Partire o Restare?

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    nairan
    Jefferson;
    jefferson era appena uscito dalla biblioteca come tutte le sere dopo aver aiutato a riordinare il locale col padre usciva per fare una passeggita con Laica; Quella sera però il lavoro era finito prima e Laica non sarebbe arrivata nel loro luogo di incontro prima di un paio di ore.
    Dovrei andare a chimarla pensò il giovane tritone, ma decise di fare prima un giro da solo per la città.
    Avrebbe voluto andare con tutto il cuore in superfice, ma da quando il padre l'aveva scoperto non riusciva più a farlo, si sentiva ancora fulmianto da quell'espressione di delusione e amarezza. Assorto nei propri pensieri Jef si allontanò dalla città, tutto attorno a se era azzuro o blu con dei piccoli riflessi rossasti data dai cristalli.
    Quando si sentiva giù di morale amava andarsene lontano dalla città e rimanere in solitudine ed in silenzio.
    Fuori dalla città si sentiva più libero, forse con meno occhi a dosso o meno domande, arrivato alla roccia dell'incontro con Laica aprì la casacca che si era portato appresso, era presto ed doveva pur fare qualcosa. Caccio un libro dal titolo "Le mille ed una avventura" e si immerse nella lettura. In alcuni momenti alzava la testa e fantasticando sussurrava
    Quanto mi piacerebbe essere dinuovo la su...quanto mi paicerebbe poter partire
    Infondo Jefferson non era un tritone come tutti, aveva la possibilità di trasfrmare le sue pinne in due gambe, cosa che molte delle sire e dei tritoni non erano in grado di fare.



     
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  2. Eirydia
     
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    Narratore;
    Laica era in ritardo e ne era consapevole: sapeva che sua madre, con le sue commissioni, l'avrebbe ostacolata per un po' di tempo, ma non si era sentita di dirle di no, quindi l'aveva assecondata, senza lamentarsi.
    Poco male pensò, non appena ebbe concluso la piccola consegna che le era stata affidata Jef mi aspetterà.
    Non poteva, comunque, parlare dei loro incontri, soprattutto da quando l'amico aveva quasi litigato con il padre: temeva che se avesse scoperto che suo figlio si allontanava così dalla città e, soprattutto, di nascosto, non avrebbe molto gradito.
    O anche da quando avevano scoperto che poteva fare quelle strane magie elettriche, senza sapere nemmeno spiegarselo.
    Laica non voleva peggiorare la situazione, quindi, ogni volta che doveva incontrarlo, cercava di non farsi vedere dalle altre persone.

    La sirena nuotò fuori dalla vista della popolazione di Zalenia e veloce si diresse al luogo che entrambi avevano prefissato, per incontrarsi: un luogo non troppo lontano dalla città, ma abbastanza nascosto per godere della tranquillità dell'oceano.
    Non appena Laica varcò un arco di roccia corallina, vide l'amico alla solita roccia, che leggeva in silenzio.
    Gli si avvicinò, proprio mentre era sicura che avesse detto qualcosa, che però non era riuscita a sentire.
    Scusa per il ritardo gli disse, non appena l'ebbe salutato.
     
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    nairan
    Jefferson;
    Jefferson chiuse immediatamente il libro, e come faceva sempre rivolse un accennato sorriso all'amica Non preoccuparti, ero immerso nelle solite letture e con un sospiro guardò verso l'alto, poi lo sguardo si rivolse dinuovo all'amica.
    Dovrei parlarle, la consoco da tempo, ma non voglio che cominci a preoccuparsi per me pensò Jeff alzandosi dalla roccia.
    Sai... disse in maniera quasi spontane per ritirare subito quelle parle Oggi in negozzi non c'è stato molto lavoro per cambiare subito argomento,
    Guardò Laica e capì subito dall'espressione che aveva intuito il cambio di pensiero, ormai si consocevano da più di dieci anni ed avevano passato molti momenti insieme, Laica era l'unica che sapeva delle sue passioni e dei suoi strani poteri, olre a lei Jef non aveva mai detto niente a nessuno.
    Guardandola dritta negli occhi cominciò
    Ok, hai già capito che continuo a pensare a la su, sono anni che voglio partire, ma ... si fermò dinuovo voelva dirle che aveva paura di deludere dinuovo il padre, di ricadere dinuovo in quel rumoroso silenzio che caratterizò quasi un anno dalla scoperta delle visite in superfice; ma aveva anche paura di lasciare il conosciuto, di abbandonare Laica.
    Tu che hai di bello di darmi? accenno nuovamente il sorriso all'amica; per lui era più facile ascoltare che parlare, gli paiceva sentire il suone delle parole delle persone ma soprattutto quello di Laica, così dolce e melodioso
     
