Moun Laebrati

Scheda accettata il 28/07/2014

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  1. Ellyon
     
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    Draghoradrim
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    Nome: Moun
    Cognome: Laebrati
    Data di nascità: 14/07/310
    Età: Apparente 35 anni, reale 102 anni
    Razza: Ourthugal (Toro)
    Residenza: Dintorni di Tenar
    Luogo di nascita: Isola di Peredur
    Sesso: Maschio
    Fazione: Regno

    Aspetto fisico


    Altezza: 2.12 m
    Peso: 135 kg
    Occhi: Rosso scuro, tendente quasi ad un marrone che sembra illuminato da una debole brace sempre accesa sotto le iridi, piccoli e incassati nelle orbite del pesante cranio. Quasi senza pupille, sono sempre in movimento per scrutare ed analizzare, per poi immobilizzarsi sull'oggetto dell'attenzione di Moun. Durante l'attacco o momenti di particolare tensione o concentrazione sembrano restringersi e diventare pozze di ferro rovente sull'incudine di un fabbro.
    Capelli: Neri, cortissimi, apparentemente nascosti nella fine peluria scura dai riflessi marrone scuro che gli ricopre l'intero cranio. Vicino ai lati si riducono a una soffice peluria che sembra velluto nero sui primi centimetri delle poderose corna che escono appena sopra le tempie e continuano, inarcandosi in avanti e leggermente verso l'interno.
    Descrizione fisica: Moun è fiero di essere un Ourthugal, e non lo nasconde a nulla e nessuno, sebbene sappia benissimo che il suo aspetto, singolare anche per quelli della sua razza, provoca spesso sgomento, paura o timore, se non a volte reverenza, in chi lo osserva. Alto molto oltre la media degli esseri umani, altrettanto massiccio, è un fascio di muscoli e pesanti ossa forgiato da decenni di battaglie sui più disparati campi e da innumerevoli ore di allenamento. Le ossa del volto sono squadrate e massicce, con una mascella prominente come parte del cranio fino al naso dandogli un aspetto che alcuni potrebbero definire animale; ha mani e spalle massicce, quasi abnormi se rapportate all'anatomia umana (comunque possibile anche negli esseri umani, con particolare riferimento ai culturisti più estremi), ma in linea con il suo aspetto parzialmente animale, sebbene limitato alle corna e a una corta e tozza coda che termina con un ciuffo di peli. Le movenze sono pesanti, potenti, ma non per questo grezze o maldestre, evidenziando una certa agilità e una certa grazia se non altro dovute al suo retaggio guerriero. In forma animale, è un possente toro nero dalle lunghe corna in grado di sprigionare una enorme potenza e velocità sebbene per poco tempo.
    Segni particolari: Pelle marrone scuro, quasi terra bruciata, apparentemente spessa come cuoio, coperta da una rete finissima di pieghe che si accentuano alle articolazioni, dove la pelle sembra assottigliarsi per permettergli i movimenti. Ha due corna che partono da poco sopra le tempie e le orecchie di tipo bovino, piccole e allungate, ma non dotate di movimento proprio. Le corna sono lunghe una trentina di centimetri, arcuate verso l'interno e appuntite, con sezione conica dal diametro alla base di circa 10 cm, per poi assottigliarsi velocemente, fatte di un materiale simile all'osso, ma molto compatto e dal color pergamena, in vari punti segnate dal tempo e dagli scontri, ma non spaccate o crepate. Il corpo è ricoperto di cicatrici di ogni genere, segno delle innumerevoli battaglie in cui ha combattuto. Su tutte ne spicca una sulla schiena, in diagonale, dalla spalla destra alla vita sul lato sinistro, ricordo del colpo ricevuto da uno uoma.

