo primo tentativo, non usò gran parte del suo tempo a fiutare la superficie ma passò presto in forma di talpa per analizzare il sottosuolo.
    Le cose si complicavano...vicino alla dimora dove aveva cercato la prima volta, la maggior parte degli alberi e delle foglie rappresentavano un tetto naturale che provvedeva a proteggere in maniera alquanto minima alle eventuali tracce che potevano esserci, ma ora che c'era solo pianura senza nessuna protezione, le piogge e le intemperie agivano direttamente sul suolo cancellando qualsiasi cosa.
    Senza perdersi d'animo mutò nuovamente, questa volta nella forma insetto e prese a volare per vedere se trovava dei resti anche molto vecchi di fuochi da campo. Magari non loro, ma i loro inseguitori avrebbero comunque dovuto fermarsi in qualche modo e a tal proposito finì per scomparire dagli occhi di Adara in ricerca.
    Dopo un giro di clessidra tornò da lei sino ad assumere di nuovo forma umana.
    Le cose si fanno difficili. Qui è tutta pianura e non ci sono albera a proteggere le tracce. Ci sono però deboli solchi di un campo avanti a noi, se stiamo seguendo la pista giusta e considerando che il campo doveva essere particolarmente ampio vista la portata dei segni, gli inseguitori dei tuoi genitori li hanno costretti a spingersi sulle montagne. Ben presto avremo bisogno di una vista acuta per proseguire le ricerche, bisognerà selezionare una nuova specie quanto prima, sulle montagne ci sono le aquile...dovremmo tenere in seria considerazione l'idea...continuiamo a seguire le tracce sino alle montagne, solo li potremo sperare in qualche svolta cercando di avvicinare gli uoma
    E senza aggiungere altro mutò nuovamente in lupo mannaro e riprese il suo galoppo spronato in direzione della catena montuosa di Maj'Krat.
  10. .
    è possibile disincagliare la role del progetto chimera?
  11. .
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    Tichondrius;
    Il gruppo si riunì al bivacco e, con la cucina di Tichondrius, anche se proprio di cucina non si poteva parlare, ma solo di semplice cottura del cibo, tutti cominciarono a mangiare e per un po' di tempo gli unici rumori erano quello delle braci scoppiettanti del bivacco e quello delle mascelle al lavoro.
    Dopo qualche tempo tutti ebbero mangiato a sazietà tranne l'uoma, che con la sua stazza e il suo stomaco, mangiò appena a sufficienza per quanto riguarda i funghi e, dato che la carne non era stata neppure toccata dalle due maghe, dovettero dividerla semplicemente in due, Alya e Tichondrius e con essa, l'uoma riuscì a raggiungere lo scopo di soddisfazione per quello che aveva mangiato.
    Con le pance piene, l'ultimo acquisto del gruppo chiese com'era la città degli elfi, dicendo che non aveva mai visitato una città di soli elfi. Elen disse la sua ma Tichondrius che aveva informazioni molto dettagliate sulla città disse:
    Non è composta interamente da elfi! Ci sono alcune comunità di uomini che ricevono asilo e protezione ad Aresmelle. La loro struttura sociale è molto gerarchica e la maggior parte degli elfi, per la loro longevità, ha una concezione molto dilungata del tempo e quindi ne perdono la maggior parte. Sono cultori dell'apparenza e ma manchevoli nella sostanza. La città, come loro stessi presenta gravi lacune dal punto di vista tattico-militare e la logistica lascia molto a desiderare. I loro guerrieri sono abili e veloci e hanno una buona attività di notte tanto quanto il giorno ma peccano nel corpo a corpo anche se compensano diligentemente con archi e magia. La loro architettura è assai primitiva poiché è rallentata dalla loro fissazione di non alterare la natura con la loro civiltà, le altre razze non riescono nello stesso intento perché non possiedono la loro stessa affinità con la magia, per questo rende il loro popolo particolarmente caratteristico. Sono esseri gentili e leggiadri ma le loro menti sono molto sottili tanto che hanno la fastidiosa abitudine di parlare per enigmi e di avere un raggio abbastanza ampio sulle sfaccettature di quello che vogliono realmente dire al di la di ciò che una frase realmente significhi. In poche parole sono l'esatto contrario degli insegnamenti dell'uo.