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  4. Eirydia
     
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    Narratore;
    C'era qualcosa che non andava nel ragazzo e Laica, che sapeva come capirlo alla perfezione, se ne era accorta da un semplice sguardo nei suoi occhi: celavano un certo timore misto ad aspettativa e spesso si rivolgevano alla superficie cristallina che troneggiava sopra le loro teste.
    Per non parlare poi delle sue parole: il giovane tritone non vedeva l'ora di tornare in superficie, ma aveva paura di deludere le aspettative del padre.
    Tu che hai di bello di dirmi? si sentì dire poi, con un repentino cambiamento di discorso. Accadeva così spesso.
    Oh, in realtà non molto gli confidò, mentre entrambi si avviavano senza una meta precisa tra i fondali marini Mamma mi manda spesso a fare consegne per il suo negozio. Penso che più in là passerà a me la sua gestione.
    Sapeva che il discorso che stavano facendo non portava a nulla: Laica desiderava sapere le vere intenzioni del ragazzo, riguardo alla terra ferma e credeva che anche lui volesse confidarle qualcosa.
    Gli serviva soltanto una scusa.
    La sirena si interruppe e ritornò sul discorso precedente, frenando il loro nuotare Dimmi la verità lo guardò negli occhi, parlando con tono serio tu vuoi andare via, vero?
     
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    nairan
    Jefferson;

    Alla domanda di Laica, Jefferson sbianco. Succedeva spesso i due sapevano sempre riconoscere i sentimenti e le aspettative uno dell'alta era quello che rendeva Laica una persona speiale e forse lunica vera amica di Jef.
    Prese coraggio e con non poca difficolta guardando gli occhi chiari dell'amica disse
    Io...Sai...Non volevo... e respirò profondamente Non volevo farti peso dei miei problemi!
    poi una breve ed intensa pausa, tutto in quegli attimi di silenzio sembra riechegiare di rumori, pensieri; Prendendo coraggio e tenendo stretto il ciondolo nelle mani cominciò a parlare Vorrei salire la su, viaggiare tra le città speriori, essere bagnato dalla luce del sole e scoprire tutto quello che c'è da scoprire sul nostro mondo; l'oceano è fantasti, ricco di meraviglie, reperti antichi e colori stupendi, ma non è tutto... abbozzò un sorriso Vorrei levarmelo dalla testa, vorrei non aver scoperto quei libri nella camera di Leo e non aver mai imparato quella scrittura e quella lingua così particolare e affascinante; vorrei non avere tutta questa voglia di fuggire, vorrei non deludere te e mio padre. Era tanto che non usava la parola padre, da quando i rapporti erano diventati freddi lunico modo con cui si riferiva al genitore era col suo nome, Leo. Prese le mani dell'amica Perchè non vuole che vada la sù? Sono sicuro che tutto questo astio è legato alla Mamma e ai miei strani poteri.
    I pensieri divagavano e le emopzioni erano troppi, doveva fare la cosa giusta ma qual'era la cosa giusta? restare per sempre in un posto bello e affascinante che ormai gli stava stretto nonostante l'immensa vastità; oppure infrangere la già infranta la promessa o?
    Jefferson cercava lo sguardo dell'amica, dell'unica persona al mondo a cui sapeva di poter chiedere consiglio e che non l'avrebbe giudica qualsiasi fosse stara la scelta presa.

     
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  6. Eirydia
     
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    Narratore;
    La giovane sirena rimase ad ascoltare Jef liberarsi di tutto quel peso che lo attanagliava.
    Voleva andare in superficie e quello era il suo desiderio più grande, nonostante avesse paura di abbandonare le persone a lui a care.
    Ci fu un momento nel quale entrambi si fissavano negli occhi, senza dire una parola: tutti e due stavano pensando.