    Carattere


    Descrizione: Moun ha il classico carattere che ci si potrebbe aspettare da un guerriero abituato a risolvere tutti i problemi che incontra con la forza. E' ostinato, inflessibile, rigoroso, non concede nulla a nessuno come non lo fa per se stesso. Considera il corpo il tempio dell'anima e crede che esso rappresenti lo spirito che lo ospita. Ciò non vuol dire che considera il bello e il brutto sinonimo di anima buona o cattiva, ma certamente non stima chi per un motivo o per un altro si trascura o non fa nulla per migliorare. Educato, ma parte è anche del suo carattere, ad essere intransigente e diligente, odia gli imprevisti e le situazioni che sfuggono al suo controllo.
    Tendenzialmente calmo e pacato, a volte quasi fino ad essere considerato da chi non lo ha mai conosciuto prima una sorta di bue placido, ha scoppi di ira e di aggressività verbale che a volte sfocia in rabbia fisica se crede che di fronte a lui sia avvenuto un fatto intollerabile, normalmente un torto verso un debole o un bambino, oppure una condotta che ai suoi occhi ha offeso il suo codice, anche se magari il malcapitato nulla sapeva dello stesso. Tali scoppi di ira tendono ad aumentare in frequenza e intensità se chi ha di fronte è uno uoma.
    Meticoloso, amante dell'ordine e della gerarchia, oltre che delle leggi, ha un enorme rispetto per ogni credenza di tipo religioso o etico, mentre non vede di buon occhio la magia, il suo uso e i maghi in generale. Sa che possono fare grandi cose e li stima, ma non può fare a meno di dubitare che un potere tanto enorme sia possibile essere controllato da un essere vivente, oltretutto normalmente gracile rispetto a lui, per cui se sarà possibile, farà in modo di evitare che eventuali fruitori di magia la usino se non necessaria, arrivando anche a discussioni accese sull'eventuale, a suo avviso, abuso della magia quando il pericolo è passato.
    Avendo abbracciato la causa del Regno con tutta la sua anima, ha un odio sviscerato verso l'altrui fazione, e non perderà occasione di fare quanto in suo potere per sconfiggerli, sebbene non si avventa su tutti coloro che sa o crede essere dei Ribelli.
    Moun ha però anche un lato tenero e sentimentale, che tiene nascosto. Ha un forte istinto paterno verso i bambini e gli indifesi in genere, e non sa resistere a scene che suscitano forti emozioni, come un tramonto, o un arcobaleno, o una madre che abbraccia il figlio con affetto, tanto da poter arrivare a piangere per la gioia e l'emozione, sebbene dissimulerà più o meno bene tali manifestazioni di sentimenti, volendo mantenere una nomea di guerriero insensibile e forgiato dalle battaglie.

