Qualcosa è cambiato

Role rilevante

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    shikaku
    Shikaku;
    Probabilmente l'assassino aveva scelto male le parole per esprimere il suo pensiero ma ormai era tardi per rimediare al danno fatto, forse a guarigione completata la collega avrebbe capito le sue buone intenzioni.

    La passeggiata continuava dominata dal silenzio talvolta interrotto dalle chiacchere dei gruppi di persone intorno a loro, gli argomenti variavano molto da gruppo a gruppo ma nel complesso erano poco interessanti e di nessun aiuto a Shikaku.
    Non riusciva a trovare altri spunti per migliorarsi e rendere la catena più pesante era fuori questione:avrebbe influito negativamente sulla sua vita quotidiana e non era il caso poichè non voleva che altri notassero il pezzo di metallo che portava indosso.
    Alya dal canto suo doveva ancora essere irritata per la risposta dell'assassino ma si prese la briga di chiedergli perchè aveva scelto di seguirla.
    Erano ormai arrivati al porto e la vista non era poi così male, quella del pescatore o dell'uomo di mare non doveva essere poi così male e forse poteva essere una scelta plausibile per il futuro.
    Siamo una squadra quindi devo assicurarmi che i miei compagni di viaggio siano sempre in perfetta salute sia in missione che fuori.
    In questo momento è mio dovere assicurarmi una tua guarigione veloce e completa senza contare che sei una delle poche persone che mi sopporta

    Rispose l'assassino come se quel senso di appartenenza fosse uan cosa naturale, in molti casi non era così e ciò lo portava spesso a sperimentare delle brutte esperienza.
    Nonostante ciò continuava ad aggrapparsi a quel codice poichè senza di esso non avrebbe saputo davvero quale comportamento assumere in un gruppo.

    Dopo aver risposto osservò le barche attraccate al molo, erano molto grandi con qualche eccezione.
    Forse potevano usare una di quelle per tornare a Dwyn una volta che Alya fosse guarita o, nel caso di ritiro della collega, avrebbe dovuto arrangiarsi da solo anche se quell'idea era poco gradita:chi avrebbe scocciato durante il viaggio?.
    La collega gli era simpatica e il fatto che non prendesse troppo a cuore quelle sue frasi ironiche che spesso pronunciava la rendeva la compagnad viaggio ideale per lui almeno per ora.
    Il sole cominciava a calare segno che quella passeggiata era stata più lunga del previsto:i progressi di quella giornata ad ora erano abbastanza buoni ma sentiva che stava trascurando qualcosa di importante:Cosa fosse lo ignorava.
    Probabilmente era un idea in attesa di emergere dalla sua mente al momento giusto o sotto particolari condizioni ma il fatto di non poter forzare tali condizioni era, in un certo senso, irritante.
     
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    Älya;
    Ad Älya sfuggì un leggero sorriso sulle labbra: era l'unica che lo sopportava? Era sincero, dato che si divertiva sempre a stuzzicare la gente.
    Da una parte le faceva piacere che ci fosse qualcuno con lei, a tenerle compagnia.
    Ma che sto dicendo? Rifletté: quella non era assolutamente una frase da lei, dato che era sempre stata sicura di volere la solitudine e non legarsi a nessuno.

    Da quando aveva incontrato Shikaku e Zak era cambiata e non solo per quello che aveva fatto a Sintad, che le aveva fatto dubitare delle proprie azioni, ma anche dal punto di vista caratteriale.
    Era molto più aperta di prima, se aperta si potesse dire, e anche se aveva perennemente un'espressione irritata stampata sul volto, non cacciava la compagnia, anzi si faceva seguire.
    Era un comportamento che non aveva mai intrapreso fino a quel momento.
    Che stesse cominciando a fare legami?

    Sospirò e guardò l'assassino che la affiancava: stava evitando di andare via e fare quello che voleva, solamente per prendersi cura di lei ed Älya non si era nemmeno degnata di dirgli come si era ferita e tanto meno perché avesse deciso di fuggire da Sintad.
    La ragazza sentiva di dovergli dare almeno qualche spiegazione, ma non le piaceva affatto parlarne.

    Rivolse ancora una volta lo sguardo all'oceano e guardò con la coda dell'occhio le lunghe trecce che ondeggiavano davanti ai suoi fianchi.
    Ti starai chiedendo quale sia il mio problema da quando ce ne siamo andati da Sintad. Cominciò a bassa voce e con un tono serio, nulla a che fare con il solito tono irritato.
    Si morse le labbra, come a voler che le parole non le uscissero di bocca, ma ormai aveva cominciato e tanto valeva finire la confessione.
    Io ho ucciso degli innocenti e non ne sono affatto fiera. Indurì lo sguardo e ripensò al ragazzino, ormai orfano di padre, che chiedeva vendetta.
    Doveva aver capito, a quel punto che l'assassina era proprio la ragazza che avevano salvato.

    Continuò a pensare alla famiglia che aveva rovinato e non si rese affatto conto di aver fatto la prima confessione della sua vita.
     
