Progetto Chimera - 2° parte

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  1. Edgard Strolgher
     
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    Alistair;
    Mentre il mutaforma era ancora nella sua forma di licantropo avvertì un odore nell'aria. Non si poteva braccare un lupo mannaro senza rischiare grosso, avevano un fiuto molto sviluppato e, in quella forma era così anche per lui. C'era qualcuno che lo stava seguendo. A giudicare dall'odore era una donna di razza umana. Teneva una certa distanza e si muoveva molto rapidamente, quasi gli teneva testa pur non percependo nessun odore di cavallo o altri animali che potessero fungere da mezzo di trasporto. Doveva essere sicuramente una maga. Comunque non si sentiva minacciato da quella presenza. Aveva ben tre mutazioni a sua disposizione, se era qualcuna che braccava un lupo mannaro a causa del fatto che erano razze molto discriminate, avrebbe potuto seminarla facilmente cambiando forma in insetto e lasciando che la vegetazione la bloccasse per poi prendere il volo. Per questo, giunto alla radura, ritornò nella sua forma normale per poter fare una pausa andandosi a sdraiare all'ombra di un'albero. Alistair si stava godendo il suo meritato riposo dopo una lunga corsa che durava giorni ormai. Certo aveva fatto soste regolari da quando era partito da Aresmelle, ma comunque era bello fermarsi un po di più in un luogo come quello in cui era finito che dava un tale senso di pace. Si sentivano gli uccelli che cantavano e svolazzavano nell'aria, trattenendo un po' il respiro per concentrarsi sui rumori si poteva persino percepire il suono del vento, e non intendeva il suono dei rami e degli alberi mossi dalla brezza, ma proprio il suono dell'aria quando spirava, era un suono che si sentiva distintamente nei giorni molto ventosi ma, in quel giorno così calmo, era necessaria una certa sensibilità per poter percepire un suono così sottile. Era come una sinfonia scritta da un uomo innamorato e cantata o recitata per la propria donna. Quando si entrava in contatto con gli elementi della natura, esattamente come accadeva tra due amanti, il livello di sintonia determinava quanto dovesse essere alto il volume della voce altrui per poter essere percepito. Era un'analogia che il suo maestro Amras faceva spesso. Per gli elfi il contatto con la natura è molto simile ad un contatto di tipo amoroso. Diceva sempre: solo un uomo che ha ottenuto una alta sensibilità verso la natura può ascoltare il silenzio delle parole pronunciate dal vento. Era una frase acuta, che Alistair poté comprendere solo a 24 anni, benché l'avesse sentita da quando era bambino. Da wendigo perdeva un po' del suo senso profondo, poiché in quella forma percepiva facilmente e distintamente qualsiasi suono entro un certo raggio visto che aveva un udito sviluppatissimo.
    A quanto pare aveva perfettamente ragione a non temere la presenza della donna che lo seguiva a velocità non comune per un essere di quella razza. Ella si fece vedere nella radura, non cercava di nascondersi o di procedere con un agguato ma veniva semplicemente avanti. Quel particolare tipo di atteggiamento non faceva altro che sottolineare le sue intenzioni pacifiche. Aveva capelli bianchissimi capaci di riflettere il poco sole che riusciva a penetrare il manto delle foglie poste sulle cime degli alberi. Era una donna abbastanza piacente con occhi di un rosso intenso che donavano una capacità ammaliante al suo volto. Alistair non ne era particolarmente toccato. Era abituato a bellezze molto maggiori tra gli elfi, era un tipo di paragone che non si poteva sostenere e comunque non aveva mai provato particolare interesse neanche per loro, il suo interesse era sempre stato per la conoscenza e il sapere, anche se era convinto che da qualche parte esisteva la donna che avrebbe abbattuto anche la sua barriera e che avrebbe cambiato tutto. I suoi occhi rossi era due rubini incandescenti fissati all'interno di un manto bianco che era sia nel suo visto con il colore della pelle, sia nei capelli e sia nel chimono. Praticamente era completamente in bianco a parte quegli occhi che risaltavano in modo netto e assoluto, creando un contrasto totale.
    Alistair era stato educato ai più alti, eleganti ed educati modi degli elfi, quindi si alzò e fece un profondo inchino a mezzo busto. Rialzandosi disse:
    Prego mia signora, non abbia paura e si faccia pure avanti. Mi chiamo Alistair e non sono pericoloso se non ha cattive intenzioni!
    Alistair era, per sua natura, incapace di trasmettere una espressione facciale che comunicasse a qualsiasi interlocutore, anche il più esperto, cosa gli passasse per la testa in quel momento e se era davvero innocuo o terribilmente pericoloso. Tuttavia i suoi metodi erano incoraggianti per quanto potesse comunque trattarsi di una trappola. Alistair non poteva aggiungere altro visto che la donna manteneva una certa distanza di sicurezza e, per tanto, sarebbe stato consigliabile non insistere troppo a convincerla e a metterla a suo agio intimandole di avvicinarsi, altrimenti, sarebbe sembrata davvero una trappola tendente ad un immediato pericolo. Era anche vero, però, che la donna aveva seguito l'uomo mentre era ancora nella sua forma mannara, quindi Alistair, non avrebbe potuto preparare una trappola nel pochissimo tempo in cui non c'era alcun contatto visivo. Quindi, a suo parere doveva semplicemente tranquillizzarsi.
    Se Alistair non sapeva che la donna lo aveva visto in forma mannara, sarebbe stato tentato di mostrarle che non aveva armi. Ma neanche quello era un deterrente, poiché molti esseri erano in grado di essere altamente pericolosi pur non avendo nessun tipo di arma. I maghi ne erano un facile esempio e in giro se ne travano parecchi e di ogni razza. Alcune molto più di altre.
    Pertanto, per il mutaforma non vi erano molti punti utili di avvisaglie e di trattative, doveva semplicemente essere un processo interiore iniziato e concluso dalla stessa donna e, in fondo, l'unico elemento che le avrebbe permesso di decidere e di consentire a se stessa di fidarsi o meno di lui. Quindi il mutaforma attese silenzioso ed educato, che la donna reagisse in qualsiasi modo.
    Lui intanto restava li in piedi pronto ad ogni evenienza, era in grado di reagire al più pacifico degli approcci tanto quando lo era in grado di reagire al più ostile.
    Ora stava a lei determinarne il destino.
     
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