Posts written by » Fyan

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    Esther;
    Quando Esther sentì una presenza nella mente quasi si illuse che potesse essere quella di Seanah.
    Ma no, non poteva essere lui: non era mai stato così gentile come quell'altra persona, le aveva fatto male ogni volta, anche se lei stessa gli aveva dato il permesso.
    Alzò lo sguardo, ancora seduta, e alle sue oreccie arrivò anche il rumore di gente che si avvicinava, calpestando le foglie rinsecchite della palude. Era stata la principessa stessa a parlarle, ma che ci faceva lì?

    Si alzò dunque in piedi, nascondendo la rondine nei vestiti: i capelli biondi della principessa entrarono subito nel suo campo visivo. C'erano altri elfi che la seguivano. E un umano.
    P-principessa?
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    Esther;
    Era davvero una strana sensazione quella del sonno magico da sonnifero. Quasi Esther pensò di essere tornata indietro al suo risveglio nei boschi di Withirfield: dolore non ben definito e strano torpore furono le prime sensazioni che provò quando riprese conoscienza.
    Aprì gli occhi, cercando di mettere a fuoco cosa avesse intorno: ancora foresta? Davvero non era successo nulla e si trovava di nuovo a Withirfield?
    No, non è la stessa foresta.
    Era tutto marcio, rinsecchito e sudicio attorno a lei. Anche il suolo su cui era riversa.
    Già: era la palude, con laa tana dei goblin sotterranea. Con Eani.

    Seanah?
    Esther spostò subito gli occhi nocciola cercando il suo compagno, allarmata. Non era con lei: forse era morto contro la terrasque? Lei aveva sbagliato a mescere la pozione e l'aveva fatto saltare in aria?
    Ní hea... Seanah...?
    Eppure lui non era da nessuna parte. Nemmeno con la mente riusciva ad individuarlo.
    Tentò di alzarsi in piedi per cercarlo, poggiando le mani sul suolo per sostenersi. Ma aveva qualcosa in mano.
    La rondine? Pensò, abbassando gli occhi sulla foglia piegata che si ritrovava in mano. Era quella che aveva regalato a Seanah, qualche giorno prima: doveva essere un suo messaggio.

    ...-ua mente è nebulosa
    Con un sussulto Esther si voltò a guardare verso la direzione della voce, ancora confusa e seduta per terra. C'era qualcuno.
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    Eirydia
    Zack;
    Zack tirò finalmente le mani fuori dalle tasche solo per incrociarle davanti al petto perplesso: erano impazziti tutti oppure Rhees gli stava mentendo spudoratamente?
    Insomma, non gli era sembrato un ragazzino cattivo, soprattutto perché aveva deciso di fasciare le sue nocche ferite senza nemmeno chiederglielo.
    Immagino che avrai da fare

    Zack esitò per un momento, poi cacciò nuovamente le mani nelle tasche dei pantaloni: per un solo momento aveva pensato di bussare nuovamente a casa di quell'uomo e chiedere un favore a nome proprio, ma dopo averci riflettuto su Zack aveva capito che la cosa gli sarebbe stata molto controproducente. Doveva farsi vedere il meno possibile in quel posto, se intendeva seminare Älya e Marker, che lo seguivano.
    Anche se... La sua voglia di vendicarsi non si era certo spenta.

    Hai qualcosa da perdere? Fece di punto in bianco. Forse un compagno di viaggio gli avrebbe fatto comodo. Io sto scappando da Sintad.
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    Eirydia
    Zack;
    In effetti quella scena non se l'era aspettata nemmeno per sogno. Zack era rimasto indietro ad assicurarsi che quel ragazzino di Tenar entrasse finalmente a casa dei signori Ember, ma sapere che un Rhees Lalaith fosse già in casa lo spiazzò abbastanza.
    Quando la porta si chiuse si voltò a guardare Rhees con un sopracciglio alzato. Non aveva levato le mani dalle tasche, anche perché non aveva voglia di rispondere alla gente su cosa avesse fatto alle mani. Conosceva tutti lì.
    Mi prendi in giro? Gli chiese. Non aveva poi così tanto tempo da perdere: progettava di andarsene il prima possibile da Sintad e magari imbarcarsi per qualche altra isola di Jairtas. Perché dice che Rhees Lalaith è già dentro?
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    Ambèrle
    Ambèrle;
    Ambérle continuò ad osservare la mappa dubbiosa: in effetti l'idea di Mayleen avrebbe potuto avere senso. Si trovavano su una nave pirata e quello scheletro era il capitano morto? Davvero quel baule conteneva antichi tesori?
    La sirena alzò le spalle, tirando le labbra di lato: per sapere se avevano davvero ragione, avrebbero dovuto aprire quel baule.
    Cerchiamo la chiave allora. Quella mappa conservala. Disse, cominciando a guardarsi bene intorno come aveva fatto prima, appena entrata nella stanza.
    Non aveva davvero il coraggio di controllare i vestiti di quello scheletro.
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    Eirydia
    Zack;
    Zack non era molto entusiasta al vedere Rhees così emozionato dal vedere Sintad: per lui era una città sporca e mediocre e dalla quale aveva fatto di tutto per andare via. Eppure era la sua casa e ci era affezionato. Ed in effetti qualche tempo prima avrebbe avuto la stessa reazione di quel ragazzino al visitare una città diversa da quella.
    Si chiese in effetti dove fosse vissuto Rhees fino a quel momento se riusciva ad emozionarsi lì.