    Si alzò e recuperò la sua spada dal bivacco gettandovi dentro i resti della cena, dopo di che se la rinfoderò dietro la schiena e aggiunse:
    Tralasciando le chiacchiere...ci troviamo in un bosco di betulle relativamente giovani e non abbastanza alte per fornire una posizione di vedetta sufficiente e per dare bonus di gittata al raggio d'azione delle frecce e possono reggere solo pesi abbastanza ridotti, i tronchi non sono abbastanza larghi e fitti di nascondere una persona di taglia media, credo che solo Elen riuscirebbe a nascondersi adeguatamente. Tuttavia rappresentano una discreta posizione difensiva e possono essere un vantaggio se adeguatamente sfruttate. Ho scelto di accendere un bivacco anziché un fuoco proprio per non rendere troppo evidente la nostra posizione e, al momento di andare a dormire lo spegneremo. Ho scelto inoltre questo punto perché è delimitato da tre lati da una formazione naturale di rocce, se dovessimo ricevere un attacco i nostri assalitori saranno in posizione sopraelevata, questo farà credere loro di avere un vantaggio strategico ma saranno anche bene in vista e potremo abbatterli facilmente con colpi a distanza, in questo faremo affidamento sulle maghe mentre la sentinella di guardia potrà concentrarsi su un unico collo di ingresso, quello a sud. Vado a fare il mio turno di guardia! Decidente con calma chi sarà la prossima che mi darà il cambio e si renda pronta tra sei giri di clessidra! Quanto a voi, se volete potete restare a rilassarvi o chiacchierare, ma confido nel vostro buon senso riguardo la tempistica e le ore necessarie a recuperare le forze...vi voglio a letto quanto prima...poi guardando Alya negli occhi si affrettò ad aggiungere...è un suggerimento...non un ordine!
    E con queste ultime parole andò a posizionarsi nel punto più ideale per fare il suo turno. Le spade furono conficcate nel terreno davanti a lui in modo da non pesare su di lui mentre era seduto e per poter essere afferrate ed usate facilmente in caso di necessità.
    La sera era per metà buia in quanto nel cielo splendeva solo una metà del globo lunare, questo era esattamente il genere di luce ideale per non conferire eccessivo vantaggio luminoso e per riuscire comunque a vedere qualcosa. Per chi era sveglio non rappresentava un problema ma per chi si sarebbe dovuto svegliare di soprassalto per fronteggiare un assalto avrebbe dovuto abituare gli occhi all'oscurità.
    La sua posizione svettava sul terreno di un paio di piedi e ciò gli permetteva di vedere il campo e il sentiero dinanzi a lui.
    Comandando un plotone di uoma avrebbe rimosso qualche albero e disposto come protezione attorno al campo, ma dubitava che il suo seguito di umani e mezz'elfi, per di più femmine e alquanto legate alla natura avesse approvato. Se non altro, almeno quella missione stava mettendo a dura tempra la sua esperienza di soldato e la sua flessibilità come capo. Il fatto di dover essere così accondiscendente, di dover dare così tante spiegazioni, di sopportare tante chiacchiere, di dover ricercare la stima e la collaborazione dei suoi compagni di squadra non era mai necessario da coloro che capivano fino in fondo il valore e l'ordine imposto dall'uo, ma in quel caso doveva farne ammenda e sottostare a quelle regole tanto larghe e insite delle più grandi possibilità di essere aggirate.


