Posts written by niawe makto

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    Naya;
    Naya sorrise e con un cenno del capo confermo' di aver capito. Lethia, un bel nome.
    Nel giro di poco tempo la radura era tornata silenziosa, solo rumori sommessi di zoccoli in procinto di allontanarsi, e la ragazza volto' ancora una volta lo sguardo verso i resti della battaglia: la creatura giaceva immobile, un grosso macigno che sembrava essere sempre stato li' in quella posizione, tutt'attorno segni di lotta come ferite nel terreno, imperlato di sangue, frecce, lance spezzate e cervi abbattuti. Purtroppo non c'era stato abbastanza tempo per onorare anche loro. L'alba stava per sorgere e i guerrieri dovevano tornare indietro immediatamente, altrimenti si sarebbe potuto dire fallito del tutto il tentativo rituale di salvare altra foresta quell'anno. Anche se, a giudicare da cio' che era appena successo, forse non ce l'avevano comunque fatta.
    Colta da un brivido, paura e inquietudine si insinuarono alla base della nuca e dovette scrollarseli di dosso prima di sistemarsi bene sulla sella del grande cervo scuro e, dopo aver sussuratogli nell'orecchio, con uno sbuffo l'animale tese i muscoli e parti' come al galoppo verso casa.

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    Cewenne era agitato, quella notte la caccia aveva fallito, che cosa avrebbe dovuto aspettarsi dal futuro? Che quello fosse un presagio? Forse doveva succedere qualcosa nel corso di quel nuovo anno. Per un attimo rimembro' in un flash il momento in cui il corpo di Paldryn cadde, spezzato dal potente colpo del Nemico. Scrollo' la testa, non poteva essere davvero lui, l'avevano sconfitto e persino a caro prezzo, non poteva essere tornato. La sensazione, pero', era quella. Che cosa avrebbe fatto se stava davvero tornando? Al tempo vi furono grandi guerrieri e leggendarie spade, ora che cosa gli rimaneva?
    No, non era giusto comportarsi in quel modo, era irrispettoso nei confronti del suo popolo, non era ancora finita e d'altronde le sue ipotesi erano solo follie. In piu' questa volta i Paldryn sapevano lottare e anche bene, non si sarebbero fatti trovare impreparati, qualunque cosa dovesse arrivare.
    E poi c'era sua figlia, benedetta dal Sole e..Naya. Quella giovane aveva qualcosa di strano, di potente, cosa non sapeva dirlo ma persino lui, Lord Cewenne in persona, fece fatica a reggere l'energia che sprigionava dagli occhi. Doveva tenerla d'occhio.



    ~

    "
    Notte giunge ma il Trono di Luna e' vuoto
    Dispera mortale, il cielo non e' in moto
    Gli astri ardono ma in vano
    Il Nemico gioisce da lontano.
    Dove giace Luna? "

    ~

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    Up
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    Up!
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    Naya;


    L'elfo sorrise quando la piccola creatura accettò il suo invito e a momenti non rise sentendosi chiamare "maestosa creatura".
    < Sei gentile, mia piccola amica, hai un cuore buono e sincero ne sono certo, ma di maestoso in questo reame vi è solo la foresta stessa, nonostante al momento il suo aspetto sembri tradire le mie parole..> Per un istante si guardò attorno, il suo sguardo tornò preoccupato e triste per lo stesso breve periodo. < Ma di grazia lascia che mi presenti, sono Lord Cewenne, secondo signore di Trama Spezzata e l'erede della sua disgrazia. Avremo modo di parlarne in ogni caso, ora non è il momento di rimembrare i fantasmi del passato. > Dopo aver concluso, l'elfo si voltò rapidamente verso una sua guardia e nel dialetto del suo popolo gli ordinò di radunare tutti i guerrieri, era giunto il momento di tornare a casa. Poi si voltò nuovamente verso Naya e gli altri. Con un gesto congedò Ferwyn, il quale dopo un rapido cenno di consenso con la testa corse a soccorrere i feriti.
    < Qual è il tuo nome mia cara ninfa? > Chiese in seguito, nel mentre un corno squillante dichiarò che l'intero gruppo s'era radunato e ogni ferito e defunto recuperati, al ché Cewenne raccolse il suo e, con un così potente suono da scuotere le ossa e gelare il sangue, ordinò la marcia. Tuttavia, prima di mettersi in cammino anche lui, guardò Naya e fece un cenno a una delle sue guardie; questa si fece avanti sul suo cervo color panna e ne portava con sé un altro senza cavalcatura, il manto scuro come la notte, chiazzato di pelo argentato, sembrava realmente un lembo di cielo stellato strappatosi e caduto lì tra loro.
    < Questo apparteneva a uno dei miei più fedeli sudditi, ora non ne potrà fare più uso.> Disse il Lord, una nota di dolore nelle sue parole. < Lo affido a te Naya, questo è il mio riconoscimento per il tuo coraggio e onore, che possa portarti lì dove il suo precedente padrone non è mai andato. > Concluse con un leggero cenno del capo.
    Naya rimase spiazzata, quel cervo era stupendo, a momenti infatti, quando lo portarono a loro, si incantò osservandone la maestosità, di poco inferiore a quella della cavalcatura del Lord, e il manto incredibilmente particolare l'ammaliò come niente altro prima d'ora, si sentiva effettivamente in qualche modo legata a quella creatura, non sapeva però come descrivere tale sensazione. Poco dopo Cewenne, le sue guardie e sua figlia si unirono alla testa del gruppo, non prima che quest'ultima porgesse ancora un sorriso a Naya, e sparirono rapidamente tra le centinaia di guerrieri. Tuttavia, ancora si poteva vedere il grande elmo decorato del Lord e la sua armatura luccicava anche da quella distanza. Naya a quel punto si rivolse alla piccola ninfa, purtroppo non conosceva una parola della loro lingua, avrebbe voluto tanto impararla in quel momento. Salì così in groppa al cervo e con un gentile cenno le chiese di unirsi a lei per il viaggio, il rombo degli zoccoli degli altri cervi faceva tremare la terra in quel momento. Sorrise, poi portò una mano al petto e scandì il suo nome:< Naya, io sono Naya, Naya. > Ripeté un paio di volte, per farle capire meglio il concetto e la attese per partire insieme agli altri.









