Posts written by Edgard Strolgher

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    Tichondrius;
    Tichondrius attendeva impaziente di avere il permesso da Elen di abbattere la sua ira contro il capo degli aguzzini che aveva cercato di colpirlo mortalmente con quella strana boccetta di liquido infiammabile, a rendere ancore meno facile sopportare l'attesa c'era una sorta di rabbia bruciante che avvampava dentro il cuore dell'uoma, una sorta di emozione che non gli apparteneva fino in fondo e che non aveva mai provato prima. Doveva anche ammettere che non era mai stato così vicino a subire una seria ferita e delle ustioni come quelle che avrebbero provocato quelle fiamme erano proprio il genere di cose che aprivano la strada a nuove possibilità.
    Quando la mossa del capo dei banditi fu resa vana dal potere della spada sul volto dell'uomo di dipinse una maschera di terrore, colto dallo conforto cadde a terra tremante e senza riuscire ad emettere fiato se non un leggero sibilo di terrore. Lo sguardo dell'uoma lampeggiava verso la mezz'elfa in attesa di un consenso mentre la spada famelica era brandita dalle possenti mani del guerriero, il pover'uomo parve capire che la sua vita era appesa al filo delle scelte della messaggera e prese a guardarla con nera apprensione. Quando il decreto della messaggero segnò la possibile fine del capo dei banditi e che ormai ogni possibilità di salvezza derivava solo dal fallimento delle azioni dell'uoma, fu chiaro al malcapitato che la sua ora era giunta. Stringendo la spada gigantesca, il possente guerriero si avvicinava con una rabbia che gli montava feroce dentro il petto, gli occhi, o meglio, l'unico occhio funzionante dell'aguzzino era spalancato dal terrore e gorgogliava con la gola nel tentativo di dire qualcosa per salvarsi la vita ma la stretta pungente della paura gli attanagliava le viscere impedendogli qualsiasi appello disperato.
    La lama del golem di lava fece un unica poderosissima discesa sul corpo dell'uomo, la forza bruta con cui si abbatté il corpo stupì persino lo stesso Tichondrius che era certo di essere forte, ma non fino a quel punto. Infatti il colpo fu tanto violento da trapassare il petto del suo avversario e di spaccare il legno del ponte sotto di lui lasciando una vistosa crepa che, pur non rappresentando un pericolo, nemmeno per i carri, rappresentava comunque un punto di cedimento.
    Con quell'uccisione, l'unica del gruppo, l'Hellfalas aveva terminato gli avversari che gli spettavano ed era pronto a prendere le difese della messaggera, anche se non sembrava di averne bisogno data l'evocazione di un essere che stava combattendo per lei e che resisteva perfettamente ai colpi che gli aguzzini riuscivano miracolosamente a sferrare. Uno dei banditi, però riuscì a superare la creatura evocata e stava puntando pericolosamente verso Elen. Tichondrius era lontano e non sarebbe riuscito a raggiungerla, stava per correre verso di lei, anche se sarebbe stato inutile, ma per fortuna una figura nuova, che non apparteneva a nessuno dei banditi, sbucò dalla parte opposta. Era dotata di una grande velocità e si parò subito a difesa della mezz'elfa. Era una donna umana, abbastanza esile ma non molto. Quel tipo di fisico lasciava il dubbio che fosse una maga ma poteva anche essere non vocata alla magia sostenendo comunque un tipo di combattimento destinato ad attacchi singoli e letali. Specialmente tra gli elfi erano soliti esserci esemplari armati di doppie lame che pur non usando la magia e prediligendo combattimenti fisici, finivamo per mantenere il fisico esile per poter puntare sulla velocità e l'evasione per prevalere sui loro nemici. A Tichondrius, come qualsiasi altro uoma, era preferibile prevalere fisicamente per non lasciare nulla al caso. Sei soldati erano stati messi al tappeto da Tichondrius, uno era stato ucciso sempre da lui, uno era stato messo al tappeto da una ginocchiata della nuova arrivata e gli altri quattro dall'evocazione di Elen.
    Pare che qui abbiamo terminato!
    Rinfoderò la spada sulla sua schiena accanto alla sua lama e spostò il cadavere del capo per controllare il danno al ponte. Era riparabile, ma con ciò che avevano a disposizione non potevano far nulla e di certo non avevano il tempo di mettersi a riparare un ponte data l'entità della loro missione. Comunque, qualche ulteriore minuto doveva essere speso per capire chi fosse la donna appena giunta. L'uoma pensò che sarebbe stato scortese cominciare chiedendo chi fosse, era meglio presentarsi. Al guerriero seccava parecchio di dover andare contro i suoi insegnamenti così tanto in una sola missione...era la seconda volta che si presentava per tanto il suo tono sarebbe suonato un po' brusco. Stava quasi per cominciare a parlare quando notò il patto magico che era stato impresso sulla spalla della donna. Il suo vestito lo copriva quasi tutto ma se ne poteva vedere una parte sufficiente a riconoscerlo. Questa scoperta cambiava le cose, tanto che suonò formale e competente, come il rango di leader imponeva.
    Sono Tichondrius Hellfalas, guida di questa squadra per scortare il messaggero alla corte dei nani. Siete il rimpiazzo del membro che è stato richiamato?
    L'uoma attese con pazienza ed educazione, il patto garantiva che la donna era dalla loro parte, senza considerare che aveva protetto Elen, anche se era riuscita ad alzare uno scudo appena in tempo e quindi che non aveva corso un vero pericolo. Con la sua presenza stava da valutare se doveva essere lei la nuova leader o se doveva continuare ad esserlo Tichondrius, in tal caso doveva cambiare la formazione e le strategie tenendo conto del nuovo acquisto.


    CITAZIONE
    • Il combattimento è terminato
    • C'è una frattura nel legno del ponte, è ad un terzo della lunghezza e circa 6 piedi a partire dal bordo sinistro
    • Ci fermiamo a conoscere ed accogliere la nuova arrivata
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    ma se alya è stata mandata dalla regina rori e negli obbiettivi del gruppo B c'era da mandare un messaggio anche a lei, vuol dire che in teoria lo ha già saputo?
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    Non so se è il posto giusto dove poter mettere al corrente i miei amici del forum di quello che faccio e di quello che sono, ma volevo far vedere a tutti quella che è la mia vera dote e la mia grandissima passione: la progettazione.

    Su facebook ho una pagina che contiene i miei lavori e che potete sfogliare in qualsiasi momento...avevo già postato alcuni dei miei primi rendering, con grandissimo effetto qui sul forum, quindi questo che vi mostro ora dovrebbe essere ancora meglio:
    www.facebook.com/extremerendering
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    Tichondrius;
    Quando finalmente il terzetto fu pronto all'azione, Tichondrius fu quasi pronto a scatenare la sua furia sui malcapitati, ma la giovane elfa, che aveva già mostrato una sensibilità elevata, cercò di persuadere l'uoma a non uccidere gli aguzzini ma limitarsi a tramortirli, sottolineava il fatto che ucciderli non fosse necessario. L'Hellfalas fu molto combattuto internamente, sembrava che due schieramenti di forze avevano cominciato a combattere gli uni contro gli altri. Da una parte c'era l'uo e il suo credo, esso non condannava chi lottava per sopravvivere, ma in questo caso era un furto sulle spalle degli altri e quindi suggeriva di annientarli, dall'altra parte c'era Elen, un buon leader deve decidere seguendo le proposte dei suoi uomini e del consiglio in modo da essere il caposaldo che tiene unite le truppe e non solo il marionettista che muove dei ciechi burattini, per questo avrebbe voluto risparmiarli, ma c'era una terza forza, non riusciva a comprendere quale, una sorta di oscura presenza...dentro di se sentiva questa coscienza assieme ad un forte calore e ad una grande energia, sembrava la stessa situazione che aveva provato quando aveva impugnato la prima volta la spada, ma le spade non hanno volontà, e di certo non possono insinuarsi nella testa di un guerriero.
    Ignorò la sensazione e cercò di parteggiare per la sua giovane compagna. Si voltò appena emettendo un sotteso grugnito di approvazione, anche se celava una certa seccatura.
    Erano dodici uomini in tutto, la maga umana sembrava molto strana ultimamente e la sua esperienza di condottiero suggeriva di fare del suo meglio per compensarla, in caso di mancato supporto, ma non era il caso di fare tutto da solo. Avrebbe quindi celato la sua furia contro sette aguzzini, gli altri cinque invece li avrebbe lasciati alla messaggera. Sapeva che ci sapeva fare con la sua magia bianca, ma voleva essere sicuro che non le capitasse niente e per questo le alleggerì il carico.
    Si ripeté un'ultima volta nella testa le parole "Non uccidere", poi come una palla di cannone, venne sparato contro i suoi nemici.
    Era meglio non estrarre le spade o la tentazione di affondare la lama nelle loro carni sarebbe stata troppo forte, inoltre aveva la forza necessaria a metterli a nanna con un pugno ciascuno, quindi le sole mani nude erano più che sufficienti. Il capo sarebbe stato suo, non ammetteva repliche, ma se lo voleva serbare comunque per ultimo, quindi terminò la sua corsa su un arciere togliendogli di mano l'arco e afferrandolo dalla testa con una mano per scagliarlo contro un'altro arciere che provò a scoccare una delle sue frecce ma si fermò quando si rese conto che avrebbe rischiato di colpire il suo compagno e quando realizzò che gli sarebbe arrivato addosso e che quindi doveva attutire il colpo, la corda dell'arco servì da mezzo per strangolare un uomo barbuto con flagello e scudo che si avvicinò verso di lui, con uno strattone più forte o trattenendo la stretta più a lungo l'avrebbe ucciso, quindi strattonò piano una sola volta, per lasciarlo privo di sensi al suolo fermo in una smorfia e freddato nella posa in cui cercava di liberarsi dalla stretta della corda. Tre erano già fuori gioco quando un uomo indietreggiò spaventato, Tichondrius sperò di far contenta Elen se non avrebbe dovuto ne ucciderlo ne fargli del male, ma la paura ebbe l'effetto meno sperato, colto dall'istinto di preservazione, cercò di guadagnarsi la salvezza nel modo sbagliato, cioè caricando con furia cieca il colossale guerriero, bastò un ceffone per farlo rotolare al suolo.
    Da quel momento il seme del dubbio toccò il volto del capo e degli altri uomini.
    Lo sfregiato che li comandava gridò loro: Prendetelo ai fianchi, idioti, non cercate il confronto diretto!
    Inspirati dalla loro guida, i restanti due, si lanciarono contro Tichondrius da due fianchi opposti, colto dall'istinto, l'uoma mise una semplice mano sull'elsa della spada del golem, ciò bastò a fargli sentire di nuovo quella presenza che lo istigava a mettere fine alle loro vite, per la prima volta riuscì a distinguerla più a fondo, sentiva rabbia, sadismo, collera, insofferenza verso la loro sorte. In qualche modo quella sensazione trovò accoglienza nel profondo del guerriero, ma insospettito da un'altra presenza, lasciò la spada e continuò la sua lotta con il preciso scopo di non fare danni irreversibili, quindi per difendersi dall'attacco a tenaglia colpì prima il lanciere alla sua destra con una carica con spallata che lo fiondò giù dal ponte, sotto scorreva il fiume che, per quanto impetuoso, non era colmo di pericoli, bastava saper nuotare per cavarsela, quindi per sistemare l'altro basto un manrovescio.
    Giunti a quel punto, il capo di quei buoni a nulla aveva finalmente realizzato l'onta che aveva scatenato e l'entità del suo errore, ma aveva avuto anche il buon occhio di notare che tutti gli attacchi non erano stati mortali, per ciò ebbe la sfrontatezza di osare il peggio!
    Dal suo mantello estrasse un'ampolla di vetro colpa di uno strano materiale, lo lanciò ai piedi dell'uoma e, quando il vetro si ruppe, la sostanza prese fuoco a contatto con l'aria invadendo il suo corpo con le fiamme. Nei primi istanti, Tichondrius provò il dolore e la puzza della morte, la sua morte, il liquido, schizzando aveva aderito sulla sua pelle, e per tanto non avrebbe potuto separarsi dalle fiamme, ma ancora una volta la presenza dentro di lui si fece sentire con una nuova sensazione...fame. Hellfalas sguainò la spada e dentro la sua lama vennero risucchiate le fiamme. Tutte le sensazioni provate poco prima si scatenarono in lui tranne quella della fame che si placò di colpo. Non aveva una volontà tanto forte da resistere ad un impeto tanto potente, ma ebbe comunque l'onestà di lanciare uno sguardo ad Elen aspettando un suo cenno, quasi a chiedere il permesso di poter trattare lui diversamente.


