Quest Primaria: Messaggeri verso Maj'krat

Fazione Regno

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  1. #The Mad Hatter#
     
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    Rosalinda;
    La discussione , secondo Rosalinda , si concluse dopo che l’uoma rispose in modo autoritario e senza giri di parole ciò che voleva far intendere , che però la prima volta non era riuscito a spiegare abbastanza bene dato che le due giovani non riuscirono a comprendere .Perciò la loro marcia riuscì a riprendere e Rosalinda sperava che l’uoma non si fermasse ogni secondo e potessero pianificare tutto una sola volta .Perciò Rosalinda diede un colpo lieve sul cavallo che riprese a camminare a velocità media stando al passo con gli altri .Il cammino procedeva normalmente , senza far sentire la mezz’elfa osservata ma sempre piena di sicurezza per quanto riguarda il compito che doveva portare a termine che , senza l’aiuto degli altri due , non sarebbe riuscita a compiere .Perciò ognuno , in quel momento , era importante per determinare le sorti del compito .Ad un certo punto , in mezzo al prato , video un cavallo in piedi .Al primo istante immaginò che ci fosse , da qualche parte , un “ qualcuno “ intento a colpire .Stava per allarmare quando l’uoma urlò di mettersi in riga .Così , senza fare obbiezioni , si mise dietro la mezz’elfa e la circondarono davanti e dietro .Fatto ciò Rosalinda si fermò per un momento e fece girare il cavallo per controllare che dietro di loro non ci fosse nessuno .Difatti non c’era nessuno .Vuoto ,Anche in mezzo al campo , adesso , non c’è più nulla .Guardò stupita aggrottando le sopracciglia e , ancora stranita da quel cavallo che sembrava essere scomparso nel nulla , riprese a marciare insieme agli altri e li raggiunse a velocità più spedita .

    Passarono pochi minuti e l’uoma riprese dicendo , anzi , urlando : Fermi qui ! facciamo una pausa ! Era la prima fermata che il gruppo aveva svolto .Finalmente arrivò per Rosalinda il momento per fermarsi e riposarsi un momento per poi riprendere .Fermati , la ragazza vide gli altri due scendere dai cavalli e distendersi sul prato .Lei rimase un momento ferma sul cavallo a pensare : E’ molto strano ... spero che quel cavallo non verrà più rincontrato da parte nostra .Potrebbe portarci in seri pasticci .Strano , però , che un cavallo stia a guardare della gente come fosse una specie di messaggero che avrebbe portato un messaggio a qualcuno che poi ... poi … E così finì il suo pensiero proprio quando notò tutti , oramai scesi , tranne lei .Così scese dalla sella e accarezzò il cavallo dicendo . bene vecchio mio .Vai a riposarti .Detto ciò , il cavallo si avvicinò al ruscelletto assieme agli altri due cavalli e cominciò a bere .A dire la verità , anche osalinda pativa un po’ la sete .Era una delle giornate più calde … d’autunno , neanche fossero in estate ! Perciò anch’essa si avvicinò al ruscello , si bagnò la faccia e prese in due mani dell’acqua e bevette un sorso d’acqua .Poi si andò a distendere sull’erba , vicino ai due compari , e so poggiò su un masso che spuntava da terra e incrociò le braccia dietro la testa per ammorbidire l’appoggio .Cercò di chiudere gli occhi un momento , ma la sua attenzione si puntualizzò sulla mezz’elfa che sembrava fissarla per cominciare una discussione .Così aprì l’occhi sinistro e poi si girò , verso di lei , con la testa .Salve , il mio nome è Rosalinda .Come va ? Ti senti un po’ stanca o osservata .Beh lo sarei anch’io osservata sapendo di avere mille occhi puntati verso di me poiché sono quello che definirebbero il “ fiore da proteggere “ .Ma , sinceramente , non mi piace essere appellata con quel nomignolo , possiamo dire . Detto ciò le sorrise per rassicurarla poiché la vedeva un po’ agitata .
     
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    Tichondrius;
    Dopo l'insolita spiegazione dell'uoma nessuna delle due nonne sollevò più l'argomento dei cavalli e del fatto che il leader volesse stramazzarli al suolo dalla fatica e questo almeno era un passo avanti. L'uoma, sapendo che la disciplina non era stata temprata a dovere nel gruppo che era stato messo insieme dal re, sperava di ottenere la fiducia delle due ragazze con le sue azioni, in modo da far comprendere al gruppo che prendeva le sue decisioni nell'intento di fare il bene della squadra e della missione e, per tanto, ci si poteva fidare di lui. Dopotutto aveva compiuto molte missioni come quella e anche più difficili e, per tanto, non si trovava certo in una situazione nuova ed inesplorata. Era ferrato nel prendere decisioni in fretta da cui seguiva l'esito di una missione, era abituato ad avere un protone al suo comando e anche a stare in modo efficiente sotto al comando di un'altro individuo. Era il miglior esempio di soldato che si potesse mai trovare, era persino riuscito a guadagnarsi la facoltà dell'autonomia e di non dover più rispondere all'arishock. Il capo della comunità uoma su questo continente, quindi il capo degli uoma di Eirydia.
    Il viaggio dal momento in cui il discorso sulla salute dei cavalli si era chiuso si era svolto tranquillamente e nel migliore dei modi. Non c'erano stati assalti o imprevisti e data la situazione fisica dei cavalli, si erano fermati a riposare un po. Le due donne si erano adagiate sedendosi sopra un masso mentre l'uoma stava in piedi accanto al suo spadone in all'erta per reagire immediatamente all'arrivo di un qualsiasi estraneo o imprevisto. I cavalli erano andati al fiumiciattolo e bevevano avidamente per riprendere le energie.
    La sua figura si stagliava torreggiante sulla radura, era alto quasi quanto un albero e quasi il doppio delle due compagne che, in quello stranissimo quadretto sembrava, in proporzione, un genitore con le due figlie. Naturalmente, nella mente di Tichondrius, non si sarebbe mai potuta formare o essere degna di nota una tale analogia. Nella sua mente non c'era posto per certe sciocchezze. Osservando l'ombra che la spada proiettava sul terreno, l'uoma decise che avrebbero ripreso il cammino solo quando l'ombra si sarebbe spostata a ore sei. La resistenza alla fatica dell'uoma era decisamente maggiore rispetto alle colleghe di missione ed era certo meglio disciplinato. Per questo restò in piedi non sentendo alcun bisogno di sedersi o sdraiarsi. Per lui fare una pausa dagli scossoni del cavallo e dalla cavalcata in se era già sufficiente.
    Nell'attesa che il tempo della pausa terminasse, Tichondrius provò mentalmente qualche schema di combattimento. Non sapeva che tipo di magia praticavano le ragazze ma era chiaro che, qualsiasi magia fosse, erano in grado di farla a distanza. Perciò una formazione a triangolo sarebbe stata perfetta. Poteva incidere i gruppi nemici frontalmente come un cuneo e lasciare che le maghe operassero in supporto dalle retrovie, naturalmente doveva giocare e combattere in difesa, possibilmente in una posizione mediamente avanzata. Doveva mettere sufficiente spazio da poter braccare un nemico che passava le sue difese prima che giungessero alle sue protette e doveva anche fare in modo che la distanza non fosse eccessiva in modo da arretrare prontamente e rapidamente se qualche abilità speciale nemica avesse consentito loro di giungere alle sue compagne superando la sua guardia. In quel caso doveva essere in grado di andare indietro ed intervenire in loro aiuto. Con lo spadone gigante che possedeva e l'estensione del suo braccio aveva una portata di circa cinque metri, il che rappresentava un vantaggio in quel tipo di occasione lasciando diverse soluzioni protettive e difensive. Tra l'altro la sua forza gli permetteva inoltre di allontanare con un solo fendente un nemico portandolo a distanze adeguate per cessare il pericolo e ciò era possibile anche parando il colpo se imprimeva la giusta dose di forza.
    Gli uoma non possedevano quasi mai la magia, per loro era una macchia e, ogni essere che la possedeva era pericoloso. Sul suolo del mondo, tuttavia, molte razze erano create e traevano forza dalla magia e, per tanto, la veneravano come qualcosa di potente e utilissimo. Tichondrius non aveva certo solcato il mare orientale per venire ad istruire le menti semplici e fuorviatili ai rischi e false promesse di potere della magia. Per tanto erano liberi di utilizzarla come meglio ritenevano, certamente se la magia avesse rischiato di far scendere il loro pericolo su di Hellfalas, lui avrebbe reagito con tutta la forza e la potenza che possedeva e nessun mago o trucco magico aveva mai avuto la meglio sul guerriero mastodontico.
    Aveva persino partecipato a varie missioni di cattura e di imbrigliamento di individui uoma macchiati dalla magia. Nella loro cultura essi venivano guidati, controllati e affidati ad un soldato di grande esperienza che potesse fare in modo che il potere sviluppatosi fosse usato correttamente senza arrecare danno a nessuno. Gli uoma erano famosi per la loro forza enorme e gli individui che acquisivano la magia erano segnati dalla stessa particolarità avendo poteri enormi. Per questo i maghi della loro comunità erano tenuti sotto stretto controllo e venivano annientati quando il loro potere andava fuori controllo. Tichondrius aveva portato a termine moltissimi in carichi nell'ordine dei poteri degli uoma, quindi affrontare le doti di razze minori non doveva rappresentare un problema.
    Tichondrius decise di lasciar socializzare le due un'altro po' per poi indire una riunione tattica per condividere i dettagli sulle abilità di ciascuno e determinare delle strategie di combattimento. Attese quindi pazientemente tornando con lo sguardo verso la radura in qualità di vedetta. Appena le due ragazze avrebbero terminato le presentazioni avrebbero dovuto pensare a questioni di pianificazione.
     
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  3. #The Mad Hatter#
     
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    SPOILER (click to view)
    Nonne ? XD
     
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    Elen;
    La ragazza, come rispondendo alle preghiere di Elen, le rivolse la parola cominciando un discorso.
    Disse di chiamarsi Rosalinda le disse che sicuramente doveva sentirsi osservata visto il suo compito in quella circostanza e il fatto di essere, apparentemente, la più debole del gruppo.
    Elen le sorrise rispondendo con un sorriso rassicurante
    Il mio nome è Elen. In generale non sono portata per il combattimento ma farò del mio meglio per curare qualsiasi tipo di ferita, anche se non si direbbe sono una maga bianca ed è l'unico modo in cui posso rendermi utile
    Eventualmente avrebbe spiegato anche di essere un evocatrice ma per lei era importante impegnarsi a fare la sua parte, come se promettendolo a Rosalinda lo avesse promesso a se stessa. Una promessa che avrebe mantenuto a qualsiasi costo.

