Ogni decisione porta delle conseguenze

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  1. GiuliettaGrace
     
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    Arya Dheja;

    Come ogni tranquillo lunedì Arya Dheja si era svegliata alla buon'ora ed era andata in spiaggia a raccogliere un pò di alghe majora, le servivano per l'unguento di Shara una vecchietta molto dolce che soffriva di una lieve irritazione alla pelle.
    La calura estiva veniva sempre attenuata dal vento fresco del nord che soffiava giorno e notte con diversa intensità, e che lei amava molto, ma quello che preferiva era posare i piedi appena dentro l'acqua e aspettare che il vento le smuovesse i capelli...

    "Devo muovermi , non posso perdere altro tempo, oggi è un giorno importante"



    si disse, raccolse in fretta le alghe che le servivano e le mise nella sua sacca in cuoio..quella che le aveva fatto suo padre, e che lei legava in vita come una cintura, vi ripose anche il coltellino e si avviò per il sentiero che portava al villaggio..
    Incautamente incespicò e cadde sopra un cespuglio di rovi, nulla di grave per fortuna, solo qualche graffio , si preso il viso tra le mani e sussurrò..

    "Alleviamenta"



    Un fresco venticello le soffiò in viso e guarì ogni taglio, risanata e rinfrescata arrivò al villaggio, la maggior parte degli abitanti ancora dormiva solo i negozianti si svegliavano come lei per aprire e rifornire i loro negozi.
    La sua erboristeria era appena fuori dalla piazza cittadina tra il boschetto e il falegname.
    Suo padre Orven aveva inciso personalmente le pareti che incorniciavano il negozio, sembrava fosse intagliato nel legno.Arya Dheja amava quel posto e il solo pensiero di lasciarlo la distruggeva..ma qualcosa le diceva di andarsene da li..
    Girò a fatica la chiave del portone principale, doveva farla sistemare al più presto!, il solito profumo salmastro mescolato al legno e al pino l'accolse al suo ingresso, senza indugiare aprì le tende e fece entrare la luce del giorno, si mise dietro al bancone e tirò fuori il necessario per pestare e impastare le alghe appena raccolte..

    "Shara sarà entusiasta, aspetta questa crema da giorni poverina..quasi quasi gliene faccio un poca in più per scusarmi"



    Dopo aver finito di pestare le alhe ed averle unite ad una mistura neutra avvicinò il contenitore alla bocca e sussurrò un incantesimo, d'incanto la crema cambiò colore e da verde scuro divenne azzurro mare, era pronta!
    Il villaggio si stava svegliando e lei era pronta ad accogliere i clienti.




     
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  2. Eirydia
     
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    Eirydia
    NARRATORE:
    Arthur;
    Arthur Surrey era un giovane uomo, normale, non più strano di tanti altri che abitavano la tranquilla cittadina.
    A quell'ora le case cominciavano a riprender vigore e le vie risuonavano delle voci delle madri che destavano i figli.
    Dalle porte scendevano uomini e donne diretti spediti alle loro faccende giornaliere: bottega, lavoro, spesa e faccende varie.

    Lo stesso faceva Arthur, che proprio in quel momento camminava a passo spedito e baldanzoso per la via, mentre il placido vento gli faceva ondeggiare i capelli biondicci e una bella mela rossa gli rimbalzava nella mano come colazione.

    Aw, zia Shara continua a pensare a me come se fossi uno scolaretto. si lamentò mentalmente, ma sorrise fra sé per le premure della vecchia zia, e addentò il frutto.

    La mattina era una delle ore del giorno che preferiva: piena di aspettative e progetti per il resto della giornata, il momento in cui le idee potevano farsi avanti per essere realizzate. A quell'ora aveva tutto il tempo che voleva per fare qualunque cosa.

    Anche lui, come molti altri, si avviava verso la bottega dove Mastro Cluinn gli insegnava il mestiere. Al momento avevano avuto in consegna un carretto per il fieno con una ruota rotta, ma per farne un'altra (era impossibile da riparare) dovevano aspettare l'intervento del falegname.

    Si ritrovò a passare davanti all'erboristeria del villaggio, che tanto si contraddistingueva nel paesaggio per la sua affascinante facciata. Non era la prima volta che Arthur rallentava il passo per guardarne l'insegna e le pareti elaborate, per farsi invadere dalla tranquillità che quel luogo emanava. Quasi come se fosse stato magico.
    Ma cosa vado a pensare. sorrise fra sé. Diceva sempre di non credere alla magia, ma in realtà l'idea lo affascinava.