    CITAZIONE
    • Il combattimento è iniziato
    • 12 avversari da sconfiggere
    • Sei al tappeto
    • Con uno sguardo Tichondrius chiede ad Elen di uccidere il capo
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    Alistair;
    Alle parole del mutaforma, il resto dei suoi compagni, si dimostrarono ben disposti a partire subito. Era inutile per Alistair illudersi, anche se ad Adara non voleva bruciare le speranze con troppo poco tatto. Era assolutamente impensabile che sulle montagne, tra uoma e nani, potessero aver trovato rifugio una coppia di umani, stavamo parlando di due razze orgogliose che non amavano moltissimo i contatti con l'esterno, inoltre questa loro natura peculiare era già messa abbastanza alla prova dalla convivenza forzata degli uni con gli altri e per tanto non avrebbero tollerato facilmente ulteriori pesi aggiunti. I nani lasciavano le profondità delle montagne solo se strettamente necessario e per tanto non ci si poteva aspettare da loro un tale livello di fortuna da trovarne qualcuno fuori, che guarda la coincidenza avesse anche informazioni utili da poter fornire sull'avvistamento dei genitori della maga. La loro unica speranza era che fossero stati avvistati dagli uoma. Magari la conoscenza di Zero poteva tornare utile. Se gli uoma non avevano visto nulla avrebbero dovuto continuare a tentoni, e spingersi a Sud-Est, lungo l'arcipelago. Se erano inseguiti era abbastanza ovvio che si sarebbero mossi in linea retta, e fin ora la direzioni puntava da quella parte, per tanto avrebbero continuato a seguirla. La roccia non mantiene gli odori a lungo neanche da asciutta, ma pensare che fosse rimasta inviolata da ogni genere di precipitazioni era assolutamente impossibile. Arrivati sulle montagne, le tracce si sarebbero completamente perse.
    In ogni caso restare a rimuginare sulla scarsità delle possibilità a loro disposizione non serviva a niente. Era meglio muoversi.
    Bene, visto che siamo tutti d'accordo per una partenza immediata, sarà meglio mettersi in marcia
    Terminate quelle parole, iniziò la sua mutazione in lupo mannaro. Gli occhi passarono rapidamente dal marrone al giallo con pupille verticali tipiche delle belve feroci, il muso si allungò prima di essere contornato da una fila di denti che diventavano man mano più appuntiti ed affilati sino a diventare zanne letali, dalle unghia umane emersero artigli poderosi e l'incremento mi massa muscolare mandò in frantumi i vestiti e il pelo crebbe sul tutto il corpo, le orecchie crebbero sino a sporgere all'indietro e la spina dorsale si incurvò portandolo in avanti dove, per comodità, scese sulle zampe anteriori mettendosi a quattro zampe. Si voltò quindi verso la direzione che avrebbero dovuto prendere e abbassò il suo dorso per permettere all'elfo di salirgli in groppa. Sapeva che a Zero non piaceva l'idea di cavalcare un licantropo, ma era l'unica scelta che avevano al momento. Fino a che non avrebbe imparato a manipolare i venti per muoversi alla velocità di Adara, avrebbero dovuto perseguire con quella configurazione di viaggio.
    Quando finalmente Zero gli sarebbe stato saldamento in groppa, avrebbe cominciato la sua corsa a massima velocità e avrebbe girato in tondo verso est per superare il villaggio senza addentrarvisi. Una volta lasciato sufficientemente alle spalle, avrebbero tirato dritto in direzione delle montagne dei nani. Mantenendo un'andatura a velocità adeguata, sarebbero arrivati a destinazione sulle montagne entro sera.
    Il cielo era limpido e non vi erano tracce minacciose di nubi, almeno potevano contare sul fatto che le rocce non avrebbero fatto un'ulteriore lavata da quel poco di odori che potevano ancora conservare.
    Per quanto speranzosi potessero essere i loro piani o le loro aspettative, per la maggior parte, il loro viaggio si basava unicamente sulla fortuna.
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    Tichondrius;
    Il viaggio procedeva sostanzialmente senza intoppi anche se in circostanze simili rappresentava un eufenismo bello e buono. L'uo da sempre metteva in guardia ogni guerriero uoma dalla stoltezza delle altre creature. Un uoma avrebbe saputo valutare se presidiare un ponte per guadagnare qualcosa, o meglio "rubarla" fosse peggio che passare una giornata senza recuperare un soldo, cosa che per stolti aguzzini poteva essere trovarsi un colosso davanti di più di tre metri di altezza. Il frisone barocco che attualmente aveva la dimensione di un grosso rinoceronte galoppava con estremo vigore e sembrava che avesse appena cominciato il viaggio fresco come una rosa. Tichondrius si guardò alle spalle per vedere come andava agli altri due cavalli e anche loro se la cavano perfettamente, gli effetti della speciale somministrazione che aveva fatto l'uoma stava dando i suoi frutti evitando ogni sorta di mancata aspettativa.
    Ormai la foresta era alle loro spalle, gli alberi erano troppo radi per parlare di boscaglia e, se loro riuscivano a scrutare l'intero panorama, di sicuro anche gli altri poteva vedere tre cavalli nel bel mezzo di una piana radura. Tichondrius si guardò attentamente attorno. Non vi erano altorilievi degni di nota dai quali ci si potesse aspettare un'imboscata, questo gli dava comunque un'adeguata copertura dal punto di vista della missione ma, basandosi sulla tempistica dovevano accuratamente evitare di fare il giro largo per evitare il fiume ma avrebbero dovuto virare ad occidente per intercettare un ponte che avrebbe permesso alla compagnia di passare all'altra sponda senza alcun problema. Tuttavia nessuno era tanto sciocco da pensare che in tempi caldi come quelli con simili livelli di attrito tra regno e ribelli non ci fossero gruppi di sbandati che cercavano di emergere dalla miseria con la forza e con la disonestà. Ciò non sarebbe mai stato se Eirydia fosse governata sotto l'ordine e la disciplina dell'uo. Due poteri contrastanti generano due gruppi di idee differenti e ogni idea, specialmente quelle logistiche e decisionali cercano di prevalere e l'aspirazione alla prevalsa genera il conflitto e il conflitto genera caos. Ma nessun singolo è immune da errori, per questo un triumvirato di eletti è la soluzione ad ogni problema. Non esiste decisione civile che non abbia effetti militari, per questo, ogni elemento del terzetto regole e gestisce una delle tre perle dello scibile e due voti a uno risolve qualsiasi conflitto. Tutti gli uoma si attengono al volere dell'uo per loro scelta, per essere semplicemente ciò a cui l'uo gli ha destinati, non c'è asservimento o schiavitù o disonore in questo, chiunque lo pensa è solo il risultato di una visione cieca e ingannata dalla distorta visione del vero concetto di libertà, senza contrasti non vi sono attriti, senza attriti non vi sono conflitti, senza conflitti vi è l'ordine...con l'incontrastata presenza dell'ordine, tutto il tempo e l'energia dei cultori dell'uo viene impiegata alla disciplina e all'addestramento marziale e in questo modo si sarebbe sempre pronti a qualsiasi imprevisto o evenienza, proprio come gli uoma lo sono da sempre.
    Lo stesso uo aveva istruito bene gli uoma dalla maniera migliore con cui estirpare quella gramigna dalla loro strada...con il filo della spada.
    La compagnia deviò leggermente verso destra lungo il loro percorso puntando dritto in direzione del ponte. Attualmente sembrava completamente abbandonato e privo vi ogni presenza, ma erano sicuramente nascosti. Per ciò era meglio restare in guardia ed aspettarsi qualsiasi cosa.
    Man mano che il tempo passava, la velocità dei cavalli scelti appositamente dagli elfi per essere adeguatamente veloci ai fini della loro missione, li portava in fretta verso il ponte, quando furono ad una ventina di iarde dal suo raggiungimento, l'uoma fece segno al resto del gruppo di rallentare. Con circospezione e guardandosi intorno si avvicinava a passo d'uomo sul suo mastodontico destriero. Tutto sembrava davvero tranquillo...forse un po' troppo.
    Quando gli zoccoli del frisone gigante toccarono il legno dell'opera di attraversamento, le corde che stringevano i bordi della struttura si rivelarono essere qualcosa di più di legacci per tenere le assi insieme. Da sotto l'arco di sostegno, emersero degli uomini che usavano le corde proprio per risalire e raggiungere il ponte. Tutti loro, una dozzina in totale, si ersero con tenacia verso la compagnia sbarrando loro la strada. Erano tutti umani, ben messi fisicamente e muscolarmente, nessuno di loro pareva avere le fattezze di un mago, ciò doveva rappresentare un qualche vantaggio per l'intero contingente sull'orlo dello scontro. L'uo mette in guardia i suoi fedeli dalla magia, una pratica senza fondamento fisico che rappresenta un pericolo per chi la possiede e per chi vi sta intorno.
    L'uomo che stava avanti a tutti gli alti, era molto più muscoloso e sembrava essere il capo, aveva una cicatrice sull'occhio e pareva non essere affatto superficiale visto che teneva l'occhio chiuso, probabilmente l'organo sensoriale responsabile della vista era andato assieme al taglio, tra gli uoma sarebbe una ferita degna di orgoglio, segno di uno scontro dal quale si è usciti vittoriosi, ma di solito gli umana la coprivano con una benda, se non l'aveva fatto era sicuramente con lo scopo di incutere terrore, una pratica di cui avrà sicuramente abusato per riscuotere il pedaggio.
    Sono ottanta pezzi d'argento per attraversare il ponte illesi
    Sono tre secondi per togliervi di mezzo per poterci provare ancora domani
    Disse l'uoma facendo a sua volta del suo meglio per incutere la sua dose di terrore. Diversi volti dietro il capo furono scossi dall'insicurezza di trovarsi di fronte una preda tanto pericolosa. Forse poteva essere una potentissima scorta alle due donne che aveva alle spalle, e senz'altro il suo mastodonte la diceva lunga sul pericolo che correvano. Ma il capo non sembrava voler mollare l'osso.
    Non fa alcuna differenza la vostra vana resistenza, i vostri averi potranno avere un valore per voi da vivi, vestiti, armi e anche i cavalli, ma da morti varranno molto di più che ottanta miseri pezzi per noi
    Avete avuto la vostra occasione...il tempo per le trattative è finito!
    Con un balzo vigoroso quanto incredibile da vedere ad un uoma di quella stazza, il guerriero smontò dal suo cavallo e si trovò faccia a faccia con i malviventi. Molti di loro estrassero le armi pronti a combattere, qualcuno fu velocissimo, forse proprio per la paura, qualcuno si mosse normalmente con evidente controllo, qualcun'altro invece, molto lentamente, quasi domandandosi se non era meglio salvare la vita scappando.
    Tichondrius non fece altra mossa, non estrasse nemmeno le spade. Sia perché aspettava che le due donne lo affiancassero per la battaglia e sia perché sapeva di poter battere quegli smidollati a mani nude...anche se lo avrebbe evitato, nella sua mente, sapeva che avrebbe usato la sua nuova spada, i cui poteri pieni restavano ancora da scoprire ed era più che naturale l'esigenza di testarla a sufficienza prima di saggiarne le possibilità.