    CITAZIONE
    • Tichondrius spiega la situazione tattica del campo, del bivacco e della posizione
    • Tichondrius fa il primo turno di guardia
    • Al termine del proprio post, chi farà il secondo turno (a vostra scelta) dovrà scrivere in role che va a dormire, che si sveglia dopo circa tre ore e che va a dare il cambio all'uoma
    • Se seguiamo l'ordine di role possiamo evitare turni di scrittura in cui dobbiamo semplicemente scrivere che stiamo dormendo/sognando
  12. .
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    Tichondrius;
    Proprio mentre Tichondrius covava l'idea di doversi riunire con gli altri per definire un ragguaglio tattico per le difese, arrivò Alya seguita subito dopo da Rosalinda ed Elen. Dapprima la nuova arrivata preparò il bivacco, l'uoma si era trovato numerosissime volte a condurre un manipolo di guerrieri sotto il suo comando e sapeva bene cosa voleva dire prendere ordini per qualcuno che normalmente seguiva soltanto se stesso, era una cosa frustrante, perciò prima ancora che la barriera della discrezione venisse rotta dal ritorno di Elen e Rosalinda, Tichondrius fece una cosa che per il suo credo era estremamente difficile.
    La trovò ad affilare le lame quando si avvicinò e disse:
    Il tuo sguardo è tipico degli arshaad! Guerrieri solitari che si lasciano inserire nei meccanismi di organi superiore come un re o un capo, ma che lavorano da soli e per tanto poco inclini ad ingoiare ordini. Le mie parole possono suonare come un comando, ma la sottile differenza è che possiedi la facoltà di disobbedire! Come l'uo comanda cerco di portare ordine e disciplina per immergere la nostra squadra in una collaborazione efficiente mi farò io stesso carico del contraccolpo dovuto dallo scotto, se dovesse essere un problema!
    E senza aggiungere altro attese il ritorno delle due ragazze.
    Quando le vide arrivare fu strano per lui vedere la mezz'elfa con due conigli morti. Non che le conoscesse fino in fondo ma aveva avuto l'impressione che il loro animo fosse troppo tenero per cacciare.
    Quando furono tutti presenti, Alya domandò come erano stati chiamati al dovere dal re degli elfi. La prima a parlare fu Elen. Fu lacunosa nei particolari a differenza di quanto detto la prima volta. Quindi intervenne l'Hellfalas.
    Gli uoma svolgono da sempre mansioni per i nani, per addolcirli e renderli più inclini a concederci asilo sui loro monti, anche se non ci lasciano accedere al sottosuolo, nella loro città. Noi uoma abbiamo sempre avuto implicazioni a favore dei nani e sotto la guida dell'uo siamo poco aditi al fallimento. Sono stato chiamato per fare lo stesso in questa impresa!
    A questo punto sarebbe stato il turno di Rosalinda, ma Tichondrius la vedeva strana da un po' di tempo, all'inizio non gli era sembrata affatto tanto silenziosa. Del resto anche a lui succedevano cose strane e si sentiva strano da un po' di tempo. Che anche lei abbia subito qualche strano effetto della magia nera che permeava la vita di quel golem di magma?
    Con le congetture, tuttavia, la verità non sarebbe mai venuta a galla e per tanto, non aveva senso rimuginarci troppo sopra, piuttosto, aveva sicuramente senso darsi da fare affinché non solo i cavalli, ma anche la squadra mangiasse, e tanto vale che, come aveva dato da mangiare ai cavalli, si prodigasse a fare lo stesso per le tre donne.
    Per i funghi e le radici commestibili, ripeté la stessa situazione avuta nella loro prima sosta, posizionò la spada sul fuoco, anche se la dovette tenere molto più bassa e vicina alla fonte del calore, vista la scarsa potenza del fuoco in un bivacco, e vi collocò sopra i funghi e le radici tagliuzzate adeguatamente con un coltello da caccia.