    Decise che aveva un po' di tempo: sua zia gli aveva raccomandato di andare proprio all'erboristeria per ritirare una crema, ma lui contava di andarci dopo il lavoro in bottega, o in qualche piccolo ritaglio di tempo.
    Conosceva la proprietaria di quel negozio, Arya e, anche se non aveva mai avuto grandi rapporti con lei, erano buoni amici.

    Un ultimo rimbalzo della mela. Non la vedo da un po', chissà come sta. e con questa scusa spinse la porta dell'erboristeria, che cigolò dolcemente, mentre il suono di un campanello annunciava il suo ingresso.

    Buongiorno Miss Arya la salutò il ragazzo con un sorriso.


    Edited by X a riel` - 2/8/2013, 18:07
     
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  3. GiuliettaGrace
     
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    Arya Dheja;


    Stava sistemando la prima fila di unguenti per le rughe quando lo scricchiolio della porta attirò la sua attenzione, era in bilico su uno sgabello e quindi non si girò subito a vedere chi era entrato, ma per riconoscere quel ragazzo la vista non le serviva..
    Odore di muschio fresco e segatura...passo sicuro..ma non può essere lui non lo vedo da una vita..

    Lentamente scese dallo sgabello e per poco non cadde sul pavimento, riprese l'equilibrio e si girò..nello stesso istante in cui lui aprì bocca lei sgranò gli occhi..il suo cuore battè a mille, sperò di essere almeno vestita decentemente e di non avere una faccia troppo stupida..Arthur ....Arthur Surrey...è lui davvero!
    Si portò involontariamente una mano alla bocca per la sorpresa..lo squadrò per bene..era cresciuto molto dall'ultima volta che lo aveva visto, era un uomo adesso, le sua braccia si erano ingrossate e gli si potevano intravedere i muscoli da sotto la giacca, era più alto di lei adesso e aveva un sorriso splendido

    Arthur Surrey sei proprio tu!! gli disse senza riuscire a fermare il sorriso che le si allargava ogni secondo di più, scavalcò il bancone con un abile salto e non si curò dello strappetto alla gonna sotto la gamba e gli arrivò ad un palmo dal naso..

    Erano amici fin da quando erano bambini e lui le era stato accanto dopo la morte dei suoi genitori, poi però dovette partire e per lei fu una seconda perdita, era il suo unico vero amico..correvano insieme fino alla spiaggia, pescavano e raccoglievano cocco e erbette, poi lui costruiva sempre degli strani oggettini di legno e lei rideva..e rideva..e rideva..
    Era l'unico in villaggio che la rendeva felice..su un piccolo diario il giorno dopo la sua partenza scrisse che un giorno avrebbe voluto sposarlo..pensieri di una giovane ragazzina..

    Ma ora lui era lì..e la situazione era strana..era sempre stata a suo agio con lui ..ma ora erano grandi e forse abbracciarlo non sarebbe stata una buona mossa..magari avrebbe reagito male..ma lei gli voleva davvero un mondo di bene e le era così mancato che aveva le lacrime agli occhi, così prese coraggio e sempre guardandolo con i cuoi occhioni azzurri gli saltò al collo.

    Mi sei mancato così tanto! gli disse , quasi soffocandolo con la sua stretta e sperando con tutto il cuore che lui ricambiasse l'abbraccio..Certo era curioso proprio quando lei aveva deciso di andarsene da quell'isola..arriva lui..e la riporta in un passato che non ricordava nemmeno più, ma che le mancava da morire




     
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  4. Eirydia
     
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    Eirydia
    NARRATORE:
    Arthur;
    Arthur Surrey sei proprio tu!!
    La reazione dell'amica da un lato lo sorprese, ma dall'altro gli fece estremamente piacere. E così si ricordava ancora di lui.
    Sapeva che non era stato molto carino da parte sua dover partire così di fretta, ma era stata una causa di forza maggiore (suo padre), e lui non aveva potuto farci niente. In qualche modo sentiva di doversi scusare con lei per non essere potuto starle accanto per più tempo, soprattutto quando la sua famiglia era venuta meno.

    Sì, sono proprio io. Rispose il ragazzo con la sua voce calda ed un sorriso sulle labbra.