    CITAZIONE
    • Siamo fuori dalla foresta
    • Abbiamo deviato ad ovest verso il ponte
    • Dodici aguzzini sono emersi chiedendo 80 pezzi d'argento per il pedaggio
    • Prepararsi a combattere
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    Tichondrius;
    Il tempo che Tichondrius aveva concesso alla squadra era ormai quasi scaduto. Osservando le sue compagne di missione aveva notato quanto la discostanza dalla disciplina e dalla preparazione dell'uo sia visibile e rilevante in quelle donne. Era vero che le sue ultime parole erano state "cercate di approfittare di questo tempo nel modo che più ritenete utile" ma gli pareva molto strano che per Elen il modo più utile fosse giocare con gli scoiattoli e per la serah fosse starsene li immersa in chissà quali taciti pensieri. L'uoma avrebbe voluto impartire loro la disciplina che l'uo infondeva in ogni credente e i portentosi risultati che faceva emergere anche nelle altre razze che la seguivano. Riteneva che fosse un dono importantissimo per chiunque. Ma sapeva anche che non poteva imporre qualcosa se non erano loro stesse a richiederlo o a desiderarlo quindi avrebbe dovuto continuare la sua missione convivendo con queste problematiche. Comunque, dato che bighellonavano sostanzialmente, era il caso che interrompesse la pausa incitandoli a usare il tempo che li separava da la ripresa del viaggio nel tentativo di prepararsi.
    Il tempo è quasi scaduto, vi consiglierei di prepararvi per riprendere il viaggio!
    Anche Tichondrius fece lo stesso e utilizzò alcune fasciature mediche cercando di fare economia nel senso di utilizzarne il meno possibile poiché potevano sempre essere utili. Così facendo si avvicinò ad un albero e, posando una mano su di esso, sussurrò la stessa canzone che aveva fatto ai cavalli con parole però diverse. Chiedeva perdono per quello che avrebbe fatto di li a qualche momento dicendogli che non sarebbe stato mortale per la pianta che non sarebbe stato doloroso o sofferente poiché la corteccia è solo un rivestimento ma lo avrebbe costretto ad essere scoperto ad altri pericoli, gli diceva inoltre che gli era assolutamente necessario per impedire alle bende di tagliarsi con la lama. Terminò le ultime strofe esprimendo il suo dispiacere nei suoi confronti...poi taglio con attenzione solo la corteccia dell'albero ottenendone due lembi. Piego delicatamente le due cortecce perpendicolarmente ai verso delle striature lignee dove era facile che si spezzasse. In questo modo le avrebbe rese più elastiche e resistenti. Sul lato corto della striatura lavorò la corteccia sino ad ottenere una sagoma adeguata per ciò che voleva fare. Con le bende e la corteccia realizzò una rudimentale fodera per la sua nuova spada e se la assicurò dietro la schiena a formare una X gigante con l'altra sua spada. Così facendo avrebbero potuto accompagnarlo entrambe nella sua missione.
    Dopo di ciò andò ad assicurare la stabilità della sella e delle briglie del suo cavallo. Il suo frisone barocco reso gigante dalla magia sembrava più in linea con l'uoma degli altri cavalli. Al suo tocco sembrò sentire una certa influenza che stava interessando contemporaneamente sia Tichondrius sia lo stesso cavallo. Forse come ogni buona squadra si stava formando un certo legame tra il guerriero e il suo animale da monta. Ciò spingeva il colosso a chiedersi se mai avrebbe potuto tenerlo con se anche dopo il termine della missione, specialmente considerando che gli uoma non avevano mai potuto avere delle adeguate cavalcature.
    Quando tutti i preparativi per il viaggio imminente fossero stati ultimati, l'uoma controllò che anche le due ragazze avessero finito e quindi disse loro:
    E' giunta l'ora! In mancia!
    E balzando in sella al suo colossale destriero lo spronò con un colpo di talloni a galoppare in direzione sud.
    Il sentiero era ormai praticamente inesistente. Gli alberi erano sufficientemente radi da poter spingere il gruppo a muoversi agevolmente tra loro ma rendeva necessario fare qualche slalom tra di essi, per l'uoma e il suo cavallo, vista la loro stazza era quasi tutto uno zig zag alla ricerca degli spazi sufficientemente ampi a lasciarli passare. In un giro di clessidra gli alberi erano diventati sufficientemente radi da consentire a tutti un tracciato quasi rettilineo.
    La distesa pianeggiante si riusciva a scrutare dinanzi a loro e presto sarebbero stati in aperta pianura lasciandosi i boschi alle loro spalle.
    Stando alle conoscenze geografiche maturate dall'uoma nel corso di innumerevoli missioni nel continente di Eirydia, mancavano circa una cinquantina di miglia a sud per giungere al fiume e di li avrebbero dovuto andare verso occidente per poter raggiungere il ponte. Tichondrius si aspettava benissimo di incontrare una qualche difficoltà per il suo attraversamento e probabilmente avrebbero dovuto combattere di nuovo. Certamente in confronto alla difficoltà riscontrata nello scontro con il golem di magma, un gruppo anche numeroso di aguzzini doveva essere una bazzecola per l'intero gruppo ma sarebbe stato meglio essere prudenti. Poteva esserci qualche mago o comunque qualche potente avversario per assicurarsi un guadagno privo di rischi. Meglio stare all'erta e confidare nella benevolenza dell'uo.