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    Io ho un'Alara rimasta bloccata in una role e siccome è da tempo che la mia "partner" non risponde..la considero libera per eventuali role.
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    Ahy0! Benvenuto in questa landa :D! Preparati, grandi avventure ti aspetteranno non appena varcata la soglia di questo mondo. Non aver timore e gettati nel turbine che presto o tardi ti coglierà!

    A presto, intanto, sicuramente ci incontreremo prima o poi, senza magari sapere realmente il perché.
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    Naya;
    Mentre la bestia si dimenava nel centro della radura, facendo a pezzi con le sue fauci un umano per poi concentrarsi sulle altre due creature a sua portata, tutt'attorno veniva preparata ciò che si sarebbe rivelata una trappola mortale per quell'essere. La sua sete di sangue, la rabbia che gli scorreva nelle vene, tutto quell'odio i Paldryn sapevano bene che non erano insiti realmente nella sua natura ma erano frutto dell'icore magico corrotto delle loro terre. Nonostante fossero bestie orrende e creature deformate quelle che per il più popolavano Trama Spezzata, nessuna di loro era realmente come si manifestava, tutte quante erano spinte ad agire con irruenza e sconsideratezza dalla magia che, inevitabilmente, permeava tra le loro membra in un fluido pari al sangue. Avrebbero potuto vivere in armonia con quel nuovo ambiente ma non in queste condizioni e purtroppo nessuno sapeva come estirpare il malvagio che c'era in loro se non ponendo direttamente fine alle loro vite. Così, ogni anno da quel triste evento, Lord Cewenne inaugurava la Caccia della Rinascita, la quale si svolgeva la notte precedente il primo giorno di primavera e durava finché il sole bagnava d'oro il teatro della mattanza. Era qualcosa di orrendo, molti Paldryn perdevano la vita nel corso dell'evento e altri ancora spesso affrontavano orrori per i quali molte notti insonni sarebbero seguite, i sogni tormentati dai ricordi. Al mattino i cacciatori rientravano a Clwyf, accolti dai cittadini, in silenzio, in rispetto per il coraggio dimostrato, e come una parata mostravano i trofei ottenuti e portavano con riverenza, su brande di bastoni e foglie profumate, i caduti. In seguito i sacerdoti si radunavano e cantavano sulla cima della Grande Quercia per tutta la giornata; ciò era il rituale della Fertilità, una melodia magica che infondeva la natura di energia rinvigorente, utile per debellare la magia oscura, indebolita dalla caccia, e aiutare la foresta a risanarsi. Tuttavia, molto probabilmente, quest'anno non sarebbe capitato tutto questo, la caccia era stata interrotta per salvare la figlia del Lord tutt'altro che per una scelta emotiva, v'era una ragione specifica e superiore a ciascuna anima Paldryn e a ogni altra pratica.