    Mosse qualche passo avvicinandosi alla ragazza che intanto era scesa dallo sgabello e gli si era fatta vicinissima.
    Tutto d'un tratto gli sembrò come se gli anni passati fossero svaniti e loro due non si fossero mai separati per tutto quel tempo.
    Arthur stava per aprir bocca per dire qualcosa, qualunque cosa... una parola, un saluto che avrebbe potuto accorciare le distanze che pensava di trovare, ma per Arya non era stato affatto così.

    Tutto d'un tratto si sentì abbracciare e la cosa più naturale che gli venne da fare fu ricambiare il suo abbraccio.
    L'accolse fra le sue braccia ormai più forti, che potevano sostenerla senza sforzo e proteggerla.
    Hey sussurrò con un piccolo sospiro di soddisfazione, mentre affondava il naso nella stoffa della sua spalla. Continuava ad avere il solito profumo di rugiada ed fiori di campo. Anche tu mi sei mancata.

    La strinse un attimo più forte poco prima che si separassero, come a volerle far percepire meglio la sua presenza. Continuò a tenerle le mani ma sorrise con aria da furbo, abbassando di poco il capo per guardarla negli occhi e alzando le sopracciglia arcuate. Da questo devo dedurre che non vuoi la mia testa per esser dovuto andar via così di fretta? scherzò.
     
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  5. GiuliettaGrace
     
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    Arya Dheja;


    Il calore delle braccia di Arthur l'aveva messa subito a suo agio, la stava abbracciando, Arya avrebbe voluto che quel momento durasse per sempre..e non le importava di niente altro, la mente si era svuotata..e anche il cervello, la ragione non sarebbe tornata per un pò.
    L'abbraccio si sciolse dolcemente e senza fretta... oh Arthur..sono felice che tu sia tornato lo pensò ma non lo disse a voce alta per non rovinare l'atmosfera

    "Da questo devo dedurre che non vuoi la mia testa per esser dovuto andar via così di fretta?" le disse lui con il suo sorriso storto..che per lei ora era sexy...molto sexy..
    Prese fiato e sentì ancora le mani in quelle del ragazzo..no voleva toglierle, quindi rimase lì a guardarlo e gli rispose..Sai Arthur quando te ne sei andato ci sono rimasta molto male..ti volevo bene...ti voglio bene eh..ma ora sei qui..e so che ti farai perdonare, sempre se non hai perso tutto il tuo spirito d'iniziativasorrise all'amico..

    Cavoli è diventato davvero bellissimo!, forse doveva finire di sistemare gli scaffali e la roba prima che fosse ora di pranzo.anzi forse era già ora di pranzo..le sembravano passate ora da quando era entrato lui ma anche quelle ore sarebbe state poche..i pensieri le riaffiorarono in mente, forse lui non era lì per restare, forse era li qualche ora o qualche giorno e magari non era opportuno farsi vedere così vicini....ma nulla aveva importanza..si sentiva ancora accaldata e lui era ancora li..decise che le domande gliele avrebbe fatte dopo..avrebbe trovato il tempo.

    Mi ricordo ancora il giorno prima della sua partenza..sulla spiaggia a creare trappole per le razze..il suo sorriso e la leggerezza con cui scherzavamo..chissà se sarà ancora così tra noi..

    Poi le venne in mente che Arthur era il nipote di Shana! che sciocca non era li per lei ma per sua zia !!

     
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  6. Eirydia
     
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    Eirydia
    NARRATORE:
    Arthur;
    Certo che mi farò perdonare fu la sua risposta disinvolta, senza smettere di sorridere.

    E, forse, potrei iniziare da adesso con l'espiazione. continuò quindi, lasciando una mano sola per cercare qualcosa nella tasca dei pantaloni. Le mandò un'occhiata furba, come se da un momento all'altro avrebbe tirato fuori un pugno di caramelle rubate come quando erano bambini. Ed in effetti, per lui non era cambiato molto.

    Ma dove sei finita? domandò con fare teatrale, mentre aveva già fra le dita il piccolo oggetto da un bel po', fingendo di cercarla. Ah, eccoti qui! esclamò allegro.

    Fra tre dita reggeva infatti un piccolo oggetto: una molletta di legno per stendere i panni. Tutto sarebbe stato di una banalità assurda se sulla molletta non fosse stata incisa con estrema perizia un viso... precisamente il viso della ragazza che gli stava di fronte: Arya. L'ho fatta per te, non appena son tornato. spiegò a quel punto. Per darti prova che ti pensavo. Ho lavorato per un po' per un falegname. Si passò una mano sul collo, appena imbarazzato per quella rivelazione.