    CITAZIONE
    • La pausa è finita
    • Il viaggio è ripreso
    • Gli alberi si stanno diradando presto raggiungeremo la pianura
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    Benvenuta, anzi benvenutissima! ^^ Si ruola alla grande qui, ci sono alcuni utenti davvero molto attivi e che manno avanti tipo due o tre role contemporaneamente...(ad esempio io ma NON SOLO) il divertimento è assicurato poiché il gdr è abbastanza libero quindi si ha la possibilità di costruire un personaggio che sia incline alle idee che hai e che non debba essere stravolto da un uso troppo rigido dei regolamenti...

    le role sono fluide e se si è abbastanza bravi si riescono a costruire role avvincenti...piene di colpi di scena. Quindi...sei nel posto giusto! ^^
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    Alistair;
    Alistair ce l'aveva messa tutta...aveva fiutato come meglio poteva nella stamberga sino a rilevare e trovare una traccia utile che si perdeva però fuori dalla casa passando attraverso il buco di bruciatura che aveva allargato la finestra al fine di fornire alla coppia in fuga, una via per andar via dai loro inseguitori. Ma anche a quel punto non si era dato per vinto riuscendo a trovare una traccia sotterranea che conduceva sino ai monti di Maj'Krat nel regno dei nani.
    Era difficile tracciare una pista dal sottosuolo visto che sulla superficie della terra i fenomeni di precipitazione avevano sicuramente cancellato tutto e quella ricerca seppur ingannevole convinceva pochissimo il mutaforma e sapeva che doveva essere sincero con Adara per poterle fornire tutti i dettagli della ricerca in corso.
    Bene, allora possiamo anche partire subito per me, siamo tutti in grado di passare la notte fuori e una stanza non è necessaria. Tuttavia credo che se non troviamo qualcosa di conclusivo sulle montagne sarà quasi impossibile seguire un ulteriore traccia. La roccia non mantiene bene gli odori e come sono stati cancellati qui dagli eventi atmosferici anche le montagne saranno state lavate per bene. Inoltre se sono stati spinti verso sud si sono trovati di fronte al mare. Da li dovremo procedere alla cieca a meno di non trovare testimoni oculari del loro passaggio. Ritengo sia fondamentale che tu lo sappia!
    Alistair doveva pensare ad una soluzione, per lui era importante che il loro viaggio non producesse frutti solo su se stesso. Certo era vero che Adara era con lui perché voleva studiarlo, ma non era un traguardo alla fine molto soddisfacente a livello personale, cosa che invece lo era il fatto di ritrovare i suoi genitori. Per questo occorreva capire come poter seguire le tracce una volta giunti sulle montagne. Fin ora si erano serviti del fiuto, gli altri sensi erano: vista, tatto, udito e gusto.
    Pur ammettendo che non sapeva come potesse essere utile il gusto doveva ammettere anche che con un udito sviluppatissimo non poteva certo sapere che voce avevano e che anche sapendolo non avrebbe potuto individuarli. Anche l'udito più fino non poteva isolare migliaia, forse milioni, di suoni per concentrarsi solo su uno e percepire anche dove fosse in un'area vasta quanto l'intero arcipelago.
    La vista avrebbe forse potuto notare eventuali tracce, segni sul terreno, magari una lotta e qualche altro segno della stessa bruciatura lasciata sulla finestra, forse con l'uso del fiuto poteva distinguere se era lo stesso tipo di bruciatura visto il particolare odore che lasciava e magari notare se c'era qualche residuo olfattivo del loro passaggio.
    Col tatto invece poteva solo percepire vibrazioni attraverso il terreno, lo aveva già sperimentato con il molclaw. Poteva capire il peso di una persona, la sua mole dall'entità delle vibrazioni ma non di più. Ciò significava che doveva trovare una mutazione che avesse una vista molto acuta. Non aveva dimenticato la sua necessità di trovare una mutazione da legare all'elemento primordiale del fuoco. Ormai il fuoco lo poteva contrastare benissimo con la sabbia della talpa, ma non riusciva a trovare un animale che avesse una buona vista e che fosse contemporaneamente assimilabile al fuoco. Un'altra mutazione di cui aveva bisogno era una per il volo prolungato e per eseguire battaglie aeree competenti. In questo caso il punti di incontro tra volo e vista c'era. La maggior parte dei rapaci di alta quota: aquile, falchi...; erano tutti dotati di una vista acutissima. Tra le due specie le aquile erano più adatte al volo prolungato mentre i falchi scrutavano le prede da una posizione stabile e ferma come un ramo o una roccia per poi attaccare e recuperare il loro obiettivo. Ciò voleva dire che la sua prossima preda era un'aquila. Sulle montagne ce n'erano in abbondanza e, anche se sarebbe stato difficile beccarle in cielo durante il loro volo avrebbe potuto avvicinarle con la forma kerottero. Certo un insetto gigante le avrebbe sicuramente messe in fuga ma forse con qualche uso intelligente dell'elemento primordiale della natura avrebbe potuto spuntarla e avere la meglio. Un'altra sicurezza era quella che una mutazione umana legata a quella di un'aquila avrebbe generato un garuda, metà uomo e metà uccello e che avrebbe avuto un'affinità enorme con il potere primordiale dell'aria. Ciò significava che volando sarebbe stato più veloce di un mannaro...molto più veloce e che se ci aggiungeva la magia dell'aria similmente a quella di Adara avrebbe potuto raggiungere velocità enormi e poter fare traversate notevoli accorciando drasticamente i tempi.
    Tuttavia tutto questo era secondario...la cosa realmente importante era che quella mutazione poteva essere la chiave per consentire alla squadra attualmente formata di poter continuare a seguire qualche traccia...sempre che vi siano.
    Non era il momento di dire tutti i suoi piani ma di certo poteva consigliare qualcosa:
    Suggerirei di giungere fino alle montagne e cercare indizi sulla superficie rocciosa. Sul versante orientale ci sono gli accampamenti degli uoma. Potremmo chiedere a loro se hanno visto qualcosa. Dovremo fare attenzione però, non sono tipi da dispensare aiuti gratuitamente...potrebbe essere un'impresa!
    Ad Alistair non veniva in mente altro, ma di certo era meglio che stare fermi o cercare alla cieca per tutte le isole dell'arcipelago, senza considerare che c'era una qualche possibilità che fossero stati spinti verso knog e che si siano poi trovati stretti in una tenaglia tra i ribelli e i loro inseguitori.
    Se solo esistesse una mutazione con percezioni psichiche anziché sensoriali si potrebbe...un momento...percezioni non sensoriali?
    Nella mente di Alistair stava prendendo forma una certa idea. Era solo una teoria ed era anche complicata ed estremamente grossa. Lui possedeva quattro ricette di assimilazione per le mutazioni:
    - L'assimilazione semplice: uccidere o sconfiggere un animale e assorbirlo. Ciò conferiva le abilità e le caratteristiche dell'animale combinate con le caratteristiche dell'uomo. Molte facoltà posseduta da entrambi venivano incrementate notevolmente
    - L'assimilazione elementale: uccidere o sconfiggere un animale e legarlo ad un elemento primordiale e assimilarlo. Lo stesso dell'assimilazione semplice solo che veniva dotato di un elemento primordiale da usare in battaglia. Il controllo di un elemento lo legava alla magia primordiale e lo rendeva capace di sopperire a parecchie difficoltà e problematiche con l'uso dell'elemento in questione
    - L'assimilazione evolutiva: uccidere o sconfiggere un animale e legarlo ad un elemento primordiale poi aggiungergli un'abilità speciale e assimilarlo. Lo stesso dei precedenti con l'aggiunta di un'abilità che andava ad equilibrare le capacità della mutazione cercando di renderlo più stabile e competente possibile.
    - L'assimilazione creazionistica: Alistair aveva solo letto la ricetta trovandola alchemicamente complicatissima. Era qualcosa di impensabilmente difficile ma anche molto potente. Basata sullo scopo di partire da una creatura creata artificialmente, quindi con doti eccezionali e vi si legavano elementi e abilità. Una mutazione straordinaria in pratica.
    In teoria, dato che l'ultima assimilazione dava la possibilità di creare tramite processi magici e alchemici una mutazione, forse poteva modificare una che già possedeva. L'antropomorfo fin ora gli era servito solo per assimilare essenze arcane. Ma forse esisteva un modo per destinarlo a qualcosa di più.
    Tuttavia non era il momento di pensare a quello, non era ancora pronto per un simile tentativo. Se proprio lo avrebbe fatto sarebbe stato l'ultimo tassello che l'avrebbe trasformato in una chimera. Ora doveva solo concentrarsi sul ritrovamento dei genitori di Adara e a quel proposito i suoi compagni dovevano dire cosa ne pensavano del fatto di partire subito e di contare sul supporto degli uoma.
  10. .