    Altro


    Abbigliamento: Lo stile degli abiti di Moun è estremamente semplice da riassumere: comodi e resistenti. Sebbene porti quasi sempre l'armatura completa, se decide di toglierla, come ad esempio nelle locande o in altri rari momenti in cui si sente al sicuro, indossa dei pantaloni di pesante cotone marrone chiusi alla vita da una cintura di cuoio nero e aderenti alle caviglie con dei lacci neri a contrasto, anche se nascosti dagli stivali di cuoio al polpaccio che indossa anche con l'armatura, coperti dagli schinieri. Il torso è coperto da una casacca color avorio di cotone grezzo, a mani che lunghe e ampie, strette anche loro ai polsi da dei laccetti. Lo scollo è tondo con un intaglio che arriva fino a metà dei pettorali, chiuso parzialmente da un laccio di cuoio scuro, praticamente nero.
    E' però molto più facile trovarlo bardato dalla sua armatura di bronzo di origine nanica, composta da una armatura a piastre sagomate e segmentate per coprirlo totalmente fin quasi al collo permettendogli comunque un'ottima mobilità. I bracciali non coprono le mani, ma solo il dorso delle stesse, comunque protette da pesanti guanti i cuoio coperti sulla parte superiore da maglia metallica di acciaio brunito. Le gambe dal bacino alle ginocchia sono protette da una gonnellina in cotta di maglia brunita e da due paracosce laterali in placche di bronzo, simili a quelle in uso per i samurai. Ginocchia e polpacci sono protetti da schinieri che terminano in una sovrascarpa a protezione del piede. Ha con sè un mantello in pesante lana cotta verde scuro, stinta dal tempo e dalle intemperie, comprendente un ampio cappuccio. Il mantello arriva a metà del polpaccio ed è fissato al collo con una piccola fibbia di cuoio color naturale.
    Oggetti:
    Armi e protezioni
    - Ascia "Demone incatenato": L'arma preferita di Moun, è un'ascia bipenne a due mani del peso di quasi venti chilogrammi, con due lame gemelle a mezzaluna, realizzate in una particolare lega di acciaio damascato, montate su un'asta, di legno di noce invecchiato dagli anni, lunga circa un metro e mezzo o poco più, e abbastanza spessa da poter reggere lo sforzo dell'impatto. L'impugnatura è di strisce di cuoio grezzo, crosta come alcuni lo chiamano, avvolte sul legno e fissate allo stesso con borchie bronzee, le stesse borchie che, con una dimensione di circa 1 cm ognuna, si susseguono in file parallele lungo tutta l'asta di legno per renderla più resistente. Ci sono due impugnature, una all'estremità opposta delle lame, per quando la usa con una mano, e un'altra poco sotto le lame stesse, per poter afferrare l'arma con entrambe le mani. Le lame dell'ascia possono essere attivate bagnando il metallo con alcune gocce di sangue del possessore, e dal turno successivo, per massimo tre turni (Moun può bloccare il potere in ogni momento), la damascatura si illumina di un malevolo colore rossastro simile a quello che molti definirebbero un bagliore sinistro e infernale, permettendo all'ascia di tagliare praticamente qualsiasi cosa per via dell'intenso calore che sprigiona, portando addirittura alla combustione di materiali come il legno e alla cauterizzazione delle ferite inflitte. Tale calore è equiparabile a un attacco magico basato sul Fuoco. Quando il potere viene disattivato perché sono passati i tre turni o per decisione di Moun, servono quattro turni prima che si possa riutilizzare nuovamente. L'ascia è vincolata al suo padrone, e se rubata, aumenterà il suo peso in maniera lineare rispetto alla distanza da Moun, fino a pesare centinai di chili se distante oltre il centinaio di metri.
    - Scudo "Luce dei giusti": Un pesante scudo da combattimento in legno e metallo a forma di triangolo isoscele rovesciato, con i due lati uguali arcuati, come gli stemmi araldici. Moun lo impugna tramite due spesse cinghie di cuoio fissate posteriormente all'intelaiatura lignea, di cui una la impugna, mentre l'altra va a poggiare sul braccio poco prima del gomito. Lo scudo è estremamente resistente ad ogni tipo di attacco fisico, e la sua superficie è stata protetta contro i danni da acido e da altro che la possa corrodere o danneggiare. Lo scudo è inquartato di nero e rosso con al centro un umbone circolare in rilievo dipinto di giallo da cui partono sei lingue di fiamma ondulate sempre gialle a rappresentare schematicamente un sole. Se attivato con il comando verbale del possessore, il sole per tre turni emette un fascio di luce che ha tutte le caratteristiche della luce solare d'estate, con forte calore e accecamento se la si guarda direttamente, oltre a provocare alle creature notturne che subirebbero danni o malus dal sole gli stessi effetti del sole stesso. Il fascio di luce ha una portata limitata per gli effetti di accecamento e malus, non oltre i 5 metri, ma il fascio di luce può illuminare agevolmente per quasi una trentina di metri, eliminando ogni tipo di oscurità non magica. Per oscurità o nebbie di tipo magico, la luce può penetrarvi solo per i primi cinque metri. Lo scudo è vincolato ad obbedire al solo Moun.
    - Coltello: Un lungo coltello da cacciatore con lama a doppio taglio e sguscio singolo realizzata in acciaio temprato. La lama è lunga circa una trentina di centimetri, e l'elsa una ventina per potersi adattare alle enormi mani di Moun. La usa come arma solo in casi disperati, preferendo la sua ascia, e lo estrae dal fodero in cuoio legato alla cintura, inclinato e sul fianco destro, solo per scuoiare animali o per altri lavori.
    Altro:
    - Tatuaggio "Ali della vittoria": un grande tatuaggio nero che prende l'intera schiena di Moun, da una spalla all'altra e fino alla base delle scapole, rappresentante due ali di piume bianche completamente spalancate. Tale tatuaggio è intriso di magia, e una volta a role gli permette, per tre turni massimo, di usufruire di uno di questi effetti (da definirsi nel momento dell'attivazione, anche solo mentale, del potere);
    * La sua velocità raddoppia permettendogli di aumentare molto le sue capacità di schivata o viceversa di attacco
    * Saltando, riesce a coprire distanze altrimenti impossibili, con balzi di decine e decine di metri sia in altezza che in lunghezza
    * Rallenta la caduta come se il suo corpo fosse una piuma, eliminando ogni tipo di danno derivante eventualmente da essa
    - Borsello: Nel borsello, fatto di cuoio di cavallo ancora ricoperto di una lunga e dura pelliccia nera, trovano spazio il necessario per accendere un fuoco, quindi acciarino ed esca, della corda, alcune razioni di cibo secco e le monete. Lo porta dietro la schiena, attaccato alla cintura, normalmente nascosto dallo scudo che porta anch'esso sulla schiena. Le sue dimensioni sono di circa venti centimetri quando aperto, e ha la forma di una piccola sacca, chiuso in cima da una striscia di cuoio marrone che serve anche a fissarlo alla cintura.
    - Codex: Un libro che appare piccolo nelle sue enormi mani, e che spesso viene scambiato per un breviario, date appunto le sue dimensioni contenute (circa quelle di un block notes moderno), ricoperto da della sottile pelle nera in parte usurata sulla copertina, che non riporta nessuna particolare descrizione o titolo. All'interno le pagine sono scritte in un carattere fine e preciso, miniato ed antico, senza nessuna figura se non delle rappresentazioni stilizzate di esseri mitologici nelle miniature ogni tanto dei capitoli. E' il codex di un ordine ormai estinto, di cui un antenato del suo patrigno faceva parte e che aveva tramandato fino a che lui non lo aveva ricevuto, ritenuto degno dal patrigno stesso.
    - Reliquia: Un mucchietto di polvere biancastra, finissima, racchiusa in una gemma di puro cristallo e custodita gelosamente da Moun come un ciondolo appeso al collo e che scende dentro i vestiti e l'armatura per non essere visibile. La polvere all'interno si tramanda essere polvere di osso di drago con potenti poteri magici che si manifesteranno solo a chi ne sarà degno.
    - Vestiti: Oltre all'armatura, parte del suo completo da battaglia, Moun ha con se alcune camice e due paia di pantaloni oltre al mantello per le intemperie. No ha mai considerato di doversi vestire in modo elegante o formale, né possiede gioielli o altro.
    Hobby: Moun ha sviluppato negli anni alcuni hobby che ritiene siano non in contrasto con le regole ferree del codice di onore che si è imposto: ha un piccolo taccuino su cui schizza a carboncino ciò che gli sembra interessante, sia esso un fiore illuminato dal fuoco da campo, sia l'elsa particolare di un'arma che ha visto da un fabbro; canta vecchie canzoni che il suo patrigno gli ha insegnato ed è sempre in cerca di altre che possano soddisfare il suo desiderio di conoscere il mondo e le usanze di Eyridia; considera il cibo non solo nutrimento per il corpo , ma anche per lo spirito, e di conseguenza si adopera per renderlo il più presentabile e gustoso possibile, pur rifiutando di definirsi cuoco. Inoltre, anche se più che un hobby è una consuetudine ormai così radicata in lui che quasi non si rende conto di ciò che sta facendo, prima di coricarsi legge sempre alcuni brani del codice che il patrigno gli ha lasciato e recita il giuramento a bassa voce genuflesso verso la luminosa stella che fin da piccolo lo ha attirato e che reputa la sua stella protettrice.
    Familiari: Moun non ha famigliari attualmente viventi, data la sua età molto superiore a quella di un normale essere umano. Ricorda comunque con piacere i due umani che ha chiamato per decenni mamma e papà, ovvero Mathelda e Klaus Laebrati, la prima per averlo allevato con amore insieme ai suoi tre fratellastri e alla sorellastra, il secondo per avergli insegnato cosa vuol dire essere un vero uomo, trascendendo dal concetto di razza umana, basandosi in vece sul cuore e sull'anima. I fratellastri e la sorellastra sono ormai morti, e dei loro figli solo due sono ancora in vita, anziani, Penelope, ormai nonna di cinque nipoti che non lo hanno mai visto o conosciuto, e Hugo, nonno di tre nipoti e con cui scambia rare, ma sentimentali missive.
    Storia: Moun nasce sull'isola di Peredur nell'estate del 310, durante la guerra ,da una coppia di ourthugal solitari e dediti all'agricoltura. Per i primi tre anni di vita ha abitato in una piccola casetta con i suoi genitori, lontano dai villaggi umani e con compagni di gioco solo sua madre, suo padre al ritorno dal lavoro e i cani che abitavano con loro. Nel 313 anche il loro piccolo e isolato angolo di paradiso, non toccato dalla guerra e dalla distruzione solo per la sua totale inutilità tattica o logistica, viene violato e distrutto da una guarnigione in ritirata dell'armata di Knog, raggiunta e decimata dall'esercito umano poco dopo. Uno dei militari, il serragente Klaus Laebrati, decide, sebbene contravvenendo agli ordini ricevuti di non fermarsi se non dopo aver ucciso tutti i nemici, di tornare a controllare ciò che rimaneva della casetta in legno e pietre, trovando sotto un gruppo di assi che lo hanno protetto dai detriti sovrastanti, un piccolo bimbo di circa un anno, ma immediatamente si rende conto che non si tratta di un normale umano per via di una piccola coda e delle frasi sconnesse in una lingua sconosciuta che