Posts written by Edgard Strolgher

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    Alistair;
    Akechi sembrò sorpreso da ciò che era in realtà Alistair, sembrò anche dubbioso al termine mutaforma e ciò non era una sorpresa. Sapeva benissimo che era l'unico in tutto il continente, non capitava a tutti di avere un avo che se ne andasse a zonzo da una dimensione ad un'altra attirando su di se l'impronta dei predatori arcani. Tuttavia sembrava anche interessato in modo particolare a ciò che poteva significare essere un mutaforma, per questo Alistair decise di aggiungere:
    Lo so perfettamente, infatti io sono l'unico mutaforma e sarebbe impossibile che ce ne siano altri. La magia che mi rende quello che sono è più unica che rara. Comunque non ho una grande intenzioni di spargere ai quattro venti la mia singolarità. Se ci pensi bene un mannaro è solo emarginato, ma un mutaforma potrebbe essere braccato con l'intento di replicarne i poteri. Meglio essere creduto un semplice mannaro!
    Alistair lascio passare qualche secondo di silenzio in cui sia lui che Akechi potevano impregnare della conversazione appena avuta. Da un certo punto di vista Alistair si chiedeva se non avesse parlato troppo. Era un abile scrutatore di minuscoli dettagli, che era quello che garantiva nei suoi scontri la maggior parte del successo. A questo proposito, aveva visto una strana espressione sul volto di Akechi quando aveva parlato della storia del mutaforma. Una supposizione che poteva elargire, era che l'altro, poteva essere interessato a quel potere, avere molti mutaforma significava poter imbrigliare il potere dell'adattabilità e le caratteristiche delle creature migliori e più efficienti. Non aveva tutti i torti, ma il giovane mago, non credeva che le persone fossero strumenti, e comunque, essere un mutaforma lo aveva privato del calore dei suoi genitori. Lui non avrebbe voluto che ci fossero altri individui toccati dalla sua stessa sfortuna.
    Sperava anche che, avendo detto che era l'unico, non innescasse l'avidità di Akechi lasciando che il suo compagni di poco fa diventasse il suo prossimo cacciatore. Di certo non gli conveniva, con un sottozero prolungato e senza il favore della sua protezione sarebbe morto. Quindi non gli conveniva giocare con fuoco, o in questo caso, con il ghiaccio.
    Per questo Alistair poteva essere pressappoco tranquillo.
    Bene! Ti ringrazio per la tua collaborazione. E' arrivato per me il momento di andare...buona fortuna!
    Dal termine di quelle parole passarono pochi istanti in cui il corpo di Alistair subiva una nuova mutazione in licantropo. Guardò un'ultima volta il compagno, poi partì velocemente in corsa sulle quattro zampe con la velocità tipica degli uomini lupo, che superava quella della maggior parte dei cavalli, venendo inghiottito dalla notte e dalla copertura della foresta. E così si chiudeva un nuovo capitolo scritto con il sangue.
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    Alistair;
    Alistair e il suo compagno Akechi erano riusciti facilmente a spuntarla nello scontro appena terminato. Il luogo era stato completamente trasformato dai segni della battaglia. La neve e il ghiaccio erano impossibili in quel preciso luogo quindi per uno che avrebbe visto la scena senza sapere l'esperienza che aveva appena passato l'avrebbe potuta considerare una cosa normale.
    I due combattenti erano usciti indenni dallo scontro senza riportare neanche un graffio, ciò marcava in modo sensibile la superiorità della loro forza rispetto a quella del resto del gruppo. Era anche vero che la maggior parte dei danni e delle uccisioni era da attribuire ad Alistair ma per lui non era certo una gara a chi dimostrava di essere il più forte. Il giovane voleva unicamente evitare che vi fossero altre vittime per mano di quell'organizzazione, la voleva vedere spazzata via una volta per tutte.
    Terminata l'esigenza di combattere e di stare all'erta Alistair si rivolse al compagno, e anche lui, ci tenne a sottolineare il fatto che era stato facile anche se il grosso del merito era il suo.