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    Tichondrius;
    Il tempo scorreva e di certo i tre avventurieri non aspettavano semplicemente che i minuti passassero. Il banchetto improvvisato di funghi e ritrovati vegetali veniva ciclicamente messo sulla lama della grande spada per essere cucinato. Per l'uoma non contava che ciò migliorasse il sapore per lui l'unica vera cosa fondamentale e che i parassiti e molti organismi invisibili che potevano risultare nocivi perissero durante le fasi della cottura. Ciò, tuttavia, doveva in qualche modo rallegrare le sue compagne di missione visto che comunque il loro gusto veniva migliorato dopo essere state passate sulla lama rovente.
    Ogni volta che i funghi che vi erano sopra venivano serviti, Tichondrius, ne metteva altri sopra per ricominciare un nuovo ciclo e questo si ripeté sino a quando ognuno di loro tre non si sentì sazio.
    Naturalmente ciò voleva dire che mentre le due donne erano già piene e soddisfatte della pausa a scopo nutritivo, l'uoma dovette continuare impiegando due volte il tempo che era stato sufficiente per loro. Non si poteva certo dire che fosse un mangione visto che non c'era nemmeno il minimo strato di massa grassa sul suo corpo ma a causa della sua mole aveva uno stomaco più grande e si consumavano più energie per muovere un corpo colossale come il suo.
    Quando ogni pancia fu piena era il turno dei cavalli.
    L'Hellfalas recuperò da una sacca che era stata fissata al suo cavallo delle erbe speciali. Molte altre razze le consideravano erbacce poiché rubavano nutrimento ai raccolti o alle piante che crescevano nelle prossimità...ma il punto era proprio questo! Tutto ciò che rubavano a livello nutritivo poteva essere trasmesso agli animali che si nutrivano di erbe conferendo un alimento che, anche in piccole quantità, consentiva di fornire enormi quantità di prodotti necessari per il lavoro e la fatica fisica e nel caso dei cavalli ne avrebbero avuto un serio bisogno.
    Se solo la cultura e la disciplina degli uoma, se solo l'uo venisse abbracciato dal mondo intero, ogni essere senziente avrebbe acquisito e riconosciuto le semplici e necessarie dottrine per portare ordine in ogni sistema politico, militare e sociale di tutte le razze. L'uo non era conoscenza, era verità...e aveva la facoltà di fornire e far comprendere lo scopo di ogni tassello dell'universo, proprio come quelle che tutti consideravano erbacce, e così si poteva fornire un senso a tutto e migliorare il tenore di vita di tutte le razze.
    L'unico serio problema di quell'erba era il suo sapore, gli animali in genere non lo mangiavano facilmente e anche quando glielo si somministrava, potevano anche far capricci. Ma anche in questo frangente agli uoma veniva in contro l'uo. Da centinaia di anni, gli uoma che avevano il compito di occuparsi degli animali, si tramandavano una litannia, una sorta di filastrocca o canzone che si sussurrava agli animali. Era in una lingua antica probabilmente un rozzo distacco della lingua originale dei draghi trasmessa ai primi elfi, gli alti elfi. Questa canzone faceva capire all'animale che chi gli stava di fronte era un amico e che doveva fidarsi di lui perché il mondo era basato su un delicato sistema di collaborazione, l'animale con la sua monta o la sua soma rappresenta una necessità per chi canta la litannia e, per tanto, verrà ripagato del suo supporto attraverso cura e dedizione.
    Non si sa come mai, forse l'anti lingua degli alti elfi aveva già proprietà magiche visto che derivavano dai draghi, gli esseri con maggior saturazione magica fra tutti, ma gli animali sembravano comprendere quelle parole e collaboravano.
    Per questo, Tichondrius cominciò a cantare a voce molto bassa, quasi come se stesse confidando un segreto ai cavalli e così, senza difficoltà e senza problemi, dava loro da mangiare. Con quella ai cavalli non serviva altro dal punto di vista della prestazione.
    Qualcosa però era strana. E ancora più strana era la frequenza con cui stavano capitando eventi insoliti. I cavalli avevano ascoltato la litannia e avevano mangiato senza opporsi e senza capricci. Ma l'uoma, addestratissimo nel cogliere negli occhi del nemico e di chi gli sta di fronte tutto ciò che serviva, riusciva a notare che i due cavalli delle donne lo temevano e diffidavano di lui. Si erano fidati solo ed esclusivamente poiché le parole della canzone erano intrise di un antico potere. Al contrario il frisone modificato con la magia sembrava che stesse entrando in una strana sintonia di risonanza con lui.
    I cavalli non potevano comprendere di magia! Quindi forse il cavallo mastodontico lo vedeva come un normale uomo considerando le sue attuali dimensioni, mentre gli altri lo vedevano come un mostro gigante.
    Magnifico ed incoraggiante, non c'è che dire!
    Non sono aveva difficoltà a trattare con le sue compagne a causa della diversità della sua razza, dei suoi modi e delle sue dimensioni...ora anche con i cavalli.
    Chissà se almeno la magia potenziatrice del frisone era permanente. Visto che si stava creando un certo rapporto di stima e fiducia gli sarebbe piaciuto poterlo avere con se anche al termine della missione. Tichondrius stava accarezzando il cavallo che ora era grande quasi quanto lui, anche se era un cambiamento magicamente indotto. Decisamente era un magnifico cavallo e sembrava reagire positivamente al suo tocco, diversamente dagli altri.
    Terminato di dare da mangiare a tutti e tre i cavalli andò a recuperare la sua spada. Era molto calda ed era pericoloso per la forza della spada lasciarla con quelle temperature. Quindi poteva essere una buona idea tornare al punto d'acqua dove aveva fatto abbeverare i cavalli ed immergerla per poter far tornare la temperatura rapidamente a valori accettabili.
    La strada per tornarvi se la ricordava e la percorse con sicurezza. Quando vi fu arrivato immerse la lama nell'acqua cacciando una cerca quantità di vapore a causa dello scambio termico tra l'acciaio caldo e il liquido freddo. Quando l'equilibrio tra le due superfici fu restaurato, Tichondrius diede un'occhiata generale per verificare che non vi fossero danni. Fece anche qualche fendente a vuoto per verificarle la linea, il taglio e l'aerodinamicità. Era tutto in regola.
    Così tornò al campo dove trovò le due ragazze e disse:
    Secondo i miei programmi abbiamo un'altro giro di clessidra di tempo. Poi ci rimetteremo in marcia. Cercate di approfittare di questo tempo nel modo che più ritenete utile!
    L'uoma si mise a guardare la strada verso sud. Gli alberi si andavano diradando sempre più man mano che lo sguardo mirava in lontananza. In un ora di cavalcata o forse anche più sarebbero stato in pianura aperta e priva di alberi. Li sarebbero stati esposti. Senza nessun corpo a coprire la loro corsa potevano essere visti facilmente. Da li in poi avrebbero dovuto sperare in un po' di fortuna per non incappare in attacchi o imboscate.
    La possibilità maggiore era nell'attraversare il fiume Enduin. Un corso d'acqua relativamente piccolo per questo non compariva sulle mappe, tuttavia aveva un corso d'acqua veloce visto che scendeva direttamente dalla collina orientale. Per questo non poteva essere guadato e avrebbero dovuto deviare la loro strada verso il ponticello. Li era da sciocchi pensare di attraversarlo senza problemi. Gli aguzzini chiedevano un pedaggio a chiunque. Si poteva evitare di pagare allungando verso occidente e prendendo il giro largo e attraversando un guado...ma per il bene della loro missione era sconsigliabile. Maggiore era il tempo in pianura libera e maggiore erano le possibilità di pericolo oltre al fatto che aumentavano anche i tempi di viaggio creando problemi nei rapporti tra elfi e nani e sull'urgenza del messaggio da recapitare. Dovevano attraversare il ponte diretto e se qualcuno sbarrava loro la strada avrebbero dovuto rispondere con le spade, e nel caso delle due donne, con la magia. Se l'uo continuava ad assisterli, la stazza di Tichondrius avrebbe potuto indurre eventuali aguzzini a lasciarli passare senza peggiorare le cose, in tal caso l'uoma avrebbe potuto provare a fare la voce grossa, a mostrare lo spadone, e ad elargire qualche minaccia. Se ciò non sarebbe bastato avrebbero fatto una brutta fine. L'uo insegna a perseguire un obbiettivo ordinato, disciplinato e pesare sulle spalle degli altri come chiedere il pedaggio su un ponte va contro gli insegnamenti dell'uo. Se l'avrebbero reso necessario, avrebbero spinto Tichondrius ad eliminarli. In questo l'uoma non si faceva mai troppi scrupoli. Tanta gente non incline alla guerra e al combattimento era stata ingiustamente sfruttata da loro e da gente come loro. L'epurazione era un bene non solo per la missione, ma anche per la molte altre persone.
    Che l'uo continui a brillare su questa impresa!