    Nel momento in cui Maya fu colpita dalla coda della bestia, Cewenne suonò il corno e il verso di centinaia di cervi precedette la comparsa dei cavalieri della caccia, i quali irruppero nella radura con una grazia disarmante seppur con furia. La creatura mostruosa rispose con il suo ruggito di sfida, totalmente incurante del pericolo e desiderosa soltanto di combattere. Così infatti, non appena le prime frecce perforarono la sua carne, si gettò a capofitto tra le file di una schiera, travolgendo cervi e cavalieri con il suo corpo massiccio, lasciando alle sue spalle alcune grida di dolore, pochi cadaveri e diversi feriti. Avvinghiò con violenza un Paldryn e la sua cavalcatura, stritolandoli tra gli artigli in una singola mano per poi lanciarli lontani, colpendo altri cavalieri. Subito dopo altre frecce giunsero al bersaglio e seguirono anche alcuni giavellotti. Il combattimento proseguì per altro tempo, diversi cavalieri rimasero feriti ma ancor più riuscirono a scaricare il loro potenziale contro la bestia, la quale, soverchiata dal numero e dalle abilità strategiche, lentamente soccombette, sgorgando spesso sangue nerastro dalle pesanti ferite subite e dalle fauci, tra un profondo respiro e un altro. Non mancavano che poche ore all'alba e quando il cielo si macchiò del primo rossore, la bestia giaceva a terra esanime, contornata dai cadaveri di cervi e Paldryn, i suoi occhi, svuotati della furia che li permeava, esprimevano il dolore e la sofferenza di una creatura pacifica. I cacciatori superstiti, superiori rispetto al numero dei deceduti fortunatamente, raccolsero le loro ultime forze per soccorrere i feriti e preparare il cordoglio ai defunti.
    Uno tra loro si avvicinò durante la battaglia a Naya, scoprendo che una piccola ninfa non di quelle terre aveva soccorso la giovane guarendone le ferite più gravi. Non appena la vide si chinò in segno di riverenza, felice e sorpreso di incontrare una di quelle creature in un incubo come Trama Spezzata. Successivamente raccolse delicatamente la Paldryn per spostarla ai margini della radura, lontana dalla battaglia, facendo segno gentile alla ninfa di seguirlo. Infine la coricò nuovamente a terra, esaminando le ferite rimaste e lo stato di coscienza. Naya aprì gli occhi poco dopo, stordita , dolorante, affaticata. Sussultò.

    La creatura si stava avvicinando, intorno a loro distese di nulla fino all'orizzonte. Non potevano nascondersi, non potevano difendersi, perlomeno non tutte e due. Doveva agire, la sua vita per quella di Aruya. Un sacrificio nobile, no? Per la figlia del Lord, per il Lord, per Trama Spezzata.
    La bestia ruggiva, sputava bava densa e viscosa. Gli occhi iniettati di sangue, tutti e quattro, fissavano lei, Aruya, tutte e due.
    Strappò zolle intere di terra con uno scatto. Ogni passo staccato lacerava l'erba e feriva il suolo. Sotto di lei, i piedi tremavano a ogni tonfo.
    Spingere Aruya, gettarsi a propria volta, sperare, questo il piano. Semplice, dal risultato incerto, l'unico possibile.
    Doveva farlo.
    La bestia fece l'ultimo balzo, il suo respiro già su di loro, ora era il momento.
    Non ce la fece. Gli occhi sbarrati, le gambe pietrificate, nessun'azione, nessun respiro.
    Il tempo si era fermato per un istante. Le zanne del mostro le passano a due dita dal volto e vanno oltre, verso Aruya. Lì si fermano.
    Aruya grida.
    < No!>


    < Agh! No! Aruya! >
    Naya sussultò, gettandosi in avanti come in cerca di salvare qualcuno, le mani tese in avanti afferrarono l'aria. Subito dopo una stretta la fermò, riportandola lentamente a sdraiarsi.
    < Guardami, guardami > La voce familiare di un Paldryn irruppe nella confusione e nel panico della mente della giovane, la quale si voltò verso di lui, calmandosi dopo aver capito di essere al sicuro.
    < Sei al sicuro ora ma cerca di riposare, partiremo non appena la creatura sarà uccisa. Riesci a muovere le gambe? > Il Paldryn dinanzi a lei era Ferwyn, un suo coetaneo cacciatore che dedicò i suoi studi principalmente alla medicina che alla caccia, si spiegava anche perché si fosse allontanato dallo scontro per soccorrerla.
    Naya era leggermente stordita ancora ma sentì cosa le aveva chiesto e posò lo sguardo sulle gambe, le quali, con fatica e riluttanza, tremarono leggermente per poi mettersi in movimento.
    < Sì, ce la faccio. > Mormorò poco dopo, gli occhi pesanti erano a mezz'asta il più delle volte.
    < Meno male > replicò Ferwyn e poco dopo vide l'ematoma lasciato dal braccio fratturato guarito dalla ninfa.
    < Non penso di dover fare molto altro per ora, questa ninfa ti ha praticamente rimessa a posto, un animo gentile, difficile trovarne da queste parti. > Disse in seguito, sorridendo alla ninfa, ringraziandola ancora con un cenno del capo, purtroppo non conosceva il loro linguaggio, ma sapeva chi avrebbe potuto parlarle.
    < Aruya, dov'è lei? > Chiese Naya, preoccupata, cercando di sollevare la schiena da terra e appoggiarsi al tronco di un albero spezzato.
    < Non ti preoccupare ora per lei, starà sicuramente bene. > Rispose Ferwyn, voltandosi in tempo per vedere la bestia ululare all'ultima ferita mortale, per poi crollare al suolo senza vita.
    < Ce l'abbiamo fatta. > Aggiunse poco dopo contento, una felicità breve poiché non appena il suo sguardo si rivolse ai feriti e ai defunti il sorriso si spense, lasciando spazio al dolore. Abbassò la testa, consapevole di dover rimanere al suo posto fino a nuovo ordine quando avrebbe voluto soccorrere i più bisognosi rispetto a Naya, la quale stava relativamente bene.