    Subito dopo, però si fece serio in volto e parlò in modo molto diretto. Disse che non gli piacevano i giri di parole e che era impossibile che Alistair fosse un lupo mannaro. Chiese dunque a che razza appartenesse.
    Alistair sembrò stupito e anche un po' dispiaciuto dal tono serio di quelle parole, quasi a marcare il fatto che non gli piaceva essere preso in giro.
    Io non ti ho mai detto di essere un lupo mannaro. Ti ho detto solo il mio nome, per questo non puoi sentirti preso in giro. La mia razza è appartenente agli umani, anche se non è la razza che determina i miei poteri ma una magia unica ed estremamente complessa. Comunque cercherò comunque di dissipare i tuoi dubbi: sono un mutaforma!
    Alistair lasciò che la dichiarazione, alquanto shockante potesse essere compresa ed assimilata affondo dal suo compagno, poi nel dubbio che non potesse essere molto chiara per chi non sapeva di cosa si trattava, decise di rincarare le spiegazioni.
    Sono capace di assimilare le caratteristiche di alcuni animali e di combinarli con le energie pure degli elementi primordiali, così facendo posso assumere la forma ottenuta in battaglia e sfruttarne le potenzialità e le caratteristiche!
    Con quelle parole, riteneva di aver detto tutto ciò che c'era da sapere sull'argomento. Ad Alistair non piaceva che gli altri sapessero troppe cose di lui. Anche se sapeva che prima o poi la sua forza sarebbe finita per essere conosciuta. Già con due trasformazioni da combattimento, la combinazione delle strategie che riusciva ad ottenere erano elevate. Il mannaro era agilissimo e dotato di artigli e zanne capaci di danneggiare senza consumo di energia. Il wendigo aveva una forza enorme ed era il padrone del ghiaccio. Le sue potenzialità e possibilità aumentavano esponenzialmente con il numero di mutazioni che acquisiva. E una terza mutazione era alle porte. Non appena avrebbe terminato le ultime formalità sarebbe andato alla ricerca della terza essenza arcana.
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    armadillo
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    Alistair;
    L'attacco del wendigo era andato a segno. I due oggetti di ghiaccio lunghi e affusolati come lance avevano attraversato il campo ad una velocità sorprendente trafiggendo entrambi i nemici lasciandoli inchiodati al suolo con gli occhi ancora aperti e sgranati per aver visto il colpo negli ultimi istanti della loro esistenza ed aver raggiunto l'amara consapevolezza di non poter fare nulla a quel riguardo.
    Nel frattempo la nube di fumo si stava diradando, erano i primi istanti in cui si poteva vedere oltre la corte che lo aveva nascosto sino a quel momento.
    Quando fu possibile vedere cosa c'era dietro di essa non c'era più il lupo mannaro. Al suo posto c'era un'imponente figura simile ad un gorilla cresciuto troppo. Alcuni dei suoi tratti caratteristici tipo l'arco creato dalla schiena, i piedi che non erano prensili e l'encefalo erano quelle di un uomo, come se fosse un gorilla mannaro, nato dalla congiunzione dell'animale e dell'uomo, proprio come avveniva per i lupi nei licantropi.
    Il wendigo era segnato dal potere del gelo poiché l'aria attorno a lui era fredda e si vedeva il fumo di condensa che scendeva verso il suolo. Sul suo pelo c'erano diverse cristallizzazioni di ghiaccio e il suo respiro creava nuvole gelate e anche piccoli fiocchi di neve.
    Ruggendo con il verso tipico della sua razza, la sua mole si ridusse esponenzialmente sino a tornare il già conosciuto Alistair mago e ricoperto dai vestiti prima che possa vederci ciò che non andava visto.
    Posato e calmo sorrise al suo compagno per l'ottimo lavoro svolto.
    Non è stato difficile, non credi? Una passeggiata!
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    varano
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    Alistair;
    La tormenta di Alistair era stata molto più utile di quel che si aspettava. Era da sempre stato un metodo per debilitare ed impedire ai suoi nemici di reagire, bloccati dal freddo e dall'aria estremamente gelida. Ma in quella specifica occasione, aveva letteralmente ucciso gran parte dei suoi avversari. Era stata una vera strage che non aveva lasciato scampo a nessuno degli ourthugal poiché, la fortuna voleva, che fossero tutte specie particolarmente deboli al freddo e vulnerabili alle basse temperature.
