Dispersa.

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    Leah;
    Ciò che trovò Leah aprendo gli occhi non la sorprese più. Circondata dalla vegetazione folta dell'isola di Dwyn prese a stiracchiarsi sentendosi più volpe che umana,anche se non ricordava nemmeno quando fosse stata l'ultima volta in cui si era trasformata. Ricordava benissimo però,quanti giorni la separavano dall'ultimo giorno in cui aveva visto suo padre. Undici giorni di viaggio senza sapere quale destino lo avesse colpito. Non poteva tornare indietro. Doveva fuggire e alla svelta se non voleva lasciarci la coda. Il venticello fresco del primo mattino le infondeva un senso di pace che non riusciva ad interpretare.
    La borsa di pelle che teneva legata al fianco era diventata più leggera,segno che cibo e acqua cominciavano a scarseggiare. La ragazza aveva la bocca impastata dal sonno e quando portò la borraccia alla bocca ne ricava solo poche gocce per bagnarsi le labbra. Doveva mettersi in marcia verso una fonte d'acqua,ma prima afferrò un piccolo pezzo di pane su cui era posata una piccola foglia che emanava un odore fresco e appetitoso. Leah mangiò tutto in un boccone. Raccolse il piccolo risvolto di tessuto che stendeva a terra per dormire e lo ripose nella sua sacca.
    Sembrava tutto così sbagliato in quei boschi. Il vento le accarezzava i capelli e le orecchie facendola sentire fuori posto,come nella sua intera esistenza.
    Il cammino sembrava lungo,anche se senza una meta precisa,Leah doveva allontanarsi il più possibile dalla Valle del Led. Ormai non era solo più una fuga per la vita,ma anche dal luogo in cui passò la sua terribile infanzia,dove vide morire la madre e per la quale molto probabilmente aveva perso anche suo padre.
    L'orecchio sinistro le si mosse di scatto. C'era qualcosa poco più in la di un tronco caduto che si stava muovendo. Leah sfilò il suo arco bianco dalla schiena e prelevò una delle sue frecce dalla faretra. La mano fu subito tesa in una presa ferrea sull'arco,che incoccava la freccia in direzione dell'intruso.
    Se sono fortunata,magari è un bel cervo. Pensò.
    Era da molto che non mangiava carne.


    Edited by forbidden. - 17/6/2014, 14:38
     
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    Malin;
    Malin si era alzato di buon mattino, il mastro forgiatore dei suoi proiettili gli aveva dato una nuova lista per progettare qualcosa di nuovo. Per lui era una cosa molto spassosa, inoltre per tutta la durata del tragitto, della ricerca e della estrazione dei materiali era sempre colmato dalla curiosità su cosa mai potesse inventare di nuovo. I proiettili creati fin ora erano talmente soddisfacenti che più andava avanti e più il vecchio Danderfluff si chiedeva dove tirasse fuori certe idee.
    La ricerca odierna l'aveva portato sull'isola di Dwin. Ultimamente era quasi sempre per le isole che si trovavano i materiali migliori. A lui non dava fastidio il fatto che si trovasse su un'isola dava fastidio il fatto che dovesse prendere una barca.
    Bah...cose da gente alta! Prendere un mezzo che traballa in acqua! Per la barba di Laufnir, ma la terra è troppo ferma per loro? C'è già il rischio di essere risucchiati verso il cielo!
    Si perché i nani che vivono da tutta una vita sotto le montagne e sono abituati ad avere il tetto coperto sopra le loro teste, sono colpiti da una bizzarra fobia quando vanno all'aria aperta. Sono convinti che il cielo sia come una grande voragine messa al contrario, e hanno paura di cadere di sopra.
    Giunto finalmente sull'isola, Malin attese qualche minuto di riprendersi dalla nausea di quel movimento ondeggiante.
    Quando fu finalmente in grado di muoversi si diresse verso l'entroterra dove doveva recuperare un minerale chiamato pirite. Aveva una specie di mappa su dove trovarlo, gliel'aveva fatta un viaggiatore della gente alta. Superò un tronco che era stato abbattuto e si trovò un arco puntato contro.
    La mossa fu rapida!
    Recuperò lo scudo e l'ascia-martello coprendosi dietro il baluardo temprato.
    C'è un valido motivo per puntarmi il tuo arco o sono stato scambiato per qualcun'altro? Perché se non sei un minerale chiamato pirite non ho nulla contro di te!
    Come al solito Malin pareva essere un burlone anche quando parlava seriamente. Non voleva mica combattere in fondo, cercava solo i materiali per i proiettili.
     