    Camminò in silenzio e con le mani in tasca, senza dilungarsi ad accettare il ringraziamento si quel ragazzino forestiero.
    Non aveva molta voglia di stare al centro dell'attenzione, soprattutto perché Leoven, Castor ed Älya lo stavano cercando.
    Quella bugiarda assassina.

    Quasi marciando arrivò ad una casetta di legno con un piccolo cortile e un paio di galline ben in carne. Conosceva quella casa: ci era stato molte volte per conto di suo padre.
    Questa è la casa dei signori Ember. Annunciò con un cenno del mento.
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    Esther;
    Esther non aveva nemmeno guardato la boccetta che volava verso il terrasque: si era voltata nuovamente verso l'elfo che aveva cominciato a correrle incontro. Aveva visto la sua espressione rassicurante, il modo in cui le aveva detto di non preoccuparsi.
    Noi non abbiamo legame. Le tornò in mente, quasi il tempo si fosse fermato apposta in quella pericolosa battaglia per lasciarla riflettere su quello che provava.
    Noi no. Io ho un legame con te. Pensò chiaramente. La boccetta di pozione soporifera si infranse contro il corpo quasi impenetrabile di Eani: Esther lo ignorò, ignorò anche le barriere mancanti nella sua mente, mentre metteva qualche passo del tutto instabile verso Seanah.

    Che cos'è che le aveva detto? Quel fracasso non permetteva nemmeno a lei di capire le parole di quel Ribelle, lei che aveva un udito molto fine.
    Perché però tutto diventava sempre più scuro? E le gambe pesanti, i pensieri confusi.
    Cos'era quel sonno improvviso che non le permetteva nemmeno di gridare spaventata al fiotto di sangue che Seanah aveva sputato?
    Seanah... Fu solo in grado di sussurrare. Poi cadde addormentata sul suolo roccioso.
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    Esther;
    L'elfa esitò ancora, con gli occhi nocciola fissi sulle ferite dell'elfo che la guardava e la boccetta di pozione ancora in mano, col terreno che a malapena riusciva a tenerla in piedi.
    Vedere Seanah scontrarsi contro una parete era un conto, ma fissargli il viso ferito che la guardava era davvero un altro.
    Le aveva chiesto di lanciare la pozione, ma lei era rimasta un momento fin troppo lungo per una battaglia senza fare proprio nulla.

    Uno scossone di Eani la riscosse: stava quasi per cedere alle ginocchia per via dei movimenti della roccia.
    Spostò rapida lo sguardo verso la terrasque e poi strinse i denti.
    Ti prego fa che funzioni.
    E poi lanciò la boccetta contro il gigantesco cucciolo.
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    Esther;
    Fu quando la sua luce azzurra si spense, a seguito di quell'incantesimo imparato al momento e che le aveva sottratto davvero tanta energia magica, che Ether si rese conto di quanto diverso fosse il liquido della pozione che aveva preparato. Sembrava quasi luccicare.
    Anche i goblin si erano voltati a guardarla, quando la luce aveva catturato la loro attenzione. Adesso aveva davvero finito.
    Prese incerta la pozione in mano alzandosi in piedi. La verità era che non aveva idea se avesse seguito le giuste istruzioni o avesse mancato qualcosa di fondamentale.
    Alzò la boccetta, cercando Seanah con lo sguardo: si stava rialzando dopo una brutta caduta.
    Seanah! Lo chiamò. La pozione!
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    Esther;
    Esther lanciò un'occhiata ai goblin che ze ne stavano nell'angolino tremanti, accanto a lei, e che sussultavano ad ogni colpo subito da Seanah o ogni ruggito doloroso della terrasque.
    L'elfa aveva finito la mistura e dentro di sé continuava a ripetersi di andare avanti e pregare qualsiasi divinità che Seanah rimanesse in vita durante la battaglia. Si rimproverò di non essere così veloce come lui.
    Una volta versata la mistura insieme all'acqua nella boccetta Esther la guardò col cuore in gola: avrebbe dovuto infondere l'incantesimo descritto nella ricetta che l'elfo le aveva dato.
    Puntò la mano col palmo aperto verso la pozione e poi si concentrò al vedere la familiare luce verdina.
    Resisti ancora un po' Seanah.
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    Eirydia
    Zack;
    Ti ci sto portando. Rispose il ragazzino, fermandosi insieme al nuovo arrivato, invece di continuare la sua marcia verso il quartiere ovest della città.
    Lo sapeva fin troppo bene che Rhees non avrebbe mai più avuto indietro ciò che gli era stato rubato: i ladri di Sintad erano tanti ed anche bravi a nascondersi. Della refurtiva ciò che era utile probabilmente era già stato usato, mentre il resto era stato gettato da qualche parte.
    Che cos'altro ti hanno rubato oltre la lettera? Conosco il signor Ember, era un amico di mio padre posso parlare io per conto tuo, se ricordi cosa c'era scritto in quella lettera.
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    Ambèrle
    Ambèrle;
    Prima di rispondere Ambèrle rimase un attimo in silenzio ad osservare quella mappa, tentando di riconoscere il posto lì rappresentato. Era un peccato che quello che ci fosse scritto fosse incomprensibile: avrebbe potuto dare loro qualche indizio su cosa potesse essere quella specie di percorso tracciato ad inchiostro rosso nel mare.
    Credo anche io che sia una mappa. Rispose dunque, spostando gli occhi castani tra le varie isolette lì disegnate. Sarebbero dovute salire in superficie per capire che posto fosse? Oppure semplicemente guardando nei libri avrebbero potuto avere qualche risposta?