    La tartaruga, il ragno, il corvo, e la fata erano morti per via del freddo e della tormenta. Poi il suo attacco, aveva fatto scorrere sulla neve un'ondata della magia del ghiaccio primordiale che, giungendo sin sotto ai piedi dei due maghi, aveva generato delle punte ghiacciate acuminate che avevano trafitto entrambi, anch'essi bloccati dal freddo senza lasciarvi scampo.
    Al termine della tormenta, la sua idea di proteggere Akechi con uno strato di ghiaccio molto sottile aveva premiato, poiché era riuscito a romperlo quando fuori era passato il pericolo e gli aveva consentito di correre verso i due arcieri magici uccidendoli con un'ampia scarica di fendenti delle sue falci.
    In un unico attacco, Alistair e Akechi erano riusciti a portarsi in netto vantaggio. E meno male che il suo compagno aveva detto che erano tipi fastidiosi e pericolosi. Il mutaforma non aveva avuto questa impressione nell'affrontarli.
    I due sopravvissuti, un elfa assassina e la mezz'elfa che evocava quelle strane creature, cercarono di passare ad un disperato e pesantissimo contrattacco. Ma, secondo il wendigo, stavano aggravando la loro situazione. L'elfa assassina continuava a coprire il wendigo con le sue bombe fumogene, ora che il corvo aveva spirato per sempre non era neppure in grado di distinguere la sua posizione tra fumo e oscurità, tanto meno riuscire a sapere che forma aveva o i suoi movimenti. Se solo avesse saputo che dietro quella corte di fumo non c'era più un lupo mannaro, forse avrebbe smesso di coprire il wendigo alla loro vista, anche perché se non riuscivano a vedere chi o cosa avevano di fronte non potevano prendere le adeguate contromisure per affrontarlo.
    Il cacciatore di taglie delle evocazioni, fece piovere saette e fulmini sulle teste dei due guerrieri, col desiderio di carbonizzarli e di scampare alla morte che ormai era già scesa su di loro e attendeva solo di eseguire il proprio fendente di falce e chiamare a se le vite degli ultimi del battaglione sigma.
    Per il wendigo fu facile come sgranocchiare un cubetto di ghiaccio creare una forma gelata sulla sua testa per difendersi dal fulmine. La quantità di pressione dell'aria emetteva un suono distinguibilissimo dal suo udito superiore e per tanto era stato capace di percepirlo immediatamente, anche se il fumo non gli consentiva di vedere e anche se era un tipo di attacco quasi istantaneo e difficile da evitare.
    Resistito all'attacco unendo le due mani a pugno le circondò con del ghiaccio sino a creare la forma di un martello rudimentale gigante. Abbassò con violenza ed estremo vigore le braccia sino a colpire con una forza immensa il suolo generando un sisma che avrebbe destabilizzato i suoi due avversari, e purtroppo anche Akechi, impedendo loro di reagire alla sua prossima mossa.
    Distrutto il ghiaccio che bloccava le sue mani nel momento in cui aveva colpito il suolo, creò una lancia appuntita su una mano e un'altra uguale sull'altra. Le lanciò una dopo l'altra fendendo l'aria a velocità enorme. Considerando la forza sovrumana dell'essere, i due proiettili gelati viaggiavano ad una velocità strepitosa, essendo perfettamente aerodinamici, viaggiavano persino più velocemente di una freccia scagliata da un'arco e più dei dardi delle balestre, andavano persino più veloce dei colpi sparati dagli ordigni meccanici dei nani.
    Entrambe le lance miravano al petto dei due avversari, l'udito del wendigo poteva percepire se si sarebbero mossi o caduti in seguito al sisma quindi avrebbe colpito esattamente i loro cuori calcolando ogni possibile spostamento. A tale velocità, per giunta, una volta lanciati non si poteva coprire un'adeguata distanza in tempo per poterli evitare. Visto com'erano andate le cose, non era il caso di continuare ad andarci piano, mettere fine a quella storia era la decisione migliore.