    Perchè non vuole che vada la sù? sentì dire poi.
    Magari teme che sia pericoloso, come dicono tutti qui. gli rispose, stringendo le sue mani.
    Mi fa soffrire vederlo così si diceva la ragazza nella testa ognuno dovrebbe poter realizzare i propri sogni, anche se sono difficili da compiersi.
    Il fatto era che, dentro di sé, Laica voleva aiutare l'amico ad andare in superficie: sarebbe contenta se magari Jef scoprisse qualcosa sul suo passato e sulla sua magia.
    Non le importava nemmeno che non l'avrebbe potuto seguire: ci teneva a lui, tanto da aiutarlo a scappare.
    Dopo l'interminabile silenzio la sirena si riscosse e lasciò le mani del ragazzo.
    Se aveva intenzione di aiutarlo, quello lì era il momento giusto: i negozi chiudevano per pausa e in quell'angolo di città non c'erano nemmeno troppe guardie di ronda.
    Jef gli disse a voce bassa, temendo di poter essere ascoltata Voglio aiutarti ad andare in superficie. Voglio che tu indaghi e che ti senta libero.
    Dopodiché lo fissò negli occhi, attendendo una risposta.
     
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    nairan
    Jefferson;
    Le parole di Laica furono una murena in mar sereno(modifica del detto fulmine a cel sereno XD), non immaginava che l'amica avrebbe acconsentito al proprio desiderio, era strano sentirla parlare così. Fin da piccola era sempre stata dolce con tutti, ma non sarebbe mai e poi mai salita in superifice per nessuno al mondo. Non era un reato andare sulle terre ferma, ma da sempre le sirene e i tritorni non vedevano di buon occhio quel posto, loro erano un popolo pacifico e da sempre neutrale e colevano essere soltanto lontano dalle guerre e dalla altre popolazioni. Laica tu si fermò il tritone Grazie riuscì solo a finire prima di abbracciarla con forza e scoppiando a piangere lacrime che si perdevano in un secondo nel mare che li circondava. Ma non puoi accompagnare in superfice, non saresti vista di buon occhio dagli altri della città continuò staccandosi dall'amica e mio padre non posso mica andarmene senza neanche salutarlo? Non posso fuggire ora da tutti e da tutto, non ho grandi responsabilità ma gli distruggerei dinuovo il cuore.
    Poi spostò lo sguardo verso l'alto
    Perchè papà? perchè non vuoi che vado li su?
     
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  8. Eirydia
     
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    Mi piace come traduzione xD


    Narratore;
    L'abbraccio colse Laica di sorpresa, che rimase, anche solo per un attimo, immobile senza sapere che fare, per poi stringere il tritone a sé.
    Gli voleva bene: era da così tanto che si conoscevano, ed era sicura che, con quell'abbraccio, lui le stesse comunicando la stessa cosa.
    Poi si staccarono e, alle sue raccomandazioni, la sirena annuì, con una smorfia Ti seguirò fino al confine con la terraferma, per salutarti.

    Il ragazzo, però, voleva salutare il padre.
    Laica non era molto convinta che fosse una buona idea, dati i rapporti freddi che aveva con lui da un po', ma non disse niente a riguardo: dopotutto era suo padre e Jef ci teneva a lui, litigi o non.
    Lui avrebbe saputo cosa dirgli.
    Laica, quindi, cominciò la nuotata verso la casa del ragazzo, sicura che l'altro la stesse seguendo.
    Conosceva quella strada a memoria: l'aveva fatta così tante volte nella sua vita, da quando era bambina, che sembrava quasi fosse la sua seconda casa.
    Ora che ci pensava, Jef era l'unico a cui si era legata di più, quasi avesse trovato più sintonia con lui che non gli altri.
    Le sarebbe mancato di certo, ma un pezzo di lui le sarebbe rimasto comunque dentro di sé.
    Proprio mentre pensava al suo futuro, si ritrovò davanti all'abitazione del ragazzo, facendosi da parte per lasciarlo entrare.
    Ti aspetto fuori.
     