    Non dovette tuttavia aspettare molto, un alto e nobile Paldryn si avvicinò loro in arcione di un grande cervo adulto, più grosso di quello delle quattro guardie che lo seguivano a breve distanza. Il suo volto allungato, dal taglio selvaggio come la foresta che circondava tutti e il bianco candido della chioma di capelli, alcuni sciolti, altri raccolti a treccia, facevano da contorno a uno sguardo quasi inespressivo, dettagliato dall'ambrato delle iridi e da un atteggiamento privo di fatica, nonostante sia parte del suo volto che della sua corazza d'oro lucente fossero macchiate di sangue nero. Fu lui a dare il colpo di grazia all'animale, dopo aver inferto diverse altre ferite mortali. Come Naya e Ferwyn lo videro arrivare si inginocchiarono, la prima con un po' di fatica.
    < Lord Cewenne. > Disse in segno di riverenza Ferwyn.

    Cewenne, il più anziano di tutti gli elfi eppure dimostrava avere la stessa età di un Paldryn sulla trentina d'anni umani, tradivano l'apparenza le diverse cicatrici che riportava sul corpo, ora protetto dalla corazza di piastre dorate, intarsiate in un elegante motivo floreale. Il Lord di Trama Spezzata si trovava lì, dinanzi a due giovani cacciatori, due novizi della Caccia della Rinascita, e guardò Naya.
    < Naya di Trama Spezzata > La voce profonda di Cewenne risuonò nell'animo di Naya al sentir pronunciare il suo nome, facendola rabbrividire per un attimo.
    < An, mafurlor. > Rispose Naya alzando lo sguardo con esitazione, quando incrociò quello di Cewenne le parve di sentir il cuore mancare un battito. Non era mai stata così vicina al Lord di Trama Spezzata, era per lei un onore. Le fece cenno di alzarsi, impresa che non fu del tutto facile, in tutto il corpo sentiva ancora le fitte di dolore per il colpo subito.
    Passò qualche istante, entrambi si guardarono negli occhi.
    < Ti ringrazio sentitamente, Naya, per aver salvato mia figlia. >
    Le parole uscirono di getto, con serenità e una nota sincera di riconoscimento, ma furono così tanto impreviste per Naya che le parve di essere stata colpita sul volto da un martello da guerra. D'altro canto, non seppe che rispondere, deglutì cercando di essere il più composta possibile, poi si inchinò lievemente. Subito dopo, al fianco destro di Cewenne, apparve Aruya in arcione di un cervo bianco, il volto leggermente graffiato da un lato e altre piccole escoriazioni sul resto del corpo. Il suo sguardo sembrava sconcertato, ancora traumatizzato forse dal pericolo scampato ma Naya riuscì a scorgere nei suoi occhi l'immensa gratitudine per averle salvato la vita.

    Cewenne in seguito spostò la sua attenzione sulla piccola figura verde che spiccava sul terreno e sorrise. Conosceva il linguaggio delle ninfe come quello di ogni altra creatura della foresta e non fu affatto difficile per lui comunicare.
    < E grazie anche a te, giovane ninfa, per aver soccorso una del mio popolo mettendo a repentaglio la tua vita, te ne siamo debitori. > Disse, portando la mano destra al cuore.
    < Qual è il tuo nome e da dove giungi? Non vediamo più creature della tua razza da molto tempo. > Chiese poco dopo, inizialmente sorridendo, poi il suo volto si oscurò leggermente ricordando le disgrazie della foresta.
    < Ci dispiace che tu abbia dovuto assistere a un tale orrendo scenario, hai conosciuto di noi il lato meno piacevole, quello dei guerrieri, ma in nome del mio popolo ti invito a restare con noi quest'oggi. > Aggiunse poco dopo. Era un evento ormai così raro incontrare una ninfa a Trama Spezzata che Cewenne fu più cordiale, gentile e disponibile che mai.
    Naya si scosse dall'agitazione del momento, ricordandosi di quella piccola figura verde che vide poco prima di perdere i sensi. Si voltò così verso di lei e sorrise, timidamente quasi, facendo un cenno impacciato col capo per ringraziarla.