    Adesso che la discussione era stata avviata fra l'altro poteva chiedere alla ragazza una cosa che l'aveva incuriosità sin dall'inizio del viaggio
    Secondo te perchè hanno deciso di farci fare il viaggio via terra?sono abbastanza sicura che avremmo potuto volare fino a Maj'krat risparmiando molto tempo
    L'unica cosa che poteva aver giustificato quella scelta era legato al fattore segretezza:come gruppo a cavallo avrebbero attirato meno l'attenzione rispetto a un viaggio a cavallo di volatili anche se con la velocità di spostamento del rock avrebbero compiuto quel viaggio in brevissimo tempo e sicuramente non sarebbero stati notati sul dorso dell'enorme aquila.
    L'aquila sicuramente avrebbe attratto l'attenzione ma sarebbe stata classificata come una stranezza e ammirata per la sua figura regale senza andare oltre quel primo stadio, in fondo chi mai avrebbe potuto sospettare che su un mezzo, così facile da individuare, si trovassero un gruppo di individui con una missione così importante?.
    Rosalinda avrebbe sicuramente raggiunto la stesa conclusione ma quell'assunzione poteva essere sbagliata e il motivo era più semplice di quanto non sembrasse.

    Durante il dialogo la ragazza si godè la temperatura, per lei perfetta, e l'ambiente che a circondava e anche la roccia su cui poggiava sembrava essere diventata più comoda ma era sicuramente un impressione data dallo stato di rilassamento del suo corpo.
    Nonostante il cappello a punta blu le sue orecchie di mezz'elfa potevano ascoltare molti se non tutti i rumori intorno a lei, i rumori della natura come lo era lo scorrere del fiume o il vento che sembrava sussurrare alle loro orecchie chissà quali frasi alle orecchie dei viaggiatori abbastanza sensibili da notarle.
    Si aveva l'impressione di non essere mai soli e la cosa era comfortante in un certo senso poichè lei si sentiva in quel modo protetta, oltre che dai due compagni di viaggio, dalla natura stessa che sembrava avere nei suoi confronti l'atteggiamento di una madre.

    In ultimo la ragazza notò che l'uoma si era girato per controllarle anche se per poco, che avesse qualcosa da dire?in quel caso aveva anche avuto la buona idea di lasciare del tempo alle due per dialogare ma era meglio non abusare della pazienza di un uoma poichè, più di altre razze, mettevano in soggezione la piccola mezz'elfa e ciò non era mai un bene.
    D'altro canto sembrava una persona che sapeva il fatto suo e, nonostante i suoi modi bruschi, sapeva di poter affidare la sua vita a lui senza correre alcun rischio.
    In casi di emergenza avrebbe evocato uno dei guerrieri a sua disposizione per proteggere il gruppo ma dubitava che avrebbero incontrato qualcun forte abbastanza da abbattere un uoma così forte ed esperto.


    Edited by evil-naraku - 11/6/2014, 22:35
     
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    Con l'autorizzazione di Xariel per il piano, e con l'autorizzazione di Fextis per il procedimento del post muoverò all'interno del mio post sia Tichondrius che il nostro avversario.


    uomadied_zpse6b1384a
    Tichondrius;
    Tichondrius aveva volutamente deciso di lasciare alle due signorine, il tempo di riposarsi e di scambiare due chiacchiere magari per conoscersi meglio, per stabilire un legame, una fiducia reciproca e una stima l'una verso l'altra. Tutte queste qualità sarebbero state utili durante la loro missione e durante i combattimenti facendo in modo che almeno loro due sarebbero state capaci di stringersi e di aiutarsi a vicenda. Con un po' di fortuna, in questo modo, la squadra sarebbe divenuta maggiormente capace e consapevole e per l'uoma sarebbe stato meno necessario dover intervenire continuamente per badare a loro due. Tuttavia per il bene della missione e per la sicurezza di tutta la squadra, non poteva lasciare loro moltissimo tempo. Avrebbero dovuto studiare e pensare un piano di attacco, un piano di difesa ed una serie di strategie tattiche da utilizzare in combattimento. Ciò li avrebbe sicuramente rallentati sulla tabella di marcia ma sicuramente avrebbe giovato in maniere decisiva sul buon andamento della missione. Dopotutto era quello che l'uo insegnava a tutti i credenti, sia uoma che non. Pianificare e stare attenti ai dettagli creando una attenta strategia che spazia ogni possibile ipotesi di ingaggio contribuisce a tenere il plotone e ogni singolo membro preparato a qualsiasi evenienza.
    L'uoma stava già facendo i suoi calcoli e pianificando le sue strategie cercando anche di trovare le parole per motivare le sue scelte e i suoi piani. Il fatto che le due donne non fossero cultrici dell'addestramento, dell'ordine e della disciplina rendeva le cose un pochino più difficili. Differentemente dai cultori dell'uo, non avrebbe accettato senza obiezioni ogni strategia del loro arishock, ma avrebbero sicuramente provato ad obiettare e, a tal motivo, servivano anche spiegazioni e motivazioni apportate da casi ed esempi concreti, magari di schemi da incidere sul terreno per poterle convincere. Tutte chiacchiere inutili che l'uo non approvava. Ma di certo, l'uo diceva anche che in ogni situazione bisogna essere anche disposti a tutto per il bene di una missione, specialmente quelle estremamente importanti, come in cui si trovavano ora. Quindi la stessa disciplina dell'uo forniva un'adeguata quanto noiosa scappatoia per consentire il fatto di perdersi eccezionalmente in chiacchiere e spiegazioni superflue.
    Il tempo per le due donne di conoscersi era scaduto!
    Avevano cose più importanti di cui discutere.
    Bene serah, rimanderemo le chiacchiere mentre riprenderemo a cavalcare. Nessuno ci vieta di parlare durante il viaggio. Ora, però, tratteremo argomenti con un maggior livello di priorità! Dobbiamo preparare delle strategie e degli schemi di combattimento nel caso in cui...
    Tichondrius non ebbe la possibilità di finire la frase, ne tanto meno di affrontare l'importante problema di definire un piano di combattimento poiché la loro sosta tranquilla nella radura stava per essere disturbata diventando, molto poco tranquilla.
    Un essere in nero coperto da una veste da mago e una maschera dalla forma di un teschio caprino, una delle più malvagie rappresentazioni del male, che rappresentavano cultori della magia più oscura che potesse mai esistere stava seguendo la scena del terzetto di guerrieri da un'altura di quel luogo collinare. Nessuno, fosse stato anche dotato dei più grandi e potenti sensi e abilità percettive ne avrebbe potuto avvertire la sua presenza. Le magie occulte lo rendevano praticamente impercepibile. Ma infatti non era certo di lui che bisognava preoccuparsi. Il suo intento era osservare, esaminare e valutare.
    Indisturbato e non visto, tracciò in aria una serie di simboli infuocati che tracciarono un circolo fiammeggiante sul terreno, alle spalle dell'uoma, all'interno della radura dove si erano fermati. Dal circolo fiammeggiante si continuarono a tracciare linee e simboli. In pochi secondi, il procedimento fu completo e il circolo rappresentava un maschio di magia nera. Un portale di evocazione per essere più precisi.
    L'uoma si voltò riconoscendo i simboli e allertando le sue compagne di missione:
    In guardia serah! Siamo sotto attacco!
    In pochi secondi, la zona di terreno pervasa dalle fiamme, ma ancora integra si sgretolò, all'interno al perimetro del cerchio tracciato sul suolo, la terra cadde come in una pozza circolare di magma. Un braccio di roccia e fiamme sbucò dal liquido incandescente afferrando la parte di terra ancora integra e issandosi su di essa emerse dal portale di evocazione.
    Era un essere mostruoso, persino più grande e massiccio dell'uoma. Un mostro di roccia incandescente con vari anfratti e crepature dal quale si riusciva a sentire l'energia pulsante del magma vulcanico. Una creatura oscura con i propositi più neri: un golem di magma.
    Riuscito ad emergere e raggiungere la superficie verdeggiante della terra, il portale alle sue spalle si chiuse, in questo modo non avrebbero nemmeno potuto rispedirlo da dove era arrivato. I suoi piedi fiammeggianti rilasciavano piccoli schizzi di magma ad ogni passo minaccioso verso la compagnia mentre quel liquido incandescente cominciava a bruciare l'erba e, se non stavano attenti, gli alberi che delimitavano la radura in cui si trovavano. Se le cose non sarebbero state adeguatamente trattate e domate, anche vincendo il golem sarebbero stati uccisi dalle fiamme. Tichondrius imbracciò il suo spadone pronto a combattere mentre il golem decise di ruggire sonoramente proprio contro di lui emettendo dalla sua bocca un getto di aria caldissima che avrebbe potuto anche ustionarlo se fosse stato più vicino e c'erano anche scintille di fuoco che guizzavano di tanti in tanto.Serah... - Disse rivolgendosi a Rosalinda - ...sta vicina al messaggero e proteggila! Copritemi e supportatemi dalle retrovie e non avvicinatevi al mostro per nessun motivo! Non è un'avversario comune!
    Quelle ultime parole le disse più a se stesso che al gruppo, anche se era detto a voce sufficientemente alta affinché potessero sentirlo.
    Intanto lo stregone osservava dall'alto la scena. Stanco di tanto teatro eroico, tracciò nell'aria altri simboli. Gli occhi del golem si accesero e divenne quasi impazzito. Furioso e completamente fuori di se attaccò con l'uoma con una coppia di pugni dall'alto verso il basso cercando di schiacciarlo immediatamente, ma rispose con prontezza balzando indietro. Poi lanciò due grosse zolle di terra che infiammò con una sola pressione delle mani dirette contro le due donne sulle retrovie. Tichondrius però balzò in aria e con due fendenti possenti le taglio entrambe in quattro parti ciascuna. A discapito della stazza aveva una preparazioni fisica notevole, tutto ciò grazie alla disciplina e alle ferree dottrine militari che molte altre razze consideravano troppo dure.
    Una persona comune avrebbe detto al golem che avrebbe toccato quelle donne solo dopo essere passato sul suo cadavere. Ma le chiacchiere e le parole inutili non erano ben viste dall'uoma. Tuttavia le sue azioni la stavano dicendo al posto della sua lingua.
    Si lanciò con foga indescrivibile e spaventosa persino per i suoi stessi compagni di squadra ruggendo come solo un uoma può fare. Colpì il golem direttamente con una gomitata dritta al petto, ben coperta dalla sua spessissima corazza. Il suo avversario andò all'indietro barcollando. Poi usando la spada da vero dispensatore di morte, la abbassò contro il mostro con la forza di cento uomini super agguerriti. La terra stessa tremò di fronte al colpo che si abbatte sul golem ma riversò la sua violenza al suolo mandando la roccia di cui era composto in frantumi.
    Ritraendosi indietro tirò su un verso di stizza per la delusione su quanto fosse stato facile mandarlo al tappeto.
    Tichondrius si voltò quindi di spalle per tornare dalle sue compagne quando si sentì il sinistro rumore di ciottoli e pietre che rotolavano. Stavano tornando al loro posto sull'immenso e ampio corpo del golem. Secondo dopo secondo che i frammenti tornavano al loro posto. Il loro acerrimo nemico riprendeva vita rialzandosi da terra e risultando ancora più arrabbiato e furiosi di prima. Troppo sconvolto da ciò che stava vedendo, l'uoma non poté scansare ne evitare il violentissimo manrovescio che gli diede il golem facendolo volare all'indietro mandando in frantumi la roccia su cui, poco prima, stavano comodamente sedute le due ragazze.
    L'Hellfalas si rialzò lentamente e dolorante massaggiandosi la mascella che era ora segnata dalle ustioni e recuperò il suo spadone. L'attacco, e tanto meno, lo scontro, non erano ancora finiti.
    Il golem era capace di rigenerarsi dalle ferite fisiche e l'uoma non possedeva alcuna magia che potesse influire positivamente su roccia e fuoco. Non restava altro da fare che proteggere le ragazze e sperare che la loro magia potesse fare qualcosa in più di ciò che aveva fatto lui. Se non lo mettevano al tappeto avrebbe avuto la forza di schiacciare tutti e tre.


