Progetto Chimera - 2° parte

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  1. Edgard Strolgher
     
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    Alistair;
    Il ritrovamento dell'asta della madre di Adara indicava che almeno stavano proseguendo nella giusta direzione ma il fatto che uno strumento tanto vitale potesse essere abbandonato così rappresentava una pessima notizia. I dettagli che stavano raccogliendo nel corso della loro ricerca rendevano le cose sempre meno incoraggianti e, ormai, Alistair nutriva ben poche speranze di poter trovare i suoi genitori liberi e illesi, e nutriva speranze leggermente più alte sul fatto che, anche se imprigionati potessero essere vivi, seppure anche questa ipotesi trovava possibilità molto scarse.
    Il tempo stringe, non possiamo permetterci di perdere altro tempo...aspettami qui!
    Alistair mutò assumendo le sembianze del Kerottero, le grandi elitre della forma di insetto gli consentirono di alzarsi in volo, anche se manteneva una velocità alquanto scarsa. Benché le quote non fossero molto alte, c'erano alcuni rapaci che andavano a caccia delle varie prede che potevano battere la superficie rocciosa, nel suo stato non poteva competere in velocità e altezza con quei volatili e, a tal punto, aveva due alternative: agganciarne uno e colpirlo con un attacco a distanza quale poteva essere un dardo acuminato di legno oppure generare un'esca che ne potesse attirare uno. La seconda era la più probabile ma restava il fatto che la sua mole non aiutava. Era praticamente un insetto volante gigante, come poteva sperare che aquile o falchi, rapaci di notevole intelligenza, potessero avvicinarsi tanto. Benché non fossero prede per nessuno, non erano tanto sciocche da farsi avvicinare da qualcosa di così grosso, il senso di salvaguardia della propria incolumità è insito in ogni specie, anche in quelle che di norma non dovrebbero temere nulla. Di questo passo avrebbe dovuto trovare un'altra strategia...probabilmente stanarne una mentre era ancora nel nido.
    Potendo contare sull'olfatto come senso maggiormente sviluppato, l'insetto andò ad appoggiarsi su un pendio roccioso e vi si piantò immobile. L'esoscheletro violaceo lo rendeva sgargiante, ma sperava comunque di apparire una bizzarra deformazione della roccia stessa, in fondo gli occhi delle aquile hanno retini molto larghe per lasciar passare molta luce all'interno ad avere una chiara percezione del luogo circostante e questa caratteristica rende molto accentuati i riflessi e i bagliori per tanto una porzione di roccia calcarea mista ad arenaria poteva produrre un effetto luminoso simile alla sua corazza naturale e poteva essere facilmente confusa da un uccello che, in quanto ad intelligenza non potevano comunque superare quella di un uomo, men che meno di uno come Alistair ed in fondo, nel suo piano, era semplicemente necessario che potesse assumere la sua posizione sulla roccia per il tempo necessario ad individuare la preda ideale.
    Dalla sua posizione, restò fermo per qualche minuto attendendo che tutto si calmasse. Sapeva che Adara aspettava, ma era un tipo di lavoro che non poteva accelerare più di tanto. L'arte della caccia è una pessima amica della fretta e l'una tende a compromettere l'altra, specie contro predatori che hanno le doti per non essere predati. Il suo olfatto aveva difficoltà a fissare con chiarezza uno di quei maestosi pennuti, ma riusciva a sentire chiaramente l'odore dei nidi incastonati nella roccia. La presenza di piume, penne e anche escrementi li rendeva facilmente individuabili, ma i loro forti odori rendevano complicato determinare con esattezza se dentro ci fosse anche l'animale che cercava. Probabilmente la sua ricerca doveva eliminare i nidi che avevano scarse possibilità di essere occupati e di concentrarsi, invece, su quelli che aveva possibilità di ospitare uccelli al suo interno. Su una base di logica, i nidi che avevano tracce di odore di uova rotte e di mucose non molto vecchie determinavano giacigli di piccoli nati da poco. Li la mamma doveva fare capolino molto spesso. Ne riuscì ad individuare solo uno ma non aveva modo di verificare altro, una vita molto giovane non aveva le potenzialità arcane per produrre un'essenza favorevole al combattimento e nemmeno a legarsi perfettamente ad un elemento, senza considerare che, in quel caso, c'era il rischio di doversi legare anche a qualcos'altro...
    Doveva assimilare un adulto forte e prestante. Cercò di restare fermo sulla roccia aspettando qualche segnale distinto. Ma non riusciva a percepire nulla. L'unica cosa che poteva sbloccare la situazione era quella di usare la percezione tattile della talpa attraverso il contatto diretto con la montagna per sentire adeguati movimenti che potevano tradire la presenza di un adulto. Ma le mutazioni parziali erano estremamente complesse, specie quelle che non traslavano in parte da umano e in parti in una delle sue forme, ma quelle che prendevano alcuni elementi di una forma e alcuni elementi di un'altra. In questo caso, infatti, avrebbe dovuto mantenere la stessa forma attuale di kerottero, ma avrebbe dovuto anche trasmettere alle mani, la capacità tattile della talpa.