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    Leah;
    Leah rimase stupita da ciò o meglio,da chi, le si parò di fronte. Sembrava un uomo in tutto e per tutto,fatta eccezione per la sua statura. La ragazza lo scrutò con sguardo indagatore mentre lo strano omuncolo si metteva subito sulla difensiva. Appariva innocuo ma Leah decise che era meglio non fidarsi. Continuava a tenere il suo arco puntato verso di lui.
    Poi si rammentò di alcune storie che le raccontava sua madre da bambina.
    L'aveva sempre ritenuta solo una leggenda,d'altronde nel suo piccolo paesino non aveva mai visto nulla di tutto ciò che Eirydia custodiva.
    Quell'uomo doveva essere un Nano e a quanto pare era solo in cerca della pirite.
    Bhè si trova nel luogo giusto almeno. Pensò Leah. Ricordava benissimo che due giorni prima ne aveva individuato un discreto giacimento. La conosceva bene quella pietra,suo padre le aveva mostrato quali fossero le sue caratteristiche poco tempo prima,il suo colore dorato che ingannava i più stolti inducendoli a pensare che si trattasse di oro. La ragazza accantonò il pensiero del padre prima che le riportasse altri ricordi.
    Forse era il momento di abbassare l'arma,anche se era una mossa azzardata,Leah non si sentiva in alcun modo minacciata dal Nano.
    Non volevo recarle fastidio,mi perdoni. sussurrò in un filo di voce.
    Ripose l'arco e la freccia e chinò il capo. In fondo le sembrava la cosa giusta da fare. Se come dite siete in cerca della pirite,ne troverete a due giorni di cammino da qui verso sud. Voleva rendersi utile dopo un tale oltraggio.
    Leah sentiva la sua coda ondeggiare alle sue spalle,anche se lei stessa cercava di nascondere la sua eccitazione per quell'incontro così sorprendente,la coda rossiccia non esitava a mostrarne l'euforia.
     
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    Malin;
    Inizialmente la donna che Malin si era trovato di fronte non accennava ad abbassare l'arco. Il nano cominciava a preoccuparsi, specialmente perché non aveva nessuna voglia di combattere ma se era necessario non si sarebbe tirato indietro. Ci volle un po di tempo, ma alla fine l'arco venne abbassato e la ragazza fece le sue scuse dicendo che non voleva dargli fastidio.
    Si figuri, probabilmente mi aveva scambiato per un qualche pericolo in agguanto. Succede da queste parti e la prudenza non è mai troppa!
    Poi aggiunse anche che era sulla buona strada per trovare la pirite e che era a due giorni di cammino dall'attuale posizione verso sud. Beh, era pur sempre alta! Non poteva certo avere la stessa capacità minatoria di un nano.
    Mia cara ragazza, sono un nano! I nani sono minatori eccellenti e sono capaci di trovare dei minerali in posti che gli altri non riuscirebbero mai a trovare! Se vuole seguirmi glielo dimostro!
    Malin diede un'ultimo sguardo alla mappa e poi si diresse verso sud est fino ad una zolla di terra che andava a congiungersi con una roccia.
    Tirò fuori dal suo equipaggiamento una vanga e cominciò a togliere terra. Ne tolse parecchia fino a far emergere la parte sottostante della roccia che a causa della pressione e il continuò bagnare delle falde acquifere sotterranee aveva delle cristallizzazioni di quarzo. Prese allora un contagocce e lo intinse in un liquido contenuto in un'ampolla. Versò il liquido sul quarzo facendo brillare ed addensare una sorta di polverina gialla. Prese un'altro strumento e una piccola sacca e cominciò a raschiare quella polverina e a farla cadere nel sacchetto. Quando ne ottenne a sufficienza si alzò e disse alla ragazza:
    Ecco a lei! Pirite!
    E mentre lo diceva allargava il sacchetto per farle vedere che era esattamente il minerale che conosceva lei. Visto che l'aveva riconosciuta lungo la sua strada doveva essere in grado di riconoscerla anche ora. Nel mostrare il minerale mostrava anche un'ampio sorriso sotto la barba, se non fosse stato per le gote alzate non si sarebbe certo potuto vedere.
     