    Era giunto il momento di chiudere la partita!
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    NARRATORE:
    Battaglione SIGMA;
    La morte di due compagni era una faccenda che non piaceva a nessuno, ma la piccola fata del gruppo era ancora in grado di resuscitarli. Finché ogni squadra manteneva i suoi curatori non correva alcun pericolo, e la piccolina, era rapida, piccola e difficilissima da vedere, quindi la maggior parte delle volte non si feriva neppure.
    I guerrieri del battaglione procedevano con forza e vigore per vendicare anche la temporanea dipartita dei loro compagni. La tartaruga era riuscita a colpire Akechi, anche se qualcosa non andava, sentiva che il suo moto era ostacolato, evidentemente il suo avversario era riuscito a parare il colpo, ma la parte importante era che le due ninfe dietro di lui, riuscissero a colpirlo nel profondo mentre la fata creava una barriera con lo scopo di imprigionarlo.
    Dall'altra parte del campo, lo scontro con il mannaro era un po' più difficile, stava facendo danni ingenti, in più, nessuno riusciva a comprendere come facesse un licantropo a mantenere tanto autocontrollo. Tuttavia sembrava che la squadra si stesse riprendendo il terreno perso, con due bombe fumogene, l'elfa era riuscita a ribaltare la situazione subita dall'ululato che aveva costato tanto al battaglione. Ora quello che non vedere e che era bloccato era lui.
    Fu proprio mentre molti della squadra lo credevano spacciato che accadde qualcosa di strano. L'avversario che la tartaruga aveva di fronte venne protetto da una difesa di ghiaccio. Nessuno si aspettava una magia del ghiaccio da un ourthugal non legato ad una specie nativa delle zone fredde. Eppure eccola davanti ai loro occhi. Anche se anche ciò era doppiamente strano poiché lo stesso guerriero sembrava stupito di tale barriera, guardandosi intorno perplesso.
    Cosa diavolo stava succedendo?
    Ad un certo punto la temperatura calò sensibilmente. A terra e sugli alberi si stavano formando delle incrostazioni di ghiaccio. Ma che diavoleria era mai questa? Che ci fosse un qualche terzo alleato nascosto da qualche parte?
    Ragionando, si poteva dire con certezza che il lupo non era un ourthugal ma un mannaro. Non aveva le caratteristiche ibride ed incomplete di un ourthugal lupo ed inoltre non poteva parlare. Per tanto era tassativamente impossibile che un mannaro usasse la magia, anche se le sue abilità e livello di controllo erano impressionanti. Allora cosa???
    Subito dopo il freddo arrivò una vera e propria tormenta. Tutti battevano i denti tremanti. Cercavano di stringersi più che potevano accorpandosi bene addosso i mantelli neri. Ma il freddo era troppo. Specialmente per alcuni di loro.
    La fata, troppo piccola per poter generare sufficiente calore da bloccare l'avanzata del gelo sul suo corpo perse la forza di volare. Quando anche quel movimento d'ali che generava calore cessò la luce che brillava attorno a lei si spense.
    Il secondo fu l'ourthugal ragno. Si strinse meglio che poté ma suo fisico non poteva reggere al freddo. Le sei braccia cercavano di muoversi e di sfregarsi la tunica sulla pelle per fare calore. Riuscì fino ad un certo punto, quando il movimento convulsivo stancò i suoi muscoli che rallentarono. Le sue fauci prive di naso inspiravano aria gelida senza mezzi per riscaldarla. Man mano che il gelo entrava nei polmoni si sentiva un respiro sempre più sibilato a causa del raffreddamento delle vie respiratorie. L'ultimo sibilo fu acuto e stridulo per poi stramazzare al suolo.
    Seguì poi la tartaruga. Lui era rintanato nel suo guscio, nella sua solida casa e aveva anche attivato le sue difese magiche, ma non poteva tener fuori il freddo, specialmente perché la magia rendeva impenetrabile il guscio, ma vi erano degli spazi, dal quale testa, gambe e braccia sporgevano, che erano sempre vulnerabili. Il freddo si insinuò nel guscio, ghiacciando l'ourthugal che sotto quella scorza, era praticamente nudo. Alcune formazioni di ghiaccio avevano persino otturato le vie chiudendo l'essere in una tomba senz'aria.