borbotta insieme ai pianti isterici. Avendo visto i suoi genitori ormai morti, decide di prenderlo con se con l'idea di lasciarlo al primo villaggio, ma in pochissimo tempo, complice la natura bizzarra del bambino e la diffidenza delle persone, unita alla mancanza di cibo e altri generi anche di prima necessità per tutti, il militare si rende conto che nessuno sull'isola potrà mai adottarlo. Diventato una sorta di mascotte del plotone al suo comando, Moun, così ribattezzato da tutti per via del suono che più spesso pronuncia, lascia l'isola per dirigersi con il suo padre adottivo alla sua nuova casa, dove dopo un ovvio periodo di sguardi strani e di difficile accettazione del nuovo arrivato sia da parte della famiglia stessa che della comunità, Moun diventa parte integrante della famiglia Laebrati e della comunità del paese nei pressi di Tenar. Velocemente i suoi genitori si accorgono che sebbene il suo corpo cresca in maniera molto lenta rispetto a quello umano, non è così per la sua mente, e di conseguenza il suo aspetto trae in inganno molte persone, unito poi al fatto che sembra assolutamente umano, poiché la coda non è mai visibile sotto i vestiti e la sua giovane età non ha portato ancora alla comparsa delle corna, nemmeno in forma vestigiale. Nel 315, ormai adolescente in un corpo bambino, scopre che la sua discendenza lo rende estremamente forte, e lo fa nel momento in cui solleva sopra la sua testa e senza alcuno sforzo una grossa pietra, sfidato da un ragazzino della sua classe, che lo riteneva debole come il suo aspetto. Questa peculiarità lo spinge, sostenuto anche dal patrigno, a completare la scuola e iniziare ad allenarsi molto per diventare un guerriero come Klaus. I risultati sono così incoraggianti che l'uomo gli dona un vecchissimo libricino, che lui stesso definisce codex, appartenuto ad un suo antenato, un guerriero facente parte di un ordine, ormai scomparso, di guerrieri votati al mantenimento della pace e alla supremazia del bene sul male, un ordine ormai scomparso da tempo e che nessun regno aveva comunque mai accettato ufficialmente. Il patrigno gli spiega che lui era cresciuto e aveva deciso di votare la sua vita alla causa del Regno proprio per via del codex, epr onorare il suo antenato, e che sarebbe stato felice che lui, uno dei suoi figli, potesse fare altrettanto. Moun rimane così colpito da tali parole, dall'essere accettato non solo come figlio, ma come successore "spiriturale" di suo padre, che aumenta se possibile i suoi sforzi nell'allenarsi e nel diventare un bravo soldato.
    All'età di 45 anni iniziano a spuntargli le corna, la sua voce cambia, diventando bassa e possente e da giovanotto inizia a diventare un ourthugal adulto, mentre la sua massa muscolare, già di per sè sviluppata, tende ad aumentare come la sua altezza, rendendolo in pochi anni un'enorme massa di muscoli che troneggiava su quasi tutti gli altri esseri che abitavano la zona. Il padre, ormai vecchio, gli dice che deve trovare la sua strada da solo, e con la sua benedizione lo spinge a girare il mondo per aumentare le sue conoscenze sia di Eyridia che degli abitanti che la popolano. Usando come base il codex, che conserva con cura quasi religiosa, Moun sviluppa un suo ferreo codice di condotta e di onore, accettando lavori dai più umili fino a quelli più pericolosi come sconfiggere banditi o predoni per conto di contadini o altra gente vessata. Nei suoi viaggi capita, nell'inverno del 365, sull'isola di Donnkhad, cercando notizie della sua razza, finché non trova un tempio perduto eretto secoli prima da una numerosa comunità, poi scomparsa. In esso, dopo aver rischiato alcune volte la vita, trova lo scudo che ha tutt'ora, oltre a vari rotoli di pergamena con la storia della comunità, che consegna a degli studiosi di Tenar con la promessa di avere notizie di ciò che vi era contenuto. Quello che scopre negli anni seguenti sulla comunità sfortunatamente non gli è di nessun aiuto, ma le sue visite relativamente frequenti alla città, e in particolare alla biblioteca degli studiosi lo porta ad innamorarsi, ricambiato, di una studentessa, Jennah, una sacerdotessa con un notevole quanto poco sfruttato talento per le arti curative, con cui decide, nella primavera del 385, di andare a convivere in una piccola fattoria nella valle del Led, voglioso di una famiglia e di un posto tranquillo in cui vivere. Sfortunatamente tale periodo, comunque durato cinque meravigliosi anni, ebbe fine nel 390, una notte di tempesta in cui un uoma, folle e fuggito dal suo regno e dal suo popolo che lo voleva morto per i gravi crimini commessi, entrò nella fattoria e trucidò la donna approfittando, probabilmente inconsciamente, dell'assenza momentanea di Moun che era nella stalla per calmare i cavalli. Dopo averla praticamente squartata con la sua enorme ascia, lo uoma si trovò faccia a faccia con il guerriero, che dopo una lunga lotta un cui rischiò alcune volte di morire, ebbe la meglio sull'essere, spezzandogli il collo. Dopo i rituali funebri, Moun, avvertito dagli altri studiosi che la lama dell'ascia, che lui ha tenuto come memoria dell'accaduto, è magica, ma non permette a nessuno se non al suo possessore di utilizzarla, decide di avventurarsi nel territorio dei nani, da cui ritornerà due anni dopo, dopo aver trovato chi poteva legare a lui l'arma e avergli procurato il necessario. Dal suo ritorno è ramingo, tornando rarissime volte alla sua fattoria nella valle del Led, e cerca notizie dell'ordine del suo antenato, con l'intento di riportarlo in vita e di farne un potente strumento per la lotta contro i ribelli di Knog.