    Guarda. Indicò il grosso segno di X disegnato alla fine del percorso in rosso: di sicuro conduceva a qualcosa di importante ma cosa fosse Ambèrle non poteva saperlo.
    Sembra che aiuti a condurre qui: deve esserci qualcosa di importante, credo.
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    Esther;
    Mentre Esther teneva le mani fisse sul lavoro che Seanah le aveva affidato, non poteva fare a meno di spostare in continuazione gli occhi nocciola verso il ragazzo che combatteva, con l'ansia che cresceva ad ogni minuto e con la paura che probabilmente avrebbe potuto fare qualche errore con quella pozione.
    Non era un alchimista: avrebbe potuto creare un esplosivo senza nemmeno accorgersene e far saltare in aria tutti quanti. Eani nemmeno sarebbe morta.

    Aveva appena finito di pressare la mistura con quell'arnese che Seanah le aveva lasciato nella borsa e che lei gli aveva visto usare più volte. Gli occhi corsero nuovamente alla battaglia, proprio mentre il letale corno del terrasque colpiva l'elfo nel centro del petto, facendolo saltare indietro.
    Esther menò un urlo soffocato, portandosi le mani a coprire la bocca: quel colpo era stato così violento che Seanah sarebbe potuto morire all'istante. Però non cadde al suolo: rimase in piedi lì dov'era.
    Si prese un solo secondo di pausa per assicurarsi che Seanah stesse bene e potesse continuare a reggere il combattimento, poi con un tesissimo respiro per scaricare la tensione, che comunque rimase pesante sul suo stomaco, riprese a mescere la pozione soporifera.
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    Ambèrle
    Ambèrle;
    Mayleen non aveva tutti i torti in effetti. Quello scheletro se ne sarebbe stato lì immobile fino a che si sarebbe consumato, quindi non le avrebbe potuto fare del male.
    Eppure la sirena ambrata continuava a temerlo come un'oscura maledizione, quasi potesse alzarsi improvvisamente dalla sua sedia per afferrare le loro code.
    Però quella pergamena che stava scivolando via semplicemente aveva catturato la sua attenzione allo stesso modo in cui l'aveva fatto con Mayleen.

    Preso un po' di coraggio e chiaramente tenendosi il più possibile lontana dallo scheletro, si avvicinò all'amica sbirciando sulla pergamena che aveva appena trovato.
    L'inchiostro era stato rovinato dall'acqua e molte delle scritte lì vergate erano incomprensibili, anche perché probabilmente si trattava di una lingua alle sirene ignota, eppure il contenuto di quella pergamena era evidente.
    Un disegno centrale di un atollo in superifice indicava la rotta per un tesoro.
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    Zack;
    Per un breve momento Zack pensò di tirare un pugno in faccia al ragazzino: insomma, non era proprio nella sua indole picchiare le persone, ma dato che aveva ancora l'animo in subbuglio per il dolore, sapere che Rhees aveva deciso di scappare di casa senza nessun motivo la faceva imbestialire.
    Certo, anche lui era scappato di casa, ma solo per rendere sua madre felice. Aveva sbagliato infatti: era morta anche lei.

    Strinse i pugni nelle tasche fissando il suolo: stava per chiedere a quel Rhees se avesse dei fratelli o avesse pensato bene di abbandonare i suoi genitori da soli, quando quello si fermò improvvisamente.
    Alzò gli occhi azzurri verso di lui, ancora rabbuiato.
    Che hai?
2302 replies since 27/6/2012
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