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    shikaku
    Shikaku;
    Con quella frase Shikaku doveva aver guadagnato un pò della sua fiducia poichè, seppur per poco, l'assassina sembrò cambiare atteggiamento nei suoi confronti.
    Era una cosa positiva poichè se in futuro si fossero trovati in situazioni disperate quel tipo di fiducia sarebbe stata indispensabile alla sopravvivenza di entrambi sempre che la collega non decidesse di abbandonare la professione.

    Successivamente Shikaku notò che Alya sembrava riflettere su qualcosa di poco piacevole, il suo viso non era per niente rilassato.
    Un ipotesi, la più probabile, era che si trattasse del motivop er cui erano fuggiti da Sintad oppure quel paesaggio aveva risvegliato delle memorie ancora più vecchie e poco piacevoli.
    Qualcosa di simile ai ricordi delle prime missioni dell'assassino che, anche se apparivano come un ricordo lontano, erano sempre dolorose da rivivere con la mente.

    La prima ipotesi si rivelò corretta ma mai Shikaku avrebbe immaginato che la collega ne parlasse di sua spontanea volontà data la natura dolorosa del ricordo.
    La sua voce faceva intendere chiaramente che era un discorso serio a differenza di tutto ciò che era solito dire l'assassino motivo per cui anche Shikaku dovette mettere da parte la sua natura ironica e scherzosa per un momento.
    Il nucleo del problema nasceva da un errore di per se comune che poteva capitare a chiunque ma Alya sembrava particolarmente turbata da tutto ciò.
    Capisco, so che può sembrare duro da parte mia ma l'unica cosa che puoi fare adesso e imparare dall'errore commesso per evitare di commetterlo di nuovo in futuro
    Disse l'assassino con un tono serio, che poco si addiceva alla sua persona, e aggiunse poco dopo con lo stesso tono
    Quando sarai guarita ho in mente di mettermi al servizio del regno, non ti sto chiedendo di decidere ora se seguirmi o meno. Dico solo che potrebbe essere un modo per mettersi al servizio di questo paese e placare la tua coscienza
    Sperava di averle dato un buon consiglio alla collega poichè gli dispiaceva vedere qualcuno, qualcuno che cominciava quasi a vedere come un amica, in quelle condizioni fisiche e mentali.
    Voleva fra l'altro anche informarla dei suoi piani senza che quella notizia arrivasse un giorno prima della partenza, sarebbe stato crudele anche se ciò presupponeva che anche la collega un pò si fosse affezionata al suo compagno di viaggio.
    Questo pensiero era alquanto arrogante da parte sua motivo per cui non lo esternò per non sembrare troppo pieno di se.

    Attendeva ora una risposta per capire se i suoi consigli erano stati ben ricevuti o, al contrario, visti come un responso troppo duro e fuori luogo, visto e considerato che Alya doveva aver fatto uno sforzo enorme per confessare quanto accaduto a Sintad.
     
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    La ragazza si voltò verso Shikaku, con una mano ancora appoggiata all'asta di metallo.
    Aveva ragione: non ci aveva mai pensato a lavorare per conto del regno, invece di agire per conto proprio.
    Certo, non decideva lei le vittime e tanto meno poteva essere sicura che si trattasse di gente che meritava tale destino, ma avrebbe aiutato qualcuno in quel modo ed era sicuramente quello che aveva intenzione di fare, dopo il danno che aveva arrecato a ben due famiglie.
    Avrebbe potuto anche arruolarsi nell'esercito di Dwyn, anche se sapeva che erano ben poche le donne che decidevano di prendere le armi, nonostante dalle leggende avesse sentito che il capitano della guardia degli elfi fosse una donna.
    In ogni caso, avrebbe smesso di fare la mercenaria.

    Buona idea. Disse, mentre notava che l'atteggiamento dell'assassino era ben diverso dal solito: doveva aver capito la gravità della situazione e nemmeno la stava criticando per quello che aveva fatto.

    Non vedo l'ora che questa ferita guarisca. Aggiunse poi, voltandosi nuovamente verso il mare e fissando una piccola barca a vela che passava in lontananza Non sopporto di stare con le mani in mano.

    Spostò poi lo sguardo verso il molo alla sua destra, dove una fila di navi dalle grosse vele erano attraccate; una di quelle stava per partire e l'equipaggio a bordo si muoveva freneticamente spostando le cime.
    Invidiava quei marinai, che potevano passare la loro vita in mezzo al mare senza avere altre preoccupazioni se non quella di una tempesta.
    Era sicura che se avesse avuto la possibilità di nascere ancora, avrebbe scelto un'altra vita ed avrebbe rinunciato a quella attuale: se non fosse nata a Knagwar probabilmente starebbe esercitando tutt'altra professione.

    Se sei stanco torniamo indietro. È tutto il giorno che mi stai dietro. Disse poi, rivolgendosi all'assassino.
     
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    Shikaku;
    Alya apprezzò l'idea dell'assassino tanto da dare un risponso immediato e positivo a quella proposta.
    Di positivo c'era che Shikaku sapeva di avere una compagna di viaggio ma solo dopo che fosse guarita poichè sarebbe stato rischioso viaggiare senza essere al massimo della forma.
    Sulla strada avrebbero potuto incontrare deliquenti di ogni tipo e un Alya ferita sarebbe stato un bersaglio facile per eventuali nemici anche con i poteri di cui disponeva Shikaku.