    Poi la tormenta cessò ma, come se non bastasse, c'era ancora il guerriero con i capelli lunghi. Ruppe il ghiaccio mentre gli altri erano ancora troppo bloccati dal freddo che avevano subito. Mentre lui, difeso dallo stesso ghiaccio, aveva sicuramente freddo, ma non era bloccato ne in condizioni critiche di temperatura. Si diresse a gran velocità dalle due ninfe, la oscura provò a muoversi per evitare i colpi venendo comunque colpita ma la chiara cercò solo di coprirsi ancora di più, come se potesse coprirsi anche dagli attacchi che stavano per arrivare. Le falci sminuzzarono tutte e due in maniera incontrovertibile. In un unico solo attacco combinato dei loro due avversari, erano perite già cinque persone. E dato che il gruppo che era contro il guerriero non sapeva cosa stesse succedendo al gruppo che affrontava il mannaro, potevano esserci anche altre vittime dall'altra parte.
    Quei due erano dei veri e propri mostri!
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    Alistair;
    La mossa del mannaro di offuscare i sensi di tutti i presenti con il suo ululato, aveva prodotto una finestra di apertura sia ad Alistair che ad Akechi consentendo loro di uccidere già due dei loro avversari. Alistair non sapeva quanto ci stesse mettendo il suo compagno delle sue reali capacità, se si stava ancora limitando e se determinate occasioni importanti e favorevoli lo avessero spinto ad approfittarne.
    Dal canto suo, il mannaro era davvero ad un livello ancora molto basso rispetto alle sue facoltà.
    Quando gli avversari si ripresero e videro la morte sul campo di due dei loro compagni. La loro reazione non fu per niente positiva ma non era neanche terribile come se la sarebbe aspettata. La cosa altamente ipotizzabile, fu il desiderio di vendetta che spinse i restati in vita a punire i due avversari. La prima a muoversi fu l'elfa lanciando due bombe fumogene verso il mannaro che, appena toccate terra esplosero con un boato riempiendo l'area attorno ad Alistair di un denso fumo nero. L'odore di quel fumo dava fastidio al fiuto del licantropo che non riusciva più a sentire bene gli odori sentendo principalmente quello della nube che era stata creata. Sicuramente i suoi avversari avevano in serbo un bello scherzetto per lui, ma lui ne aveva uno ancora migliore per loro.
    Offuscato dal fumo e dall'oscurità, nessuno di loro poteva vedere cosa stesse accadendo all'interno della cortina. E' vero che le illusioni del corvo aiutavano tutti a vederne la posizione, ma il corvo vedeva nel buio, non attraverso il fumo e se non vedeva ciò che sarebbe accaduto in quei secondi di copertura non avrebbe potuto trasmettere con le sue illusioni l'avvenimento al resto del gruppo.
    Coperto dalla cortina di fumo, accadde un'avvenimento che nessuno di loro avrebbe potuto prevedere. Per tutti i presenti, Alistair era un lupo mannaro con insolite capacità di controllo e raziocinio. Nessuno era a conoscenza e nemmeno immaginava che fosse un mutaforma, anche perché a parte lui, non esistevano mutaforma a Eirydia, per tanto ciò che stava per succedere era una novità assoluta.
    Dalla forma di lupo mannaro, il pelo rientrò nella pelle lasciando solo muscoli senza traccia di pelo. Gli artigli, esattamente come la pelliccia del licantropo, rientrarono il muso si appiattì e il voltò ritornò quello dell'umano Alistair, gli occhi riacquistarono il loro colore abbandonando l'aspetto ferale della belva che tornava a sprofondare negli abissi della sua coscienza.