    Ricordo che ti piacevano un mondo quelle schifezze che intagliavo da bambino. Sono migliorato, no?
     
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  7. GiuliettaGrace
     
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    Arya Dheja;


    Incredibile!! Arthur le aveva portato un regalo..lo aveva portato a lei..le si arrossarono le guance quando lui le porse quella bellissima molletta da bucato con inciso il suo volto..o almeno il volto che aveva a 15anni ma che non era cambiato...lui se la ricordava..non l'ha mai dimenticata..
    Arya si sentì quasi in colpa per i pensieri avuti una volta su un viaggiatore..come aveva anche solo immaginato di poter voler bene a qualcuno come ne voleva a lui??

    Arthur è bellissima!! gli disse senza trattenere una lacrima di gioia ed emozione, lasciò anche la seconda mano e prese l'oggetto, lo girò e lo ispezionò in ogni dettaglio..incisione e rilievo.. era diventato davvero molto bravo , suo padre sarebbe stato fiero del suo amico...e del fatto che lei lo vedesse..chissà se avrebbe davvero approvato..
    Naaaa sto andando troppo avanti con i pensieri..

    Aprì la molletta e con stupore del ragazzo se la mise tra i capelli, per raccogliere una minima ciocca dietro la testa..sembrava fatta su misura per lei..
    Poi gli sorrise e girò su se stessa per farsi ammirare, lo sguardo di lui era tutto per lei..
    Come mi sta? gli chiese? sentiva già la mancanza del corpo del'amico...ora sembrava troppo distante..forse aveva fatto uno sbaglio a lasciargli anche l'altra mano
    Si avvicinò al bancone e si appoggiò con la schiena al legno levigato e intagliato , appoggiò le mani al bancone, come invitando il ragazzo ad avvicinarsi , e guardandolo nella maniera più dolce..

    Sto flirtando con il mio migliore amico?
    Sua nonna una volta le disse che la soglia tra amicizia e amore è talmente fragile che con poco la si supera..ma tornare indietro è impossibile, le disse però anche che per amare davvero qualcuno bisogna prima essergli amica

     
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  8. Eirydia
     
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    Eirydia
    NARRATORE:
    Arthur;
    Arthur guardò la molletta passare dalle sue mani alle dita affusolate e femminili dell'amica, che la osservava ammirata. Una sua sorprendente caratteristica era che si accorgeva di qualunque cosa e aveva un grande spirito di osservazione.

    Il ragazzo si compiacque di tanto interesse e rise sommessamente. In realtà non credeva davvero di essere diventato tanto bravo (non per nulla aveva lasciato la bottega del falegname), ma forse... beh, sì, progressi ne aveva decisamente fatti.
    Guardò Arya fissarle il regalo tra gli splendidi e leggeri capelli rossi, al che il giovane la guardò un attimo stranito, ma allo stesso tempo divertito.
    Doveva ammettere che non aveva mai visto una molletta per stendere i panni fra i capelli di qualcuno, ma su di lei sarebbe stata bene anche la cosa più strana del mondo.

    Io ci metterei qualche fiore, fra i tuoi capelli. ammise dunque, poco prima di raggiungerla, mettendosi accanto a lei imitandone la posizione. Era un bel posto l'erboristeria per passare qualche attimo tranquilli, fra le fragranze delle erbe e Arthur ringraziò che non fosse entrato nessuno a disturbarli.

    Oh, dunque. si riscosse, a proposito di seccature. Zia Shara mi aveva chiesto di una crema. È pronta?
    Odiava dover interrompere quel momento, ma la terra lo stava richiamando sulla sua superficie. Se vuoi ripasso poco prima di pranzo, perché mi aspettano in bottega. ammise con un mezzo sorriso.
     