    Mentre rifletteva su quanto tempo avrebbe preso la guarigione osservò un gruppo di barche che si avvicinava al molo, erano molto grandi rispetto alle altre ma l'equipaggio rimaneva composto principalmente di marinai.
    Nel luogo di nascita dell'assassino su alcune navi assumevano dei mercenari per assicurarsi una protezione totale contro assalti in mare aperto poichè quelle zone erano molto frequentate da pirati ma evidentemente il problema non esisteva in quel luogo.

    Non sono particolarmente stanco ma più tardi dovrò allenarmi quindi è una buona idea
    Rispose l'assassino alle parole della collega, rimanere ancora di più vicino al porto avrebbe significato perdere importanti ore di pratica che avrebbero potuto perfezionare ancora di più il controllo delle ombre.
    La notte almeno poteva essere certo che Alya fosse al sicuro mentre lui cercava di ottenere la materializzazione delle ombre senza il rilascio del demone.
    Per poter svolgere entrambi i compiti si sarebbe allenato in casa poichè l'addestramento in se non prendeva troppo spazio ne poteva in alcun modo danneggiare la sua struttura.
    L'altro tipo di allenamento avrebbe richiesto uno spazio aperto e sarebbe stato possibile solo dopo la ripresa della collega poichè fintanto che l'assassino si nascondeva nel mondo delle ombre non poteva influire su quello reale.

    Per la cena hai qualche idea?ho notato alcune locande e venditori ambulanti strada facendo che promettevano bene
    Chiese ad Alya non sapendo che piani avesse circa la cena, probabilmente non ne aveva nemmeno bisogno.
    Ciò era diverso per l'assassino dal momento che portare le catene richiedeva un consumo di energie notevole che il corpo non gli faceva più pesare tanto ci era abituato.

    In attesa di una risposta la sera calava su quello scenario tranquillo colorando di rosso ogni cosa dandogli quasi una sfumatura vermiglia, l'ambiente sembrava andare a fuoco dando a tutto ciò che toccava un aspetto diverso dal solito.
    Era come vedere un mondo completamente diverso da quello presente poco prima, un modo molto più bello che sembrava tirare il meglio da qualsiasi cosa toccato da quella stupenda luce.
     
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    Älya;
    Älya cercò di capire dove il ragazzo trovasse tutta quella energia per allenarsi, tenendo conto anche della pesante catena che portava costantemente, ma poi annuì e si allontanò dal lungomare, per ritornare sui suoi passi.

    Non si era accorta di quanto tempo fosse passato, finché non notò la luce arancio del tramonto, che colorava le pareti degli edifici ed allungava le ombre sul terreno.
    Ascoltò la domanda di Shikaku e ricordò l'ultima volta che aveva mangiato: era passato un bel po' di tempo.
    La verità era che col suo lavoro e con la sua vita nomade non aveva degli orari precisi per il pranzo o la cena: mangiava quando le capitava e solamente per sopravvivenza.
    Non che mangiasse poco, data l'energia che spendeva per arrampicarsi in giro come era solita fare, semplicemente lo faceva ad orari del tutto differenti tra loro.

    Certo. Ti guido. Rispose, comunque, cambiando strada e dirigendosi verso la via principale, dove di più c'erano locande; non era molto lontana dal porto, dato che la maggior parte dei clienti di quelle locande erano viaggiatori provenienti dal mare.
    La piazza del mercato si era notevolmente svuotata, dato che da un certo orario in poi i mercanti chiudevano baracca ed andavano via, per quel motivo la vista da lì era molto più ampia e si poteva vedere la strada principale, che la più larga e la più illuminata dalle lanterne, che i proprietari dei locali cominciavano ad accendere.

    Älya conosceva una buona locanda, dai prezzi non troppo alti, dove servivano una zuppa squisita e fu proprio lì che si diresse.
     
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    Shikaku;
    Alya decise di fare da guida all'assassino, forse conosceva un buon posto per mangiare.
    Shikaku si fidò delle parole della collega seguendola mentre lasciava quell'ambiente ormai colorato di rosso dal sole morente.
    Le strade che percossero erano relativamente vuote rispetto alla prima volta che le avevano attraversate ma forse dipendeva dall'orario poichè molte persone con l'avanzare della sera si ritiravano in casa o nelle varie locande del luogo.
    Di buono c'era che così potevano respirare entrambi senza sentire la fastidiosa presenza della folla, una cosa che avevano in comune e forse nemmeno l'unica ma questo solo il tempo l'avrebbe stabilito.