    Pur sapendo che una simile cosa era assolutamente impossibile da fare in combattimento, cercò di concentrare le basi del molclaw nelle mani. Il risultato non fu dei migliori...riusciva a percepire una area ristretta e solo movimenti e vibrazioni distinte. Dovette subito eliminare l'idea dei piccoli poiché si agitavano molto e non riusciva a sentire altro, se non loro. Ciò poteva mettere fine a piccoli inadatti alla sua mutazione senza prendere nessun adulto. Doveva piuttosto puntare agli altri ma anche in quel caso era difficile. Le aquile raggiungevano i nidi per riposare, restando essenzialmente immobili, non si mettevano certo a muoversi tanto da creare vibrazioni che poteva sentire in quella mutazione imperfetta. Ad un certo punto la fortuna volse lo sguardo al giovane mutaforma. Un'aquila grande e forte atterrò volando sul suo nido e lo sbatter d'ali e il contraccolpo dell'atterraggio crearono vibrazioni soddisfacenti che testimoniavano la sua forza di volo. Fu allora che l'energia elementale della natura, corse dalle mani del kerottero attraverso la roccia sino al nido, ghermendo la preda in un viticcio che poté recuperare tranquillamente in volo.
    Non poteva lasciare vivo quell'esemplare visto che doveva combinare tre globi arcani e non voleva commettere errori, per questo l'essenza doveva essere al pieno della potenza. Estrasse quindi l'energia dall'animale lasciandolo al suolo in modo che il ciclo della sua vita potesse dar vita ad un nuovo viaggio.
    Discese quindi sino ad Adara e, una volta atterrato, poté riassumere le sue sembianze.
    E' la prima volta che assumo un'essenza arcana con l'intento di giungere al terzo stadio della mutazione, potrebbe essere un'esperienza pericolosa, quindi sta attenta!
    Si mise in posizione meditatoria e dando fondo a tutta la sua concentrazione, fissò l'essenza arcana dell'aquila al centro, sopra la sua testa. Richiamò quindi nel palmo destro l'essenza primordiale dell'aria e nel palmo sinistro creò egli stesso, con i suoi poteri, un adeguamento a quella che sarebbe stata la forma finale della sua mutazione. Le piume sarebbero dovute essere affilate e rigide come coltelli e una adeguata contrazione muscolare poteva rendere facile il distacco della piuma dal corpo, doveva essere inoltre sicuro che la crescita delle piume fosse estremamente rapida in modo da rimpiazzare quelle perdute. Quando fu soddisfatto della formula di potenziamento che aveva studiato, andò a congiungere contemporaneamente i due globi nelle mani, a quello centrale che aveva su di se. Le tre energie crearono eccessi vorticanti che sferzarono l'area circostante con onde sinusoidali. I vortici si muovevano impetuosi creando devastanti forza che cercavano di prendere il sopravvento le une sulle altre. Questa volta, differentemente dalla mutazione di primo grado in lupo dove c'era solo l'animale, e quelle di secondo grado dove l'animale incontrava un elemento primordiale, queste energie non trovarono autonomamente un punto di equilibrio, ma Alistair, dovette ricorrere ai suoi studi di alchimia per livellare, arginare, controllare e regolare i tre flussi distinti, sino a far trovare loro il perfetto equilibrio. Non poté far a meno di lasciar disperdere alcune delle energie eccedenti, poiché l'incontro di tre essenze arcane, generava un potere instabile molto complesso da controllare e per tanto ci furono rocce spaccate o tagliate dalle onde che si riverberavano dal globo che si andava lentamente formando. Ad un certo punto l'energia sprigionata entrò in risonanza con il corpo di Alistair, forzando la trasformazione in antropomorfo, non riuscendo a contenere e livellare adeguatamente quelle tre furie scatenate che cercavano di convivere nello spazio di una, il suo corpo, sensibile a quelle energie, provò una estrema affinità e il suo corpo brillava intensamente, come non mai.
    Fu allora che l'istinto prevalse e, aprendo le fauci tipiche di quella forma, inghiottì l'essenza ancora incompleta. All'interno del suo corpo la luce usciva dalle venature che si potevano vedere esternamente come se fossero crepe incapaci di contenerla e, ciò che stava imperversando dentro di lui emerse fuori in maniera prorompente ed inarginabile. Un violento tornado cominciò a vorticare nel punto in cui si trovava Alistair, ma a differenza di qualsiasi normale tromba d'aria, questa era estremamente concentrata. Avrebbe potuto uccidere chiunque se avesse provato ad attraversarla e quindi i danni al di fuori dell'occhio del ciclone erano alquanto minimi. Dal suo corpo cominciarono a puntare una serie foltissima di piume che avevano le proprietà fisiche di pugnali da combattimento benché mantenessero tutte la loro forma naturale, la sua faccia dovette letteralmente deformarsi per avere un becco e un naso incassato al suo interno, anche le gambe e le mani dovettero diventare prevalentemente ossei mentre dalle scapole si fecero largo due paia di protuberanze scheletriche che si definirono man mano in due possenti ali.
    Poi, tutto d'un tratto, il vento cessò mostrando al suo interno un garuda perfetto e con tutte le proprietà che il mutaforma voleva che avesse. Difatti dovette dare un semplice colpo d'ala con la giusta pressione dei muscoli per lanciare una raffica di piume affilate che si persero nella roccia della montagna tagliando i suoi legami con la stessa facilità con cui fendevano l'aria e dai punti in cui erano partite, ne nacquero altrettante nel giro di pochi secondi. Un grido del tutto simile a quello dei rapaci fu l'urlo di gloria che testimoniava il compimento delle ricerche di Amras...il terzo stadio della mutazione era stato sperimentato ed era risultato compiuto con successo. La sua vista continuava ad avere gli ingressi luminosi di un uomo ma poteva cambiare la messa a fuoco con un margine molto più ampio di prima e con un movimento dei muscoli oculari simile, ma sostanzialmente diverso, poteva aumentare o diminuire l'ingresso della fonte luminosa. Con una simile percezione visiva giorno e notte non avrebbe fatto differenza e avrebbe potuto vedere a distanze e precisioni elevatissime. La ricerca dei genitori di Adara aveva trovato nel garuda una nuova e fresca ondata di speranza!
     
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