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  9. GiuliettaGrace
     
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    Arya Dheja;



    Io ci metterei qualche fiore, fra i tuoi capelli.
    Le aveva detto lui, forse non lo ricordava..o forse si..ma sua madre ogni domenica scendeva in paese e andava dal fioraio a prendere due fiori uguali..e ne metteva uno tra i capelli di Arya..
    Quanto vorrei che tu fossi qui mamma

    Poi Arthur la riportò al mondo reale ricordandole che non era li solo per lei ma anche per prendere la crema di Shara,lo guardò e gli sorrise, poi con una leggera spinta dai gomiti si scostò dal bandone e vi andò dietro, purtroppo nel farlo, il vestito si impigliò su un chiodo sporgente e si strappò dal ginocchio alla natica destra, imbarazzata si accucciò dietro
    Mannaggia a me! non vi voleva!si disse, poi con cautela prese i due lembi del vestito strappato e li fissò intensamente, e pronunciò la sua formula:

    Rammenda



    i fili di cotone strappati dapprima si allungarono e poi con precisione si unirono, come se li tirasse una cerniera invisibile..in pochi minuti il vestito fu come nuovo, se avesse prestato la stessa attenzione anche ai suoi movimenti forse non sarebbe servita la magia!

    Scusami, sono sempre la solita distratta, gli disse sporgendosi un pò verso di lui la crema di Shara è quasi pronta, se mi dai cinque minuti te la do subito, poi si girò e con delicatezza prese il flacone di media misura vuoto sopra la prima mensola e ci versò dentro il liquido azzurro mare..riuscì a non far cadere nessuna goccia e lo riempì fino all'orlo, quella crema liquida era l'unica in grado di curare la pelle di Shana, qualche goccia nelle sue mani si trasformava in gel e si applicava facilmente donando freschezza ai pori.

    Mi manca il tappo però! si avvicinò di nuovo al bancone e aprì il terzo cassetto e vi trovò i tappi di sughero della giusta misura, li aveva modellati lei con l'aiuto di un pizzico di magia..ce n'era uno a forma di luna..uno con un sole..una farfalla...un cuore...ma quello che cercava lei era sotto tutti..una stella!
    Lo tirò fuori e lo spinse con cura dentro la boccetta chiudendolo bene , come ultimo tocco prese il pezzo di carta blu vicino a lei e con un gessetto scrisse " Per Shana, il tempo in più si conta in gocce" lei avrebbe capito.

    La appoggiò sul bancone e tornò a guardare Arthur, gli sorrise ancora..non poteva smettere di farlo da quando lui era entrato lì dentro.
    Che ne dici invece di pranzare assieme? gli chiese, rimanendo con il fiato sospeso e le mani sudate ..









     
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  10. Eirydia
     
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    Eirydia
    NARRATORE:
    Arthur;
    Arthur sembrò tornare alla realtà non appena la ragazza si allontanò da lui alla ricerca della crema che avrebbe dovuto portare a sua zia.
    Non voleva ammetterlo, ma da subito cominciava a mancare la presenza di Arya accanto a lui.

    Finse di non pensarci e attese che la ragazza soddisfacesse la sua richiesta, voltandosi verso di lei, ma nello stesso momento il vestito azzurrino di lei si impigliò in un chiodo sporgente, creando un brutto strappo.
    Arthur si sporse istintivamente in avanti, senza realmente riuscire a raggiungerla, come se avesse potuto aiutarla a riacquistare equilibrio, ma subito dopo Arya sembrò indagare attentamente sul danno.

    Dopo uno sguardo più concentrato, la ragazza pronunciò una parola e velocemente le fibre della stoffa ritornarono allo stato iniziale, come se nulla fosse successo.
    Scusami, sono sempre la solita distratta si discolpò lei altrettanto disinvoltamente.

    Arthur però non poté fare a meno di guardarla con il viso illuminato, ammirato dalle capacità del tutto inaspettate della giovane.
    Ricordava che quando erano bambini riusciva a comandare alla terra o condizionare la pioggia. Aveva sempre avuto qualcosa di magico in lei, ma erano sempre stati troppo piccoli perché lui potesse assistere ad una magia vera e propria, anche piccola come quella di riparare uno strappo nella stoffa di un vestito.

    Accidenti, Arya, se c'è qualcuno che è migliorato fra noi, quella sei tu esclamò con tono scherzoso, ma che di scherzo aveva ben poco. Lui poteva essere migliorato nell'intagliare il legno, ma di certo non aveva nulla a che vedere con la misteriosa quanto affascinante magia della ragazza.

    Si appoggiò al bancone con gli avambracci, mentre l'erborista preparava il vasetto con la crema per Shara, osservando il minuzioso e preciso lavoro. Eppure aveva un'aria assente.
    Ed infatti la richiesta della giovane di pranzare insieme doveva capitare a fagiolo, perché il volto del ragazzo tornò luminoso.
    Ma certo, con grande piacere. rispose afferrando la boccetta da dare alla zia e osservando il suo colore marino. Vedrai, ci sono un sacco di cose che voglio mostrarti. promise con un sorriso.