    Edited by niawe makto - 15/9/2014, 23:44
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    Up!
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    d0nque, per ruolare, come da regolamento del forum, hai bisogno di inventare un alter ego, un personaggio, un pg. Dopo aver compilato la scheda usando questo form https://eirydia.forumcommunity.net/?f=2421589, inserendo le descrizioni necessarie per dare al tuo personaggio una certa profondità e un minimo di spessore, in più leggi il regolamento del "gioco" a questo link https://eirydia.forumcommunity.net/?f=2421589 E' suddiviso per topic, leggili tutti, in più guarda anche l'ambientazione, importante e necessaria per potersi inserire e creare qualcosa di coerente con tutto il resto, una volta fatto tutto ciò appunto crea il tuo pg usando il link che ti ho inviato per primo, poi postala creando un nuovo topic in questa sezione e aspetta che un admin te la convalidi, a quel punto potrai unirti a tutti noi ^^
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    y0! Benvenuta sul foro! Guarda, sei arrivata nel momento in cui non ci sono le admin xD! In ogni caso, qui siamo tutti una grande famiglia, se hai domande contatta chiunque di noi e vedremo di aiutarti nel meglio delle nostre possibilità e capacità ^^ Non ti preoccupare per la prima esperienza, si comincia sempre da qualche parte! E non ti scoraggiare mai ^^ La cosa bella di questo mondo è che a volte si impara persino attraverso le esperienze dei propri alter ego..tante belle cose insomma xD

    Benvenuta quindi e buona permanenza!
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    y0! Benvenuta tra noi ^^ Approvo i lupi, approvo i draghi, prafa prafa u.u

    Questo gdr è davvero molto buono, ti ci troverai bene ^^ Poche regole ed essenziali, ti serve la giusta dose di fantasia e creatività e hai fatto praticamente ^^ Buon inizio tra noi gdrristi dei forum, spero di beccare un tuo alter ego in giro per Eirydia ^^ Hai detto che ti piace scrivere fantasy, hai già scritto per conto tuo quindi? :)
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    Naya;


    Il blu dominava il cielo, una serena placidità che raramente si percepiva. Ma subito, il rosso giungeva trascinando le nuvole e queste coprivano il blu, rilasciando uno scroscio continuo di pioggia, rossa. Le piante diventavano rosse, l'erba, i fiori, le creature, tutto si tingeva di sangue. Un colore fastidioso, conduceva alla rabbia, alla furia, frustrazione per non poter scacciare le nuvole dal cielo, il blu soffriva e periva mentre nessuno poteva fare nulla per salvarlo. Odio, cieco quanto il nero che successivamente sostituiva la pioggia e poi il vuoto, uno stato di immensa alienazione, nessun suono, nessuna sensazione, solo nero. Però qualcosa giungeva, echi distanti di urla a volte o di ossa spezzate. A volte si percepiva anche qualcosa per un istante, rosso, sangue che colava ovunque. Fame, avida e vorace. Infine si riprendeva conoscienza, il nero svaniva, il rosso lasciava il posto al blu del cielo e la pace tornava, solo per un po', tutto sarebbe ricominciato da capo nuovamente. La scintilla? Indifferente, spesso il solo odore di altre creature, a volte anche soltanto un rumore di troppo.
    E stava per capitare di nuovo. Delle urla in lontananza e un odore trasportato da una brezza maligna in una notte ferma: sangue, morte. Il processo era iniziato di nuovo, il cuore pompava sangue attraverso le vene con una velocità feroce, le membra si contraevano con forza e follia, il respiro affannato aveva raccolto l'aria per annunciare l'incubo, infine si sprigionò con tutta la sua potenza.


    Il ruggito scosse il cuore di Naya, la quale rabbrividì per un istante quando ormai il boato sonoro cominciò a dissolversi in un eco lontano. Subito dopo il silenzio più totale, di nuovo la foresta sembrò sospesa in un frangente di tempo. Il ladro e il capo, unici sopravvissuti al primo attacco dell'elfa si erano guardati attorno meno degli altri presenti, inconsapevoli della minaccia incombente, e si gettarono di nuovo all'attacco. Naya fu colta di sorpresa, un coltello sibilò verso di lei e si conficcò nella spalla destra, lacerando con nonchalance il tessuto che la copriva e la carne sottostante. Colta dall'inaspettata fitta di dolore si lasciò scappare un gemito, subito dopo il corpo massiccio dell'altro umano la urtò con forza, scagliandola indietro così violentemente da toglierle il fiato finché non rovinò a terra.