    Shikaku la seguì in silenzio, non era un tipo che parlava molto o molto spesso, anche se non avrebbe disprezzato una qualceh frase dalla collega:anche se breve dialogare fra di loro avrebbe migliorato il gioco di squadra e ciò sarebbe tornato sicuramente utile prima o poi.
    Anche così è una passeggiata piacevole, senza quella gente in giro posso godermi le decorazioni di Tenar
    Pensò Shikaku che così poteva osservare decorazioni mai viste prima ma nel complesso poco originali poichè sembravano le brutte copie di cose già viste nel corso del loro viaggio e venivano quindi etichettate come imitazioni di scarsa qualità.
    Solo un paio di motivi sembravano originali e forse in futuro li avrebbe usati ma per ora era affezionato a quello attualmente in uso quindi non l'avrebbe cambiato.
    L'analisi "artistica" degli edifici durò finchè non arrivarono alla locanda scelta da Alya che lasciò un impressione positiva agli occhi dell'assassino:l'edificio aveva una forma regolare ma era dipinto con originalità.
    Si vedevano dei cerchi un pò ovunque e questi cerchi erano circondati da altri cerchi collegati fra di loro quasi a descrivere una rete di strede e villaggi, la parte originale tuttavia era che ogni cerchio era contrassegnato da un simbolo diverso e tutti insieme i simboli davano il nome della locanda:l'ostello del guerriero.
    Il nome in se lasciava a desiderare ma poteva essere perdonato visto il modo in cui era scritto e la luce rossa del sole dava a quell'insegna un effetto visivo ancora maggiore sull'osservatore.
    Sembrava che tutte quelle strade, città e il titolo stesso andassero a fuoco dando all'entrata quel tocco in più che poteva attirare i clienti all'interno del locale.

    Shikaku prese la guida entrando nel locale così da assicurarsi che qualsiasi malintezionato se la vedesse prima con lui, e di certo nessuno sarebbe stato in grado di bloccarlo facilmente.
    Il posto era sicuto e tranquillo con un atmosfera all'interno che sembrava quella di una famiglia il che suscitava nel cuore dell'assassino un sensazione di fiducia.

    Alya era sicuramente entrata a quel punto e shikaku, certo di essere seguito dalla collega, si diresse verso uno dei tavoli ai bordi della sala così da assicurarsi un posto tranquillo nel caso di ospiti "allegri":a quell'ora non si sapeva mai chi poteva entrare quindi era meglio essere prudenti in ogni scelta effettuata fino al ritorno a casa di Alya.
    Posso usare casa tua per allenarmi con le ombre?è una cosa che prende poco spazio ma se a te non va bene troverò un altro posto
    Chiese alla collega non volendo passare per maleducato, in fondo era pur sempre casa sua ed era lei a decidere quel tipo di cose senza contare che quel tipo di allenamento poteva svolgerlo anche nel regno delle ombre.
     
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    Älya;
    Älya seguì il compagno fino al tavolo a cui aveva deciso di sedersi e poi si guardò un po' intorno: conosceva di vista un paio di uomini, dato che abitavano nei pressi di casa sua, ma era passato tanto di quel tempo dall'ultima volta che era tornata a Tenar, che le facce erano notevolmente cambiate.
    Anche il bardo che si sedeva sempre nello stesso angolo della locanda era diverso.
    Älya si chiese dove fosse finito quello che conosceva, la cui voce squillante catturava l'attenzione di ogni cliente, quando Shikaku le chiese se potesse usare casa sua per gli allenamenti.
    Fece spallucce e gli lanciò un'occhiata veloce. Nessun problema.

    Si rese conto che il realtà casa sua era un po' troppo piccola per gli allenamenti, ma nonostante ciò fu sicura che il compagno non avrebbe dato fastidio.
    Anche se aveva una voglia matta di passare la notte sui tetti, doveva rinunciare alla tentazione e rimanere in casa a riposare, altrimenti i tempi di guarigione si sarebbero notevolmente allungati e ciò sarebbe stato anche peggio.

    Rimase ad ascoltare la leggenda che il nuovo bardo stava raccontando, con la guancia appoggiata al palmo della mano e ricordò i tempi in cui le storie che narravano nelle locande le interessavano tanto.
    Dopo tanti anni di viaggio aveva imparato a memoria quasi ogni leggenda, tenendo conto di ogni variazione che i narratori potevano dare.
    Quella sera si stava cantando dei Tempi D'oro, quando i draghi non erano estinti e solcavano i cieli di Eirydia.

    Cosa ordinate? Una voce giovane la distrasse e la fece voltare verso il garzone che si era avvicinato al tavolo.
    Era magro come un chiodo ed aveva l'espressione incerta: forse stava lavorando da molto poco e ancora non sapeva come comportarsi coi clienti.
    La ragazza si chiese perché l'avessero messo a lavorare in sala, invece che a lavare le stoviglie in cucina, ma poi si decise ad ordinare.
    Una zuppa della casa e un boccale di sidro per me. Disse, voltandosi poi verso Shikaku e lasciando che il ragazzo appuntasse l'ordinazione su un blocchetto di fogli.
     
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    Shikaku;
    Alya acconsenti alla richiesta di shikaku che, avendo il permesso della proprietaria di casa, avrebbe sicuramente saltato alcne ore di sonno quella notte.
    Più dell'equipaggiamento lo preoccupava potenziare a migliorare l'uso dei suoi poteri poichè sapeva che tutto ciò di cui era capace con i poteri del demone altro non erano che le sue reali potenzialità.
    Un mistero era come lui da solo poteva essere capace di espandere un ombra oltre i limiti del corpo fisico che la proiettava ma un giorno sarebbe riuscito a raggiungere anche quell'obiettivo.