    Fece rimbalzare una volta l'ampolla come se fosse stata la sua mela per la colazione e la riafferrò con maestria, ficcandosela poi in tasca.
    Scoccò un'occhiata che voleva dire molte cose prima di andare via: impazienza, aspettativa, allegria. Ed era proprio di quello che era fatto quel ragazzo.

    Adesso vado, prima che Mastro Cluinn mi venga a cercare. A più tardi, Arya Dheja. alzò una mano in segno di saluto e lasciò sorridente il negozio.

    La giornata di lavoro si prospettava leggera e spensierata come non mai: l'unico e forte pensiero che lo animava era l'idea di incontrare Arya una volta finiti i suoi compiti ed infatti le ore ad aiutare l'inventore volarono, come non succedeva da molto tempo.
     
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  11. GiuliettaGrace
     
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    Arya Dheja;


    Arthur le aveva detto di si!! si sarebbero visti per un pranzo ..aveva appena realizzato che le piaceva il suo migliore amico..il modo in cui si muoveva..il modo in cui la guardava..quello in cui le sorrideva..si sentiva una ragazzina alla prima cotta..

    Quando uscì dal portone il suo cuore esplose..non riuscì a non sorridere per il resto della mattinata ..unico pensiero Arthur..
    Le aveva anche fatto i complimenti per la sua magia...facendola arrossire almeno un'altra decina di volte sapeva di essere migliorata ma le veniva così naturale che nessuno le aveva mai fatto i complimenti per quello.

    Ancora emozionata tornò dietro il bancone , aveva ancora due ritiri quella mattina, una pozione per i dolori alla testa e delle gocce per l'ansia di una povera bambina..
    Ma non le fu facile concentrarsi sul lavoro..aveva la testa tra le nuvole..guardava fuori dalla vetrata pensando al passato..

    Erano piccolini, avevano 5 anni più o meno e i loro genitori li avevano portati in spiaggia quella mattina per giocare un pò con la sabbia..ricordava di aver visto Arthur solo soletto a muovere granellini di sabbia..un pò triste ...allora chiese alla mamma se lo poteva aiutare e lei le disse di si..così la piccola Arya Dheja usò un pò della sua magia e bagnando la sabbia vicino al bambino la scolpì creando un piccolo alberello fiorito, il bambino rimase affascinato si guardò in torno, la vide e le sorrise..quel sorriso crescendo divenne sempre più raro fino a poche ore fa, quando riuscì a rivederlo

    Vennero anche le due signore a ritirare le consegne di quella mattina, segno che ormai si avvicinava l'ora di pranzo..Arya uscì dal portone per guardare il sole..non era ancora al centro del cielo ma non mancava molto, sarebbe stata questione di minuti, non posso uscire a pranzo così! i miei capelli sono tutti mossi..devo darmi una sistemata sul retro.

    Il retro della bottega aveva un piccolo sgabuzzino, dove mamma si cambiava, c'era anche uno specchio, Arya si guardò, aveva i capelli crespi e scompigliati e il vestito sporco sul fondo, non aveva un cambio ..ma aveva la sua magia, quindi con cura posò le mani sui capelli e con un piccolo e semplice incantesimo li rese lisci e morbidi come seta, l'arancione divenne più brillante, era soddisfatta, prese anche l'orlo della gonna del vestito e lo ripulì con un incantesimo di lavaggio a secco.
    Il risultata era perfetto, ora poteva uscire con Arthur!

    Chissà dove sarebbero andati a mangiare e cose le voleva mostrare lui, era in tensione e preoccupata ma allo stesso tempo impaziente e curiosa, sei anni di distanza cancellati in un solo sguardo.









     
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  12. Eirydia
     
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    Eirydia
    NARRATORE:
    Arthur;
    Buona giornata, figliolo! la voce profonda e baldanzosa di Mastro Cluinn risuonò nella piazza calda e quasi deserta, mentre lui e Arthur si separavano. Il sole batteva precisamente perpendicolare sulle loro teste e le cicale con il loro chiacchiericcio aumentavano il senso di calura.
    Arhtur rispose al saluto mentre un venticello fresco allietava quella stagione fin troppo calda, ma il ragazzo non riusciva neanche a pensarci o lamentarcisi: una strana sensazione, simile all'adrenalina lo animava, guidandolo verso l'erboristeria.