    Immediatamente dopo, attorno al corpo nudo del mutaforma cominciò ad abbassarsi la temperatura e a cristallizzarsi l'umidità presente formando uno spesso stato di brina e di ghiaccio. La massa muscolare crebbe di circa il doppio rispetto a quanto non crescesse in forma di licantropo. Il pelo era di nuovo presente sul suo corpo anche se aveva un'altro colore ed era adornato di cristalli di ghiaccio e piccole forme ghiacciate.
    Era ancora nella cortina e i maghi stavano tentando di usare la loro magia. Ora che il suo senso maggiore era l'udito, riusciva a percepire i loro movimento che sfregavano sull'erba e sulla terra su cui poggiavano i loro piedi...non si erano accorti di nulla. La prima cosa che doveva fare era proteggere il suo compagno dal suo prossimo attacco. Per permettere questo, lo inglobò in una forma ghiacciato che lo proteggeva in ogni direzione. Lo strato era sottile, Akechi l'avrebbe potuto compere al momento opportuno, quando il suo attacco sarebbe terminato. Dato che questo succedeva fuori dal fumo, avrebbe già potuto provocare lo stupore e l'incredulità generale, chi si poteva mai aspettare della magia di ghiaccio da un uomo che perdeva le proprie facoltà mentali in seguito alla mutazione in lupo mannaro?
    La mossa successiva avrebbe impedito a chiunque, compreso i due maghi di continuare con la loro magia. La temperatura attorno al campo calò di colpo. Il fuoco che scoppiettava al centro della radura, dove il battaglione stava cenando poco prima si spense a causa del repentino abbassamento della temperatura. La brina e il ghiaccio cominciavano a lasciare uno strato sull'erba e sul terreno. La corteccia degli alberi e diverse foglie si congelarono istantaneamente. Una tormenta di neve cominciò a scendere impetuosa e, a nord della loro posizione, il contrasto dell'aria fredda e dell'aria calda generò un anticiclone con venti molto forti che spiravano verso sul proprio sul loro viso.
    Per il wendigo, la temperatura ideale era proprio ora. Si stava bene e, ogni volta che raggiungeva questa forma desiderava che le temperature fossero come erano in quel preciso momento.
    Nessuno dei presenti, a parte Akechi, che era stato opportunamente protetto, era in grado di muoversi con una tale temperatura. Il freddo doveva farli tremare convulsamente stringendosi su se stessi per non morire assiderati e per impedire al gelo di insinuarsi dentro le ossa. L'aria così gelida impediva a ciascuno di loro di respirare con naturalezza e disinvoltura facendo sembrare a ciascuno di loro di inspirare acqua gelata.
    Quelli che se la passavano peggio erano gli ourthugal e la fatina. Il ragno, la tartaruga, il corvo erano animali che non erano in grado di sopravvivere a quelle temperature essendo abituati a temperatura maggiore e non avendo mezzi e organi anatomici che potessero tendere ad aumentare la temperatura salvando le loro funzioni vitali. La fatina invece ce li aveva, ma un corpo così piccolo non poteva reggere ad una temperatura tanto rigida e ad un'ondata di gelo così intensa. Persino le creazioni di fuoco della mezz'elfa non avevano la forza necessaria a continuare la loro manifestazione. Sotto quella tormenta e con il suolo ricoperto dalla neve, la mossa del wendigo sarebbe stata facile. Bastava mettere le mani a terra e infondere l'energia del ghiaccio sino a creare una serie di cristalli gelati appuntiti e trafiggere il nano e l'elfa con la capacità di spostare gli oggetti, che si trovavano molto vicini l'uno all'altro. Con quel freddo non potevano scampare a quella mossa, specialmente considerando che non avevano alcuna facoltà per sentirlo arrivare.
    Non c'era possibilità biologica per gli ourthugal di sopravvivere. E non c'era possibilità statistica per il nano e l'elfa di sfuggire al colpo.
    Akechi avrebbe potuto approfittare ancora una volta dei poteri del wendigo, appena la tormenta fosse finita, poteva sfondare o tagliare il ghiaccio e falciarne qualcun'altro mentre erano ancora tremanti.
