Posts written by » Fyan

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    Ambèrle
    Ambèrle;
    Ambérle strinse le mani sul bordo della scrivania di legno fino a quasi scheggiarla con le belle unghie curate. Non osò muoversi dalla sua posizione, osservando invece terrorizzata Mayleen procedere verso lo scheletro, con la coda ambrata che tremava ancora.
    Ma come fai ad avvicinarti così?! Chiese in tono lamentoso, la punta di spavento nella sua voce era così evidente che avrebbero potuto sentirla anche dalle terre in superficie.

    Vide poi la sua amica mettersi davanti a quello scheletro per giocare con il suo ossuto braccio bianco e coperto di stracci.
    Eddai May non scherzare! È-è un morto! La voce le tremò ancora.
    Eppure Mayleen sembrava divertirsi da pazzi con quello scheletro che avevano trovato.
    Un momento: cosa aveva tra le dita ossute? Un pezzo di pergamena?
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    Zack;
    Sì, so che è qui vicino. Rispose il ragazzino, camminando insieme a Rhees verso la zona ovest di Sintad, senza che lui nemmeno lo sapesse. Zack aveva semplicemente deciso che avrebbe dovuto ricambiare il favore e poi più si sarebbe allontanato da lì, più difficoltà avrebbero avuto nel trovarlo.
    Perché sei venuto a Sintad? Fece poi, ancora rabbuiato. Gli occhi erano ancora rossi e le tracce delle lacrime erano ancora ben visibili sulle guance, le mani gli facevano male da impazzire e lui faceva fin troppa fatica a nasconderlo.
    Cioè, ce l'hai una famiglia?
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    Zack;
    Zack rimase un silenzio e con l'espressione rabbuiata sul viso, osservandosi finalmente le mani bendate. Già cominciavano a colorarsi di rosso: quanto forte aveva colpito quelle casse?
    Alzò gli occhi azzurri verso Rhees e poi borbottò qualcosa. Di sicuro sua madre l'avrebbe rimproverato di non aver ringraziato quel passante così gentile. Non gli aveva nemmeno chiesto niente.
    Mh. Esitò, spostando lo sguardo e ficcandosi le mani in tasca. Dove sono le tue parti?
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    Seme?
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    Zack;
    Anche se per un solo momento Zack aveva sperato che quel ragazzino lo lasciasse da solo al suo dolore, seppe fin da subito che Rhees sarebbe rimasto lì: non si era mosso di un passo quando gli aveva detto la direzione per la casa del signor Ember.
    Quando lui gli afferrò le mani per medicarle, quasi fece per ritrarle, ma con un sussulto decide di lasciarlo fare. Facevano troppo male quelle ferite per lasciarle così a sanguinare.

    Lo lasciò finire in silenzio, chiedendosi come mai stesse facendo quella cosa per lui, se aveva ben altro da fare, poi si alzò in piedi, guardandolo fisso.
    Zack. Disse finalmente, presentandosi. Perché mi stai aiutando?
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    Selciato
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    Ambèrle
    Ambèrle;
    La sirena ambrata fu contenta di quella nuova scoperta, mentre Mayleen la metteva nella sua borsa. Aveva già deciso che una volta a casa sarebbe andata ad informarsi su quello che si trovava sulle navi per scoprire il nome di quell'oggetto di legno.
    Non poteva essere pericoloso, vero?
    Dovremmo esserci.
    La frase dell'amica la riscosse dai suoi pensieri negativi: puntò subito lo sguardo verso di lei, che si era fiondata a cercare la chiave tra le assi della cabina del capitano. Non che avesse nemmeno lei la minima idea di dove si trovasse la chiave, ma valeva la pena di tentare.