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    Cheshire;
    Era molto presto .La fresca aria mattiniera era la maniera perfetta per fare una passeggiata .Era appena fuggito dall’avvenimento avvenuto poco tempo prima , ovvero un fuoco blu che si stava estendendo nella foresta .Li aveva cercato di dare una mano ma non fu ascoltato ( forse perché lo credevano un banale gatto ) .Allora decise di attraversare la foresta il più veloce possibile e si ritrovò in una landa fresca , con l’erba bagnata dalla rugiada mattutina e fiori rari .Lì sembrava quasi essere l’unico , difatti a quell’ora lo era . Perciò , data l’ora poco conveniente per una passeggiata e data la stanchezza provocata dalla folle corsa in mezzo la foresta , decise di stendersi sul prato .Si addormentò di sasso sognando sempre ciò che avveniva in altri posti : Per esempio sognò una banda di assassini a Sintad , oppure un gruppo intento a recapitare un messaggio … Così l’ora passava lentamente e Cheshire dormiva un sonno profondo in compagnia dell’arietta fresca .

    Il sonno fu interrotto da un urlo straziante di paura da un uomo .Cheshire si svegliò di colpo e sbadigliò pesantemente .Poi si alzò su due zampe ( Tipo Suricato ) e si girò intorno .Vide due figure in lontananza .Voleva vederle meglio , così si avvicinò in forma invisibile senza farsi notare .Si avvicinò lentamente e arrivò nei pressi delle due persone .Riuscì a vederle meglio : Una era sicuramente un Ourthugal mezza volpe , e l’altro era un nano .La mezza volpe brandiva un arco che puntava verso il nano .Era lui che aveva urlato .Strano non ho mai sentito urlare un nano .Disse guardando i due allontanarsi da quel luogo .Chissà dove vanno … meglio seguire .E così fu .Arrivarono in un punto in cui vi era una roccia abbastanza grossa .Lì il nano scavo a fondo e risalì con un sacco da dove raccolse un minerale molto bello che luccicante .Oh , fantastico .Disse estasiato dalla vista del minerale .Così lasciò la forma invisibile e si avvicinò a guattro zampe verso il nano chiedendogli : Cos’è ?
     
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    Leah;
    Sentire la voce roca e tonante del Nano le infondeva una certa sicurezza inspiegata. Si ritrovò dunque a seguirlo sul suo cammino alla ricerca della pirite mentre si vantava delle sue capacità da minatore. Fare da accompagnatrice per una simile ricerca le ricordava le sue avventure nei boschi della Valle del Led alla ricerca dei suoi sassolini preferiti,tendenti all'azzurro.
    Il Nano le mostrò il sacchetto pieno della polvere ricavata dalla pirite con molta gratificazione. Leah si limitò a sorridere. Poi si chiese a quale scopo raccogliesse quelle polvere e non riuscì a trattenersi dal domandarglielo.
    Che ci farete,ora?
    Non voleva rubare del tempo a obiettivi importanti e nè voleva sottrarne alla sua missione principale,la fuga.
    Forse sarebbe stato meglio separarsi al più presto e abbandonare gli incontri piacevoli,anche se significava rinunciare ad un pò di svago.
    Le rivenne in mente che contrariamente alla sorpresa mostrata da lei verso il Nano,quest'ultimo invece non sembrava per nulla scalfito dall'incontro e dalle sue fattezze. Per un breve lasso di tempo,la compagnia del Nano l'aveva quasi fatta sentire 'normale'. Sarebbe stato bello viaggiare in sua compagnia ma d'altronde i due avevano scopi e mete diverse.
    Penso che proseguirò sul mio cammino ora...è stato un piacere fare la vostra conoscenza. Spero ci rivedremo,in futuro,Messer?
    Non si erano presentati. In effetti il loro incontro era avvenuto in modo inusuale ma
    magari avrebbero potuto recuperare al momento dei saluti.
    Strane abitudini quelle di presentarsi quando ci si sta separando.
    Io sono Leah. disse.
    Chinò ancora il capo per rispetto e poi volse le spalle al minatore provetto con rammarico. Continuò quindi verso la sua strada,lasciandosi dietro ancora un altro dispiacere. A quel punto era già di nuovo sola con se stessa.
     
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    Malin;
    Malin mentre mostrava la pirite alla ragazza, venne avvicinato da un'altro essere. Sembrava a priva vista un comune gatto ma essendo apparso nel nulla e soprattutto, PARLANTE, doveva avere sicuramente qualcosa di particolare e inusuale.
    E' della pirite, un minerale poco comune ma i nani sono espertissimi nel trovare ed estrarre i minerali. E' il lavoro naturale per noi!
    Subito dopo la ragazza chiese che cosa ci avrebbe fatto.
    Un proiettile mia cara, o meglio il progetto di un proiettile che verrà poi messo in produzione.
    Subito dopo cambiò espressione diventando poi seria e anche un po dispiaciuta. Si stava congedando sperando di rivedersi in futuro.
    Ma certo giovanotta, puotreste sempre venire a farti un giro dalle montagne di Maj'Krat. Comunque sono Malin Danderfluff, per servirvi!
    Visto che aveva fatto la sua parte e compiuto il suo dovere imboccò la strada che lo avrebbe riportato su quella dannata barca, di ritorno per il regno dei nani.
     