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    nairan
    Jefferson;

    Mentre il tritone segui l'amica non poteva far altro che pensare a cosa ma soprattutto a come dire al padre della sua decisione.
    Ti aspetto fuori sentì dire dall'amica.
    Jeffersone tisali Grazie Laica, con lenti movimenti aprì la porta della casa, subito si trovo all'interno dell'ingresso. Sembrava tutto tranquillo, e quella tranquillità tanto amata nei momenti di riflessione divenne un ulteriore bariera da abbattere. Segui il piccolo corridoio per tutta la sua lunghezza ed arivò in cucia. A pochi passi da lui, seduto su una sedia il padre di Jeff si era addormentato, forse per il faticoso lavoro di riordino dei libri, o solo perstanchezza accumulata.
    Ecco un nuovo ostacolo, dover svegliare Leo.
    Sembrava che tutto il mondo si volesse mettere contro di lui.
    Prese un forte respiro
    Forse non la prenderà bene, dovrei prima preparare una borsa con qualcosa.
    Salì velocemente in camera, e riempì la propria casacca con dei libri, il proprio diario, delle foto ed una piccola scatolina.
    Poi guardò la finestra e da essa vide l'amica.
    Lei ha fiducia in me, devo farmi forza e coraggio
    Riscese in cucina e con la voce cercò di sveglaire il padre.
    Leo, Leo
     
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  10. Eirydia
     
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    Narratore;
    Leo, Leo
    Il tritone si svegliò di soprassalto, sebbene il tono di suo figlio non fosse così alto: non aveva avuto intenzione di addormentarsi, ma il suo lavoro l'aveva completamente affaticato, tanto da concedergli un po' di riposo inconsapevole.
    Leo si alzò a sedere e mise a fuoco la figura del tritone più giovane, difronte a lui, che aveva un'espressione indecifrabile.
    Come se stesse lottando con se stesso.
    Il padre aprì la bocca, come per chiedergli cosa volesse, così all'improvviso, ma non appena notò la borsa del giovane, la richiuse.
    Dentro di sé sapeva già cosa stava per fare, per questo chiuse le mani in due pugni, spazientito.
    Cosa stai facendo? gli chiese comunque.
    Voleva bene a suo figlio, ma non aveva intenzione di farsi disubbidire (motivo per cui il loro rapporto era stato così freddo negli ultimi periodi) e tanto meno aveva intenzione di farlo salire sulla terraferma.
     
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    nairan
    Jefferson;

    Quel tono, quella decisione, erano un chiaro segno che il padre aveva già capito. Doveva prendere coraggio, come poteva diventare come uno di quegli eroi dei suoi libri preferiti se non riusciva neanche ad affrontare il proprio padre? Desiderò partire...nient'altro. poi timorosco continuò Non capisco perchè quest'impedimento. Ho sempre cercato di essere il figlio che volevi, in questi ultimi anni di cancellare il desiderio di la su... ma le parole uscirono veloci e quasi senza freno. Solitamente Jeffersono penava più volte a quello da dire, a come dirlo o a come addolcire le cose pur di non provocare dispiacere ma in questo caso una forza interiore lo spingeva a parlare Non c'è nessuna legge che mi vieta di salire in superfice e poi se proprio non volevi alimentare questo desiderio perchè mi hai insegnato la loro lingua e fatto leggere gli scritti di sopra... Inoltre sono sicuro che la mamma non mi avrebbe mai impedi... e senza finire la frase il apdre diede un forte e rumoroso schiaffo al figlio. Non l'aveva mai fatto in ventuno anni, nei suoi occhio si leggeve preoccupazione e rimorso, neanche Leo avrebbe mai pensato di fare quel gesto.

     
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  12. Eirydia
     
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    Narratore;
    Leo non era più seduto e se ne stava impettito davanti a suo figlio; il suo sguardo celava rabbia ma anche colpevolezza.
    Non aveva mai schiaffeggiato suo figlio: si era vantato con tutti di quanto fosse ubbidiente ed educato.
    Almeno fino a quando non aveva infranto le due promesse.
    Eppure il solo sentir nominare Cora, aveva stimolato qualcosa nel tritone, che aveva risposto con quello schiaffo.
    Me l'avevi promesso Jefferson questa volta la delusione era palpabile.
    Leo utilizzava il suo sguardo fisso negli occhi del ragazzo e il suo nome completo, per farlo sentire in soggezione e magari fargli cambiare idea.
    Mi avevi promesso che non saresti più tornato lassù e adesso vuoi addirittura andarci a vivere? continuò con tono serio: faceva quasi paura così.
    Ma magari era proprio quello che desiderava ottenere.
     