    CITAZIONE
    • Un losco figuro impossibile da vedere o da percepire poiché è occultato dalla magia nera ha evocato un golem di magma
    • Il golem ci attacca
    • Tichondrius sembra averlo steso ma sembra ricomporsi dagli effetti degli attacchi fisici
    • Vediamo che succede con la magia...
     
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    Elen;
    Rosalinda non ebbe il tempo di rispondere alla domanda della mezz'elfa poichè l'uoma chiamo entrambe adducendo come motivo una riunione strategica.
    Elen aveva previsto che presto o tardi sarebbero state reduante dal capo della spedizione ma non così presto.
    Si stava per mettere in manrcia incitando la ragazza a seguirla quando la sua attenzione venne catturata da un mago posizonato molto in alto, aveva una maschera che la ragazza aveva visto nei libri della famiglia elfica, era un adepto della magia oscura e quei simboli infernali visibli in aria erano il segnale di un evocazione.
    Evocazione che fu un successo considerando che un cerchio magico dello stesso colore di quei simboli imbrattò la terra con la sua magia oscura.
    La mezz'elfa provò prima una sensazione di ribrezzo per quella scena e poi la sensazione conosciuta come paura poichè sapeva che qualsiasi cosa fosse stata evocata non avrebbe avuto buone intenzioni.

    La creatura evocata fu un golem di fuoco o, per meglio dire, di magma che rischiava anche di causare un incendio in quella zona con un movimento sbagliato.
    Era ovviamente pericoloso ma l'intuito di Elen le diceva che avrebbero fatto meglio a fuggire e non combattere quell'essere per il bene della squadra.
    Lei poteva salvarsi dalle fiamme ma rifiutava di lasciare indietro due compagni di viaggio se ciò fosse accaduto.
    Quel colosso mostruososi diresse contro l'uoma che combatte con onore schivando i suoi pugni e contrattaccando abbattendolo, era davvero una persona affidabile in battaglia nonostante i suoi modi bruschi.
    Elen stava per ritirare la barriera che aveva eretto intorno a se e Rosalinda, che era al suo fianco, quando vide i sassi rotolare verso il corpo fatto a pezzi del golem.
    Si stava ricomponendo e la mezz'elfa tentò di avvertire il compagno di farsi da parte o parare il colpo ma non fece in tempo:ancora una volta era troppo debole per proteggere coloro che le stavano intorno.
    Si odiò per questo ma si sarebbe rifatta adesso curando il guerriero uoma, le sue ferite e ustioni sarebbero guarite nel giro di pochi secondi permettendogli di rialzarsi senza alcun problema come se non fosse stato mai colpito dal colosso di roccia e magma.

    Oltre a questo la maga cominciò il rituale di evocazione lei stessa facendo comparire sul terreno dei simboli oscuri, come lo era la natura della sua evocazione, che avrebbero formato 3 cerchi concentrici e tutti dicevano la stessa cosa.
    La frase elfica inscritta per 3 volte era una citazione:temetemi poichè ciò che portò nel cuore è oscurità e ciò che bramo è di riempire con essa i vostri cuori.
    Dal cerchio emerse una donna completamente avvolta dalle tenebre dai lunghi capelli neri fluttuanti quasi fossero dotati di una volontà propria.
    L'oscurità che la avvolgeva impediva di capire come fosse vestita cosi come molti altri dettagli della sua persona ma una cosa era certa: con lei al loro fianco nulla di male poteva accadere alle due ragazze.

    L'essere oscuro guardò Elen e capì istintivamente cosa la sua padrona voleva che facesse:proteggere la squadra e dare loro il tempo di sconfiggere il nemico o fuggire.
    Tutte le escrescenze filiformi attaccate al suo corpo vennero puntate nella direzione del golem lanciando delle sfere nere che avrebbero accecato quel mostro permettendo all'uoma di attaccarlo senza rischiare di essere visto.
    Le sfere nacquero come puntini neri per poi crescere rapidamente di diametro fino a fermarsi a pochi centrimenti prima del lancio.
    Se fosse servito aveva pronto un altro carico di sfere oscure pronte a essere lanciate, generate subito dopo la prima scarica.
    Dopo l'attacco che quella donna oscura aveva lanciato la mezz'elfa le disse con un sorriso
    Grrazie dell'aiuto
    Era un evocazione quindi era normale che facesse ciò che le veniva ordinato ma la mezz'elfa aveva un cuore d'oro e non riusciva a vedere quegli esseri che la proteggevano come dei semplici servi bensi come degli amici.
    Nonostante questa idea alcune delle evocazioni tendevano a trattarla come fosse una nullità ma sepva, in fondo al suo cuore, che nessuna di loro rimpiangeva di averla come padrona.
    Dal suo punto di vista tutte le evocazioni avute in dono dalla sua famiglia erano come dei babysitter o dei guardiani che la stavano aiutando a crescere anche se ognuno a modo suo.
     
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  7. #The Mad Hatter#
     
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    Rosalinda;
    Il tempo delle discussioni stava oramai per terminare a causa di un interruzione da parte dell’uoma il quale radunò le due ragazze per decidere quale dovesse essere il piano d’attacco .Così intenta a rispondere alla domanda posta dalla mezz’elfa Rosalinda rimase immobile e si voltò verso l’uoma .Meglio se andiamo .Così riprese tutto ciò che aveva lasciato per terra e si alzò faticosamente a causa del sasso rigido e poco comodo .Alzata sbatté la sua veste poco sporca di terra asciutta e si avviò verso l’uoma .Che brutto presentimento .Pensò sentendo qualcosa che non stava fissando lei bensì la mezz’elfa accanto a lei .Girò la testa di 45 gradi ma non vedeva nulla , nemmeno quel cavallo nero in mezzo al prato .Così cercò di non farci caso e arrivò dall’uoma sempre pensosa .L’uoma iniziò a emettere parole che però Rosalinda non sentiva o meglio non voleva sentire .Difatti l’unica cosa che sentiva era questo : Non capisco ... cos’è questo presagio .Sento un qualcosa … qualcosa tipo un essere che si trova dietro le nostre spalle ma effettivamente non c’è ness … Il pensiero si fermò in quell’istante .L’uoma dichiarò lo stato d’allerta .Dietro di loro c’era un individuo con veste nera e maschera bianca come il latte .No non può essere … Era difatti quello che Rosalinda sperava non fosse .Però non aprì bocca e , la prima cosa che le venne in mente , fu quella di mettere in salvo la messaggera .Vieni con me , non c’è tempo da perdere ! E si andarono a nascondere dietro un arbusto .Ecco restiamo qui .Intanto si accorse di un tremore sotto i piedi , tipo un terremoto .Da un cerchio di magia nera emerse una specie di mostro gigante avente corpo composto prevalentemente da fuoco e magma .

    Magnifico … Fu l’unica cosa che le uscì dalla bocca .Difatti la ragazza era sempre stata contraria alla magia nera e alle evocazioni a livello negativo però c’era sempre stato quel non so’ che in quelle arti che l’aveva incuriosita .Però non era il momento di pensare ma era quello di agire .L’uoma aveva cercato di debellare la forza del mostro sferrando attacchi diretti che però non erano efficaci poiché gli arti si rigeneravano mentre la mezz’elfa evocò un evocazione che sferrò della sfere da terra e le scagliò verso il mostro di lava .Tocca a me .Pensò .Proteggi la messaggera ci penso io con il golem .Disse invece all’uoma .In un istante si avvicinò al golem e lo studiò in poco tempo .Perfetto , so’ quello che devo fare .Rosalinda evocò 10 cerchi da terra da cui spuntarono diversi individui antropomorfi alti quanto lei composti solamente da acqua .Quei 10 esseri venivano comandati dalla bacchetta di Rosalinda la quale decise di sferrare un attacco diretto elementare , il principale attacco contro un golem così .Iniziò a unire uno a uno i 10 Aguatici creandone uno unico di altezza 10 volte maggiore , ma non quanto il golem .Però sperava che qualcosa potesse fare .Così indirizzò il loro attacco verso il golem .L’Aguatico sarebbe dovuto esplodere all’impatto con il golem , composto da fuoco e roccia .Così una parte poteva essere sistemata , ma mancava la parte di roccia .Per questo sapeva benissimo che incantesimo utilizzare .Mentre l’Aguatico sarebbe esploso verso il golem , ella avrebbe fatto un movimento con la bacchetta come il simbolo dell’infinito e avrebbe sfruttato l’incantesimo appena appreso .Così era pronta per invocare l’incantesimo e disse : Arevaldus .Questo incantesimo avrebbe permesso di far esplodere la parte di roccia rimanente in piccoli pezzi .Se sarebbe successo poi , per non far riuniformare il golem , avrebbe invocato anche l’incantesimo terreno “Subsido“ il quale avrebbe evocato mani ,composte da terra , dal terreno che avrebbero preso i pezzi di roccia e li avrebbero fatti sprofondare nella terra .