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    NARRATORE:
    Battaglione SIGMA;
    I due esseri che avevano attaccato il tranquillo campo del battaglione, intendi a cenare indisturbati, si stavano rivelando due esseri mostruosi. Non solo erano capaci di evitare agilmente e con efficacia tutti i loro attacchi ma stavano portando avanti contrattacchi degni di nota, molto più che degni di nota. Nonostante il fallito agguato, il mancato effetto sorpresa, la minoranza numerica, l'impossibilità di combinare attacchi ed abilità, ad opposta differenza dello squadrone, stavano riuscendo a spuntarla.
    In modo particolare era il lupo che stava facendo molti danni. Il suo ululato aveva praticamente fatto saltare il turno d'attacco alla squadra e li aveva lasciati vulnerabili agli attacchi. E certamente il suo complice non poteva fare altro che approfittarne.
    Il panda era ancora sotto l'effetto dell'ululato e venne tranciato in due dalla lama del cobra. La parte del corpo che aveva subito la sentenza della lama era stata magicamente trasportata altrove. Gli altri intanto si riprendevano, lo stato eccitativo e il fiuto del pericolo rendevano tutti più reattivi e per tanto erano più veloci a percepire il pericolo che a notare i danni subiti e i compagni caduti. La tartaruga si vide arrivare addosso il nemico pronto a sminuzzarlo come aveva fatto con il panda. Si ritirò nel suo guscio e attivò la magia che contraddistingueva la specie a cui era legato. Attorno al guscio c'era una protezione naturale che si attivava con il rintanamento dell'ourthugal. Quando fu dentro al suo guscio, la magia impedì alla tecnica di Akechi di andare oltre quella difesa. Se non fosse stato di natura magica, il colpo dello spirito del cobra lo avrebbe ucciso, ma almeno così l'aveva scampata. Anche le gemelle ninfe si erano riprese e vedendo l'avversario marciare minacciosamente contro di loro, spararono la loro solita coppia di frecce davanti a loro generando una sorta di vortice di energia chiara e oscura che le proteggeva e difendeva anche, se Akechi non sarebbe riuscito a fermarsi sarebbe stato attirato dentro al vortice e danneggiato dalle due magie contrastanti che lo formavano.
    Il corvo emise il suo solito verso quando le parti del panda gli furono addosso. Ciò attirò l'attenzione di tutti, che contavano su di lui per il suo potere di rendere evidenti i nemici al buio e per le sue capacità illusorie. Fu allora che, vedendo le parti del panda realizzarono che era stato fatto fuori. I tempi di reazione erano ancora lenti purtroppo ma la tartaruga, già dentro il suo guscio, roteò velocemente su se stessa e si fiondò sicura contro il cobra vedendolo distintamente grazie alla magia del corvo. Anche lui sapeva fare come il panda e come il mannaro, solo che la sua scorza dura creava danni da contusione. la fatina generò una protezione fatata che aveva più scopo offensivo che difensivo, creava uno scudo attorno ad Akechi in modo che non potesse scappare, mentre la tartaruga avrebbe potuto attraversarlo tranquillamente. Avrebbe fatto ciò per favorire alle due ninfe di lanciare le loro frecce insieme e facendole viaggiare a spirale avrebbero fuso i loro poteri per creare un unico raggio che sarebbe esploso all'impatto danneggiando l'ourthugal che non aveva scampo, o almeno così sarebbe dovuto essere. Era meglio non dare nulla per scontato con quei due diavolacci!
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    peccato però...quest'idea è partita da me e evil, però speravamo tanto che vi partecipasse anche qualcun'altro!
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    no...quelli che intendo io sono cacciatori di taglie di altissimo livello non rimarrebbero coinvolti in una cosa simile e di certo nn sarebbero alle dipendenze di un'altro!
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    tipi loschi con loschi abiti? Sarebbe uno dei battaglioni della quest che ho proposto io?
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    tartaruga!
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    rinoceronte
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    Alistair;
    L'elfo assassino stava per cercare di rispondere agli attacchi del licantropo quando l'ululato dell'incubo sferzò l'aria irradiando le sue onde sonore spettrali alle orecchie di tutti i presenti, a parte Akechi che era stato opportunamente avvertito.