    " Dannazione! " Pensò Naya confusa, tossendo a causa del dolore che provava al diaframma. Rapidamente recuperò i sensi ed estrasse in un gesto secco la lama dalla spalla. In cerca dell'umano per contraccambiare il gesto non si rese conto che l'ariete vivente le era abbastanza vicino da calciare via l'arma da lancio colpendole dolorosamente la mano. Rise malignamente, la sua voce tuonò in mezzo a grumo di catarro.
    < Hai ucciso quattro uomini come se niente fosse, non male per una bambina. > Schernì subito dopo.
    < Però non hai ammazzato me, grave errore. > Disse con aria superflua, mentre stringeva con calma la sua mannaia in entrambe le mani, la lama rivolta verso lo stomaco di lei. Con un piede la fermò al suolo, schiacciandole vigorosamente il petto. Naya perse il fiato in quell'istante e non riuscì a reagire.
    Nel mentre, dopo che il ladro colpì Naya con il suo coltello e l'altro la caricasse con successo, Aruya riuscì a sgattaiolare alle spalle del lanciatore di coltelli e, silenziosa e letale, gli colpì con forza il ginocchio causandogli una distorsione, estrasse un coltello dalla sua cintura e con esso gli tagliò la gola in un attimo. L'uomo rantolò a terra tra gli schizzi di sangue e il respiro spezzato, mentre i polmoni si riempivano del suo fluido vitale. Aruya alzò gli occhi e vide Naya a terra, l'umano pronto a darle il colpo finale. Un senso di disperazione e terrore si fece strada rapidamente nel suo cuore, così come l'urlo che seguì e la corsa in un tentativo estremo di soccorso.

    Tuttavia, nello stesso istante in cui urlò il suo nome, la sua voce fu surclassata dal ruggito e dal fragore che una enrome bestia fece uscendo dal folto della foresta, spezzando due alberi nell'azione. In un balzo che sembrò durare un'eternità, la creatura che sembrava superare i due palmi di altezza estrasse dalle fauci una lingua molto lunga, dotata di altre estremità tentacolari, con la quale, come una piovra, afferrò per il torso l'umano, portandolo a sé a un'incredibile velocità. Quando l'essere mostruoso atterrò facendo tremare il terreno aveva già l'ultimo mercenario di quel gruppo tra le lunghe e numerose zanne della sua testa di cervo. Non si sentì nessun gemito, nessun rumore se non il masticare convulso e il rumore di ossa e carne frantumate e macellate.

    Naya si alzò cercando di raccogliere più aria possibile, mentre Aruya si avvicinò a lei per aiutarla. Entrambe guardarono con timore la grande bestia che si era palesata. Era un mostro, un incrocio di più animali, il tutto mutato malamente dalla putrida magia che stagnava in quel reame. Sembrava avere il corpo di una tigre ma esponenzialmente più massiccio e muscoloso, le zampe anteriori erano dotate di grandi mani quasi umane, munite a loro volta di spessi artigli; una lunga coda saettava come una frusta, agitando grandi masse d'aria; la parte superiore del collo era rivestita di una folta chioma scura come il resto del suo manto, mentre la testa simile a quella di un cervo aveva un muso più allungato e disponeva di grandi e terribili zanne, la cosa più inquietante erano però le due paia di occhi gialli luminosi che si muovevano ciascuno per conto loro. E ora due di essi, dallo stesso lato del cranio, stavano fissando le due ragazze.

    Naya raccolse la sua lancia da terra, ponendosi cautamente dinanzi ad Aruya per proteggerla, senza mai levare lo sguardo dalla bestia.
    < Me Sundaught, deve mettersi al riparo. Non appena le do il segnale corra verso la foresta e non si fermi più, proceda dritto e tornerà a casa. > Sussurrò Naya, continuando a indietreggiare lentamente, spingendo a sua volta anche Aruya.
    < E tu cosa farai? > Domandò Aruya preoccupata < Non penserai di affrontare quella creatura da sola? >
    < Non ci sono alternative. > Rispose schiettamente Naya. < E non discuta. > Aggiunse subito dopo, percependo che l'avrebbe fatto.
    < No, non ti lascio qui da sola, tu vieni via con me, è un ordine. > Il tono di Aruya si era fatto leggermente più alto. Naya notò che la coda della bestia reagì con un quasi impercettibile scatto a quel tono.
    < Se continui a parlare moriamo entrambi. > Disse seccata, la situazione era molto tesa e non voleva che le cose capitolassero prima del previsto. Li aveva sentiti, aveva percepito i loro richiami che fin da piccola aveva imparato a riconoscere e a usare, erano arrivati in soccorso. Doveva aspettare il segnale e se Aruya avesse continuato così avrebbe mandato tutto all'aria, anche le loro stesse vite.