    Durante l'attesa un bardo cominciò a raccontare una storia sui draghi, poco interessante ma Shikaku la ascoltò lo stesso per ammazzare un pò il tempo.
    La storia narrava di come i draghi fossero quasi scomparsi da quel continente descrivendone le caratteristiche:la capacità di sputare fiamme che incenerivano qualsiasi cosa, uno sguardo talmente intenso da pietrificare il nemico dalla paura e infine scaglie più resistenti di armature capaci di resistere anche ai colpi dei più valenti cavalieri.
    La storia era arricchita di aneddoti e testimonianze su tali caratteristiche non sempre credibili ma adesso l'assassino sapeva cosa gli era sfuggito per tutta la giornata:i suoi attuali abiti non fornivano alcuna protezione da colpi nemici se si escludeva la catena.

    La soluzione era creare abiti resistenti come la sua catena ma al tempo stesso leggeri e flessibili e con la materializzazione poteva riuscirci, a condizione che la sua mente fosse abbastanza elastica da concepire il materiale in se.
    Con questo ho risolto il problema dell'equipaggiamento
    Pensò l'assassino per poi tornare con la mente completamente concentrata sull'ambiente circostante peraltro ancora vuoto e quasi privo di soggetti interessanti.

    Vide arrivare un ragazzo molto magro verso il loro tavolo, un garzone?il tempo di ascoltare le sue prime parole fu sufficiente a dare una risposta a questa domanda alquanto banale.
    Alya ordinò una zuppa e un bicchiere di sidro e Shikaku ordinò la stessa cosa fidandosi del giudizio dell'assassina, conosceva il locale meglio di lui quindi il piatto da lei selezionato doveva essere uno dei migliori odei più nutritivi.
    Una volta che il garzone andò via con le ordinazioni al tavolo tornò il silenzio coperto unicamente da un altra storia del cantastorie stavolta basata sugli spiriti maligni che infestavano eirydia.
    Si trattava di una storia con caratteristiche più macabre della prima ma altrettanto interessante tanto da attirare anche domande da parte degli ascoltatori.

    Shikaku non aveva interesse in tale storia poichè sapeva per esperienza quanto grande e malefico fosse il potere di un demone e quali effetti facesse ad eventuali osservartori.
    Sembra una città tranquilla ad una prima occhiata, non dovremmo avere problemi se teniamo un profilo basso
    Osservò Shikaku sperando di non essere smentito dalla collega oltre ad avere anche un altro obiettivo:quello di intavolare un discorso per non far sembrare l'attesa della loro ordinazione un eternità.
    Il suo pensiero andò anche ai tempi di recupero di Alya, ciò che lo preoccupava era la mancanza o l'abbondanza di tale tempo.
    In entrambi casi ci sarebbero stati dei problemi a cui preferì non pensare in quel momento per non rovinare il buon umore generato dall'aver pianificato come migliorare il suo equipaggiamento.
     
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    La ragazza si era concentrata nuovamente sui racconti del bardo, una volta che il garzone se ne fu andato con le ordinazioni, anche se la storia non le interessava particolarmente.
    Non riusciva a capire se fosse una dote oppure i bardi imparassero il modo di farsi ascoltare da tutti, senza risultare irritanti: ne aveva sentiti ben pochi con la voce impostata nel modo sbagliato, per questo non si stupì della folla che si era creata attorno a lui, soprattutto dei bambini che stavano seduti ai suoi piedi, con aria sognante.

    Sì, abbastanza. Rispose, quando Shikaku ruppe il silenzio tra loro. C'è tanta gente e siamo vicini al regno degli elfi, quindi i forestieri passano inosservati. Tenar è una grande città, la gente ha la mentalità abbastanza aperta. Aggiunse, tornando a guardare la benda che copriva uno degli occhi dorati del ragazzo.
    Non ricordava di averlo mai visto senza, per quello rimase ad immaginare come dovesse essere tenere dentro di sé un demone, bloccandolo con una benda sull'occhio.

    Deve essere un posto strano quello da cui proviene. Pensò, guardando nel complesso il compagno: costretto a convivere con un demone e con l'obiettivo di non deludere la propria famiglia, anche a costo di portare una pesante catena come un indumento.

    Sospirò, e poi si guardò intorno, notando che il garzone di prima si stava avvicinando con le loro ordinazioni.
    Piazzò di fronte ad ognuno di loro le due scodelle di zuppa fumante e i due boccali e poi si allontanò per andare a servire un signore barbuto non molto cortese.
    Älya assaggiò un cucchiaio della zuppa e notò che il sapore che le era sempre piaciuto tanto non era cambiato di una virgola: dovevano aver tenuto la stessa ricetta, dopo tutto quel tempo.
    Ricordava ancora quando aveva assaggiato la stessa zuppa, dopo essere appena sbarcata a Tenar per la prima volta, dalla nave sulla quale era salita di nascosto, per scappare da Knagwar: tutto le era sembrato un mondo completamente diverso, a partire dalla gente che era molto meno cupa.
    Si era sentita dispersa, ma si era abituata subito al nuovo stile di vita, tanto da non volerlo lasciare più: non era mai più tornata a Knagwar, infatti.

    Eirydia ti sembra molto diversa dal tuo paese di origine? Chiese, per evitare che il silenzio cadesse nuovamente.
    Da un certo punto di vista, doveva aver avuto la sua stessa esperienza.
     