    Lo stato debilitativo di quell'attacco non aveva risparmiato nessuno. Il corvo non poté più volare con tutti i sensi messi al tappeto e con senso di equilibrio e orientamento messi fuori uso. Specialmente senza senso dell'equilibrio non poteva mantenere le condizioni aerostatiche per mantenersi in volo e per tanto precipitò al suolo vulnerabile alla furia della mutazione in lupo di Alistair. Avventandosi ferocemente su di lui, gli spezzò e ridusse in pessime condizioni l'ala. Con questa mossa, anche con delle cure, l'ourthugal piumato non avrebbe più volato per un po' permettendo ad Alistair e Akechi di attaccarlo opportunamente e uccidendolo senza incontrare le difficoltà altimetriche di doverlo raggiungerlo in volo.
    Anche se la sua brillante mossa aveva risparmiato ai due una grande difficoltà nell'affrontare un nemico aereo, quell'espediente fece capire ad Alistair che sarebbe stata comoda una mutazione che gli avrebbe permesso di volare e, non solo affrontare nemici esperti nel volo o che superavano l'entità dei suoi salti, ma sarebbe stato anche un utile mezzo di locomozione. C'era anche da considerare che contro nemici incapaci di volare, era un'arma molto utile.
    Ormai aveva deciso!
    Nella prossima mutazione avrebbe dovuto selezionare una specie adeguata a coprire le altre trasformazioni apprese precedentemente con il particolare di essere adatto e capace di volare.
    Tralasciando i progetti di mutazione per il futuro, c'era attualmente da pensare allo scontro. L'elfa non era stata sfortunata come il corvo, purtroppo. Anche se era finita contro un grosso masso subendo danni ad una spalla e perdendo le sue capacità combattive, poco meno di quello che Alistair voleva ottenere, era comunque riuscita ad evitare il tocco dei denti del mannaro, che sarebbe stato decisamente peggio.
    Ancora intontiti dall'effetto dell'ululato, nessuno di loro fu un grado di contrattaccare. Tra poco sarebbero stati in grado di riprendersi piano piano, per tanto era meglio attaccare un'altra volta finché poteva.
    La donnola lo preoccupava un po' per i suoi movimenti strani, inoltre aveva commesso l'errore di avvicinarsi di sua spontanea volontà al mannaro. Da quella distanza e nello stato dell'ululato, se avesse reciso l'aria con un'artiglio crescente non c'era forza terrena ne ultraterrena che potesse salvarsi da un corpo diviso in due.
    Akechi aveva detto di procedere lentamente e di far emergere i curatori. Una era già uscita fuori, una piccola fatina aveva fatto scendere una polvere fatata sul panda per curarlo, era troppo piccola per attaccarla però, avrebbe sprecato energia a vuoto e sarebbe volata via facilmente, inoltre non era essere a cui si può spezzare un'ala per tenerla buona. Sarebbe stata capace di ficcarsi in qualche buco o nascondersi nell'erba. Un essere così piccolo era anche difficile da fiutare. Doveva trovare una soluzione.
    Tuttavia, anche se dovevano procedere senza far emergere tutte le loro potenzialità, nulla vietava di combattere contro un avversario in meno. Se avrebbe lasciato alla donnola il tempo di riprendersi, qualcosa dentro di lui gli suggeriva che se ne sarebbe pentito.
    Senza rimuginare ulteriormente, l'energia arcana fece brillare i suoi artigli, erano ancora intontiti, non poteva salvarsi considerando l'ampiezza del raggio di taglio. Diede un addio mentale alla donnole mentre turbinò un colpo a distanza verso l'ourthugal donnola con l'intento di separare il suo busto dal resto del corpo. Così facendo avrebbe anche potuto contare su qualche secondo di shock quando i suoi avversari si sarebbero ripresi, sapeva grazie ad Akechi che si sarebbero infuriati nel vedere un compagno morto, ma dato che non avevano visto ne percepito la sua esecuzione, avrebbe giocato sulla finestra temporale necessaria in cui avrebbero realizzato la tristissima novità.
    Un brivido di eccitazione pervase il lupo, voleva concludere subito per divorare l'essenza arcana di qualche volatile.
233 replies since 9/2/2007
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