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    nairan
    Jefferson;


    -Diario di Jef: Fu terribile, vidi nei suoi occhi una delusione fortissima, non potevo sostenere il suo sguardo. Non pronunciò neanche una parola si girò di spalle e torno subito a casa. Quando sono tornato correndo dietro di lui, non rispondeva alle mie domande. Mi disse solo una cosa "MI HAI DELUSO" -



    Qulla dannata paggina di diario era come risorta nella mente di Jefferson, e lo sguardo del padre lo pietrificava; non voleva disobbedire non potevarischiare di perdere l'unico genitore che avesse mai avuto e rischiare di non poter tornare più a casa
    Toccandosi il viso, dagli occhi di Jef uscivano lascrime miste al dolore e alle forti emozioni del momento Se parto dovrò dirti addio per sempre? chiese quasi senza respirare Perchè non mi hai mai parlato di lei(Cora), e perchè odio così tanto il mondo di sopra dimmelo dammi una raggione per restare, non solo una imposzione. Quando ti feci la promessa ero solo un bambino non potevo sapere quali sarebbero stati i miei desideri, al giorno d'oggi non avrei mai e poi mai barattato il mio sogno per qualcos'altro poi osservò lo sguardo del padre. Sapeva che non avrebbe mai avuto nessuna risposta sulla madre o del perchè dell'astio verso il mondo di sopra. Non ne aveva mai voluto parlare ed aveva sempre evitato ogni riferimento alla madre anche quando Jef era bambino. In quel momento il giovane tritone voleva solo sapere sa avrebbe potuto considerare quel lugo ancora casa, o solo un luogo di infanzia.
     
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  14. Eirydia
     
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    Narratore;
    Il tritone continuava a fissare il figlio, ormai in lacrime, senza proferire parola.
    Sembrava che ci tenesse così tanto a quel mondo, non era più soltanto un capriccio di un bambino, che tanto desiderava scoprire il mondo, senza sapere i suoi pericoli.
    Gli ricordava tanto se stesso, quando aveva avuto la sua età.
    Proprio per questo, non poteva permettere che Jef facesse i suoi stessi errori: non doveva andare in superficie, non voleva lo facesse.
    Il silenzio, dopo le parole del ragazzo, era carico di tensione.
    Leo respirava piano e fissava il ragazzo; vederlo piangere in quel modo non faceva altro che convincerlo di quanto indifeso fosse, ma allo stesso tempo gli faceva realizzare di quanto duro era stato con lui, fin dall'inizio.
    Lo sai già quello che penso gli disse poi, quasi con un sussurro.
    Poi gli diede le spalle e si diresse nel luogo dove passava la maggior parte del suo tempo, la biblioteca.
    Con quel gesto dava la scelta al ragazzo: partire e disubbidire a ciò che continuava a dirgli oppure rimanere a Zalenia, come avrebbe dovuto.
    Era grande abbastanza da fare la decisione giusta.
    Stava a lui scegliere se considerare quella ancora casa.
     
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    nairan
    Jefferson;

    Conosceva fin troppo bene il padre, ma aveva deciso, diede una piccola occhiata finale alla case, gli sarebbe sicuramente mancato tutto, la piccola cameretta che custodiva tutti i suo ricordi sia dell'infanzia sia dell'adolescenza, la cucina, ma soprattutto gli sarebbe mancato il salone adibito a biblioteca pubblica dove passava le ore immerso tra i libri.
    Addio bisbiglio alla casa, e alla parta dove si era chiuso il padre. Prese dallo zaino una lettera e la lascio cadere a terra, li era scritto tutto, tutto quello che avrebbe volutodire al padre e il bene che gli voleva. Poi aprì la porta e vide gli occhi speranziosi di Laica.
    Con un piccolo no della testa Jeffersono rispose alla domanda non ancora pronunciata dall'amica Andiamo? prima che cambi idea? e si incamminò sulla strada che faceva sempre per salire in superfice, senza mai voltarsi indietro per la paura di non riuscire più a partire da quel posto.
    Si inizia Jefferson, da ora dovrai contare solo su te stesso. e rivolgendosi abbozzo una spece di sorriso speranzioso Prometti di venire a trovare mio padre tutti i giorni, ti prego. quello era l'ultimo desiderio che avrebbe espresso all'amica; sapeva che il padre avrebbe sofferto per la decisione e che avrebbe avuto bisogno di qualcuno che gli stesse accanto.
     
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17 replies since 29/8/2013, 15:10   310 views
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