    CITAZIONE
    • Il pranzo è terminato
    • I cavalli sono stati nutriti
    • In questo giro di turni si può approfittare per esplicare i preparativi per il viaggio, per riposare o per qualche dialogo
    • Al prossimo turno di Tichondrius ripartiremo
  11. .
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    Alistair;
    Dopo la proposta di Alistair di provare a rintracciare qualche fonte di odore utile dalla casa dei suoi genitori in cui Adara aveva trovato il fazzoletto, la giovane maga spiegò che si trovava ai confini del villaggio e che muovendosi veloci l'avrebbero raggiunta in pochissimo tempo. Naturalmente la velocità non era un problema ne per Alistair e ne per Adara, ma Zero, che non aveva ancora imparato l'incantesimo di cui si serviva la donna per mantenere altissime velocità, avrebbe dovuto collaborare ed accontentarsi di viaggiare in groppa alla forma mannara del mutaforma.
    L'unico reale problema, era che per raggiungere velocemente i margini del villaggio lo avrebbero dovuto attraversare con Alistair trasformato e con Adara in preda di venti tumultuosi. Ciò sicuramente non avrebbe giovato alla tranquillità della popolazione locale per tanto sarebbe stato consigliabile progredire a piedi, così avrebbe anche potuto pagare l'oste.
    Se ci allontaniamo velocemente da qui potremmo dare troppo nell'occhio considerando che è un villaggio pacifico e non abituato a certe cose. E' meglio perseguire la cautela e muoverci a piedi sino a che non saremo fuori dalle mura, poi potremo anche trasformarci e giungere a destinazione
    Cosi facendo, seguendo il consiglio di Zero di andare subito, Alistair precedette gli altri verso la porta e scesero di nuovo passando davanti all'oste che lo guardò sospettoso. Il mutaforma fece quindi segno ai suoi compagni di aspettare e uscì dalla locanda da solo. Si mutò in kerottero creando un carro di legno con tutta la legna della qualità promessa che riuscì a creare considerando i tempi brevi necessari a non alzare un polverone inutile. Trainando il carretto la portò dentro facendo brillare gli occhi del proprietario dall'entusiasmo. Bruciando quella legna nei tempi invernali avrebbe risparmiato tantissimo sia in termini di consumo e sia in termini di spese di legna tradizionale.
    Aggiunse all'oste che sarebbero andati a sbrigare una urgenza e che avrebbero tenuto la camera nell'eventualità di tornare per la notte. Nel caso non sarebbero rientrati, poteva dare via la loro stanza all'indomani e che il suo pagamento non sarebbe stato revocato.
    In questo modo, seguito stavolta dai suoi compagni di viaggio. Raggiunsero il limitare del villaggio sino alle mura esterne dove Alistair mutò in mannaro e, attendendo che Zero vi salisse in groppa, si lasciò guidare da Adara sino alla casa abbandonata dove avrebbero dovuto cercare qualche traccia da seguire.
    Quando vi arrivarono, Alistair non abbandonò neppure la forma da licantropo ed entrò nello stabile per cercare indizi.
    Era sicuramente una casa molto spoglia e l'odore di zolfo ipuro era molto forte, il motivo lo si poteva percepire non solo con il naso, ma anche con gli occhi. Una finestra era stata allargata da una fiammata magica, probabilmente per consentire una via di fuga da eventuali assalitori che avevano abbattuto la porta che ora giaceva sconfitta al suolo.
    Attorno a loro potevano distinguere ben poco di utile per fiutare un odore e l'aria era permeata dallo stesso odore di polvere accumulato dal tempo. Il camino non era utile e nemmeno la legna, la cucina avrebbe avuto sicuramente maggior odore di cibo che di persone ma vi era anche un letto piccolo ma che poteva ospitare due persone, solo se abbastanza intime da starvi stretti insieme, con una coperta sopra. Sicuramente molto più del fazzoletto, quel lembo di tessuto aveva toccato i corpi dei genitori di Adara e rappresentavano la più alta probabilità di trovare una pista da seguire, se non riusciva a fiutare nulla nemmeno li, non sapeva assolutamente come trovare una scia alternativa.
    Giunse alla coperta e cominciò ad annusarla attentamente. Anche li si sentiva molto odore di polvere e di zolfo ipuro ma stavolta riusciva a sentire distintamente l'odore dei suoi genitori. Dalla quantità di feromoni riuscì a distinguere l'odore del padre da quello della madre, pur non conoscendoli, ciò fu possibile dalla differenza di livello negli individui femmine dai maschi, dove nelle prime è molto più alto.
    Una volta distinto l'odore e poiché era utile, diede la coperta ad Adara in modo che la potesse portare con se e che potesse essere utilizzata in seguito per rinvigorire l'attenzione su quello specifico odore.
    Dunque continuò a fiutare il letto, li l'odore si era mantenuto meglio visto che la coperta aveva protetto le lenzuola dalla polvere. Poté riuscire ad individuare una traccia che andava al pavimento e poi dritta verso la finestra anche se era debolissima. Era chiaro che la visita degli assalitori li aveva colti nel sonno o comunque mentre erano a letto. Probabilmente di notte nella speranza di coglierli impreparati e di facilitare il lavoro, qualunque esso sia. Almeno a questa prima fase erano scampati, visto che erano riusciti a crearsi un varco dalla finestra e a fuggine nonostante la situazione di calma in cui li avevano trovati, non restava da sperare che fossero sfuggiti anche alle fasi successive o che la missione degli assalitori fosse di prenderli vivi e che quindi c'era ancora speranza per loro.
    Annusata la finestra gli fu difficile per qualche secondo poter rintracciare di nuovo la scia visto il fortissimo odore da bruciatura magica. Era troppo grosso per passare dalla finestra, quindi correndo a quattro zampe, aggirò la casa passando dall'uscio ormai senza porta e si diresse al lato della dimora da cui si affacciava quella finestra. Tornò ad annusare ma di nuovo incapparono in un problema serio. Si distingueva sul muro l'odore di zolfo ipuro e qualche debolissima traccia dei due fuggiaschi ma sul terreno non si riusciva a percepire nulla.
    Alistair non sapeva da quanto tempo erano fuggiti e da quanto tempo le tracce erano li...ma bastavano due piogge mediamente intense per perdere per sempre ogni traccia cancellata dai tratti dei fenomeni meteorici.
    Il mannaro fiutava disorientato il terreno un po' ovunque, l'erba stesso con l'odore vegetale non aiutava, ma di solito sapeva custodire gli odori, era l'acqua a pulire via tutto. Quante piogge avevano separato la loro ricerca dalla fuga dei genitori di Adara?
    Alistair non si diede per vinto e fece un'ultimo disperato tentativo...c'erano pochissime speranze, ma per la sua compagna di viaggio si sentiva in dovere di provare.
    Attorno al mannaro si sviluppo un piccolo tornando di sabbia. Dal moto circolare uscirono prima artigli enormi e possenti, i più grandi e vigorosi che si siano visti. Subito dopo il muso allungato cerniato da occhi completamente rossi e un corpo muscoloso ma snello per favorire la rapidità in sostituzione della potenza.
    Con una velocità impressionante, scavò il terreno sparendo sotto terra. Da li, e per qualche minuto, fu impossibile seguire gli spostamenti, gli intenti e le azioni del molclaw, ma di certo stava facendo qualcosa perché si poteva percepire il terreno vibrare sotto le azioni di spostamento e di scavo.
    Quando la talpa gigante riemerse, il suo corpo divenne di sabbia che, cadendo al suolo, fece sembrare quasi che Alistair, si muoveva semplicemente con un manto attorno al suo corpo che gli dava la forma di molclaw.
    E' molto difficile la situazione - disse rivolgendosi ad Adara - sicuramente su questo luogo si sono abbattute diverse piogge. Ho identificato una pista ma è molto complicata da seguire e la facilità di sbagliarsi è elevatissima. Ripeto: c'è una elevatissima possibilità di seguire la pista sbagliata. Se te la senti di tentare comunque...ho percepito una scia sotto terra, non è di tipo olfattivo ma riguarda la compattezza del terreno. E' insolito che molte persone calpestino la terra da questa parte della casa dove c'è solo la finestra...quindi credo che i tuoi genitori siano stati spinti verso sud, in direzione delle montagne di Maj'Krat nel regno dei nani. Decidi tu se seguirla o se vuoi seguire altri indizi che abbiano un fattore di sicurezza maggiore!
  12. .
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    Tichondrius;
    Il pranzo preparato dall'uoma non era esattamente ciò che si poteva definire un capolavoro di culinaria, molti parametri che erano importanti per molte razze, per i cultori dell'uo non avevano il ben che minimo senso ed erano cose come: il sapore, che non poteva mai avere l'utilità che aveva la capacità di nutrire e di rendere sazi; aggiungere ingredienti o spezie per rendere più saporiti i cibi, al massimo gli uoma lavoravano il cibo e lo cuocevano non per incidere sul loro sapore ma per renderli teneri, per uccidere eventuali parassiti, per renderlo più facilmente digeribile e infatti non riuscivano a capire il senso che aveva per le altre razze andare ad incidere sul cibo in quel modo. Nessuno della loro razza aveva mai avuto a che fare con problemi del genere e per loro un brutto sapore non aveva un gran senso specialmente perché le loro credenze, la loro cultura e la loro disciplina portava il loro pensiero a concentrarsi su un'unica cosa: che serviva al loro corpo per recuperare energie.
    Per questo motivo non c'erano uoma carnivori o vegetariani. Il contenuto energetico che gli amanti della natura trovavano nelle bacche nei funghi e in qualsiasi altro cibo non animale, lo potevano assimilare mangiando un cervo poiché lui l'aveva già assimilato con la sua alimentazione. Gli stessi predatori naturali come lupi, tigri, leoni...seguivano lo stesso ordine che l'uo dettava. Il loro destino gli aveva resi cacciatori e lo stesso destino aveva reso prede le bestie di cui si cibarono, l'uo stabiliva che il predatore aveva il compito di affinare le sue capacità di caccia, di come si fa un agguato, di come ci si muove tra gli ostacoli visivi senza far rumore, da ghermire una preda da dietro, a correre più della preda e a comprendere ed imparare a sostenere tutte le prove fisiche e tecniche che creano l'eterno conflitto tra cacciatore e cacciato.
    Le prede avevano lo stesso identico problema: dovevano imparare ad aguzzare i sensi, a sviluppare tecniche di sopravvivenza, a correre più del predatore, a riconoscere la loro presenza tra la vegetazione, a mettere in all'erta il gruppo familiare di cui fanno parte, ad avere particolare attenzione e cura degli elementi più deboli e, qualora fosse possibile, anche a combattere alla pari il predatore.
    L'uo aveva un suo grande disegno al quale aveva assegnato un ruolo e un obiettivo a ciascun essere vivente. Persino l'uo stesso aveva un suo obiettivo ed era quello di portare l'ordine e la disciplina ovunque. Chiunque inseguiva il proprio obiettivo per ciò che era nato, poteva rivelarsi un "uoma qunari", un uoma non per razza, ma per scelta e che aveva abbracciato gli insegnamenti dell'uo.
    Seguendo quegli stessi insegnamenti e senza soffermarsi sulle cose futili, Tichondrius aveva cucinato per tutti dando una porzione ciascuno di ciò che le due donne avevano procurato. Non c'era niente a controllarne e migliorarne il gusto ma il fatto di essere cucinate sul fuoco e su una lama calda spingevano molti piccolissimi organismi di tipo parassitario a morire per causa del calore, rendeva anche i funghi più facili da masticare e più facili da digerire, inoltre la maggior parte dei colpi irradiati dal calore aumentavano le dimensioni, le varie parti anatomiche delle razze senzienti ed animali, sviluppano mezzi per riscaldare ciò che viene ingerito freddo, come l'acqua o l'aria, ma non producono nulla per poter maneggiare ed assorbire qualcosa di caldo, ciò porta lo stomaco a lavorare di meno e a ritirarsi quando riceve qualcosa di caldo, senza un adeguato lavoro di smantellamento intestinale, il cibo arriva quasi compatto mettendoci più tempo per essere demolito ed assorbito rilasciando lentamente le energie e rallentando il processo di stanchezza.
    Nei disegni degli uoma, che erano in pratica piccoli ritagli del disegno dell'uo, c'era attenzione per ogni particolare e la loro forza, la loro preparazione, la loro stazza, la loro organizzazione, la loro capacità di affrontare la magia anche quando loro sono refrattari ad usarla, era tutto una conseguenza dell'addestramento a cui si sottoponevano per tutta la vita e che li temprava ad essere ciò che erano: esseri che sapevano il fatto loro.
    Appena la mezz'elfa ebbe il suo piatto chiese, per curiosità e per avviare una conversazione, come erano stati contattati dal re e come aveva fatto il signore degli elfi a scegliere tra tutti i guerrieri del regno, quattro uomini per quella missione. Il primo a rispondere fu Tichondrius che ebbe la facilità di far emergere qualcosa di ovvio:
    La comunità dei miei fratelli vive in accampamenti nomadi sulle montagne dei Khaza - termine uoma per definire i nani - loro ci hanno dato ospitalità e asilo anche se la nostra presenza li disturba e in cambio noi portiamo l'ordine dell'uo nelle loro faccende combattendo e servendo alcune delle loro cause. L'intento di far giungere il messaggio è stato annunciato al re dei Khaza per via magica ed ha inviato me dal re degli elfi per scortare il messaggero sano e salvo al suo cospetto
    Mentre Tichondrius parlava, le altre mangiavano. Il timbro di voce profondo e saggio dell'uoma sembrava parlare con una sorta di alter ego di se stesso poiché era così preciso calmo e ben educato che sembrava non essere il tipo di conversazione che si poteva avere con chi aveva una voce così forte, ci si aspettava infatti rabbia, rudezza e potenza. Invece la disciplina degli uoma consentiva di poter far emergere proprio la conoscenza, la correttezza del lessico, tra l'altro di una lingua che non era la loro originale, bastava vedere quanto fosse facile per loro dare i nomi a cui erano abituati alle razze di Eirydia.
    Poco dopo, sempre la mezz'elfa, si era resa conto che mentre le due donne si erano presentate e avevano iniziato a fare conoscenza non avevano fatto lo stesso nei confronti dell'uoma. Non che a lui importasse sinceramente, ma poteva essere utile dover chiamare una di loro due nello specifico per nome e non come "umana" o "serah" e "messaggera". Il suo nome era Elen Cross. Dopo pochi
    Tra gli uoma tutto ciò che non è utile è assimilabile al chaos poiché allontana l'attenzione che andrebbe posta verso cose davvero importanti. Il nome nella nostra cultura rappresenta qualcosa di inutile, siamo soliti chiamarci con i gradi militari, con i ruoli ricoperti, o con i titoli conquistati in battaglia. A causa del mio modo di combattere ho ricevuto il titolo di "Apocalisse infernale" che nella nostra lingua si pronuncia "Tichondrius Hellfalas"
    Terminate le presentazioni con Elen, c'era da dire che era stato detto anche più volte una cosa molto importante della concezione degli uoma. Il guerriero non avrebbe chiesto all'umana come si chiamava, per lui non era sufficientemente utile, specialmente ora che poteva chiamare Elen per nome e l'altra "serah" poteva essere solo la restante. Inoltre non avrebbe mai chiesto nemmeno quale fosse stato il modo in cui Elen e la ragazza erano state contattate dal re degli elfi, come mai erano state scelte e altre domande del genere. Tutte queste chiacchiere rientravano nel concetto di inutile. Per tanto avrebbero dovuto dirlo loro di loro spontanea volontà. Magari per farlo sapere tra di loro.