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    Shikaku;
    Alya accennò a come quella città fosse avvantaggiata dalla vicinanza del regno elfico e l'assassino ipotizzò che fosse anche un luogo di passaggio per tutta eirydia.
    La presenza del porto faceva intendere che il posto era pieno di viaggiatori e passanti diretti al continente e ciò aveva probabilmente favorito la metnalità aperta del luogo ma forse come ipotesi er troppo fantasiosa.

    Il tempo passava e Alya sembrava concetrata su qualcosa, Shikaku non riuscì a capire di che natura fossero i pensieri che aveva in testa ma poteva dire che non erano diretti all'ambiente circostante:aveva l'impressione di essere analizzato da cima a fondo.
    Quel silenzio venne interrotto nuovamente dal sospiro della collega e dal garzone che portò le ordinazioni di entrambi, in un certo senso un salvatore poichè il non essere in grado di capire i pensieri della collega come di chi lo circondava lo metteva leggermente a disagio.
    Forse prima si stava chiedendo che aspetto avessi quando mi tolgo la benda, immagino che sia meglio mostrarglielo stasera per farla abituare piuttosto che traumatizzarla in missione
    Riflettè l'assassino consapevole che il suo aspetto in quei momenti era tutto tranne che tranquillizzante e molte persone erano addirittura svenute dopo pochi secondi.
    L'avrebbe introdotto il prima possibile poichè così avrebbe anche svelato un altro mistero su se stesso alla collega che avrebbe potuto farsi un idea ancora migliore sulle strategie future.
    Cominciò a mangiare la zuppa trovandola deliziosa, aveva un sapore forte ma non piccante con una punta di dolce.
    L'odore era invitante quanto il sapore e sembrava trascinare in tentazione dopo pochi secondi coloro che si trovavano davanti quel piatto caldo.
    La morale della favola era che aveva fattp bene a fidarsi del giudizio di Alya, il piatto non solo era buono ma sembrava anche ridarti tutte le energie perse in giornata cosa che Shikaku apprezzò molto.

    Prima di rispondere alla collega riflettè qualche secondo raccogliendo tutti i ricordi che aveva di casa propria e del luogo in cui era cresciuto per poi dire
    Non è molto diverso, le città sono più o meno simili con l'unica differenza che è un arcipelago formato da isole molto piccole. I governanti sanno che una guerra distruggerebbe tutto quindi regna la pace e ogni isola supporta le altre:è come essere in un alleanza formata da tanti piccoli stati.
    Dopo aver finito la spiegazione attese una risposta della collega che probabilmente avrebbe raggiunto la sua stessa conclusione:oltre alla pace quell'alleanza faceva in modo che ogni invasione esterna venisse annientata molto facilmente grazie all'aiuto della flotta dell'arcipelago.

    Ciò gli portava anche i ricordi delle missioni svolte in quei luoghi, il più delle volte si trattava di uccidere funzionari corrotti e i mandanti erano i capi dei governi di queli stessi corrotti.
    In altri casi il bersaglio era un governante che tentava di distruggere l'alleanza ed erano quelli i lavori che molto spesso lo mettevano nei guai causandogli spesso e volentieri anche l'imprigionamento in isole apposite.
     
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    Älya;
    La ragazza annuì, cercando di immaginare dove potesse trovarsi quell'arcipelago a nord di Eirydia, tracciando mentalmente un'ipotetica mappa delle sue dimensioni.
    Chissà quanti altri diversi continenti ci sono fuori da qui e chissà quali altri problemi ci sono lì. Si domandò, figurandosi un viaggio nell'oceano, per raggiungere, chissà dove, quei continenti lontani.

    Finì la sua zuppa e allo stesso modo il sidro che aveva nel boccale, mentre il bardo che era stato a cantare fino a quel momento stava andando via, magari diretto in un'altra taverna.
    Dopo un po' sentì la mancanza della sua voce in sottofondo, sostituita solamente dal vociare della gente e di qualche canzone stonata degli ubriachi al tavolo in fondo alla sala.

    In attesa che il compagno finisse la sua cena, decise di mettersi ad osservare la gente nella sala, che ormai si era completamente riempita.
    I clienti erano per lo più uomini, magari di ritorno dal proprio lavoro assieme ai compagni, per svagarsi un po' prima di tornare a casa dalle famiglie, ma a parte loro c'erano anche viaggiatori, accompagnati da bambini, gli stessi che stavano seduti in precedenza ad ascoltare le storie del bardo.
    Erano quasi tutti di razza umana, ma c'erano anche degli elfi, con il solito atteggiamento distaccato, che ne stavano in silenzio per i fatti loro.
    Älya si chiese da cosa dipendesse questa disparità nei comportamenti: se da una parte c'erano i silenziosi elfi, dall'altra i nani erano capaci di fare il baccano più assoluto, seguiti a ruota dagli umani, che si facevano facilmente trascinare, ma poi lasciò perdere.

    Spostò lo sguardo e notò l'oste dietro al bancone, rendendosi conto di non averlo notato prima: era lo stesso oste di sempre, eccetto alcune rughe d'espressione attorno agli occhi e qualche capello bianco in più, segno che il tempo era passato anche per lui.
    A parte l'aspetto, era lo stesso uomo che Älya ricordava, con quei movimenti esagerati ed il sorriso sulla bocca, rivolto a tutti senza eccezione, soprattutto alla ragazza che non gli aveva mai sorriso.
    Forse non si ricorda di me.