    Nuotò un po' a caso per la stanza, osservando i mobili, cercandone uno che avrebbe potuto somigliare ad un buon nascondiglio. Vide una scrivania diversa sul fondo della stanza, che ostruiva la vista su quello che c'era dietro.
    Con un rapido colpo di pinna si portò alle sue spalle. C'era una sedia di legno rivestita di tessuto. Ma era ospitata.
    AAAH!! Urlò terrorizzata, nuotando rapida a nascondersi dietro la scrivania. Uno scheletro uno scheletro!!
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    Zack;
    Il ragazzino dagli occhi azzurri rimase per qualche momento ad ansimare con lo sguardo fisso verso quel forestiero di nome Rhees. Decisamente, lì a Sintad non l'aveva mai visto in tutta la sua vita e francamente non gli importava granché che fosse stato derubato. È praticamente consuetudine che nelle grandi città i forestieri siano vittime di furto e Zack lo sapeva bene, gliel'aveva sempre raccomandato sua madre.
    Già, sua madre. Lui aveva di molto più importante a cui pensare che ad una refurtiva probabilmente nemmeno così importante di quel Rhees. Aveva appena scoperto che sua madre era morta per causa sua. Perché mesi prima era scappato di casa per cercare l'assassino di suo padre.

    Sospirò di dolore, senza dire al nuovo arrivato nemmeno una parola, poi si lasciò cadere seduto su una di quelle casse fracassate che aveva preso a pugni.
    Guardò ancora le mani insanguinate ma pensò bene di ignorarle, come stava ignorando il loro dolore. Si era creduto grande fino a quel momento, ma nessuno sarebbe corso a medicare le sue ferite. Adesso sì che era solo, che era l'uomo della famiglia.
    Il signor Ember vive nella zona più ad ovest. Commentò, con lo sguardo puntato a terra.
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    Ambèrle
    Ambèrle;
    Ambèrle non era proprio sicura di volersi allontanare così come aveva detto Mayleen, ma la sirena dalla coda color lime era semplicemente troppo entusiasta per farsi rispondere un no, quindi si diresse con dei fluenti colpi di pinna nella direzione che le era stata indicata.
    Si voltò subito con aria interrogativa a guardare la sua amica, mentre voltava il cannocchiale e ci guardava nuovamente dentro: che stava facendo?
    Wow!
    Al suo entusiasmo rise di nuovo, nascondendo la bocca dietro la mano. Quella sirena era sempre così contenta di tutte il nuovo in cui si imbatteva!
    Che hai scoperto? Chiese a più alta voce, mentre tornava finalmente accanto all'amica. Le dava fin troppa incertezza starsene da sola in una nave affondata. Avanti, portiamocelo a Zalenia. Ora cerchiamo quella chiave.
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    Ambèrle
    Ambèrle;
    Ambèrle ridacchiò, osservando l'enorme occhio verde brillante di Mayleen che vedeva nel tondo di quello strano manufatto.
    Ciao. La salutò ridendo. Chissà a che serviva quella cosa: di certo non era utile se faceva sembrare le persone così stupide. Almeno le aveva fatto passare un po' di ansia e malessere.
    Che cosa vedi dentro? Si vede diverso? Le chiese, osservando ancora l'occhio curioso dell'amica, all'interno del cannocchiale. Diede una pinnata per mettersi dalla stessa parte di Mayleen ed osservare meglio l'oggetto. Da lì ti fa sembrare una seppia gigante!
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    Ambèrle
    Ambèrle;
    La sirena ambrata tese il cannocchiale verso Mayleen, lasciandoglielo analizzare. Magico lo sembrava, aveva ragione: aveva letto che c'era molta magia in superficie, a partire dalle ninfe fino agli elfi.
    Non che ne avesse mai visto qualcuno dal vivo, ma quel manufatto che avevano appena trovato dava l'impressione di essere proprio qualcosa del genere.
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    Ambèrle
    Ambèrle;
    Ambérle seguì l'amica con non pochi timori a farle vibrare la coda. Avrebbe preferito procedere con calma e con prudenza, ma Mayleen si allontanava così velocemente xon quei colpi di coda!
    Si costrinse comunque a fare lo stesso, per non rimanere da sola indietro. E anche perché aveva paura che Mayleen le facesse qualche altro scherzetto nascondendosi.