    Ascoltò con piacere il suono ghiaioso dei suoi passi sulla terra battuta mentre si dirigeva spedito per le vie con la sua solita andatura leggermente ondeggiante, ma prima di raggiungere l'erboristeria fece una deviazione: zia Shara sarebbe stata felice di ricevere la sua crema e contemporaneamente avrebbe potuto aiutarlo.
    Bussò al portone di legno, in attesa.
    Dall'altra parte si sentiva il rumore ovattato dei passi dell'anziana che si affrettavano affaticati ad aprire. Arrivo! comunicò una vocetta dall'interno che sembrava fatta di carta velina.
    Ciao zia, ho portato la tua crema. la salutò lui, quando zia Shara comparì sulla porta.
    Lo sguardo della signora brillò e allungò una mano per dare un pizzico alla guancia del nipote. Grazie, giovanotto mio.
    Zia. Fece lui con una mini nota di rimprovero nella voce, ma rideva. Piuttosto: potresti farmi un favore? Voglio portare una ragazza a fare un picnic nel bosco, speravo tu avessi un cestino con tante prelibatezze per il pranzo.
    Ma al sol pronunciare la parola "ragazza" la vecchietta sembrò trasformarsi in una bimba pimpante, sorridente ed emozionata. Coooosa? Il mio Arthur si è fatto grande! Come passa il tempo! E dimmi, dimmi: chi è la fortunata?
    Arthur ringraziò che l'avesse trascinato dentro casa, altrimenti i suoi fatti sarebbero stati allegramente sbandierati ai quattro venti.
    Arya, l'erborista, proprio lei. Rispose il ragazzo. E comunque, che vai a pensare?, non c'è niente fra di noi! ma chissà perché quell'affermazione gli emanava una leggera puzza di bugia.
    Sì, certo, certo. Per ora prendi questo. e gli mise in mano in cestino di vimini carino con il merletto di una tovaglietta che usciva dagli angoli, cominciando a riempirlo di un sacco di cose da mangiare. Aw, come sono emozionata! Mi raccomando: divertiti. E fammi sapere come è andata.
    Arthur non ebbe neanche il tempo di chiedere "Andata cosa?" che Shara l'aveva già spinto fuori casa.
    A più tardi~! lo salutò con una sorta di musicalità nella frase e si richiuse la porta alle spalle.

    Arthur rimase di sasso improvvisamente solo nella via: era successo tutto tanto in fretta che gli sembrava di aver compiuto un salto temporale. Alzò le spalle dubbioso, decidendo di non pensarci e raggiunse finalmente l'erboristeria, dove Arya lo aspettava.

    Perdona per il ritardo. disse, ammiccando al cestino da picnic. Però ti porto in un bel posto per mangiare all'aperto, ti va? sorrise. Sapeva che la ragazza amava la natura e soprattutto il giardinaggio e aveva pensato che questo potesse renderla felice.
     
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  13. GiuliettaGrace
     
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    Arya Dheja;



    Mangiare all'aperto era una delle cose che preferiva Arya, quanti pic-nic fatt fin da quando era bambina..e non si stancava mai, fosse per lei avrebbe sempre mangiato fuori casa..a contatto con il suo elemento.
    Quindi quando Arthur le propose un Pic-Nic lei riuscì solo a sorridergli per qualche minuto, ispezionò con gli occhi il cestino con le vivande..fatto a mano..e da un lato usciva un merletto al quanto femminile.
    Non lo aveva fatto sua madre..e meno che meno suo padre..che lo avesse preparato davvero lui??

    Va benissimo Arthur, sai che io vivo in mezzo alla naturagli disse avvicinandosi un pò a lui divertita e decisamente allegra...si spostò una ciocca ribelle dietro l'orecchio destro e si rivolse di nuovo al ragazzo
    Dammi un minuto che chiudiamo anche la bottega
    Gli girò le spalle e andò dietro al bancone, lo ripulì con un panno in modo molto veloce dalla polvere che si era depositata quella mattina, rimise il panno nel retro e prese una bottiglia di acqua limpida, l'aveva depurata lei stessa con un incantesimo che le era costato un giorno intero di sonno..l'utilizzo di ogni elemento deve essere sempre ripagato..per mantenere il giusto equilibrio, in realtà ne aveva preparati 30 litri , così ne portò va due, voleva fargliela assaggiare.

    un'ultima occhiata veloce allo specchio ed era pronta, prese il borsello con le chiavi e chiuse lo sgabuzzino, lui era ancora li per lei, aveva temuto per un attimo di essere diventata pazza e che fosse tutto solo un bellissimo sogno, invece lui era li..per lei, bello e fresco, sorridente e spontaneo.