    Edited by #The Mad Hatter# - 19/6/2014, 19:16
     
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    Tichondrius;
    Tichondrius aveva fatto un bel volo in seguito al colpo subito dal golem ma non era la parte peggiore. Ciò che rappresentava il vero danno era l'ustione provocata dal contatto con la roccia incandescente. Quando l'uoma si rialzò con fatica a causa dello stordimento dovuto all'attacco subito, sentì il fastidiosissimo bruciore al volto mentre si massaggiava la parte dolorante.
    A distanza di pochissimi secondi la parte che bruciava cominciò a prudere e pizzicare. Una sensazione assolutamente anormale, considerata la situazione. Si toccò la parte ustionata e notò, a contatto, che era tornata normale. Voltandosi verso le due compagne vide che era stata opera della messaggera.
    Tichondrius, pur rimanendo molto serio, fece un cenno col capo...non per ringraziare, diciamo che non era proprio nel suo stile, ma per dire qualcosa tipo "ben fatto" oppure "ottimo lavoro". L'uoma aveva percepito che la ragazza era lontana anni luce dal beneficio dell'uo, non era sicura, non era determinata, non era audace, non era disciplinata e non credeva in se stessa. Per tanto magari avere un riconoscimento di aver fatto un buon lavoro da un tipo organizzato e addestrato come il gigantesco Hellfalas, poteva aiutarla ad imboccare la strada dell'illuminazione.
    Dopo aver subito la cura, l'uoma si rimise in piedi pronto a combattere. La mezz'elfa continuò la sua parte in quel combattimento ed evocò un'essere sovrannaturale con l'aspetto di una donna e grandi corna da cervo, aveva lo sguardo perso nell'oblio e braccia di una strana forma, come gli arus, degli esseri che facevano parte delle antiche leggende uoma. Si innestavano dei semi oscuri nelle braccia per ottenere poteri sovrumani.
    L'essere evocato dalla messaggera puntò le sue strane escrescenze verso il nemico lanciando sfere nere che andarono ad accecare il mostro. La giovane umana la afferrò quindi portandola al sicuro dietro uno degli alberi.
    Poi anche lei fece la sua parte.
    Evocò degli esseri d'acqua dal terreno che andarono ad unirsi formandone uno solo molto più grande anche se non era ancora al livello del loro nemico. Questo essere gigante d'acqua si andò a schiantare contro il golem che, accecato non poté reagire all'attacco. Subito dopo, armeggiando con la sua bacchetta, fece esplodere la roccia in minuscoli frammenti. L'uoma non era sicuro che ciò sarebbe bastato, ed effettivamente nemmeno l'umana aveva desiderio di fermarsi li.
    Evocò quindi due grosse mani che spuntavano dal terreno e afferrarono tutti i frammenti del golem e, sprofondando sotto terra li portarono con esse.
    Per diversi secondi tutto sembrò immobile e tranquillo, quasi a suggerire che ce l'avevano fatta ma nessuno osava muoversi o cantare vittoria.
    Dal centro del punto dove le mani di terra avevano affondato ciò che restava del golem si intravide una spaccatura che andava allargandosi ed espandendosi man mano. Dalla spaccatura ben presto uscirono delle fiamme e dopo vari secondi un'esplosione del terreno come se ci fosse un vulcano sotto di loro. Detriti e massi di ogni genere sbucarono da quelle fenditure.
    Di nuovo ci fu silenzio e quiete ma anche stavolta non durò molto. Le rocce e i detriti rotolarono verso un punto e, come era successo prima si fusero di nuovo tra loro e in men che non si dica, il golem di magma era di nuovo davanti a loro. L'uoma provò allora con una diversa strategia. Forse, in quel suo petto di lava pulsante c'era un cuore o un nucleo di magia che gli permetteva di vivere e ricomporsi all'infinito.
    Brandendo con forza e decisione la sua spada corse ruggendo verso il suo nemico. La sua arma gigante lasciava un taglio netto mentre si trascinava sul terreno e, in prossimità del suo avversario, tagliò l'aria con un fendente dal basso verso l'alto al centro del corpo del suo avversario con il desiderio di aprirlo in due superficialmente e liberare il magma che lo componeva. Il taglio andò a buon fine grazie alla forza dell'uoma e alla potenza della lama. Al centro del suo corpo c'era del magma ad altissimi livelli di incandescenza tanto che in quel punto il colore era bianco, proprio ad indicare temperature elevatissime. Tichondrius calciò il suo avversario con tutta la forza che aveva mandandolo indietro e facendolo cadere schiena a terra. Il tonfo fu talmente deciso da far tremare l'intera area. Hellfalas saltò dunque sulla roccia aperta del golem facendosi aiutare dalla forza di gravità che lo faceva cadere verso il cuore pulsante del golem in aggiunta della sua forza personale. Afferrò la spada con entrambe le mani per colpire quel nucleo di lava e sperare di mettere fine alla storia. La lama trafisse il magma sulla parte bianca incandescente e la muoveva per tentare di arrecare il maggior danno possibile. Il magma schizzava e sbuffava come se fosse sangue finché non esplose come un'eruzione e Tichondrius fu costretto ad allontanarsi.
    Il magma sembrò raffreddarsi. La parte bianca divenne gialla, poi rossa, poi molto lentamente dello stesso colore della roccia. Gli occhi rossi ardenti del golem erano spenti. Sembrava che il nemico fosse spirato. L'uoma abbandonò la sua posizione di combattimento. Ma il petto divenuto roccia solidificata stava solo richiudendo la parte tagliata e dopo molti più secondi di quanti c'erano voluti fino a quel punto durante le varie pause, il golem fu di nuovo in piedi. Sembrava imbattibile.

    La figura invisibile che sovrastava il campo di battaglia. Aveva visto a sufficienza. La sua scelta era avvenuta.
    Era il momento di far entrare in azione il suo piano ma bisognava mascherarlo per bene.

    Il golem di magma diede un pugno verso il terreno, con i suoi poteri sembrava ci fosse lava incandescente sotto il minimo strato di terra. I suoi movimenti sembravano significare che sotto la terra, piena di magma, ci fosse un oggetto che solo lui percepiva e che ora aveva afferrato e stava estraendo fuori. Era una spada gigante che nella mano del golem sembrava un semplice gladio ad una mano ma per l'uoma era della stessa dimensione del suo spadone, per altri esseri invece era una spada gigante impossibile da brandire. Aveva strani simboli runici su tutta la lama e uno strano cristallo scuro tra l'elsa e il metallo dell'arma.
    Nessuno poteva sapere cosa significasse per il golem avere una spada ora che stava già avendo la meglio sul gruppo che cominciava a terminare le idee su come sconfiggerlo. Forse poteva significare altri guai e, forse questa volta, guai da cui i guerrieri non si sarebbero mai ripresi. L'unica cosa che venne in mente al leader della missione era proteggere i suoi compagni da quell'arma e forse il modo migliore per farlo era non lasciarla nelle mani del loro nemico.
    Si scaglio nuovamente contro il nemico brandendo la spada. La sua lama andò a cercare il braccio del golem per potergli sottrarre l'arma ma con somma sorpresa di Tichondrius, il suo avversario si muoveva con una forza e una velocità perfino superiore a quella avuta fin ora. Era sicuramente colpa di quell'arma.
    Fino a quel momento non era stato abbastanza veloce da reagire agli attacchi, li aveva praticamente subiti tutti, compensando questo problema con la sua formidabile capacità rigenerativa. Ora invece parava con prontezza e velocità ogni fendente e ogni colpo dell'uoma senza lasciargli lo spazio per colpirlo e per recuperare quel cimelio mortale.
    I colpi si sferravano violenti e nessuno dei due contendenti sembrava raggiungere una posizione di vantaggio sull'altro. Non potevano sperare di sconfiggerlo se davvero quel vigore veniva dalla spada. Immortalità e potenza erano due cose che non andavano bene in un unico nemico. Fu allora che l'uoma, mentre stava subendo una stoccata, decise di farse la passare sotto il braccio, quella mossa non lo fece ferire ne gli causò brutte conseguenze ma, nel momento in cui afferrò la spada del golem con il braccio, mentre il nemico cercava di riprendersela, cominciò a tagliarsi su vari punti. Continuando in quel modo avrebbe dovuto dire addio al braccio e, per tanto occorreva reagire celermente. Con la sua spada diede un fendente sul braccio del golem che si frantumò appena sulla parte superiore, era perfino più resistente di prima. Conscio che quell'oggetto non doveva per nessuna ragione restare nelle sue mani, provò il tutto per tutto continuando e colpire e martellare ripetutamente con la lama e con l'elsa sulla parte dove aveva dato il colpo di spada nella speranza di riuscire a staccargliela e a recuperare quell'oggetto infernale.
    Il suo braccio sinistro era in pessime condizioni e i colpi continui e sfrenati lo avevano fatto stancare più del dovuto ma, per fortuna, la spada del mostro di magma era nelle sue mani.

    Alla figura in nero non servì vedere altro. Voltandosi alla battaglia ancora in corso andò via, guardando un'ultima volta indietro al grande uoma che respirava ansante in stato di protesa stanchezza.

    Il braccio del suo avversario, si poteva dire che sanguinava visto il magma che scorreva dall'apertura. La mano di roccia che stringeva la spada del golem sembrava voler tornare la sui proprietario, allora Tichondrius, costringendosi a riprendersi dalla fatica, staccò l'arma dalla sua presa lasciando cadere la propria e solo quando l'ebbe in pugno permise al braccio del nemico di tornare al suo proprietario.
    Erano pochi istanti che Tichondrius brandiva l'arma che aveva sottratto al loro avversario che qualcosa in lui sembrò accadere senza che lui facesse nulla per farlo succedere. Si sentiva rinvigorito e per niente stanco. Si sentiva più forte anche e anche una serie di altre piacevolissime sensazioni. Strinse con decisione la mano sull'elsa della spada e si sentì pervadere da uno strano calore che andò a diffondersi sul braccio ferito e sui vari tagli che si era procurato. Sotto il suo sguardo incredulo si stavano richiudendo davanti ai suoi occhi. Ora che il suo braccio sinistro era a posto, riprese la sua spada brandendo ora due spadoni. Forse quell'arma avrebbe cambiato le sorti della battaglia.
    Hellfalas si lanciò contro il golem sferrando un fendente con la spada che gli aveva sottratto, basto un colpo per far volare il mostro all'indietro di un paio di iarde. L'uoma non si aspettava una tale forza, doveva essere opera dell'arma. Il golem , per la prima volta emetteva un suono grottesco, quasi un grido, come se gridasse di dolore. Incoraggiato a continuare, Tichondrius usò sempre la stessa spada per tagliarlo in due e, come aveva fatto prima senza successo colpirlo al nucleo interno.
    Quando la lama colpì il punto desiderato, il golem smise letteralmente di gridare e muoversi, il magma si spense ma, diversamente da prima, le varie parti di pietra che lo componevano si disgregarono lasciando solo una serie di rocce inanimate che giacevano inermi sul terreno.
    Nessuno osava credere con facilità che fosse finita. Tutti aspettavano trepidanti che in qualche modo quel colosso dovesse riprendere vita da un momento all'altro. Ma ormai i secondi diventarono minuti e nulla accadeva.
    Stavolta era veramente finita.
    Tichondrius stingeva la spada che si era appena guadagnato. Era davvero qualcosa di formidabile. Venne colpito da uno strano senso di indecisione. Era un oggetto magico e per la sua cultura era di per se malvagio, l'uo non apprezzava la magia, ma erano salvi grazie a quella spada. L'uo diceva che bisogna dare un tutore agli uoma che nascono con la magia, quell'oggetto aveva bisogno di qualcuno che guidasse i suoi poteri verso il bene e non facessero del male a qualcuno.
    Essendo un'arma unica forse aveva bisogno di un nome, probabilmente chiunque glie l'avrebbe dato. Ma gli uoma a stento danno nomi alle persone e sono soliti chiamarsi per grado o per razza, se non sono uoma, quindi non avrebbe avuto senso dare un nome ad una spada.
    La compostezza e la disciplina degli uoma tornò a farsi sentire. Si riscosse da ciò che era successo come se nulla fosse, riprendendo la sua posizione al centro della radura con braccia conserte ma, questa volta, al posto di una sola spada piantata nel terreno ce ne erano due una alla sua destra e una alla sua sinistra. Non serviva la riunione tattica, ora sapeva come agivano i suoi compagni sarebbero dovuti ripartire ma voleva che le sue compagne si riprendessero.
    Vi lascerò del tempo extra non previsto. Partiremo tra mezzo giro di clessidra!
    E così attese rimuginando sullo scontro e sulle azioni delle maghe per costruire tutte le tattiche necessarie sulla base di ciò che aveva visto. Se si sarebbe presentata nuovamente l'occasione di uno scontro sapeva come muoversi in combinazione con loro. Erano evocatrici entrambe di cui una capace di curare. Non serviva che entrassero nel vivo dello scontro e con due spade aveva la portata dei suoi attacchi ampliata e poteva proteggerle meglio. Forse, da un certo punto di vista non avrebbe potuto chiamare intoppo quell'avvenimento, anche se l'avevano spuntata per il rotto della cuffia.
     