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    Leah;
    Il sole era alto nel cielo ormai,quando si allontanò dal nano. Leah non si era certo pentita di averlo seguito alla ricerca della pirite,ma involontariamente così aveva sottratto del tempo prezioso alla sua fuga. Eppure era così stanca di fare ogni giorno le stesse cose.
    Voleva disperatamente che un avvenimento improvviso le desse una via di fuga dalla sua fuga vera e propria.
    D'un tratto i sensi di Leah si risvegliarono e lei stessa comprese subito di essere osservata. Non era più sola. Magari era la volta buona che la trovavano e la uccidevano. Ma la presenza che avvertiva era di piccola taglia e alquanto fastidiosa.
    Nonostante Leah continuasse a camminare facendo finta di nulla,sapeva di avere i suoi occhi addosso. Poco dopo la ragazza annusò l'aria in giro e capì che si trattava di un animale,apparentemente innocuo. Un gatto selvatico o qualcosa di simile.
    Questo però non azzardava a farsi vedere,doveva essere bravo a mimetizzarsi con l'ambiente circostante,perchè nonostante Leah lo percepisse,non poteva definire una vera e propria posizione in cui individuarlo.
    Resasi conto di non poter continuare così,si blocco nel bel mezzo di un ambio cortile verde incorniciato da alberi giganteschi e gridò a gran voce.
    Vieni fuori una volta per tutte!
    Poi restò in attesa che qualcuno le si mostrasse.
     
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  9. #The Mad Hatter#
     
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    Cheshire;
    Quando il nano terminò di rispondere a Cheshire , la ragazza mezza volpe stava andandosene senza nemmeno notare la presenza di Cheshire che , dato che lui era un Ourthugal come lei , volle cercare informazioni riguardanti la storia degli Ourthugal , dato che lui non ne aveva mai sentito parlare .Così si avvicinò di soppiatto alla ragazza camminando lentamente tra i campi di erba folta scostandosi dagli ostacoli quali potevano essere sassi o ammassi di erba folta .Così raggiunse la ragazza la quale aveva ben percepito la presenza di Cheshire poiché camminava in modo circospetto come se fosse circondata ( anche se un gatto di media grandezza poteva fare tutto ma non far paura ovviamente ) .Così la ragazza si arrestò e si guardò intorno per poi urlare : Vieni fuori una volta per tutte !

    Quando urlò di colpo , l’istinto felino di Ceshire ( che oramai era entrato a far parte del suo modo di fare ) lo fece indietreggiare come se fosse stato uno spavento .Però , di fronte a quell’ Ourthugal che poteva essere buono come cattivo , Cheshire non voleva affatto tirarsi indietro e uscì allo scoperto andando iniziando a levitare arrivando all’altezza della testa della ragazza .
    Salve , non volevo certo metterle timore .Sono qui soltanto per una curiosità .Dal suo aspetto lei potrebbe sembrare un Ourthugal , vero ? Così la lasciò rispondere .
     
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    Alara;
    Il sole aveva da poco tempo superato lo zenit e stava cominciando la sua calata verso l'orizzonte, a occidente. Il momento più caldo della giornata era giunto, le ombre si allungavano lentamente, offrendo qualche spazio dove rinfrescarsi, carezzati dal dolce vento. Era una bella giornata, le sporadiche nuvole viaggiavano piano, banchi di creature al pascolo nell'azzurro cielo. Una giornata alquanto insolita per la stagione autunnale, la quale correva in quel momento con ancora alle spalle vivido il ricordo dell'estate. Le foglie, un colorato insieme di giallo e verde, erano l'unica cosa che poteva identificare il periodo stagionale dentro quella foresta, sull'isola di Dwyn.

    Mentre il più degli animali stava cominciando a prepararsi per il lungo letargo, una creatura viaggiava senza un'apparente meta, una solenne marcia costante tra il fogliame, incurante del suolo calpestato, del rumore di foglie secche e rami spezzati a ogni passo, così come del clangore pesante e sordo dell'armatura che indossava. Una figura scura, nera come l'acciaio sporco e logoro che la disegnava, un incubo al sole. Non un solo movimento tradiva della fatica poiché essa non ne aveva alcuna, camminava da giorni su quell'isola, la batteva palmo per palmo ma curiosamente non si era ancora fermata. Di giorno solenne, di notte feroce, aveva camminato inesorabile fin tra quegli alberi. E ora si osservava intorno, come se un barlume di luce, una candela, si fosse acceso nel buio della notte e rivelasse al viandante per la prima volta l'ambiente che stava attraversando.