    Le due lepri invece, vennero adeguatamente scuoiate e private della loro pelliccia. Era difficile fare uno spiedo al momento, i rami giovani degli alberi che li circondavano non avrebbero vinto la pressione necessaria a passarli da parte a parte. Per tanto, usò ancora il coltello per separare muscoli, legamenti e tendini e cuocere separatamente le varie parti della selvaggina.
    Gli uoma non erano soliti cucinare e dare conto al sapore, lo facevano più che altro per rendere la carne più tenera, meno pesante e più facilmente digeribile, quindi Tichondrius non si fece scrupolo di badare a come sarebbero venute, li stava solo rendendo adeguati ad essere assimilati facilmente dall'organismo di ognuno, non era per i loro palati che stava lavorando per per l'energia e il vigore che le loro membra avrebbero dovuto sfruttare durante il viaggio.
  13. .
    Benvenuto Gabriele!

    Se nelle tue role striminzite ci metti tutto ciò che va scritto alla fine non saranno certo manchevoli i tuoi post, il resto lo si condisce con un po' di esperienza e per questo ci siamo noi a fartela acquisire nel modo più veloce, e soprattutto, nel modo più divertente possibile. Sono contento che hai scelto di essere dei nostri ;)
  14. .
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    Tichondrius;
    Effettivamente, esattamente come aveva fatto notare Älya, il danno al ponte era rilevante e per tanto occorreva fare qualcosa per ripararlo, i cavalli avrebbero avuto difficoltà a superare quella grossa crepa indenni, specialmente il cavallo reso mastodontico dalla magia elfica. Tichondrius non sapeva usare la magia, anche se probabilmente qualcosa nei poteri della spada avevano un'origine magica, ma ancora non era in grado di usarli e controllarli ne tanto meno di riuscire a riparare il ponte con essi. Fu dunque Rosalinda a muoversi a tal proposito. Con un movimento della sua bacchetta fece intrecciare dei felci di roccia che andarono a cucire la frattura come se fosse il filo le lega i lembi lacerati di una stoffa. Quando gli effetti della sua magia furono compiuti il ponte era tornato probabilmente anche più stabile di prima.
    Risolto il problema del ponte era il caso di seguire il consiglio della nuova arrivata.
    La nuova serah ha ragione...dobbiamo raggiungere un buon punto dove accamparci prima di perdere il favore della luce. Sarebbe un suicidio accamparci in aperta pianura quinci ci conviene puntare leggermente ad est, dove incontreremo un piccolo boschetto, non sarà il massimo del riparo, bisognerà organizzare dei turni di guardia, e sarà anche più lontano del bosco che abbiamo a ovest, ma è sulla direttiva che ci conduce a Hollet, con una buona marcia arriveremo in tempo per domani sera, sarebbe saggio montare li il nostro secondo campo notturno. Ci permetterà di dormire senza turni di guardia e recuperare così le forze per proseguire il viaggio...tutti in sella, dunque! Che l'uo vegli sul nostro viaggio!
    Con queste parole, Tichondrius andò al suo cavallo e vi si issò in sella immediatamente. Attese qualche istante fino a quando tutti i membro della compagnia fossero sui loro destrieri. Affondò quindi i talloni nei fianchi del suo frisone mastodontico e lo spronò al galoppo. Attraversato il ponte si ritrovarono di nuovo in aperta pianura e con l'attenuarsi della luce diveniva più difficile per loro scorgere il sentiero o eventuali pericoli in lontananza. Dopo tre quarti di giro di clessidra, comparve a guidarli la stella della sera. Da li in poi avrebbero potuto servirsi di essa per proseguire il loro cammino senza preoccuparsi di sforzare gli occhi per individuare il sentiero lasciato dai carri di commercio che, a causa del loro numero esiguo e della bassa frequenza con cui solcavano quelle terre, risultava alquanto leggero e difficile da notare, specialmente sui cavalli e con poca luce. Il buio era quasi sceso su di loro quando intravidero all'orizzonte il bosco dove si sarebbero accampati. Il sentiero serpeggiava nella valle aggirando i massi che spuntavano dal terreno come denti di pietra di una mastodontica creatura con le fauci spalancate. Di rado si intravedevano alberi, anche se relativamente giovani, in netto contrasto con quelli secolari che si erano lasciati alle spalle da quando erano partiti da Aresmelle. Non si sapeva se fossero tanto grandi e vecchi perché venivano protetti dagli elfi o se avevano raggiunto tali maestosità grazie alla loro magia, stava il fatto che sembrava osservare un mondo diverso benché fosse a meno di un giorno di distanza.