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    Elen;
    Elen venne tirata dietro da Rosalinda dietro un piccolo albero e osservò la maga passare all'attacco subito dopo.
    Non sembrava per nulla intimorita da quella donna ricoperta da un oscurità totale all'apparenza così minacciosa, ne fu felice poichè anche se non sembrava quell'essere era particolarmente sensibile e guai a ferirla poichè allora nemmeno Elen poteva controllarla.
    Il golem se la vedette con evocazioni d'acqua che gli esplosero addosso e con mani che sotterrarono ogni singolo frammento di roccia generato dall'esplosione:c'e l'avevano fatta! non c'era più nulla da ricomporre quindi quel mostro era andato per sempre.
    Elen stava per sfoggiare uno dei suoi migliori sorrisi quando il mostro tornò da sotto terra, era invincibile?temeva per la vita di Tichondrius che anche se forte alla lunga avrebbe ceduto contro un avversario dalle infinite vite.

    Elen a quel punto sarebbe scappata ma l'uoma era più deciso e coraggioso di lei e lo rispettava per questo.
    Se avesse avuto il suo coraggio forse ora anche la sua situazione familiare sarebbe un filino più piacevole ma la verità era che la mezz'elfa era troppo timida per far valere la sua opinione e anche quando lo faceva era troppo inetta per reggere un dialogo con un interlocutore anche slo lievemente aggressivo.
    Osservò l'uoma combattere e attaccare il nucleo del golem, sembrava conoscere almeno qualche rudimento di magia se aveva intuito che il cuore di magma doveva essere la sua fonte di potere.
    La fora e velocità del lo ro alleato distrusse per l'ennesima volta il golem stavolta tagliando il suo cuore, che fosse fnita?poteva davvero sperare di tornare ad un viaggio pacifico? evidentemente no.
    Quel mostro si ricompose di nuovo stavolta estraendo una lama da sotto terra:era magia oscura di altissimo livello e solo guardarla faceva tremare Elen, sperava che Rosalinda non se ne accorgesse non voleva perdere il suo appoggio.
    Come lei comunque avrebbe avvertito la pericolosità di quella lama, in fondo era una maga anche lei.

    Quell'arma sembrava aver dato velocità e agilità al golem che ora sembrava riuscire a combattere alla pari con Tichondrius.
    Ogni volta che le due lame si scontravano Elen temeva per la vita dell'alleato che la stava proteggendo e ogni volta che ne usciva vivo ne era immensamente felice ma prima o poi uno dei due sarebbe dovuto cadere e la giovane mezz'elfa sperava che non si trattasse del loro protettore.
    Lei continuava a curarlo e potenziare la sua forza e velocità come poteva per cercare di dargli il vantaggio necessario a vincere ma sembrava non essere sufficiente.

    Lo scontro cambiò quando l'uoma decise che doveva avere quell'arma per se ed Elen lo vide tentare di staccare a fendenti la mano del golem nonostante questo gli stesse maciullando il braccio minacciava di tagliarlo nonostante le continue cure della maga.
    Alla fine l'uoma riuscì nel suo intento e prese in mano quello spadone enorme e a quel punto tutto cambiò:il golem venne sconfitto con una facilità assurda quando prima di avere quella spada li aveva tenuti sotto scacco per tutto il tempo.
    A battaglia finita la mezz'elfa vide che l'uoma sembrava intenzionato a tenersi quella spada oscura:non poteva, quell'arma la spaventava a morte per una qualche ragione che non capiva appieno.

    Dopo la battaglia l'uoma lasciò alle due altro tempo per riposare così la mezz'elfa annullò l'evocazione che sparì in una nuvola nera così come era apparita come se fosse stata inghiottita dalla terra.
    Si diresse verso l'uoma con l'intenzione di ringraziarlo, in fondo gli aveva salvato la vita e almeno un grazie se lo meritava.
    I suoi passi furono leggeri come l'aria e veloci come il vento tanto che lei stessa ogni volta si sorprendeva di quanto fosse portata a quel genere di cose
    Grazie per l'aiuto di prima
    Disse timidamente, quella lama ancora la metteva a disagio ma succedeva un pò con tutte le armi dall'aspetto mianccioso così non ci diede molto peso.
    Cosa credi che volesse da noi quel golem?
    Chiese al guerriero che sicuramente aveva qualche idea al riguardo al contrario della mezz'elfa che non era portata per ragionamenti troppo complessi o almeno così credeva.