    Quando hai finito possiamo anche andare. Disse, rivolgendosi al compagno, mentre con gli occhi cercava il garzone, per pagarlo.
     
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    Shikaku;
    Alya rimase in silenzio immersa in chissà quali pensieri dopo la spiegazione dell'assassino per il resto del tempo tanto che lui stesso si chiese qual pensieri potessero impegnarle la mente così a lungo.
    Avrebbe preferito continuare a spiegargli qualcosa del suo luogo di origine ma adesso c'era un argomento più urgente da affrontare:la trasformazione.

    Finì la zuppa abbastanza in fretta, nonostante tutto aveva fame e la stenchezza doveva aver giocato una buona parte in tutto ciò, e chiuse la cena con il boccale di Sidro per poi rispondere alla collega
    Una volta tornati a casa devo farti vedere qualcosa di importante
    Spiegò brevemente Shikaku ad Alya mentre attendeva come lei il ritorno del garzone per pagare il conto.
    Le monete atte a quello scopo erano state estratte con rapidità dalla prima sacca di denaro:due monete d'argento sarebbero sicuramente bastate.
    La sacca di denaro tornò al suo posto una volta che i soldi del conto furono nelle mani dell'assassino pronti ad essere consegnati al garzone.

    Il ragazzo arrivò poco dopo con un aria molto più stanca di ciò che ricordava Shikaku e forse anche più magro di prima, se ciò era possibile ovviamente, e si fece pagare da entrambi per poi andare ad altri tavoli che stavano a loro volta aspettando il conto.
    Shikaku pensò che quel ragazzonon sarebbe durato molto se non metteva su un pò di massa muscolare:il solo vederlo così stanco e magro gli ispirava un senso di pietà che non gli apparteneva e ciò la diceva lunga su quanto fosse messo male quel ragazzo.

    Si alzò e si diresse alla porta assicurandosi che Alya lo seguisse di tanto in tanto, non voleva certo voltarsi e non sapere più dove andarla a cercare, per poi arrivare all'uscita.
    Aprì la porta e uscì per primo assicurandosi che all'esterno non ci fosse nessuna cattiva notizia ada attenderlo e, per sua fortuna, era tutto tranquillo.
    Attese che Alya uscisse a sua volta mentre osservava le strade ancora più vuote di Tenar
    é ufficiale, preferisco questa città di notte. di giorno c'e troppa gente per godersi la sua architettura
    riflettè l'assassino mentre faceva da scorta alla collega fino a casa sua con l'obiettivo secondario di assorbire quanto più poteva dagli edifici che lo circondavano anche se il meglio l'aveva già visto quando la strada si era svuotata nel pomeriggio.

    Riguardo quello a cui ho accennato nel locale, si tratta solo di abituarti al mio aspetto quando tolgo la benda. Può diventare complicato abituarsi subito e non vorrei causare problemi in missione
    Spiegò l'assassino consapevole che era colpa sua e del suo aspetto raccappricciante in quei momenti, quella degli altri era solo una reazione normale a qualcosa che non era evidentemente umano o di questo mondo.
     
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    Älya
    Älya;
    Quando l'assassino le confidò di volerle far vedere qualcosa di importante, lei lo guardò con un sopracciglio alzato ed un'espressione confusa e curiosa al tempo stesso.
    Non aveva idea di cosa potesse volerle far vedere di così importante ma rispose comunque con un cenno di assenso e si alzò dal tavolo, per pagare il ragazzo assieme al suo compagno ed uscire finalmente dalla locanda.

    Vide che Shikaku si allontanava verso l'uscita, ma lei rimase a guardare il ragazzino che si muoveva tra i tavoli con aria stanca.
    Chissà quanto ancora avrebbe dovuto lavorare.
    Älya si avvicinò mestamente a lui e gli allungò una moneta come mancia, dopotutto le dispiaceva che dovesse tanto: era ancora giovane.
    Lui alzò lo sguardo, stupito del gesto e la guardò curioso, senza dire niente; in tutta risposta lei gli scompigliò i capelli e poi si avviò verso l'uscita, per raggiungere il compagno, silenziosa anch'essa.

    Stava ancora pensando all'espressione stupita del ragazzino e al perché avesse deciso di compiere quell'azione, quando raggiunse il compagno e tornò in se stessa; lo superò e con un gesto lo invitò a seguirla.
    Quasi come se avesse letto nella sua mente, l'assassino le confidò di volerle mostrare la sua forma da demone, quella non censurata dalla benda che copriva uno degli occhi dorati.
    Si voltò verso di lui, continuando a camminare, fissando appunto la benda.
    È davvero così terribile? chiese seria, anche se il tono di voce nascondeva incredulità.

    Ne aveva viste tante nella vita, a causa dei suoi viaggi, ma anche a causa degli omicidi che era solita commettere, quindi non riusciva proprio ad immaginare quanto terrificante potesse essere la vista di un demone.
    Era sicura che il demone peggiore fosse proprio l'uomo, che uccideva i suoi simili per gioco.
    In effetti, la gente era capace anche di azioni ben peggiori dell'assassinio e nel farlo sapevano essere raccapriccianti.