    Gli si avvicinò e gli porse le bottiglie Tieni mettile nel cestino che voglio un tuo parere sulla mia acqua nel passargli la seconda bottiglia le loro mani si sfiorarono, una scossa elettrica di pura adrenalina la percorse fino al collo, i due si guardarono, avevano la stessa espressione..
    Arya diede una veloce occhiata alle tasche di lui..per capire se i suoi sospetti erano fondati..ed aveva ragione, la boccetta non c'era più, quindi era già passato da Shara..e sicuramente c'era il suo zampino nella cesta.
    Sorrise al pensiero della vecchietta che aiutava il nipote, e spinse dolcemente il ragazzo fuori dal negozio, chiudendo poi a due mandate il portone, senza farsi vedere da lui attaccò un biglietto alla maniglia che diceva: " E' possibile che io ritardi "







     
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  14. Eirydia
     
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    Eirydia
    NARRATORE:
    Arthur;

    Arthur la condusse fuori dal villaggio, camminando fianco a fianco e parlando del più e del meno come solo lui sapeva fare. Era strano come ogni cosa che dicessero lo rimandasse a vecchi ricordi che lo facevano sorridere. Sebbene fossero passati anni sembrava non essere cambiato proprio niente. E per questo motivo si sentiva a casa, come pienamente se stesso.

    Era sorprendente come riuscissero a parlare di tutto e ogni cosa che dicevano facesse avviare un altro discorso, come se in realtà fosse stata la prima volta che parlavano fra loro e dovevano scoprire i gusti dell'altro.

    Chissà come, infatti, si erano ritrovati a parlare del cielo, delle nuvole e di quelle splendenti stelle, fantasticando su cosa potessero essere. Forse Arya non sapeva che quello fosse uno degli argomenti che più appassionava il ragazzo.

    Ti svelo un segreto. confessò lui allora, mentre abbandonavano il sentiero principale fuori dal villaggio per addentrarsi nel bosco più naturale.Ma non dirlo a nessuno. sorrise con fare complice, come se si trattasse di un segreto di stato. Sto lavorando ad un sistema di lenti d'ingrandimento. Voglio osservare le stelle più da vicino e con queste lenti ho pensato di poterci riuscire. Credo che lo chiamerò "cannocchiale" quando riuscirò a brevettarlo. Si passò una mano sul collo leggermente in imbarazzo. Sembra una cosa strana?
     
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  15. GiuliettaGrace
     
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    Arya Dheja;



    Camminarono vicini fino al bosco, parlando con la naturalezza che avevano a 15 anni, come se il tempo per la loro amicizia non fosse mai passato..
    Arya tremava dall'emozione, in attesa che lui le dicesse dove la stava portando , ma non lo fece, continuò a parlare di stelle e mondi lontani fino al bosco, quando le disse il suo segreto:
    Sto lavorando ad un sistema di lenti d'ingrandimento. Voglio osservare le stelle più da vicino e con queste lenti ho pensato di poterci riuscire. Credo che lo chiamerò "cannocchiale" quando riuscirò a brevettarlo.Sembra una cosa strana?

    Una lente per le stelle? gli rispose lei visibilmente stupita dal genio di Arthur, un modo per osservare chi ci osserva..non riusciva a concepire nella sua mente quell'idea tanto bella e tanto geniale..certo la faccia che fece non fu delle migliori e se ne accorse guardando gli occhi dell'amico
    Hei è un'ottima idea disse mettendogli una mano sulla spalla, quel contatto la calmò, come se lui fosse la sua camomilla e la sua caffeina insieme, brivido e sicurezza..

    Lo guardò intensamente per qualche secondo , poi gli diede una spinta giocosa e disse scappando velocemente nel bosco Vediamo se hai ancora le gambe di un tempo
    Giocare con lui le era mancato tantissimo e un pò voleva provocarlo per capire fin dove le loro menti si sarebbero fuse assieme..


     
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