    Edited by evil-naraku - 20/6/2014, 20:01
     
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    Tichondrius;
    Quando lo scontro fu terminato, Tichondrius permise al gruppo di riprendersi dallo stress e dall'alterazione emotiva che aveva provocato il trovarsi di fronte un golem di lava. Per questo probabilmente sarebbero andati un tantino fuori orario rispetto alla tabella di marcia ma era molto meglio viaggiare con un piccolo margine di ritardo e con tutti i membri in buone condizioni che attecchire troppo sull'orario e la puntualità e creare fatica e malcontento nella propria truppa.
    Così l'uoma restava al centro della radura in una perfetta replica di quanto era stato prima con poche ma sostanziali differenze. Mentre prima era a braccia conserte mentre una spada era conficcata nel terreno proprio di fronte a lui, ora manteneva la stessa posizione ma ben due spade gli stavano davanti. Quella che aveva strappato direttamente dal golem assieme al suo stesso braccio stava alla sua destra. Mentre la sua fedele spada stava alla sua sinistra.
    Le rune sulla lama erano di una lingua mai vista prima e che Tichondrius non conosceva. Era molto strano, la disciplina uoma prevedeva di conoscere le rune magiche e quelle della magia oscura con particolare maestria per poterle affrontare e riconoscere in quanto reietti delle discipline magiche. Eppure queste non erano ne magiche e ne di magia nera. Era molto strano che una lama fosse incisa con delle rune che non appartenevano a nessuna delle due. Esistevano pochi tipi di rune che non conosceva ed erano quelle sacre, che utilizzavano gli Oldar per i riti religiosi. Nella comunità degli uoma, benché in date prestabilite partecipassero tutti ai riti, nessuno escluso, solo gli Oldar avevano il permesso e il tempo per studiare le rune sacre che erano moltissime e complicate. Tichondrius però, anche se non le conosceva ne sapeva almeno distinguere l'aspetto. E non erano rune sacre.
    Comunque non era una cosa importante quindi avrebbe lasciato perdere anche se l'uo non lasciava l'incertezza del caso, gli eventi bisognava gestirli con la volontà, la determinazione e lo spirito e per tanto, non avrebbe potuto permettere di avere una spada con rune dai poteri sconosciuti per sempre. Avrebbe dovuto farla analizzare da qualche esperto non appena possibile. Una cosa era certa, in quanto portatrice di magia era una spada sbagliata, che non seguiva la disciplina perfetta dell'uo, ma di certo non si poteva sperare che anche i mastri forgiatori che avevano prodotto un simile portento potessero essere guidati da una fede altrettanto forte. Gli effetti che aveva prodotto la spada nello scontro con il golem erano strepitosi, normalmente questo avrebbe dovuto convincere chiunque che la spada era sostanzialmente malvagia e pericolosa, ma visto che aveva anche curato le ferite che si era procurato aveva effetti benefici, quindi poteva fidarsi.
    Nonostante tutto, Tichondrius doveva ammettere che non era solito usare armi sottratte ai nemici, per gli uoma le armi sono parte dello spirito guerriero di un individuo vengono forgiati per una particolare persona e destinate a servirle in eterno. Era anche vero che la loro cultura permetteva di trattare le spade dei nemici molto forti come premi, reliquie o cimeli e considerando la forza dell'avversario appena battuto, poteva concedersi di avere quell'arma per se.
    In più sentiva uno strano formicolio al braccio dove gli era stato impresso il patto magico. Era chiaro da subito che il patto magico li avrebbe obbligati a portare avanti la missione ad ogni costo e fare ogni cosa possibile per la sua buona riuscita. Forse c'era lo zampino della magia del re degli elfi ad influire sull'insolita decisione di appropriarsi di un'arma magica. A quanto pare, tutto attorno a lui, gli stava suggerendo di tenere quella spada. Tanto valeva rassegnarsi e dare il benvenuta alla sua nuova arma.
    Perso com'era nei suoi pensieri legati alla spada non fece caso alla mezz'elfa che gli si era avvicinata. In confronto alla sua statura, sembrava di stare vicino ad un umi, un bambino uoma. Era molto piccola già di suo, se avvicinate ad un gigante come erano gli uoma era un contrasto evidente, da aggiungere che Tichondrius era considerato enorme dalla sua gente, il che era tutto dire.
    La messaggera la ringraziò per l'aiuto.
    Le azioni, mia piccola serah, non avvengono per caso e la compassione non è un fiore raro che sboccia nelle anime terrene, l'uo stabilisce il preciso compito e ruolo di ogni essere vivente. Era nostro ruolo fare questa missione, è ruolo dei cavalli portarci a destinazione, è ruolo nostro prenderci cura di loro e non spronarli oltre le loro possibilità, era nostro ruolo avere la meglio sul nostro nemico. L'uo è disciplina, è ordine...seguendo i suoi insegnamenti la forza viene coltivata dentro se stessi come una pianta crescendo forte e rigogliosa. La tua pianta è debole, non perché tu sia debole, l'uo ha previsto per te le tue abilità facendotene dono, ma tu non credi in te stessa! Non credendo in te è come non essere convinta o soddisfatta di sposarsi sulla proiezione che l'uo ha insito in te... - Si voltò verso Elen con uno sguardo intenso ma anche molto affettuoso, che stonava sulla faccia rude e dura del colosso - accetta i doni che l'uo di ha dato, abbine cura come fossero un tesoro e nutrili con l'autostima!
    Passarono diversi secondi in cui il messaggio che era un po' forte ebbe il suo effetto. L'uoma era un buon capo, si preoccupava non solo della missione e della sua riuscita, non trattava i suoi uomini come meri strumenti, aveva abbena dato consigli ed incoraggiamenti ad un messaggero da proteggere. Questo era il Tichondrius sia per Elen, sia per Rosalinda, sia per qualsiasi uomo sotto il suo comando. Per la sua cultura, per il suo modo di parlare, per la sua disciplina ferrea era difficile da smuoversi dalla sua dura corazza e dalla sua rigidità. Ma era davvero un gran guerriero e un'ottima guida.
    Dopo qualche secondo arrivò una seconda domanda, sempre da Elen, e riguardava le intenzioni del golem.
    Il golem probabilmente non voleva nulla da noi, quello che dovremmo chiederci è cosa voleva da noi l'essere oscuro che l'ha evocato. I simboli del terreno erano chiaramente di magia nera. Una piaga che infetta questa terra...la magia oscura può celare un essere oltre i limiti di qualunque senso, anche i più sviluppati. Se non sappiamo chi...non sapremo neanche perché...
    Il suo volto tornò a scrutare tra gli alberi, come un'attenta vedetta pronta a ghermire il minimo movimento e a garantire per la sicurezza del suo gruppo. Ciò significava che la conversazione era terminata ma c'era tempo e possibilità per altre domande durante il viaggio.
    In ogni caso, il tempo di sosta si era protratto anche troppo a lungo, vista la delicatezza della situazione.
    La pausa è finita. In sella!
    L'uoma estrasse con forza le spade piantate nel terreno e, dopo aver messo la sua fedele arma nel suo fodero dietro la schiena del colosso, assicurò al cavallo l'altra spada in modo che non creasse fastidio durante il viaggio ne a lui ne al suo cavallo e non rischiasse di far male a nessuno. Avevano già avuto un assaggio della potenza di quell'artefatto e non era il caso di sfidare la sua pericolosità. Salì quindi in groppa al suo destriero attendendo che le sue compagne fossero sui loro cavalli.
    Così facendo, con un colpo di caviglie ai fianchi del cavallo ricominciarono il viaggio sotto la guida maestra dell'uo.
    Imboccarono il sentiero bruciacchiato e semidistrutto al centro della radura uscendo dal lato sicuro verso il castello di Hollet. Considerando il ritardo, avrebbero dovuto fare una cavalcata di venti minuti nel buio della notte per recuperare, non potevano fermarsi nella foresta di Alisan, era troppo pericoloso considerando la situazione. Dovevano raggiungere il castello, al massimo potevano fermarsi nel parco della scuola. Vista la stagione autunnale non avrebbe gravato troppo fare due terzi di un giro di clessidra senza il favore della luce, inoltre quella sera doveva esserci la luna, quindi non doveva essere troppo per nessuno.
    Il sentiero si confermava quello dell'ultimo tratto, ormai il regno degli elfi era molto distante alle loro spalle e nessun elfo si addentrava così in profondità per tracciare sentieri con la magia. Per questo si cavalcava in fila, con Tichondrius avanti a guidare il gruppo e le due maghe al suo seguito. Gli alberi erano stretti e Tichondrius doveva cominciare a fare attenzione per non beccare punte di fogliame o rami, con la sua dimensione era il primo ad avvertire di questi problemi mentre le sue accompagnatrici era ancora lungi da doversene preoccupare.
    Ma metà della mattina era passata da un pezzo e mantenendo quell'andatura, con il sole sopra di loro significava che stavano procedendo svelti con minimi guadagni sulla scaletta dei tempi. Far riposare i cavalli quando non erano ancora molto stanti era stato un colpo di fortuna visto il naturale districarsi degli eventi che aveva coinvolto la compagnia. Tichondrius, come sua natura era silenziosissimo ma il viaggio era lungo e le donne potevano parlarsi proseguendo le fasi della conoscenza e della costruzione di una stima e fiducia che avevano già cominciato durante la recente pausa.
    In tre giri di clessidra sarebbero stati fuori dalla foresta.
    Che l'uo non ci abbandoni!


    CITAZIONE
    • Il golem è stato affrontato e sconfitto
    • Tichondrius ha sottratto la potente arma del suo avversaria
    • Tutto suggerisce ad un'arma dai poteri enormi e dalle caratteristiche benefiche forse è stato un vecchio bottino dell'evocazione ormai perduta
    • La compagnia ha prolungato la sosta per recuperare le forze
    • Il viaggio è ripreso
     
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    Elen;
    L'uoma si esibì in un discorso sull'uo dicendo essenzialmente che si trattava di una forza che guidava il mondo verso la retta via insieme a tutti i suoi abitanti.
    Secondo l'uomo era stato l'uo a concedergli la vittoria in quella battaglia oltre alle capacità in loro possesso, in pratica lei avrebbe dovuto avere più fiducia in se stessa perchè l'uo le aveva dato dei doni ed era suo compito coltivarli.
    Se da un lato comprendeva quel discorso dall'altro era fermamente convinta che le azioni degli esseri viventi non fossero condizionate da una spirito superiore come sembrava l'uo o lameno da quanto la maga aveva capito.
    Le sue capacità seguivano un discorso analogo:aveva lavorato duramente per ottenere quelle competenza ma forse era proprio quello il cuore della teoria dell'uo presente nella cultura degli uoma.
    Non ne sapeva molto ma poteva dire dagli occhi dell'enorme uoma che stava cercando di infonderle coraggio, cosa gli costava provare a fidarsi di lui?gli aveva salvato la vità già una volta in fin dei conti.

    Alla domandasul perchè dell'attacco non fu altrettanto eloquente, forse si era trattato solo di un mago ribelle di passaggio che, capendo la loro fazione, aveva provato a indebolire le fila nemiche.
    Per ora questa era la soluzione più logica che la mente della piccola mezz'elfa potesse elaborare.

    Speriamo non ci siano altri attacchi di questo tipo, con le mie capacità non credo di riuscire a proteggere la squadra. Sono ancora troppo debole per riuscirci
    Pensò la maga mentre si rimetteva in sella, il loro capo aveva deciso di ripartire anche se secondo la maga era passato troppo poco tempo.
    L'uoma sapeva il fatto suo e forse aveva calcolato che a quel punto i cavalli sarebbero stati in ottima forma e pronti a partire di nuovo per il viaggio, da quello che aveva visto fino a quel momento sapeva che le capacità organizzative dell'uoma erano più che notevoli.
    La mezz'elfa salì in groppa al cavallo affidatole e seguì Tichondrius, avrebbero percorso di nuovo un sentiero stretto a quanto pare ma anche piccolo stavolta.
    Lei e Rosalinda potevano anche cavarsela facilmente ma l'uoma grosso com'era avrebbe trovato fastidioso tutti gli ostacoli quindi perchè scegliere quella strada?un ipotesi era che lo scontro avesse fatto perdere alla compagnia più tempo del dovuto quindi stavano usando una scorciatoia.
    Se tale ipotesi era giusta allora anche la pausa sarebbe stata ritardata di molto ma adesso Sapeva che, se necessario, luoma avrebbe concesso loro un pò di riposo in caso di pericolo o necessità.
    Ciò detto la foresta che stavano attraversando era ricolma di vita e ciò rendeva la traversata estremamente piacevole tanto che Elen riuscì per la prima a volta a rivolgere a Rosalinda la parola intavolando un discorso circa la magia che usava.
    Le sarebbe piaciuto apprenderla e magari anche lei, per quanto inutile fosse, poteva condividere alcune sue conoscenze con quella che poteva essere una delle sue prime amiche.

    Il viaggio fu estremamente lungo quindi di tempo per scambiarsi informazioni ce ne fu a sufficienza ed Elen si stupì di quanto quel viaggio le stesse faecndo bene dal punto di vista psicologico
    Sarà merito dell'ambiente
    Si disse la mezz'elfa che poteva percepire la gentile mano di amdre natura incitarla e spingerla ad uscire dal suo guscio, una cosa più unica che rara per lei che avrebbe accettato quell'invito più che volentieri.
     