    CITAZIONE
    • Siamo fermi per il pranzo
    • I cavalli sono stati abbeverati e si stanno riposando
    • Abbiamo fatto provviste e stiamo mangiando
    • Tichondrius ed Elen stanno facendo conoscenza facendo emergere come e per quale motivo sono stati incaricati dal re degli elfi di svolgere la missione
    • Se vuole Rosalinda può presentarsi a Tichondrius e far sapere al gruppo com'è stata contattata dal re degli elfi e per quale motivo

  13. .
    ooohhh finalmente! XD


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    Tichondrius;
    Il campo era pronto ad accogliere qualsiasi cosa le due ragazze avessero raccolto. Il fuoco poteva essere usato per mettere a cuocere la carne di una eventuale preda e poteva essere usata per tenere lontane le creature della foresta, nel frattempo avrebbero anche potuto usarlo per eventuali funghi e radici commestibili.
    I cavalli dal loro canto erano stati accuratamente fissati ad un albero ed erano tranquilli. Tichondrius si era già occupato di loro. Gli aveva fatti bere a sazietà e ora stavano riposando. A metà del loro pranzo avrebbe dato delle speciali erbe uoma usati per le loro bestie da monta che, per portare esseri pesanti come loro, avevano bisogno di molta energia capace di essere immagazzinata a lungo per essere usata durante il viaggio. Mangiando quelle erbe, i cavalli si sarebbero ripresi e avrebbero potuto cavalcare in piena salute fisica e somatica per il resto del tragitto che avrebbero dovuto affrontare sino alla sera.
    Intanto le ragazze stavano tornando con il cibo.
    L'uoma aveva fatto bene a mandare loro. Avevano raccolto essenzialmente funghi e altra roba che non era carne. Il guerriero l'aveva già intuito quando avevano avuto quel piccolo diverbio sui cavalli. Era chiaro che erano due maghe animaliste, specialmente la messaggera che era un'evocatrice. Da sempre gli evocatori erano in armonia con animali e natura e quella diceria rispecchiava in pieno la verità, almeno nel caso di Elen.
    Ad arrivare per prima fu l'umana. Seguita a poca distanza dalla mezz'elfa che si chiedeva se fossero abbastanza e si dimostrò pronta a tornare a prenderne ancora se ce n'era bisogno.
    L'uoma non rispose direttamente ma il fatto che li prese senza dire che ne servivano ancora voleva dire che erano a sufficienza. Prese la sua spada che aveva una grande superficie, visto che era lui a brandirla, e la posò sopra due stabili di legno che aveva fissato appositamente nel terreno per poter riscaldare la lama sul fuoco e cucinare la roba che avevano portato. Avevano fatto un'ottimo lavoro. L'uoma dovette scartare solo due funghi, che erano velenosi, ed erano uno dalle scorte della messaggera e l'altra da quelle dell'umana. Non c'era nulla da lamentarsi, era un risultato eccellente specialmente se si considerava che erano funghi del tutto simili a quelli commestibili.
    Tagliando gli alimenti con un coltello da caccia e facendoli a piccole fettine, le dispose lungo la lama che era ormai rovente. L'acciaio temprato non si deformava più una volta raffreddato ma per maggiore sicurezza era posto ad una distanza adeguata dalla fonte di calore. I funghi e le altre provviste frizzavano scoppiettando quando incontravano il caldo della spada e in poco tempo, con movimenti rapidi per impedire al calore di arrivare alle dita, Tichondrius li serviva su delle foglie ben lavate che portava nella stessa bisaccia dalla quale aveva procurato il coltello. Erano attrezzi rudimentali e semplici ma sostituivano adeguatamente le comodità di un piatto e di una tavola imbandita permettendo a tutti di mangiare senza difficoltà.
    La linfa ancora presente dentro le foglie staccate da alberi sempreverdi, impediva anche ai cibi cotti di trasmettere il calore alle mani che le sorreggevano, inoltre c'erano delle tracce di gusto che lasciava sugli alimenti. Ora l'uoma non sapeva quali erano i gusti degli umani o degli elfi, ma di certo, a loro, non serviva roba buona e gustosa, serviva roba nutriente che avrebbe permesso a ciascuno di loro di recuperare adeguatamente le forze per sostenere il viaggio come si deve.
    Ora che avevano tutti la loro porzione di funghi, tuberi e patate, potevano cominciare a mangiare. Ogni foglia usata come piatto ospitava comodamente una trentina di fette assortite. Tichondrius le afferrava rapidamente con le mani per evitare di scottarsi, per le patate, che mantenevano molto meglio la temperatura e scottavano molto più facilmente le afferrava con il coltello da caccia con rapidità e controllo. Qualsiasi altro essere, anche gli umani ben destreggiati nell'uso delle lame si sarebbero tagliati replicando quel movimento e ciò, era un'altro dei risultati della pesante disciplina e addestramento che tutti gli uoma seguivano e che, come al solito, venivano sottolineati e appellati come eccessivi, barbari ed inutili dalle altre razze, ma chissà come mai, quando si arrivava al dunque, era proprio chi era stato temprato sotto l'ordine dell'uo che riusciva a spuntarla in ogni situazione.
    Ogni volta che le foglie si svuotavano, Tichondrius metteva preventivamente altri cibi sulla spada, cuocendoli a puntino e servendoli a chi di dovere. Di questo passo sarebbero stati sazi tutti, forse gli altri per primi visto che lo stomaco dell'uoma era cinque volte quello delle donne di razze comuni.
    Il guerriero se ne stava seduto a gambe incrociate a mangiare in prossimità del fuoco e anche in quella posizione era più alto di un elfo maschio adulto. La sua stazza avrebbe coperto tranquillamente le due donne anche se fossero state in piedi.
    Quella pausa per il pranzo avrebbe dovuto dare alle due ragazze non solo l'occasione per continuare a conoscersi ma anche per riposarsi. Sarebbe stata la pausa più lunga del viaggio, tolte quelle per dormire ma che non avrebbero fatto da vigili, a parte uno che avrebbe fatto la guardia. In questo modo avrebbero dovuto approfittarne per parlare, per conoscersi e per rinsaldare i legami.
    L'uoma per sua disciplina, per suo carattere e per la sua credenza nell'uo, non diceva nulla.
    Le chiacchiere erano inutili, distolgono gli esseri dal loro reale obiettivo. Ma non avrebbe imposto la sua disciplina agli infedeli che non desideravano abbracciare il suo credo. Per tanto avrebbe provato a rispondere se qualcuno gli avesse parlato.

