Rompere la prigionia

Role rilevante

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  1. Edgard Strolgher
     
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    Tichondrius;
    Il tempo scorreva con una lentezza esasperante. Da quando Tichondrius era stato chiuso in cella, tutto taceva. Persino le due guardie davanti alla sua prigione dopo averlo divertito con mille supposizioni e congetture sui tradimenti dell'uoma avevano finito la fantasia e avevano continuato a svolgere il loro ruolo in silenzio. Mentre se ne stava seduto sulla sua posizione non aveva praticamente nulla da fare, un atto quasi sacrilego per l'uo. Anche nelle situazioni di calma assoluta, un uoma disciplinato occupava il tempo con qualcosa affilava le armi, eseguiva manutenzione al suo equipaggiamento si preparava per una missione, per un viaggio imminente, istruiva i propri commilitoni...ma l'Hellfalas non aveva possibilità di eseguire nessuna di queste azioni.
    Immaginava che i restanti due nani, fossero andati a riferire al re le sue parole e che ora stessero eseguendo le indagini necessarie ad appurare la sua innocenza o colpevolezza e, a tal proposito, non poteva intervenire in alcun modo e per tanto era bloccato li con l'unica e sola possibilità di attendere un punto di svolta alla situazione e alle indagini.
    L'unica cosa che poté distrarlo dall'attesa, fu chiudere gli occhi e addestrarsi mentalmente cercando di immaginare nella sua testa, delle situazioni di pericolo agli stati limite e da cui doveva uscirne fuori. In questo modo poteva mettersi in gioco in situazioni virtualmente pericolose senza correre reali rischi.
    Il primo allenamento mentale riproponeva la situazione del combattimento contro il golem, questa volta però, le sue facoltà combattive non dipendevano dalla squadra, ma erano proprie della creatura e Tichondrius doveva trovare il modo di contrastarlo. Con questo nuovo passatempo, il tempo passò molto più in fretta e si trovò presto a preparare mentalmente scenari diversi, come trovarsi da solo contro un battaglione di maghi, o dover combattere un avversario in stato di azzoppamento o braccia ferite. Benché mentalmente non si potesse creare chiaramente il senso di stanchezza e di limite fisico che dalla ferita si espande al resto del corpo, l'uoma contava mentalmente dei limiti in potenza e velocità per cercare di simularlo.
    L'utilità di tale allenamento era evidente e memorizzando quegli schemi avrebbe potuto con un minimo sforzo comparativo, riportarli nella realtà se mai dovessero verificarsi, persino la sua prigionia gli suggerì, dopo un po' di simulare una fuga di prigione, trovò infatti diversi elementi che sarebbero potuti servire per un'evasione e parte di essi erano proprio basati sulla scadente architettura delle segrete. Se fossero fatte dai mastri nani e non da condannati ed esiliati e quindi avessero avuto le stesse qualità del resto dei manufatti di questa razza, fuggire sarebbe stato impossibile, ma sapeva bene che qualsiasi nano si sarebbe offeso a dover ricevere dei consigli da un essere alto come lui. Avrebbe tenuto le sue considerazioni per se!
     
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11 replies since 8/1/2015, 21:03   157 views
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