    Per un attimo il passo di Alara si fermò, il piede adagiato su una pietra che come uno scoglio emergeva dal mare del sottobosco. Alzò lo sguardo, lentamente, l'armatura cigolò al gesto, finché non vide la luce filtrare tra le fronde sempre più spoglie degli alberi. Gli occhi furono colpiti da un raggio di sole e la costrinsero a sigillare le palpebre, abbassando nuovamente lo sguardo. Successivamente, si osservò attorno come in cerca di qualcosa per orientarsi, vacillando con la testa a destra e a sinistra. Vi era qualcosa di strano tra gli alberi, lo sentiva, lo percepiva.

    Lo fiutava.

    Non era sola, lo sapeva, tuttavia non riusciva a capire chi o cosa la stesse seguendo. Soltanto sporadicamente le giungeva un rumore insolito o un odore trasportato dal vento, non abbastanza per fare nemmeno delle ipotesi. Però era certa, aveva compagnia. Si mosse con cautela, sorpassando la pietra su cui aveva arrestato il passo per dirigersi verso una pendenza. Sistemò la cinghia che reggeva a tracolla la grande spada che portava sulla schiena e cominciò a scendere per qualche passo verso il pianoro adiacente. Lì si fermò di nuovo, volse lo sguardo verso la direzione che stava seguendo precedentemente e si incamminò con la solennità di poc'anzi.

    -----------------



    Delle voci. Una dolce, sicuramente femminile, l'altra invece profonda e tonante. Provenivano da una zona della foresta ancora distante da Alara ma le aveva sentite. Soprattutto, aveva percepito il loro odore chiaramente. Una ourthugal e un nano. C'era anche un'altra strana creatura, non riusciva a identificarla. Che fossero loro gli individui che la stavano seguendo? Probabile, anche se finora erano stati abili a non farsi riconoscere, perché mai avrebbero dovuto palesarsi così spudoratamente adesso? Una trappola? Non avrebbe saputo dire con precisione. Decise così di avvicinarsi, con calma, mantenendo una certa buona distanza, quel che bastava per percepirli con l'olfatto. Il suo passo rallentò ma si fece più ampio. Il clangore dell'armatura si attutì notevolmente, i movimenti si fecero più svelti, più tesi e attenti. All'improvviso, Alara era passata da un andamento inerte a un passo furtivo, degno di un cacciatore, nonostante l'armatura e il peso, il quale comunque spezzava qualsiasi cosa su cui poggiasse uno degli stivali corazzati. Poco dopo senti altre voci, saluti, dei congedi. Le due creature si stavano separando, la terza invece era restata con la ourthugal. Ancora non l'aveva identificata, pareva un felino però, tuttavia temeva di confondersi poiché, ora che era più vicina, aveva potuto percepire che uno degli odori pareva appartenere a una volpe. Che la "mezzata" -così chiamava i mezzosangue o le creature ibride, compresa se stessa - fosse umana e volpe?

    In quel momento però v'era un'altra incombenza: nascondersi. Ormai stava per giungere in prossimità dei sensi della creatura, ne era certa, e non poteva rischiare di farsi notare. Così si allontanò di qualche passo, con una manovra circolare atta a trovare un posto adatto in cui muoversi contro vento finché la possibile preda o predatrice non fosse in linea di vista. Così fece infatti e trovò posto tra le ombre di un grande albero, nascosta tra le felci e le piante del sottobosco che, curiosamente, in quel punto della foresta erano più fitte, forse si trovavano nel suo cuore. La giovane si trovava in mezzo a un lago d'erba, piuttosto circoscritto dagli alberi attorno e non abbastanza ampio da permettere alla luce del sole di illuminarla senza filtrare attraverso le foglie giallognole. Alara in quel momento si trovava a circa due o tre file di alberi più indietro della radura, dalla parte opposta alla ragazza. Lì restò, accovacciata, in contemplazione, ferma come una statua di ferro, solo il lieve bagliore dei suoi occhi pallidi tradivano la sua presenza. Una delle mani si era fatta strada lentamente fino al suo petto, in prossimità della cinghia a tracolla, pronta a slegare in un attimo la spada dalle sue spalle.


    C'era qualcun altro con loro.

     
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