    In ogni caso, fu curiosa di sapere come dovesse essere il demone contenuto nel corpo del suo compagno e, fortunatamente, l'attesa non sarebbe stata ancora lunga: casa sua era molto vicina.
    Ci arrivarono, infatti, qualche minuto più tardi ed Älya si avvicinò inconsciamente alla propria via veloce, per entrare in casa, ma poi ricordò tristemente della ferita e quindi ritornò sui suoi passi con una smorfia risentita.
    Aprì la porta di legno coperta di edera e fece spazio per far entrare Shikaku.
     
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    shikaku
    Shikaku;
    Alya chiese quanto terribile fosse il suo aspetto da demone e l'assassino in tutta onestà le rispose
    Onestamente non lo trovo così spaventoso ma tutte le volte che uso quella forma in presenza d'altri o scappano o ne sono terrorizzati al punto tale da lasciarmi fuggire senza nemmeno combattere
    Dopo aver risposto si disse che ne avrebbe approfittato anche per migliorare il suo equipaggiamento quella notte stessa tanto era questione di pochi secondi e forse avrebbe potuto fare a meno di quella mutazione per molto tempo.
    Questa ipotesi si avvicinava ancora di più alla realtà se gli allenamenti per il controllo delle ombre avessero dato i risultati sperati poichè, a quel punto, l'unico suo limite sarebbe stato quello di non poter espandere la sua ombra oltre certi limiti.

    Alya dal canto suo sembrava anche curiosa e questo prometteva bene, forse quella sera Shikaku avrebbe ricevuto un altra bella notizia oltre al completamento del suo nuovo equipaggiamento.
    Con la mente impegnata da questi pensieri e dal suo obiettivo secondario, ovvero la protezione della collega, arrivarono a casa.
    Alya sembrò tentare una scorciatoia ma, ricordandosi della ferit,a dovette ridirigersi alla porta e l'assassino non volette perdere l'occasione di stuzzicarla
    è un pò presto per quello ma se lo desideri posso fornirti un altro paio di gambe per arrampicarti controllate da me
    Disse con il solito tono scherzoso, darle un paio di braccia fatte d'ombra attaccate al suo corpo o altri organi atti alle scalate non sarebbe stato poi molto difficile ma dubitava che la collega prendesse sul serio un offerta fatta a quel modo.
    Forse stava sottovalutando la frustazione causata dal rimanere con i piedi per terra ma ormai era tardi per ritirare l'offerta nel caso fosse stata accettata.

    Una volta entrati in casa l'assassino chiuse la porta onde evitare di essere visto da passanti per poi sedersi a terra, li si trovava più a suo agio, e, dopo essersi assicurato di avere l'attenzione della collega, tolse la benda che copriva l'altro occhio.
    Istantaneamente l'aura, prima tranquilla e pacifica, emanata dall'assassino acquisi dei tratti inquietanti e il suo intero corpo divenne nero e ciò comprendeva anche il suo volto.
    Era diventato un ombra completamente nera praticamente senza volto che si poteva riconoscere solo dagli occhi dorati che creavano un enorme contrasto con quella superficie oscura che era la sua pelle.
    La sua ombra aumento di 10 volte il suo volume assumendo, non per volonta di Shikaku, una forma che somigliava a quella di un demone e insieme all'aura che emanava dava perfettamente l'impressione di una macchina assassina senza pari.

    Gli occhi dorati dell'assassino guardarono Alya per un secondo per poi dire
    Dal momento che ci sono ne approfitto per materializzare un equipaggiamento migliorato a cui ho pensato oggi
    Disse l'assassino ma ovviamente la voce stava uscendo dal suo corpo ma le labbra non potevano più essere viste e la cosa era abbastanza strana da sperimentare:parlare con qualcuno faccia a faccia senza che quest'ultimo l'avesse un volto da osservare.

    Ricoprì il suo corpo con l'ombra inquietante che ormai ricopriva gran parte del pavimento della casa chiudendosi in una sfera piccola abbastanza da contenerlo e materializzo quanto aveva deciso in gironata:nuovi abiti identici agli originali tranne per due fattori.
    Il primo era la presenza di un cappuccio che avrebbe indossato solo in caso di necessità ed il secondo era il materiale di tali abiti Che, anche mantenendo la flessibilità e morbidezza di prima, erano resistenti come un armatura di metallo il che gli assicurava una protezione assoluta di almeno due strati senza contare la catena.
    Il secondo passo fu il miglioramento dei pungiglioni che furono dotati di un meccanismo di espulsione del pungiglione e uno di espulsione del veleno l'uno separato dall'altro.

    Fatto ciò rimosse la sfera di ombre che tornarono sul pavimento a formare quell'inquietante figura che era probabilmente la causa dietro al terrore di tutti coloro che l'avevano vista ma Alya avrebbe reagito in questo modo?A questo punto solo il tempo avrebbe potuto dare la risposta a questa domanda.
    Come ti sembro in questo momento?
    Gli chiese con voce seria anche sapendo che non sarebbe stato facile rispondere ad una domanda del genere.
    Qualsiasi risposta andava accettata e anche se ci fosse rimasto male dopo averla ascoltata avrebbe continuato a fare squadra con lei fintanto che la collega lo avesse voluto.
     
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