    Tuttavia, Aruya non prese molto bene il tono arrogante che Naya usò.
    < Come ti permetti di parlarmi in questo modo? > Squittì come mai aveva fatto prima, non era solita comportarsi come una nobile isterica e spocchiosa, però la situazione e un certo strano legame che sentiva avere con l'altra elfa le fece venire un attimo di crisi di nervi. Era la figlia di Lord Cewenne d'altronde, quell'altra invece chi diavolo credeva di essere?
    < Chi ti credi di essere? Non so nemmeno come ti chiami e mi dai ordini? > Continuò irrigidendosi. Diamine, che le stava prendendo? Era abituata a combattere, aveva anche ucciso un uomo prima senza problemi, allora come mai non riusciva a reggere la tensione in quel momento? Sicuramente non aveva mai incontrato una bestia così prima, probabilmente era questo il motivo, avere la consapevolezza di essere a un passo tra la vita e la morte, più di ogni altra situazione, sì doveva essere quello e no, non poteva trattenersi.

    " Maledizione.." Pensò Naya sempre più stressata, quella piagnucolona stava rovinando tutto, era tentata di girarsi, prenderla per le spalle e scuoterla, magari si sarebbe ripresa ma non poteva perdere nemmeno per un attimo i movimenti della creatura.
    Infatti, poco dopo questa agì, senza preavviso, e roteò su se stessa una volta, avvicinandosi a loro, poi una seconda volta attaccando con una sferzata della sua coda. Naya sgranò gli occhi dalla sorpresa.
    < Via da qua! > Urlò a squarciagola, girandosi rapidamente verso Aruya per gettarla a terra, poi cercò a sua volta di evitare l'attacco ma non fu possibile, la coda la colpì al fianco sinistro e la trascinò con sé per poi lasciarla rotolare a terra fino alla zona da cui la bestia aveva fatto la sua comparsa. Un ruggito compiaciuto seguì poco dopo ma arrivò ovattato alle orecchie dell'elfa.
    Non sentiva altro che un forte formicolio e dolore al braccio sinistro e al costato, respirava a fatica e l'udito quanto la vista erano stati indeboliti dallo schianto a terra. Aprì gli occhi debolmente e vide una figura indistinta, piccola e verde dinanzi a lei, la stessa che aveva visto prima che tutto ciò capitasse. L'elfa le stava rivolgendo lo sguardo, giacente sul fianco destro, il volto in un misto di dolore e spossatezza. Cercò di muoversi, gemendo debolmente ma la botta era stata talmente forte che l'aveva lasciata senza forze, riuscì solo a percepire che perlmomeno la schiena era intatta, tuttavia forse il braccio e qualche costola erano fratturati, non riusciva a capirlo, in quel momento voleva solo restare a terra, colta da un pesante bisogno di riposo.
    " Maledetta stupida.." Pensò riferendosi ad Aruya, sperando che almeno lei stesse bene.
    Poco dopo percepì lontanamente il corno da guerra Paldryn e le urla dei suoi simili a cavallo di giovani e forti cervi. Erano arrivati in tempo perlomeno, Cewenne era qui, avrebbero sicuramente ucciso la bestia. La figura dinanzi a lei si fece leggermente più nitida per un istante, una piccola ninfa non di quel luogo.
    < Che ci fai da queste par..> Biascicò ma non riuscì a finire la frase che gli occhi si chiusero di nuovo e con essi il mondo si fece scuro e muto.



    Edited by niawe makto - 15/9/2014, 23:17
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    Naya;


    Sei bersagli, sei prede, innumerevoli modi per ucciderli o morire. Era pronta a tutto ciò? Non aveva che nemmeno pochi secondi per rifletterci sopra, poi avrebbe dovuto tuffarsi in quell'imprevedibile e pericoloso torrente che era la battaglia. Nessun modo per tornare indietro, se non nuotando per sfuggire dalle correnti che l'avrebbero trascinata a fondo e giungere dall'altra parte della sponda. D'altronde era una cacciatrice, giovane e tutto sommato non esperta quanto gli altri suoi compagni, aveva soltanto sviluppato delle qualità diverse e più rapidamente di loro, però non aveva la stessa esperienza alle spalle e nemmeno così tanto sangue freddo. Sì certo, era sicuramente pronta a gettarsi in ogni mischia e aveva già dato modo di dimostrare il suo valore, però raramente le era capitato di affrontare degli umani o comunque altre razze simili alla sua, perlopiù i suoi trofei comprendevano teste di bestie mostruose nate e cresciute in mezzo alle marce pozze di magia consumata, lì in quelle terre dannate. Tuttavia, non doveva e non poteva farsi cogliere dal dubbio, doveva salvare Aruya e sperare di cavarsela bene, due obiettivi e basta, niente altro avrebbe potuto contare più di questi.