    Era ormai buio quando raggiunsero il cuore del bosco, nel punto esatto dove sarebbe stato più saggio sostare. Tichondrius fu il primo a smontare da cavallo.
    Ci accamperemo qui! Älya si occuperà del bivacco di campo, Elen e Rosalinda come al solito procureranno il cibo, io mi occuperò dei cavalli e cercherò di studiare una tattica di difesa traendo vantaggio dalla formazione naturale. Dopo aver mangiato andrete a letto, farò io il primo turno di guardia!
    Detto questo cominciò a studiare la zona, il bosco, la forma, la disposizione e la densità degli alberi in attesa che ognuno si dedicasse al proprio compito smontando dai cavalli e permettendo così all'uoma di prendersi cura di loro.
    Quando tutti i destrieri furono liberi, l'Hellfalas li raccolse tutti dalle redini, solo il suo destriero si lasciava avvicinare tranquillamente mentre gli altri avevano paura e sembravano reagire male al suo tocco...ci volle un po' per calmarli e per indurli a mangiare dalle sue mani. Nei dintorni non c'erano corsi d'acqua adeguati per farli abbeverare, così dovette svuotare l'otre che aveva riempito durante la loro ultima pausa ancora nei margini della foresta di Aresmelle. Quando i cavalli furono sistemati, l'uoma li legò ad un ramo nei margini del campo dal quale erano arrivati e da cui avevano una possibilità leggermente maggiore di non ricevere attacchi da quel lato, visto che lo avevano appena cavalcato senza incontri o avvistamenti spiacevoli. Era proprio per questo che aveva ordinato un bivacco e non un fuoco, sarebbe stato poco saggio segnalare la loro posizione con luce e fumo. Avrebbero dovuto sfruttare calore e luce solo allo stretto necessario. Intanto cercava di stilare strategie che avevano come centro la conformazione territoriale nelle loro immediate vicinanze. Per la maggior parte dovevano puntare sugli alberi, ma di certo erano un vantaggio anche per eventuali assalitori. Nella peggiore delle ipotesi potevano farsi scudo con essi, Elen e Rosalinda potrebbero scagliare i loro incantesimi dall'alto dei loro rami. Non restava altro che definire una strategia insieme a loro quando sarebbero tornati.


    CITAZIONE
    • Riprendiamo a cavalcare
    • La direzione è sud-est in direzione di un boschetto dove accamparci
    • All'imbrunire raggiungiamo la destinazione a metà tra il punto di partenza e il castello di Hollet
    • Älya deve preparare un bivacco di campo
    • Elen e Rosalinda procurano il cibo
    • Tichondrius bada ai cavalli e si preparare militarmente ad eventuali attacchi
  15. .