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    Tichondrius;
    Il viaggio dopo l'attacco del golem stava procedendo bene e finalmente la compagnia stava uscendo fuori dalla foresta che circondava Aresmelle. In quel punto del tracciato, troppo lontano dalla capitale del regno degli elfi, i sentieri non erano curati dalla magia per tanto erano impervi e con fasce alberate molto vicine tra loro. Per Tichondrius era un problema attraversarle poiché doveva tenersi sempre accovacciato per evitare i rami ma, man mano che si infoltiva, divenne necessario farsi largo a colpi di spada mentre le donne potevano ancora tenere la testa bassa per evitare di prendere colpi in testa.
    Il fatto di essere quasi fuori, rappresentava ben più di un semplice fatto positivo, cioè quello di essere quasi sull'orlo di rientrare nei giusti tempi di marcia, ma gli alberi cominciavano a farsi più radi, poiché il bosco stava per finire e questo era un sollievo per Tichondrius che stava comunque consumando energie per menare continuamente fendenti per tagliare i rami, e comunque l'interazione della spada che aveva sottratto al suo avversario faceva sentire estremamente energico, diminuendo in modo radicale il livello di stanchezza percepito. Anche se Tichondrius aveva moltissima energia, tagliare continuamente rami per quarantacinque minuti farebbe stancare chiunque, ma con gli effetti benefici della spada la stanchezza era veramente poca, con l'unico accorgimento di sentirsi strano e facilmente irritabile dai rami, dai boschi, dal fatto di dover subire tutto quel fastidio solo per attraversare il sentiero. Desiderava bruciare l'intera foresta ed erano pensieri di certo non da lui. Anche le piante sono esseri viventi e, in quanto tali, anche loro osservano l'uo essendo ciò che sono e adempiendo al loro ordine vitale e funzionale. Visto che compivano il loro dovere, era sacrilego dare alle fiamme l'intera zona solo perché la sua stazza gli rendeva difficile il passaggio...eppure spesso si era trovato a desiderarlo davvero.
    In alcuni momenti avrebbe giurato di aver visto uno strano scintillio sulla lama, come qualche goccia di lava. Non poteva chiedere alle donne che lo seguivano perché essendo estremamente piccola come superficie e avendo praticamente il suo corpo come ostacolo visivo, non potevano vedere la spada. Comunque si convinse che era qualche goccia lasciata dal golem o la sua immaginazione. Di certo non poteva essere il suo desiderio di dar fuoco alla foresta poiché non aveva poteri magici, ne legati al fuoco ne di qualsiasi altra natura o entità.
    Quando la foresta cominciava a mostrare i primi segni di distanza e di piccole radure, questa volta naturali, l'uoma poté mettere via la spada visto che finalmente poteva passare senza rischiare di prendere qualche botta alla testa.
    Prima di essere completamente fuori dalla foresta, era meglio cercare di fare una pausa per il pranzo. Il bosco offriva molti animali selvatici da poter cacciare e fuori sarebbe stato più difficile procurarsi del cibo. Inoltre, galoppare evitando rami, radici, alberi e tronchi aveva affaticato i cavalli più in fretta del normale ed era loro pieno diritto di riposare un po. Anche Tichondrius aveva bisogno di fermarsi, il suo braccio gli doleva per la fatica dei molti tagli e sferzate fatte per liberare la strada e anche le due maghe sarebbero stato stanche a questo punto visto che l'uoma era quello fisicamente più temprato le due poverine dovevano sentirne il bisogno più di lui.
    Fece quindi gesto con la mano di fermarsi non appena trovarono un luogo adatto. L'uoma quindi disse fermando il suo cavallo e girandolo per avere di fronte le ragazze:
    Suggerirei di anticipare il momento di pausa pranzo a prima di essere fuori dalla foresta. Le fonti di cibo saranno scarseggianti una volta fuori. Non so quali sono le vostre abitudini alimentari per tanto avrete voi il compito di procurare del cibo. Potete raccogliere funghi o nutrimento vegetale o potete cacciare, per me è indifferente. Io penserò al fuoco e alla cura dei cavalli!
    L'uoma scese dunque dal suo frisone da guerra che aveva le dimensioni di un rinoceronte e l'altezza di un giovane elefante e, dopo che le ragazze smontarono per andare a procurare il cibo, prese i brocchi delle sue compagne che avevano normali dimensioni.
    Li guidò tenendo le redini alla ricerca di un corso d'acqua. In un bosco come quello per poter permettere la crescita rigogliosa di così tante piante, di corsi d'acqua, anche piccoli ce n'erano a bizzeffe. A loro bastava uno sufficiente a far abbeverare i destrieri. Dovette scendere a valle in una repressione per trovare il piccolo laghetto naturale. Lasciò quindi le redini per permettere agli animali di bere a sazietà e nel frattempo, attendeva a braccia conserte.
    Lasciò ai cavalli tutto il tempo di cui necessitarono e quando ormai non attingevano più all'acqua andò a recuperarli.
    Appena afferrò le redini di uno dei brocchi, gli sfiorò il muso e l'animale fu come colto da un attacco strano. Si fece indietro e provò anche a scalciare per allontanare via l'uoma. Tuttavia, il guerriero ci sapeva fare con gli animale e lo riafferrò e e gli massaggiò il muso per tranquillizzarlo. L'animale non sembrò riprendersi del tutto, era probabile che il suo aspetto, rispetto a quello delicato delle due ragazze innervosisse i cavalli come innervosiva molti dei suoi nemici. Riprese quindi anche gli altri due cavalli e ritornò alla radura.
    Legò i destrieri ad un albero con le redini e preparò un bivacco da campo per contenere eventuali fiamme. Prese delle pietre focaie dal suo equipaggiamento e taglio qualche ramo secco. Aveva notato che le sue compagne erano particolarmente sensibili, quindi scelse parti di legno malate che assorbivano la linfa della pianta e che rischiavano i propagarsi della malattia oppure parti rinsecchite lo affaticavano. In questo modo non solo avrebbe dovuto evitare di impensierirle e dare loro motivo di dissentire, ma avrebbe aiutato a rinforzare il livello di fiducia che le ragazze nutrivano nei suoi confronti accettandolo come adeguato leader e membro del gruppo cercando di comprendere anche i suoi modi e la sua disciplina guadagnandosi la loro stima.
    Sistemò la legna nel bivacco e sfregò le due pietre per accendere il fuoco. Li avvenne di nuovo qualcosa di strano: falle due pietre uscì una scintilla molto vivace e vigorosa che fece divampare subito il fuoco. Tichondrius si guardò intorno per avere conferma della stranezza ma di nuovo l'unico ad aver notato la cosa era solo lui.
    Era mai possibile che la spada del golem fosse l'oggetto che conferisse a quell'essere i poteri del magma?
    Ed era mai possibile che ora la stessa spada stesse fornendo gli stessi poteri anche a lui?
    Tichondrius non amava la magia e la cosa non gli piaceva. Fu tentato di buttarla ma di nuovo avvertì il pizzicore al braccio dove aveva il simbolo del contratto magico del re degli elfi e gli fu impossibile lasciare la spada, anzi avvertiva nel suo animo più profondo un senso di bisogno...quella spada gli serviva, era utile e poteva fare la differenza tra una missione compiuta e una missione fallita. Più che altro non lo fece per se stesso, ma per la salute della mezz'elfa.
    Con quella consapevolezza, l'uoma mise la spada nel fodero al posto della sua e tenne invece la sua in mano in modo da limitarne l'utilizzo e sperare che i suoi influssi si arrestassero in modo da poterne disfarsene appena la missione sarebbe stata completata.
    Risolto anche questo problema, l'uoma restò in attesa nella sua solita posizione a braccia conserte aspettando l'arrivo delle ragazze per preparare il pranzo.
    Una volta che il gruppo si sarebbe rifocillato e riposato avrebbero ripreso il viaggio verso il compimento della loro missione.

    CITAZIONE
    • Siamo quasi fuori dalla foresta
    • Fuori dalla foresta scarseggia il cibo
    • Prima di essere definitivamente fuori ci fermiamo per mangiare
    • Elen e Rosalinda devono raccogliere il cibo
    • Tichondrius prepara il fuoco, il campo e si occupa dei cavalli

     
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    La role proseguirà normalmente e appena mad avrà il tempo di postare dovrà solo leggere i riassunti di ed alla fine dei suoi post

    roleElen_zps23b15369
    Elen;
    La mezz'elfa trovava quel viaggio, incidenti esclusi, davvero piacevole ma l'uoma doveva pensarla diversamente poichè il bosco sembrava aver tracciato un sentiero inadatto alla sua stazza.
    Poteva percepire l'irritazione dell'uoma che si trovava continuamente frustato da rami di alberi e costretto a tagliarli quando intralciavano il suo cammino.
    Cercò di pensare a come risparmiare quel fastidio al capo della spedizione che già una volta aveva salvato le due maghe da una temibile creatura.
    Una barriera dovrebbe aiutarlo a risolvere il problema
    Pensò Elen ma l'idea arrivò troppo tardi poichè Tichondrius diede lo stop asserendo che più avanti non avrebbero trovato cibo quindi dovevano fare scorta prima di uscire dal bosco.

    Lei e Rosalinda erano le addette alla raccolta di viveri per il pranzo mentre l'uoma avrebbe sistemato il campo e il fuoco.
    Con quei muscoli non avrebbe avuto certo problemi a proteggere la postazione da animali selvaggi, poteva metterli a dormire facilmente senza bisogno di usare le spade.
    Questo era quello che ipotizzava la maga a giudicare dalla sua stazza e dalla forza dimostrata contro il golem.

    Il bosco era davvero fitto ma sia Elen che Rosalinda non sembravano avere troppi problemi a muoversi, erano piccole e agili anche se Elen rischiò di inciampare in radici nascoste dal terriccio in un paio di occasioni.
    La sua fortuna era che si riprese la maggior parte delle volte mente in un altro paio di occasioni fu Rosalinda a fermare la sua caduta.
    Era davvero bello avere un amica su cui contare ma anche così dovevano fare il loro dovere così le due si separono per cercare qualcosa da mangiare:Elen puntava a trovare funghi e radici commestibili oltre ad altri frutti come bacche selvatiche.
    La prima tappa fu la raccolta di bacche selvatiche, la ricerca fu abbstanza lunga e piena di radici in cui la mezz'elfa rischio di inciampare ma portò ai risultati sperati inoltre il clima piacevole del bosco rendeva il tutto molto simile ad una scampagnata in famiglia.
    Elen trovò un cespuglio pieno di bacche rosse, un colore molto acceso, e qualche lampone sempre nei paraggi ma non aveva nulla con cui trasportare il cibo:per quanto non fosse il suo originario sfrutto la barriera creando un cesto invisibile alto la metà di lei.
    Riempì circa un quinto del cesto con bacche rosse e lamponi così da soddisfare anche iol fabbisogno di calorie dell'enorme uoma.
    La seconda tappa furono le radici ma, ocnsiderando quante volte avevano attentato alla salute della mezz'elfa non fu un problema trovarne in abbondanza anzi fu quasi piacevole poichè voleva dire cammianre senza proccuparsi di cadere sulla via del ritorno.
    Infine cominciò la raccolta di funghi, c'e ne'erano di tutti i tipi e dimensioni e fu difficile distinguere fra quelli commestibili e velenosi ma in qualche modo se la cavò.
    Spero solo di non aver scelto i tipi sbagliati, in fondo faccio di radò questo tipo di ricerche
    Difatti anche quando era a casa non le affidavano mai compiti delicati dicendo che una persona incapace come lei avrebbe potuto causare gravi danni o, in quel caso, avvelenare l'intera famiglia.
    Quelle frasi erano così ben radicate nella sua memoria che aveva poca fiducia nei funghi che aveva raccolto.

    A ricerca finita si diresse verso il luogo in cui si trovava l'uoma con una grande quantità di cibo, seppur caratterizzata dalla totale assenza di carne, che sembrava fluttuare nell'aria.
    Rosalinda era già sul posto e sembrava aver avuto la stessa idea della mezz'elfa:non avrebbero avuto carne al pasto che stavano per consumare e, visto quanto era leggero, sicuramente il siero dimagrente sarebbe stato inutile.
    Raggiunse Rosalinda e Tichondrius e poggiò a terrà quello che aveva raccolto dicendo
    Può bastare per il pranzo? nel bosco dovrebbe esserci ancora altro quindi se serve posso tornare subito indietro
    Ormai non le pesava più esser sfruttata per ogni singolo lavoro ma in questo caso era diverso:si trattava di collaborazione, lui le aveva protette e loro doveva fare la loro parte per ringraziarlo e rendere la missione un successo.
     