    Obiettivi della pausaLe pause per il pranzo sono le più lunghe e sono superato solo dalle pause per la notte ma solo chi farà il turno di guardia sarà sveglio mentre gli altri dormiranno. A tale proposito ritengo sia necessario cercare di approfittare di questo momento per portare a termine alcuni obiettivi già proposti da Xariel. Chi non ha portato a termine il suo dovrà provvedere a farlo.
    • Ognuno dei PG spiegherà (anche in varie occasioni) com'è stato contattato dal Re degli elfi e spiegazioni verosimili di tale scelta. (Tichondrius e Elen devono spiegarlo)
    • I PG faranno la conoscenza (Tichondrius non si è ancora presentato il suo nome è attualmente sconosciuto)
    • Date le credenze dell'uoma non succederà mai che parli autonomamente di come si chiama o di come ha ricevuto il suo incarico, bisognerà chiederglielo

    Consiglio: Elen potrebbe cercare di parlare con Tichondrius facendogli notare che non ha ancora detto il suo nome e chiedendogli come e come mai è stato chiamato per questa missione!

  14. .
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    Alistair;
    Al fatto che Zero non gradisse molto andare in groppa ad Alistair non c'era un motivo per cui farci realmente caso. Il mutaforma sapeva bene che molti guerrieri e maghi solitari che si mettevano in viaggio come avevano fatto loro tre, odiavano dover dipendere da qualcosa o da qualcuno, ma era anche vero che non tutti gli esseri del mondo erano in grado di mantenere la velocità di un lupo mannaro e se mai un giorno, Alistair, avesse trovato la specie giusta da selezionare per il volo prolungato, probabilmente nemmeno i poteri di Adara avrebbero potuto stargli dietro visto che molto probabilmente l'avrebbe legato all'essenza primordiale del vento diventando di fatto estremamente veloce.
    Un primo discorso fu intrattenuto da parte di Adara e Zero sulle modalità che avrebbero permesso il giovane elfo di muoversi alla loro velocità e che esaltava maggiormente quando il ragazzo fosse disposto a tutto pur di non dover stare in sella ad un lupo nero gigante. Il discorso metteva in risalto anche altre cose.
    Il potere di Adara di riuscire a mantenere la velocità di marcia di Alistair, come quest'ultimo aveva a buon ragione intuito, derivava da i suoi poteri di controllo dell'aria. Creava dei moti ciclonici che la sollevavano da terra e la trasportavano con la stessa velocità che poteva raggiungere il vento stesso.
    Però aveva anche fatto emergere un certo pericolo. La magia era molto potente ma i moti erano troppo veloci. Bisognava essere abili a maneggiare quelle energie e se usate nel modo sbagliato trasformavano le raffiche d'aria in lame taglienti capaci di tagliuzzare il corpo. Alistair era preoccupato per il loro nuovo compagno, sperava che non si facesse male nel tentativo di imparare quelle magie. Adara conosceva qualche magia curativa aveva detto, e forse questo avrebbe aiutato nel caso di incidenti o di ferite, dal canto suo, anche Alistair poteva dare il suo contributo, magari generando una difesa di sabbia, o di legno, o qualcosa del genere visto che al momento conosceva diversi modi per proteggere Zero nel tentativo di armarsi contro i pericoli derivanti dalle lame di vento.
    In secondo luogo, il discorso si andò ad evolvere sulla natura del favore che Adara voleva chiedere al mutaforma.
    Aveva scoperto, come Alistair aveva immaginato, che i genitori di Adara erano stati, passati o vissuti in quel villaggio ed infatti c'erano segni del loro passaggio che la giovane maga aveva scoperto ed individuato, e probabilmente, seguito.
    Le sue scoperte l'avevano condotta sino ad una casa in cui avevano vissuto. Se erano scomparsi era ovvio che erano incappati in qualche guaio anche se ora restava da scoprire se il guaio gli aveva risparmiati o se per loro non c'era più niente da fare oltre che seguire le loro tracce sino alla consapevolezza della loro morte.
    In ogni caso, finché non sapevano cosa fosse successo loro, avrebbero continuato a cercare.
    Dentro la casa appartenuta alla sua famiglia, Adara aveva trovato un fazzoletto, doveva avere un qualche significato visto che l'avevano avuto per molto tempo e visto che doveva essere determinante per il loro ritrovamento.
    Alistair non poteva compiere una mutazione parziale se doveva cercare l'odore di chissà quanto tempo addietro e sperare di rintracciare e riconoscere la fonte, per tanto, anche se la stanza era piccola, avrebbe dovuto tramutarsi completamente. Tanto in quello stesso luogo avrebbe dormito come lupo quella notte e per tanto aveva un certo senso di testarla.
    Alistair digrignò silenziosamente i denti, di certo non voleva creare scompiglio nel locale ed allarmare tutti, a quel verso seguirono una serie di mutamenti fisici. I denti si distanziavano e cambiavano forma diventando cunei appuntiti e affilati, il muso si allungava e la sua massa muscolare e corporea cresceva mandando in brandelli i suoi abiti. Gli occhi si colorarono di una sfumatura ambrata con ferali pupille verticali, gli artigli spuntavano fieri e minacciosi dalle mani e dai piedi e il pelo ricopriva ogni centimetro del suo corpo sino a completare la trasformazione.
    Mentre la maga aveva ancora in mano il fazzoletto, Alistair lo annusò con la maggior cura che poté. Lo fece da diverse angolazioni: sopra, sotto, lateralmente...provò perfino ad aprirlo con il naso e continuò ad annusare.
    La cosa era molto difficile e non rendeva risultati soddisfacenti. Alistair sapeva che con così poco non sarebbe stato in grado di seguire nessuna pista, ma c'era ancora una carta da giocare prima di esprimere il suo verdetto.
    Il pelo del licantropo si schiaccio sul corpo diventando liscio e rigido, ogni pelo si fuse accanto all'altro formando un unico blocco liscio e duro...l'esoscheletro del kerottero. Dal muso allungato della bestia partì un grosso corno e dai canini inferiori si articolarono due chele giganti e affilate. L'intero corpo si ricoprì di placche ossee esterne con giunti ben articolati per permettere ogni tipo di movimento e gli artigli dei piedi si erano fusi insieme sino a formarne solo due, molto più grossi dei precedenti. Era passato da lupo ad insetto. Era la prima volta che si trasformava da una creatura ad un'altra senza passare prima per la forma umana...non sapeva nemmeno di esserne capace, o forse era semplicemente la mutazione del suo corpo che stava raggiungendo nuovi livelli.
    Ricominciò ad annusare il fazzoletto sperando che la diversa tipologia di apparato olfattivo potesse produrre risultati diversi e, si sperava, anche migliori. Annusò ogni lato possibile come aveva fatto poco prima da licantropo ma i risultati emersi erano gli stessi.
    Alistair tornò quindi in forma umana e prima che si potessero vedere le sue nudità usò la sua magia per ricoprirsi degli stessi abiti che aveva poco prima.
    Sono davvero spiacente! Quel fazzoletto è stato impegnato dell'odore di polvere. Deve essere rimasto in quell'abitazione molto molto a lungo e gli odori dei tuoi genitori sono stati rimpiazzati. Sento qualcosa di umano ma non è sufficiente per seguire una pista. Comunque ho già pensato ad una soluzione. Perché non ci guidi verso la casa dove hai trovato queste tracce? Forse una coperta, un asciugatoio o qualche altro oggetto presente li potrebbe aver custodito meglio gli odori della tua famiglia!
    Le parole di Alistair erano dispiaciute per la scarsità dell'aiuto che era riuscito a dare, anche se la sua difficoltà ad esprimersi rendeva difficile comprenderlo. Tuttavia il fatto che si fosse proposto con una nuova soluzione avrebbe dovuto garantire per Adara una prova del fatto che il mutaforma era seriamente deciso ad aiutare e a mettersi sulle giuste tracce dei suoi genitori. Se dentro la casa avessero trovato effetti personali che erano stati più a contatto con i loro obiettivi, sarebbe stato in grado di seguire qualcosa. Ma sul fazzoletto regnava incontrastato l'odore della polvere e anche odori di zolfo ipuro del goblin. Era esattamente il tipo di odore che ha il fuoco esortito dalla magia. Quindi erano stati braccati da maghi, questo era certo, o magari erano maghi loro stessi e non era poi così difficile da immaginare vista l'apertura magica della loro figlia.
    Intanto Alistair aveva tacitamente dato la sua piena collaborazione per rintracciare i suoi genitori e aiutare Adara nel suo intento. Probabilmente la prossima direzione e tappa del trio sarebbe stato la casa dei genitori, e subito dopo, se le tracce erano convincenti avrebbero potuto lasciare il villaggio senza bisogno di restare nella locanda. Se così sarebbe stato, Alistair aveva deciso che avrebbe pagato l'oste ugualmente per il disturbo e anche perché aveva dato la sua parola. Ma in entrambi i casi avrebbero dovuto combattere contro il tempo, ogni pioggia caduta dal giorno della fuga dei genitori di Adara ad oggi, era un qualcosa che aveva cancellato le loro tracce. La loro ricerca non si basava su basi molto solide e di questo la maga ne sarebbe dovuta essere informata prima o poi. Ma non ora...era meglio creare una fondazione di speranza su cui lavorare.
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    ti do la benvenuta anche se in ritardo...dopo aver finito l'esame mi sono concesso qualche giorno per tirare via lo stress ^^

    Non vedo dove sia l'anormalità cmq...non vedo l'ora di ruolare cn te :)
233 replies since 9/2/2007
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