    Stile di Combattimento


    Descrizione: Moun ha sviluppato negli anni uno stile di combattimento relativamente singolare, adattando la scherma umana e le regole marziali imparate dal patrigno alle sue peculiari caratteristiche fisiche, preferendo armi pesanti, massicce e dai più ritenute poco maneggevoli, come spade a due mani o martelli da guerra normalmente impugnati con entrambe le mani. La sua enorme forza fisica anche in forma antropomorfa gli permette di brandire ogni tipo di arma con una mano, se crede sia necessario usare anche lo scudo, ma normalmente preferisce caricare il colpo con entrambi gli arti superiori per poi scaricarlo sul malcapitato, che se non riesce a schivarlo, subirà un danno molto ingente, in quanto tentare di parare i suoi colpi equivarrebbe a tentare di fermare un bufalo scatenato. Preferisce lo scontro diretto, senza troppi sotterfugi, fidandosi della sua forza e della protezione della sua pesante armatura e del suo corpo massiccio. La sua tattica, nel caso il colpo diretto sia poco fattibile per via dell'agilità o di altri fattori dell'avversario, è scoprirsi fino a far avvicinare il malcapitato per poi bloccarlo in qualche modo e finirlo, anche a costo di farsi ferire per arrivare allo scopo.
    Punti di forza: E' un maestro nel corpo a corpo sia a mani nude che con ogni tipo di arma pesante, soprattutto asce e martelli da guerra. I colpi sono devastanti, spesso letali, e ha una enorme capacità di parare i colpi con l'arma o lo scudo che imbraccia o di incassarli per via della sua forza fisica e resistenza ai danni fisici, oltre a un'ottima capacità di analisi della battaglia e delle tecniche nemiche così da poter, se possibile, trovare un contrattacco o un modo di renderle molto meno efficaci.
    Punti di debolezza: Molto poco resistente alla magia, è lento e poco abituato a schivare. La pesantezza delle sue protezioni e delle armi che impugna non lo rendono adatto a imboscate o colpi veloci.

    Tessera

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    1#pg: Lousien
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    Edited by Draghoradrim - 12/9/2014, 17:34
     
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    Perfetta, la scheda è convalidata ^^ Ti creo subito l'intestazione (:
     
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  3. Ellyon
     
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    Grazie, Dama Xariel.
     
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    Ecco a te, buon gioco :3

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    Edited by X a riel` - 19/9/2014, 19:43
     
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    INTESTAZIONE AGGIORNATA! ^^
     
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