    Rapidamente, Naya prese sei frecce dalla sua faretra, cinque le conficcò leggermente nella corteccia del ramo su cui si era appostata, una invece la incoccò. Sei frecce per sei bersagli, ce l'avrebbe fatta? Adorava le sfide e le piaceva molto farsene da sé. Con una incredibile velocità sei sottili steli affilati e pericolosi sibilarono fendendo l'aria, volando ciascuno verso un nemico differente. La prima si conficcò precisamente nel collo del più squilibrato del gruppo, la seconda penetrò il petto dell'uomo più grosso a guardia della tenda in cui vi era Aruya, la terza mancò la figura esile e vestita di abiti scuri per davvero poco sfilacciandogli il tessuto del cappuccio, la quarta trovò spazio tra la muscolatura di un bicipite, la quinta colpì dolorosamente la gamba del mercenario già ferito, proprio la stessa del piede perforato e la sesta fu deviata rapidamente dal capo del gruppo con un gesto della sua mannaia.
    Subito dopo, la giovane elfa si lasciò cadere dalla sua posizione, dopo aver riposto l'arco, estraendo la sua lancia da combattimento. Dopo pochi attimi toccò terra e con una capriola attutì la caduta approfittando della velocità guadagnata per gettarsi oltre il mercenario doppiamente ferito e piegato sulle ginocchia, in un attimo le sue lame splenderono sotto la luce lunare come se fosse emanata da queste stesse e una vibrazione armonica precedette il fendente che staccò di netto la testa all'umano, lasciando il corpo a barcollare per qualche istante prima di capitolare al suolo. Negli istanti successivi, il gruppo di umani, ormai ridotto a tre individui più o meno sani, si voltò per affrontare la minaccia.
    Il primo che riuscì a reagire fu il capo del gruppo, il quale fece fendere l'aria alla sua mannaia prima di gettarsi in una carica feroce contro l'elfa. Nel mentre, il ladro estrasse due coltelli da lancio e lì lanciò in risposta alla freccia. Intanto il terzo e ultimo mercenario spezzò grugnendo la freccia conficcatasi nel braccio, sfoderò la spada e si gettò al seguito del capo.
    Naya evitò i coltelli prima inclinando la testa all'indietro, poi seguì il movimento inarcando la schiena, infine poggiò le mani a terra e con un colpo di reni concluse l'azione rimettendosi in piedi, in seguito a una ribaltata. In quell'istante, il primo fendente di mannaia si diresse pericoloso verso il suo volto e lo evitò abbassandosi. Con una capriola in avanti si portò alle spalle del nemico e spazzò via entrambe le gambe con un colpo secco di asta. Nel mentre in cui quell'uomo toccava terra con la schiena, Naya piroettò su se stessa, la lancia roteante sopra la sua testa, e scambiò alcuni rapidi colpi con il secondo avversario. In un attimo poi il terzo nemico scagliò altri coltelli, i quali tuttavia si conficcarono nella schiena del mercenario che Naya usò come copertura. L'uomo si lasciò fuggire un gemito sordo mentre i suoi polmoni si svuotavano d'aria a causa delle ferite subite. L'elfa pose poi fine alla sua vita trafiggendolo al cuore con la sua arma, la quale tagliò carne e metallo grezzo dell'armatura come fossero stati burro; nell'estrarla, uno schizzo di sangue macchiò il volto e il petto della ragazza.

    Il combattimento, in tutto questo tempo, non era durato che pochi minuti, le azioni si susseguirono rapide e concise, nessun intermezzo, un unico fluire di attacchi e mosse. Quando anche il quarto uomo rovinò esanime sul terreno fangoso, qualcosa ruggì in relativa lontananza, un boato così potente da fermare la foga dello scontro e spaventare tutti i presenti. Naya l'aveva riconosciuto e anche Aruya, che nel mentre aveva trovato il modo di liberarsi dalle corde che le bloccavano mani e piedi ed era uscita dalla tenda. Le due giovani incrociarono gli sguardi, entrambi spaventati, entrambi consapevoli di quel che stava per fare la sua comparsa tra gli alberi.






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    E' il suo intento :D Ogni tanto sono anche di dolci parole e romantiche frasi, tranquilla u.u
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    y0! Benvenuta ^^
40 replies since 31/1/2010
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