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    Tichondrius;
    La ragazza confermò che era stata mandata dalla regina Rori per rinfoltire le fila della loro squadra, sapendo per l'appunto che mancava un membro. Per quello che poteva importare del resto, il preavviso non era assolutamente necessario, almeno per quanto riguardava Tichondrius. Il suo nome era Älya e, come era facile comprendere sembro legare subito meglio con gli altri individui che con l'uoma, ma era una pratica molto frequente, era anche l'atteggiamento del guerriero che non incoraggiava gli altri ad avvicinarlo, ma come aveva già fatto con Elen, doveva dare modo ai suoi compagni di squadra di comprendere e avere fiducia in lui. Come l'uo insegnava, creare sinergie con tutti gli uomini sotto il comando di un leader, si ottiene la forza e la compattezza necessaria a portare a compimento qualsiasi incarico, inoltre, solo se gli uomini si fidano ciecamente di un comandante possono seguire ordini di cui non è chiaro il disegno finale, specialmente quando fa parte di una strategia specifica. Per questo sarebbe stato suo compito far capire anche alla nuova arrivata l'entità del suo valore, sempre se la composizione dei ruoli non sarebbe cambiata.
    A dare conferma ai suoi pensieri fu proprio la donna, ammettendo di non voler cambiare la loro organizzazione. Elen passò in rassegna i ruoli in generale, quindi Tichondrius, per dare maggiore chiarezza al quadro si piegò sulle ginocchia, restando ancora il più alto del gruppo e cominciò a tracciare uno schema della loro composizione sulla polvere e la terra che giaceva sui tronchi del ponte.
    Esatto, i ruoli sono diversi e ben equilibrati. Questo ci da un vantaggio enorme in battaglia. La pericolosità delle mie spade unita alla mia mole, costringe i nemici a concedermi attenzione nel corpo a corpo per evitare colpi fatali, questo garantisce una cerca efficienza al resto della squadra. Älya: durante i miei attacchi diretti puoi puntare maggiormente sulla velocità e cercare di colpire i nemici alle spalle, puoi anche ingaggiarne alcuni direttamente se te la senti...se superano la mia linea, devi bloccarli ed impedirli di arrivare ad Elen o Rosalinda. La nostra messaggera può avvalersi anche di evocazioni, come avrai notato, ma è meglio essere prudenti ed assicurarsi di lasciar filtrare almeno il grosso dei nemici. Rosalinda ha la principale mansione di proteggere Elen, quindi fin ora non ha dato gran che negli scontri, ci aiuterà se lo riterrà necessario ma se qualcuno minaccia Elen, lei interviene! Questo comunque non ci solleva dalla medesima mansione. Se ne abbiamo la possibilità, chiunque di noi antepone la sua incolumità alla sua vita. Se sarà la sola a giungere a Maj'Krat viva, avremo comunque compiuto la missione, quindi, priorità assoluta...ci sono domande o controproposte?
    Il discorso dell'uoma fu competente ed autoritario, mettendo in luce la sua profonda conoscenza delle tattiche belliche, militari e di combattimento, il tono non peccò di arroganza, la sua esperienza non lo metteva sopra i suoi compagni di missione, anzi, lo poneva in un certo qual senso al loro servizio. Era vero che il carattere, la forza e la disciplina della tempra uo, non lo dava a vedere, ma in realtà, il leader di una squadra metteva al servizio del suo plotone le sue qualità per far colpire gli uomini come uno solo. Per questo serviva una grande maestria e spesso era un fardello difficile. Il fatto che Tichondrius stesse andando tanto fuori rotta dalle sue normali attitudini stava a significare proprio che affilare la punta sinergica della squadra era il suo obbiettivo principale e maggiormente i suoi compagni avevano fiducia e stima in lui, più facile sarebbe stato per chiunque di loro stringersi insieme e compatti per fronteggiare qualunque pericolo.
    A quel punto l'uoma restò in attesa che qualcuno rispondesse alla sua domanda, per rispondere eventualmente. Se non ci sarebbero state domande o obiezioni avrebbero ripreso subito il cammino.


    CITAZIONE
    • Breve briefing strategico
    • Sono state messe in evidenza i ruoli e le direttive di battaglia
    • Tichondrius attende se il gruppo abbia domande, se non ce ne sono potete descrivere i vostri pareri sulla formazione
233 replies since 9/2/2007
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