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    ooohhh finalmente! XD


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    Tichondrius;
    Il campo era pronto ad accogliere qualsiasi cosa le due ragazze avessero raccolto. Il fuoco poteva essere usato per mettere a cuocere la carne di una eventuale preda e poteva essere usata per tenere lontane le creature della foresta, nel frattempo avrebbero anche potuto usarlo per eventuali funghi e radici commestibili.
    I cavalli dal loro canto erano stati accuratamente fissati ad un albero ed erano tranquilli. Tichondrius si era già occupato di loro. Gli aveva fatti bere a sazietà e ora stavano riposando. A metà del loro pranzo avrebbe dato delle speciali erbe uoma usati per le loro bestie da monta che, per portare esseri pesanti come loro, avevano bisogno di molta energia capace di essere immagazzinata a lungo per essere usata durante il viaggio. Mangiando quelle erbe, i cavalli si sarebbero ripresi e avrebbero potuto cavalcare in piena salute fisica e somatica per il resto del tragitto che avrebbero dovuto affrontare sino alla sera.
    Intanto le ragazze stavano tornando con il cibo.
    L'uoma aveva fatto bene a mandare loro. Avevano raccolto essenzialmente funghi e altra roba che non era carne. Il guerriero l'aveva già intuito quando avevano avuto quel piccolo diverbio sui cavalli. Era chiaro che erano due maghe animaliste, specialmente la messaggera che era un'evocatrice. Da sempre gli evocatori erano in armonia con animali e natura e quella diceria rispecchiava in pieno la verità, almeno nel caso di Elen.
    Ad arrivare per prima fu l'umana. Seguita a poca distanza dalla mezz'elfa che si chiedeva se fossero abbastanza e si dimostrò pronta a tornare a prenderne ancora se ce n'era bisogno.
    L'uoma non rispose direttamente ma il fatto che li prese senza dire che ne servivano ancora voleva dire che erano a sufficienza. Prese la sua spada che aveva una grande superficie, visto che era lui a brandirla, e la posò sopra due stabili di legno che aveva fissato appositamente nel terreno per poter riscaldare la lama sul fuoco e cucinare la roba che avevano portato. Avevano fatto un'ottimo lavoro. L'uoma dovette scartare solo due funghi, che erano velenosi, ed erano uno dalle scorte della messaggera e l'altra da quelle dell'umana. Non c'era nulla da lamentarsi, era un risultato eccellente specialmente se si considerava che erano funghi del tutto simili a quelli commestibili.
    Tagliando gli alimenti con un coltello da caccia e facendoli a piccole fettine, le dispose lungo la lama che era ormai rovente. L'acciaio temprato non si deformava più una volta raffreddato ma per maggiore sicurezza era posto ad una distanza adeguata dalla fonte di calore. I funghi e le altre provviste frizzavano scoppiettando quando incontravano il caldo della spada e in poco tempo, con movimenti rapidi per impedire al calore di arrivare alle dita, Tichondrius li serviva su delle foglie ben lavate che portava nella stessa bisaccia dalla quale aveva procurato il coltello. Erano attrezzi rudimentali e semplici ma sostituivano adeguatamente le comodità di un piatto e di una tavola imbandita permettendo a tutti di mangiare senza difficoltà.
    La linfa ancora presente dentro le foglie staccate da alberi sempreverdi, impediva anche ai cibi cotti di trasmettere il calore alle mani che le sorreggevano, inoltre c'erano delle tracce di gusto che lasciava sugli alimenti. Ora l'uoma non sapeva quali erano i gusti degli umani o degli elfi, ma di certo, a loro, non serviva roba buona e gustosa, serviva roba nutriente che avrebbe permesso a ciascuno di loro di recuperare adeguatamente le forze per sostenere il viaggio come si deve.
    Ora che avevano tutti la loro porzione di funghi, tuberi e patate, potevano cominciare a mangiare. Ogni foglia usata come piatto ospitava comodamente una trentina di fette assortite. Tichondrius le afferrava rapidamente con le mani per evitare di scottarsi, per le patate, che mantenevano molto meglio la temperatura e scottavano molto più facilmente le afferrava con il coltello da caccia con rapidità e controllo. Qualsiasi altro essere, anche gli umani ben destreggiati nell'uso delle lame si sarebbero tagliati replicando quel movimento e ciò, era un'altro dei risultati della pesante disciplina e addestramento che tutti gli uoma seguivano e che, come al solito, venivano sottolineati e appellati come eccessivi, barbari ed inutili dalle altre razze, ma chissà come mai, quando si arrivava al dunque, era proprio chi era stato temprato sotto l'ordine dell'uo che riusciva a spuntarla in ogni situazione.
    Ogni volta che le foglie si svuotavano, Tichondrius metteva preventivamente altri cibi sulla spada, cuocendoli a puntino e servendoli a chi di dovere. Di questo passo sarebbero stati sazi tutti, forse gli altri per primi visto che lo stomaco dell'uoma era cinque volte quello delle donne di razze comuni.
    Il guerriero se ne stava seduto a gambe incrociate a mangiare in prossimità del fuoco e anche in quella posizione era più alto di un elfo maschio adulto. La sua stazza avrebbe coperto tranquillamente le due donne anche se fossero state in piedi.
    Quella pausa per il pranzo avrebbe dovuto dare alle due ragazze non solo l'occasione per continuare a conoscersi ma anche per riposarsi. Sarebbe stata la pausa più lunga del viaggio, tolte quelle per dormire ma che non avrebbero fatto da vigili, a parte uno che avrebbe fatto la guardia. In questo modo avrebbero dovuto approfittarne per parlare, per conoscersi e per rinsaldare i legami.
    L'uoma per sua disciplina, per suo carattere e per la sua credenza nell'uo, non diceva nulla.
    Le chiacchiere erano inutili, distolgono gli esseri dal loro reale obiettivo. Ma non avrebbe imposto la sua disciplina agli infedeli che non desideravano abbracciare il suo credo. Per tanto avrebbe provato a rispondere se qualcuno gli avesse parlato.

    Obiettivi della pausaLe pause per il pranzo sono le più lunghe e sono superato solo dalle pause per la notte ma solo chi farà il turno di guardia sarà sveglio mentre gli altri dormiranno. A tale proposito ritengo sia necessario cercare di approfittare di questo momento per portare a termine alcuni obiettivi già proposti da Xariel. Chi non ha portato a termine il suo dovrà provvedere a farlo.
    • Ognuno dei PG spiegherà (anche in varie occasioni) com'è stato contattato dal Re degli elfi e spiegazioni verosimili di tale scelta. (Tichondrius e Elen devono spiegarlo)
    • I PG faranno la conoscenza (Tichondrius non si è ancora presentato il suo nome è attualmente sconosciuto)
    • Date le credenze dell'uoma non succederà mai che parli autonomamente di come si chiama o di come ha ricevuto il suo incarico, bisognerà chiederglielo

    Consiglio: Elen potrebbe cercare di parlare con Tichondrius facendogli notare che non ha ancora detto il suo nome e chiedendogli come e come mai è stato chiamato per questa missione!

     
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    Elen;
    L?uoma alla domanda della mezz'elfa si limitò a prendere quello chea veva raccolto, senza un parola, e cominciò a cucinare quello che le due ragazze avevano procurato al gruppo.
    In mancanza d'altro usò la parte piatta della sua spada, peraltro enorme e perfetta a quello scopo, per cucinare sul fuoco i funghi e tutto il resto.
    La mezz'elfa si ritrovò a chiedersi se avevano fatto davvero bene, un uoma grande come lui poteva davvero farsi bastare quella razione così piccola?sopratutto in considerazione del fatto che consumava così tante energie combattendo.
    Si disse che avrebbe fatto più attenzione in futuro dal momento che era tardi per rimediare all'ipotetico danno, non voleva che il suo essere schizzinosa pesasse troppo su un individuo tanto gentile da proteggere ua buona a nulla come lei.

    Osservò l'uoma cucinare con enorme maestria e scartare due funghi, probabilmente velenosi.
    Forse perchè si trattava di procedimenti semplici ma era bravissimo, se tutti gli uoma erano così forse la cultura dell'uo non era poi tanto male.
    Per crescere guerrieri così ben preparati, almeno dal punto di vista tecnico, doveva avere un ottimo metodo di addestramento.
    L'opposto di quello degli elfi che favoriva la liberta sopra ogni cosa e l'amore per la natura.
    In definitva ognuno dei due aveva i suoi lati positivi e negativi così come erano entrambe incompatibili sotto molti aspetti.

    Attese che il suo piatto fosse pronto e nel mentre chiese al gruppo, a scanso di equivoci, qualcosa su come, quando e perchè il re li avva contattati.
    Voi come siete stati contattati dal re? è da un pò che mi chiedo anche in base a che criteri abbia scelto i membri della scorta e il messaggero
    In attesa di una risposta, la cosa la incuriosiva non poco, prese il piatto, o meglio la foglia, datale dall'uoma e cominciò ad assaporare il frutto del suo lavoro e di quello di Rosalinda.
    Il sapore era dolciastro ma piacevole, che le foglie avessero contribuito a migliorarlo?non era un esperta in cucina quindi poteva solo ipotizzare che avesse a che fare con il metodo di cottura o qualcosa di simile.
    In ogni caso era buono e dava molte energie e tanto bastava alla mezz'elfa che aveva di rado pranzi così piacevoli.

    Il mio nome è Elen cross
    Disse all'uoma presentandosi ricordando di aver detto il suo nome a Rosalinda ma mai di essersi presentata ufficilamente con l'uoma che, a proposito, per lei non aveva ancora un nome.
    In fondo la sua mastodontica presenza la intimoriva e dialogare con lui non era la cosa più facile di quel mondo ma prima o poi avrebbe dovuto farlo ed era meglio approfittare di quella pausa.
    Posso conoscere il tuo nome?
    Gli chiese educatamente meno spaventata dalla sua presenza, detta in termini semplici ci aveva quasi fatto l'abitudine ma la timidezza era comunque una brutta bestia con cui fare i conti.
    In quel momento aveva finito di mangiare, i funghi avevano avuto il sapore migliore seguito dalle patate leggermente dolciastre e calde al punto giusto.
    Girò lo sguardo verso Rosalinda notando che anche lei aveva finito la sua razione, ora si trattava solo di approfondire la conoscenza l'uno dell'altra prima di riprendere il viaggio:magari si trattava di qualcuno con cui era facile parlare una votla abituati alla sua stazza.
     
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