    Osservò la mobilia disordinata, mentre proseguiva con Mayleen nel labirinto di pareti di legno: avevano davvero tutta una loro storia quelli delle terre di sopra. Certi oggetti Ambérle stentava a capire cosa fossero.
    Credo che siamo nella giusta direzione. Annunciò, riconoscendo alcuni tipi di mobilia che aveva visto nel libro sulle navi. La sua attenzione però venne catturata da un oggetto singolare.
    Oh May! Guarda! Esclamò, recuperando dal suolo un cannocchiale dorato e decorato. Cosa che lei non aveva mai visto.
    Secondo te che cos'è? Chiese, alzandolo verso Mayleen.
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    Ambèrle
    Ambèrle;
    La sirena fece una pausa, voltandosi appena confusa verso la sua amica: non sapeva cosa fosse una cabina? Non aveva mai letto di quei libri antichissimi che parlavano del mondo di sopra? Dei pirati e di tutte quelle trappole pericolose che si celavano nei velieri?
    Ora capiva perché fosse così incosciente da immergervisi!

    La cabina è una stanza. Ridacchiò un momento solo a bassa voce. Solo che è fatta di legno e ci sono i mobili tutti per terra: ho visto dei disegni.
    Fece una pausa, osservandosi intorno. In quella confusione e con la nave storta non riusciva ad individuare dove potesse trovarsi la suddetta: dov'è che quel libro aveva detto si trovasse?
    Ho letto tanti libri che avvertono dei pericoli del mondo di sopra. Almeno so di cosa avere paura.
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    Zack;
    Zack sussultò voltandosi di scatto, mentre lasciava andare finalmente le cassette di legno e le liberava dalla sua furia. Dentro di lui però sapeva che aveva ancora rabbia da tirare fuori e chiunque fosse stato ad interromperlo abrebbe ricevuto un pugno.
    Già immaginava che fosse Castor, il secondo del capitano. Chissà se anche lui era in combutta con l'assassina della sua famiglia.
    CERTO CHE NO! Urlò in risposta, col fiatone, mentre metteva a fuoco chi era appena arrivato. Aveva già preparato un pugno, ma si trattenne dal sferrarlo: non era Castor.

    Chi sei tu? Gli fece aggressivo, mentre si puliva con malagrazia le lacrime dalle guance. Gli occhi azzurri erano sempre più arrossati e solo ora che si era fermato sentiva quanto le mani gli facessero male.
    Abbassò per un solo istante lo sguardo verso le nocche e le vide completamente insaguinate. Nemmeno si era accorto di quanto avesse fracassato quelle casse di legno.
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    Zack;
    La odio, la odio. Continuò a ripetersi nella mentre, mentre lacrime rabbiose scivolavano in silenzio sulle sue guance e il piccolo ultimo rimasto dei Tehnal correva via da quella di cui per molto tempo si era fidato.
    Le aveva mentito tutto il tempo e così facendo l'aveva solamente ferito: per colpa di Älya suo padre era morto e adesso anche sua madre ed il suo fratellino.
    Erano morti tutti e lui era rimasto solo con un pugnale appartenuto al colpevole degli omicidi.

    Non seppe nemmeno dove si stesse dirigendo, per quanto quelle strade le conoscesse a menadito: aveva lo sguardo appannato dalle lacrime e le gambe si muovevano praticamente da sole, guidate dal risentimento e la rabbia.
    Finì in un vicolo cieco, molto simile a quello dove c'era stata la sua casa e dove aveva lasciato Älya e il capitano a vedersela con le guardie. C'erano delle cassette di legno accatastate e molte erano anche distrutte e probabilmente da riutilizzare per qualcos'altro.

    AARRG! Urlò rabbioso, sferrando un calcio proprio ad una di quelle, per poi accanirsi su di loro a pugni. Proprio come se stesse vendicando la sua famiglia con quei pezzi di legno.
2302 replies since 27/6/2012
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